Politica

Pepe: da Febbo un messaggio di collaborazione

"Ho apprezzato i contenuti della risoluzione presentata dal consigliere regionale, Mauro Febbo, perché vuole rappresentare, a mio avviso, un messaggio di collaborazione in questo momento emergenziale dove è necessario il contributo di tutti". Lo afferma l'assessore alle politiche agricole della Regione Abruzzo Dino Pepe, che commenta la risoluzione presentata dal consigliere regionale Mauro Febbo in merito all'emergenza neve in Abruzzo. "Si tratta, inoltre, di un riconoscimento al lavoro messo in campo in questa prima fase visto che molte delle richieste sono già state attivate". Il dipartimento delle politiche agricole, poi, ha reso noto l'iter dei provvedimenti adottati per fronteggiare l'emergenza maltempo: il 12 gennaio 2017, la giunta regionale ha dichiarato lo stato di emergenza regionale per gli eventi eccezionali con abbondanti nevicate ed estesi fenomeni di gelo verificatisi sul territorio abruzzese

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De Micheli: i soldi ci sono

Il governo sta studiando "soluzioni concrete" per accelerare l'utilizzo delle risorse per la ricostruzione post-terremoto garantendo rapidità e trasparenza: "i soldi ci sono. Ci dobbiamo concentrare ora sulla rapidità per spenderli". Lo ha detto il sottosegretario al Tesoro Paola De Micheli, con delega sul terremoto. I 30 milioni stanziati all'ultimo Cdm dopo il sisma dei giorni scorsi che ha provocato la tragica slavina sull'hotel di Rigopiano, "sono di prima emergenza. E se ci sarà bisogno di più il Fondo per le emergenze nazionali è assolutamente capiente", afferma De Micheli, senza sbilanciarsi sull'entità dell'intervento. "Le risorse per la ricostruzione le stanzieremo quando avremo chiara l'entità dei danni aggiuntivi. Ma mi deve credere - ribadisce - le norme in vigore confermano che i soldi ci sono per intervenire. Ci dobbiamo concentrare ora sulla rapidità per spenderli". Sulle polemiche per la ricostruzione post-sima del 24 agosto scorso, De Micheli conferma che "ci sono e sono oltre i 7 mld nel pluriennale". Ma resta sul tavolo l necessità di conciliare le istanze inderogabili della trasparenza e della rapidità. "E' quello sul quale stiamo lavorando in queste ore" sottolinea. E questo perché "mentre le procedure per le ricostruzioni private sono già state testate positivamente su altri terremoti occorre accelerare quelle per le ricostruzioni pubbliche, soggette a codice degli appalti".

De Micheli spiega infatti che "esiste già una norma nel codice che consente in emergenza procedure semplificate, ma dobbiamo renderla ancora più utilizzabile per le amministrazioni e soprattutto per chi personalmente si assume le responsabilità potenziando al massimo la trasparenza. Il perimetro di azione è questo". Ma, avverte, "occorre essere però realisti. Le continue scosse sopra la magnitudo 5 ci obbligano a rifare molte verifiche di agibilità spesso su immobili già verificati nei 2 precedenti sismi (agosto ed ottobre 2016). Possiamo aumentare il numero di squadre di certificatori, ma per fare bene le verifiche hanno bisogno comunque di qualche tempo e ora qui territori sono sotto la neve". Sulla necessità di superare le strozzature burocratiche e lavorare tutti insieme per risollevare le zone colpite, il sottosegretario spiega che si useranno anche "gli insegnamenti delle gestioni dei terremoti passati, seppur molto differenti da quelli del centro Italia. Sia per affrontare la questione delle responsabilità, stazioni appaltanti, sia nelle modalità, gare, affidamenti diretti. Il passato ci dice che non tutti possono appaltare perché si disperdono energie, risorse e tempo, e che non tutte le procedure tutelano le responsabilità di chi le attua e garantiscono la trasparenza necessaria. Stiamo studiando soluzioni concrete che stiano dentro a questi confini, imparando dal passato". Quanto al tema della messa in sicurezza delle zone a rischio e della richiesta di flessibilità all'Ue, in questi 3 anni "abbiamo stanziato risorse che non sono ancora utilizzate. Non abbiamo chiesto flessibilità per questo all'Europa, la vogliamo per ricostruire", spiega. Ma, aggiunge, "chiediamo a tutti i soggetti istituzionali di predisporre tutti i progetti necessari per intervenire".

