Due italiani su dieci vorrebbero fuggire dall'Italia: meno tasse, un lavoro migliore, un Paese con servizi più efficienti. Sono questi i principali motivi di chi sogna di lasciare il Belpaese per stabilirsi altrove. La meta più ambita è il Nord Europa, seguito dagli Stati Uniti. Lo rivela l'ultimo sondaggio di Index Research realizzato per la trasmissione In Onda, condotta da David Parenzo e Luca Telese. Alla domanda "Se potesse andrebbe via dall'Italia per stabilirsi in un altro Paese?", il 20,2% ha risposto di "sì", quasi il 72,9% invece ha risposto negativamente, il 6,9% non sa o non vuole rispondere. Tra chi ha risposto positivamente, quasi il 43% lo farebbe per "andare in un posto dove si pagano meno tasse", il 36,8% per "trovare un lavoro o un lavoro migliore e meglio retribuito", il 12,4% per "fare nuove esperienze". Quasi 1 su 10 ha motivato la voglia di fuga dicendo di voler vivere "in un Paese dove ci sono servizi più efficienti", mentre il 6,8% chiede un "Paese meno oppresso dalla burocrazia e dove ci sono più regole", il 6,2% desidererebbe un "Paese più pulito e ordinato". Ma quali sono le mete più ambite? Oltre quattro su dieci di chi vorrebbe lasciare l'Italia (41,7%) si trasferirebbe nel nord Europa, quasi tre su dieci (28,1%) invece andrebbe oltre oceano negli Stati Uniti.
Leggi Tutto »Muore in casa a Pescara, ma la sorella malata non se ne accorge
Era morto per cause naturali nella casa dove viveva con la sorella malata e allettata dopo una operazione chirurgica e che non si era accorta di nulla. E' accaduto alle 10 di questa mattina in un appartamento di via Raffaello nel centro di dove questa mattina una badante dopo aver suonato alla porta e non aver ricevuto risposta ha dato l'allarme, chiamando i vigili del fuoco, i sanitari del 118 e i carabinieri che, una volta entrati in casa hanno scoperto l'uomo di 67 anni senza vita, come certificato successivamente anche dal medico legale, per arresto cardiaco. L'uomo soffriva da tempo di alcune patologie croniche
Leggi Tutto »Evade per mangiare una salsiccia,condannato a un anno e due mesi
Lo scorso 4 giugno era uscito di casa per pochi minuti, il tempo di prendere una salsiccia appena cotta da un suo dirimpettaio, ma al momento di rincasare e' stato notato da una pattuglia di carabinieri che lo hanno arrestato con l'accusa di evasione dagli arresti domiciliari: protagonista della vicenda un uomo di Ortona, condannato oggi dal giudice monocratico del Tribunale di Chieti Andrea Di Berardino a un anno e due mesi di reclusione; il pm Simonetta Aleo aveva chiesto otto mesi. Il difensore del 63enne, l'avvocato Rocco Giancristofaro, nella sua arringa ha evidenziato che l'uomo sta scontando sei anni ai domiciliari per reati contro il patrimonio, che fruisce di due ore di permesso al giorno, che mai si era allontanato da casa e che quel giorno non era certo sua intenzione andare via di casa, ma era sceso solo per prendere la salsiccia. Lo stesso 63enne, nelle dichiarazioni spontanee, ha detto di non essersi allontanato per piu' di venti metri dal portone di casa. Contro la sentenza di condanna il legale di 63enne ha annunciato ricorso in appello. Nel frattempo al sentenza e' stata trasmessa al Tribunale di Sorveglianza dell'Aquila per le determinazioni di competenza: non e' da escludere che Gentile possa passare dai domiciliari al carcere per continuare a scontare la pena.
