L’Osservatorio

Istat, nel 2018 cresce il numero di turisti

Nel 2018, rileva l'Istat, cresce il numero di turisti: in media, in un trimestre hanno viaggiato il 25,9% dei residenti (21,7% nel 2017). Nella stagione estiva e' partito per le vacanze oltre un terzo della popolazione (+8,8% rispetto all'estate 2017). In questo periodo, la durata media si e' ridotta leggermente rispetto al 2017 (7,8 notti). Gli alloggi privati si confermano la sistemazione preferita, soprattutto per le vacanze lunghe (61,1% dei viaggi, 64,5% delle notti) mentre le strutture collettive sono piu' frequentate per i viaggi di lavoro (77,7% dei viaggi e 59,9% delle notti). Il 56,2% dei viaggi e' prenotato direttamente (+20,5% rispetto al 2017), il 36,5% avviene senza prenotazione e solo il 6,6% tramite agenzia. Negli ultimi cinque anni, sono in costante aumento i viaggi prenotati via Internet, dal 31,8% nel 2014 al 46,0% nel 2018.

Tra le motivazioni delle vacanze, circa la meta' e' per riposo o svago; seguono le attivita' culturali (21,0%) anche se i residenti visitano, in proporzione, il patrimonio artistico, monumentale o archeologico piu' all'estero che in Italia (38,4% contro 16,6%). L'auto rimane il mezzo di trasporto piu' utilizzato per viaggiare (59,2% dei viaggi), soprattutto per le vacanze brevi (70,8%, +28% rispetto al 2017). Seguono aereo (19,8%) e treno (10,0%). Nel 2018 le escursioni, cioe' gli spostamenti senza pernottamento, sono 83 milioni e 594 mila (+19,5% rispetto al 2017), effettuate in Italia nel 98,5% dei casi. 

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A tavola vincono i prodotti Made in Italy

A tavola vincono i prodotti Made in Italy, con un balzo dell'8,6% in un anno dei prodotti che espongono la scritta '100% italiano'. Una confezione alimenti su quattro (25,1%) sugli scaffali dei supermercati richiama l’origine nazionale con scritte, certificazioni o bandiere tricolori. E’ quanto emerge da un’analisi di Coldiretti sugli ultimi dati Osservatorio Immagino della Nielsen nel 2018. "L’italianità - sottolinea la Coldiretti - è diventato il fenomeno di maggior richiamo con le vendite dei prodotti alimentari 'patriotici' che sono arrivate a superare i 6,4 miliardi di euro durante l’anno".Addio dunque alle mode esterofile del passato, dai formaggi francesi alla birra tedesca, a tavola vince il sovranismo alimentare come si evidenzia dal fatto che i 2/3 dei consumatori disponibili a pagare almeno fino al 20% in più per garantirsi l’italianità del prodotto secondo l’indagine Coldiretti/Ixè.Per tutelare i consumatori contro gli inganni dei prodotti stranieri spacciati per Made in Italy, con l’approvazione definitiva del DL Semplificazioni da parte del Parlamento è diventato legge l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti per valorizzare la produzione agroalimentare nazionale e consentire scelte di acquisto consapevoli. "La norma - sottolinea la Coldiretti - consente di estendere a tutti i prodotti alimentari l’obbligo di indicare in etichetta il luogo di provenienza geografica ponendo fine ad una situazione contradditoria in cui ¼ della spesa è ancora anonima. L’obbligo vale infatti per la carne fresca ma non per quella trasformata in salumi, per l’ortofrutta fresca ma non per succhi, marmellate e legumi in scatola, per il miele ma non per lo zucchero".Secondo gli agricoltori, la preferenza nazionale è giustificata dai primati qualitativi e di sicurezza conquistati dell’agroalimentare Made in Italy che chiude il 2018 con un bilancio di 5056 prodotti tradizionali censiti dalle Regioni, 294 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, la leadership europea nel biologico con oltre 60mila aziende agricole bio, 40mila aziende agricole impegnate nel custodire semi o piante a rischio di estinzione, la piu’ vasta rete mondiale di mercati degli agricoltori sotto l’unica insegna con Campagna Amica e il primato della sicurezza alimentare mondiale con il maggior numero di prodotti agroalimentari con residui chimici regolari (99,4%).

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Imprese, startup costituite online superano quota 2.000

 fine 2018 le startup innovative costituite mediante la nuova modalita' digitale sono 2.023. E' quanto emerge dalla decima edizione del rapporto trimestrale di monitoraggio pubblicato oggi dal Mise, in collaborazione con InfoCamere e Unioncamere. La misura, introdotta con il d.l. 3/2015 e operativa a partire dal luglio del 2016, consente- si legge - un risparmio medio stimato di 2.000 euro per il solo atto di avvio. Nel 2018 sono state costituite online 953 startup innovative, contro le 896 del 2017, per un incremento del 6,4% su base annua. Tra le imprese innovative create nell'ultimo trimestre, oltre 4 su 10 hanno optato per la nuova modalita' (42,8%, in crescita rispetto al 40,0% dell'intero 2018 e al 39% del 2017). In termini assoluti, Milano si conferma la provincia nella quale la nuova procedura e' stata piu' adottata, con 319 startup costituite online, il 16% del totale nazionale, seguita da Roma.

