Primo Piano

Export, in Abruzzo aumenta il contributo dei mezzi di trasporto del Pescarese

Le grandi aziende dell'automotive del Chietino non sono più sole. A supportare le buone performance delle esportazioni abruzzesi arriva adesso il contributo importante del territorio pescarese. A rilevarlo è lo studio realizzato per la Cna Abruzzo da Aldo Ronci, che ha preso in esame l'andamento delle esportazioni nel secondo trimestre del 2018. La ricerca è stata presentata a Pescara nel corso di una conferenza stampa tenuta dal presidente e dal direttore regionale della Cna Abruzzo, Savino Saraceni e Graziano Di Costanzo. Tra aprile e giugno di quest'anno i mezzi di trasporto hanno ottenuto un incremento di 115 milioni di euro rispetto allo stesso periodo dell'anno passato, mentre l'insieme degli altri prodotti destinati oltre confine è decresciuto di 44 milioni. In valore percentuale, rivela l'indagine, l'export dei mezzi di trasporto cresce dell'11%, superiore al 6,8% nazionale; mentre il resto del paniere dei prodotti destinati alle esportazioni subisce il processo contrario, ovvero un decremento del 3,8%. Dato, questo, in netta controtendenza con quello nazionale, che parla al contrario di un aumento del 3,7%. Stavolta però, confermando quanto già accaduto nel primo trimestre dell'anno, non è solo la provincia leader della produzione di mezzi di trasporto e delle attività ad essi collegate, Chieti, a gonfiare le cifre del made in Abruzzo, ma anche la provincia pescarese: perché, dati alla mano, nel comparto legato in vario modo a due e quattro ruote, il Pescarese fa registrare un aumento di ben 86 milioni di euro su un totale di 115 (con addirittura il 720% di aumento, e destinazioni che riguardano soprattutto i mercati sudamericani). Mentre nel Chietino, che da sempre in materia gioca la parte del leone, grazie alla presenza sul suo territorio di grandi aziende, l'incremento si ferma molto più giù, ovvero a quota 32 milioni (+3,2%). Le variazioni dell'export nelle province abruzzesi sono state del tutto disomogenee: a Pescara, grazie ai mezzi di trasporto, nel secondo trimestre del 2018, rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente, cresce di ben 80 milioni, all'Aquila di 13, a Teramo rimane stazionario, mentre a Chieti addirittura decresce di 17. Per quanto riguarda l'export negli altri settori, le cifre, emerge dallo studio, suggeriscono una certa dose di ottimismo rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente: se l'insieme dell'export regionale nel primo trimestre dell'anno precedente aveva fatto segnare 2.196 milioni di euro di fatturato, dodici mesi dopo la quota sale a 2.267, con un incremento di 71 milioni di euro. E con un aumento, quanto alle destinazioni, sia in direzione dei Paesi aderenti all'Unione europea sia ai Paesi extra Ue. 

Se dati positivi si registrano nel settore dei mezzi di trasporto, a preoccupare è tutto il resto del mondo produttivo abruzzese, fatta eccezione per abbigliamento e pellami (+ 16 milioni; 17,5% in più), gomma e plastica (+1;3; +7,8%) prodotti elettrici (+7; +11,8%). Per tutti gli altri andamento negativo, come dimostrano i numeri degli apparecchi elettronici (-5; -8%), dei prodotti alimentari (-7; -5%), dei farmaceutici (-7; -8,4%), dei prodotti in metallo (-8; -6,5%), dei macchinari e apparecchiature (-64; -25,8%). "I dati suonano a conferma soprattutto delle difficoltà che incontra il mondo della micro impresa e dell'artigianato, cioè quello meno attrezzato ad affrontare le sfide poste dai mercati esteri e dalla globalizzazione - commenta il presidente della Cna Abruzzo, Saraceni - E che proprio per questo è più bisognoso di sostegno pubblico e di politiche in grado di consentire loro di attrezzarsi con più efficacia a queste sfide". Da parte sua, Di Costanzo pone l'accento "sui limiti e i problemi che più in generale la nostra regione manifesta: perché a fare il paio con i limiti che segnalano le nostre esportazioni, ci sono anche i dati relativi alla scarsa capacità di spesa dei fondi comunitari da parte dell'Abruzzo"

