Primo Piano

Di Pillo lascia il M5S e alle amministrative si schiera con Costantini

"Voglio rendere noto che dopo una lunga agonia, per il sottoscritto e non solo, il Movimento Cinque Stelle e' morto. Ho parlato a suo tempo con tutti i vertici del M5S per manifestare quello che stava accadendo, ma e' stato tutto inutile. Per queste ragioni scendero' comunque in campo alle prossime elezioni amministrative, correndo con il Polo Civico che sosterra' la candidatura a Sindaco di Carlo Costantini, persona a cui mi lega un rapporto di stima di lunga data". Queste alcune delle frasi dette fra le lacrime da Massimiliano Di Pillo consigliere comunale di Pescara che lascia dopo dieci anni di impegno politico ufficialmente il Movimento Cinque Stelle in polemica con i vertici del Movimento dopo una lunga riflessione e che ha visto come goccia che ha fatto traboccare il vaso, l'esclusione dalla piattaforma Rousseau della lista per le elezioni amministrative presentata da Di Pillo, candidato come consigliere e non sindaco. "Impieghero' le mie forze per salvaguardare il lavoro fatto in questi anni - ha spiegato Di Pillo - nel rispetto dei tantissimi cittadini che mi hanno chiesto di continuare ad essere un loro punto di riferimento e per evitare che persone senza scrupoli, dopo essersi impossessate del mio caro movimento, lo facciano anche con la mia citta'". Nel corso della conferenza stampa, assieme ad alcuni ex attivisti che hanno lasciato con Di Pillo il M5S, e che faranno parte della lista in appoggio del candidato sindaco Carlo Costantini, Di Pillo ha poi rivelato anche il suo futuro politico. "Da oggi parte un nuovo progetto - ha spiegato - che ci vedra' al fianco di Costantini con cui mi sono visto e gia' confrontato, ma solo dopo l'esclusione della mia lista dalla Piattaforma Rousseau. Da tempo avevamo appoggiato in Regione come M5S con il consigliere Riccardo Mercante la proposta lanciata da Costantini sulla Grande Pescarae da qui ripartiremo. Ricordo che Carlo era al nostro fianco quando il Movimento Cinque Stelle inizio' a presentare le sue liste alle elezioni amministrative".

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Oltre 500 infermieri in Abruzzo pronti ad andare in pensione con quota 100

Oltre 500 infermieri in Abruzzo sono pronti ad andare in pensione anticipata approfittando della "quota 100", con l'effetto di rendere ancora piu' pesante la gia' grave carenza di personale sanitario nelle Asl che rischia di portare a un 'buco' stimato in 2.482 unita'. In Abruzzo si potrebbe arrivare a 155,93 professionisti sanitari mancanti ogni 100mila abitanti, la media nazionale e' 126. A lanciare l'allarme e' il presidente dell'Ordine delle professioni infermieristiche (Opi) della provincia di Chieti, Giancarlo Cicolini, citando dati del Centro studi della Federazione nazionale ordini professioni infermieristiche (Fnopi). "Chiediamo alle Aziende sanitarie locali, per quanto ci riguarda quella di Lanciano Vasto Chieti - scrive Cicolini in una nota - di accelerare le procedure concorsuali e tutti gli strumenti per l'assunzione di nuovo personale. Chiediamo un confronto immediato all'assessore regionale alla Sanita', Nicoletta Veri', per illustrare la gravita' della situazione e cercare insieme le soluzioni piu' rapide ed efficaci".

Sono 1.996 in Abruzzo gli infermieri che, al 31 dicembre 2018, hanno maturato i requisiti previsti da "quota 100": di questi, la Fnopi valuta che 599 potrebbero effettivamente usufruirne, il 59,11% del personale sanitario (compresi medici e altre figure) considerati in uscita nei prossimi mesi. Si aggiungono 481 pensionamenti ordinari, per raggiunti limiti d'eta' a fine dicembre 2018, che si sommano alla strutturale carenza di 1.452 infermieri rispetto alle reali esigenze dei cittadini. Ne mancano, si legge nella nota dell'Opi di Chieti, 719 necessari per assistenza alle persone fragili (anziani, malati cronici, non autosufficienti e pazienti che necessitano di gestione sanitaria costante) e altri 733 infermieri secondo i parametri per le dotazioni organiche fissati dall'Unione europea e che l'Italia, e l'Abruzzo, non rispettano. 

