Cronaca

Hotel Rigopiano, si cerca l’orario preciso della slavina

E' tra le 16.48 e le 16.49 che mercoledi' 18 gennaio la valanga avrebbe travolto e distrutto l'hotel Rigopiano. E' quanto emerge da alcuni messaggi su WhatsApp consegnati alla Procura dall'avvocato Camillo Graziano, legale dei familiari di Stefano Feniello, una delle 29 vittime della tragedia. Il giovane, infatti, avrebbe inviato l'ultimo messaggio alle 16.48, ma non avrebbe mai ricevuto la risposta, inviata alle 16.49 e non consegnata. I messaggi confermerebbero quanto gia' riscontrato su altri telefonini. Tali elementi sono al vaglio degli inquirenti per ricostruire le tempistiche esatte. "Stiamo ancora aspettando lo spazzaneve e non sappiamo se riusciremo a partire questa sera", ha scritto Feniello alle 16.48 su un gruppo WhatsApp con alcuni amici. Alle 16.49 la risposta di un amico, consegnata e letta da tutti gli altri partecipanti del gruppo, tranne che da Stefano. Il blackout, quindi, ci sarebbe stato in quegli istanti

Poi, alle 17.08, il primo allarme al 118 lanciato da Giampiero Parete, uno dei superstiti della tragedia. "Questi elementi - spiega l'avvocato Camillo Graziano - consentono di individuare quasi con certezza il momento in cui e' avvenuto il tutto". Oltre ad aver gia' visionato i telefoni dei superstiti, la Procura e' al lavoro anche sugli smartphone delle vittime che sono stati recuperati, tutti sottoposti a sequestro. Molti sono danneggiati o non si accendono, ma si lavorera' comunque per raccogliere elementi utili alle indagini. Il legale della famiglia Feniello, oltre ai messaggi WhatsApp, ha depositato anche altri documenti ed elementi di cui e' in possesso. I parenti di Stefano, che intendono muoversi su tutti i livelli, presenteranno anche un esposto per fare luce sulla vicenda del nome del giovane erroneamente inserito in una lista di cinque persone vive che sarebbero dovute arrivare in ospedale. Un elenco di cinque nomi comunicato dal Prefetto ai familiari dei dispersi, anche se in ospedale poi arrivarono solo in quattro. "Dal punto di vista civile ci sono gli spazi per muoversi - dice il legale - E' giusto che chi ha sbagliato paghi"

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Stefano Di Giosia vince il Campionato italiano come miglior allievo degli Istituti Alberghieri

 La ricetta del 'Nero Fabaceo' di Stefano Di Giosia, studente dell'Istituto Alberghiero di Teramo, e' la vincitrice della selezione regionale per il "2/o Campionato italiano miglior allievo Istituti Alberghieri', ospitato dall'Istituto Alberghiero Ipssar 'De Cecco' di PESCARA nel plesso scolastico di via Tirino. A sfidarsi cinque studenti di altrettanti istituti Alberghieri abruzzesi. Stefano, vincitore a livello regionale della competizione promossa dalla Federazione Italiana Cuochi, partecipera' quindi alla finale nazionale dei Campionati della Cucina Italiana, il 18 febbraio prossimo a Rimini Fiera, in rappresentanza di tutto l'Abruzzo, come ha annunciato la dirigente del 'De Cecco' Alessandra Di Pietro. Gli ingredienti della ricetta di Di Giosia: maialino nero abruzzese marinato alla genziana, in crosta di liquirizia di Atri, orzotto allo zafferano, patata viola del Gran Sasso, terra di Tondini del Tavo, corallo di solina. "Garantire ai nostri studenti una formazione professionalizzante altamente competitiva e di eccellenza, in linea con le esigenze del mondo del lavoro, e' tra gli obiettivi specifici dell'Ipssar De Cecco - spiega Di Pietro - I concorsi sono senza dubbio un'occasione importante per mettere in gioco le competenze dinamiche, relazionali, organizzative, e ancora la creativita', la capacita' di affrontare e gestire situazioni di competizione, al di fuori della didattica ordinaria. Abbiamo confermato quanto sia importante il dialogo con gli altri istituti che fanno parte della Rete Nazionale Istituti Alberghieri (Renaia), lavorare insieme e' fondamentale per la condivisione di strategie e programmi tesi a sostenere il successo formativo dei nostri studenti". Ai cinque studenti partecipanti e' stato chiesto di preparare un piatto a propria discrezione, ponendo come unica condizione l'utilizzo di ingredienti di base del territorio abruzzese. La giuria era composta dagli chef Nicolo' Di Garbo, decano dei cuochi abruzzesi, Leo Giacomucci, presidente onorario dell'Unione Cuochi Abruzzesi, Andrea Di Felice, presidente dell'Unione Cuochi Abruzzesi, Pino Finamore, vicepresidente U.C.A. e chef della Camera dei Deputati, Lorenzo Ferretti e lo chef Emergente 2014 Daniele D'Alberto, coordinatore Giovani Cuochi Abruzzesi. Gli studenti che hanno preso parte al Concorso, oltre a Di Giosia, sono Nicola Di Evangelista dell'Istituto Alberghiero di Giulianova (Teramo), che ha proposto il 'Carre' di agnello con fagottino di pasta, fantasia di vegetali e aria di liquirizia'; Vincenzo Stasi, Istituto Alberghiero di Roccaraso (L'Aquila), con 'Ops! Ho beccato il maialino'; Valerio Viggi, Istituto Alberghiero Villa Santa Maria, con 'Sapori Profumi di mare e di terra d'Abruzzo'; Valentina Di Donato, Istituto Alberghiero Ipssar 'De Cecco' di Pescara, con 'Confetto di cioccolato con croccante di mandorle e parrozzo gluten free'. Assente l'Istituto Alberghiero de L'Aquila per difficolta' logistiche. In apertura della manifestazione la dirigente Di Pietro e il docente Narciso Cicchitti, presidente della Sezione provinciale dell'Unione Cuochi, hanno consegnato una borsa di studio per meriti scolastici alla studentessa Cecilia Pepe, classe V sezione I indirizzo Enogastronomia. 

