L’Osservatorio

Istat, In grande distribuzione 76,1% lavora di domenica

"L’incidenza dei rapporti occupati da lavoratori che hanno lavorato almeno una domenica nell’anno è molto diversa per grande e piccola distribuzione: su 611.093 rapporti dipendenti attivi nella grande distribuzione, il 76,1% (464.787 rapporti) risulta aver lavorato almeno una domenica nell’anno, mentre sui 736.356 rapporti dipendenti attivi nella piccola distribuzione, tale percentuale è pari al 36,4% (268.352 rapporti)". Lo afferma l'Istat in un approfondimento per l'audizione alla Camera sulla Disciplina degli orari di apertura degli esercizi commerciali. "Concentrando l’attenzione sui 733.139 rapporti di lavoro attivi nel 2016 i cui lavoratori sono stati impiegati almeno in una delle domeniche dell’anno - rileva l'Istat - quelli che hanno prestato lavoro almeno una domenica su due sono 282.475, pari al 38,5% di chi ha lavorato la domenica ed al 21% del complesso delle posizioni lavorative

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Inversione di tendenza positiva per le esportazioni dei distretti del Mezzogiorno

Nel secondo trimestre 2018 inversione di tendenza positiva per l'export dei distretti del Mezzogiorno che registra una crescita del 2,6%, in linea con l'andamento positivo seguito dal complesso dei distretti italiani (+3,1%). E' uno dei dati che emergono dalla rilevazione di Intesa Sanpaolo. La dinamica dell'area ha beneficiato in particolare delle buone le performance registrate sui mercati esteri dalle imprese della Puglia (+4,7%, pari a 33,2 milioni di euro aggiuntivi rispetto al corrispondente periodo dell'anno precedente), con la Meccatronica barese che fa da traino all'export della regione. Positivo anche l'esito dell'export della Campania (+3,4%),supportata dalle buone performance delle Conserve di Nocera (secondo distretto del Mezzogiorno per valore di export dopo la Meccatronica barese), e dal forte balzo dell'Alimentare di Avellino. "Da tempo sosteniamo le aziende meridionali nelle loro attività sui mercati internazionali e siamo particolarmente soddisfatti dei progressi registrati - afferma Francesco Guido, direttore regionale di Intesa Sanpaolo e direttore generale del Banco di Napoli - Le opportunità disponibili sono tuttavia ben più grandi così come resta ancora elevato il divario rispetto al Centro Nord. Per coglierle appeno è necessario utilizzare i mercati esteri come leva per l'ingrandimento dimensionale, a sua volta accompagnato da un forte investimento sul capitale umano. Il nostro progetto Impresa 2022, così come il nostro impegno sulle ZES di Campania e Puglia, vanno in questa direzione. Auspichiamo quindi che cresca la consapevolezza e il coraggio dei nostri imprenditori. Il loro successo, sempre più sostanziale, sarà esempio e stimolo per chi non ha ancora maturato una precisa convinzione" In calo, intanto, l'export di Abruzzo (-2,3%), Sardegna (-24,1% e Sicilia (-1,7%). L'Abruzzo è stato penalizzato dai cali subiti sul mercato statunitense (Pasta di Fara) e su alcuni mercati emergenti (Mobilio abruzzese). La Sicilia ha sofferto per gli arretramenti dell'Ortofrutta di Catania che perde terreno sul mercato tunisino. L'export della Sardegna risente del forte calo del Lattiero-caseario sassarese penalizzato sul mercato statunitense. Nel complesso si evidenzia una crescita diffusa dei distretti del Mezzogiorno in quasi tutti i principali mercati di sbocco europei (Germania, Francia e Regno Unito in primis, prime tre mete commerciali dei distretti dell'area seguite da Spagna e Svizzera) e in alcuni mercati emergenti (Cina, Polonia e Albania) che hanno controbilanciato i cali subiti negli Stati Uniti e in alcuni Paesi emergenti (tra cui Turchia, Tunisia e Federazione russa)

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In Italia ogni abitante dispone in città di appena 31 metri quadrati di verde urbano