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Codacons, più di un milione di pensioni sopra i 3.000 euro

Le pensioni d'oro superiori ai 3mila euro mensili costano alla collettività circa 30 miliardi di euro all'anno, e rappresentano una grave forma di disuguaglianza economica e sociale. Lo afferma il Codacons, commentando la proposta del M5S di intervenire sulle pensioni più alte. Confrontando gli ultimi dati Istat e Inps, il Codacons ricorda come in Italia siano poco più di 1 milione (il 6,8% del totale) le pensioni d'oro superiori ai 3mila euro mensili, per un controvalore che sfiora i 30 miliardi di euro annui. "Se da un lato quindi c'è chi può contare su pensioni di lusso, dall'altro ci sono 1,68 milioni di pensionati con un assegno che non raggiunge i 500 euro mensili (10,8% del totale) e che fanno la fame non potendo contare su un reddito dignitoso", prosegue il Codacons. ''Per questo riteniamo corretta la decisione di intervenire sulle pensioni più alte ed eliminare le gravi disuguaglianze che pesano sulla collettività. Una misura tuttavia estremamente difficile da attuare nel nostro paese, considerato che si tratta di diritti già acquisiti'', conclude il presidente Carlo Rienzi.

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Uecoop: Ripresa mattone troppo lenta

 La ripresa del settore delle costruzioni è ancora troppo lenta considerato che la crisi è costata la perdita di 1 posto di lavoro su 3 negli ultimi 7 anni in Italia nel mercato edilizio cooperativo con un calo del 33,4% dell’occupazione. E’ quanto emerge da un’analisi dell’Unione europea delle cooperative Uecoop in relazione agli ultimi dati Istatsul valore della produzione nelle costruzioni, che ha fatto registrare una crescita tendenziale dell'1,3% nei i primi sette mesi del 2018 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Nonostante una progressiva ripresa delle compravendite con quasi 90 miliardi di euro investiti dalle famiglie nel mattone nel solo 2017 – spiega Uecoop – il settore edilizio che non è ancora tornato ai livelli precedenti alla crisi del 2008/2009 e dalla quale non si è ancora risollevato visto che solo nelle cooperative di costruzione sono stati persi oltre 18mila addetti negli ultimi 7 anni. Una strage occupazionale – sottolinea Uecoop – "a fronte della quale è urgente intervenire a sostegno del settore con misure che favoriscano il recupero strutturale ed energetico degli edifici esistenti oltre alla realizzazione di nuove costruzioni di qualità, comprese quelle di edilizia pubblica". 

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Elezioni in Abruzzo il 10 febbraio, Lolli spiega l’iter della decisione

 "Ci siamo mossi velocemente nel rispetto delle regole e per garantire la partecipazione di cittadini e candidati. Abbiamo esaminato i pareri dell'ufficio legislativo del Consiglio regionale, quello dell'avvocatura regionale e anche quelli, di diverso orientamento, delle forze di opposizione. La prima data utile è stata il 10 febbraio prossimo". Il presidente reggente della Regione Abruzzo, Giovanni Lolli (Pd), prima di firmare il decreto, ha ricostruito il percorso che lo ha portato alla decisione. Non prima di aver sottolineato che "la proposta di votare il 10 febbraio è stata formulata dal sottoscritto dopo averla concordata con il presidente della Corte d'Appello dell'Aquila, la dottoressa Fabrizia Francabandera, che ringrazio molto per il contributo decisivo, e sentito il presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Di Pangrazio". "Abbiamo valutato - continua - che se compresso il termine di 120 giorni dalla pubblicazione del decreto di scioglimento del consiglio regionale del 22 agosto scorso, per assicurare il cosiddetto diritto di elettorato passivo, cioè la possibilità di candidatura, prevalentemente a sindaci e funzionari pubblici, avrebbe potuto causare molti ricorsi finalizzati ad invalidare le elezioni, quindi ci siamo attenuti a quel termine con la conseguenza che la prima data utile è risultata il 23 dicembre". Lolli spiega poi che "considerando che per le festività natalizie e di fine anno, non si sarebbe potuto votare né in quel giorno, né nelle due settimane successive, siamo arrivati al 13 gennaio".

