Cronaca

Omicidio di Vasto, ricostruita la dinamica

E' stata documentata la successione dei colpi sparati da Fabio Di Lello, 34 anni, con la sua calibro 9, contro Italo D'Elisa, il 21enne ucciso ieri all'ingresso del Drink Bar caffe' a Vasto. Si tratta di una vendetta, dopo che D'Elisa, nel luglio 2016, aveva ucciso, investendola con la macchina, Roberta Smargiassi, moglie di Di Lello. La videocamera di un locale ha ripreso tutta la scena: i due si sono parlati, poi e' spuntata la pistola e gli spari. Tre i colpi che hanno centrato D'Elisa: addome, gamba e collo. Molto probabilmente quest'ultimo e' stato quello mortale. Per domani mattina e' stata disposta l'autopsia sul cadavere della vittima presso l'obitorio nell'ospedale di Chieti .

Il sostituto procuratore della Repubblica di Vasto Gabriella De Lucia, titolare dell'inchiesta, ha assegnato l'incarico a Pietro Falco, direttore di medicina legale della Asl Lanciano Vasto Chieti . Il professionista ha chiesto e ottenuto che l'esame venga fatto a Chieti per potere effettuare una serie di prelievi e nel contempo eseguire una serie di prove comparative, anche con il contributo delle immagini in possesso dei Carabinieri.

L'arcivescovo di Chieti -Vasto, Bruno Forte, ha sottolineato di essere addolorato per il fatto "che questo giovane esasperato dalle lentezze di una giustizia che non dava segni, nei confronti di colui che aveva investito la moglie, abbia reagito facendosi, secondo lui, giustizia da se'. La vendetta non e' mai giustizia, produce solo ulteriore sofferenza e ulteriori mali". Pronta la replica del capo della Procura vastese, Giampiero Di Florio, secondo il quale non c'e' stata alcuna "lentezza, ma anzi, al contrario, questo procedimento evidenzia la celerita' di un tribunale come quello di Vasto nella trattazione dei processi: le indagini sono durate 110 giorni dalla data dell'incidente, l'udienza davanti al Gup era prevista il 21 febbraio: direi che ci sono tutti i tempi rapidi per arrivare a una sentenza, in meno di otto mesi".

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Spaccio e incendi intimidatori, 14 misure cautelari

I carabinieri della di Torre Annunziata hanno dato esecuzione a un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip a carico di 14 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di spaccio di stupefacenti, detenzione di ordigni esplosivi e di armi clandestine, incendi, ricettazione e favoreggiamento. Le indagini hanno mostrato come 5 indagati detenessero 30 chili di hashish e un ordigno esplosivo telecomandato nonche' 2 scooter rubati, materiale rinvenuto nella palestra in disuso di un istituto scolastico di Torre Annunziata. Individuati anche responsabili di due incendi dolosi a vetture a scopo intimidatorio avvenuti a Torre Annunziata e a Torre del Greco.

Uno degli indagati deve rispondere della detenzione di una pistola semiautomatica calibro 9. Nel corso delle indagini, erano gia' state arrestate 5 persone per detenzione a fini di spaccio e documentati oltre 100 casi di spaccio, con il sequestro di 1,6 chili di marijuana e numerose dosi di cocaina.

Avviata nel novembre 2015, l'indagine effettuata dai carabinieri ha permesso di documentare l'attivita' di un gruppo criminale, con roccaforte a Torre Annunziata, dedito principalmente allo spaccio di sostanze stupefacenti, cocaina, marijuana e hashish. Mercato aperto anche in citta' come Angri, nel Salernitano, e Lanciano, in provincia di Chieti, rifornite da alcuni degli indagati. Inoltre sono stati accertati almeno due episodi intimidatori da parte del gruppo, in particolare due incendi dolsi, avvenuti su pubblica strada, a Torre del Greco e Torre Annunziata,. Nel primo caso le fiamme distrussero tre auto, nell'altro, oltre a danneggiare una vettura, l'incendio interesso' un vicino fabbricato. Nel corso di di controlli da parte dei militari fu rinvenuto un ordigno, contenente un chilo di polvere pirica, azionabile con congegno a distanza, in una palestra in disuso, oltre a 31 chili di hashish. Successivi accertamenti, fatti con intercettazioni ambientali, sopralluoghi, appostamenti e pedinamenti, i carabinieri hanno trovato altri ordigni simili a quello scoperto il 25 novembre 2015, nella disponibilita' di alcuni delle persone coinvolte nell'inchiesta. Fu trovata anche una pistola semiautomatica, Beretta, modello 92 FS calibro 9x21, sottoposa a sequestro il 15 dicembre 2015.

