Primo Piano

I rendimenti immobiliari sono cresciuti nel 2018 in tutti i segmenti property

I rendimenti immobiliari sono cresciuti nel 2018 in tutti i segmenti property. Rispetto a 12 mesi fa frenano marginalmente solo i box. È quanto emerge dall'analisi condotta dall'Ufficio Studi del marketplace immobiliare, idealista, che mette in relazione i prezzi di vendita e affitto delle diverse tipologie di immobili per calcolare il loro rendimento lordo. Il balzo maggiore spetta al segmento commerciale (negozi) che passa da una redditività dell'8,6% al 9,9%. Gli uffici passano dal 7,2% al 7,7% mentre le abitazioni e i box raggiungono rendimenti pari ripettivamente al 5,9% e al 5,5%. Il 2018 ha riportato l'attenzione degli investitori italiani sul mattone, soprattutto a Milano e nelle grandi città. Tra i grandi mercati capoluogo spicca la performance del capoluogo meneghino con un'aspettativa di rendimento stimata nell'ordine del 6,5%. Alle sue spalle, anche Catania (6,4%) e Torino (6,2%) garantiscono ritorni superiori alla media nazionale, mentre Roma (5,2%) e Napoli (4,5%) offrono rendimenti inferiori. Con un tasso pari all'8,1%, Biella è al top dei rendimenti delle abitazioni, seguita da Taranto (8%) e Vicenza (7,8)%. Le meno appetibili su questo fronte sono Salerno (4,1%), Siena, Venezia e Caserta, tutte e tre ferme al 4,2%.

Le aspettative più alte per i proprietari restano legate ai rendimenti nel settore retail che ha registrato la correlazione positiva più alta tra i prodotti immobiliari, se si prende come riferimento lo stesso periodo dell'anno scorso. Milano (16,1%) è ancora una volta regina di questo mercato seguita da Padova (15,4%), Lucca (14,1%) e Treviso (14%). Ritorni a doppia cifra accomunano altri 30 centri, dal 13,9% di Bologna al 10% di Novara. Nella parte bassa troviamo Vicenza (6,6%), Forlì (7,1%) e Pisa (7,5%). I negozi diventeranno anche più appetibili per effetto della cedolare secca, estesa per un anno agli esercizi commerciali. La misura è in vigore a partire dal 2019 con l'aliquota al 21%, che si tradurrà in un ulteriore vantaggio sulla redditività.

 Anche il settore uffici ha registrato un'accelerata, con i canoni cresciuti nel 2018 fino a toccare 137 euro al metro quadro di media in Italia. I rendimenti lordi più elevati si registrano a Ferrara (14,2%), crescita a due cifre anche per Torino (11%). Più in basso, Milano si ferma al 7,1%, Napoli al 6,9%, Roma al 6,3%. A Pistoia (4,2%), Pesaro (4,5%) e Pescara (5,2%) si registrano i rendimenti meno interessanti per i proprietati. Pressoché stabile il segmento dei box che offre rendimenti in media sopra il 5% annuo lordo, anche se le spese di gestione per questa tipologia di immobili sono praticamente nulle e anche la tassazione incide molto meno che sugli immobili residenziali. I ritorni più vantaggiosi per gli investitori si trovano a Roma e Firenze, entrambe con un 7%. Monza (5,5%) è nella media dei rendimenti attesi per questa tipologia di immobili. Ritorni superiori al cinque per cento anche a Milano (5,2%). Napoli (3%) invece è il fanalino di coda con canoni (e quindi rendimenti attesi dagli investitori) in ribasso. 

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Istat, fatturato dicembre -7,3% su anno, ordini -5,3%

A dicembre fatturato e ordini all'industria subiscono una marcata diminuzione, sia in termini congiunturali sia su base annua. Lo rileva l'Istat. Il fatturato totale diminuisce in termini tendenziali del 7,3% (ai minimi da novembre 2009), mentre l'indice grezzo degli ordinativi segna un calo tendenziale del 5,3%. Sempre a dicembre si stima che il fatturato dell'industria diminuisca in termini congiunturali del 3,5%. Nel quarto trimestre l'indice complessivo ha registrato un calo dell'1,6% rispetto al trimestre precedente. Anche gli ordinativi registrano una diminuzione congiunturale sia rispetto al mese precedente (-1,8%), sia nel complesso del quarto trimestre rispetto al precedente (-2,0%)

