Primo Piano

Bandiera blu, sono 10 i vessilli in Abruzzo

Sono dieci le Bandiere blu 2019 assegnate all'Abruzzo. Il decimo vessillo, rispetto alle 9 dello scorso anno, e' per Villalago. Confermata dalla Federazione per l'educazione ambientale, Fee Italia, la qualita' delle acque e dei servizi connessi alla balneazione per le altre localita' abruzzesi. Per i porti confermato il Marina di Pescara. In totale le spiagge premiate in Italia sono 385. In dettaglio le localita' abruzzesi che hanno avuto il riconoscimento: Teramo: Tortoreto - Spiaggia del Sole; Giulianova - Lungomare Spalato-Rodi, Lungomare Zara; Roseto degli Abruzzi - Lungomare Sud, Lungomare Nord, Lungomare Centrale; Pineto - Lungomare dei Pini/Pineta Catucci, S.Maria a Valle Nord, S.Maria a Valle Sud, Torre Cerrano, Corfu', Villa Fumosa; Silvi - Lungomare Centrale, Parco Marino Torre del Cerrano, Arenile Sud Chieti: Fossacesia - Fossacesia Marina; Vasto - Punta Penna, Vignola; San Salvo - San Salvo Marina; L'Aquila: Villalago - Villalago; Scanno - Acquevive-Gestione Ciccotti, Parco dei Salici.

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Gran Sasso: i gruppi consiliari “Partito Democratico”, “Legnini Presidente” e “Abruzzo in Comune” richiedono la convocazione Consiglio regionale straordinario

I gruppi consiliari “Legnini Presidente“, “Partito Democratico” e “Abruzzo in Comune” richiedono la convocazione di un Consiglio regionale straordinario, ai sensi dell’articolo 17 dello statuto della Regione Abruzzo, allo scopo di sviluppare un confronto con tutte le componenti consiliari ed approvare un documento contenete indirizzi riguardanti le iniziative da intraprendere e le misure urgenti da adottare per la messa in sicurezza dell’acquifero del Gran Sasso, della sede autostradale e dei laboratori Infn.

I gruppi consiliari di centrosinistra, stante l’eccezionale rilevanza dell’ecosistema del Gran Sasso e dell’enorme importanza degli interessi coinvolti, riguardanti la salubrità delle acque, il collegamento autostradale, la ricerca scientifica di rilievo internazionale, ritengono urgente assumere precise misure ed iniziative per l’attuazione di quanto già indicato nelle delibere di giunta regionale del 25 gennaio 2019 e del 29 aprile 2019.

In particolare ritengono che l’istituzione regionale debba assumere le seguenti iniziative:

  1. RICHIESTA AL GOVERNO DI FINANZIAMENTO URGENTE, CON APPOSITO PROVVEDIMENTO LEGISLATIVO, DEGLI INTERVENTI NECESSARI PER SUPERARE LA CRITICITA’ DEL SISTEMA DEL GRAN SASSO PER UN TOTALE DI 172 MLN DI EURO
    Sulla scorta delle conclusioni della Commissione tecnica e delle indicazioni contenute nella delibera di G.R. del 25.01.2019 e ribaditi nella delibera di G.R del 29.4.2019, stante l’inderogabilità e l’urgenza dell’esecuzione degli interventi individuati e dell’impossibilità di provvedervi con le risorse proprie degli enti titolari delle infrastrutture e delle funzioni che compongono il sistema del Gran Sasso, di richiedere al Governo di provvedere con assoluta urgenza a finanziare, con uno specifico provvedimento legislativo, gli interventi individuati con risorse  straordinarie a carico del Bilancio dello Stato;
  2. AGGIORNAMENTO E RINNOVO DELL’OPERATIVITA’ DEL PROTOCOLLO D’INTESA DEL 7-9-2017 CON PREVISIONE DELLA PARTECIPAZIONE DEI SINDACI E DELLE ASSOCIAZIONI
    In considerazione del positivo andamento delle attività di prevenzione del rischio a tutela della qualità delle acque del sistema idrico contemplate nel Protocollo di intesa del 7.9.2017, di provvedere all’aggiornamento e rinnovo della sua operatività almeno fino alla conclusione degli interventi  necessari per il definitivo superamento delle criticità rilevate; di provvedere altresi a garantire forme di partecipazione costante dei Sindaci interessati, delle associazioni datoriali e sindacali e delle associazioni aventi come finalità la tutela dell’ambiente e della salubrità dell’acqua, individuando i criteri di rappresentatività sulla base degli esiti del confronto svoltosi in II Commissione del 10 luglio 2018;

