Cronaca

Controlli dei Nas in 90 farmacie abruzzesi, non avevano farmaci salvavita

Ammontano a 100mila euro le sanzioni elevate dai carabinieri del Nas a circa novanta farmacie abruzzesi perche' erano sprovviste di farmaci obbligatori, anche salvavita, o perche' spedivano prescrizioni mediche non ripetibili prive dell'indicazione dell'intestatario. E' il bilancio dei controlli messi a punto dai militari del Nas. In particolare, per una quarantina sono scattate segnalazioni al Servizio Farmaceutico Regionale e sanzioni perche' sprovviste di farmaci obbligatori, anche salvavita. Per una farmacia del Teramano, trovata sprovvista di 35 specialita' medicinali obbligatorie, e' scattato il provvedimento di sospensione dell'autorizzazione all'apertura da parte del Servizio Farmaceutico abruzzese.

I carabinieri, inoltre, hanno accertato che una farmacia del Pescarese e una del Teramano erano sprovviste di molteplici confezioni di medicinali. La farmacia del Teramano e' stata anche segnalata alla magistratura per la totale assenza della figura professionale del farmacista e per esercizio abusivo della professione. Anche un deposito farmaceutico del Chietino e' risultato carente di decine di specialita' medicinali obbligatorie. Per il deposito e' scattato il provvedimento di sospensione. Sanzioni anche per circa cinquanta farmacie che spedivano prescrizioni mediche non ripetibili prive dell'indicazione dell'intestatario. Scoperte inoltre nelle province di Chieti, Teramo e L'Aquila tre farmacie che impiegavano abusivamente test autodiagnostici per analisi del sangue.

Gli ispettori del Nas, nell'ambito degli accertamenti hanno segnalato alle competenti Procure i responsabili legali delle tre farmacie per aver svolto illegalmente esami clinici, peraltro non contemplati dalla normativa ministeriale che disciplina le prestazioni analitiche effettuabili in farmacia. Per impedire tale esercizio abusivo i militari hanno sequestrato l

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‘Ndrangheta, gli arrestati in Abruzzo non rispondono al gip Chieti

Si sono avvalse della facolta' di non rispondere due delle quattro persone sottoposte oggi all'interrogatorio di garanzia davanti al gip del Tribunale di Chieti Luca De Ninis, ed arrestate insieme ad altre 15 persone lo scorso 21 febbraio dai carabinieri di Chieti i quali, al termine di un'inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia de L'Aquila. Si e' detto estraneo all'associazione per delinquere di stampo mafioso che gli viene contestata a tutti gli indagati, T.B., 43 anni di Pescara. L'uomo, che e' assistito dall'avv. Goffredo Tatozzi, ha giustificato la conoscenza con S.C. sostenendo di aver lavorato con per lui, come piastrellista, nella realizzazione di un villaggio turistico a Brancaleone, producendo durante a sostegno della sua linea difensiva della documentazione, fra cui un computo metrico del villaggio. T.B. ha anche detto di non conoscere molti degli altri indagati. L'avv. Tatozzi ha presentato istanza di rimessione in liberta' o di arresti domiciliari con il braccialetto elettronico. Ha risposto all'interrogatorio, E.M., l'albanese di 29anni che risiede a Francavilla al Mare. Ma il suo legale, l'avv. Giovanni Nunnari, al termine dell'interrogatorio ha riferito solo che il suo assistito ha risposto a tutte le domande, senza entrare nei particolari. Secondo i carabinieri la cellula malavitosa aveva consolidato un efficiente canale di approvvigionamento di ingenti quantita' di cocaina da un gruppo di affiliati alla 'ndrangheta in Lombardia, a loro volta riconducibili alle famiglie della ''Locale di Plati'''. La droga proveniente dalla Lombardia, una volta in Abruzzo, finiva sul mercato delle zona di Chieti e Pescara. E i proventi dello spaccio venivano reimpiegati nell'acquisizione di attivita' commerciali nel settore della raccolta di scommesse elettroniche e nella ristorazione, e in episodi di usura in danno di piccoli commercianti ed imprenditori locali in difficolta' pretendendo da essi interessi esorbitanti. I reati contestati a tutti gli arrestati, sono l'associazione per delinquere di stampo mafioso, con l'aggravante di essere associazione armata, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, tentato omicidio, detenzione illegale di armi da fuoco, estorsione, usura, incendio di esercizio pubblico e di autovettura e intestazione fittizia di beni, con l'aggravante di essersi avvalsi dei metodi mafiosi

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Crollate le due case adiacenti la SS 81

Crollate le due case adiacenti la strada statale 81, a Cermignano, proprio nel tratto chiuso ieri al transito dall'Anas per il pericolo crollo. "Si tratta di due abitazioni che insistono sulla statale 81, in un tratto che attraversa il paese, sgomberate gia' nel 2015 per via dei danni subiti a causa del dissesto idrogeologico - aveva spiegato ieri il sindaco Santino Di Valerio - Abitazioni che erano lesionate e che adesso rischiano di crollare". Il tratto di statale, quindi, al momento rimane chiuso.

