Politica

Toninelli: Abruzzo abbandonato da D’Alfonso

"Questa regione e' stata abbandonata da una persona che aveva vinto le elezioni, legittimamente, ci mancherebbe, che si chiama Luciano D'Alfonso. Lui ha deciso pensando a se stesso e non pensando alla propria cittadinanza, di andare a fare un salto su di una poltrona che evidentemente in quel momento gli garantiva una prospettiva politica piu' vantaggiosa". Lo ha detto a Pescara il ministro Danilo Toninelli nel corso della conferenza stampa della candidata pentastellata alla presidenza della Regione Abruzzo, Sara Marcozzi, organizzata per presentare il programma 'Trasporti' del MoVimento 5 Stelle. 

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Stefani: sarebbe un onore ricevere richiesta di autonomia dall’Abruzzo

 "Sarebbe un grandissimo onore poter avere sul tavolo del ministero una richiesta di autonomia differenziata anche per l'Abruzzo. Può essere ancora più valorizzata e così un presidente di Regione capace, che la conoscenza di quelle che sono le esigenze del suo territorio potrà dare delle grandi risposte". Per il ministro Erika Stefani l'opportunità di un regionalismo differenziato anche per l'Abruzzo non si traduce, come sottolineano le critiche, in una secessione o in un depauperamento. "Le competenze che chiedono le Regioni sono già esercitate ma in via concorrenziale con lo Stato, possono già legiferare entrambe su queste materie - ha spiegato il ministro degli Affari regionali a Teramo per un incontro istituzionale per illustrare la riforma -. Il bilancio dello Stato, compreso le Regioni in autonomia differenziata, sarà sempre lo uguale. Si tratterà di avere maggiori competenze e queste Regioni tratterranno sul loro territorio delle imposte per pagare quelle competenze che già oggi lo Stato paga". Sull'esempio di Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, in Piemonte sono stati già avviati i tavoli tecnici e richieste ufficiali di autonomia sono state presentate da Liguria, Toscana, Umbria e Marche. "Nessun problema per l'Abruzzo o per le altre Regioni - conclude la Stefani - ma valorizzazione delle competenze dei territori ed evitare eccessiva burocrazia e dare risposte più immediate al territorio". 

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I big 5S ad Ortona: con Sarà Marcozzi cambieremo l’Abruzzo dei privilegi e dei furbi. Dateci fiducia e ce la faremo.