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Pescara, il candidato sindaco è Carlo Masci (Forza Italia)

Nelle prossime ore si avra' l'ufficialita'. Ma a meno di clamorosi colpi di scena sara' Carlo Masci il candidato sindaco per la coalizione di centrodestra alle elezioni amministrative di Pescara. La decisione, presa dai vertici di Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia in un vertice tenuto in giornata, e' servita per ha sciogliete le riserve, e assegnare cosi' a Forza Italia il candidato sindaco. Masci, avvocato pescarese, da decenni in politica, e in passato gia' in corsa per la carica di primo cittadino, e' attualmente consigliere comunale di Forza Italia. Masci al momento preferisce pero' non rilasciare dichiarazioni ufficiali. 

"C'e' molta soddisfazione da parte mia e di Forza Italia: Pescara e' una citta' fondamentale nella geografia politica della nostra regione. Carlo Masci e' una figura di grande equilibrio, saggezza e competenza. Siamo convinti che il centrodestra unito vincera' questo appuntamento elettorale". Cosi' il senatore Nazario Pagano, coordinatore regionale di Forza Italia, commenta la decisione di candidare Masci a sindaco di Pescaraper il centrodestra. Pescara, infatti, e' una delle 26 citta' capoluogo per cui Berlusconi, Salvini e Meloni, nel corso di un incontro ad Arcore, hanno indicato i candidati sindaci in vista delle elezioni, oltre all'aspirante governatore della Regione Piemonte. In caso di vittoria del centrodestra, sottolinea Pagano, "per Pescara, dopo anni di malgoverno e sofferenza dei cittadini, si aprira' una fase nuova. La citta' merita un'amministrazione di alto livello. Come nessun altro, Carlo Masci e' un profondo conoscitore dei problemi di Pescara", conclude il coordinatore regionale di Fi

"La decisione e' stata presa da Salvini, Berlusconi e Meloni", dichiara il coordinatore regionale della Lega, Giuseppe Bellachioma, che, dopo settimane di trattative in cui si ipotizzava un aspirante primo cittadino in quota Lega, commenta: "Nel nostro partito esistono soldati e i soldati rispettano gli ordini". "Come sempre - dice Bellachioma - faremo la nostra battaglia ed aiuteremo il centrodestra a vincere. Faremo di tutto per mettere in campo una lista fortissima, perche' Pescara torni ad essere amministrata dal centrodestra".

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Rottamazione-ter, Marsilio: appello a Governo e Parlamento

 "La rottamazione ter ha escluso, di fatto, l'Abruzzo, causando disparita' di trattamento nei confronti di molti cittadini". Lo ha affermato il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, in merito alla nuova definizione agevolata delle cartelle 2019. "In passato - osserva - non e' stato possibile modificare il testo e inserire le concessionarie private che si occupano di riscossione tributi. Di conseguenza, da questa nuova rottamazione sono stati esclusi quei cittadini che hanno ricevuto le cartelle esattoriali per il pagamento di tasse relative al periodo 2000-2017". Con la rottamazione-ter il Governo ha dato la possibilita' a chi voglia mettersi in regola di pagare il carico dovuto senza le sanzioni o gli interessi di mora intervenuti successivamente. Inoltre e' possibile pagare a rate semestrali in cinque anni. "All'atto pratico - aggiunge Marsilio - appare chiaro che questa scelta provoca una discriminazione nei confronti dei cittadini abruzzesi, che sono incolpevoli. Cittadini che adesso non possono aderire a questo strumento. Faccio appello a Governo e Parlamento affinche' nella prima occasione utile possa essere estesa la rottamazione anche alle cartelle emesse dai concessionari privati", ha concluso il presidente Marsilio