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Droga nella scatola dello champagne, un arresto a Pescara

Detenzione di sostanze stupefacenti e armi. Questi i reati contestati a F.E., 38enne pescarese, arrestato dai carabinieri della Compagnia di Pescara, coordinati dal maggiore Claudio Scarponi avevano da giorni messo sotto controllo l'abitazione e del giovane. Questa mattina il blitz nell'appartamento in zona S. Donato, ad opera di dieci militari. La perquisizione ha consentito di rinvenire, all'interno di una confezione in cartone di champagne, un involucro contenente oltre 150 grammi di cocaina sottovuoto in cristalli di elevata purezza. Ingente il valore dello stupefacente sequestrato, che data la sua qualita' avrebbe prodotto circa 400 dosi per un ammontare di oltre 20.000 euro. I carabinieri hanno poi proseguito nelle ricerche in maniera minuziosa, rinvenendo in cantina, una pistola Beretta calibro 7.65 perfettamente funzionante. L'arma, con matricola abrasa, e' stata trovata con inserito il serbatoio e all'interno 14 colpi dello stesso calibro. La pistola e il munizionamento verranno inviati al Ris di Roma per gli accertamenti dattiloscopici, balistici e biologici. Il 38enne, cosi' come disposto dal Pm Anna Benigni, e' stato condotto in carcere. 

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L’Aquila, udienza preliminare su Cialente il 3 aprile

Andranno in udienza preliminare il prossimo 3 aprile il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, e un funzionario comunale, Fabrizio De Carolis, nell'ambito dell'inchiesta della procura della Repubblica, durata oltre 2 anni che vede entrambi indagati per induzione indebita a dare utilita', la cosiddetta concussione depotenziata. Nel caso di Cialente, l'accusa viene contestata in due casi. Nel primo e' solo tentata e riguarda il subappalto da affidare a un costruttore nella ricostruzione di un aggregato da 178 appartamenti e 63 milioni di euro, il cosiddetto "Consorzio 201". Nell'altro episodio, secondo i pm, il reato si e' effettivamente consumato, con lo sblocco di contributi per circa 2,7 milioni di euro alle societa' Palomar-Consta caldeggiato da Cialente a De Carolis e avvenuto senza che le imprese avessero le carte in regola per ottenere i fondi, in particolare la certificazione dell'avvenuto pagamento ai subappaltatori. "I lavori non partivano, le aziende fallivano e ho dovuto fare tutto io perche' i cittadini venivano da me, questa e' la verità'", e' sempre stata la linea difensiva del primo cittadino, assistito dall'avvocato Carlo Benedetti, che e' anche presidente del Consiglio comunale.

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Usura ai danni di un imprenditore, due arresti nel Pescarese

Usura ai danni di un imprenditore residente nel Pescarese. Questa l'accusa che ha portato i carabinieri della Compagnia di Popoli, coordinati dal tenente Tonino Marinucci, a dare esecuzione, nelle ultime ore, a due ordinanze cautelari emesse dal Gip del Tribunale di Pescara.

Le due persone, arrestate e poste ai domiciliari, e indagate in concorso per il reato di usura, dopo la chiusura delle indagini dei carabinieri di Popoli, sono A.N, 26enne e R.C. (24). Le ordinanze di custodia cautelare domiciliare sono state emesse dal Gip del Tribunale di Pescara Antonella Di Carlo, su richiesta il Pm Silvia Santoro.

La vittima, un piccolo imprenditore di Scafa, per sistemare la sua attivita', e non avendo possibilita' di accedere ai canali tradizionali di finanziamento, si e' rivolto per avere un prestito ad un amico A.N. che lo ha messo in contatto, come mediatore, con R.C., che ha elargito materialmente il prestito di 4mila euro alla vittima da restituire con un interesse iniziale del 22% per 1.500 euro. La sua difficile situazione economica non ha consentito al commerciante di onorare il cosiddetto debito.