Boom 5S a Ortona. Militanti, fan semplici cittadini di lanciano in una ovazione per Di Maio, Di Battista e Sarà Marcozzi. “Saremo con voi per una città migliore, più bella e più giusta, per un Abruzzo senza clientele, senza più politici di professione, con più lavoro, con strade sicure e con una sanità dalla parte dei cittadini e non delle lobby”. Sul palco del Teatro Tosti risuonano le parole dei tre big 5S tra la folla che occupa ogni spazio, dalla platea, ai palchi al loggione, mentre tantissimi rimangono in piedi. Alessandro Di Battista, il
leader più movimentista e arrabbiato dei 5S cammina sul palco al limite del bordo, rischiando la caduta, “non preoccupatevi ci sono abituato” dice per rassicurare i militanti. Il suo attacco contro tv e giornali, “tutta la vecchia politica”, i “privilegi assurdi dei politici”, le lobby di ogni tipo, da quelle finanziarie a quelle editoriali, passando per le cliniche mediche private; fino alla critica politica estrema e senza appelli: “il Pd è il partito che fa più schifo di tutti, e io li ho pure una volta votati”, dice scuotendo la platea che risponde con un caloroso applauso. Elenca Di Battista i mali d’Italia: la burocrazia “soffocante” , le inefficienze di una classe dirigente “incapace”, le ruberie della “politica”, il sistema mediatico che “blocca e censura ogni nostra iniziativa”. La platea è soddisfatta, batte le mani e sorride a ogni ironia, come quella sull’ex Dc, Ciro Pomicino che attacca i 5s per i tagli alle pensioni d’oro, “Pomicino è la prova vivente che abbiamo tagliato i vitalizi di migliaia di euro al mese ai politici”. Ricorda in proposito Alessandro di Battista di essersi tagliato ogni compenso, ogni benefit, anche la buona uscita da parlamentare: “ho rimandato indietro tutti i soldi. In tutto 260 mila euro”, sottolinea soddisfatto “perché sono privilegi assurdi e inaccettabili”. C’è spazio anche per un Amarcord personale, i ricordi di adolescente trascorsi in estate a Lido Riccio “venivo per le vacanze con i genitori al mare, vinsi anche un torneo di beachvolley. Ricordo questi episodi perché Ortona è l’Abruzzo hanno bellezze turistiche che meritano un rilancio, un ruolo importante. Noi vogliamo dare forza a tutte le politiche innovative, dal turismo, all’agricoltura, lo sviluppo, la ricerca sulle fonti energetiche rinnovabili”. Tutti applaudono convinti e con affetto, mentre a dare il cambio a Di Battista è Sarà Marcozzi candidata alle elezioni regionali del 10 febbraio, che in mezz’ora di intervento attacca Centrodestra e Centrosinistra, i suoi affondi sono taglienti e personalizzati contro Silvio Paolucci assessore regionale alla sanità, “lui ha chiuso gli ospedali noi li riapriremo”, stilettate all’ex presidente Luciano D’Alfonso del Pd, “ha lasciato l’Abruzzo per la poltrona a Roma. Così Sta bene Rocco sta bene tutta la Rocca, ma noi li cacceremo via”, ha scandito la Marcozzi elegantissima, capelli biondo miele, rossetto vermiglio, e abito scuro stile maschietto avviatissimo e sobrissimo. Diretta e polemica la Teatina Marcozzi si mostra una candidata tosta e vincente, quindi sferza i suoi avversari: “Legnini? Un ipocrita perché è la continuità con il Pd di D’Alfonso”, “Marsilio? È il candidato del Centrodestra e fa pena nel suo volersi accreditate abruzzese, poverino cerca di essere abruzzese ripetendo qualche parola in dialetto e dicendo che mangia gli arrosticini. Questi politici dobbiamo batterli perché hanno fatto e faranno solo del male all’Abruzxo e ad Ortona, ed entrambi hanno votato tutte le leggi s danno delle persone, ad iniziare dalla Fornero”. Scroscio di applausi, una ovazione che ricarica la candidata 5S. “Noi abbiamo tagliato i nostri stipendi per comprare una turbina”, racconta e aggiunge Sara Marcozzi “noi vogliamo un Abruzzo pulito, giusto, con servizi efficienti, sicuri. Cambieremo con il vostro voto questa regione”. Altri applausi che ingentiliscono la Marcozzi che riceve un boucher di fiori bianchi. Tocca a Luigi Di Maio, ministro delle attività produttive e