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Immobili, crescono dell’8,38% gli acquisti degli stranieri

Gli stranieri continuano a acquistare immobili in Italia. La domandae' cresciuta ancora nel 2018  dell'8,38 per cento. Emerge dal report annuale del 2018 del portale Gate-away.com, che monitora le richieste provenienti da oltre 150 paesi, e rileva come sono saliti ad 1 milione e 500 mila gli utenti che hanno cercato casa in Italia (+12,68% rispetto al 2017). Prime in classifica tra le regioni con piu' istanze sono Toscana, regina indiscussa da anni; la Puglia, che supera la Lombardia (terzo posto) e diventa seconda; poi ci sono la Liguria e l'Abruzzo, che balza al 5to posto (era al 7mo nel 2017) registrando un +28,14 per cento. A seguire la Sardegna, la Sicilia, il Piemonte, l'Umbria e la Calabria che con un +45,23% per la prima volta entra nella classifica delle prime 10 regioni. Il valore medio dell'immobile per gli stranieri e' 352.456 euro con un aumento della richiesta verso una fascia di prezzo che va da 0 a 100 mila (+16.6%) e dai 100 ai 250 mila (+14.98%). Il compratore tipo ha un'eta' compresa tra i 55 e i 64 anni, un elevato titolo di studio e cerca mediamente proprieta' indipendenti e pronte per essere abitate. Se la prima nazione nel 2017 e' stata la Germania, questo 2018 ha visto un aumento consistente di istanze provenienti dagli Stati Uniti (+30,51%), che sale al primo posto, e del Regno Unito (+18,26%) si guadagna la seconda posizione. Scende, invece, al terzo posto la Germania, poi abbiamo l'Italia (richieste di utenti stranieri mentre sono in Italia), la Francia, l'Olanda, il Belgio, la Svezia, la Svizzera e il Canada.

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Passaggio generazionale, solo il 30 per cento delle aziende lo supera

 "Secondo elaborazioni dell’Osservatorio Bocconi (2016), solo il 30% delle piccole e medie imprese che devono affrontare la prova del passaggio generazionale, sopravvive. Le pmi che invece si affidano a figure professionali esterne, in particolare a figure manageriali, gestiscono meglio la successione, con circa il 68% che continua con successo l’attività di impresa". Lo rileva 4 Manager in una nota in cui annuncia la sua partecipazione a Connext 2019, il nuovo evento di partenariato industriale di Confindustria che prenderà avvio giovedì 7 febbraio."Abbiamo un potenziale enorme nel nostro sistema industriale - dichiara il Presidente di 4.Manager e Federmanager Stefano Cuzzilla - che può crescere e cavalcare la Quarta rivoluzione industriale solo con un sistema manageriale adeguato. Connext rappresenta un'occasione unica, in cui vengono messe in campo energie imprenditoriali e manageriali fondamentali per la crescita economica e l’innovazione del Paese".

 Secondo l’elaborazione di Unioncamere sulla domanda di competenze nelle Pmi, il digitale contribuirà alla creazione di circa il 32% dei nuovi posti di lavoro fino al 2023. Le aziende sono chiamate a investire sempre più sulle competenze, sull’innovazione dei modelli di business, sul lavoro in reti e filiere d’imprese. Indicazioni che trovano conferma nei dati dell’Osservatorio 4.Manager che dimostrano che i benefici per le aziende che innovano sono: maggiore competitività, miglioramento della reputazione aziendale, produttività e aumento dei profitti."Connext è un’ottima iniziativa per realizzare lo scambio e il networking tra imprenditori e manager - spiega ancora Cuzzilla -. I nostri dati ci dicono che l’innovazione del modello di business è ormai considerata una leva fondamentale dal 67% dei nostri manager e imprenditori. Il 44% ritiene che bisogna investire sulle soft skills manageriali. Noi vogliamo favorire i percorsi di innovazione proprio attraverso l’incontro delle esperienze di successo".