  3. NOMINA DI UN COMMISSARIO STRAORDINARIO PER LA SOLA ESECUZIONE DEGLI INTERVENTI E MANTENIMENTO IN CAPO AL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE DI UN RUOLO DI IMPULSO E COORDINAMENTO E AGLI ALTRI ORGANI E STRUTTURE REGIONALI E A TUTTI I SOGGETTI PUBBLICI COINVOLTI NELLE RISPETTIVE COMPETENZE
    di provvedere a specificare che la nomina del Commissario, da ultimo richiesta con delibera di Giunta regionale del 29/4/2019, è  da intendersi formulata ai sensi dell’art. 4 del  decreto legge n. 32 del 18 aprile 2019 e che pertanto, salvo i poteri esecutivi ed operativi che saranno attribuiti al nominando commissario straordinario, permangono in capo a ciascuno dei soggetti pubblici le competenze e gli obblighi previsti a legislazione vigente; conseguentemente , di prevedere  che il Presidente della Giunta Regionale, nell’esercizio dei poteri e delle prerogative previste dall’art. 44 dello Statuto della Regione Abruzzo ed avvalendosi delle strutture regionali, provveda a garantire l’individuazione delle modalità di coordinamento e verifica degli interventi e delle iniziative che saranno intraprese  e progettate dai soggetti pubblici titolari delle diverse funzioni pubbliche coinvolte, riconvocando ove necessario  il Gruppo di lavoro costituito da tutti gli enti a vario titolo coinvolti nella gestione del sistema idrico del Gran Sasso, e richiedendo ai Ministeri competenti (MIT, Ministero per l’Ambiente, MIUR)  di individuare congiuntamente speciali forme  di coordinamento;
  4. INDIVIDUAZIONE DELLE FORME PIU’ EFFICACI DI INFORMAZIONE E PARTECIPAZIONE DI CITTADINI E ASSOCIAZIONI CON RIGUARDO AL MONITORAGGIO DELLA QUALITA’ DELLE ACQUE
    di  provvedere ad individuare le iniziative  necessarie per garantire  la più efficace informazione e partecipazione di cittadini e imprese, con particolare riguardo  alle attività di prevenzione dei rischi, di monitoraggio della qualità delle acque ed early warning,  attività e avanzamento degli interventi previsti dagli enti competenti alla tutela e controllo e dai soggetti insistenti sull’acquifero; 
  5. REVOCA DELLA DECISIONE DI CHIUSURA DEL TUNNEL DEL GRAN SASSO 
    di richiedere al Ministero delle Infrastrutture e alla concessionaria Strada dei Parchi, ciascuno per quanto di competenza, di revocare la decisione di chiusura  del tunnel del Gran Sasso sull’autostrada A24  comunicata in data 5/4/2019 con nota SDP 5958/2019.

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Ciclovia adriatica, protocollo tra Ministero e 6 Regioni

