L’Osservatorio

La pubblica amministrazione, in Abruzzo, impiega in media 54 giorni a pagare

 La pubblica amministrazione, in Abruzzo, impiega in media 54 giorni ad effettuare i pagamenti, dato superiore ai limiti di legge, che prevede 30 giorni ad eccezione della sanità (60 giorni). Ad abbassare la media abruzzese è proprio la sanità, 48 giorni, cioè meno delle tempistiche massime previste dalla normativa, mentre la situazione è peggiore per quanto riguarda i Comuni, 62 giorni, e gli altri enti, 72 giorni. Emerge da un approfondimento che Confartigianato Abruzzo ha condotto su un'elaborazione del Centro studi della Confederazione nazionale. Tre Comuni su quattro, cioè il 24,5% del totale, pagano oltre il limite dei 30 giorni. Nel complesso 7 enti su 10 non rispettano la legge e pagano in ritardo. Il dato medio dei 54 giorni è migliore di quello nazionale (58 giorni) e colloca l'Abruzzo al 12esimo posto della classifica nazionale, guidata in negativo dal Molise, con una media di 107 giorni. E' solo la sanità a far registrare all'Abruzzo risultati migliori del resto del Paese: senza quel dato la regione si posizionerebbe al decimo posto per quanto riguarda i Comuni (62 giorni contro i 60 nazionali) e al terzo posto per quanto riguarda gli altri enti (72 giorni contro i 47 nazionali).

A livello territoriale, la maglia nera spetta alla provincia dell'Aquila, dove i tempi medi raggiungono i 63 giorni (53 giorni per i Comuni, 62 per la sanità e 78 per gli altri enti). Segue la provincia di Chieti, con 60 giorni (64 Comuni, 59 sanità, 26 altri enti). Situazione migliore, anche rispetto alla media nazionale, nelle province di Teramo, 46 giorni (69 Comuni, 33 sanità, 58 altri enti) e in quella di Pescara, 44 giorni (71 Comuni, 37 sanità, 75 altri enti). "I dati parlano chiaro e bisogna porre rimedio a questa situazione - commenta il presidente di Confartigianato Abruzzo, Luca Di Tecco- la soluzione al problema, Confartigianato lo dice da tempo, è quella di adottare la compensazione diretta dei debiti e dei crediti verso la Pa. In questo modo si darebbero liquidità ed ossigeno alle imprese

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Inail: 769 casi di incidenti mortali nei primi nove mesi

Nei primi nove mesi di quest'anno le denunce d'infortunio pervenute all'Inail sono state 471.518. L'aumento di 594 casi rispetto allo stesso periodo del 2016 (+0,1%) è la sintesi della diminuzione di quelli avvenuti in occasione di lavoro (-0,5%) e dell'incremento di quelli avvenuti in itinere, nel tragitto casa-lavoro e viceversa (+3,7%). Tra gennaio e agosto si era registrato, invece, un aumento per entrambe le modalità di accadimento (+0,7% e +4,4% rispettivamente) per un incremento complessivo pari all'1,3%. All'aumento delle denunce presentate all'Inail nei primi nove mesi del 2017 ha contribuito soltanto la gestione Industria e servizi con un +0,8% (nel periodo gennaio-agosto l'incremento era del 2%), mentre le gestioni Agricoltura e Conto Stato hanno fatto segnare un calo pari, rispettivamente, al 5,9% e all'1,3%. In particolare, per la gestione Industria e servizi si assiste nel periodo preso in esame a un incremento degli infortuni in occasione di lavoro dello 0,3% (tra gennaio e agosto era dell'1,6%) e del 3,8% per quelli in itinere (nella rilevazione al 31 agosto 2017 la percentuale era del 4,4%). A livello territoriale tra gennaio e settembre le denunce di infortunio sono aumentate al Nord (oltre tremila casi in più), mentre sono diminuite al Sud (-969), al Centro (-781) e nelle Isole (-683). Gli aumenti più sensibili, sempre in valore assoluto, si sono registrati in Lombardia (+1.794 denunce) ed Emilia Romagna (+1.238), mentre le riduzioni maggiori sono quelle rilevate in Sicilia (-903) e Puglia (-836). Nei primi tre trimestri 2017 l'aumento infortunistico è stato pari allo 0,1% tra i lavoratori (330 casi in più) e allo 0,2% tra le lavoratrici (+264). 