Nella media dell'anno, il fatturato dell'industria registra una crescita del 2,3% rispetto al 2017, piu' sostenuta per il mercato estero (+3,5%) rispetto a quello interno (+1,8%). Al netto dell'energia, la crescita si riduce all'1,7%, risultando piu' ampia della media solo per i beni intermedi (+2,4%). Il calo congiunturale del fatturato riguarda sia il mercato interno (-2,7%) sia, in misura piu' accentuata, quello estero (-4,7%). La flessione degli ordinativi e' la sintesi di un incremento delle commesse provenienti dal mercato interno (+2,5%) e di una marcata contrazione di quelle provenienti dall'estero (-7,4%). A dicembre tutti i raggruppamenti principali di industrie segnano una variazione congiunturale negativa: -1,8% i beni di consumo, -5,5% i beni strumentali, -1,7% i beni intermedi e -9,7% l'energia. Corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 19 contro i 18 di dicembre 2017), il fatturato totale diminuisce in termini tendenziali del 7,3%, con un calo del 7,5% sul mercato interno e del 7,0% su quello estero. Sempre con riferimento al fatturato corretto per gli effetti di calendario, tutti i principali settori di attivita' economica registrano cali tendenziali. I piu' rilevanti sono quelli dei mezzi di trasporto (23,6%), dell'industria farmaceutica (-13,0%) e dell'industria chimica (-8,5%). L'indice grezzo degli ordinativi segna un calo tendenziale del 5,3%, derivante da diminuzioni sia per il mercato interno (-3,6%) sia per quello estero (-7,6%). Si registra una crescita per il solo comparto dei macchinari e attrezzature (+5,4%), mentre la diminuzione piu' marcata si rileva per l'industria delle apparecchiature elettriche (-21,4%). "A dicembre - commenta l'Istat - il fatturato industriale subisce una marcata diminuzione, sia in termini congiunturali sia su base annua. La flessione riguarda in maniera diffusa tutti i settori, ma e' particolarmente ampia nel settore degli altri mezzi di trasporto, dove si confronta con un dato particolarmente positivo nell'anno precedente. La flessione congiunturale registrata nell'ultimo trimestre del 2018 e' pressoche' di pari entita' sui mercati interno ed estero, anche se in termini di ordinativi e' il mercato estero a segnalare una prospettiva piu' sfavorevole. Nel corso del 2018 il fatturato ha mostrato un andamento tendenzialmente stabile nei primi nove mesi, con un peggioramento nell'ultimo trimestre. Nella media dell'anno il fatturato dell'industria presenta, comunque, una dinamica moderatamente espansiva rispetto al 2017, anche al netto della componente di prezzo". 

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Costantini: Voglio essere il sindaco di Pescara per fare Pescara grande

"Voglio essere il sindaco di Pescara per fare Pescara grande: e' questo il mio obiettivo". Carlo Costantini, avvocato, ex deputato ed ex consigliere regionale dell'Italia dei Valori, si candida a sindaco di Pescara. Il suo nome si aggiunge a quello del consigliere comunale di maggioranza Riccardo Padovano che, gia' ad ottobre, aveva annunciato la volonta' di correre da solo a Palazzo di Citta'. Costantini nel 2014 e' stato promotore del referendum per la costituzione della Grande Pescara. "Ci attende un percorso difficilissimo- afferma Costantini - dovremmo costituire la citta' piu' grande mai nata in Italia da un processo di fusione. Il termine ultimo e' il 1 gennaio 2022. Da oggi fino al 2022 dobbiamo mettere in campo una serie di azioni di riorganizzazione amministrativa, di adeguamento dei regolamenti, di azioni di sviluppo del territorio avendo uno sguardo non piu' limitato ai confini della citta' di Pescara. Dobbiamo dare una risposta in termini di organizzazione della macchina amministrativa. L'istituzione non puo' rimanere bloccata e vincolata a situazioni preistoriche. Anche perche' i processi demografici in tutto il mondo, e Pescara ne fa parte, ci dicono che nel 2050 i tre quinti della popolazione mondiale andra' ad abitare nei grandi agglomerati urbani. E' evidente che rispetto ad una prospettiva del genere che costituisce un processo irreversibile, la pubblica amministrazione puo' far finta di nulla e vivere male un cambiamento in atto, o progettare, ed e' quello che intendo fare, il futuro perche' ci si attrezzi per vivere in termini positivi i cambiamenti sociali che inevitabilmente si determineranno"