 "Qui - chiarisce Lolli - ho accolto il riferimento previsto dalle norme di poter 'effettuare la propaganda elettorale', il periodo che la legge individua nei 30 giorni precedenti la data del voto per dare modo ai cittadini di farsi pienamente una idea delle proposte in campo, ma anche ai candidati di organizzare riunioni e comizi: un obiettivo che non sarebbe stato possibile raggiungere se la campagna elettorale si fosse svolta durante le festività". In tal senso Lolli sottolinea che "non a caso, nella storia Repubblica non si è mai votato nel mese di gennaio. Tra l'altro, questo avrebbe comportato grossi problemi per il funzionamento degli uffici pubblici preposti alla organizzazione e al controllo delle elezioni. Tutto ciò considerato, la prima data utile possibile è risultata quella del 10 febbraio". "Faccio notare infine che la decisione è stata adottata in un tempo breve essendo le consultazioni cominciate nel mese di settembre, impossibilitati a farle ad agosto per il periodo di ferie, e tenendo solo conto di dati oggettivi senza che nessuna considerazione di ordine politico potesse influenzare la scelta della data", conclude

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Cresa, le start up innovative in Abruzzo sono 215

Al 20 agosto 2018 le start up innovative in Abruzzo sono 215, pari al 2,2% delle 9.610 registrate in Italia. Rispetto al 23 gennaio 2017 sono aumentate del 30,3%, crescita inferiore a quella nazionale (+42,9%) che pone la regione al 13° posto nella relativa graduatoria. Le start up abruzzesi sono prime in Italia per specializzazione nella fornitura di energia elettrica (16 imprese) e fabbricazione di prodotti in metallo (6 imprese) e, sebbene con valori assoluti molto esigui, nella fabbricazione di prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (3 imprese), costruzione di edifici (3 imprese) e riparazione di computer e di beni per uso personale (1 impresa). E' quanto emerge dalle elaborazioni che il Cresa ha svolto sui dati resi disponibili dalla sezione speciale del Registro delle imprese.

Tra le province emerge Teramo con 65 start up (30,2% del totale regionale), seguita a brevissima distanza da Pescara (61 pari al 28,4%) e L'Aquila (60 pari al 27,9%). Le 29 start up localizzate a Chieti costituiscono il solo 13,5%. Rispetto al 23 gennaio 2017 Teramo emerge per un incremento (+23 startup pari al +54,8%) molto superiore a quello regionale. Supera l'aumento regionale anche Pescara (+16 startup pari a +35,6%), mentre L'Aquila e Chieti registrano incrementi inferiori (rispettivamente +20,0% e +3,6%), quest'ultimo dovuto a una sola start up in più.

Le specializzazioni provinciali premiano soprattutto Teramo che emerge nella graduatoria nazionale in tre campi di attività: al primo posto per la costruzione di edifici (con 3 imprese) e al terzo posto per la fabbricazione di altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (con 2 imprese) e per la fornitura di energia elettrica gas vapore (con 11 imprese).  Le altre province spiccano ciascuna per una sola attività: L'Aquila e Chieti entrambe al secondo posto rispettivamente per l'alloggio e per la riparazione di computer e di beni personali e per la casa mentre Pescara al quinto posto per fabbricazione di autoveicoli rimorchi e semirimorchi.