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Dati Cisl, in Abruzzo prosegue spopolamento e cala di 1.780 il numero di alunni

"Lo spopolamento della scuola abruzzese prosegue inesorabilmente anche per l'anno scolastico 2019-2020". Il prossimo anno 1780 alunni in meno frequenteranno le scuole abruzzesi. La diminuzione della popolazione scolastica equivale alla cancellazione di 3 scuole. Ancora piu' preoccupante si presenta il fenomeno perche' di 1780 alunni in meno ben 1623 sono concentrati tra infanzia (-598) e primaria (-1025). Lo rende noto la Cisl Scuola Abruzzo Molise, citando i dati dell'Ufficio Scolastico Regionale e sottolineando che "i prossimi anni saranno in diminuzione piu' consistente anche le scuole medie e superiori". A livello provinciale, lo spopolamento e' piu' consistente nella provincia di Chieti e meno nella provincia di Pescara. Le diverse crisi lavorative in atto in Abruzzo, segnala la Cisl, hanno aggravato la diminuzione demografica e "confermano quei segnali che fanno prefigurare una regione meno popolosa e meno ricca, soprattutto nelle aree interne". "Il dato, apparentemente in forte diminuzione, della presenza di alunni portatori di handicap nelle classi - dice il segretario generale della Cisl Scuola, Davide Desiati - sembra corrispondere, al momento, piu' ad un processo di revisione dei diritti degli alunni che ad una effettiva diminuzione dell'incidenza. L'introduzione di un nuovo sistema di richiesta ed attribuzione del diritto all'insegnante di sostegno sembrerebbe determinare una revisione in senso peggiorativo delle conferme dei riconoscimenti di diritti agli alunni"

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Zes, Febbo: recuperiamo i ritardi della giunta D’Alfonso

"Nonostante il ritardo accumulato e procurato alla Regione Abruzzo sull'istituzione della Zona economica speciale si continua a mescolare e fare confusione sul tema dell'autorita' Portuale e i corridoi strategici di trasporto e comunicazione. Quella dell'onorevole Camillo D'Alessandro e' una interrogazione provocatoria ed inefficace dal punto di vista economico e decisionale e francamente non capisco proprio dove trova il coraggio di argomentare erigendosi a professore sulla Zes dopo il pastrocchio, il disastro ed il caos che lui e il governo regionale di centrosinistra hanno realizzato su questo importante strumento". Lo ha detto l'assessore allo Sviluppo Economico della Regione Abruzzo, Mauro Febbo (FI), in replica all'interrogazione del deputato Pd Camillo D'Alessandro sull'istituzione della Zona economica speciale (Zes).

"Il richiamo a Civitavecchia - ha spiegato Febbo - e' stato fatto dal presidente Marsilio riferendosi all'autostrada del mare, corridoio 5, che nulla a che fare con la Zes. Ricordo come il precedente esecutivo guidato da D'Alfonso invece di arrivare ad una definitiva, concreta e proficua perimetrazione della Zes ha perso 18 mesi facendo solo convegni ed incontri inutili senza mai deliberare come richiesto dagli uffici del Ministero. Si tratta - ha sottolineato Febbo - di una perimetrazione totalmente diversa da quella pensata e condivisa dai sindaci interessati e dalle associazioni imprenditoriali coinvolte dove mancano interi territori importanti con insediamenti industriali strategici come ad esempio Fara Filiorum Petri e zone stralciate improvvisamente come successo nei territori di Vasto, San Salvo e Paglieta. Adesso l'impegno del nuovo esecutivo e del sottoscritto e' di recuperare il tempo perso e intervenire immediatamente per arrivare ad una seria, concreta, credibile e funzionale zonizzazione e perimetrazione delle aree ricadenti all'interno della Zes tenendo conto delle istanze territoriali e delle potenzialita' economiche indicate da tutti gli attori. D'Alessandro - conclude - puo' stare tranquillo: Marsilio ed il sottoscritto hanno idee ben chiare su come e con quali attori ed autorita' strategici avvalersi per realizzare sia la Zes sia le altre opportunita' rimaste nel cassetto per capricci, litigi e indecisionismo del centrosinistra".