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Picchia padre per soldi, arrestato 33enne a Pratola Peligna

Da tempo pretendeva dal padre denaro e quando non otteneva le somme chieste lo picchiava. Ieri, dopo l'ennesimo episodio di violenza, i carabinieri lo hanno arrestato. A finire in carcere a Sulmona un 33enne di Pratola Peligna. Ieri avrebbe chiesto al padre 120 euro, al suo rifiuto lo avrebbe prima minacciato, poi, secondo il racconto fatto dal genitore ai carabinieri, gli avrebbe impedito di uscire di casa, strappandogli di mano il cellulare. Dopo aver ricevuto il denaro chiesto, il giovane si e' calmato ed e' uscito di casa permettendo cosi' al genitore di avvisare i carabinieri che poi lo hanno arrestato.

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Rigopiano, completate le autopsie sulla vittime della slavina

Da palazzo di giustizia a Pescara filtra la notizia che le 29 vittime della valanga del 18 gennaio sarebbero quasi tutte morte sul colpo. La rapidita' e la forza con cui si e' abbattuta la valanga non ha lasciato scampo a clienti e personale. A quanto emerso, chi non e' morto nell'immediato non e' sopravvissuto alla valanga per lungo tempo. I medici legali hanno 60 giorni di tempo per consegnare le autopsie, ma sarebbe gia' evidente che le morti sono giunte quasi tutte in un breve lasso di tempo. Traumi, asfissia, schiacciamento, concause che quasi all'istante hanno prima tramortito facendo perdere conoscenza poi ucciso le vittime rapidamente.

Delle 29 vittime fanno parte pero' anche Gabriele D'Angelo e Alessandro Giancaterino, cameriere e maitre dell'hotel: secondo il medico legale di parte Domenico Angelucci di Chieti, che ha assistito all'autopsia di Gabriele, i due sarebbero invece morti per assideramento come prima e principale causa. Come hanno raccontato i soccorritori, i corpi sono stati trovati quasi tutti con danni evidenti, colpiti, trascinati dalla valanga e dai detriti in modo violento 'con una forza inaudita', hanno spiegato. Cio' comporta un lungo lavoro di autopsia e quindi non e' escluso, si apprende a palazzo di giustizia, che i periti possano prolungare il loro lavoro oltre i tempi stabiliti, visto che devono attendere i risultati di prelievi e analisi. Le indagini intanto vanno avanti soprattutto sul fronte della ricostruzione del quadro normativo, delle responsabilita' e della filiera di comando con l'ascolto di vari dirigenti pubblici. Dopo il sindaco di Farindola sentito ieri, oggi e' stato il turno di funzionari regionali. 

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Nuovo treno jazz su tratta Pescara-Teramo

