Cronaca

Scoperta dai Nas impresa funebre abusiva nel Pescarese

Svolgeva regolarmente servizi per riti funebri e pubblicizzava la propria attivita' anche grazie ad un ricco sito web, che consentiva persino di scaricare la modulistica necessaria, ma era completamente abusiva. Scoperta, nel Pescarese, dai Carabinieri del Nas di Pescara, un'impresa funebre con piu' sedi che operava in mancanza dei requisiti minimi previsti. E' stata quindi disposta l'immediata sospensione dell'attivita', in collaborazione con il personale della Asl. I militari per la tutela della salute hanno accertato che l'impresa esercitava l'attivita' di onoranze funebri ed eseguiva servizi per riti, trasporti e tumulazioni, in totale assenza di autorizzazione e di pareri igienico sanitari della Asl competente. In collaborazione col dipartimento di Prevenzione della Asl, sono state ispezionate numerose aziende della provincia, per scoprire anche se, nel settore, esercitassero imprese abusive.

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Pesca abusiva, sequestrati 1.200 metri di reti a Vasto

Reti da pesca abusiva per 1.200 metri e due ancorotti in ferro sono stati sequestrati questa mattina all'alba dal personale della Guardia Costiera di Vasto per essere stati posti a distanza dalla costa inferiore ai 300 metri oltre a non avere matricola identificativa ne' alcuna boa galleggiante. "Dai risultati prodotti in quest'ultimo periodo - ha dichiarato il tenente di vascello Cosimo Rotolo, comandante dell'Ufficio circondariale marittimo di Vasto - e' stato constatato un aumento dei pescatori abusivi che utilizzano attrezzi non conformi e in aree vietate e rappresentano una forma di concorrenza sleale con il prodotto pescato viene immesso illecitamente nella filiera commerciale". 

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Stalking all’ex datore di lavoro, arrestati due fratelli albanesi nel Chietino

Con l'accusa di stalking nei confronti del datore di lavoro che li aveva licenziati due fratelli albanesi residenti a Lanciano e Atessa sono stati arrestati su disposizione del Gip, Massimo Canosa, su richiesta del Pm, Andrea Papalia. I fratelli sono stati rinchiusi nel supercarcere di Lanciano. In base alle indagini dei carabinieri della Compagnia di Atessa, su denuncia dell'imprenditore a capo di un'azienda metalmeccanica i due, subito dopo il licenziamento avrebbero inviato numerosi sms all'ex datore di lavoro minacciandolo di morte se non li avesse riassunti. I due erano stati licenziati, per giusta causa, a fine dicembre 2016.

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Trentatre’ abitazioni evacuate, 98 persone senza piu’ un tetto a Civitella del Tronto

Trentatre' abitazioni evacuate, 98 persone senza piu' un tetto, un fronte di frana che ha tagliato a meta' una collina e sta scivolando a valle alla velocita' di un metro al giorno. Sono i numeri del dramma della frazione di Ponzano di Civitella del Tronto, nel Teramano, che assiste impotente all'inesorabile scomparsa di oltre meta' dell'abitato: tra i 30 e i 40 ettari di terreno per lo piu' agricolo e un tratto di strada provinciale chi si muove su un piano traslazionale calcolato dai tecnici ad una profondita' di circa 15-20 metri.

"Si tratta di una paleofrana - aveva dichiarato giorni fa il geologo Paolo Marsan della Protezione civile nazionale - che si muove con grande velocita' e che al momento non e' arrestabile". Le abitazioni posizionate sul fronte del cedimento, stanno piano piano subendo a vista d'occhio i danni simili a quelli di un terremoto: si stanno aprendo, scricchiolano e alcune hanno gia' visto crollare murature, cortili e recinzioni. Un grosso muro di contenimento alla base del paesino viene costantemente monitorato e una rete di sensori applicata al terreno sta registrando quotidianamente il movimento della frana. Non c'e' certezza sul futuro delle abitazioni, molte delle quali sono destinate a breve a crollare. In zona si comincia parlare di delocalizzazione ma il sindaco di Civitella del Tronto, Cristina Di Pietro, insiste negli appelli allo Stato affinche' si intervenga presto per assistere la popolazione con i sostegni economici.

