Politica

Mons. Valentinetti: Dio non c’entra, la natura va rispettata

“Dio nel male non c’entra perché ci ha lasciati liberi di decidere il nostro destino, la vita, il bene, il male e il peccato. Così come ha lasciata libero l’umo, Dio ha lasciato libera anche la natura. E’ nella sua naturalità che accadono situazioni di questo genere”. Lo ha detto l’ arcivescovo di Pescara-Penne, monsignor Tommaso Valentinetti, in un’intervista al Tg2000, il telegiornale di Tv2000, commentando l’invocazione di alcuni organi di stampa della responsabilità di Dio nelle ultime tragedie che hanno coinvolto l’Abruzzo

“L’uomo di fronte alla natura – ha aggiunto il vescovo di Pescara - deve essere prudente. La natura va rispettata perché essa è libera e ogni collegamento con Dio è fuori luogo. Dio è onnipotente nel bene, non può essere il tappabuchi o il nostro pronto soccorso in ogni circostanza. La fede non serve per risolvere i nostri problemi ma è necessaria insieme alla speranza per permetterci di attraversare e vivere fino in fondo i problemi. Le lacrime versate e i dolori provati, infatti, vanno sperimentati fino in fondo perché fanno parte della nostra realtà umana”.Con il ritrovamento delle ultime salme nell’hotel Rigopiano, ha concluso il vescovo di Pescara, “si conclude una pagina triste e difficile che ci ha messo alla prova ma è stata anche una pagina di fronte alla quale siamo stati chiamati a rivitalizzare fortemente la nostra speranza”.

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Gentiloni: compassione e cordoglio per le vittime

Con le parole di Ignazio Silone, uno dei più importanti scrittori abruzzesi, il premier Paolo Gentiloni chiede al Paese di "combattere il rischio che vinca una rassegnata disperazione" dopo la concatenazione di emergenze e tragedie che hanno flagellato la regione del Centro Italia. Gentiloni, intervenuto stamani al Senato per riferire sulla situazione dopo il terremoto, la slavina sull'hotel Rigopiano e la caduta di un elicottero con sei persone a bordo, esprime "compassione e cordoglio" per le vittime e "riconoscenza" per chi tenta di salvare le vite degli altri mettendo a rischio la propria. Vengono rispedite al mittente, invece, le critiche sui ritardi nel rispondere all'emergenza, sottolineando che non servono "capri espiatori" ma "la ricerca della verità", che verrà acclarata dalla magistratura.

LA PROSSIMA SETTIMA ARRIVA IL DECRETO LEGGE. L'esecutivo, ha spiegato Gentiloni, sta lavorando ad un decreto sulla gestione delle calamità naturali, che verrà licenziato la settimana prossima. Esso è "molto mirato a prevenire l'accumulo di ritardi, che finora non ci sono stati, ma che possono verificarsi nei prossimi mesi". "Nessuno immagini che sia un ritorno all'indietro, sarà un passo avanti", ha detto il premier, spiegando che, per fronteggiare le emergenze, "le risorse ci sono: ci sono 4 miliardi nella legge di bilancio". Di risorse, poi, "ce ne saranno altre, come ho anticipato personalmente al presidente della commissione Ue Jean-Claude Juncker", ha spiegato Gentiloni.

SULLE DIGHE "VOCI INCONTROLLATE ED ESAGERATE". Ci sono state "voci incontrollate su rischi esagerati" sulle "40 dighe nell'area interessata dal sisma", ha sottolineato il presidente del Consiglio. Le dighe "vengono verificate, di prassi e d'intesa con il ministero delle Infrastrutture, ogni volta che si verifica una scossa superiore a magnitudo 4". Più in generale, ha detto Gentiloni, "lo Stato ha mobilitato tutte le sue energie", dando la priorità a raggiungere le frazioni più isolate. La risposta, che ora conta su 11mila "cittadini esemplari" tra soccorritori e supporto logistico, si è quindi mostrata "all'altezza di un grande Paese".Insomma, per Gentiloni, "la protezione civile è un patrimonio italiano che dobbiamo rivendicare e tenerci stretta".