Leggi Tutto »Scopre un furto riprendendo una donna che prova un costume
Lui voleva riprendere una donna mentre si spogliava, lei, all'insaputa di tutto, e' stata di fatto immortalata in video mentre rubava un costume. E' accaduto in uno degli spogliatoi del centro commerciale Decathlon di San Giovanni Teatino, dove un 38enne, C.G.P., di Milano, aveva 'piazzato' il telefono cellulare a terra, tra le cabine di prova, in modo da poter riprendere una donna che si stava provando un costume da bagno. Una volta recuperato il telefono era tornato a fare acquisiti, ma i suoi strani movimenti erano stati notati dall'addetto alla sicurezza del negozio, che lo ha bloccato dopo aver allertato il 112. Quando i carabinieri di Chieti si sono fatti consegnare il cellulare, vi hanno trovato i file 'incriminati' e hanno denunciato l'uomo per interferenze illecite nella vita privata. Le immagini hanno permesso di scoprire che la donna ripresa con il telefono si era rivestita senza togliersi il costume appena provato ed e' uscita dal centro senza pagarlo
immagine di repertorio
Leggi Tutto »Gli italiani fortunati dimenticano di riscuotere i premi della Lotteria
Gli italiani continuano a dimenticarsi della dea bendata. Anche quest'anno infatti sono stati numerosi, per l'esattezza 120, i premi non riscossi tra quelli assegnati nella classica serata dell'Epifania e quelli dei ricevitori. I premi dell'ultima edizione della Lotteria Italia, i cui termini di riscossione scadevano alla mezzanotte del 10 luglio scorso, dimenticati quest'anno ammontano - ricorda Agimeg - ad oltre 1,2 milioni di euro. Si tratta di una cifra ottenuta dai biglietti non riscossi soprattutto nelle categorie inferiori di premio, visto che tutti i premi di prima categoria, tra cui quello da 5 milioni centrato a Ranica (Bergamo), hanno trovato un proprietario. Non è la prima volta che accade: la storia della Lotteria Italia è piena di 'dimenticanze' milionarie. Dal 2002 a oggi non sono infatti stati riscossi premi per oltre 27,2 milioni di euro. Nell'edizione 2015-2016, sono stati lasciati per strada oltre 2,9 milioni di euro. In particolare, non è stato incassato il secondo premio da 2 milioni di euro vinto a San Nicola La Strada, in provincia di Caserta.
Ma il record in termini assoluti spetta all'edizione 2008-2009, quando un giocatore di Roma non passò a riscuotere addirittura il primo premio da 5 milioni di euro, poi rimesso in palio l'anno successivo. Quell'edizione va ricordata anche per il record negativo di premi non incassati, il cui totale toccò addirittura i 7 milioni di euro. Ma anche nell'edizione 2012 ci fu un clamoroso caso di vincita dimenticata. Non venne infatti mai riscosso il secondo premio da 2 milioni di euro, e in totale furono quasi 3 i milioni lasciati nelle casse dello Stato, mentre nel 2014 furono scordati 1,7 milioni, tra cui il quarto premio finito a L'Aquila. Nelle edizioni ancora precedenti spiccano anche gli oltre 5 milioni non incassati nel biennio 2003-2004. Ammontarono invece a 856 mila euro le vincite non riscosse nell'edizione 2014-2015: per legge, i premi non ritirati entro i 180 giorni dalla data di pubblicazione dei biglietti vincenti in Gazzetta Ufficiale vengono incamerati dallo Stato.
Leggi Tutto »Per un immigrato è la Svezia il paese migliore al mondo dove vivere
Per un immigrato è la Svezia il paese migliore al mondo dove vivere. A seguire Canada, Svizzera, Australia e Germania, Norvegia, mentre gli Stati Uniti occupano il settimo posto e l'Italia solo il 19esimo. E' quanto emerge dalla classifica stilata da 'US News & World Report', sulla base di vari parametri quali la stabilità economica, l'eguaglianza dei redditi e il mercato del lavoro, attraverso un sondaggio su oltre 21.000 dirigenti, oltre che normali cittadini, e utilizzando dati della Banca Mondiale e dell'Onu. "Con la recente attenzione alla questione dell'immigrazione, negli Stati Uniti e all'estero, volevamo indagare sui potenziali benefici e le sfide che essa apporta alla percezione dello status economico di un paese nel resto del mondo", ha spiegato Eric Gertler, co-presidente di US News e del New York Daily News. In particolare, l'immigrazione in Svezia è stata oggetto di un insolito dibattito pubblico quest'anno dopo che il presidente Donald Trump ha affermato che i migranti hanno portato problemi al paese scandinavo e che, per evitare di cadere nello stesso "errore", gli Stati Uniti non dovrebbero accogliere immigrati. "Ne hanno accolti in gran numero e ora hanno problemi che non credevano possibili", aveva detto Trump, scatenando un'ondata di commenti negativi dagli svedesi.