 L'analisi per classi di età evidenzia un sensibile aumento delle denunce per i lavoratori di età compresa tra i 55 e i 59 anni e di quelli tra i 60 e i 69 anni, con circa duemila casi in più per entrambe. Risultano inoltre in diminuzione le denunce dei lavoratori italiani (-1.600 casi) e in aumento quelle degli stranieri (+2.200). Nel solo mese di settembre sono state rilevate 45.504 denunce, 3.767 in meno rispetto a settembre 2016 (-7,6%) e 1.900 in meno rispetto a settembre 2015 (-4,0%). Quest'anno il mese ha avuto un giorno lavorativo in meno (fine settimana e festività escluse) rispetto a settembre 2016 (21 contro i 22). Questo calo incide anche sul numero dei giorni lavorativi dell'intero periodo gennaio-settembre, che nel 2017 sono stati 189 contro i 190 del 2016.

Le denunce di infortuni sul lavoro con esito mortale presentate all'Istituto nei primi nove mesi di quest'anno sono state 769, con un incremento di 16 casi rispetto ai 753 dell'analogo periodo del 2016 (+2,1%) e una diminuzione di 87 rispetto agli 856 decessi denunciati tra gennaio e settembre del 2015 (-10,2%). I dati rilevati al 30 settembre del 2016 e del 2017 evidenziano un aumento di 40 casi (da 608 a 648) nella gestione Industria e servizi (+6,6%), una diminuzione di nove casi (da 109 a 100) in Agricoltura (-8,3%) e un calo di 15 casi (da 36 a 21) nel Conto Stato (-41,7%). Nei primi tre trimestri del 2017 si sono registrati degli incrementi sia dei casi avvenuti in occasione di lavoro (+0,4%) sia di quelli occorsi in itinere (+6,9%), inferiori però rispetto a quelli dei primi otto mesi (+3,2% e +9,1% rispettivamente), nei quali era stato rilevato un aumento complessivo delle denunce mortali pari al 4,8%. Dal confronto "di mese" tra il settembre 2016 e il settembre 2017 emerge, viceversa, un calo del 10,6% delle denunce in tutte e tre le gestioni, per un totale di sette decessi in meno (da 66 a 59). 

L'analisi territoriale evidenzia un aumento di 33 denunce di infortuni con esito mortale nel Nord-Ovest (Liguria +15, Lombardia +14, Piemonte +4), di 11 casi al Sud (Abruzzo +19, Puglia +2, Campania -7, Basilicata -3) e di sette casi nelle Isole (Sicilia +8, Sardegna -1). Le denunce, invece, sono in diminuzione nel Nord-Est (-26 casi), dove si segnalano in particolare i dati del Veneto (-17) e dell'Emilia Romagna (-9), e al Centro, per il quale si registra un calo di nove decessi, sintesi della riduzione rilevata in Umbria (-8 casi), nelle Marche (-3) e in Toscana (-1) e dell'aumento di tre casi nel Lazio. L'incremento rilevato nel confronto tra i primi nove mesi del 2016 e del 2017 è legato esclusivamente alla componente maschile, i cui casi mortali sono aumentati di 18 unità, da 678 a 696 (+2,7%), mentre quella femminile ha fatto registrare una diminuzione di due casi, da 75 a 73 decessi (-2,7%). Aumentano le denunce che riguardano lavoratori italiani (+15 casi) e stranieri dell'Unione Europea (+4), mentre diminuiscono quelle relative a infortuni con esito mortale occorsi a lavoratori extracomunitari (-3).