lavoro, vice premier, che fa il resoconto di tutto: del suo impegno nel dare “sostegni veri e nuove opportunità ai giovani che cercano in lavoro, alle famiglie in difficoltà, a quanti hanno bisogno di un sostegno”. Ricorda la sua lotta al gioco d’azzardo e racconta come gli abruzzesi spendano una cifra record : “due miliardi l’anno in gioco d’azzardo. Io ho messo tasse sulle lobby delle scommesse d’azzardo e con quesì soldi paghiamo una parte del Reddito di cittadinanza. Per questo ho ricevuto attacchi e insulti”, racconta Di Maio “per aver tassato il gioco d’azzardo che crea dipendenza tra i giovani e distrugge le famiglie, ma sono fiero di questo mio impegno. Così come lo sono per aver dato la possibilità, con quota 100 di mandare in pensione chi ha lavorato una vita e magari in settori di lavoro duro. Non abbiamo la bacchetta magica ma stiamo lavorando per i cittadini e lo faremo sempre di più con impegno, onestà e con una nuova visione della politica. le lobby ci attaccano ma noi resisteremo. Noi abbiamo detto e ripetiamo basta con i furbi e i disonesti”. Sui lavoratori delle società di ricerca petrolifera che contestano i 5s per il blocco delle trivelle, Di Maio evita polemiche e si mostra comprensivo. “Non sono nostri nemici e comprendo la loro preoccupazione”, osserva cercando di non sollevare altre polemiche, “ma noi non taglieremo posti di lavoro, tuttavia ma vogliamo dire le cose come stanno: la produzione petrolifera in Italia rappresenta il 7% che poi vediamo all’estero. Quindi uno spreco di risorse e nel contempo creiamo rischi ambientali. Noi creeremo nuovi posti di lavoro puntando sulle energie alternative. Non è facile ma bisogna iniziare a ragionare in modo diverso”. Gli applausi sono tutti per Luigi di Maio che conquista la platea mostrando ora il tono duro anche con il collega e competitore di governo, Matteo Salvini e la Lega. Di Maio va in attacco, e spiega che il limite della sua pazienza sta per esaurirsi. “Si insiste sulla Tav. Ma per noi non si farà perché con quesì soldi possiamo realizzare migliaia di nuovi asili”, assicura di Maio, “sistemare le strade in dissesto, mettete in sicurezza strutture oggi a rischio, possiamo realizzare una linea ferroviaria veloce tra Pescara e Roma. Se si vuole, invece, insistere sulla Tav ossia su qualcosa che ci divide allora si vuole rompere. Io ho questo sospetto che si voglia puntare ad una rottura”. Il finale è un crescendo Di Maio affronta tutti i temi in campo puntando sul lavoro, sul “futuro” sul l’impegno dei 5S , sulle “capacità e concretezza” di Sara Marcozzi. “Votare per i 5s è votare per una Italia migliore, per un Abruzzo migliore. Noi”, promette il ministro del lavoro e attività produttive, “non vi lasceremo soli e torneremo perché ci avete dimostrato la vostra fiducia e grande affetto. Saremo con voi per fare di più e per cambiare veramente”. La conclusione della kermesse elettorale è classica: tutti i candidati e leder 5S sul palco per il turbinio di foto e video. Poi l’uscita che diventa più difficoltosa dell’entrata al teatro. Una signora anziana abbraccia e bacia su una guancia di Battista strattonato e coccolato dalle fan politiche come un attore, lui gentile non respinge nessuno e gli si stringono tutte pronte per un selfie. Di Maio bloccato di nuovo da una pletora di telecamere davvero non sa più che dire, ma ringrazia una ragazza per un libro che gli viene consegnato al
volo. Sarà Marcozzi ripete “calma, calma”, temendo che la calca crei qualche problema. All’uscita i militanti e sostenitori dei 5S scandiscono: “bravi, bravi, bravi”. Mentre a distanza gli operai del settore di ricerca petrolifera rispondono con “buffoni” e “vergogna”. I leader 5s salgono su un furgone nero dai vetri oscurati e ripartono tra la folla che ancora applaude e manda baci di ammirazione politica. Gli operai tolgono gli elmetti. Un carabiniere graduato che si era prodigato in ogni modo dalla mattina per evitare guai, ora sospira sodisfatto: “Ce l’abbiamo fatta. Però il nostro era dovere”.