Un protocollo d'intesa per la progettazione e la realizzazione della Ciclovia turistica "Adriatica" sara' siglato a Roma, nella sede del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, tra lo stesso ministero e le Regioni Marche (capofila), Veneto, Emilia Romagna, Molise, Puglia e Abruzzo. Per il completamento e' prevista una prima tranche di finanziamento di circa 19 milioni di euro. Lo ha confermato l'assessore al Turismo della Regione Abruzzo, Mauro Febbo, nel corso di una conferenza stampa a Pescara tenuta al termine di una riunione con i sindaci delle 19 citta' costiere abruzzesi interessate dal progetto "Bike to Coast", parte fondante della ciclovia adriatica che colleghera' il Veneto con la Puglia. Il percorso abruzzese, 131 chilometri, e' a buon punto, ma non e' ancora concluso: mancano circa 45 km di percorso per realizzare la ciclovia sulla costa abruzzese che rappresenta la parte piu' avanzata dell'intera costa adriatica. "La sottoscrizione del protocollo - ha detto Febbo - rientra nel progetto Bicitalia che rappresenta la rete delle ciclovie nazionali di piu' ampio respiro e prevede risorse importanti anche per l'Abruzzo. Come Regione siamo estremamente sensibili al tema della mobilita' sostenibile visto che la nostra 'Bike to Coast' comprende anche la meravigliosa Via Verde della Costa dei Trabocchi, gia' oggetto di interesse di turisti e tour operator. L'incontro di oggi con i 19 sindaci e' servito a comprendere lo stato dell'arte dei lavori sui 131 km che attraversano i territori di tre amministrazioni provinciali. Al momento sono fruibili circa 80-85 chilometri, ma e' nostra intenzione risolvere le criticita' che ostacolano il completamento, nonche' uniformare la progettualita' individuando aspetti cromatici che la distinguano unitariamente e uniformita' della segnaletica. Abbiamo dato indicazioni precise ai sindaci per avere notizie certe sullo stato avanzamento lavori anche alla luce degli interventi previsti da Rete Ferroviaria Italiana (Rfi)".

All'incontro ha partecipato anche il presidente della Fiab (Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta), Alessandro Tursi, che ha esortato a investire sull'interconnessione bici/treno per consentire alla ciclovia di essere parte integrante della mobilita' anche urbana, assumendo valenza non solo turistica, bensi' anche di interconnessione tra centri urbani e all'interno delle citta'. Per questo sara' fondamentale intervenire sulla progressiva eliminazione delle barriere architettoniche tra le stazioni ferroviarie e la pista ciclabile, e all'interno delle stazioni stesse, dove i sottopassi necessitano di canaline scivolo per le bici: un aspetto sui cui l'assessore Febbo si e' impegnato ad intervenire in prima persona su Rfi. Febbo ha annunciato che ulteriori finanziamenti per la ciclovia Adriatica potrebbero arrivare da fondi europei per le grandi infrastrutture, come le reti di trasporto trans-europee (Ten-T). Se la Regione riuscira' a portare il progetto all'interno di Eurovelo (la Rete di ciclovie europee mappate e finanziate dall'Unione Europea), ha fatto sapere l'assessore, la ciclovia potrebbe essere collegata a un grande percorso gia' esistente, dal Baltico all'Adriatico (meglio conosciuto come Eurovelo 9 o addirittura proporre un nuovo percorso circumciclabile adriatico-ionico che parte dall'Italia e attraversa Slovenia, Croazia, Albania e Grecia, ovvero tutte le nazioni che si affacciano sull'Adriatico, con intermodalita' bici/nave. Un progetto di cui l'Abruzzo potrebbe proporsi come capofila tra le regioni adriatico-ioniche.

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Primo maggio, Coccia (Cisl): il lavoro continua ad essere un problema grave

''L'Abruzzo non puo' gioire: il lavoro continua ad essere un problema grave, come tutti sanno. Abbiamo un tasso di disoccupazione al 10,8%, mentre nel 2008 all'inizio della crisi era al 6/7%: il che si traduce in 60 mila abruzzesi senza lavoro. In piu' non accenna a calare la disoccupazione giovanile che e'al 29,7%''. Lo afferma il segretario provinciale pescarese Cisl Umberto Coccia, il quale sostiene che ''ci sono tre punti critici. In Abruzzo il lavoro: manca, cambia e si nasconde. Il trend nazionale e' chiaro, si seguono anche i nuovi sistemi di lavoro e di lavoro ce ne sara' sempre meno. Qui poi si paga anche il fatto che e' una regione poco attrattiva, non ci sono investimenti per nuove tecnologie, e che il lavoro nero e' in aumento. Temo - prosegue Coccia - che con il reddito di cittadinanza questo fenomeno possa essere coperto e ci possa essere una ulteriore concorrenza sleale''. Il sociologo De Masi rilancia la proposta di una riduzione dell'orario di lavoro per permettere a tutti di trovare una soluzione: ''Oggi e' una fase di passaggio tra dinamiche di lavoro - commenta all'Ansa Coccia - Si puo' ridurre si', ma a patto che ci sia parita' di salario: questo sforzo si puo' fare, perche' solo un lavoro dignitoso puo' riconsegnare al lavoratore quella dignita' di cui ha diritto''.