La Svezia non è l'unica nazione nordica a posizionarsi bene, anche Norvegia, Finlandia e Danimarca sono nei primi 10 posti, grazie alle loro economie e all'impegno per la parità di reddito. Il Canada e la Svizzera - prosegue il rapporto - hanno dato segnali positivi non solo economici, ma anche riguardanti misure di integrazione per gli immigrati, come la formazione linguistica. Gli Stati Uniti se la sono cavata grazie al gran numero di rimesse, ma il paese è sceso in classifica a causa della diseguaglianza economica percepita. La Gran Bretagna è classificata ancora più in basso (17esima), nonostante la sua forte economia, perché la sua politica di immigrazione ha favorito in particolare i propri cittadini. In generale, le nazioni europee e nordamericane sono alte, con eccezioni come la Serbia (68esima) e la Repubblica ceca (50). In totale, 80 paesi sono stati inclusi dalla classifica. Il Kenya è in fondo all'elenco, preceduto da Guatemala e Tunisia.
Leggi Tutto »Attenti a parlare male dei propri ex datori di lavoro sui social network
Attenti a parlare male dei propri ex datori di lavoro sui social network: si rischia di dare l'impressione di essere poco affidabili. Secondo una ricerca dell'associazione di psicologi 'Donne e qualità della vita', su oltre 100 responsabili del personale e dirigenti Hr di aziende, ormai il 50% delle imprese che assumono guarda i profili social dei candidati (quando accessibili e pubblici) per farsene un'idea, dopo aver effettuato i colloqui. Ebbene, trovare commenti sui propri ex datori di lavoro può essere fatale per un'assunzione. Secondo la ricerca, infatti, un'azienda su due ritiene i profili social dei potenziali candidati un canale di informazione utile per inquadrare meglio il candidato. Il 44% pensa che chi parla male pubblicamente delle sue esperienze lavorative sia poco affidabile. Il 66% è convinto che chi tende a sparlare dei propri ex datori di lavoro lo farà sempre anche in futuro. L'87% delle aziende intervistate dagli psicologi apprezza riservatezza ed equilibrio dei candidati sui social. E' apprezzato, invece, chi parla bene del proprio lavoro nel 68% dei casi. Non piace neanche chi in generale mostra un atteggiamento troppo 'rigido' nell'affrontare un impiego. Per esempio, i responsabili aziendali esprimono scetticismo verso chi si lamenta del proprio lavoro in pubblico (33% delle risposte) o chi parla continuamente di vacanze (22% del campione). Più affidabile chi, invece, esprime attraverso i propri profili social pubblici atteggiamenti più 'calvinisti', magari postando il proprio impegno per una merce sempre più rara: il lavoro appunto.
Per Bachisio Ledda, imprenditore, presidente e fondatore di Mail Express Posta&Finanza Spa (azienda postale privata nata nel 1997 a Teramo, presente sul territorio nazionale con una rete strutturata di circa 400 punti vendita, un fatturato di circa 20 milioni di euro e quasi 400.000 clienti, e che ha lanciato più volte campagne di assunzione del personale), ''chi parla male dei propri ex datori di lavoro non dà una buona immagine di sé a prescindere". "Che lo faccia sui social o in pubblico poco conta. Chi è inaffidabile oggi lo sarà sempre. Lo è per indole. Chi è lamentoso lo sarà sempre. Detto questo, Facebook non è esattamente il canale che noi monitoriamo per valutare i candidati. La mia azienda si affida a canali più specializzati tipo Linkedin, per capire con chi abbiamo a che fare. Facebook è troppo generalista per un'attività come la nostra, molto mirata", continua Ledda. "Non che sia un assiduo frequentatore di Facebook, ma, dal poco che vedo, raramente le persone lo utilizzano come strumento di contestazione nei confronti del datore di lavoro o, peggio ancora, per rendere pubbliche le proprie disavventure lavorative. Solitamente, vedo in Facebook uno strumento per comunicare cose positive", conclude Bachisio Ledda.