"NON CERCHIAMO CAPRI ESPIATORI, MA VERITA'". Uno dei passaggi dell'informativa del governo si sofferma sulle accuse di chi sostiene che le istituzioni non abbiano reagito abbastanza in fretta. Su questo "indagherà la magistratura", ha sottolineato il premier, riferendosi a fascicoli già aperti dalla procura di Pescara. "Il Governo - ha detto Gentiloni - non teme la ricerca della verità", la quale però "serve a fare meglio, non avvelenare i pozzi". Bisogna quindi evitare di andare alla ricerca di "capri espiatori e giustizieri", visto che "la storia è lesta in trasformare i giustizieri in capri espiatori".

SILONE E IL TERREMOTO DEL 1905. Nel suo intervento, il premier ha citato Ignazio Silone, lo scrittore che in libri come 'Fontamara' si è dedicato ai poveri abitanti dell'Abruzzo, sua regione d'origine. Gentiloni ha ricordato che Silone, dopo aver vissuto il terremoto di Avezzano del 1905, "ammoniva con parole amarissime che, passata la paura, la disgrazia si trasforma in occasione per ingiustizia". "Va combattuto il rischio che vinca una rassegnata disperazione - ha scandito il presidente del Consiglio - ora occorre pensare al rilancio di quei territori. Il governo, insieme alla Protezione civile e all'Anac, sta lavorando per rispondere all'emergenza, soprattutto per dare alloggio e scuole e sostenere le imprese e l'agricoltura"

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Regione, mancano soldi per la mappa dei rischi valanghe

''Ad oggi la elaborazione di tale importante strumento, a causa della esiguita' dei fondi da dedicare all'attivita' di censimento e ricerca, riguarda una piccola parte del territorio regionale montano''. E' quanto si legge sul sito della Protezione Civile Regione Abruzzo in merito alla redazione della ''Carta di localizzazione dei pericoli di valanghe'', prevista dalla legge del 1992. La Regione Abruzzo quindi non ha in questi anni disposto risorse per la realizzazione della mappa delle aree pericolose da valanga.

Ad oggi e' disponibile soltanto il Catasto delle valanghe, come evidenziato dal sottosegretario alla protezione Civile Mario Mazzocca. Il catasto risulta approvato dalla giunta regionale di centrodestra presieduta da Gianni Chiodi il 17/3/2014. Nella stessa delibera di approvazione del Catasto la Giunta disponeva la ''realizzazione e successiva divulgazione della carta di localizzazione dei pericoli da valanga'' prevista dalla legge del 1992, dando mandato dell'esecuzione al Servizio prevenzione dei rischi. Sul sito la regione ricorda che nelle ''aree soggette a tale pericolo e' sospesa l'edificazione, la realizzazione di impianti e infrastrutture ai fini residenziali, produttivi e di carattere industriale, artigianale, commerciale, turistico e agricolo nonche' ogni nuovo uso delle aree che possa comportare un rischio per la pubblica e privata incolumita'''. In sostanza tutti gli elementi conoscitivi sul fenomeno valanghe sia dal catasto sia dalle mappe geomorfologiche non hanno prodotto in questi quasi tre anni dalla delibera e 25 dalla legge nessuna indicazione applicativa.

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Maltempo, Di Primio lancia un appello a Gentiloni per la disponibilità immediata delle risorse

Il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, lancia, con una lettera, un appello al presidente del Consiglio dei ministri, Paolo Gentiloni, affinche' le risorse destinate all'emergenza possano essere immediatamente messe a disposizione dei Comuni colpiti per effettuare lavori urgenti di messa in sicurezza dei territori. In via precauzionale, i danni riferiti al solo patrimonio pubblico vengono stimati in 10 milioni di euro ai quali aggiungere i danni subiti dal comparto produttivo, commerciale e agricolo.