Nell'ultima legge di bilancio, ricorda, "abbiamo ulteriormente rafforzato le dotazioni finanziarie predisponendo": un super fondo per la prevenzione strutturale del Paese con 47,5 mld di euro per gli anni 2017-2032; 7 mld per i terremoti del centro Italia; 9,8 mld contro il dissesto idrogeologico; 11,6 mld di incentivi ai privati per ristrutturazioni antisismiche e di efficienza energetica.

 

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Prefetto di Teramo: vanno date direttive a livello nazionale

"Dobbiamo verificare questa cosa. Cosa facciamo? Evacuiamo tutto il centro Italia?". A chiederlo e' il prefetto di Teramo, Graziella Patrizi, rispondendo ad una domanda sulle delle affermazioni fatte dal presidente della Commissione Grandi Rischi, Sergio Bertolucci, in relazione alla diga di Campotosto e al riferimento al disastro del Vajont. "Qui vanno date - ha aggiunto - eventualmente delle direttive univoche a livello nazionale. Se ci dovessero essere delle indicazioni in questo ambito ve lo faremo sapere"

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Febbo: agricoltura annientata, servono sgravi fiscali

"La Regione Abruzzo, dopo aver immediatamente dichiarato lo stato di emergenza e aver richiesto il decreto nazionale di declaratoria dello stato di calamita' naturale, intervenga in aiuto al mondo agricolo con ulteriori, specifiche e mirate misure al fine di dare una risposta concreta alla grave situazione in cui versa l'agricoltura abruzzese e in modo particolare gli allevatori". Questa la proposta avanzata dal Presidente della Commissione Vigilanza e consigliere regionale Mauro Febbo contenuta in una Risoluzione urgente indirizzata a presidente della Regione, all'assessore regionale Pepe e al Presidente della Commissione agricoltura Berardinetti, chiedendo il loro impegno ad intervenire presso il Ministro Martina al fine di attuarle queste misure. "Gli eventi calamitosi straordinari - continua Mauro Febbo - sia in termini di quantita' di neve e pioggia sia il perdurare delle scosse sismiche, hanno prodotto nel mondo rurale un quadro drammatico mettendo in ginocchio gli agricoltori facendo registrare gravi danni alle colture, perdite di bestiame e ingenti danni alle strutture. Oggi, in questo scenario drammatico a causa del perdurare di tali eventi straordinari e mai verificatisi prima, e' indispensabile adottare provvedimenti urgenti al fine di snellire la burocrazia per garantire tempi davvero rapidi, altrimenti appesantiti da procedure lente, farraginose e talvolta inefficaci e tardive". "Innanzitutto - spiega Febbo - e' indispensabile inserire, tra le misure da adottare, una deroga all'art. 5 comma 4 del D. Lgs 102/2004 (e successive modifiche e integrazioni) relativa agli eventi assicurabili, considerato che l'evento e' accaduto nella prima meta' di gennaio e per le aziende e' stato impossibile assicurarsi, e anche se lo avessero fatto l'area interessata e' stata troppo vasta e l'evento di proporzioni davvero imprevedibili.

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La Conferenza dei Capigruppo del Consiglio regionale chiede le dimissioni degli attuali vertici Enel

La Conferenza dei Capigruppo del Consiglio regionale d'Abruzzo, con un documento consegnato al Presidente del Consiglio regionale con la richiesta di inviarlo al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministero dello Sviluppo Economico, chiede le dimissioni degli attuali vertici Enel. "Dimissioni che devono essere precedute - dice il documento - da un risarcimento ai cittadini duramente colpiti dai disagi inferti, per il tramite dei Comuni di residenza, pari al 50% del prossimo anticipo del dividendo per i soci a valere sull'esercizio 2016, aggiuntivo ai normali indennizzi previsti per i piccoli disagi". Le ragioni di tale richiesta, spiegano i Capigruppo, sono da ricercare nella "pessima gestione dell'emergenza sia in fase preliminare, sia nella fase di informazione ai cittadini e alle Istituzioni, sia nelle gestione nelle operazioni, con ritardi e superficialita' inaccettabili per un Paese moderno nel terzo Millennio"