A favorire lo smog nelle città è l'effetto combinato dei cambiamenti climatici e della ridotta disponibilità di spazi verdi che concorrono a combattere le polveri sottili e gli inquinanti gassosi, ma in Italia ogni abitante dispone in città di appena 31 metri quadrati di verde urbano, ma la situazione peggiora per le metropoli con valori che vanno dai 22 di Torino ai 17,9 di Milano fino ai 13,6 di Napoli. E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base de dati Istat in occasione delle misure restrittive alla circolazione scattate a Milano per il superamento dei livelli consentiti di polveri sottili (PM10) nell'aria per quattro giorni consecutivi e dell'iniziativa #VIALIBERA che domenica a Roma dedicherà alcune strade del centro a pedoni e ciclisti. A pesare quest'anno - sottolinea la Coldiretti - è stato un autunno particolarmente secco con la caduta del 61% di precipitazioni in meno a settembre lungo la Penisola ma anche la carenza di verde visto che una pianta adulta è capace di catturare dall'aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili e un ettaro di piante elimina circa 20 chili di polveri e smog in un anno.

 La Coldiretti ha stilato la prima top ten delle piante mangia smog, dall'Acero riccio alla Betulla verrucosa, dal Ginkgo Biloba al Bagolaro, dal Frassino comune all'Ontano nero, dal Tiglio selvatico all'Olmo che anche nel proprio giardino sono capaci di ripulire l'aria da migliaia di chili di anidride carbonica e sostanze inquinanti come le polveri PM10 che ogni anno in Italia causano circa 80.000 morti premature secondo l'Agenzia europea dell'Ambiente. Al primo posto tra le piante mangia smog - spiega la Coldiretti - c'è l'Acero Riccio che raggiunge un'altezza di 20 metri, con un tronco slanciato e diritto e foglie di grandi dimensioni, fra i 10 e i 15 cm con al termine una punta spesso ricurva da cui deriva l'appellativo di "riccio": ogni esemplare è in grado di assorbire fino a 3800 chili di CO2 in vent'anni e ha un'ottima capacità complessiva di mitigazione dell'inquinamento e di abbattimento delle isole di calore negli ambienti urbani. A pari merito, con 3100 chili di CO2 aspirate dall'aria, ci sono poi la Betulla verrucosa, in grado di crescere sui terreni più difficili e considerata albero sacro presso i Celti e le tribù germaniche, e il Cerro che può arrivare fino a 35 metri di altezza. 

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Coldiretti, gravi i danni per l’agricoltura col maltempo

"E' calamità per l'agricoltura italiana con l'ondata di maltempo che ha colpito l'Italia da Nord a Sud, con perdite per milioni di euro per le coltivazioni e le infrastrutture nelle campagne". Emerge da un primo monitoraggio di Coldiretti sulle conseguenze delle tempeste di pioggia, vento e grandine che hanno colpito dalla Lombardia al Lazio, all'Emilia Romagna, dall'Abruzzo alla Sicilia con agrumi e ortaggi sommersi dall'acqua, muri di contenimento distrutti, alberi abbattuti e torrenti straripati. Nel Lazio - dice la Coldiretti - la violenta grandinata, che si è abbattuta anche sulla Capitale, ha danneggiato le serre di ortaggi nella fascia di Anzio, Nettuno, Pomezia e Ardea, mentre a Palombara e Nerola la tempesta di ghiaccio ha distrutto le ultime olive che erano sopravvissute alle gelate di primavera. In Sicilia le zone più colpite sono quelle comprese fra Catania e Siracusa e quella intorno a Palermo ed Enna, mentre in Emilia Romagna l'epicentro è a Bologna e in Romagna dove si trovano frutteti. In Abruzzo gli agricoltori sono con il fiato sospeso per le colture ancora in campo. La grandine - precisa Coldiretti - è l'evento più temuto dagli agricoltori in questo momento perché provoca danni irreversibili alle coltivazioni in prossimità della raccolta e fa perdere un intero anno di lavoro in pochi minuti. L'Italia - conclude la Coldiretti - si colloca tra i dieci Paesi più colpiti al mondo da alluvioni, siccità, tempeste, ondate di calore e terremoti.

