L’Osservatorio

Al via la transumanza, un milione di pecore in meno in 10 anni

 Con il caldo torna la transumanza delle greggi, con un milione di pecore in meno rispetto a 10 anni fa. Colpa dei bassi prezzi pagati ai pastori, della concorrenza sleale dei prodotti stranieri spacciati per nazionali ma anche del massiccio consumo di suolo che ha ridotto drasticamente gli spazi e i tradizionali percorsi usati per la transumanza delle greggi. E' quanto emerge da un'analisi della Coldiretti, in occasione della prima iniziativa a sostegno della candidatura della transumanza a patrimonio immateriale dell'Unesco, presentata dall'Italia capofila insieme a Grecia e Austria, che sara' esaminata a novembre. Oggi a Rieti, citta' scelta perche' e' il centro d'Italia, si sono radunati gli allevatori della Coldiretti con le loro 6mila pecore dirette per sfuggire al caldo lungo l'antica via di transumanza alla volta dell'altipiano di Rascino. Un'occasione per cittadini e turisti per imparare a mungere le pecore in maniera tradizionale, utilizzare il latte per la preparazione dal vivo della ricotta romana a denominazione di origine (Dop) e gustare le ricette piu' antiche preparate dai pastori durante la transumanza, dalla Pizza Rentorta all'Abbacchio romano Igp fritto fino alla Coratella. Un appuntamento che vuole anche affermare il valore sociale, economico, storico e ambientale del settore in un momento di grande difficolta' che mette a rischio il lavoro di 60mila allevamenti. In 10 anni il gregge Italia e' passato da 7,2 milioni di pecore a 6,2 milioni, rileva Coldiretti, con pesanti ripercussioni anche sull'assetto del territorio. La pastorizia, rileva infine la Coldiretti, e' un lavoro ad elevato valore ambientale, perche' e' concentrata nelle zone svantaggiate e garantisce la salvaguardia di 38 razze a vantaggio della biodiversita' locale. 

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Rallenta la crescita delle retribuzioni a giugno

A giugno la crescita annua delle retribuzioni contrattuali orarie si ferma allo 0,7%. Un risultato piu' che dimezzato rispetto a maggio (+1,6%). Si tratta del livello piu' basso da dicembre 2017. Lo comunica l'Istat. Una brusca frenata che annulla il vantaggio fin qui goduto sui prezzi. A giugno infatti l'inflazione si e' attestata allo 0,7%. La forbice quindi si richiude, con tutto cio' che ne consegue in termini di potere d'acquisto. Era ormai da piu' di un anno, dal maggio 2018, che retribuzioni e inflazione non si riallineavano.

Su base mensile invece le retribuzioni hanno segnato un +0,1%. A spiegare la dinamica e' probabilmente il fatto che si sta esaurendo l'effetto dei rinnovi contrattuali del pubblico impiego che, vista la mole degli interessati, pesa molto sull'indice complessivo. Ecco che sulla base delle disposizioni definite dai contratti in vigore alla fine di giugno, l'Istat prevede un tasso di crescita tendenziale che resterebbe inchiodato allo 0,7% anche nella seconda parte dell'anno. Grazie comunque al buon andamento consolidato nella media dei primi sei mesi (+1,4%) l'intero 2019 si chiuderebbe con un incremento dell'1,1%. Tornando sul mese di giugno e analizzando gli andamenti per settori, la crescita e' dello 0,9% nel privato e dello 0,5% nella P.a. Nel dettaglio, l'Istituto di statistica segnala i rialzi tendenziali per i vigili del fuoco (+6,8%); chi lavora nell'agricoltura (+2,8%) e nel comparto delle telecomunicazioni (+1,7%). Retribuzioni invece ferme, con variazioni annue pari a zero, nei settori dell'energia elettrica e gas, nel commercio e nelle farmacie private. Quanto alla copertura contrattuale, alla fine di giugno 2019 i contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore per la parte economica riguardano 7,2 milioni di dipendenti (58,0% del totale) e corrispondono al 55,8% del monte retributivo osservato. Cio' a fronte di 45 contratti in attesa di rinnovo, relativi a circa 5,2 milioni di dipendenti (42,0%), in aumento rispetto al mese precedente (39,2%). L'attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto, rileva infine l'Istat, e' in media di 15,8 mesi.