Il sindaco di Orsogna Fabrizio Montepara ha chiesto al presidente all'Anci Abruzzo, Luciano Lapenna, di promuovere a nome di tutti i Comuni abruzzesi azioni per verificare la responsabilita' di Enel e Terna rispetto ai ''gravissimi e notevoli disservizi che si sono creati in questi giorni nella distribuzione della corrente elettrica''. Montepara, presidente nazionale di Anci Res Tipica, associazione che si occupa di tutelare e valorizzare le tipicita' dei Comuni italiani, chiede a Lapenna di avviare, nel caso, azioni di ristoro nei confronti delle due aziende, a favore dei Comuni e degli abruzzesi. ''Tantissimi cittadini sono stati, e in certe zone lo sono ancora, senza fornitura di energia elettrica per diversi giorni - ricorda Montepara -, palesando in maniera lampante le deficienze di Terna e dell'Enel''.

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Black out, il Comune di Chieti chiederà i danni a Enel

Ventimila utenti senza energia elettrica per giorni. Il sindaco di Chieti Umberto Di Primio non ci sta e incarica l'Ufficio legale del Comune di predisporre atti per proporre un'azione risarcitoria nei confronti di Enel "per danni, patrimoniali e non, subiti dalla citta', dai singoli cittadini e dal sistema produttivo e commerciale" a causa del blackout seguito all'ondata di maltempo. "Ancora oggi troppe utenze sul territorio comunale sono sprovviste di energia elettrica e cio' e' intollerabile" scrive il sindaco. "Da parte di Enel c'e' stata sottovalutazione dell'emergenza a Chieti dove molte zone sono state lasciate al buio e al gelo anche una settimana. E' mancata una puntuale e chiara informazione. Chiediamo ragione di tali disservizi". Con l'occasione Di Primio ricorda che i danni alle infrastrutture - stimati in 10 milioni di cui 5 per le strade dove continuano gli smottamenti - e chiede a Gentiloni che i contributi del Fondo di emergenza nazionale siano immediatamente resi disponibili ai Comuni.

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Di Sabatino: stop alle grandi opere, mettiamo in sicurezza il territorio

"Stop alle grandi opere, anche quelle del Masterplan, ora mettiamo in sicurezza il territorio e restituiamo speranza alla conservazione dei luoghi". A chiederlo e' il presidente della Provincia Renzo di Sabatino, preoccupato per le frane che stanno interessando il territorio provinciale: una di vaste proporzioni ha invaso e interrotto la provinciale 52 a Valle Castellana verso Macchia da Sole, con gli uomini della Provincia che stanno risalendo da Valleinquina per raggiungere la localita'; altre due frane hanno interessato la 553 a Notaresco, nei pressi del campo Sportivo e la provinciale 17 a Bisenti. E questo mentre si stanno ancora raggiungendo frazioni isolate: oggi e' stata raggiunta Collemesole di Arsita ed entro stanotte si dovrebbe raggiungere Acquaratola di Rocca Santa Maria e San Giorgio di Crognaleto. Senza considerare le tante case sparse e piccolissime frazioni. Stabile, invece, la situazione sulle strade provinciali. Ce ne sono ancora undici chiuse, oggi ne sono state riaperte sette ma tante sono percorribili con cautela per il restringimento delle carreggiate. "Sarebbe da irresponsabili parlare di emergenza finita - dichiara Di Sabatino - ci sono ancora seimila utenze senza luce, luoghi dove non hanno la corrente elettrica ormai da nove giorni, dai racconti dei soccorritori sappiamo che ci sono case lesionate dal sisma e non ne conosciamo l'entita', perche' fino ad ora, questo esame, non e' stato possibile. Aziende agricole e allevamenti distrutti, allerta valanghe e le colline stanno franando sulle strade. Ma gia' oggi, ancora in emergenza, dobbiamo ragionare sul dopo, su qual e' il nostro progetto come comunita' e come istituzioni perche' e' chiaro che nulla sara' piu' lo stesso: voglio dirlo chiaro io penso che dobbiamo ripensare i progetti delle grandi opere, anche quelle del Masterplan come la Teramo -Mare o la funivia per l'Universita', concentrare le risorse sulla messa in sicurezza del territorio, la manutenzione del paesaggio e gli investimenti sulla rete stradale. Cosi' facciamo ripartire un'economia in ginocchio ma, soprattutto, restituiamo una speranza alla conservazione dei luoghi"

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Mazzocca: la Regione Abruzzo ha il ‘Catasto storico delle valanghe’