DENUNCE DI MALATTIA PROFESSIONALE- Le denunce di malattia professionale pervenute all'Inailnei primi nove mesi del 2017 e protocollate sono state 43.312, oltre 1.500 in meno rispetto allo stesso periodo del 2016 (-3,4%). Dopo anni di continua crescita, il 2017 sembra dunque contraddistinguersi per il trend in diminuzione, comunque contenuto, delle tecnopatie denunciate, già rilevato anche nei mesi precedenti. Il calo maggiore si registra in Agricoltura (-1.040 casi, da 9.437 a 8.397), seguita dall'Industria e servizi (-493 casi, da 34.880 a 34.387) e dal Conto Stato (-14 casi, da 542 a 528). In ottica di genere, si rilevano circa mille casi in meno per i lavoratori (da 32.421 a 31.412) e oltre 500 in meno per le lavoratrici (da 12.438 a 11.900). Le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, con quelle del sistema nervoso e dell'orecchio, continuano a rappresentare quasi l'80% del totale dei casi denunciati

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Istat, produzione nelle costruzioni +1,8% ad agosto

Ad agosto 2017, rispetto al mese precedente, l'indice destagionalizzato della produzione nelle costruzioni registra un aumento dell'1,8%. Lo rende noto l'Istat, secondo cui su base annua ad agosto si registra una diminuzione dell'1,1% per l'indice della produzione nelle costruzioni corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 22 come ad agosto 2016) e dell'1,2% per quello grezzo. Ad agosto, gli indici di costo del settore aumentano dello 0,2% per il fabbricato residenziale, dello 0,4% per il tronco stradale con tratto in galleria e dello 0,6% per il tronco stradale senza tratto in galleria. Nella media del trimestre giugno-agosto l'indice destagionalizzato della produzione nelle costruzioni e' diminuito dello 0,4% rispetto al trimestre precedente.

Su base annua gli indici del costo di costruzione aumentano dello 0,7% per il fabbricato residenziale e per il tronco stradale con tratto in galleria e dell'1,1% per quello senza tratto in galleria. Ad agosto 2017, sottolinea ancora l'Istat, il contributo maggiore all'aumento tendenziale del costo di costruzione del fabbricato residenziale e' da attribuire all'incremento dei costi dei materiali (+0,8 punti percentuali). L'incremento tendenziale del costo di costruzione dei tronchi stradali deriva esclusivamente dall'aumento dei costi dei materiali, sia per quello con tratto in galleria (+0,9 punti percentuali) sia per quello senza tratto in galleria (+1,3 punti percentuali). 

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Tutti attaccati allo smartphone, fino a 7 ore al giorno

Lo smartphone ha rivoluzionato le nostre abitudini di vita e di lavoro ma rappresenta un potenziale pericolo: la sempre maggiore dipendenza. La notizia non e' nuova ma fa effetto comunque leggere nero su bianco dati come quelli diffusi da Counterpoint Research: secondo la societa' di analisi americana un utente su quattro nel mondo e' attaccato allo smartphone 7 ore al giorno, cioe' una fetta consistente della propria vita. Altro indicatore di questa ossessivita' e' il ciclo di vita dei dispositivi mobili che si accorcia sempre di piu': li cambiamo in media ogni 21 mesi, cioe' durano nelle nostre tasche meno di due anni. "In soli dieci anni gli smartphone sono diventati centrali nelle nostre vite, il risultato e' che ora le persone passano piu' tempo su questi dispositivi che su altri", osserva Tina Lu di Counterpoint Research. L'indagine e' stata condotta su un campione di 3500 persone di tutto il mondo, di eta' compresa tra i 15 e i 45 anni. E' emerso che il 26% passa sugli smartphone sette ore al giorno, la meta' trascorre cinque ore al giorno. Solo il 4% passa 1 ora sui dispositivi. I piu' assidui sono gli utenti dei paesi emergenti che hanno a disposizione meno mezzi tecnologici e usano il telefono anche al posto del computer. In testa c'e' infatti la Malesia, a sorpresa in controtendenza il Giappone, i cui utenti trascorrono meno di tre ore al giorno. Cosa si fa tante ore con gli occhi sullo smartphone? Secondo l'indagine, la navigazione su internet e il gioco rappresentano le attivita' giornaliere piu' popolari in tutte le nazioni, con percentuali di utilizzo rispettivamente del 64% e del 62%. A seguire ci sono la consultazione della e-mail (56%) e i servizi di messaggistica (54%). Infine, guardare video e controllare i social network sono al quinto e sesto posto delle attivita' piu' frequenti. Altri due dati che danno la dimensione dell'ossessione da smartphone sono la durata del ciclo di vita dei dispositivi, che si riduce a 21 mesi, e quanto si spende nel mondo per cambiarli, oltre 370 miliardi di dollari all'anno. Gli utenti messicani sono quelli piu' veloci a rimpiazzarli (ogni 18 mesi), i meno solerti i giapponesi (ogni 26 mesi). La maggior parte degli utenti e' disposto a spendere oltre 400 dollari per la sostituzione, Apple domina le preferenze. La dipendenza dallo smartphone e la nomofobia, cioe' il terrore di non essere raggiungibili al cellulare, e' oramai classificata dagli esperti come una vera malattia da non prendere alla leggera. E colpisce soprattutto i piu' giovani. 