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Coldiretti: Cucina a km zero per 3 italiani su 4

 Quasi tre italiani su quattro (72%) in vacanza lontano da casa preferiscono consumare prodotti tipici del posto a chilometri zero per conoscere le realtà enogastronomiche del luogo. È quanto emerge da una analisi Coldiretti/Ixè per l'estate 2019 divulgata in occasione della presentazione del piano articolato: 'Progetto Turismi' da parte del premier Giuseppe Conte insieme a ministri, Enit, Fs e Aci. Appena il 17% dei vacanzieri - continua la Coldiretti - ricerca anche in villeggiatura i sapori di casa propria mentre una netta minoranza si affida alla cucina internazionale. Non a caso - sottolinea l'associazione - il cibo rappresenta per quasi un italiano su cinque (19%) la principale motivazione di scelta del luogo di villeggiatura, mentre per un altro 53% costituisce uno dei criteri su cui basare la propria preferenza e solo un 5% dichiara di non prenderlo per niente in esame. Ma l’enogastronomia vince anche tra i souvenir - nota Coldiretti - con il 42% dei turisti che sceglie proprio un prodotto tipico da riportare a casa o regalare a parenti e amici come ricordo della propria villeggiatura e tra le specialità più acquistate vince il vino, davanti a formaggi, salumi e olio extravergine d'oliva

La ricerca dei prodotti tipici è dunque diventata un ingrediente irrinunciabile - spiega Coldiretti- delle vacanze in un Paese come l'Italia che è leader mondiale del turismo enogastronomico potendo contare sull'agricoltura più green d’Europa con 299 specialità Dop/Igp ed Stg riconosciute a livello comunitario e 523 vini Doc/Docg e Igt per le quali è stato presentato il primo portale istituzionale da parte del ministro delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, Gian Marco Centinaio, la leadership nel biologico con oltre 60mila aziende agricole biologiche, la decisione di non coltivare Organismi geneticamente modificati (Ogm), 23mila agriturismi che conservano da generazioni i segreti della cucina contadina, 10mila agricoltori in vendita diretta con Campagna Amica e le numerose iniziative di valorizzazione, dalle sagre alle strade del vino.Il cibo - conclude la Coldiretti - è diventato la voce principale del budget delle famiglie in vacanza in Italia con circa un terzo della spesa di italiani e stranieri destinato alla tavola per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per cibo di strada o specialità enogastronomiche per un importo complessivo stimato nel 2019 in oltre 27 miliardi all'anno, il massimo storico di sempre

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Dodici milioni di italiani svegli per il caldo

Il caldo svegli durante la notte circa dodici milioni di italiani che soffrono di insonnia accentuata dall'afa notturna. Lo sostiene la Coldiretti in relazione all'ondata di caldo torrido che sta stringendo d'assedio l'Italia con le principali città prigioniere di vere e proprie bolle di calore. A fronte di una situazione termica estrema - sottolinea la Coldiretti in una nota - le condizioni per garantire un buon riposo dipendono molto anche dai comportamenti durante il giorno a partire da una alimentazione corretta. Cibi come pane, pasta e riso, ma anche lattuga, radicchio, cipolla, aglio e formaggi freschi, uova bollite, latte fresco o caldo e frutta dolce come albicocche, pesche e nettarine - evidenzia la Coldiretti - possono venire in soccorso per superare le notti di passione. Sono invece gli alimenti conditi con molto pepe e sale, ma anche con curry, paprika in abbondanza ed anche salatini, minestre con dado da cucina - continua la Coldiretti - i veri nemici del riposo che le alte temperature rendono più difficile. Attenzione però anche a caffè e superalcolici che spesso accompagnano le serate in compagnia nei luoghi di vacanza. Inoltre - continua la Coldiretti - ci si addormenta difficilmente a digiuno o comunque non sazi, ma anche nei casi di eccessi alimentari, in particolare con cibi pesanti o con sostanze eccitanti. L'attenzione all'alimentazione - precisa la Coldiretti - è particolarmente importante nei soggetti a rischio come i bambini, ma anche per gli anziani che sono più vulnerabili ai colpi di calore e alla disidratazione

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Le imprese femminili al Sud danno lavoro a un milione di persone