"Dalla notte del 5 e fino al 20 gennaio - spiega nella lettera Di Primio - Chieti, al pari delle altre comunita' abruzzesi, ha dovuto far fronte a storiche nevicate e a piogge torrenziali, alla mancata erogazione di corrente elettrica che ha interessato circa 200mila abruzzesi e tra questi 20mila cittadini di Chieti, di acqua, ai danni ai serbatoi, alla paura per le scosse di terremoto del 18 gennaio. Ancora oggi, a Chieti vi sono case e attivita' prive di energia elettrica soprattutto per la manifesta incapacita' da parte di Enel di affrontare il problema". Dopo 15 giorni di condizioni meteorologiche proibitive, a preoccupare, rimarca il sindaco, non sono solo le risorse fuori bilancio che il Comune ha dovuto spendere per la gestione del piano neve ma, soprattutto, le condizioni in cui oggi sono ridotte le strutture ed infrastrutture viarie cittadine.

"Dalle prime ricognizioni effettuate, buona parte dei 330 km di strade comunali, a causa del grave dissesto del manto stradale e delle voragini, non e' transitabile in sicurezza". A preoccupare e', inoltre, lo stato della rete di pubblica illuminazione, danneggiata dalla caduta di alberi e dalle frane. Lo scioglimento dell'eccezionale nevicata, sottolinea ancora Di Primio, sta determinando dei veri e propri fiumi di acqua che stanno appesantendo la gia' fragile collina di Chieti acuendone la situazione di dissesto idrogeologico. Richiamando l'allerta per i fiumi Alento e Pescara determinatasi negli ultimi giorni, Di Primio invoca un intervento, non piu' procrastinabile, di messa in sicurezza con un progetto che coinvolga gli assi fluviali dell'intero territorio abruzzese

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Sindaco di Lanciano presenta esposto alla Procura per blackout

Sui prolungati disservizi di energia elettrica registrati a Lanciano durante l'emergenza maltempo, il sindaco della citta', Mario Pupillo, ha dato mandato all'ufficio legale del Comune di attivare tutte le procedure necessarie alla presentazione di un esposto alla Procura della Repubblica locale. L'Ufficio Tecnico raccogliera' in un fascicolo tutti i disservizi registrati e segnalati per le opportune valutazioni in ordine all'esposto, che verra' presentato formalmente nei prossimi giorni dall'Avvocatura Comunale.

"Chiederemo alla Procura della Repubblica - dice Pupillo - di accertare le eventuali responsabilita' in ordine all'interruzione di pubblico servizio patito da piu' di diecimila cittadini lancianesi tra lunedi' 16 e venerdi' 20 gennaio. Ritengo intollerabile aver lasciato intere famiglie, numerose attivita' commerciali e artigianali, intere contrade di Lanciano senza luce per diverse decine e decine di ore: addirittura nel caso di Santa Maria dei Mesi per oltre 74 ore. A mio avviso i responsabili dei gestori della fornitura dovranno rispondere di questo grave disservizio che ha interessato Lanciano e l'Abruzzo intero".

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Pezzopane: va fatto un salto di qualità

"In Centro Italia lo Stato c'e' stato e c'e'. Ma ora va fatto un salto di qualità. Ringrazio il premier Gentiloni per la concretezza dimostrata, per quello che ha fatto e che fara'. I paragoni tra quello che sta accadendo da agosto con esperienze passate sono impropri e comunque si fara' una commissione di inchiesta in Senato sul terremoto del 2009. Ora serve coesione sociale e politica: e' privo di senso, assurdo e inammissibile, attaccare e delegittimare in questo momento la Protezione civile. No ai processi da Santa Inquisizione, semmai diamogli piu' strumenti. C'e' l'emergenza delle scuole". Lo ha detto la senatrice abruzzese Stefania Pezzopane (Pd), intervenendo in Aula per conto del Pd dopo l'informativa del premier Paolo Gentiloni sulla situazione di emergenza nel centro Italia.

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Quagliariello: serve legge speciale per Abruzzo

"L'emergenza in Abruzzo dura dal 2009. Ora e' necessaria una legge speciale che non parli solo di emergenze, ma di prospettive e di rilancio di questa terra. L'emergenza comunque non e' finita. Ci saranno delle conseguenze per cio' che e' successo in questi giorni, come probabili alluvioni. Non facciamoci trovare impreparati". Lo ha detto il leader di "Idea" Gaetano Quagliariello intervenendo nell'Aula di Palazzo Madama dopo l'informativa del presidente del Consiglio Gentiloni su terremoto e maltempo.