"Per quanto riguarda gli eventi calamitosi che si sono verificati nel territorio teramano nel gennaio scorso, la Prefettura di Teramo ha fatto presente che per la frazione Ponzano di Civitella del Tronto, la cui frana di smottamento - iniziata lo scorso 13 febbraio - continua ad avanzare, sono stati effettuati circa 230 interventi tra recuperi e messe in sicurezza di impianti, con la presenza in loco di un'Unità di Comando Locale. Sono oltre 30 le abitazioni evacuate per circa 100 persone". Così il ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti rispondendo al Questioni Time in aula alla Camera.

 

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Reliquiario rubato all’Aquila ritrovato dai carabinieri a Londra

I Carabinieri dell'Aquila hanno recuperato a Londra un reliquiario in rame del 1400 di San Giustino, trafugato nel 1992 a Paganica, frazione del capoluogo di cui il santo e' patrono .La denuncia fu presentata dall'allora parroco di Paganica, don Dante Di Nardo Secondo quanto spiegato dai militari dell'Arma, era stato venduto all'incanto dalla casa d'aste Sotheby's, per un incasso di 38 mila euro, e acquistato da un esperto di arte inglese. Dopo aver notato la scritta Paganica sull'oggetto, quest'ultimo ha acquisito qualche informazione e ha capito che si trattava di un oggetto rubato, denunciando il fatto. Da li' e' partita l'inchiesta della procura dell'Aquila, coordinata dal sostituto Simonetta Ciccarelli e svolta dai carabinieri della stazione di Paganica e dei colleghi dell'Aquila. Dopo una serie di rogatorie internazionali, oggi e' stata possibile la restituzione dell'opera alla Curia aquilana. La reliquia verra' presto mostrata ai fedeli. Le indagini sono ancora in corso per capire chi ha trafugato l'opera, ma non sara' facile, visto il tempo trascorso. 

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Hotel Rigopiano, parlano i legali del sindaco di Farindola: la valanga si poteva prevedere

"La valanga era scientificamente prevedibile e i suoi disastrosi effetti erano totalmente evitabili, solo se la Regione Abruzzo avesse fatto la Carta di Localizzazione dei Pericoli da Valanga, la Clpv che era obbligatoria dal 1992". Lo ha detto Cristiana Valentini, avvocato del sindaco di Farindola, illustrando, in una conferenza stampa, le risultanze di un'indagine difensiva preventiva eseguita da un pool di tecnici e legali incaricati dal comune per "accertare la verita' sulla tragedia di Rigopiano".

"Noi abbiamo provato a realizzare una carta del rischio - ha aggiunto l'avvocato Valentini - cosi' in poco tempo, e i risultati sono quelli che sono sotto gli occhi di tutti: cioe' che la valanga era scientificamente prevedibile". "Risultati chiaramente non presi dalla persona che va su Google Earth - ha proseguito il legale - ma da chi ha accesso, in modo professionale, ai satelliti". "Questa zona - ha spiegato l'ing. Marco Cordeschi - ha una storia di valanghe. E lo dice la carta storica delle valanghe regionale: in quella localizzazione ci sono diversi eventi, purtroppo non quello che si e' verificato il 18 gennaio scorso. Con uno studio cartografico prima e, poi, con un iniziale approfondimento sul posto, era prevedibile localizzare nel sito della valanga di Rigopiano un'attivita' valanghiva anche di una certa importanza". Prevedibilita' che si poteva individuare "sia per considerazioni di carattere morfologico, per pendenze molto accentuate, sia per considerazioni di carattere valanghivo che un esperto ha relativa facilita' a fare", dice Cordeschi.