Da qui sono iniziate continue richieste di denaro che hanno portato l'imprenditore ad una condizione di disperazione anche per le minacce subite. Le attivita' dei militari sono partite di iniziativa, perche' la vittima non aveva presentato denuncia, ed eseguite con una indagine tradizionale, grazie a pedinamenti dell'imprenditore e ad intercettazioni telefoniche che hanno permesso ai militari di capire che la 'vittima' era arrivata a dover pagare alla fine 12 mila euro di interessi oltre ai 4 mila euro iniziali, grazie alla maturazione di interessi passivi e di mora.

Alla vittima era stata tolta anche la sua automobile, una Lancia Musa e un televisore, recuperati poi dai carabinieri. I primi episodi di usura risalirebbero alla primavera del 2016.

Nel tempo l'imprenditore era riuscito a pagare 7mila euro in contanti, cedendo la macchina e il TV color a garanzia per la restante somma da pagare ammontante a quasi 16 mila euro, interessi compresi. Le indagini non sono pero' concluse perche' gli inquirenti stanno verificando se altre persone siano rimaste vittime di situazioni di usura in Val Pescara.

 

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Due giovani in Spagna per il Servizio civile europeo

Il Comune di Pescara e' titolare del progetto di Servizio Volontario Europeo "CreativeGarden" finanziato dall'Agenzia Nazionale per i Giovani che in Italia implementa per conto della Ue il Programma Erasmus+: Gioventu'. Oggi, conferenza di presentazione del progetto. Due giovani, Karen Angelucci e Michele Manganiello, saranno ospitati in Spagna dalla "Fondazione Iberoamericana dell'Industria Culturale e Creativa". Ai due giovani in Servizio Civile presso il Comune di Pescara, sono stati ufficialmente consegnati i biglietti per la cittadina della Mancha, Pedro Munoz, dove saranno ospitati per 6/12 mesi in una fabbrica di farina dismessa, oggi fucina culturale e artistica.

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Imbrattò i muri della chiesa, 23enne patteggia un anno

Ha patteggiato un anno di reclusione davanti al giudice monocratico Isabella Allieri, un 23enne di Chieti, difeso dall'avv. Antonella Dragani, accusato di imbrattamento e di evasione. Nell'agosto del 2015 era evaso dagli arresti domiciliari ed aveva tracciato alcune scritte sui muri esterni della chiesa del SS Crocifisso a Chieti Scalo. Frasi nelle quali, fra l'altro, si esprimeva odio nei confronti di Polizia, politica, Vaticano e finanza. L'uomo era stato individuato quale responsabile delle scritte, nelle quali si firmava come Gomez, in seguito alle indagini della Digos della Questura di Chieti.

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Reliquiario rubato all’Aquila ritrovato dai carabinieri a Londra

I Carabinieri dell'Aquila hanno recuperato a Londra un reliquiario in rame del 1400 di San Giustino, trafugato nel 1992 a Paganica, frazione del capoluogo di cui il santo e' patrono .La denuncia fu presentata dall'allora parroco di Paganica, don Dante Di Nardo Secondo quanto spiegato dai militari dell'Arma, era stato venduto all'incanto dalla casa d'aste Sotheby's, per un incasso di 38 mila euro, e acquistato da un esperto di arte inglese. Dopo aver notato la scritta Paganica sull'oggetto, quest'ultimo ha acquisito qualche informazione e ha capito che si trattava di un oggetto rubato, denunciando il fatto. Da li' e' partita l'inchiesta della procura dell'Aquila, coordinata dal sostituto Simonetta Ciccarelli e svolta dai carabinieri della stazione di Paganica e dei colleghi dell'Aquila. Dopo una serie di rogatorie internazionali, oggi e' stata possibile la restituzione dell'opera alla Curia aquilana. La reliquia verra' presto mostrata ai fedeli. Le indagini sono ancora in corso per capire chi ha trafugato l'opera, ma non sara' facile, visto il tempo trascorso. 

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Hotel Rigopiano, parlano i legali del sindaco di Farindola: la valanga si poteva prevedere

"La valanga era scientificamente prevedibile e i suoi disastrosi effetti erano totalmente evitabili, solo se la Regione Abruzzo avesse fatto la Carta di Localizzazione dei Pericoli da Valanga, la Clpv che era obbligatoria dal 1992". Lo ha detto Cristiana Valentini, avvocato del sindaco di Farindola, illustrando, in una conferenza stampa, le risultanze di un'indagine difensiva preventiva eseguita da un pool di tecnici e legali incaricati dal comune per "accertare la verita' sulla tragedia di Rigopiano".