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Berlusconi torna in Abruzzo il 7 e l’8 febbraio

Il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, sarà di nuovo in Abruzzo per la chiusura della campagna elettorale per le regionali del 10 febbraio prossimo: secondo fonti azzurre, l'ex premier sarà a Teramo e ad Avezzano giovedì 7 e venerdì 8 febbraio. La nuova visita è in fase di organizzazione e non si conoscono i dettagli. Berlusconi è stato il 26 gennaio scorso all'Aquila e poi a Chieti e Pescara il 31 gennaio e primo febbraio scorsi. Nella recente due giorni è saltata la tappa di Teramo, per uno stato influenzale come comunicato ufficialmente dal partito, un'assenza che ha creato polemiche.

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Tav, Di Maio: lavoriamo sulle cose su cui siamo d’accordo

 "Sono in Abruzzo, in una regione in cui i cittadini per percorrere 150 chilometri in treno, da Pescara a Roma, impiegano anche sei ore", ha detto Luigi Di Maio nel corso del suo tour elettorale in regione, a sostegno della candidatura di Sara Marcozzi. "Questo e' un Paese in cui si chiede agli italiani e agli europei di spendere venti miliardi per un buco che deve collegare italiani e francesi, da Torino a Lione, mentre ci sono italiani che non sono collegati con altri italiani sul territorio nazionale. Per me valgono le priorita' e in questo governo ce lo siamo detto chiaramente, dall'inizio. Ci sono cose su cui siamo d'accordo e altre cu cui non siamo d'accordo. Lavoriamo su quelle su cui siamo d'accordo. Con venti miliardi in Italia ci costruisci 2.500 nuove scuole con criteri antisismici, ci fai le nuove Tav che servono, quelle al Nord, al centro, al Sud, con venti miliardi ci fai tante cose. Per quello che mi riguarda non conviene insistere su temi sui quali non siamo d'accordo. Altrimenti mi devo convincere che si continua a spingere su temi su cui non siamo d'accordo per creare tensioni nel governo. Io non lo consiglio", ha aggiunto Di Maio.

'Finché ci sarà il Movimento al Governo, la Tav non si farà. Ridimensionata? Il tema non è il ridimensionamento dell'opera: se diciamo queste cose, parliamo di una supercazzola''. Lo ha detto il vicepremier Luigi Di Maio a margine di un evento elettorale a Ortona

''Questa manifestazione dimostra che abbiamo fermato le trivellazioni petrolifere''. Lo ha detto il vicepremier Luigi Di Maio ad Ortona rispondendo ad una domanda sulle proteste che alcuni lavoratori del comparto stanno svolgendo a margine del suo tour elettorale. Le trivelle, ha proseguito Di Maio ''in questo paese mettono a rischio il nostro territorio e le bellezze naturali, le coste, ma è soprattutto una questione nazionale. In Italia la maggior parte del petrolio viene venduto in altri paesi, solo il 7% resta in Italia, cosa veramente irrisoria. Lo dico a questi lavoratori come agli operatori dei centri scommesse del gioco d'azzardo: non vi fate strumentalizzare dalle lobby, dalle multinazionali del petrolio''. ''Queste manifestazioni dimostrano che stiamo combattendo il gioco d'azzardo e stiamo fermando le trivelle petrolifere. Ma quei lavoratori non sono i miei nemici: in questo momento sono strumentalizzati dai grandi potentati economici che girano intorno a questi business e che hanno anche lucrato sulla pelle dei lavoratori''.

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Salvini: sia l’Abruzzo che l’Italia hanno bisogno di più opere, di più ferrovie, di più strade

 "Sia l'Abruzzo che l'Italia hanno bisogno di più opere, di più ferrovie, di più strade: i soldi servono per finire le opere cominciate, non per tornare indietro". Lo dice il ministro dell'Interno e vicepremier, Matteo Salvini, al mercato di Campli, in provincia di Teramo, durante un'iniziativa della Lega, in vista delle elezioni regionali. A chi dal pubblico gli grida "Però non litigare con Luigi Di Maio", il vicepremier replica con un sorriso: "Tranquilli, io non litigo con nessuno. Il mio è un pensiero, se sono stati scavati 25 chilometri di tunnel, è più utile andare avanti e finirlo o spendere soldi per chiudere il buco? Io sono per andare avanti"

"Non ho tempo da perdere con chi insulta, con le polemiche, le minacce... Vado avanti". Lo dice il vicepremier, Matteo Salvini, al mercato di Campli, in provincia di Teramo, durante un'iniziativa della Lega, in vista delle elezioni regionali.