La replica di Camillo D'Alessandro

“Dopo neanche un mese dall’insediamento del nuovo consiglio regionale la Giunta, di cui fa parte Febbo, è stata smentita in diretta nazionale dal Governo nazionale in cui fa parte un loro alleato di Governo, la Lega , ed invece di andarsi a nascondere ha il coraggio di continuare a parlare “

“Febbo è il più smentito dalla storia : aveva sostenuto che il Masterplan non era vero, ed ora utilizza i fondi del Masterplan, aveva sostenuto che i fondi Cipe non erano veri ed ora utilizzano i fondi Cipe stanziati dal precedente governo, aveva sostenuto che non esisteva la Zes ed oggi si accorge che l’iter è concluso"

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Istat, a febbraio 2019 riduzione di esportazioni e importazioni

A febbraio 2019 e' stata stimata una riduzione rispetto congiunturale per entrambi i flussi commerciali con i paesi extra Ue, piu' marcata per le esportazioni, -2,2%, rispetto alle importazioni, -0,1%. E' quanto ha rilevato l'Istat nel suo ultimo rapporto riguardante il commercio estero ed extra Ue. La riduzione sarebbe diffusa, secondo l'istituto di statistica, a tutti i raggruppamenti principali di industrie, a eccezione dei beni strumentali. Le vendite di prodotti della cantieristica navale verso gli Stati Uniti contribuiscono per oltre due punti percentuali alla marcata crescita tendenziale dell'export nazionale verso i paesi extra Ue, cui si aggiunge la positiva performance delle vendite di macchinari e apparecchi e dei prodotti in pelle. Infatti, la flessione congiunturale delle esportazioni e' risultata estesa a quasi tutti i raggruppamenti principali di industrie, con l'eccezione dei beni strumentali, +5,2%. Dal lato dell'import, la contrazione congiunturale e' risultata piu' intensa per i beni intermedi, -4,0%, e i beni di consumo durevoli, -3,1%. Gli acquisti di beni di consumo non durevoli, +4,0%, e di energia, +3,1%, sono invece risultati in aumento. Nell'ultimo trimestre, la dinamica congiunturale dell'export verso i paesi extra Ue e' risultata negativa, -0,6%, con una flessione molto accentuata per l'energia, -26,8%, e di intensita' minore per i beni strumentali, -2,1%. Nello stesso periodo, le importazioni sono in diminuzione congiunturale, -5,2%, determinata soprattutto dalla marcata flessione registrata dall'energia, -12,8%, e dai beni di consumo durevoli, -6,5%

A febbraio 2019, le esportazioni sono aumentate su base annua, +6,1%. L'incremento e' stato rilevante per i beni di consumo non durevoli, +13,8%, e i beni strumentali, +7,8%. Al netto dei prodotti energetici la crescita complessiva e' passata a +7,5%. Le importazioni hanno registrato un aumento tendenziale,+5,6%, determinato dai beni di consumo non durevoli, +10,4%, beni intermedi, +9,1%, e beni strumentali, +6,9%. Il saldo commerciale a febbraio 2019 e' stato stimato pari a +2.162 milioni, in aumento rispetto a +1.975 milioni di febbraio 2018. Da inizio anno e' aumentato l'avanzo nell'interscambio di prodotti non energetici, da +7.411 milioni di gennaio-febbraio 2018 a +7.928 milioni di gennaio-febbraio 2019. A febbraio 2019 l'export verso Stati Uniti, Giappone, +20,6% entrambi, e Svizzera, +16,5%, e' risultato in forte aumento su base annua. In diminuzione, le vendite di beni verso Turchia, -28,9%, paesi Opec, -7,8%, e paesi Mercosur, -5,5%. Gli acquisti da paesi Asean, +38,3%, Giappone, +26,4%, Stati Uniti, +22,3%, e Turchia, +13,6%, hanno registrato incrementi tendenziali molto piu' ampi della media delle importazioni. 