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Rallenta il Pil nel terzo trimestre

 E' in rallentamento il Pil nel terzo trimestre: sarebbe infatti cresciuto in termini congiunturali cioe' rispetto ai tre mesi precedenti dello 0,1%. Lo rileva Bankitalia nel Bollettino economico. Il 30 ottobre verra' resa nota la stima preliminare dell'Istat. Per gli esperti di via Nazionale, "l'intervallo di incertezza e' quantificabile in 0,1 punti percentuali al di sopra e al di sotto della proiezione centrale. L'attivita' avrebbe segnato un incremento nei servizi, mentre sarebbe rimasta stazionaria nell'industria in senso stretto. Il valore aggiunto delle costruzioni avrebbe proseguito a espandersi a un ritmo moderato". Se l'indice nel settore dei servizi si e' stabilizzato in generale su valori positivi, "l'apporto delle nascite e cessazioni di imprese, uno degli indicatori inclusi nei modelli di previsione dell'attivita' del terziario, sarebbe stato nullo". All'incremento dell'attivita' nei servizi avrebbe contribuito il buon andamento dei flussi turistici dall'estero. Nel bimestre luglio-agosto invece la produzione industriale e' lievemente scesa sul trimestre precedente e secondo le prime stime, anche nei mesi estivi l'attivita' industriale si sarebbe mantenuta nel complesso stazionaria. C'e' pero' da dire che il clima di fiducia delle imprese manifatturiere e' peggiorato nel corso dell'estate: sono diminuiti gli indici relativi ai giudizi sugli ordini esteri, in particolare nei comparti dei beni di investimento e intermedi

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I laureati in statistica hanno percentuale di occupazione superiore al 90 per cento

I laureati in Statistica a cinque anni dal conseguimento del titolo sono occupati in percentuale superiore al 90%. Il dato emerge da un'indagine di AlmaLaurea svolta in tutto il paese, che in occasione della giornata italiana della statistica (20 ottobre), promossa dall'Istat e dalla Società italiana di statistica (Sis), ha analizzato le caratteristiche e gli esiti occupazionali dei laureati in materia. Dall'indagine emerge che nel corso della triennale, gli iscritti studiano prevalentemente Statistica, Matematica e Scienze Economiche. Si tratta in particolare di maschi (52% contro il 48% delle femmine) che hanno conseguito il diploma in un liceo scientifico (56,1%) o in un istituto tecnico (27,6%). Una volta conseguito il titolo di primo livello, il 69,5% dei laureati in Statistica decide di proseguire gli studi iscrivendosi ad un corso di laurea di secondo livello. Il percorso magistrale biennale più seguito è Scienze statistiche (63,9%), mentre un 27,7% opta per Scienze statistiche attuariali e finanziarie. Dopo cinque anni dalla laurea magistrale biennale, tra i laureati in Scienze statistiche il tasso di occupazione è pari al 95,9% e le retribuzioni sono, in media, pari a 1.703 euro netti al mese. Il 69,1% è assunto con un contratto a tempo indeterminato, mentre il 16,8% può contare su un contratto non standard (prevalentemente a tempo determinato). L'occupazione è alta anche per quanti hanno optato per il percorso in Scienze statistiche attuariali e finanziarie: a cinque anni dal titolo il tasso di occupazione è infatti pari al 92,9% e la retribuzione è di 1.651 euro netti al mese. Il 75,2% dei laureati è assunto inoltre con un contratto a tempo indeterminato.