La presenza di donne nel capitale e nell'amministrazione delle start up abruzzesi è inferiore alla media nazionale (10,71% rispetto a 13,2%) e in calo rispetto a gennaio 2017, così come accade anche per la presenza di giovani (14,9% rispetto a 19,3%). Per la presenza di stranieri il valore abruzzese supera quello nazionale (3,7% rispetto a 3,1%) e risulta in aumento. Tra le province spicca la provincia di Teramo (9,2%) che risulta sesta a livello nazionale.

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Vertice Berlusconi – Salvini ad Arcore, attesa per le decisioni sulle regionali

Due ore di riunione ad Arcore tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini. Un incontro al quale hanno preso parte anche Antonio Tajani e Giancarlo Giorgetti e che fonti di Forza Italia definiscono un "incontro positivo" anche se ambienti del centrodestra precisano che nessuna decisione è stata presa. Che il leader della Lega avesse deciso che la 'visita' al Cavaliere dovesse rimanere in ambito privato è ormai noto tanto che i dossier più caldi come la decisione sulla presidenza della Rai e le alleanze per le elezioni amministrative sono state rinviate ad un successivo incontro. Raccontano che ormai FI non avrebbe problemi a dare i suoi voti a Foa, ma Berlusconi prima di dare il suo via libera ufficiale attende che il Carroccio chiarisca la sua posizione non solo in termini di alleanze per le amministrative, ma anche riguardo alcuni punti ora all'esame del governo come la flat tax o il famoso tetto per la pubblicità in tv ormai cavallo di battaglia del movimento cinque stelle. Nulla di deciso, insomma, ma tutto rinviato ad un nuovo incontro programmato per la prossima settimana nel quale si dovrebbe sbloccare ufficialmente sia su Viale Mazzini sia sui candidati per le elezioni amministrative. Ad invocare l'avvio di un tavolo del centrodestra era stata anche la leader di Fdi Giorgia Meloni. Quello di stasera, si ribadisce negli stessi ambienti, è stato insomma un primo giro di tavolo, "un'infarinatura di tutti i temi" sui quali però non è stata presa ancora nessuna decisione. E se è vero che gli azzurri hanno incassato il sì del leader della Lega a considerare il centrodestra "una condizione necessaria", dall'altra parte chi è vicino al vicepremier ci tiene a ribadire che per la Lega i piani restano distinti: da un lato il governo con i cinque stelle con cui Salvini ha l'obiettivo di arrivare fino alla fine dalla legislatura e dall'altro la coalizione di centrodestra con la quale andare avanti in vista delle elezioni regionali. Due realtà che il segretario della Lega tiene ben distinte. E per capire se la coalizione riuscirà a trovare un'intesa bisognerà dunque aspettare il prossimo incontro al quale prenderà parte anche Giorgia Meloni.

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Tajani: in Abruzzo stiamo lavorando a una coalizione di centrodestra

Per le prossime europee Lega e FI correranno da soli ma "per le regionali, noi vogliamo andare uniti, vediamo se la Lega vuole andare unita a noi, non mi sembra che voglia correre con il M5s. In Abruzzo mi sembra che ci sia stata una marcia indietro, noi stiamo lavorando per una grande coalizione di centrodestra anche perche' FI, dati alla mano, nel centro-sud e' il partito piu' forte". "Riemergera' il centrodestra, lo vedremo alle prossime regionali, ma serve un accordo politico complessivo"Lo afferma il presidente dell'Europarlamento e vice presidente di Forza Italia, Antonio Tajani, a Rtl 102.5. "Io - ha aggiunto riferendosi al governo giallo-verde - scommetto tutto quello che ho sul fatto che non arrivera' a scadenza, ci sono troppe differenze tra i due partiti. Mi sorprenderebbe che solo per interessi di potere vadano avanti a lungo. Lega e M5s hanno interessi troppo diversi, ci sono troppi litigi tutti i giorni, sulla politica industriale, sulla Tav, sulla Tap, anche sul reddito di cittadinanza stesso, non e' coalizione che puo' avere vita lunga, e' coalizione di interesse, e' un accordo contro natura e non durera' a lungo". E sul tema alleanze: "Vogliamo un centrodestra vincente. L'obiettivo strategico di FI e' staccare Salvini dal Movimento 5 Stelle, e, noi vogliamo staccarlo e farlo rientrare nel centrodestra, perche' e' impossibile governare con questo cocktail contro natura".