E' in grado di viaggiare a una velocita' massima di 160 km orari, conta 194 posti a sedere, piu' due per disabili in carrozzella, 14 strapuntini e 3 portabici, il nuovo treno che viaggera' da domani sulla tratta Pescara-Teramo, primo di un lotto di cinque di ultima generazione - 27,4 milioni di euro di investimento complessivo - previsto dal nuovo Contratto di Servizio 2016/2023 sottoscritto lo scorso novembre tra Regione Abruzzo e Trenitalia. Tra i servizi a bordo: impianto di videosorveglianza, schermi luminosi interni visibili da ogni punto del treno per le informazioni, impianto di sonorizzazione, scritte in braille, prese di corrente a 220 V per l'alimentazione di cellulari e PC portatili. "Continua cosi' - dice Trenitalia regionale - il progressivo rinnovo della flotta regionale in Abruzzo - iniziato nel dicembre del 2014 con quattro Jazz e proseguito nel gennaio 2016 con quattro Swing diesel - che sta riducendo l'eta' media dei treni regionali e portando risultati importanti sia in termini di puntualita' reale (superiore al 93% nel 2016, +3,7 rispetto 2015) che di affidabilita' e regolarita' del servizio (solo lo 0,3% le corse cancellate in Abruzzo nell'anno appena concluso). Un miglioramento complessivo percepito dai viaggiatori abruzzesi e certificato dai risultati delle indagini di Customer Satisfaction che periodicamente Trenitalia commissiona a soggetti esterni. Nell'ultima rilevazione, in Abruzzo, la valutazione del viaggio nel suo complesso e' aumentata dal 2014 al 2016 di 8,3 punti percentuali, il comfort di 8,5 e la permanenza a bordo di 4,5 punti percentuali. Valutazioni in crescita anche per l'informazione a bordo treno (+8,9%) e per la pulizia (+8,1 punti percentuali)"

 

p.d.f.

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Carabinieri scoprono falsa invalida, arrestato medico marsicano

Invalida al 100%, costretta su una sedia a rotelle, incapace di parlare e muovere un braccio.. ma solo davanti alla commissione medico-legale, perche' in realta' stava benissimo. Una donna di 44 anni, S.S., di Ortucchio vittima di un ictus cerebro-vascolare nel 2014, aveva sfruttato la patologia per simulare gravissime conseguenze e ottenerne cosi', dal novembre 2014, due assegni mensili di 279 e 512 euro, rispettivamente per invalidita' civile e accompagnamento. La donna, ufficialmente costretta su una sedia a rotelle, inibita nel linguaggio e con un braccio paralizzato, non ha pero' convinto gli investigatori del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Avezzano i quali, a seguito di un mirato e duraturo servizio di osservazione e pedinamento, completato da attivita' di tipo tecnico, hanno fatto la sorprendente scoperta: la donna parla perfettamente, cammina, guida la propria auto, sale le scale, insomma sta bene e svolge autonomamente le attivita' della vita quotidiana. A fronte della scoperta l'Arma ha mirato la propria attivita' a capire come la 44enne potesse aver ingannato la Commissione preposta (ASL e INPS) al suo giudizio medico. Da qui un ulteriore sviluppo: la donna non agiva da sola ma in collaborazione con il proprio medico il quale, consapevole del reale positivo quadro clinico, recitava con la stessa in una spregevole e lucrativa messa in scena. I servizi di osservazione, compiuti tra l'altro per due volte in occasione delle visite collegiali alle quali l'indagata veniva sottoposta dall'INPS, hanno palesato che la carrozzella utilizzata per la sceneggiata dalla donna, era spinta proprio dal consapevole medico di base R.F., 57 anni, di Pescina il quale incontrata la donna iniziava la recita, la faceva accomodare cominciando a comunicare con lei a gesti, la presentava alla Commissione come visibilmente disabile, per poi risalutarla, a debita distanza dalla struttura previdenziale, nuovamente sulle sue gambe, in grado di parlare e di stringere la mano con quell'arto che poco prima fingeva paralizzato. 

L'attenzione degli investigatori sull'operato del medico ha permesso di accertare che la collaborazione nella recita della S.S. verosimilmente non era la sola alla quale l'uomo avesse partecipato. Il dottore risultava da subito molto aperto e disponibile nel distribuire consigli su come comportarsi di fronte a commissioni mediche, e molto "leggero" sulla dispensazione di certificazioni mediche idonee all'esenzione dal lavoro, come emerso dalle attivita' tecniche condotte dagli investigatori: "... dobbiamo scendere in campo forti... tu devi stare male e io altrettanto insieme a te devo dire che stai proprio male...". La simulazione posta in essere da consumati attori e' stata giudicata dal gip del Tribunale di Avezzano "umanamente offensiva per chi realmente soffre di gravi patologie e vede, spesso, negata e disattesa l'aspettativa ad una pubblica assistenza".