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Autorizzata la caccia di selezione al cinghiale in Abruzzo

Il Dipartimento dello sviluppo rurale  ha autorizzato la caccia di selezione al cinghiale in Abruzzo fino al mese di giugno 2017, a seguito del parere favorevole espresso dall'Ispra sui Piani di abbattimento. Lo ha reso noto l'assessore alle politiche agricole Dino Pepe: "Questo tipo di caccia - osserva Pepe - introdotto nella nostra regione a titolo sperimentale  già lo scorso anno  prevede dal mese di febbraio l'abbattimento di un certo numero di capi ad opera di cacciatori opportunamente abilitati attraverso dei corsi di formazione. Si tratta di un provvedimento che di fatto prolunga la caccia a questa specie problematica, come auspicato negli ultimi anni da più parti e soprattutto dal mondo agricolo". In questa fase e nelle successive, è previsto anche il coinvolgimento degli agenti di polizia provinciale in avvalimento, i quali svolgeranno il ruolo di coordinamento delle operazioni, garantendo una corretta applicazione degli abbattimenti e del Corpo dei carabinieri forestali, da sempre garanzia di tutela e di rispetto delle norme ambientali.

 

 

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Chieti, si apre un’altra voragine in strada

Una voragine profonda circa quattro metri si e' aperta oggi su un ampio tratto di strada in via Olivieri, a Chieti, tra le intersezioni con via Ciampoli e Largo Cavallerizza, dove il traffico e' stato interdetto. Lo smottamento ha causato anche il cedimento di un palo della rete elettrica filoviaria ed e' stato causato dalla rottura di un tratto di fogna situata a sette metri di profondita' rispetto al manto stradale che ha convogliato terreno e detriti assestatisi nel tratto fognario che arriva fino a via Gran Sasso.

"Le avverse condizioni meteorologiche stanno continuando a provocare danni a tutto il sistema cittadino di convogliamento delle acque - ha detto Di Felice -. L'Ufficio Tecnico ha gia' provveduto ad affidare gli interventi di somma urgenza che si protrarranno per almeno una settimana. Nel corso delle lavorazioni la linea elettrica di media tensione sara' interrotta dalle ore 7 alle ore 17.30. La sospensione non incidera' sulla erogazione elettrica delle utenze e della pubblica illuminazione". Il traffico veicolare proveniente da via  Olivieri - lato via F. Salomone, compreso quello degli autobus, e' stato deviato verso via Ciampoli; il traffico veicolare proveniente da via A. Herio e' stato deviato su via dei Vezii, ad eccezione degli autobus, che possono arrivare fino al alle aree di sosta poste nei pressi del Palazzo di Giustizia per poi ripercorrere a ritroso lo stesso tragitto in direzione via Madonna degli Angeli e via Pianell. Contemporaneamente, su Via Gran Sasso sara' previsto il senso unico alternato veicolare regolamentato dalla presenza di impianti semaforici mobili.