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Commercio estero, Istat: in primi 8 mesi surplus a 28,4 miliardi

Nei primi otto mesi dell'anno l'avanzo commerciale raggiunge 28,4 miliardi (+50,8 miliardi al netto dei prodotti energetici) con una crescita sostenuta sia per l'export (+7,6%) sia per l'import (+10,9%) rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Lo ha reso noto l'Istat. Ad agosto 2017 il surplus commerciale è di 2,8 miliardi (+2,5 miliardi ad agosto 2016). 

 

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Eurobarometro, la partecipazione all’Ue è positiva solo per il 39% degli italiani

Solo il 39% degli italiani ritiene che l'Italia abbia tratto benefici dalla partecipazione all'Unione europea, secondo le anticipazioni di un sondaggio Eurobarometro che sara' pubblicato il 18 ottobre. A livello di Unione Europea il 64% dei cittadini pensano che appartenere all'Ue sia stato benefico per il proprio paese, con un aumento del 4% rispetto allo scorso anno. La percentuale di cittadini che pensano che l'appartenenza all'Ue non sia stato un vantaggio e' scesa di sei punti, dal 31% del 2016 al 25% del 2017. Ci sono grandi differenze tra i diversi Stati membri: se il 90% degli irlandesi pensa che l'Irlanda abbia tratto benefici, "in Italia solo il 39% degli intervistati e' d'accordo", spiega una nota del Parlamento europeo, che ha commissionato l'Eurobarometro. I risultati complessivi dell'Eurobarometro saranno resi pubblici mercoledi'. 