Le imprese femminili del Sud danno lavoro a quasi un milione di persone. E' quanto emerge dalla lettura dei dati sulle aziende guidate da donne al 31 marzo scorso, elaborati dall'Osservatorio per l'imprenditorialita' femminile di Unioncamere e InfoCamere. I 3 milioni di addetti presenti nelle imprese femminili (che sono piu' di un milione e 330mila a fine marzo scorso) incidono per meno del 15% sull'occupazione del settore privato. Ma, in Molise e in Sardegna, nelle imprese guidate da donne trovano lavoro oltre il 20% degli addetti delle imprese presenti sul territorio, in Calabria quasi il 20%, in Sicilia, in Umbria e in Abruzzoquasi il 19%, piu' del 18% in Basilicata. Nel complesso nel Mezzogiorno alle 483mila attivita' a trazione femminile si deve il 17% dell'occupazione generata dal settore privato. Alle spalle del Meridione si incontra il Nord Ovest, dove nelle 314mila imprese femminili lavorano piu' di 800mila persone, l'11,8% degli addetti delle imprese presenti in quest'area. A seguire il Centro, con 302mila imprese femminili e 710mila addetti e un'incidenza sul totale che arriva al 15%. Quindi il Nord Est, con 232mila attivita' guidate da donne e 627mila addetti, pari al 13,5% del totale riferito al settore privato.

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Coldiretti, produzione di miele in calo del 41 per cento

Le api stremate dal caldo hanno smesso di volare e non svolgono piu' il lavoro di trasporto di nettare e polline, ma sono in pericolo anche le nuove covate che le operaie cercano di salvare dalla disidratazione evitando che le temperature nelle arnie superino i 33-36 gradi. E' quanto afferma la Coldiretti nel ricordare che la prima produzione nazionale di miele di acacia e agrumi, secondo i dati Ismea, e' crollata del 41% rispetto alle attese. Ora l'ondata di caldo africano rischia di dare il colpo di grazia agli alveari dove, sottolinea la Coldiretti, le api ventilatrici sono impegnate a rinfrescare l'interno agitando velocemente le ali in modo da ricambiare l'aria e quelle acquaiole portano invece acqua in forma di goccioline per raffreddare, a scapito della normale attivita' di impollinazione. Il risultato, precisa la Coldiretti, e' che quest'anno la produzione nazionale risultera' sotto gli oltre 23,3 milioni di chili del 2018. La stato di sofferenza delle api, che sono un indicatore dello stato di salute dell'ambiente, e' rappresentativo in realta' dello sconvolgimento provocato dal clima sulla natura, animali e piante. 

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Reddito di Cittadinanza, sono 895.220 le domande accolte

Sono 895.220 le domande per il reddito  di cittadinanza che sono state accolte: costituiscono il 64% delle 1.401.225  richieste presentate al 15 luglio. Lo ha reso noto l'Inps in un aggiornamento nel quale si rileva come il record assoluto di  domande accettate si registri a Napoli che supera quota 100 mila  (100.416 domande accettate su 142.764 presentate).
Più distamte Roma che è la seconda provincia di questa  classifica, che registra 54.202 domande di reddito accettate. 
Seguono due province siciliane, Palermo (46.502) e Catania (35.027), e un'altra campana, Caserta (30.247), che superano le due metropoli del  nord, Torino (30.136) e Milano (29.565). In fondo alla classifica  Bolzano, con appena 341 domande si Reddito di Cittadinanza accettate.

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Turismo, a luglio e agosto 22 milioni di italiani in viaggio

Anche dal sondaggio condotto da Swg per Assoturismo Confesercenti arriva la conferma che il meteo incerto ha rallentato l'avvio delle vacanze ma non lo ha fermato. Tra la fine di questo mese ed agosto saranno 21,5 milioni gli italiani che si concederanno un viaggio con Sicilia e Puglia tra le mete preferite. Una vacanza un po' piu' lunga del solito - in media 12 giorni - ma sempre con un occhio alle spese: il budget medio previsto si assesta infatti sui 786 euro a persona, piu' o meno il livello rilevato lo scorso anno (783 euro). La quota di chi si concedera' un viaggio - il 64% - e' infatti la stessa del 2014, primo anno di ripresa: gli italiani secondo Assoturismo non si sentono dunque ancora in grado di avere dei comportamenti di spesa piu' rilassati rispetto a 5 anni fa. Anche quest'anno, quasi uno su tre (il 30%) tentera' di tenere il budget sotto i 500 euro a persona.