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La Finanza scopre un oleodotto ‘fantasma’ interrato

Una operazione della Guardia di Finanza di Piacenza, con il coordinamento del pm Ornella Chicca, ha permesso di scoprire un vero e proprio oleodotto fantasma, interrato nelle campagne piacentine, tramite il quale un'organizzazione, non ancora identificata, rubava carburante direttamente lungo la tratta che unisce il deposito di proprieta' dell'Eni, nel comune piacentino, con la raffineria pavese di Sannazaro de' Burgondi. Il carburante arrivava direttamente all'interno di un capannone industriale di Fiorenzuola d'Arda che era stato adibito a raffineria clandestina e stoccaggio, con l'impiego di sofisticati macchinari a valvole di fabbricazione russa. Scoperte dalla Finanza di Piacenza, in collaborazione con le fiamme gialle di Teramo, 18 tonnellate tra gasolio e benzina, pari a circa 23mila litri, un'enorme quantita' di prodotto energetico fraudolentemente sottratto dall'oleodotto Eni. Inoltre, per mezzo di un congegno che regolava il flusso di aspirazione, il prodotto veniva sottratto in quantitativi tali da rendere difficile captare la diminuzione di pressione ed eludere i sistemi di sicurezza e controllo approntati dall'ente. Infine, per agire indisturbati, i responsabili dell'attivita' illecita avevano piazzato videocamere sia all'interno della struttura sia all'esterno, precisamente sul punto in cui la conduttura abusiva era collegata con l'oleodotto. Le indagini - al momento - hanno consentito di risalire ad un autotrasporatore, originario della provincia di Teramo, denunciato a piede libero per i reati di furto e sottrazione all'accertamento e al pagamento dell'accisa sui prodotti energetici. 

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San Salvo, i carabinieri indagano su una storia di bullismo

I carabinieri di S.Salvo stanno indagando su un presunto episodio accaduto qualche giorno fa in un bagno dell'Istituto superiore 'Mattioli': un minore sarebbe stato vittima di soprusi da parte di altri due studenti che lo avrebbero offeso, riprendendo la scena con un telefonino. Immediato l'intervento del personale della scuola che ha provveduto a sequestrare gli apparecchi telefonici. Provvedimenti disciplinari sono stati gia' adottati dalla dirigente dell'istituto.

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Sindaco di Farindola: sarà difficile ripartire

"Non possiamo accettare di passare per i colpevoli di turno per quello che e' accaduto. Farindola e' stata la trentesima vittima di questa sciagura. Sara' difficile ripartire, difficile dare un futuro ai nostri cittadini e ricreare quello sviluppo che Roberto Del Rosso e i suoi famigliari avevano portato nell'hotel Rigopiano. Ma non ci stiamo a fare i capri espiatori, vogliamo la verita'. Se ci sono responsabilita' e' giusto che vengano approfondite e accertate in sede giudiziale, ma non possiamo subire processi mediatici". Sono le parole pronunciate dal sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta, al termine del Consiglio comunale straordinario concluso ieri in tarda serata. Dopo i momenti dedicati al ricordo della tragedia del 18 gennaio, quando una valanga ha travolto l'hotel Rigopiano, lasciando 29 vittime e 11 sopravvissuti, un cenno alle difficolta' che il comprensorio vive ancora oggi. "La situazione resta critica per le numerose frane delle ultime ore, con la strada provinciale 10 interrotta prima dell'ingresso al centro storico del paese e disagi anche per la rete idrica, con problemi soprattutto nella vallata".

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Morto il lupo Claudio nel parco del Gran Sasso