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Rapporto Caritas, è povera una famiglia italiana su 20

Tra gli italiani risulta povera una famiglia su venti, tra gli stranieri quasi una su tre": è quanto emerge dal Rapporto Caritas Italiana 2018 su povertà e politiche di contrasto presentato oggi. "La povertà assoluta si mantiene al di sotto della media tra le famiglie di soli italiani (5,1%), sebbene in leggero aumento rispetto allo scorso anno, mentre si attesta su livelli molto elevati tra i nuclei con soli componenti stranieri (29,2%). Lo svantaggio degli immigrati non costituisce un elemento di novità e nel 2017 sembra rafforzarsi ulteriormente. Volendo semplificare, tra i nostri connazionali risulta povera una famiglia su venti, tra gli stranieri quasi una su tre" "In Italia il numero dei poveri assoluti (cioè le persone che non riescono a raggiungere uno standard di vita dignitoso) continua ad aumentare, passando da 4 milioni 700mila del 2016 a 5 milioni 58mila del 2017, nonostante i timidi segnali di ripresa sul fronte economico e occupazionale. Dagli anni pre-crisi ad oggi il numero di poveri è aumentato del 182%, un dato che dà il senso dello stravolgimento avvenuto per effetto della recessione economica", rende noto la Caritas. Da circa un lustro "la povertà tende ad aumentare al diminuire dell'età, decretando i minori e i giovani come le categorie più svantaggiate (nel 2007 il trend era esattamente l'opposto). Tra gli individui in povertà assoluta i minorenni sono 1 milione 208mila (il 12,1% del totale) e i giovani nella fascia 18-34 anni 1 milione 112mila (il 10,4%): oggi quasi un povero su due è minore o giovane".

 

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Coldiretti, il 71% degli italiani taglia gli sprechi a tavola

Oltre 7 italiani su 10 (71%) nel 2018 hanno diminuito o annullato gli sprechi alimentari, secondo un'indagine Coldiretti/Ixe' presentata in occasione della Giornata mondiale dell'alimentazione promossa dalla Fao. Gli sprechi domestici, secondo la Coldiretti, rappresentano in valore il 54% del totale e sono superiori a quelli nella ristorazione (21%), nella distribuzione commerciale (15%), nell'agricoltura (8%) e nella trasformazione (2%) per un totale di oltre 16 miliardi che finiscono nel bidone in 1 anno. Non si tratta quindi solo di un problema etico ma determinano anche effetti sul piano economico e ambientale per l'impatto negativo sul dispendio energetico e sullo smaltimento dei rifiuti. Un comportamento grave, rileva la Coldiretti, in un Paese come l'Italia dove sono 2,7 milioni le persone che durante l'ultimo anno sono state costrette a chiedere aiuto per il cibo nelle mense dei poveri o con pacchi di aiuto alimentari. Tra i consigli salva-sprechi la Coldiretti ricorda anche di verificare il frigorifero dove i cibi vanno correttamente posizionati, effettuare acquisti ridotti e ripetuti nel tempo, scegliere frutta e verdura con il giusto grado di maturazione, preferire la spesa a chilometri zero che garantisce una maggiore freschezza e durata e non avere timore di chiedere di portarli a casa quando si mangia al ristorante. 

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Enit, boom passeggeri Usa (+14,4%) tra giugno e settembre

E' boom di turisti statunitensi, australiani e cinesi negli aeroporti italiani da giugno a settembre 2018. E' quanto rileva l'Enit(Agenzia nazionale del turismo), secondo cui rispetto al periodo giugno/settembre 2017 tra i principali mercati di origine d'Oltreoceano, gli Usa si presentano come il Paese piu' performante (+14,4%), seguiti da Australia (+13,1%) e Cina (+0,2%). In calo, invece, i flussi aerei dalla Russia (-15,8%), che nel 2017 avevano fatto registrare una forte crescita (+25%), quest'anno condizionata invece dallo svolgimento nel Paese dei Campionati Mondiali di Calcio nei mesi di giugno e luglio. A fine anno si prevede che gli arrivi aerei dagli Usa faranno segnare il +14,1% sul 2017. Per quanto riguarda le previsioni a chiusura d'anno sulla base delle prenotazioni aeree effettive raccolte al 6 ottobre, rimane alta la stima della crescita dei flussi aerei anche dall'Australia (+13,5%) e dalla Cina (+2%), mentre risultano ancora in calo quelli dalla Russia (-9,4%). Focalizzando lo sguardo sulle rotte Cina/Europa, nell'intervallo gennaio/aprile 2018 sullo stesso periodo 2017, i viaggi aerei dalla Cina verso il resto del mondo hanno fatto registrare un incremento del 7,1%, mentre quelli verso la sola Europa hanno messo a segno una crescita del +10,5%. Prendendo in esame il periodo maggio/agosto 2018, le partenze aeree dalla Cina globalmente sono cresciute del 6,5%, del 6,1% nelle tratte sull'Europa. 