"A noi interessa il futuro del centrodestra, l'alternativa, in prospettiva, al governo del M5S. Stiamo lavorando come FI per un governo futuro con una coalizione di centrodestra, perche' solo un governo di centrodestra puo' risolvere i problemi degli italiani, a cominciare dalla disoccupazione giovanile". , ha concluso Tajani.

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Elezioni, Abruzzo al voto il 10 febbraio

L'Abruzzo tornerà al voto il 10 febbraio 2019 per il rinnovo del Consiglio regionale. La decisione e' stata sancita d'intesa con la Presidente della corte d'appello dell'Aquila Fabrizia Francabandera e sentito il presidente del consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio. Domani Lolli firmera' il decreto di fissazione della data delle elezioni con la conseguente convocazione dei comizi elettorali.

Fioccano le reazioni. Il primo a commentare è Fabrizio Di Stefano. "Se finora il 10 febbraio era noto come il Giorno del Ricordo, d'ora in poi diventerà anche il giorno della vergogna dell'Abruzzo", dice Fabrizio Di Stefano. "E' bene essere chiari: si tratta di una scelta politica grave, che prolungherà di fatto l'agonia dell'Abruzzo, che prima è stato malgovernato e poi è stato abbandonato da D'Alfonso. La scelta di fondo da compiere era semplice, ossia tra la politica con la P maiuscola, e quindi voto il 10 novembre, o la politica con la P minuscola che ha avuto un ultimo, inutile senso di autoconservazione e di salvaguardia della poltrona per qualche settimana in più a danno dei cittadini. Restiamo e resto in azione e proseguirò con ancora maggiore determinazione il mio cammino per restituire alla nostra Regione e agli abruzzesi forza, dignità e un governo capace e autorevole".

Forza Italia presenterà un ricorso al Tar contro il decreto del presidente vicario Giovanni Lolli, di convocazione, per il prossimo 10 febbraio, delle elezioni regionali anticipate. Lo ha annunciato il consigliere regionale di Fi, Mauro Febbo. "E' una data inaccettabile, intollerabile, inopportuna: faremo ricorso al Tar", ha spiegato il presidente della commissione di vigilanza.

"Ho già chiamato i nostri legali per impugnare dinanzi al Tar la folle scelta della giunta regionale di indire le prossime elezioni regionali per il 10 febbraio. Ritengo tale decisione non condivisibile, non corretta, contraria al bene dell'Abruzzo e che determinerà un evidente sperpero di denaro pubblico", ha detto dal canto suo il Capogruppo di Forza Italia alla Regione Abruzzo Lorenzo Sospiri commentando la decisione del Presidente Lolli di indire le elezioni il prossimo 10 febbraio 2019. "Il Presidente Lolli, con il garbo che lo contraddistingue, mi ha personalmente comunicato che intende indire le elezioni per il 10 febbraio 2019, peraltro Giorno del Ricordo delle vittime delle Foibe - ha detto il Capogruppo Sospiri -. L'ho ringraziato per la cortesia, l'ho salutato, ma è evidente che sarà battaglia sul profilo legale. Ho già interpellato i nostri legali per impugnare al Tar la decisione, come già avvenuto in altre Regioni, una decisione che contrasteremo in ogni sede possibile. Non solo: considerando che Forza Italia non sta in Regione per scaldare sedie a spese degli abruzzesi, a partire dalla scadenza dei 90 giorni dallo scioglimento dell'assise determinata dalle dimissioni dell'ormai ex Presidente D'Alfonso, ovvero dal 22 novembre, sino al ritorno alle urne, noi restituiremo i soldi delle indennità, tolte ovviamente le tasse". 