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Le misure della manovra

Conferma di ecobonus e sismabonus, una nuova agevolazione per giardini e terrazzi, proroga della cedolare secca, assunzione di 1.500 ricercatori universitari e la cosiddetta norma 'salva-Tam Tam', la squadra di basket composta da giovani immigrati che cosi' potra' partecipare ai campionati giovanili. Oltre ai macrocapitoli su giovani, statali, imprese e lotta alla poverta', la legge di bilancio 2018 avvia e conferma un corollario di numerose misure. Ecco in sintesi le misure annunciate: - STOP AUMENTI IVA: 840 milioni di aumenti Iva sono gia' coperti con il dl fiscale (che cancella anche la quasi totalita' dei rincari delle accise del 2019), poco meno dei 15 miliardi restanti sono invece garantiti dallo spazio in deficit e delle altre coperture della manovra. - CONGELATI TRIBUTI LOCALI: Viene prorogato per il 2018 lo stop all'aumento delle aliquote dei tributi e delle addizionali regionali e degli enti locali. - SGRAVI PER I GIOVANI: Per le assunzioni stabili arriva lo sconto del 50% dei contributi per tre anni. Solo nel 2018 la soglia dell'eta' e' fissata entro i 35 anni. Lo sgravio e' portato al 100% per i giovani assunti al Sud. Vale anche per gli assunti a novembre e dicembre di quest'anno. - LOTTA ALLA POVERTA', DA REI A FAMIGLIE BISOGNOSE: per il nuovo reddito di inclusione il governo mette sul piatto 300 milioni in piu' nel 2018. Annunciate anche misure per le famiglie - TORNA ECOBONUS, SISMABONUS ANCHE PER CASE POPOLARI: I due incentivi hanno funzionato e il governo ha deciso di riproporli, in versione ritoccata. - ARRIVA BONUS GIARDINI: vengono introdotte detrazioni del 36% per la cura del verde privato: terrazzi e giardini, anche condominiali. L'agevolazione riguarda aree scoperte di pertinenza delle unita' immobiliari private di qualsiasi genere anche mediante impianti di irrigazione nonche' a lavori di recupero del verde di giardini di interesse storico. - RINNOVATA LA CEDOLARE SECCA SUGLI AFFITTI: la cedolare al 10% introdotta a partire dal 2014 e' in scadenza il 31 dicembre e viene prorogata. - PACCHETTO IMPRESE: Sono confermati superammortamenti, anche se leggermente piu' bassi, al 130%, estesi anche a parchi veicoli pubblici e privati, e l'iperammortamento al 250%. In arrivo anche il nuovo credito d'imposta al 50% per la formazione 4.0. - SUD: Oltre allo sgravio al 100% per le assunzioni, viene previsto l'incremento della dotazione del Fondo Sviluppo e Coesione, il rafforzamento della dotazione finanziaria del Credito d'imposta investimenti al Sud, l'istituzione di un Fondo di investimenti destinato alla crescita dimensionale delle Pmi. - ASSUNTI 1.500 RICERCATORI, PRESIDI COME DIRIGENTI P.A: le assunzioni in Universita' ed enti di ricerca sono "nuova linfa", ha spiegato Pier Carlo Padoan. Viene avviata l'armonizzazione delle retribuzioni dei dirigenti scolastici agli altri manager della p.a. Confermato anche l'impegno sugli scatti di anzianita' dei docenti universitari. - CONTRATTO STATALI, PIU' SOLDI PER PRESIDI E PROF: L'aumento da 85 euro in busta paga per i dipendenti pubblici vale circa 1,7 miliardi. A crescere saranno anche gli stipendi dei presidi, che verranno gradualmente equiparati ai dirigenti pubblici, e quelli dei professori universitari con la garanzia degli scatti di anzianita' - SPINTA A INVESTIMENTI PUBBLICI: Per gli investimenti delle amministrazioni centrali e locali sono in arrivo 300 milioni nel 2018, 1,3 miliardi nel 2019 e 1,9 miliardi nel 2020. Piu' spazio di spesa viene garantito ai Comuni e nuova spinta arriva anche alla riqualificazione delle periferie. - PENSIONI, SOLO RITOCCHI AD APE SOCIAL: per favorire le donne, arriva uno 'sconto' sull'Ape social di 6 mesi per figlio, per un massimo di 2 anni. Incentivi all'anticipo arrivano anche per i contratti a termine. E' stabilizzata e semplificata la Rendita integrativa temporanea anticipata (Rita). - PACCHETTO SPORT: Arriva norma per tesserare giovani immigrati senza permesso ma con almeno 4 mesi di scuola. Salva la scuola di basket di Castelvolturno Tam Tam. Norme anche per la maternita' delle atlete. C'e' uno sport Bonus per chi investe nella ristrutturazione di impianti. - BONUS 18ENNI, SCONTI AUTOBUS: Il bonus cultura da 500 euro viene rinnovato, con un costo di 290 milioni. In forse le detrazioni per gli abbonamenti ai mezzi pubblici. - PARTE ASTA 5G, BASE D'ASTA 2,5 MLD: la gara riguardera' un ampio pacchetto di frequenze, sia quelle gia' disponibili dal 2018 (3.6-3.8 Ghz e 26.5-27.5 Ghz) che quelle pronte nel 2022 (la banda 700). - E-FATTURA PER PRIVATI, WEB TAX IN PARLAMENTO: La fatturazione elettronica dovrebbe diventare obbligatoria per le imprese solo nel 2019. La web tax dovrebbe essere aggiunta in Parlamento. Stesso dicasi per i correttivi allo spesometro e per gli incentivi all'utilizzo del Pos. - LE NOVITA' DEL DECRETO FISCALE: Viene introdotta la norma antiscorrerie con tre soglie: superato il 10, 20 e 25 per cento l'acquirente dovra' dichiarare le sue intenzioni. Il rafforzamento del Golden power prevede oltre all'estensione a nuovi settori sensibili anche una sanzione per la mancata notifica di un'operazione fino al doppio del valore dell'operazione e comunque non inferiore all'1% del fatturato realizzato dalle imprese coinvolte. La rottamazione bis portera' complessivamente nelle casse dello Stato 1 miliardo, mentre l'extragettito derivante dalla prima edizione della definizione agevolata servira' per coprire il buco della voluntary disclosure. Un altro miliardo arrivera' da nuovi tagli ai ministeri e 800 milioni in due anni saranno garantiti dalla proroga della concessione del Gratta e Vinci. 