Analizzando a consuntivo il traffico aereo verso il nostro Continente proveniente dalla Cina nell'intero 2017 si rileva un incremento del 10% cosi' declinato per singoli Paesi: Italia +10%, Austria + 7%, Germania + 2%, Francia + 3%, Olanda - 1%, Uk + 6%, Danimarca stabile, Finlandia - 3%. In sintesi, la Cina si sta affermando come uno dei mercati dei voli piu' interessanti. L'Europa sta in larga misura contribuendo a tali risultati. L'Italia, tra gli altri Paesi, e' un esempio in questo senso, dal momento che i collegamenti aerei con la Repubblica cinese sono raddoppiati negli ultimi cinque anni, il piu' alto tasso di sviluppo in Europa. La diffusione dei dati fin qui raffigurati, e' stata anche l'occasione per fare il punto sull'attivita' di ENIT in Cina. Gia' lo scorso anno ENIT, in sinergia con Ice, aveva stretto un accordo con il colosso cinese dell'eCommerce Alibaba Alitrip per la gestione, tra le altre iniziative, dell' Italian National Pavillion online dedicato agli operatori italiani del settore, che possono cosi' sfruttare le opportunita' legate all'espansione del turismo italiano per viaggiatori cinesi. Da segnalare, inoltre, la partecipazione di ENIT ai tre eventi fieristici piu' importanti dell'Asia: la fiera di Chengdu Ttm - Travel Trade Market, la Wcif - Western China International Faire, sempre a Chengdu. Sara' presente anche al Citm - china International Travel Mart di Shanghai. Nello stesso tempo, con l'obiettivo di promuovere il brand Italia, ENIT ha organizzato due workshop, il primo a GuangZhou (Canton) e l'altro a Xi'an. L'elaborazione dei dati e l'implementazione delle iniziative fin qui delineate si avvale del cosiddetto "cruscotto" ENIT, ovvero l'architettura dei flussi informativi che permette all'Agenzia del Turismo di generare dati alla base delle scelte strategiche e delle operazioni da mettere in campo. Tre sono le "sorgenti" del cruscotto: i big data, l'Osservatorio Nazionale del Turismo (indicatori classici), le rilevazioni dirette. Il sistema degli indicatori 'Big Data' si articola in tre sottosistemi: flussi aeroportuali (quantita' e trend per aeroporto di provenienza/destinazione), Global market approach (Analisi congiunta delle variabili del Travel insieme a quelle sociali ed economiche), social monitoring (web e canali social). Gli indicatori classici sono quelli di Istat e Bankitalia.

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Istat: lavoratori irregolari in lieve calo nel 2016 a 3,7 milioni

Nel 2016, le unità di lavoro irregolari sono 3 milioni 701 mila, in prevalenza dipendenti (2 milioni 632 mila), in lieve diminuzione rispetto al 2015 (rispettivamente -23 mila e -19 mila unità). Il tasso di irregolarità, calcolato come incidenza delle unità di lavoro non regolari sul totale, è pari al 15,6% (-0,3 punti percentuali rispetto allìanno precedente). Lo rileva l'Istat, segnalando che l'incidenza del lavoro irregolare è particolarmente rilevante nel settore dei Servizi alle persone (47,2% nel 2016, in calo di 0,4 punti percentuali rispetto al 2015), ma risulta significativo anche nei comparti dell'Agricoltura (18,6%), delle Costruzioni (16,6%) e del Commercio, trasporti, alloggio e ristorazione (16,2%). 

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