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Masterplan, anticipi fino al 60 per cento

"Un provvedimento che consentira' di accelerare la realizzazione delle opere, garantendo alle imprese di lavorare con maggiore serenita' e, quindi, meglio". Lo afferma l'assessore all'Urbanistica della Regione Abruzzo, Nicola Campitelli, dopo l'approvazione - avvenuta oggi in Giunta regionale - della delibera che aumenta dal 10 al 60 per cento l'anticipazione dei finanziamenti concessi alle Province per l'attuazione dei progetti a valere sul Masterplan Abruzzo. Il documento permettera' di erogare complessivamente circa 28 milioni di euro alle quattro amministrazioni provinciali, in qualita' di soggetti attuatori degli interventi. La delibera autorizza le strutture amministrative della Regione a sottoscrivere con gli enti i necessari atti aggiuntivi alle convenzioni gia' stipulate. "L'obiettivo del nostro governo - conclude Campitelli - e' far aprire nel piu' breve tempo possibile i cantieri, dando cosi' un contributo sostanziale al rilancio dell'economia regionale". 

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L’Aquila, il sindaco Biondi ritira le dimissioni e presenta la nuova Giunta

Il sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi, ha ritirato le dimissioni presentate nei giorni scorsi per denunciare il mancato trasferimento di 10 milioni di euro da parte del Governo di maggiori spese e minori entrate a causa del terremoto del 2009 e per la crisi interna alla maggioranza di centrodestra che governa il comune dal giugno del 2017. In una conferenza stampa alla quale ha partecipato il presidente della Regione, Marco Marsilio, il primo cittadino ha presentato anche la nuova giunta, il cui assetto per mesi non e' stato al completo per la mancata sostituzione di assessori revocati e dimessi per nuovi incarichi. Si tratta di Fabrizio Taranta, Francesco Bignotti, Carla Mannetti, Monica Petrella, Daniele Ferella, Vittorio Fabrizi, Raffaele Daniele (vice sindaco), Fausta Bergamotto, Fabrizia Aquilio. Biondi nel sottolineare che l'amministrazione era ad un bivio e che serviva una scossa, ha informato che da Roma ha ricevuto comunicazione ufficiale secondo cui i fondi statali per l'approvazione del bilancio sono contenuti nel decreto che sara' approvato nella Conferenza Stato Regioni del 28 marzo che poi sara' alla firma del viceministro Matteo Salvini e che sempre da Roma e' giunta la richiesta di proroga presentata al ministero dell'Interno riferita all'approvazione di bilanci di comuni terremotati del Centro Italia, tra cui la stessa L'Aquila. 

Queste le nuove deleghe. Pierluigi Biondi: Programmazione e gestione programma ReStart; Cultura; Piano strategico, citta' territorio; Rapporti con Enti, istituzioni e fondazioni; Sanita'; Rapporti con l'universita'. Fabrizia Aquilio: Turismo e promozione immagine della citta'; Contenzioso; Avvocatura; Rapporti internazionali. Fausta Bergamotto: Personale, Partecipate, Valorizzazione patrimonio; Politiche del credito. Francesco Cristiano Bignotti: Agricoltura; Politiche sociali; Politiche educative e scolastiche; Asili nido; Politiche abitative; Politiche per l'immigrazione; Assistenza alla popolazione; Politiche per gli studenti universitari; Partecipazione. Raffaele Daniele: vice sindaco, Commercio, attivita' produttive, suap e fiere; Ricostruzione beni pubblici; Piano sviluppo Gran Sasso; Politiche economiche, finanziarie e bilancio; Razionalizzazione della spesa; Politiche delle entrate. Vittorio Fabrizi: Ricostruzione privata; Opere pubbliche; Patrimonio; Manutenzioni ordinarie e straordinarie; Lavori pubblici; Espropri; Sport (impiantistica e promozione sportiva, grandi eventi sportivi) Daniele Ferella: Politiche urbanistiche; Edilizia; Pianificazione; Ispettorato urbanistico; Rapporto Giunta/Consiglio. Carla Mannetti: Trasporti e infrastrutture; Mobilita' urbana; Sicurezza stradale; Polizia municipale; Politiche comunitarie e rapporti con le istituzioni; Smart city; Servizi demografici. Monica Petrella: Politiche giovanili, Pari opportunita', Riorganizzazione dei tempi e degli orari della citta'; Informatizzazione e innovazione tecnologica; Urp e semplificazione amministrativa; Comunicazione; Fascicolo del cittadino. Fabrizio Taranta: Territori; Ambiente; Rifiuti; Gestione e manutenzione del verde pubblico; Attivita' estrattive; Energia; Protezione civile; Usi civici; Sicurezza urbana; Videosorveglianza, gestione e manutenzione cimiteri.