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Diabete nemico del cuore, 60 morti e 7,4 milioni di costi al giorno 

Il diabete e' nemico del cuore. Ogni giorno in Italia si contano, infatti, 60 morti e 7,4 milioni di euro di costi causati dalle malattie cardiovascolari legate appunto al diabete, dall'infarto all'ictus. Un svolta e' pero' in arrivo sul fronte delle terapie: l'Agenzia europea del farmaco (Ema) ha infatti approvato la molecola liraglutide quale primo farmaco antidiabete per la prevenzione degli eventi cardiovascolari maggiori. "Le malattie cardiovascolari rappresentano una delle principali cause di mortalita' fra le persone con diabete. Nei diabetici, infatti, aumenta di 2 volte il rischio di morte e di 4 quello di infarto o ictus", spiega Raffaele De Caterina, cardiologo all'Universita' D'Annunzio di Chieti-Pescara. Secondo i dati del recente studio RIACE, la prevalenza delle malattie cardiovascolari nel diabete, ossia il numero di persone con diabete che vanno incontro nella loro vita ad almeno un evento cardiovascolare, e' del 23,2%: in pratica una su 4. Parliamo di "quasi 750 mila persone in Italia, delle quali oltre 350 mila hanno avuto un infarto e piu' di 100 mila un ictus", sottolinea Antonio Nicolucci, direttore di 'Coresearch - Center for Outcomes Research and Clinical Epidemiology'. Quanto ai costi giornalieri per il Servizio sanitario nazionale, "sono legati ai ricoveri ospedalieri (4,8 milioni di euro) e ai farmaci (2,6 milioni). Complessivamente, parliamo di circa 2,7 miliardi di euro l'anno, pari a quasi un terzo di tutta la spesa sanitaria legata al diabete". La buona notizia e' che la ricerca farmacologica ha messo a punto farmaci antidiabete che prevengono gli eventi cardiovascolari, come il liraglutide. Lo studio LEADER ha valutato gli effetti a lungo termine di questa molecola rispetto a placebo in 9.340 persone con diabete tipo 2, ad alto rischio di eventi cardiovascolari, per un periodo da 3,5 a 5 anni. Ha dimostrato, nelle persone con diabete tipo 2, di "ridurre del 22% il rischio di morte per cause cardiovascolari e del 15% la mortalita' per tutte le cause", conclude Agostino Consoli, endocrinologo all'Universita' 'D'Annunzio' e principal investigator dello studio.

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Corruzione, la mappa dei ‘favori’