Le reiterate recite e la compartecipazione di un sanitario che appariva avvezzo a simili traffici, facevano ipotizzare che l'indagata possa avere illecitamente retribuito lo stesso ed anche ulteriori soggetti. Il protrarsi nel tempo delle condotte facevano inoltre ritenere elevata la propensione a delinquere degli indagati, uno dei quali, il medico, e' venuto meno al giuramento proprio di una cosi' nobile professione che chiede dedizione al prossimo, al malato e non al profitto. Proprio tali considerazioni hanno portato il Gip del Tribunale di Avezzano, Francesca Proietti, ad accogliere le richieste cautelari avanzate dal pubblico ministero della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Avezzano, Maurizio Maria Cerrato, e ad emettere per entrambi la misura degli arresti domiciliari che questa mattina e' stata eseguita a carico del medico da parte dei militari del Nor della Compagnia di Avezzano. La "falsa invalida" verra' raggiunta dalla medesima misura quanto prima, trovandosi la stessa fuori dal territorio italiano. Per entrambi l'accusa e' di truffa in concorso ai danni dello Stato.

 

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Morosità incolpevole, da lunedì 6 febbraio aperte le domande a Montesilvano

Verrà emanato lunedì 6 febbraio, sino a martedì 28, il bando pubblico per accedere al Fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli.

«La Regione  -  dichiara l’assessore alle Politiche della Casa, Ottavio De Martinis - ha messo a disposizione un finanziamento che per il nostro Comune ammonta a ben 116.400 euro. Tale fondo andrà a sostegno di quelle famiglie, che per varie situazioni, che ne hanno modificato la condizione economica, non sono state in grado di assolvere al pagamento dell’affitto, subendo così una procedura di sfratto. Si tratta di un’opportunità importante che tuttavia negli anni non viene sfruttata. Ci auguriamo che quanti sono in possesso di tutti i requisiti richiesti, colgano tale occasione, mantenendo così la propria abitazione e non rischiando di essere sfrattati». Il contributo massimo per ogni richiedente ammonta a 4500 euro e viene erogato direttamente al proprietario dell’abitazione.

Il fondo è destinato a coloro che hanno perso il lavoro per licenziamento, o ai quali è stato ridotto l’orario di lavoro; per cassa integrazione ordinaria o straordinaria che limiti la capacità reddituale; per mancato rinnovo di contratti a termine o di lavoro atipici; per cessazione di attività libero – professionali o di imprese registrate derivanti da cause di forza maggiore; per malattia grave o decesso di un componente del nucleo familiare che abbia comportato una consistente riduzione del reddito complessivo. Per l’ammissione ai benefici, bisogna essere titolari di un contratto di locazione ad uso abitativo, destinatari di un atto di sfratto per morosità, e con reddito ISEE non superiore a 35.000 euro, o derivante da regolare attività lavorativa con un valore ISEE non superiore a 26.000 euro.

I documenti per presentare la domanda saranno disponibili a partire da lunedì 6 febbraio presso gli uffici dell’Azienda Sociale o scaricabili dal sito istituzionale comunale o dell’Azienda speciale. Per ritirare i moduli o per richiedere informazioni lo sportello dell’Azienda è aperto tutti i giorni. Per essere affiancati nella compilazione delle domande, gli uffici Politiche per la Casa sono aperti il lunedì dalle 9 alle 12:30 e il giovedì dalle 15:30 alle 17:30.