"E' inaccettabile la scelta del Pd di tornare alle urne nel 2019, a un anno dall'incompatibilità e a sei mesi dalle dimissioni del Presidente D'Alfonso". A sostenerlo è il consigliere regionale del M5S, Sara Marcozzi, candidata alla presidenza della Regione alle prossime amministrative. "Una decisione - aggiunge - che espone a un pericolo enorme l'economia della nostra regione. La legge, infatti, stabilisce che possano essere approvati solo atti "indifferibili" e "urgenti". Il bilancio è certamente un atto indifferibile ma solo relativamente alla parte ordinaria, vale a dire l'approvazione di quella parte di bilancio che riguarda le spese correnti o quelle obbligatorie". 

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Elezioni regionali, vertice Berlusconi – Salvini sulle candidature

Ci sara' anche il piano del sottosegretario con delega all'Editoria Vito Crimi illustrato questa mattina sul 'Fatto quotidiano' sul tavolo di Silvio Berlusconi e Matteo Salvini. I due dovrebbero vedersi domenica sera per parlare di Rai, Regionali e delle future strategie del centrodestra. Ma l'idea dell'esponente di governo del M5s di mettere un tetto agli spot tv agita e non poco Forza Italia. 

Forza Italia il 19 potrebbe dare il via libera a Foa alla presidenza della Rai ma e' intenzionata a chiedere all'alleato chiarezza sull'alleanza sui territori. In ballo le candidature per Abruzzo, Sardegna, Basilicata. "In Abruzzo noi - spiega un esponente della Lega - viaggiamo sul 25% ma non e' escluso che Salvini possa cedere a FI per rivitalizzarla". Il segretario della Lega chiudera' la porta a prospettive di partito unico. Del resto lo stesso Cavaliere ha chiuso ad un'eventualita' del genere. La Lega, invece, potrebbe dire si' alla possibilita' di accogliere Toti qualora decidesse di uscire dal partito azzurro. Intanto oggi Berlusconi ha dato il via libera alle nomine sui responsabili dei dipartimenti. Il partito azzurro si prepara alla prossima campagna elettorale (oggi Tajani ha presentato la sua tre giorni a Fiuggi) ma e' ancora alle prese con la grana delle quote che i parlamentari azzurri devono versare nelle casse del partito. Al momento della candidatura avrebbero dovuto versare 30mila euro, ma per ora solo il 40% - riferiscono fonti di FI - ha versati i soldi spettanti mentre qualcuno ha chiesto una dilazione dei pagamenti. 

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Bellachioma: il candidato per le regionali sarà scelto a Roma

"In Abruzzo c'è stato un golpe bianco, con D'Alfonso, che dovendosi obbligatoriamente dimettere perchè eletto al Senato, ha tergiversato fino ad arrivare ad agosto, e con il colpo di coda di una legge elettorale illegittima, con la quale si sono spostati i termini, per cercare di non arrivare alla resa dei conti con i cittadini abruzzesi". Così il responsabile regionale dei dipartimenti per la Lega in Abruzzo, Gianfranco Giuliante, in piazza Unione a Pescara, parlando davanti alle circa duecento persone che hanno preso parte alla manifestazione indetta dalla Lega per chiedere che si torni al voto il più presto possibile, comunque entro l'anno. Presenti, per la Lega, anche il coordinatore regionale Giuseppe Bellachioma e numerosi amministratori, attivisti e simpatizzanti, che hanno esposto bandiere e striscioni del partito di Salvini. "In questo momento è fondamentale far sentire la nostra voce, rivendicando una data certa e chiedendo di votare il prima possibile - dice Bellachioma - Riteniamo sia un diritto degli abruzzesi andare al voto dopo questi sei mesi di stallo, mentre ci sembra che si stiano utilizzando dei tecnicismi per andare a votare il più tardi possibile. Non lo riteniamo giusto - prosegue il senatore e coordinatore regionale - e auspichiamo che entro la prossima settimana ci sia fornita una data che sia in qualche modo coerente e che ci porti al voto in tempi brevi"