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Italiani hanno pagato in media 1.200 euro per le bollette

Nel 2018 le famiglie italiane per pagare le bollette di luce e gas hanno speso in media circa 1.200 euro. A fare qualche calcolo e' stato l'Osservatorio sull'energia di Facile.it che, analizzando un campione di oltre 63mila contratti raccolti nel corso del 2018, ha potuto stimare con buona precisione il peso che hanno le bollette sui budget dei consumatori italiani. Nello specifico, per l'energia elettrica una famiglia media italiana lo scorso anno ha pagato 417 euro, mentre per il gas ha speso 762 euro. Essendo la tariffa dell'energia elettrica nel mercato tutelato uguale in tutta la Penisola, la differenza dell'importo totale della bolletta tra una regione e l'altra e' legata in modo diretto al consumo di KWh annuo per nucleo. Analizzando i contratti raccolti nel 2018 da Facile.it emerge che la regione con i valori piu' alti di consumo (e quindi i costi maggiori in bolletta) risulta essere la Sardegna; nell'Isola una famiglia media consuma 2.334 KWh e paga, sotto regime tutelato, 502 euro l'anno. Seguono in classifica le famiglie del Veneto, con un consumo di 2.134 KWh e una bolletta annua di 460 euro e quelle della Sicilia, dove il consumo medio e' di 2.079 KWh e il costo della bolletta e' pari a 448 euro l'anno. 

Sul fronte opposto, invece, le regioni dove sono stati stimati i consumi di energia mediamente piu' bassi per famiglia sono la Toscana (1.727 KWh e una bolletta di 378 euro), la Liguria (1.736 KWh e un costo annuo di 380 euro) e l'Abruzzo (1.824 KWh, spesa annua 394 euro). La tariffa del gas nel mercato tutelato, a differenza di quanto avviene per l'energia elettrica, varia a seconda delle aree del Paese. E' proprio la tariffa base che, insieme al consumo di gas per nucleo, contribuisce a determinare le differenze territoriali del costo della bolletta. Dall'analisi dei contratti emerge che i cittadini che nel 2018 hanno pagato il conto piu' alto sono quelli dell'Emilia-Romagna; qui una famiglia media spende 863 euro l'anno. Seguono le famiglie del Veneto (841 euro l'anno) e quelle del Friuli-Venezia Giulia (830 euro). Guardando la graduatoria nel senso opposto, invece, si trovano la Liguria, regione dove una famiglia media paga solo 617 euro l'anno e la Calabria, dove il costo della bolletta e' pari a 653 euro l'anno per nucleo familiare

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Cambia il paniere Istat, entrano bici elettrica, zenzero e web Tv

Si rinnova, come ogni anno, il paniere Istat su cui l'Istituto rileva i prezzi al consumo attraverso l'ingresso di prodotti che hanno acquisito maggiore rilevanza nella spesa delle famiglie. Quest'anno entrano tra i beni alimentari, frutti di bosco e zenzero; nei trasporti, la bicicletta elettrica e lo scooter sharing. Entra inoltre nel paniere la cuffia con microfono (tra gli apparecchi audiovisivi, fotografici e informatici), l'hoverboard (tra gli articoli sportivi) e la web TV (nell'ambito degli abbonamenti alla pay tv). Ad arricchire la gamma dei prodotti che rappresentano consumi consolidati, entrano nel paniere tavolo, sedia e mobile da esterno (tra i mobili da giardino), pannoloni e traversa salvaletto (tra gli altri prodotti medicali) e i prezzi dell'energia elettrica del mercato libero, affiancano quelli del regime di maggior tutela nel contribuire alla stima dell'inflazione. Escono dal paniere il supporto digitale da registrare e la lampadina a risparmio energetico.

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Agroalimentare, lo Svimez invita a puntare sulla qualità

 "Il 2017 e' stato un altro anno difficile per l'agricoltura italiana, ma, in questo contesto, il Mezzogiorno ha avuto una performance migliore di quella del Centro-Nord, grazie al settore olivicolo e all'aumento dell'export agricolo". Lo ha detto nel suo intervento a un convegno a Napoli promosso dalla Confederazione italiana agricoltori, Luca Bianchi, direttore Svimez. "All'aumento del valore aggiunto agricolo nel 2017 ha contribuito, infatti, soprattutto il Sud, con 13 miliardi e 178 milioni di euro (+6,1% rispetto al 2016, a fronte del +2,5% nel Centro-Nord). I settori che nel 2018 maggiormente hanno risentito delle avversita' metereologiche sono stati quelli del vino (-14% della produzione), dei cereali (-11,7%), della frutta (-6,15), con particolare riferimento alle mele (-18,2%). L'olio, invece, dopo un 2016 molto critico, ha aumentato la produzione del 17,3%, che tuttavia non e' stato sufficiente a recuperare i livelli produttivi del passato. La Calabria - prosegue - e' l'unica regione che dal 2016 al 2017 ha visto crescere (+6,5%) il valore aggiunto agricolo, anche in maniera consistente. Fatta eccezione per l'Abruzzo che cresce dello 0,3%, tutte le altre regioni meridionali registrano variazioni negative, prima tra tutte la Sardegna (-5,6%). La Campania, in analogia con le altre regioni meridionali, vede calare il valore aggiunto dell'1,3% a valori concatenati mentre cresce del 4% circa a prezzi correnti. 