"Non si puo' parlare statisticamente di un fatto eccezionale". A chiarirlo e' il climatologo dell'Universita' di Ferrara, Massimiliano Fazzini - che fa parte del pool di tecnici e legali incaricati dal Comune di Farindola per un'indagine difensiva preventiva sulla tragedia dell'hotel Rigopiano - nel corso di una conferenza stampa convocata dal sindaco Ilario Lacchetta, riferendosi alle nevicate cadute nell'area tra il 17 e il 18 gennaio scorso, giorno della tragedia. "Sono nevicate, di due tre metri di neve, nella nostra zona di riferimento - spiega Fazzini - a una quota di 1.200-1.300 metri, che non rappresentano un evento eccezionale, ma ricorrente: eventi nel 2005, 2009, 2011, 2015. Quindi parlare di eccezionalita' non deriva dai dati scientifici che abbiamo verificato. Sono una cosa normale per questa zona, con fenomeni ripetuti quasi ogni anno".

"Abbiamo trovato uno strato interessante e particolare su cui il professore Fazzini e l'ingegner Cordeschi stanno lavorando, l'avere riscontrato sul fondo un metamorfismo costruttivo con una brina di fondo". A tracciare una sorta di 'identikit' della valanga abbattutasi sull'hotel Rigopiano e' la guida alpina Maurizio Felici che, lo scorso 5 febbraio, sfidando condizioni meteo proibitive, su incarico del Comune di Farindola ha effettuato un sopralluogo tecnico nella zona. "Ho messo la sonda - ha spiegato Felici nel corso della conferenza stampa convocata dal sindaco di Farindola - ho fatto una trincea, ho scavato la neve, ho fatto un profilo, ho visto i vari strati all'interno e sul fondo, si chiama brina di fondo, e ho rilevato questo tipo di cristallo. Ero sulla valanga, sui pendii leggermente a monte del distacco piu' basso, quindi su un pendio caratteristico della valanga. E' un tipo di cristallo che si e' potuto formare dopo ma risale all'evento valanga del 18 gennaio scorso". Quando si parla di metamorfismo costruttivo ci si riferisce in particolare a un fenomeno per cui i cristalli di grandi dimensioni si accrescono progressivamente mentre quelli piccoli si dissolvono, comportando una perdita di resistenza dello strato di neve trasformato. I dati raccolti dall'esperto dovranno ora essere analizzati.

"Il nostro pensiero e' ancora per le vittime". Cosi' il sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta, parlando della tragedia dell'hotel Rigopiano dove hanno perso la vita 29 persone.  "E' necessario che il Comune di Farindola sia incluso nella zona del cratere sismico per avere una serie di agevolazioni ed e' per questo che giovedi' pomeriggio abbiamo convocato il consiglio comunale, durante il quale emergera' l'istanza di richiesta di entrata nel cratere sismico" ha detto ancora Ilario Lacchetta. "E' un momento veramente difficile - ha spiegato il sindaco - noi abbiamo necessita' di chiedere con determinazione alla Regione e al Governo che vengano attuate e attivate misure non convenzionali per il rilancio della nostra area. Prima ancora del turismo parlo dell'infrastrutturazione principale, parlo di viabilita', parlo delle scuole, parlo della sanita'. Senza queste e' impossibile garantire anche i diritti minimi della Costituzione a questi cittadini che sono stufi di essere considerati di serie B e che hanno tutto il diritto di avere queste risposte da chi ci amministra a livello sovraordinato".