 "Il mio non e' un progetto semplicemente civico, e' costituente. Un progetto di cambiamento degli assetti di questo territorio che rappresenta forse la fase piu' delicata che questa citta' sta vivendo negli ultimi anni. Si aprono scenari nuovi, prospettive nuove e in un contesto del genere l'appartenenza ad uno schieramento politico o partitico rappresenta un limite. La grande Pescara e' patrimonio di tutti i pescaresi e sarebbe riduttivo circoscriverla nell'ambito di un partito politico per questo rifiuto i vincoli di appartenenza partitica, rifiuto l'etichettatura e l'appartenenza ad un determinato schieramento politico. Accetto le candidature di chi in passato ha militato nei partiti politici, mi alleero' con tutti quelli che condivideranno questo progetto e decideranno di metterci la faccia. L'unica cosa che certamente non faro' e' guidare uno schieramento politico, una coalizione politica o un partito politico". Lo ha detto all'Agenzia Dire il candidato sindaco di Pescara , Carlo Costantini, in merito alla sua possibile confluenza nel centrosinistra in vista del voto comunale del 26 maggio. "Le mie liste- aggiunge- non saranno propriamente civiche, ma persone che offriranno la loro disponibilita' per realizzare il mio progetto: realizzare la Grande Pescara ", quella proposta che proprio Costantini trasformo' in Referendum nel 2014 per l'accorpamento in un'unica realta' metropolitana le citta' di Pescara , Montesilvano e Spoltore e che ottenne il 70% dei si' dai pescaresi. 

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Export, tornano a crescere i distretti abruzzesi

Nel terzo trimestre 2018 le esportazioni dei Distretti abruzzesi riprendono a crescere (+3,3%), con performance migliori della media dei Distretti italiani (+1,4%), portando così il dato dei primi nove mesi dell'anno in segno nettamente positivo (+3,8%). E' quanto emerge dal Monitor dei distretti industriali dell'Abruzzo curato dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo. Crescono tre distretti abruzzesi su cinque. Ottima performance per il comparto Abbigliamento (+5,3% per il distretto nord-abruzzese e +19,5% per il distretto sud-abruzzese). Molto bene anche i Vini di Montepulciano (+6,6% la variazione tendenziale). In controtendenza la Pasta di Fara (-1,2%) e il Mobilio (-4,2%). A contribuire positivamente all'andamento delle esportazioni sono stati i mercati maturi (+8,2%), che hanno più che compensato il calo nei mercati emergenti (-9,5%). In forte crescita Svizzera e Canada, molto bene Regno Unito, Germania e Paesi Bassi. Pesante riduzione dei flussi verso Russia e Qatar. Nel terzo trimestre 2018 le esportazioni del polo Ict dell'Aquila sono diminuite del 14,2%. L'andamento del Polo è condizionato dall'andamento delle esportazioni verso gli Stati Uniti, il principale mercato di sbocco, che nel terzo trimestre 2018 ha assorbito l'83% delle esportazioni totali, con una riduzione del 17,5% rispetto allo stesso periodo del 2017. "I Distretti industriali abruzzesi confermano nel complesso la loro vocazione all'export e la capacità di crescere sui mercati internazionali, rendendo al contempo evidente come il modello dei Distretti sia sempre strategico e importante nel contesto dell'economia regionale, al pari di quella nazionale", spiega Tito Nocentini, direttore regionale di Intesa Sanpaolo

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Fissato il primo vertice per la nuova Giunta regionale

