Cronaca

La Finanza scopre un oleodotto ‘fantasma’ interrato

Una operazione della Guardia di Finanza di Piacenza, con il coordinamento del pm Ornella Chicca, ha permesso di scoprire un vero e proprio oleodotto fantasma, interrato nelle campagne piacentine, tramite il quale un'organizzazione, non ancora identificata, rubava carburante direttamente lungo la tratta che unisce il deposito di proprieta' dell'Eni, nel comune piacentino, con la raffineria pavese di Sannazaro de' Burgondi. Il carburante arrivava direttamente all'interno di un capannone industriale di Fiorenzuola d'Arda che era stato adibito a raffineria clandestina e stoccaggio, con l'impiego di sofisticati macchinari a valvole di fabbricazione russa. Scoperte dalla Finanza di Piacenza, in collaborazione con le fiamme gialle di Teramo, 18 tonnellate tra gasolio e benzina, pari a circa 23mila litri, un'enorme quantita' di prodotto energetico fraudolentemente sottratto dall'oleodotto Eni. Inoltre, per mezzo di un congegno che regolava il flusso di aspirazione, il prodotto veniva sottratto in quantitativi tali da rendere difficile captare la diminuzione di pressione ed eludere i sistemi di sicurezza e controllo approntati dall'ente. Infine, per agire indisturbati, i responsabili dell'attivita' illecita avevano piazzato videocamere sia all'interno della struttura sia all'esterno, precisamente sul punto in cui la conduttura abusiva era collegata con l'oleodotto. Le indagini - al momento - hanno consentito di risalire ad un autotrasporatore, originario della provincia di Teramo, denunciato a piede libero per i reati di furto e sottrazione all'accertamento e al pagamento dell'accisa sui prodotti energetici. 

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San Salvo, i carabinieri indagano su una storia di bullismo

I carabinieri di S.Salvo stanno indagando su un presunto episodio accaduto qualche giorno fa in un bagno dell'Istituto superiore 'Mattioli': un minore sarebbe stato vittima di soprusi da parte di altri due studenti che lo avrebbero offeso, riprendendo la scena con un telefonino. Immediato l'intervento del personale della scuola che ha provveduto a sequestrare gli apparecchi telefonici. Provvedimenti disciplinari sono stati gia' adottati dalla dirigente dell'istituto.

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Pescara, rinnovata la convenzione per la giustizia riparativa

Rinnovata e ampliata la convenzione fra Comune di Pescara e direzione della Casa Circondariale, sotto l'egida del progetto 'Percorsi di giustizia riparativa'. L'iniziativa prevede l'inserimento lavorativo di detenuti negli uffici comunali per attivita' di recupero del patrimonio ambientale e di digitalizzazione e archiviazione di atti e documenti amministrativi e quest'anno, grazie alla disponibilita' del direttore Franco Pettinelli, prevede un ampliamento del numero dei detenuti coinvolti.

"Le attivita' progettuali gia' attuate nel 2016 con l'impiego di 6 reclusi nella cura e manutenzione del verde e di 2 nella digitalizzazione e archiviazione, hanno determinato una ricaduta molto positiva nel loro processo rieducativo", spiega l' assessore alle Politiche Sociali, Antonella Allegrino. Quest'anno la convenzione e' stata ampliata "in modo importante" con il coinvolgimento di 12 detenuti. Ad individuarli sara' l' equipe della Casa Circondariale, che avra' il compito di stilare un programma personalizzato e prevedere un tutor di progetto. I detenuti lavoreranno dalle 9 alle 13 per cinque giorni a settimana. La convenzione scadra' alla fine dell'anno. I reclusi contribuiranno alla manutenzione delle aree verdi comunali, alla pulizia delle spiagge pubbliche e all'attivita' di digitalizzazione e archiviazione in formato digitale cartaceo di atti e documenti. Un tavolo di lavoro per ottimizzare le attivita' nell'ambito del progetto si riunira' in Comune il 15 febbraio, alle 12. 

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Incendio in un casolare di Avezzano, indagini in corso

Un incendio e' divampato la scorsa notte in un casolare abbandonato in via Teramo, ad Avezzano.

Le fiamme si sono propagate nella struttura ed hanno raggiunto il tetto, distruggendolo parzialmente. Il casolare era usato spesso da migranti come dimora occasionale ed e' stato anche scena di un accoltellamento tra due uomini di origine marocchina, avvenuto qualche mese fa. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco di Avezzano che nel giro di due ore hanno domato le fiamme. Indagini sono in corso per chiarire la natura dell'incendio.

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Frana sulla variante di Teramo, sotto sequestro il muro crollato

E' stata posta sotto sequestro, lungo strada statale 80var "Variante di Teramo", la porzione di paratia che due giorni fa ha ceduto a seguito di una frana sulla collina di contrada Mezzanotte. Di conseguenza e' chiuso un tratto di strada di 3 km. e il traffico e' deviato sulla strada statale 80, con indicazioni sul posto. La frana, di pochi metri, era scesa fino al tratto tra lo svincolo di Teramo Centro e la rotatoria di innesto sulla Statale 80 "del Gran Sasso d'Italia" in direzione Montorio al Vomano. Il movimento franoso ha coinvolto un muro di sostegno laterale alla carreggiata lesionando la paratia. Nel tratto in questione "la strada corre in viadotto e parte della paratia ha collassato sullo stesso, appoggiandosi alle relative strutture". Il sequestro e' stato eseguito su disposizione della Procura di Teramo che, sulla scorta del primo rapporto della Polizia Stradale, aveva aperto un fascicolo.