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Maxi operazione contro la ‘ndrangheta coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di L’Aquila

Un'operazione antimafia diretta e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di L'Aquila e condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo Provinciale di Chieti, che ha permesso di individuare una cellula 'ndranghetista abruzzese, con a capo Simone Cuppari, 36enne di origini calabresi e da tempo residente sulla costa chietina, a Francavilla al Mare. L'operazione antimafia ribattezzata 'Design' è stata condotta dai carabinieri di Chieti che hanno indagato per due anni, e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia de L'Aquila. Sono 19 le persone arrestate, 36 quelle complessivamente indagate e beni sequestrati per 10 milioni di euro. Altre 9 persone sono state raggiunte da provvedimenti di obbligo di dimora o di interdizione ad esercitare attivita' imprenditoriali o rivestire cariche societarie. Altre 8 infine, sono le persone indagate in stato di liberta'. I reati contestati sono associazione per delinquere di stampo mafioso, con l'aggravante di essere associazione armata, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, tentato omicidio, detenzione illegale di armi da fuoco, estorsione, usura, incendio di esercizio pubblico e di autovettura e intestazione fittizia di beni, con l'aggravante di essersi avvalsi dei metodi mafiosi. Secondo i carabinieri, che hanno tenuto una conferenza stampa con il comandante provinciale, colonnello Luciano Calabro' e il comandante del reparto operativo, tenente colonnello Erminio Sacco, la cellula aveva consolidato un efficiente canale di approvvigionamento di ingenti quantita' di cocaina da un gruppo di affiliati alla 'Ndrangheta in Lombardia, a loro volta riconducibili alle famiglie della 'Locale di Plati''. La droga proveniente dalla Lombardia, una volta in Abruzzo, finiva sul mercato delle zone di Chieti e Pescara. I proventi dello spaccio venivano reimpiegati nell'acquisizione di attivita' commerciali nel settore della raccolta di scommesse elettroniche e nella ristorazione, e in episodi di usura a danno di piccoli commercianti e imprenditori locali in difficolta' pretendendo da essi interessi esorbitanti: in un caso a fronte di un prestito di 20.000 euro, la vittima ne aveva doveva restituire, dopo un mese, 40.000 vedendosi costretto, nell'arco di pochi mesi, a pagare oltre 220.000 euro dietro minacce, incendi di negozi e di autovetture. 

I profitti venivano in parte, reimpiegati in attivita' imprenditoriali in Calabria, come nel commercio di autoveicoli e nella realizzazione di villaggi turistici di grandi dimensioni. Nel corso dell'operazione sono state sequestrate 4 societa' fra le province di Chieti, Pescara e in Calabria, che gestivano commercio di auto online e raccolte di scommesse ma anche bar e pizzerie, 8 autoveicoli e 10 chilogrammi di marijuana. Inoltre sono stati sequestrati per equivalente 6 milioni di euro quali quote di una societa' proprietaria di un villaggio turistico in Calabria

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Operazione Arusha, fino a 7 anni di condanne col rito abbreviato per spaccio

Fino a quasi 7 anni di reclusione nel procedimento con rito abbreviato, dinanzi il gup di Lanciano, Andrea Belli, per 10 dei principali imputati di un traffico di droga arrivata a Lanciano da Veneto ed Emilia Romagna. L'operazione Arusha fece luce su un fiume di cocaina che dal Nord Italia giungeva con tir e auto in Frentania, fino a 250 grammi a viaggio.Quindici gli 15 arrestati lo scorso 14 giugno 2016 nell'ambito dell'operazione di polizia denominata Arusha, coordinata dal pm Rosaria Vecchi. I dieci imputati, tra albanesi e locali, sono: il capo banda albanese, Ednand Budlla, residente a Rocca S. Giovanni, pena a 6 anni e 8 mesi di reclusione e 30 mila euro di multa; stessa condanna per il riminese Ndricim Rustem. La moglie di Budlla, Adele Florentina Drezaliu, ha avuto 5,8 anni e 24 mila euro di multa. Identica pena per Guglielmo Lanza Silvestri, di Castel Frentan; Luan Hailiti, 5,6 anni e 24 mila euro di multa; a Gianni Marrocco, di Rocca S. Giovanni, condanna a 4,4 anni e 16 mila di multa e per Gianluca Pagliarone 3,4 anni e 4 mila di multa. Seguono Nadia Di Donato, di Lanciano, con 2,4 anni e 3 mila di multa, stessa condanna per l'albanese Pellumb Zylfo. Per il lancianese Antonio Ciccone 2 anni e 2 mila euro di multa. Infine i patteggiamenti costati 4,4 anni di reclusione per Marcello Mastrangelo, di S. Maria Imbaro, e 9 mesi per Irene Ferrante, di Perano. Altri imputati hanno avute posizioni stralciate. 