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Ondifero (Cgil): solo con il lavoro possono essere ridotte le disuguaglianze sociali

''Ora piu' che mai il Primo Maggio va valorizzato, perche' solo con il lavoro possono essere ridotte le disuguaglianze sociali e rispettati valori costituzionali''. Lo afferma il segretario della Cgil di Pescara Luca Ondifero. ''Quanto all'Abruzzo dico che un pil a +0,1 non e' meno diverso dallo 0, specie quando si ha una disoccupazione al 10% - prosegue parlando Ondifero - la Cgil ha da tempo proposto un Piano straordinario del lavoro, con investimenti massicci per ammodernare questo paese. Sulla proposta del segretario nazionale Maurizio che ha lanciato l'idea di una riunificazione delle sigle sindacali: ''Ci sono evidenti ragioni storiche che ci impongono di ragionare su una unita' delle forze sindacali: il panorama del mondo del lavoro e' mutato rispetto al panorama della grandi fabbriche degli anni 60, va rimodulato il ruolo dei sindacati sulla base di queste mutate condizioni complessive. L'individualismo della societa' contemporanea, la natura stessa dei lavoratoti, ostacola quel senso di idea collettiva, si fatica ad aggregare battaglie comuni. Ecco perche' bisogna riorganizzare il modello unitario, per essere piu' forti''

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Lavoro, cresce il numero degli occupati

A marzo 2019 la stima degli occupati è in crescita rispetto a febbraio (+0,3 per cento, pari a +60 mila unità); anche il tasso di occupazione sale, arrivando al 58,9 per cento (+0,2 punti percentuali). Lo rende noto l'Istat che oggi ha diffuso i dati provvisori degli occupati e disoccupati per il mese di marzo. L'aumento dell'occupazione è determinato da entrambe le componenti di genere e si concentra tra i minori di 34 anni (+69 mila); sono sostanzialmente stabili i 35-49enni mentre calano gli ultracinquantenni (-14 mila). Si registra una crescita dei dipendenti permanenti (+44 mila) e degli indipendenti (+14 mila), mentre risultano sostanzialmente stabili i dipendenti a termine.

Le persone in cerca di occupazione calano del 3,5 per cento (-96 mila). La diminuzione riguarda entrambi i generi e tutte le classi d'età. Il tasso di disoccupazione passa dal 10,5 per cento al 10,2 per cento con un calo di 0,4 punti percentuali. La stima complessiva degli inattivi tra i 15 e i 64 anni a marzo è sostanzialmente stabile come sintesi di una diminuzione tra i minori di 34 anni e un aumento tra gli over 35. Il tasso di inattività è invariato al 34,3 per cento per il terzo mese consecutivo.

Nel periodo da gennaio a marzo 2019 l'occupazione registra una crescita rispetto ai tre mesi precedenti, sia nel complesso (+0,2 per cento, pari a +46 mila) sia per genere. Nello stesso periodo diminuiscono i dipendenti a termine (-1,0 per cento, -31 mila), mentre aumentano sia i dipendenti permanenti (+0,4 per cento, +64 mila) sia gli indipendenti (+0,3 per cento, +14 mila). Nel trimestre all'aumento degli occupati si associa un calo delle persone in cerca di occupazione (-1,8 per cento, pari a -50 mila) e degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-0,1 per cento, -18 mila)