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Discarica di Bussi, De Sanctis: alti valori di diossina

Nella discarica Tremonti, la piu' pericolosa del "sito dei veleni" di Bussi, e nelle aree limitrofe, ci sono altissimi valori di diossina. Lo si legge nel Piano della caratterizzazione della discarica abusiva situata in localita' "Tremonti" facente parte del sito di interesse nazionale "Bussi sul Tirino', decreto del 17/12/2015 del Commissario del Governo Adriano Goio, poi deceduto. Nei 56 campioni analizzati dall'Arta ci sono valori del cangerogeno oltre 200 volte i limiti di legge, e secondo il Forum H2O che ha visionato il documento la situazione ''e' drammatica: facendo la media dei livelli di diossina nei 154 mila metri cubi rifiuti interrati, si ha una quantita' complessiva di diossina di oltre un chilo, quando ha limiti di 0,01 microgrammi a chilo di terreno. Siamo nell'ordine di grandezza di quanto accaduto nell'incidente di Seveso nel 1976'', spiega Augusto De Sanctis del Forum. All'Aquila si sta svolgendo il processo d'Appello per le vicende della megadiscarica Montedison, che coinvolge 19 imputati per avvelenamento e disastro ambientale. Nella discarica Tremonti sono stati rilevati oltre alla diossina altre 57 sostanze oltre i limiti di legge per i terreni, si legge nel documento del Commissario di Governo. Le analisi sono state svolte nel 2013-2014. Il decreto e' stato depositato dall'Avvocatura dello Stato nelle memorie in Corte d'Assise d'Appello, come atto sopravvenuto successivamente alla sentenza di primo grado in Corte d'Assise a Chieti. Le difese degli imputati hanno contestato duramente e chiesto di non allegare agli atti del processo aquilano il documento, che di fatto cristallizza e caratterizza la situazione della discarica. La Corte si e' riservata di decidere il 17/2, giorno in cui e' prevista la sentenza.

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Hotel Rigopiano, si cerca l’orario preciso della slavina

E' tra le 16.48 e le 16.49 che mercoledi' 18 gennaio la valanga avrebbe travolto e distrutto l'hotel Rigopiano. E' quanto emerge da alcuni messaggi su WhatsApp consegnati alla Procura dall'avvocato Camillo Graziano, legale dei familiari di Stefano Feniello, una delle 29 vittime della tragedia. Il giovane, infatti, avrebbe inviato l'ultimo messaggio alle 16.48, ma non avrebbe mai ricevuto la risposta, inviata alle 16.49 e non consegnata. I messaggi confermerebbero quanto gia' riscontrato su altri telefonini. Tali elementi sono al vaglio degli inquirenti per ricostruire le tempistiche esatte. "Stiamo ancora aspettando lo spazzaneve e non sappiamo se riusciremo a partire questa sera", ha scritto Feniello alle 16.48 su un gruppo WhatsApp con alcuni amici. Alle 16.49 la risposta di un amico, consegnata e letta da tutti gli altri partecipanti del gruppo, tranne che da Stefano. Il blackout, quindi, ci sarebbe stato in quegli istanti

Poi, alle 17.08, il primo allarme al 118 lanciato da Giampiero Parete, uno dei superstiti della tragedia. "Questi elementi - spiega l'avvocato Camillo Graziano - consentono di individuare quasi con certezza il momento in cui e' avvenuto il tutto". Oltre ad aver gia' visionato i telefoni dei superstiti, la Procura e' al lavoro anche sugli smartphone delle vittime che sono stati recuperati, tutti sottoposti a sequestro. Molti sono danneggiati o non si accendono, ma si lavorera' comunque per raccogliere elementi utili alle indagini. Il legale della famiglia Feniello, oltre ai messaggi WhatsApp, ha depositato anche altri documenti ed elementi di cui e' in possesso. I parenti di Stefano, che intendono muoversi su tutti i livelli, presenteranno anche un esposto per fare luce sulla vicenda del nome del giovane erroneamente inserito in una lista di cinque persone vive che sarebbero dovute arrivare in ospedale. Un elenco di cinque nomi comunicato dal Prefetto ai familiari dei dispersi, anche se in ospedale poi arrivarono solo in quattro. "Dal punto di vista civile ci sono gli spazi per muoversi - dice il legale - E' giusto che chi ha sbagliato paghi"

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Sindaco di Farindola: sarà difficile ripartire