"Stamattina facciamo colazione con la porchetta. Si arrabbieranno i vegani, ma a me piace la porchetta...", dice Matteo Salvini al mercato di Campli, in provincia di Teramo. Detto, fatto. Sul palco mentre Salvini parla arriva un vassoio colmo di panini alla porchetta. "Dopo, come faccio a parlare mentre mangio la porchetta? Se no Fabio Fazio fa uno speciale. E poi manca un bicchiere di rosso..."

"Vorrei vedere se in questa piazza ci fosse Matteo Renzi oggi, quanta gente ci sarebbe...". Così ministro dell'Interno e vicepremier, Matteo Salvini, al mercato di Campli, in provincia di Teramo, durante un'iniziativa della Lega, in vista delle elezioni regionali. "Magari ora che ha molto tempo a disposizione girerà un documentario su Campli...", ironizza il vicepremier. Dal pubblico qualcuno gli urla, ironizzando, che il titolo potrebbe essere 'Beautiful Renzi', ma Salvini 'boccia' l'ipotesi: "Non lo pigliano, meglio Ridge di Renzi..."

Durante il comizio di Matteo Salvini, che si è svolto oggi ad Atri, un contestatore ha lanciato un uovo in direzione del ministro colpendo una donna. "Chi è quell'imbecille che lancia uova, sbagliando pure la mira? Io faccio il ministro dell'Interno, i barconi arrivano ma se ne vanno anche, lì c'è tanto spazio", ha detto Salvini interrompendo per qualche minuto il comizio e facendo poi salire la donna sul palco. "Qualcuno con un minimo di dignità venga a chiederle scusa - ha aggiunto il ministro - . Mi scuso a nome del cretino di turno"

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Marsilio: l’Abruzzo è diventato centrale nel dibattito e nella strategia del centrodestra unito

Marco Marsilio affronta la dirittura finale con ottimismo e cautela: "Il clima è buono, ma non dormiamo sugli allori. Ci battiamo senza tregua" dichiara il candidato del centrodestra che da domani con Giorgia Meloni affronterà le tappe finali di comizi e incontri nei diversi capoluoghi di provincia in vista del voto del 10 febbraio. "Sono molto contento -afferma- che l'Abruzzo sia diventato centrale nel dibattito e nella strategia del centrodestra unito, che può vincere, a fronte di un centrosinistra" che candida Giovanni Legnini "e che alle ultime politiche era la terza forza, e anche rispetto a M5S, in una partita indubbiamente impegnativa". Sull'autonomia speciale da assicurare all'Abruzzo (tema caro alla Lega e per nulla estraneo a Legnini), Marsilio ricorda che il suo partito, Fratelli d'Italia, "è più attento ad una visione nazionale dei problemi. E ognuno è giusto che porti il suo contributo, ma per me conta una sola cosa: che l'Abruzzo non perda nulla delle sue risorse"

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Valentinetti: i cattolici si prendano a cuore le sorti di una nazione

"Oggi, c'è urgente bisogno di cattolici che si prendano a cuore le sorti di una nazione, che inserita nel cuore dell'Europa possa essere da traino, per la sua bimillenaria storia, nell'edificazione di un continente di popoli non alla ricerca di nazionalismi esasperati, che porterebbero a rinnovare conflitti pericolosissimi, ma a una vera unità non basata sulla finanza né sulle banche, ma sulla solidarietà e sulla ricerca autentica di un bene comune anche planetario". A parlare della necessità di un impegno dei cattolici in politica è monsignor Tommaso Valentinetti, arcivescovo di Pescara-Penne, in un intervento su 'Vita Pastorale'. Valentinetti, sulla scia degli appelli che in questi giorni invitano i cattolici a scendere in campo, sottolinea che non si tratta di "visioni troppo alte" ma di mete che "possono costituire i progetti di una Chiesa pienamente incarnata in questa storia e in questo tempo in cui viviamo".