Su base annua l'occupazione cresce dello 0,5 per cento, pari a +114 mila unità. L'espansione interessa entrambe le componenti di genere, i 15-24enni (+63 mila) e gli ultracinquantenni (+210 mila). Al netto della componente demografica la variazione è positiva per tutte le classi di età. In un anno crescono soprattutto i dipendenti a termine (+65 mila) e si registrano segnali positivi anche per gli indipendenti (+51 mila), risultano sostanzialmente stabili i dipendenti permanenti. Nei dodici mesi, la crescita degli occupati si accompagna al calo dei disoccupati (-7,3 per cento, pari a -208 mila unità) e degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-0,3 per cento, -35 mila)

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Cresce nell’ultimo anno il lavoro nelle imprese

Cresce nell'ultimo anno il lavoro nelle imprese. Secondo i dati elaborati dalla Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su base registro imprese al 2018 e 2017, sono 331 mila gli addetti dichiarati dalle imprese in più in Italia, +2%, su 17 milioni totali. In Lombardia, con 4 milioni di addetti, uno su quattro del totale nazionale, ci sono 113 mila addetti in più in un anno (+3%). Milano è prima per numero di addetti delle imprese con 2,2 milioni, seguita da Roma (1,5 milioni), Torino (751 mila) e Napoli (567 mila). Tra le prime 20 in Italia anche Brescia (5° con 416 mila addetti), Bergamo (7° con 386 mila), Monza Brianza (17° con 236 mila) e Varese (21° con 209 mila). Milano è anche prima per crescita in un anno (67 mila addetti in più, +3%) seguita da Roma (29 mila in più, +2%). Tra le prime più rapida la crescita a Bolzano, 11 mila addetti in più, +5% e a Mantova con 9 mila in più, +7%. E' il settore manifatturiero ad avere più addetti, 990 mila in Lombardia e 3,8 milioni in Italia, seguito dal commercio, 737 mila e 3,3 milioni. In Lombardia il terzo settore è quello dei servizi alle imprese (541 mila addetti), in Italia i servizi di alloggio e alla ristorazione (1,7 milioni). 

In Italia il 14,7% degli addetti (2,5 milioni) è in imprese femminili, in Lombardia il 10% (419 mila, +1,8% in cinque anni, con un picco a Milano, 148 mila, +6,5% dal 2013 al 2018). Se per numero di addetti delle imprese femminili prime sono Roma (179 mila), Milano (148 mila) e Napoli (100 mila) sono Benevento, Prato, Enna e Frosinone dove le donne danno più lavoro, con circa un posto su quattro. In Lombardia la prima è Pavia col 18%. Il 5% degli addetti italiani, circa 905 mila, lavora in imprese straniere, un dato in crescita del 5,6% in un anno. In Lombardia sono 197 mila e pesano il 4,8% sugli addetti delle imprese lombarde, +23% in cinque anni. Prime per stranieri datori di lavoro sono Prato col 34% degli addetti totali del territorio, poi Firenze, Imperia e Teramo (10% circa). In Lombardia prime per peso sono Pavia e Lodi (7% del totale). Sono infine 939 mila gli addetti delle imprese giovani in Italia e 142 mila in Lombardia, pesano rispettivamente il 5,4% e il 3,4% su tutti gli addetti d’impresa. Prime per numero di addetti nelle imprese giovani sono Roma con circa 65 mila, Napoli con 63 mila e Milano, con circa 55 mila, mentre per peso degli addetti sul totale prime sono Crotone, Reggio Calabria e Caserta con oltre il 10% di tutti i posti nelle imprese del territorio. In Lombardia prime per peso sono Pavia e Lodi (6% del totale).

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Traforo del Gran Sasso, Marsilio: il Governo valuti su stato di emergenza

Valutare se sussistano le condizioni per lo stato di emergenza e nominare un commissario, con "pieni poteri e risorse per sciogliere tutti i nodi e mettere in sicurezza il sistema". Lo chiede al Governo la Regione Abruzzo, con delibera di Giunta approvata oggi, a proposito dell'area del Gran Sasso dove insistono il traforo autostradale e i Laboratori dell'Infn, contestualmente alla captazione delle acque potabili. "Una situazione unica al mondo che impone decisioni importanti ed emergenziali" dice il governatore, Marco Marsilio.