"Non è un mistero che con Fabrizio Di Stefano abbiamo dialogato, non ho nessun problema con lui o con Di Primio. Sono tutte candidature autorevoli, ma bisognerà vedere cosa accadrà nello scenario politico nazionale, a livello di accordi tra Lega e Forza Italia, perchè ho la netta sensazione che l'Abruzzo farà parte di questo accordo". Così il coordinatore regionale della Lega in Abruzzo, Giuseppe Bellachioma, questa mattina a Pescara, a margine della manifestazione del centrodestra per chiedere che nella regione si torni al più presto al voto, rispondendo ad una domanda sulla scelta del candidato del centrodestra in vista della prossima competizione elettorale in Abruzzo. Un'indicazione in linea con quella fornita da Nazario Pagano, coordinatore regionale di Forza Italia. "Non nascondo che il tema del candidato alla presidenza della Regione sia un tema nazionale - dice Pagano - Parliamo di una delle Regioni che torneranno al voto a breve, insieme ad altre Regioni ed è dunque normale che vi sia un dibattito nazionale per arrivare ad una soluzione che sia condivisa e che tenga conto degli equilibri e del radicamento delle forze politiche sui territori, e soprattutto del valore delle candidature che verranno espresse". Nel centrodestra abruzzese, alla candidatura di Fabrizio Di Stefano, lanciata nei giorni scorsi dal leader delle liste civiche Gianluca Zelli, si è aggiunta nelle ultime ore quella dell'esponente di Forza Italia Umberto Di Primio, che ieri sera si è dimesso da sindaco di Chieti. "Ogni partito ha le sue candidature autorevoli - osserva al riguardo Bellachioma - La Lega sta dicendo, da un po' di tempo, una cosa chiara, ovvero che i rapporti di forza e anche la percezione in merito alla fiducia dei cittadini abruzzesi nei confronti della Lega e di Salvini sono elementi che vanno presi in considerazione. Non siamo più il partito del 3%, non siamo più il partito che per 4 anni, consapevole dei propri limiti e dei propri mezzi, ha sempre appoggiato le altre realtà del centrodestra - rimarca Bellachioma - dunque auspico che il candidato, questa volta, sia un leghista, anche se poi saranno Berlusconi e Salvini a decidere cosa è giusto". Sulle candidature emerse finora nel campo del centrodestra, Pagano osserva che "le candidature, ad oggi, al di là di alcuni nomi venuti fuori, non sono state ancora espresse, né da parte di Forza Italia né da parte della Lega"

Anche gli esponenti delle altre forze del centrodestra abruzzese, ovvero Forza Italia, Fratelli d'Italia e le liste civiche che fanno riferimento ad Azione Politica, hanno aderito all'iniziativa, partecipando al sit-in con numerosi esponenti: presenti, tra gli altri, il coordinatore regionale Nazario Pagano e i consiglieri regionali Lorenzo Sospiri e Mauro Febbo, tutti di Forza Italia; il coordinatore regionale di Fratelli d'Italia, Etel Sigismondi; il leader di Azione Politica, Gianluca Zelli, che alla guida del suo raggruppamento di liste civiche ha lanciato la proposta di puntare su Fabrizio Di Stefano - anche lui presente oggi alla manifestazione - come prossimo candidato del centrodestra alla presidenza della Regione. "Ci sta a cuore che si torni al voto il prima possibile, non solo per una questione di spreco di danaro pubblico, ma perchè non riteniamo opportuno che la Regione Abruzzo resti così a lungo con poteri caducati - afferma Pagano -. Dopo lo scioglimento del Consiglio regionale possono essere svolti dall'assemblea solo gli atti indifferibili e urgenti, e la Giunta può esercitare esclusivamente l'ordinaria amministrazione. E' giusto, invece, che gli abruzzesi abbiano istituzioni con pieni poteri, con un presidente eletto dagli abruzzesi - rimarca il coordinatore regionale di Forza Italia -. Perché questo accada bisogna sbrigarsi, dunque pensiamo sia opportuno andare al voto il prima possibile, già a novembre, o comunque entro l'anno". 

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