 "Nel marzo 2014, nonostante la legge regionale di riferimento risalga a 25 anni or sono, la Regione Abruzzo si e' dotata del 'Catasto storico delle valanghe'", lo afferma il sottosegretario alla Presidenza della Giunta regionale d'Abruzzo con delega alla Protezione Civile, Mario Mazzocca. "Riguarda il periodo 1957-2013 in Abruzzo, successivamente aggiornato all'inverno 2014-2015, all'interno del quale sono state riportate circa 800 valanghe verificatesi sul territorio regionale. Detto catasto e' stato realizzato al fine di effettuare una prima valutazione del rischio valanghe sul territorio montano regionale ed e' stato inviato a tutti i Comuni in cui erano state censite valanghe", afferma Mazzocca. "L'accesso alla relativa cartografia e' stato sempre e continuativamente possibile attraverso la consultazione del 'geoportale' regionale fin dalla data della sua approvazione (marzo 2014) ed e' tuttora consultabile alla sezione "Rischio Neve e Valanghe" del sito regionale di Protezione Civile"

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Botta e risposta tra Curcio e Cialente

Uno scambio di note scritte domenica tra il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, e il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, per sapere da quest'ultimo che "non esistono soglie cui riferire con automatismo le azioni di protezione civile da porre in atto" sulla problematica delle strutture pubbliche vulnerabili alla luce del rischio di nuovi terremoti, anche di forte magnitudo, evidenziato dalla commissione Grandi rischi. A svelare il carteggio, pubblicando le foto dei documenti ufficiali, e' stato sulla propria bacheca Facebook lo stesso primo cittadino del capoluogo abruzzese. "Presa visione alle ore 15, attraverso un comunicato dell'agenzia Ansa", premette Cialente, evidenziando tra le righe di non essere stato avvertito per vie istituzionali, della nota che "delinea una situazione di possibile rischio sismico elevato", "chiedo e attendo indicazioni dal sistema della Protezione civile nazionale e regionale e dalla commissione Grandi rischi in merito ad atti e azioni che dovro' assumere nelle prossime ore, nei prossimi giorni e nei prossimi mesi"

Curcio, si legge nel carteggio postato su Fb da Cialente, rigetta responsabilita' sulle comunicazioni, spiegando che il Dipartimento "ha provveduto a inviare il verbale di sintesi della riunione alle Regioni interessate". Nel merito, rammenta "la conosciuta tradizione permanente di pericolosita' molto elevata del territorio del Comune dell'Aquila" e fornisce una serie di accorgimenti: "Provvedere a verificare e aggiornare il piano di emergenza comunale, a valutare la vulnerabilita' delle strutture pubbliche in relazione alla loro utilizzazione, a realizzare una corretta e puntuale informazione ai cittadini" mentre "ogni altra azione da adottare a livello locale dovra' essere necessariamente valutata dalla S.V.", insomma dallo stesso primo cittadino. Cialente nella controreplica ribadisce che "sia io che tutti i miei concittadini siamo perfettamente a conoscenza della pericolosita' sismica", fa notare che "il piano di protezione civile e' continuamente aggiornato e verificato" e che "la popolazione e' tenuta costantemente informata" mentre l'ente comunale "sta costantemente assistendo i cittadini".

Sulla vulnerabilita' delle strutture, il sindaco dice anche che molte strutture comunali o di altri enti "pur risultando tutte agibili, hanno pero' indici di vulnerabilita' inferiori a 1, a volte anche al di sotto dello 0.30". E ribadisce la richiesta di sapere "come mi devo regolare rispetto a queste soglie di vulnerabilita' per continuare a ritenere utilizzabili queste 'strutture pubbliche in base alla loro utilizzazione'". La risposta del capo dipartimento e' di sette righe. Curcio "prende atto delle misure" mentre sulla vulnerabilita' "si rappresenta che non esistono soglie cui riferire con automatismo le azioni di protezione civile da porre in atto". Conclude allegando la sua stessa nota precedente.

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Rinviata la seduta del Consiglio Regionale

Il Presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Di Pangrazio, ha comunicato il rinvio della seduta di Consiglio prevista per domani martedì 24 gennaio. Sempre domani è convocata, invece, la Conferenza dei Capigruppo che si riunirà alle ore 13 presso la “Sala Silone” dell’Emiciclo, all’Aquila. I Capigruppo stabiliranno la nuova data del Consiglio regionale e stileranno l’ordine del giorno della seduta.

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