 Era stato recuperato il 20 marzo dell'anno scorso, ferito dopo essere stato investito da un'auto, tra Rocca Santa Maria e Torricella Sicura, in provincia di Teramo. Curato e guarito, Lupo Claudio era stato rimesso in liberta' nella stessa zona con radiocollare munito di rilevatore Gps e monitorato per mesi. Quel radiocollare e' stato trovato, tagliato, sotto un ponte nel comune di Cessapalombo in provincia di Macerata. "Una violenza tanto grave quanto stupida - dichiara il presidente del Parco Gran Sasso e Monti della Laga, Tommaso Navarra - che colpisce a morte l'intelligenza e la bellezza della natura nonche' la storia identitaria della nostra comunita'. Gli autori devono sapere che faremo di tutto per assicurarli alla giustizia". Lupo Claudio trasmetteva importanti notizie allo staff del Progetto Life Mirco-Lupo: sulle abitudini, sui suoi movimenti, sul suo branco. "Avevamo appreso che si era presto riunito al branco originale - fa sapere il Parco del Gran Sasso-Laga - e aveva iniziato a frequentare una zona marginale dell'area protetta. Avevamo scoperto che da qualche tempo aveva lasciato la zona e il branco, era andato in dispersione verso le Marche ed era alla ricerca di un nuovo territorio in cui vivere. Aveva passato tutto il territorio del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, ma e' stato ucciso e la sua avventura, come la nostra storia, finisce sotto un ponte in provincia di Macerata". Il recente dibattito politico in merito all'approvazione di piani di gestione del lupo ha dimostrato, prosegue Navarra, "quanto poco si conosce il reale impatto della specie sulle attivita' umane e quanto si attribuiscono al lupo danni che sono da attribuire a cani rinselvatichiti ed ibridi. La discussione dovrebbe spostarsi alla approvazione di regole chiare di gestione e conduzione di cani padronali, laddove gli stessi sono abbandonati in natura dall'uomo stesso. La morte di Lupo Claudio spero contribuisca almeno a evitare un arretramento culturale che non ci possiamo permettere". 

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Omicidio di Vasto, i legali dell’indagato puntano alla perizia psichiatrica 

Puntano a una perizia psichiatrica, che possa confutare la premeditazione, i legali di Fabio Di Lello, il 34enne di Vasto in carcere dal primo febbraio scorso per aver ucciso, con tre colpi di pistola (uno al cranio e due all'addome) Italo D'Elisa, 21enne. Il giovane, la sera del primo luglio scorso, passando in macchina col rosso al semaforo, aveva travolto e ucciso Roberta Smargiassi, moglie di Di Lello, che si trovava a bordo di uno scooter. Da quel giorno l'uomo - come hanno raccontato piu' volte i familiari, non e' stato piu' lo stesso. "Fabio - dice la madre Lina - si e' lasciato andare piano piano. Soffrivamo molto nel vederlo ridotto cosi'. Il nostro timore era che potesse suicidarsi, ma nessuno poteva ipotizzare una epilogo cosi' tragico. Avrei dovuto fare di piu' per aiutarlo". Il 34enne, proprio per le sue precarie condizioni psicofisiche, era seguito da un medico. I difensori, gli avvocati Giovanni Cerella e Pierpalo Andreoni, stanno raccogliendo tutta la documentazione medica al fine di poter eseguire una perizia psichiatrica, accertamento necessario per capire fino a che punto Di Lello fosse stato inghiottito in un tunnel sfociato nella vendetta. Ai legali che si recano a trovarlo in carcere quotidianamente, l'uomo ribadisce che la sua vita e' finita, che non ha piu' senso. "Parla poco, piange molto". Subito dopo l'assassinio Fabio si era recato per pregare sulla tomba della moglie, dove i carabinieri hanno rinvenuto l'arma del delitto, una pistola calibro 9 regolarmente detenuta. Il pm Gabriella De Luca, in sede di convalida dell'arresto, ha contestato a Di Lello l'omicidio volontario premeditato. L'udienza preliminare sull'omicidio stradale era stata calendarizzata per il prossimo 21 febbraio. Oggi, intanto, a Pescara e' in programma l'accertamento tecnico per l'esame su telefonini e pc della vittima e dell'omicida.

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Chieti, danno da 60mila euro alla scala mobile

Per riparare la scala mobile di Chieti, chiusa il 20 gennaio in seguito alle nevicate dello scorso mese di gennaio che hanno messo fuori uso sia i motori che parte della copertura in plexiglas, con un danno di 60.000 euro, servira' almeno una settimana di tempo. Quindi verra' chiesto il collaudo dell'impianto all'Ustif, l'ente che certifica la sicurezza di esercizio dei trasporti a impianti fissi. E solo a quel punto il servizio tornera' disponibile per i cittadini. Lo ha reso noto Alfiero Marcotullio, presidente di Blu Parking, la societa' che a Chieti gestisce i parcheggi a pagamento e la scala mobile che collega il terminal bus e il sottostante parcheggio di via Gran Sasso, a via Asinio Herio.

"Ci siamo attivati tempestivamente. Appena e' stata ristabilita la viabilita' in citta' - dice Marcotullio - sono iniziati i lavori di riparazione della copertura durati 15 giorni. Abbiamo provveduto alla sostituzione dei 40 pannelli danneggiati e, solo ora che la scala e' di nuovo coperta, possono iniziare i lavori di riparazione delle parti elettriche, che presiedono il movimento della scala, e del motore che consente il funzionamento dell'intero impianto''.

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