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Definite le procedure per l’assunzione di neurochirurghi ad Avezzano

Le procedure per l' assunzione di 2 medici specialisti nel quadro del nuovo servizio di neurochirurgia H24, presso l'ospedale di Avezzano, sono state definite nell'ambito di un incontro tenutosi tra il Manager della Asl, Rinaldo Tordera e il sindaco di Avezzano, Giovanni Di Pangrazio.

"Il nuovo servizio di neurochirurgia - afferma il primo cittadino - e' il frutto dell'impegno dell'amministrazione comunale che, grazie alla collaborazione dei vertici della Asl, e' riuscita a raggiungere l'obiettivo lavorando a luci spente, senza troppo clamore, con azioni concrete. E' un importante progresso - ha specificato Di Pangrazio - sul piano di alcune prestazioni cruciali, a vantaggio di un territorio di oltre 140.000 abitanti che merita la giusta attenzione".

La Asl ha gia' firmato l'atto per procedere allo scorrimento delle graduatorie da cui attingere i due neurochirurghi da destinare all'ospedale del capoluogo marsicano. Il servizio, tramite l'istituto della reperibilita', coprira' l'arco delle 24 ore (quindi anche la fascia oraria notturna) e comprendera' anche i giorni festivi. "Con questo assetto - ha dichiarato Tordera - potremo potenziare l'attivita' neurochirurgica, a beneficio di Avezzano e Marsica, oltretutto valorizzando ulteriormente i mezzi tecnologici e le professionalita' che operano nella stroke-unit".

Alla riunione hanno partecipato anche il consigliere comunale Nicola Pisegna Orlando, il direttore sanitario Maria Teresa Colizza e il direttore del dipartimento chirurgico, Giovanni De Blasis. A margine dell'incontro il sindaco ha chiesto a Tordera di trasmettere una richiesta alla Regione per verificare la possibilita', che attualmente non e' nei poteri della Asl, di attivare due posti letto a supporto del nuovo servizio. 

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Scuole, chiesti fondi per finanziare le perizie tecniche

Chiedono fondi per finanziare perizie tecniche e verifiche di vulnerabilita' sismica delle scuole in modo da consentire interventi di ricostruzione e adeguamento, ma soprattutto vogliono la proroga dei termini per accedere ai 300 milioni dell'operazione #sbloccascuole inserita nella Legge di Bilancio 2017. "I termini sono scaduti ieri. Ma come fanno i Comuni a presentare progetti e chiedere fondi se non conoscono le condizioni degli immobili?" si domandano i Comitati Scuole Sicure di Pescara e di Chieti che, confluiti nel "Comitato Scuole Sicure Centro Italia", alla luce degli eventi sismici del 18 gennaio non ci stanno ad aspettare l'ennesimo terremoto e attendono risposte concrete. Dieci giorni fa hanno scritto agli enti locali competenti e al Ministero dell'Istruzione, universita' e ricerca, all'Ufficio scolastico regionale, nonche' alla Procura di Pescara. Solo nella provincia di Pescara il 12,52% degli edifici scolastici risulta inagibile. I Comitati vogliono sapere, inoltre, perche', a fine 2015, siano state revocate somme stanziate nel 2009 dalla Regione Abruzzo per l'edilizia scolastica e mai utilizzate dai Comuni.

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