E' stato fissato per giovedì sera a Pescara il primo incontro sulla formazione della nuova Giunta regionale dopo la netta vittoria del centrodestra alle elezioni del 10 febbraio scorso. Intorno ad un tavolo si ritroveranno i coordinatori regionali e i dirigenti dei partiti della coalizione, ovvero Lega, Forza Italia, Fratelli d'Italia e Azione Politica: secondo quanto si è appreso, non ci saranno i dirigenti di Udc, Dc e Idea, lista ripudiata dal neo presidente di Fratelli d'Italia, Marco Marsilio, dopo il caso della candidatura di Marianna Scoccia, poi eletta, moglie dell'ex consigliere ed assessore regionale di centrosinistra Andrea Gerosolimo, nonostante i veto della coalizione. L'Udc potrebbe essere rappresentato da Forza Italia in seguito all'intesa nazionale tra il segretario regionale ed europarlamentare dell'Udc, Lorenzo Cesa, e il vice presidente di forza Italia e presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani. Non ci sarà il senatore romano di origini abruzzesi Marsilio che in questi giorni è in costante contatto con i partiti. "Ci incontreremo a metà settimana - spiega il coordinatore regionale di Fratelli d'Ialia, Etel Sigismondi, -. L'obiettivo rimane quello di fare il prima possibile andando a ragionare non solo sul numero degli assessorati ma sul peso specifico di ogni delega. Riconosco che c'è senso di responsabilità da parte di tutti i partiti - chiarisce ancora -. Sono convinto che il lavoro sarà agevole alla luce del dialogo costruttivo e in un clima di serenità. Vogliamo accendere subito la macchina amministrativa per dare in tempi brevi le risposte che la gente aspetta da noi".

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In frenata la contrazione dei presti bancari alle imprese

E’ in frenata la contrazione dei presti bancari alle imprese. Nell’ultimo anno (novembre 2017 su novembre 2018) gli impieghi vivi  (prestiti al netto delle sofferenze) sono scesi di 4,9 miliardi di euro (-0,7 per cento). Nulla a che vedere, comunque, con quanto è accaduto negli ultimi 7 anni. Dal novembre 2011 (anno di picco massimo delle erogazioni bancarie alle imprese) allo stesso mese del 2018, la diminuzione è stata del 27 per cento: in termini assoluti si conta una riduzione di impieghi vivi per 252,8 miliardi di euro. Nell’ultimo anno, tuttavia, in alcune regioni, come la Lombardia e il Piemonte, i prestiti sono tornati con il segno positivo. E questo lascia presagire che il peggio, probabilmente, è alle nostre spalle. A segnalarlo è l’Ufficio studi della CGIA che ha elaborato i dati della Banca d’Italia. “E’ vero – dichiara il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo - che la domanda di credito da parte delle imprese è diminuita sia in termini di qualità che di quantità. Inoltre, non va nemmeno dimenticato che le sofferenze bancarie hanno assunto dimensioni preoccupanti, inducendo molte banche a chiudere i rubinetti del credito o a concedere i prestiti a condizioni più rigide. Tuttavia, la contrazione registrata in questi ultimi anni è stata eccessiva, soprattutto nei confronti delle piccole realtà produttive che, tradizionalmente più solvibili delle altre imprese, sono state, invece, le più penalizzate”. Le imprese con meno di 20 addetti, infatti, costituiscono il 98 per cento circa delle imprese italiane e danno lavoro (al netto degli occupati nella Pubblica Amministrazione) a quasi il 60 per cento degli addetti presenti nel Paese. Nonostante queste dimensioni, i piccoli imprenditori continuano a ricevere dalle banche solo il 18 per cento circa degli impieghi vivi, contro l’82 per cento che, invece, finisce nelle casse delle realtà produttive più strutturate che rappresentano il 2 per cento circa dell’intera platea delle imprese presenti in Italia. Nonostante ciò, la stretta creditizia ha penalizzato maggiormente le prime che hanno visto ridursi il flusso di denaro proveniente dalle banche del 29,5 per cento negli ultimi 7 anni (- 51,2 miliardi) e del 2,2 per cento nell’ultimo anno (-2,7 miliardi). Le seconde, invece, hanno subito una riduzione dei prestiti più “morbida”, pari al 26,5 per cento (-201,5 miliardi) nel settennio e dello 0,4 per cento (-2,3 miliardi) negli ultimi 12 mesi.

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Marsilio al Sole 24 ore: le risorse di cui oggi dispone ciascuna Regione devono essere le stesse anche domani

Marco Marsilio in un'intervista al Sole 24 ore parla della riforma del 2008 sul federalismo fiscale del governo Berlusconi  e ricorda che "La redistribuzione della fiscalita' per favorire un rapporto piu' diretto tra i cittadini e il territorio, evitando di accentrare sullo Stato tutta la raccolta, prevedeva sempre il fondo perequativo per garantire i livelli essenziali delle prestazioni a tutte le Regioni, a partire ovviamente da quelle piu' deboli. Quindi per me e' fondamentale che questa perequazione venga assicurata"