Cresce, invece, l'export agricolo meridionale. Nel 2017 le esportazioni sono state pari ad oltre 7 miliardi. Tuttavia il contributo complessivo del Sud all'export agroalimentare resta contenuto seppur in crescita: il 17,4% di quello nazionale, con una crescita al Sud nel 2017 di oltre il 3%. Ma il 2017 e' stato un anno di ripresa degli investimenti: +3,3, sebbene e' ancora marcata la differenza Nord-Sud: l'agricoltura meridionale ha investito circa 2,2 miliardi di euro, a fronte dei 7,1 miliardi di euro nel Centro-Nord. Per quanto riguarda le produzioni tipiche a indicazione geografica nelle regioni del Mezzogiorno, a fine 2017 nel Mezzogiorno risultano riconosciute 64 Dop, e 44 Igp: il 37% del totale nazionale. Il 73% dei prodotti riconosciuti si concentra in Sicilia, Campania, Puglia e Calabria. Crescono poi le imprese agricole giovanili al Sud, sebbene l'aumento ha interessato piu' il Nord (+9%) e il Centro (+12,5%), e meno il Mezzogiorno (+1,9%).

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Istat, Pil in calo dello 0,2 per cento nel quarto trimestre

Nel quarto trimestre del 2018 l'Istat stima che il prodotto interno lordo (Pil), sia diminuito dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e sia aumentato dello 0,1% in termini tendenziali. Il quarto trimestre del 2018 ha avuto una giornata lavorativa in meno rispetto al trimestre precedente e due giornate lavorative in più rispetto al quarto trimestre del 2017.

La variazione congiunturale è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto nel comparto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca e in quello dell’industria e di una sostanziale stabilità dei servizi. Dal lato della domanda, vi è un contributo negativo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e un apporto positivo della componente estera netta.

Nel 2018 il Pil corretto per gli effetti di calendario è aumentato dello 0,8%. La variazione annua del Pil stimata sui dati trimestrali grezzi è invece pari all’1% (nel 2018 vi sono state tre giornate lavorative in più rispetto al 2017). Si sottolinea che i risultati dei conti nazionali annuali per il 2018 saranno diffusi il prossimo 1° marzo, mentre quelli trimestrali coerenti con i nuovi dati annuali verranno presentati il 5 marzo.

La variazione acquisita per il 2019 è pari a -0,2%.

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Affitti, prezzi stabili nel 2018

I canoni di locazione delle abitazioni si sono mantenuti stabili nel corso del 2018 con le città capoluogo che trainano le richieste sotto l'impulso di una domanda di locazioni residenziali vivace. E' quanto risulta dall'indagine di fine anno di Idealista.it effettuata su 61.740 annunci in 160 comuni italiani Il 2019 sarà sulla stessa falsariga, perchè la richiesta di mobilità da parte delle persone va aumentando. In particolare in 14 regioni sulle 20 monitorate hanno chiuso l'anno in saldo positivo con gli incrementi più sensibili in Valle d'Aosta (9,8 %), Molise (8,1%) e Basilicata (7,9%). Da segnalare anche i balzi di Lombardia (6,1%) e Toscana (5%). Tra le macroaree che hanno segnato variazioni negative spiccano Lazio (-2,2%), Liguria (-2,3%) e Umbria (-6,6%). Tra le città 53 comuni capoluogo sugli 80 rilevati dall'Ufficio studi di idealista hanno evidenziato incrementi delle richieste dei canoni di locazione negli ultimi dodici mesi. I maggiori aumenti spettano a Verona (14,9 %), Crotone (12,3%) e Treviso (10,8%) , dall'altro lato, i decrementi maggiori si registrano a Chieti (-14,9%), Grosseto (-12,2%) e Sassari (-11,3%).I grandi mercati segnano un andamento chiaramente rialzista, con le sole eccezioni di Roma (-0,9%) e Genova (-8,3%). I prezzi hanno accelerato ulteriormente a Bologna (10,6%), Venezia (10,1%), Napoli (8,6%), Firenze (8,1%) e Milano (7,8%), segnando un anno all'insegna dei rincari sul fronte delle richieste dei proprietari. In virtù degli ultimi incrementi, Milano è sempre più cara per gli affittuari con una media di 18,8 euro metro quadro mensili. Alle sue spalle ci sono Firenze (16,5 euro) e Venezia (15,5 euro) davanti a Roma, con 13,5 al metro quadro. Chiudono la graduatoria Cosenza (4,4 euro), Chieti (4,3 euro) e Caltanissetta (3,8 euro)

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