"Non possiamo accettare di passare per i colpevoli di turno per quello che e' accaduto. Farindola e' stata la trentesima vittima di questa sciagura. Sara' difficile ripartire, difficile dare un futuro ai nostri cittadini e ricreare quello sviluppo che Roberto Del Rosso e i suoi famigliari avevano portato nell'hotel Rigopiano. Ma non ci stiamo a fare i capri espiatori, vogliamo la verita'. Se ci sono responsabilita' e' giusto che vengano approfondite e accertate in sede giudiziale, ma non possiamo subire processi mediatici". Sono le parole pronunciate dal sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta, al termine del Consiglio comunale straordinario concluso ieri in tarda serata. Dopo i momenti dedicati al ricordo della tragedia del 18 gennaio, quando una valanga ha travolto l'hotel Rigopiano, lasciando 29 vittime e 11 sopravvissuti, un cenno alle difficolta' che il comprensorio vive ancora oggi. "La situazione resta critica per le numerose frane delle ultime ore, con la strada provinciale 10 interrotta prima dell'ingresso al centro storico del paese e disagi anche per la rete idrica, con problemi soprattutto nella vallata".

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Morto il lupo Claudio nel parco del Gran Sasso

 Era stato recuperato il 20 marzo dell'anno scorso, ferito dopo essere stato investito da un'auto, tra Rocca Santa Maria e Torricella Sicura, in provincia di Teramo. Curato e guarito, Lupo Claudio era stato rimesso in liberta' nella stessa zona con radiocollare munito di rilevatore Gps e monitorato per mesi. Quel radiocollare e' stato trovato, tagliato, sotto un ponte nel comune di Cessapalombo in provincia di Macerata. "Una violenza tanto grave quanto stupida - dichiara il presidente del Parco Gran Sasso e Monti della Laga, Tommaso Navarra - che colpisce a morte l'intelligenza e la bellezza della natura nonche' la storia identitaria della nostra comunita'. Gli autori devono sapere che faremo di tutto per assicurarli alla giustizia". Lupo Claudio trasmetteva importanti notizie allo staff del Progetto Life Mirco-Lupo: sulle abitudini, sui suoi movimenti, sul suo branco. "Avevamo appreso che si era presto riunito al branco originale - fa sapere il Parco del Gran Sasso-Laga - e aveva iniziato a frequentare una zona marginale dell'area protetta. Avevamo scoperto che da qualche tempo aveva lasciato la zona e il branco, era andato in dispersione verso le Marche ed era alla ricerca di un nuovo territorio in cui vivere. Aveva passato tutto il territorio del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, ma e' stato ucciso e la sua avventura, come la nostra storia, finisce sotto un ponte in provincia di Macerata". Il recente dibattito politico in merito all'approvazione di piani di gestione del lupo ha dimostrato, prosegue Navarra, "quanto poco si conosce il reale impatto della specie sulle attivita' umane e quanto si attribuiscono al lupo danni che sono da attribuire a cani rinselvatichiti ed ibridi. La discussione dovrebbe spostarsi alla approvazione di regole chiare di gestione e conduzione di cani padronali, laddove gli stessi sono abbandonati in natura dall'uomo stesso. La morte di Lupo Claudio spero contribuisca almeno a evitare un arretramento culturale che non ci possiamo permettere". 

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Omicidio di Vasto, i legali dell’indagato puntano alla perizia psichiatrica 

Puntano a una perizia psichiatrica, che possa confutare la premeditazione, i legali di Fabio Di Lello, il 34enne di Vasto in carcere dal primo febbraio scorso per aver ucciso, con tre colpi di pistola (uno al cranio e due all'addome) Italo D'Elisa, 21enne. Il giovane, la sera del primo luglio scorso, passando in macchina col rosso al semaforo, aveva travolto e ucciso Roberta Smargiassi, moglie di Di Lello, che si trovava a bordo di uno scooter. Da quel giorno l'uomo - come hanno raccontato piu' volte i familiari, non e' stato piu' lo stesso. "Fabio - dice la madre Lina - si e' lasciato andare piano piano. Soffrivamo molto nel vederlo ridotto cosi'. Il nostro timore era che potesse suicidarsi, ma nessuno poteva ipotizzare una epilogo cosi' tragico. Avrei dovuto fare di piu' per aiutarlo". Il 34enne, proprio per le sue precarie condizioni psicofisiche, era seguito da un medico. I difensori, gli avvocati Giovanni Cerella e Pierpalo Andreoni, stanno raccogliendo tutta la documentazione medica al fine di poter eseguire una perizia psichiatrica, accertamento necessario per capire fino a che punto Di Lello fosse stato inghiottito in un tunnel sfociato nella vendetta. Ai legali che si recano a trovarlo in carcere quotidianamente, l'uomo ribadisce che la sua vita e' finita, che non ha piu' senso. "Parla poco, piange molto". Subito dopo l'assassinio Fabio si era recato per pregare sulla tomba della moglie, dove i carabinieri hanno rinvenuto l'arma del delitto, una pistola calibro 9 regolarmente detenuta. Il pm Gabriella De Luca, in sede di convalida dell'arresto, ha contestato a Di Lello l'omicidio volontario premeditato. L'udienza preliminare sull'omicidio stradale era stata calendarizzata per il prossimo 21 febbraio. Oggi, intanto, a Pescara e' in programma l'accertamento tecnico per l'esame su telefonini e pc della vittima e dell'omicida.

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