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Berlusconi: ho quasi la certezza di vincere in Abruzzo e alle europee

"Ho quasi la certezza che vinceremo ora e a maggio". Lo ha detto Silvio Berlusconi in un affollato comizio al Porto turistico di Pescara, riferendosi alle elezioni per la presidenza della regione Abruzzo del dieci febbraio e poi alle europee.  "Questo è un governo innaturale, con filosofie e valori assolutamente opposti, un governo che governa male e che ci porta dritti verso una grave recessione".  Berlusconi, che in mattinata aveva annullato gli impegni previsti a Teramo perché influenzato, prendendo la parola ha scherzato con il candidato Marsilio: "Vorrei correggere il candidato, non sono tre tachipirine, ma quattro".

"Tasse sulla casa, patrimoniale e imposta di successione sicure con loro. C'è qualcuno di così stupido che potrà andare ancora a votarli? Io dico di no". Così il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi

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Sicurezza, al via il montaggio di 20 nuove telecamere nei parchi di Montesilvano

Sono operative le nuove telecamere nei parchi cittadini. Gli occhi elettronici vengono installati sui pali dell’illuminazione (anch’essi di nuovissima generazione, con fari a led) e renderanno più sicuri parchi cittadini, piazze e luoghi da sorvegliare.

I lavori sono in corso in questi giorni nei parchi Falcone, Guy Moll, Cormorano, Le Favole, Papa Giovanni XXIII, Libertà, Le Vele. Saranno, inoltre, coperti dal servizio anche la centralissima piazza Diaz e il Museo del treno.

«Le nuove telecamere», sottolinea l’assessore al Verde pubblico, Ernesto De Vincentiis, «sono motorizzate, danno una copertura a 360 gradi dell’area da controllare, e, ovviamente, registrano tutto ciò che vedono. Si tratta di un intervento importante reso possibile dall’adesione alla convenzione Consip (la Centrale di acquisti della Pubblica amministrazione italiana) sulla manutenzione e gestione della illuminazione pubblica. Questo ci ha già consentito di sostituire i vecchi pali della luce con  lampade in grado di abbassare drasticamente le emissioni di anidride carbonica e di ottenere un notevole risparmio nei costi. Abbiamo, quindi, una città più smart e un ulteriore strumento nel contrasto alle attività illecite e alla prostituzione. Infine, ma non per importanza, gli occhi elettronici ci consentono un controllo del territorio più adeguato anche per dissuadere eventuali atti di vandalismo sia sugli arredi urbani che sul verde pubblico».


«L'attivazione delle nuove telecamere», conclude il sindaco, Francesco Maragno, «si inserisce in una strategia di ampio respiro sullo sviluppo sostenibile che, da tempo, abbiamo avviato in città. Aver deciso di sostituire la vecchia illuminazione con lampade al led è non solo un esempio di buona pratica - che consente al Comune risparmio per le bollette - ma un notevole passo avanti per ciò che concerne la tutela dell’ambiente. Riducendo il consumo dell’energia elettrica si arriva a una diminuzione considerevole dell’emissione di gas dannosi. L’altro aspetto fondamentale di questa innovazione, inoltre, riguarda la sicurezza. L’introduzione di queste nuove telecamere (unita all’incremento della luminosità delle strada) permette ai cittadini una maggiore tranquillità in quanto, certamente aumenta la sicurezza nei parchi di Montesilvano e nelle zone più sensibili. Avere una maggiore visibilità nelle ore serali e notturne e sapere che ci sono degli occhi elettronici che registrano quanto avviene in aree delicate ci consente di contrastare con forza maggiore i fenomeni dell’illegalità e della prostituzione. Ma non ci fermiamo con questo nuovo intervento. Dopo l’installazione delle nuove telecamere il percorso di potenziamento della sicurezza pubblica prevede l’introduzione di nuove postazioni di controllo in zone come il lungomare e l’area retro pineta perché il nostro obiettivo è quello di rendere il territorio sempre più sicuro e tutelare il decoro urbano».

 

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