"Condivido totalmente il ringraziamento agli uomini impegnati in questa emergenza, per la loro abnegazione. Non condivido invece la ricostruzione dei fatti: abbiamo scelto di andare nei luoghi dell'emergenza senza fare nemmeno un comunicato stampa e abbiamo riscontrato situazioni di esclusione non degne di un Paese civile, innanzitutto sul piano dell'energia", aggiunge Quagliariello. "Vi sono - afferma - gravissime criticita': per l'energia elettrica, per la carenza di investimento sulle reti, per la mancata risposta a un'emergenza che ha colpito agricoltori e allevatori non da oggi ma gia' dal terremoto di fine ottobre, per la viabilita' e la scarsita' dei mezzi a disposizione che denotano chiarissimi segnali di sottovalutazione a livello centrale. E si potrebbe continuare, anche perche' se ci sono eventi imprevedibili come quelli sismici, vi sono aspetti climatici che soprattutto in alcune zone sono tutt'altro che imprevedibili". "Dobbiamo oggi interrogarci sullo stato della nostra protezione civile, sulla gestione della nostra rete energetica, sull'indebolimento dell'apparato pubblico, che si e' verificato anche per la situazione creata con le Province. L'emergenza non e' finita, bisogna farsi trovare pronti - conclude - affinche' non venga applicata all'Italia la categoria della contro modernizzazione che segna l'arretramento dei Paesi civili"

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Allagamenti sul lungomare, Maragno: “Al lavoro per interventi definitivi”

«L’emergenza maltempo dei giorni scorsi ha ancora una volta messo in luce le debolezze del nostro territorio. Intere aree allagate hanno creato diversi disagi ai nostri concittadini, nonostante l’impegno profuso dalle squadre della Protezione Civile, dei Vigili del Fuoco  e dei tecnici comunali per liberare le strade completamente invase dall’acqua. Non possiamo più permettere che questo si ripeta, per questa ragione faremo il possibile, individuando le risorse finanziarie necessarie, per avviare interventi definitivi che possano risolvere queste criticità».

A parlare è il sindaco di Montesilvano Francesco Maragno che spiega: «Sono problemi che vengono da lontano, ma che nessuno ha voluto affrontare con concretezza per giungere alla loro soluzione. Stiamo lavorando per proseguire con la realizzazione di interventi anti allagamenti, affinché i cittadini non corrano rischi, né vivano situazioni di disagio. Tali lavori dovranno coprire tutto il territorio, con una particolare attenzione alle zone più critiche come le strade intersecanti il lungomare. La nostra Amministrazione ha avviato già diversi interventi che hanno interessato altri punti sensibili della città». In particolare i lavori eseguiti hanno riguardato la zona artigianale di Villa Carmine, dove sono stati liberati diversi canali che erano completamente occlusi ed invasi da sterpaglie. Altri hanno riguardato il deflusso delle acque meteoriche e dei sottoservizi di via Verrotti e delle sue intersezioni con via Castellano, via Marrone, via Tommaseo, via D’Azeglio e via Manin.

«Si tratta di lavori  -  dice ancora il primo cittadino - che hanno messo in evidenza i loro benefici prodotti proprio durante questa eccezionale ondata di maltempo, anche grazie al piano di emergenza comunale, efficace ed efficiente, aggiornato a luglio del 2015, per la prima volta dal 2008». Il piano distingue i rischi del territorio tra idrogeologici, sismici, legati a neve o valanghe o ancora relativi ad incendi boschivi. Per ogni situazione vengono definite le procedure di intervento da attuare in caso di eventi emergenziali. Vengono inoltre individuati 36 edifici strategici, ossia delle strutture ricettive che verranno messe in funzione in caso di necessità. Si tratta del Municipio, in quanto sede del Coc, scuole, impianti sportivi e il Palacongressi. Ad essi si aggiungono 24 aree di attesa, due di accoglienza e due di ammassamento, individuate tenendo conto della facilità di accesso e della loro localizzazione, così da coprire l’intero territorio della città.