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Aumenta il consumo dei farmaci a brevetto scaduto

Si conferma in Italia il trend in crescita sia della spesa sia dei consumi dei farmaci a brevetto scaduto. Crescono anche i consumi e la spesa dei farmaci equivalenti. Ben quattro principi attivi appartenenti alla categoria degli inibitori di pompa (pantoprazolo, lansoprazolo, omeprazolo ed esomeprazolo) compaiono nella lista dei primi 20 principi attivi a brevetto scaduto, con una spesa rispettivamente di 272,3, 164,1, 151,5 e 142,2 milioni di euro. Si evince dal rapporto sull'uso dei medicinali in Italia 2018 dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), presentato oggi a Roma. Nel 2018 i farmaci a brevetto scaduto hanno rappresentato l'82,7% dei consumi in regime di assistenza convenzionata e il 65,9% della spesa convenzionata. La spesa dei farmaci a brevetto scaduto è maggiormente concentrata nella categoria dei farmaci cardiovascolari e antimicrobici, con un'incidenza rispettivamente dell'84,5% e dell'84% sulla spesa convenzionata della categoria. I dati del 2018 confermano l'incremento dell'utilizzo dei biosimilari disponibili in commercio già da diversi anni, come ad esempio della follitropina (+55,2%), delle epoetine (+24,4%), della somatropina (+22,3%) e dei fattori della crescita (+12,7%). Si evidenzia il trend positivo relativo all'impiego dei biosimilari di più recente commercializzazione: dell'infliximab, dell'etanercept, dell'insulina glargine e del rituximab. Nel 2018, inoltre, sono stati commercializzati per la prima volta i farmaci biosimilari dell'adalimumab, dell'eparina a basso peso molecolare, del trastuzumab e dell'insulina lispro. Sussiste un'ampia variabilità regionale nell'impiego dei farmaci biosimilari. 

Le Regioni con la più elevata incidenza del consumo di farmaci a brevetto scaduto sono l'Umbria (84,3%), l'Emilia Romagna (84,2%) e la Provincia Autonoma di Trento (54%), mentre la Toscana (81,1%), l'Abruzzo (81,6%), la Valle D'Aosta e la Basilicata (81,8%) sono quelle nelle quali è stato registrato il consumo più basso. L'Emilia Romagna è la regione con la maggiore incidenza della spesa per farmaci a brevetto scaduto sulla spesa farmaceutica convenzionata regionale (70,7%), seguita dall'Umbria (69,6%) e dalla P.A. di Trento (69,2%), mentre la Lombardia (60,7%), la Valle d'Aosta (64,4%) e la Sardegna (64,5%) sono quelle in cui si è registrato il livello di spesa più basso. Calabria, Basilicata e Campania mostrano le più alte percentuali di spesa per i farmaci che hanno goduto della copertura brevettuale (rispettivamente 82,2%, 81,3% e 81,1%), mentre la P.A. di Trento, la Lombardia e il Friuli Venezia Giulia registrano la più alta incidenza di spesa per i farmaci equivalenti (rispettivamente 42,6%, 40,6% e 36,4%).

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Istat, ordini +2,5% a maggio

A maggio si stima che il fatturato dell'industria aumenti in termini congiunturali dell'1,6%. Nella media degli ultimi tre mesi l'indice complessivo è cresciuto dell'1,3% rispetto ai tre mesi precedenti. E' quanto rileva l'Istat. Anche gli ordinativi registrano a maggio incrementi congiunturali sia su base mensile (+2,5%) che, in misura molto più contenuta, su base trimestrale (+0,2%). La dinamica congiunturale del fatturato è trainata da incrementi sia del mercato interno (+1,4%) sia di quello estero (+1,9%). Per gli ordinativi l'incremento congiunturale deriva da aumenti di pari entità (+2,5%) delle commesse provenienti da entrambi i mercati. Con riferimento ai raggruppamenti principali di industrie, a maggio gli indici destagionalizzati del fatturato segnano un aumento congiunturale diffuso, più ampio per i beni strumentali (+3,4%) e più contenuto per i beni intermedi (+1,3%) e per l'energia (+1,2%), mentre i beni di consumo rimangono invariati. Corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 22 come a maggio 2018), il fatturato totale cresce in termini tendenziali dello 0,3% sintesi di un incremento dell'1,1% sul mercato interno e di una riduzione dell'1,3% su quello estero. Con riferimento al comparto manufatturiero, i computer e prodotti di elettronica registrano la crescita tendenziale più rilevante (+19,1%), mentre l'industria farmaceutica mostra il calo maggiore (-8,5%). In termini tendenziali l'indice grezzo degli ordinativi diminuisce del 2,5%, con una flessione dello 0,8% sul mercato interno e una marcata contrazione del 5,0% su quello estero. La maggiore crescita tendenziale si registra nel settore delle apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (+8,9%), mentre il peggior risultato si rileva nell'industria farmaceutica (-7,1%).

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