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Clima, sul podio ci sono Imperia, Catania e Pescara

Sul podio del clima migliore in Italia ci sono Imperia, Catania e Pescara, con sei città del Sud e delle Isole nella top ten. Pianura Padana agli ultimi posti con Pavia, Vercelli, Novara e Lodi. In occasione del trentesimo anniversario della 'Qualità della vita', la classifica annuale sulle province italiane in cui si vive meglio, Il Sole 24 Ore pubblica anche la prima di una serie di tappe di avvicinamento alla classifica di fine anno mettendo per la prima volta a confronto le performance climatiche delle 107 città capoluogo di provincia in Italia. Il risultato è un indice del benessere climatico che fotografa il territorio attraverso 10 indicatori, ciascuno dei quali analizza l'andamento di un particolare fenomeno meteorologico città per città: ore di sole, ondate di calore, umidità relativa, raffiche di vento, brezza estiva, giorni freddi, piogge e nebbia sono alcuni degli eventi indagati per raccontare il gradimento del clima da parte della popolazione. La top ten della classifica per il tempo più mite, accanto a Catania e Pescara, vede la presenza di altre sei città del sud e delle isole: Bari, Crotone, Barletta Andria Trani, Cosenza e Siracusa. Premiato in generale il clima marino e penalizzato quello continentale. Nella top ten tutte città che si trovano sulle coste italiane: oltre alle prime tre, anche Livorno, Bari e Barletta Andria Trani, Savona, Crotone e Siracusa. Ad aggiudicarsi lo 'scettro' di capitale del clima peggiore è Pavia: in generale la Pianura Padana si posiziona agli ultimi posti della classifica con Vercelli, Novara e Lodi.

Altri record: Siracusa si distingue per le ore di sole, Perugia per la brezza estiva e le città liguri per minori ondate di calore; Aosta e Sondrio tra le prime classificate (insieme alla già citata Imperia) per l'assenza di giorni di nebbia; Mantova, che si trova al 99esimo posto, è la provincia che negli ultimi 10 anni ha registrato l'aumento più significativo della temperatura media dal 2008 al 2018, pari a quasi un grado centigrado; Milano è tra le ultime dieci (96esimo posto), ultima tra le grandi metropoli dietro Bologna (75esimo), Roma (21esimo), Napoli (43esimo) e Firenze (51esimo). Il Sole 24 Ore pubblica anche i risultati di una ricerca sui cambiamenti climatici in Italia dal 1800 a oggi. Dalla ricerca, avviata alla fine degli anni 90 dall'Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima (Isac) del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) in collaborazione con l'università di Milano (UmiMi), emerge che rispetto all'anno 1800 l'Italia oggi è più calda di 2,3 gradi in media. La temperatura è salita soprattutto d'estate, la stagione che ha risentito maggiormente del riscaldamento climatico: in particolare, l'impennata si concentra per lo più dopo il 1980, data oltre la quale i termometri hanno segnato in media mezzo grado in più per ogni decennio. In Italia il 2018 è stato l'anno più caldo mai registrato dal 1800. Le scarse precipitazioni dell'inverno appena trascorso sono state, su scala nazionale, del 35% inferiori rispetto alla media. A farne le spese è soprattutto il Nord, dove il deficit sfiora il 50%, ovvero ha piovuto la metà di ciò che solitamente piove in inverno

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