Leggi Tutto »Interazione uomo-cavallo per favorire la capacita’ di relazionarsi con gli altri
Interazione uomo-cavallo per favorire e sviluppare, in bambini e persone con disagio psichico, la capacita' di relazionarsi con gli altri, con l'ambiente e con tutto cio' che e' 'diverso'. Con questi obiettivi prendono il via ad Atri due progetti, uno che vede protagonisti i bimbi del centro per l'infanzia 'Quelli dell'intervallo' e l'altro dedicato agli utenti del Centro Diurno Psichiatrico del Csm-Atri. Le attivita', ospitate dal centro equituristico 'Cavalcando l'Abruzzo' sono anche il frutto di una volonta' condivisa dal Comune di Atri che garantisce il trasporto degli utenti al ranch. Immerso nel verde delle Terre del Cerrano, il centro equituristico, oltre alle tradizionali passeggiate a cavallo, e' da tempo impegnato nel sociale, con iniziative, rivolte a bambini ed adulti, finalizzate non solo a favorire l'interazione tra l'uomo e il cavallo, ma anche a scoprire l'habitat degli equini e tutto cio' che li circonda. Con l'inizio dell'estate hanno preso il via i due nuovi progetti. Gli incontri daranno la possibilita' ai bimbi del centro per l'infanzia e agli utenti del centro diurno, affiancati dai propri educatori professionali e dagli esperti di Cavalcando l'Abruzzo, di vivere dei piacevoli momenti in compagnia dei cavalli, in un ambiente completamente immerso nella natura.
Leggi Tutto »Asl non soccorre un gatto, scatta la denuncia del consigliere comunale
Il consigliere comunale di Chieti Franco Di Pasquale, delegato dal sindaco ai problemi del randagismo, ha presentato una denuncia in Questura poiche', dopo avere raccolto un gatto malato vicino il Centro sociale di via Molino, a Chieti Scalo, la Asl, da lui contattata attraverso la Polizia Municipale, gli ha negato l'intervento del Servizio Veterinario. Ora, il felino e' ricoverato a spese dello stesso consigliere in uno studio veterinario privato. "Da anni mi occupo di cani e gatti randagi in qualita' di delegato del Sindaco - dice Di Pasquale - e da tempo continuo a lottare affinche' la Asl 02 intervenga per il soccorso degli animali incidentati e sulle colonie feline presenti in citta', situazione che sta diventando insostenibile anche perche' i cittadini sono costretti a pagare personalmente le sterilizzazioni riguardanti le colonie feline, servizio, invece, che dovrebbe essere garantito dalla Asl. Tali problematiche, peraltro affrontate di recente anche nel corso di una riunione con il Sindaco e le associazioni animaliste del territorio continuano, purtroppo, a vedere l'indifferenza della Asl che non sta intervenendo per quanto di propria competenza. Quanto denunciato - aggiunge il consigliere - e' solo l'ultimo caso, forse il piu' grave in ordine temporale, della mancata assistenza veterinaria, nonostante la richiesta di intervento, nei confronti di un gatto malato".
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Leggi Tutto »Stalking, Aipc: 20% italiani vittima di atti persecutori
"Circa il 20% della popolazione italiana e', o e' stata almeno una volta nella vita, vittima di atti persecutori". Lo rivela alla Dire Massimo Lattanzi, presidente dell'Associazione italiana di psicologia e criminologia (Aipc), che dal 2002 al 2006 ha condotto la prima, e forse unica, ricerca sul territorio nazionale monitorando 16 regioni in Italia. "L'incidenza e' rimasta costante ed e' confermata dagli ultimi dati ufficiali in base all'articolo 612 bis del codice penale, che nel 2009 ha normato il reato che a livello internazionale e' definito come stalking: atti persecutori che causano, in chi li subisce, cambiamenti di abitudini, ansia e paura". Dove avvengono i reati di stalking? "Un caso su due di stalking, circa il 50%, riguarda manifestazioni vessatorie che avvengono nelle relazioni di coppia. Una percentuale significativa si verifica anche tra i vicini di casa, sul posto di lavoro (da non confondere con il mobbing), in famiglia e a scuola (da non confondere con il bullismo)". L'Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia e' nata 15 anni fa. Anni contraddistinti da grandi risultati, in particolare l'OsservatorioNazionale sullo Stalking e il Centro Presunti Autori di violenza. "La vera rivoluzione apportata dall'equipe multidisciplinare di volontari professionisti- si legge sul sito socialmente.net- e' la creazione del protocollo preventivo riparativo integrato e circolare, che risulta essere efficace ed efficiente nel 70% dei casi di violenza. Il protocollo accoglie tutti i protagonisti (vittime, autori e familiari) senza distinzioni di genere, ed e' il risultato di numerose ricerche scientifiche, alcune innovative anche a livello internazionale". Insieme alle "presunte vittime e ai presunti carnefici cerchiamo di comprendere come mai abbiano subito oppure messo in atto violenza all'interno della relazione. Cerchiamo di far capire a entrambi cosa ha portato loro a creare la relazione disfunzionale e- conclude Lattanzi- quando e' possibile lavoriamo anche con i figli".
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