Marsilio ritiene che la Lega in Abruzzo voglia tutelare e difendere la Regione e non teme che la spinta autonomista possa mettere in discussione il trasferimento delle risorse. "A me sta bene se le regioni virtuose possano fare di piu' e meglio utilizzando le risorse a loro disposizione a patto che queste risorse non vengano sottratte ad altre regioni. Lo ripeto le risorse di cui oggi dispone ciascuna Regione devono essere le stesse anche domani, a prescindere se e' stata richiesta o meno una maggiore autonomia su alcune specifiche materie. Non possiamo difendere a spada tratta - aggiunge - la spesa storica, che ha prodotto non poche distorsioni. La ragione del passaggio ai costi standard e' stata introdotta proprio per elevare la qualita' delle prestazioni e a evitare gli sprechi. Se mantenere la spesa storica significa spendere troppo e male e' bene che venga superata da metodi di gestione e razionalizzazione della spesa che vadano incontro alla richiesta dei cittadini di servizi piu' efficienti e qualitativamente migliori", ha concluso Marsilio

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Esplosione in casa Avezzano provocata da fuga gas

Una fuga di gas metano ha causato l'esplosione dell'abitazione di Via Alessandria, ad Avezzano, nella quale sono rimasti coinvolti madre e figlio originari del posto. L'uomo, di 53 anni, è stato estratto vivo dalle macerie e al momento dell'esplosione si trovava sul letto. L'anziana, invece, era al piano superiore ed è rimasta illesa. A subire le conseguenze della deflagrazione è stato anche un parente dei due che si trovava nella casa adiacente ed è rimasto ferito dai vetri infranti a causa dell'esplosione. Gli accertamenti ingegneristici dei vigili del fuoco si stanno concentrando su tutto l'impianto a gas per accertare le cause della fuga di metano. Al momento gli agenti del commissariato di Avezzano, che stanno svolgendo le indagini, non possono escludere nessuna ipotesi anche alla luce del ritrovamento nell'abitazione di alcuni arnesi da lavoro.

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Lombardo: le Zone Economiche Speciali (Zes) diventano finalmente operative

“In virtù del Decreto semplificazioni, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 12 febbraio, le Zone Economiche Speciali (Zes) diventano finalmente operative. L’Abruzzo su questo tema è purtroppo in grave ritardo, per cui chiediamo con forza che la perimetrazione della zes diventi la priorità della nuova giunta regionale”.

È quanto afferma Michele Lombardo, segretario generale Uil Abruzzo, che ricorda come l’istituzione di queste zone, specie se connesse al corridoio Tirreno-Adriatico, rappresenti un’occasione unica di sviluppo per l’Abruzzo nella sua interezza, andando tra l’altro a riequilibrare la zona interna con quella costiera: “Le Zes – spiega Lombardo - sono aree geografiche nell’ambito delle quali un’Autorità governativa offre incentivi a beneficio delle aziende che vi operano: la riduzione dei tempi dei procedimenti amministrativi, mentre gli oneri di urbanizzazione primaria per le imprese che effettuano investimenti ammessi al credito di imposta, dovranno realizzarsi entro il termine perentorio di 90 giorni dalla domanda. Ogni Regione interessata può inoltre presentare, entro centoventi giorni dall’approvazione del decreto, al Ministro per il Sud una proposta di protocollo o convenzione per l’individuazione di ulteriori procedure semplificate”.

Una novità del decreto è rappresentata dalla previsione che nelle zes possono essere costituite delle “Zone Franche Doganali Intercluse” (Zfd), dove vi è l’esenzione delle imposte doganali e dell’IVA, per le merci provenienti da Paesi extracomunitari, finché queste merci resteranno all’interno della Zfd. “In pratica – aggiunge il segretario Uil Abruzzo - queste zone, potranno diventare la porta delle merci provenienti da Paesi extracomunitari, per essere inoltrate verso i paesi dell’Unione Europea”.

Infine il decreto prevede l’istituzione di una cabina di regia delle zes a livello nazionale nella quale si cita la partecipazione, in qualità di osservatori, dei “portatori di interesse collettivi o diffusi”. “Assieme a Cgil e Cisl, abbiamo fatto richiesta di essere invitati permanenti, in questa cabina di regia. È evidente – conclude – che siamo nella fase decisiva di questa strategia. L’Abruzzo non può più permettersi di perdere tempo”.

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