A margine della seduta della Giunta regionale d'Abruzzo, il presidente Marsilio e il vicepresidente e assessore al Sistema idrico, Emanuele Imprudente, hanno sottolineato che, comunque, al momento "non c'e' una situazione di emergenza e non ci sono problemi per l'acqua" grazie a "protocolli e dispositivi per il monitoraggio costante. Non c'e' piu' tempo da perdere, e' da troppo che assistiamo a un rimpallo di responsabilita'. La Giunta oggi ha deliberato la richiesta al Governo di valutare lo stato di emergenza, l'unicita' della situazione del Gran Sasso, e' necessario che ci sia un'assunzione di responsabilita' a tutti i livelli. La Regione non ha competenze dirette: non e' ne' proprietaria degli impianti ne' dell'autostrada e non puo' spendere le risorse che servono per fare gli interventi importanti che devono essere fatti".

"La Regione - ha aggiunto Marsilio - si pone in un atteggiamento collaborativo e propositivo con il Governo. A nostro avviso il Governo deve nominare un commissario che abbia i poteri e le risorse per sciogliere tutti i nodi, per mettere in sicurezza e a regime tutto questo sistema e garantire contemporaneamente la sicurezza e la captazione delle acque, la percorribilita' dell'autostrada e del traforo e la funzionalita' e operativita' dei Laboratori nazionali del Gran Sasso". Su tempi e modalita' degli interventi, come la chiusura del traforo autostradale, Imprudente ha dichiarato: "Non puo' essere la politica a dirlo, ma servono tecnici che possano valutare come gestire i sistemi contemporaneamente. I tempi non possono che essere dettati dall'azione stessa che mettera' in piedi il commissario, perche' ad oggi abbiamo soltanto degli studi che la passata Giunta ha trasmesso". "Chiediamo la nomina di un soggetto che abbia ampi poteri, che possa fare progetti veri e non gli studi, che possa quantificare le risorse necessarie e i tempi dell'intervento. E' un problema di cui si parla da vent'anni, senza che si sia mai arrivati a una soluzione definitiva. Noi - ha concluso il vicepresidente della Giunta - vogliamo trovarla, nell'interesse della salute degli abruzzesi, nell'interesse delle persone che quotidianamente passano sotto al traforo e nell'interesse della scienza internazionale"

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Unimpresa, la pressione fiscale salirà al 42,7% in 2020

La spesa statale crescerà progressivamente nei prossimi quattro anni: tra il 2019 e il 2022, dalle casse del Tesoro usciranno, in tutto, 75 miliardi di euro in più rispetto al 2018. Salirà di 36 miliardi (+13%) la spesa per le pensioni e di oltre 11 miliardi (+14%) quella per le prestazioni sociali, di 3 miliardi (+2%) quella per gli stipendi dei dipendenti pubblici, di oltre 6 miliardi (+4%) l'esborso per forniture e servizi. Questi i dati principali dell'operazione fact checking realizzata dal Centro studi di Unimpresa sul Documento di economia e finanza approvato il 9 aprile dal Consiglio dei ministri, secondo la quale aumenterà anche la spesa per interessi sul debito di 8,7 miliardi (+13%) e la sanità subirà un aumento di oltre 7 miliardi (+6%). 