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Contratto di servizio dei treni Abruzzo, i Consumatori ricorrono al Tar

Lo scorso 12 gennaio le associazioni abruzzesi dei consumatori (Federconsumatori, Acu, Arco, Adoc, Codici, Codacons, Confconsumatori, Contribuenti Italiani, Guardiacivica, Adiconsum, Movimento Difesa del Cittadino, Cittadinanzattiva) hanno presentato un ricorso al Tar dell'Aquila per chiedere l'annullamento della Deliberazione 675/2016 della Giunta Regionale che autorizza l'approvazione del Contratto di Servizio tra Regione Abruzzo e Trenitalia (contratto valido dal 2015 al 2023). Questa mattina a Pescara in conferenza stampa Federconsumatori ha spiegato i motivi del ricorso. "Noi contestiamo - ha detto Sergio Veroli, vice presidente Nazionale di Federconsumatori le scelte fatte sui cambiamenti di orario che hanno portato ad un allungamento dei viaggi e dei tempi di percorrenza, con la conseguenza che molti viaggiatori hanno deciso di far ricorso ai mezzi privati, cosa che noi riteniamo sbagliata, e poi noi contestiamo soprattutto la violazione della Legge sui contratti di Servizio che e' una Legge del 2008 e che prevede che quando si stipula un Contratto di Servizio si debba coinvolgere le associazioni dei consumatori per individuare gli standard di qualita' dei contratti e per controllare il rispetto degli standard stessi. Se cosi' fosse stato, questi inconvenienti e problemi sugli orari probabilmente non ci sarebbero stati e noi avremmo potuto discutere in un tavolo le varie problematiche di standard di qualita', di sicurezza e dei tempi". 

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Processo per l’ex cda del Consorzio Rifiuti Lanciano, la sentenza della Cassazione

La Cassazione ha disposto la condanna finale a 6 mesi di reclusione, pena sospesa, sul caso processuale di abuso d'ufficio del Consorzio Rifiuti di Lanciano legato alla prorogatio del consiglio di amministrazione dopo la scadenza del mandato, a giugno 2009.

In Appello la condanna era stata invece 8 mesi per i componenti dell'ex cda cda Riccardo La Morgia, presidente, e i consiglieri di centrodestra Luigi Toppeta e Nicola Di Toro, e di centrosinistra Nicola Carulli e Camillo Di Giuseppe, quest'ultimo tirato in ballo solo per una correzione di sentenza fatta dalla stessa Corte d' Appello.

Per Di Giuseppe correzione e sentenza annullate con atti che passano alla Corte d'Appello di Perugia. Per lui resta l'assoluzione di primo grado. Inoltre per l'intero ex cda e per l'avvocato Giacomo Nicolucci, in merito alle consulenze esterne, la stessa Cassazione ha annullato la sentenza d'Appello e assolto tutti. La condanna per la sola prorogatio del mandato c'e' stata perche' anche se il cda era decaduto con scadenza a giugno 2009 sono rimasti in carica fino al 15 ottobre, percependo 178 mila euro, senza convocare l'assemblea dei 53 comuni soci per rinnovare le cariche, con violazione dello statuto. Per la prorogatio la convocazione dell'assemblea dei sindaci spettava al presidente d'assemblea.

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Ammesse le prove per il processo sulla morte di Simone Daita

La Corte d'Assise di Chieti ha ammesso oggi tutte le prove nel processo per la morte del 53enne di Chieti Simone Daita. Imputato, per il reato di omicidio preterintenzionale, e' un operaio 24enne del posto, Emanuele D' onofrio. Le prove ammesse sono in prevalenza testimoniali ma anche documentali. Fissata al prossimo 8 marzo l'udienza in cui saranno sentiti tutti i testimoni. Secondo l'accusa, formulata dal pm Giuseppe Falasca, reagendo ad un'aggressione di Daita, D'Onofrio ha ecceduto nella difesa perche', raggiunto da un pugno al mento, colpi' Daita con i pugni per due o piu' volte, raggiungendolo ad entrambi gli zigomi e provocandogli altrettante fratture. Daita cadde a terra procurandosi lesioni alla testa che determinarono lo stato di coma dal quale non si riprese piu' fino alla morte, avvenuta un anno dopo. Il fatto si è verificato la sera del 28 febbraio del 2015 in piazza Vico, nel centro di Chieti, all'esterno di una caffetteria. Nel processo sono gia' costituiti parte civile i genitori, tre sorelle e il fratello di Daita.

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