"Noi abbiamo provato a realizzare una carta del rischio - ha aggiunto l'avvocato Valentini - cosi' in poco tempo, e i risultati sono quelli che sono sotto gli occhi di tutti: cioe' che la valanga era scientificamente prevedibile". "Risultati chiaramente non presi dalla persona che va su Google Earth - ha proseguito il legale - ma da chi ha accesso, in modo professionale, ai satelliti". "Questa zona - ha spiegato l'ing. Marco Cordeschi - ha una storia di valanghe. E lo dice la carta storica delle valanghe regionale: in quella localizzazione ci sono diversi eventi, purtroppo non quello che si e' verificato il 18 gennaio scorso. Con uno studio cartografico prima e, poi, con un iniziale approfondimento sul posto, era prevedibile localizzare nel sito della valanga di Rigopiano un'attivita' valanghiva anche di una certa importanza". Prevedibilita' che si poteva individuare "sia per considerazioni di carattere morfologico, per pendenze molto accentuate, sia per considerazioni di carattere valanghivo che un esperto ha relativa facilita' a fare", dice Cordeschi.

"Non si puo' parlare statisticamente di un fatto eccezionale". A chiarirlo e' il climatologo dell'Universita' di Ferrara, Massimiliano Fazzini - che fa parte del pool di tecnici e legali incaricati dal Comune di Farindola per un'indagine difensiva preventiva sulla tragedia dell'hotel Rigopiano - nel corso di una conferenza stampa convocata dal sindaco Ilario Lacchetta, riferendosi alle nevicate cadute nell'area tra il 17 e il 18 gennaio scorso, giorno della tragedia. "Sono nevicate, di due tre metri di neve, nella nostra zona di riferimento - spiega Fazzini - a una quota di 1.200-1.300 metri, che non rappresentano un evento eccezionale, ma ricorrente: eventi nel 2005, 2009, 2011, 2015. Quindi parlare di eccezionalita' non deriva dai dati scientifici che abbiamo verificato. Sono una cosa normale per questa zona, con fenomeni ripetuti quasi ogni anno".

"Abbiamo trovato uno strato interessante e particolare su cui il professore Fazzini e l'ingegner Cordeschi stanno lavorando, l'avere riscontrato sul fondo un metamorfismo costruttivo con una brina di fondo". A tracciare una sorta di 'identikit' della valanga abbattutasi sull'hotel Rigopiano e' la guida alpina Maurizio Felici che, lo scorso 5 febbraio, sfidando condizioni meteo proibitive, su incarico del Comune di Farindola ha effettuato un sopralluogo tecnico nella zona. "Ho messo la sonda - ha spiegato Felici nel corso della conferenza stampa convocata dal sindaco di Farindola - ho fatto una trincea, ho scavato la neve, ho fatto un profilo, ho visto i vari strati all'interno e sul fondo, si chiama brina di fondo, e ho rilevato questo tipo di cristallo. Ero sulla valanga, sui pendii leggermente a monte del distacco piu' basso, quindi su un pendio caratteristico della valanga. E' un tipo di cristallo che si e' potuto formare dopo ma risale all'evento valanga del 18 gennaio scorso". Quando si parla di metamorfismo costruttivo ci si riferisce in particolare a un fenomeno per cui i cristalli di grandi dimensioni si accrescono progressivamente mentre quelli piccoli si dissolvono, comportando una perdita di resistenza dello strato di neve trasformato. I dati raccolti dall'esperto dovranno ora essere analizzati.

"Il nostro pensiero e' ancora per le vittime". Cosi' il sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta, parlando della tragedia dell'hotel Rigopiano dove hanno perso la vita 29 persone.  "E' necessario che il Comune di Farindola sia incluso nella zona del cratere sismico per avere una serie di agevolazioni ed e' per questo che giovedi' pomeriggio abbiamo convocato il consiglio comunale, durante il quale emergera' l'istanza di richiesta di entrata nel cratere sismico" ha detto ancora Ilario Lacchetta. "E' un momento veramente difficile - ha spiegato il sindaco - noi abbiamo necessita' di chiedere con determinazione alla Regione e al Governo che vengano attuate e attivate misure non convenzionali per il rilancio della nostra area. Prima ancora del turismo parlo dell'infrastrutturazione principale, parlo di viabilita', parlo delle scuole, parlo della sanita'. Senza queste e' impossibile garantire anche i diritti minimi della Costituzione a questi cittadini che sono stufi di essere considerati di serie B e che hanno tutto il diritto di avere queste risposte da chi ci amministra a livello sovraordinato".

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