Secondo l'analisi del Centro studi dell'associazione, realizzata sulla base del Def del 9 aprile scorso, il totale delle uscite si attesterà a 869,7 miliardi nel 2019, a 894,9 miliardi nel 2020, a 912,2 miliardi nel 2021 e a 929,1 miliardi nel 2022. Complessivamente, rispetto al 2018, quando il bilancio si è chiuso con uscite pari a 853,6 miliardi, ci sarà un incremento della spesa di 75,5 miliardi (+8,85%). Saliranno le uscite correnti per complessivi 60,8 miliardi (+8,66%) e subirà un incremento anche la spesa per il servizio del debito pubblico (interessi passivi) pari a 8,7 miliardi (+13,48%). In lieve crescita, invece, la spesa in conto capitale ovvero la voce che riguarda gli investimenti pubblici, specie quelli in infrastrutture e grandi opere: lo Stato spenderà poco e ci sarà un leggero aumento di 6,6 miliardi (+11,39%). Le uscite correnti saliranno di 68,8 miliardi (+8,66%): dai 795,2 miliardi del 2018 si arriverà progressivamente agli 864,1 miliardi del 2022: in salita la voce degli stipendi dei dipendenti pubblici: dai 171,8 miliardi del 2018 ai 174,8 miliardi del 2022 con in incremento complessivo, nel quadriennio in esame, di 3,1 miliardi (+1,77%). Quanto alla spesa per forniture e servizi, l'aumento sarà di 6,1 miliardi (+4,25%) da 143,8 miliardi a a 149,9 miliardi. Per quanto riguarda il welfare, è prevista una salita della spesa per le pensioni di 36,3 miliardi (+13,52%) e di 11,8 miliardi (+14,81%) per le prestazioni sociali. Salirà anche la spesa sanitaria che nel 2018 si è attestata a quota 115,4 miliardi: nel 2019 arriverà a 118,1 miliardi, nel 2020 a 119,9 miliardi, nel 2021 a 121,3 miliardi, nel 2022 a 123,1 miliardi per un incremento totale di 7,6 miliardi (+6,62%). 

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Giustizia civile, tempi lunghi in Italia

L'Italia resta tra i Paesi Ue ad avere i tempi piu' lunghi per risolvere i casi di contenzioso civile, amministrativo e commerciale. Emerge dalla valutazione annuale della Commissione europea, sulla base di dati del 2017. In testa alla classifica Ue c'e' la Danimarca, che per la risoluzione di questi casi, nel primo grado di giudizio, impiega in media 22 giorni. A Paesi come l'Olanda occorrono invece 83 giorni, a Spagna e Francia rispettivamente 258 e 300 giorni, mentre all'Italia 399. E tra i Paesi che hanno reso disponibile i propri dati, peggio dell'Italia fa solo Cipro (1.118 giorni). I tempi della giustizia italiana si dilatano ulteriormente per le decisioni sui casi di contenzioso civile e commerciale nel secondo e nel terzo grado di giudizio, rispettivamente 893 e 1.299 giorni. Un'eternita' se paragonati ai 111 giorni per la seconda istanza e agli 85 per la terza che servono in Estonia, o ai 109 e 98 in Svezia. In Germania occorrono 254 giorni per il secondo grado e 261 per il terzo, in Francia 464 e 469. "Elogio l'Italia, perche'" la tendenza negli anni e' positiva. "Ma deve fare di piu', perche' questi miglioramenti sono lenti", incoraggia il commissario europeo alla Giustizia Vera Jurova. "Il numero dei casi pendenti in Italia sta fortemente diminuendo nelle varie categorie - spiega - ma resta il piu' alto nell'Ue per i casi civili e commerciali. Un miglioramento pero' c'e'" e riguarda il tempo per risolvere i casi amministrativi, con un trend in calo negli ultimi cinque anni, per i giudizi di primo grado, dai 1037 giorni del 2010 agli 887 del 2017. Da un sondaggio di Eurobarometro intanto emerge che solo il 37% degli italiani ha una buona percezione dell'indipendenza della magistratura. Una situazione che troviamo anche in Spagna, e relega l'Italia nella parte bassa della graduatoria Ue. Percezioni positive piu' basse si trovano solo in Bulgaria, 34%; Slovacchia, 28%; e Croazia, 18%. In testa alla classifica europea si trovano invece la Danimarca, dove la buona percezione dell'indipendenza della magistratura raggiunge l'87%; Finlandia e Austria, 83%. In Germania e' al 74%; in Francia al 59%. Le principali cause della bassa percezione positiva indicate dagli italiani - secondo il sondaggio - sono legate a interferenze economiche, 33%; e politiche, 32%

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