Intanto il Comune ha richiesto la dichiarazione dello stato di emergenza e di calamità naturale, alla luce dei danni subiti a causa, oltre che degli allagamenti, anche dei movimenti franosi che hanno colpito diversi punti della zona collinare, ma anche al patrimonio arboreo con la caduta di rami e di alberi. «Montesilvano è purtroppo un territorio fragile – aggiunge l’assessore ai Lavori Pubblici, Valter Cozzi -. Diverse zone collinari, infatti, ancora oggi stanno subendo le conseguenze di frane e smottamenti su cui siamo intervenuti tempestivamente ma che necessitano di lavori di contenimento più radicali. L’ultima emergenza ha infatti causato nuove frane lungo Strada Fosso dello Sportello, che rimane interdetta alla circolazione e Colle Portone, ma ha anche acuito  quella di via Aspromonte. Situazioni di criticità sono anche quelle di Valle Cupa,  Strada della Fontana, via Colombo, via Chiappiniello e Via per San Giovanni, lungo la passeggiata di Montesilvano Colle e sul lungofiume Saline. A ciò si aggiungono condutture idriche rotte, nonché conseguenze sul manto stradale su cui in questi giorni sono in corso i lavori di risistemazione. Il bilancio dei danni dovuti a questa ultima ondata di maltempo è consistente. Per fronteggiare tali conseguenze e restituire servizi efficienti e sicuri auspichiamo che la Regione e il governo centrale offrano un sostegno finanziario significativo per permettere ai Comuni di dare così una risposta concreta ai propri cittadini».

 

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Consulta riscrive l’Italicum e cancella il ballottaggio

Via il turno di ballottaggio, resta il premio di maggioranza. Restano le pluricandidature dei capilista, ma la scelta finale del collegio in cui si viene eletti è affidata ad un sorteggio. La Corte costituzionale ha riscritto così l'Italicum, bocciando in parte la legge voluta dal governo Renzi. La sentenza prevede che la legge elettorale corretta dai giudici sia "suscettibile di immediata applicazione". Sotto la lente della Consulta, i ricorsi presentati da cinque diversi Tribunali ordinari. E' stata rigettata - è scritto nel comunicato finale diffuso dalla Corte al termine di una lunghissima camera di consiglio - la questione di costituzionalità relativa al premio di maggioranza al primo turno, che era stata sollevata dal Tribunale di Genova. Mentre sono state accolte le questioni - sollevate dai giudici di Torino, Perugia, Trieste e Genova - relative al turno di ballottaggio: è incostituzionale, ha sentenziato la Corte. E incostituzionale è stata dichiarata anche la norma che consente al capolista eletto in più collegi di scegliere a sua discrezione il proprio collegio d'elezione: in casi come questi a decidere sarà un sorteggio.

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Pagano: La gestione dell’emergenza e’ stata pessima

"L'Abruzzo piegato dal maltempo, che piange i suoi morti e le devastazioni, ha ferite ancora aperte di cui deve essere interessato il Parlamento. Perche' gli errori compiuti nella gestione delle emergenze non possono e non devono piu' ripetersi". Lo afferma il coordinatore regionale di Forza Italia in Abruzzo, Nazario Pagano. "La nostra regione - aggiunge Pagano - e' stata martoriata dalla furia della Natura e dall'inadeguatezza delle strutture, sopperite dall'ammirevole e commovente slancio dei singoli, dei volontari, dei vigili del fuoco, della Protezione civile, dalle forze dell'ordine e di quanti si sono spesi per dare una mano a tutti i livelli. Oggi si impone una riflessione sugli aspetti e sulle manchevolezze della gestione della macchina dei soccorsi su un'emergenza che era stata preannunciata e alla quale si doveva far fronte con lucidita' e funzionalita'. Cose che sono invece mancate. Ma quel che piu' amareggia e' lo sconcertante rimpallo di responsabilita' tra persone e istituzioni al quale abbiamo assistito. La gestione dell'emergenza e' stata pessima. Affinche' tutto cio' non si ripeta, occorre agire proprio sulla gestione della macchina dei soccorsi e dell'emergenza, perche' l'Abruzzo oggi e' in ginocchio". 

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