L'8% delle famiglie italiane ha incrociato almeno una volta sulla propria strada il fenomeno della corruzione. Richieste di denaro, voto di scambio, raccomandazioni sul lavoro, visite mediche private per accedere alla sanita' pubblica: sono tanti i volti del fenomeno per il quale l'Istat fornisce per la prima volta un nuovo approfondimento statistico. Il dato complessivo vede il massimo nel Lazio (17,9%) e il minimo a Trento (2%), ma la situazione sul territorio e' molto diversificata a seconda degli ambiti della corruzione. E' il lavoro il tasto debole delle famiglie e infatti la corruzione ha riguardato in primo luogo questo settore (3,2% delle famiglie), soprattutto nel momento della ricerca di lavoro, della partecipazione a concorsi o dell'avvio di un'attivita' lavorativa (2,7%). "Il sistema delle raccomandazioni - spiegano dall'istituto di statistica - e' cosi' ampio, in Italia e non solo, da essere spesso considerato una pratica quasi normale. In ambito lavorativo, nel nostro Paese il canale di intermediazione piu' utilizzato e anche il piu' efficace per la ricerca di lavoro e' quello informale in ambito familiare e amicale: lo ha utilizzato circa il 60% degli attuali occupati". C'e' anche la piaga del voto di scambio che ha interessato 1 milione 700 mila persone. Tra le famiglie coinvolte in cause giudiziarie, invece, si stima che il 2,9% abbia avuto nel corso della propria vita una richiesta di denaro, regali o favori da parte, ad esempio, di un giudice, un pubblico ministero, un cancelliere, un avvocato, un testimone o altri. E ancora: il 2,7% delle famiglie che hanno fatto domanda di benefici assistenziali si stima abbia ricevuto una richiesta di denaro o scambi di favori. In ambito sanitario episodi di corruzione hanno invece coinvolto il 2,4% delle famiglie che avevano bisogno di visite mediche specialistiche o accertamenti diagnostici, ricoveri o interventi. La contropartita richiesta piu' frequente, in cambio di un 'favore', e' il denaro (60,3%), seguono nomine, trattamenti privilegiati (16,1%), regali (9,2%) fino ad arrivare a richieste di prestazioni sessuali (4,6%). E purtroppo - secondo quanto emerge dai dati dell'istituto di statistica - tra le famiglie che hanno acconsentito a pagare, l'85,2% ritiene che sia stato utile per ottenere quanto desiderato. La quota di famiglie che hanno avuto richieste di corruzione e ha denunciato l'episodio e' infatti solo del 2,2%. Ci sono infine casi diffusi di malcostume anche se non formalmente classificabili come corruzione. Come nella sanita' dove quasi una famiglia su dieci, oltre 2 milioni 100mila, si e' trovata a pagare al medico una visita nello studio privato per poter accedere al servizio pubblico per essere curata.

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Economia illegale vale il 12,6% del Pil

Il complesso dell'economia tra droga, prostituzione, contrabbando, evasione fiscale e lavoro nero vale il 12,6% del Pil in Italia: 208 miliardi di euro nel 2015. L'Istat prende le misure a quell'economia "non osservata" composta dal sommerso e dalle attivita' illegali e scopre un mondo in trasformazione, dove cala il valore dell'evasione, ma aumenta il lavoro nero fino a coinvolgere 3,7 milioni di persone, e cresce il traffico di stupefacenti, che muove 11,8 miliardi di euro. Il risultato complessivo e' quello di "una brusca diminuzione" dell'economia non osservata, dopo anni di espansione: nel 2015 sommerso e traffici illegali generano quasi 5 miliardi di valore aggiunto in meno rispetto al 2014 e il loro peso rispetto al Pil cala di mezzo punto percentuale, attestandosi poco sotto al livello del 2012. I progressi sono dovuti alla sfera del sommerso, che vale oltre 6 miliardi in meno (per un totale di 190 miliardi), e in particolare alla riduzione delle false dichiarazioni delle imprese al fisco per occultare parte del reddito. Ma i passi avanti sono contrastati dal peso del lavoro nero, che continua a crescere e rappresenta per l'Istat "una caratteristica strutturale" dell'economia italiana: tra il 2012 e il 2015 il ricorso al lavoro non regolare da parte di imprese e famiglie e' cresciuto del 5,2% e l'ultimo anno del triennio ha visto un ulteriore aumento dell'1,6%. Il tasso di irregolarita' - che calcola il peso delle unita' di lavoro non regolari sul totale - e' al 15,9% ma sfiora il 50% (47,6%) nei servizi alla persona ed e' sopra la media anche in agricoltura (17,9%), nelle costruzioni (16,9%), nel commercio, nei trasporti e nel turismo (16,7%). Questi numeri preoccupano il sindacato.

Gli ultimi dati Istat permettono di fare luce anche sul valore dei traffici criminali, che risultano in lieve aumento fino a 15,8 miliardi di euro, 200 milioni in piu' rispetto al 2014. La spinta arriva dal traffico di stupefacenti, che da solo conta per poco meno del 75% delle attivita' illegali analizzate, e sale da 11,6 miliardi a 11,8 miliardi nel 2015. La prostituzione, invece, genera affari per 3,6 miliardi, di poco inferiori ai 3,7 miliardi dell'anno precedente, e il contrabbando di sigarette vale circa 400 milioni, circa 100 in piu' rispetto al 2014.

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