Primo Piano

Montesilvano, inaugurato il nuovo distretto sanitario

Il distretto sanitario di Montesilvano diventa realtà. Si è svolta questa mattina la cerimonia di inaugurazione ufficiale del presidio sanitario di Montesilvano di via D’Agnese, atteso dalla città da 24 anni. Al taglio del nastro della struttura a quattro piani, già operativa, sono stati il sindacoFrancesco Maragno, l’assessore ai Lavori Pubblici Valter Cozzi, il direttore generale della Asl Armando Mancini, l’assessore regionale alla sanitàNicoletta Verì e il presidente del consiglio regionale Lorenzo Sospiri.

«Oggi voglio ringraziare tutti coloro che si sono spesi negli anni per la realizzazione di questa opera -  ha affermato il sindaco Maragno -. Il distretto sanitario, tra tutte le numerose incompiute che la nostra amministrazione ha voluto completare e consegnare alla città, è sicuramente la più importante perché accende la speranza nella comunità e soprattutto perché era un risultato tanto atteso e auspicato che finalmente diventa realtà. Quando nel 1995 il distretto venne progettato, Montesilvano contava circa 30 mila abitanti. Oggi siamo quasi il doppio. Ciò significa che è necessario programmare lo sviluppo di istanze sanitarie adeguate e quindi rappresentare un pungolo perché il prossimo investimento venga realizzato in termini brevissimi. Oggi è un giorno di festa. Le feste più belle sono quelle che si fanno in famiglia e io considero tutti voi la famiglia più bella di Montesilvano».

«Voglio chiedere scusa ai cittadini di Montesilvano -  ha affermato l’assessore ai Lavori Pubblici Valter Cozzi – perché 24 anni per una struttura non sono possibili e credo che tutti dobbiamo fare ammenda se qualcosa non ha funzionato. Oggi però è una giornata di festa, perché il distretto è diventato realtà. E questo non avviene per caso, ma per l’impegno di tante persone che voglio ringraziare. Realizzare questa opera non è stato un lavoro come un altro, perché su questo distretto ci sono tutte le aspettative della cittadinanza. Il mio grazie va quindi al dirigente Gianfranco Niccolò che insieme alla sua squadra, si è messo a disposizione giorno e notte e alla ditta Mancini che ha realizzato l’ultimo step dell’opera e che ha compreso lo spirito di questo intervento».  

Presente alla cerimonia anche Gianfranco Agostinone, consigliere comunale con delega alla sanità tra il 1999 e il 2004 quando il Comune ottenne il finanziamento decisivo per la realizzazione della struttura.

«Oggi è  un giorno veramente importante -  ha detto Agostinone -. Il nuovo distretto vede finalmente la luce e ciò non può che rallegrarci tutti, perché logisticamente la struttura rappresenterà il fulcro di una moderna assistenza territoriale non solo della comunità montesilvanese, ma di tutto l’hinterland vestino. Ringrazio il sindaco Francesco Maragno, l’assessore Valter Cozzi e il direttore Armando Mancini per questo evento storico, l’ex sindaco Renzo Gallerati che durante la sua legislatura mi conferì la delega alla sanità dandomi carta bianca nella puntuale e costante interlocuzione con i vertici asl all’esito della quale fu concesso alla nostra municipalità il tanto agognato finanziamento decisivo per avviare la progettazione dell’opera. Siate fieri di essere montesilvanesi come lo sono io. Dobbiamo essere una piccola proposta di speranza per tutti».

Il direttore generale della Asl, Armando Mancini ha specificato: «Questo distretto, è vero, è partito molto tempo fa, nel 1995, ma in realtà i lavori sono iniziati nel 2010. E’ vero ugualmente, però, che nella pubblica amministrazione formare la spesa e redigere i protocolli non è semplicissimo. Adesso consegniamo alla città di Montesilvano 2.712 metri quadri di attività sanitarie, più circa 5.000 metri quadri di parcheggi, verde e zone pedonali. Tutto ciò è costato alla collettività circa 3,4 milioni di euro. Una spesa sostenuta, per 700 mila euro, dal Comune di Montesilvano che è stato anche stazione appaltante, cioè ha avuto l’onere di fare e di seguire i lavori. Nel corso del 2019 trasferiremo tutto quello che ancora c’è nel Distretto di corso Umberto, con una promessa: inseriremo anche una Tac , visto che le nuove normative, ora, ce lo permettono».

«E’ un giorno importante  -  ha dichiarato l’assessore regionale Nicoletta Verì -  che mi ha visto anche protagonista, visto che nel 2009, quando ero presidente della commissione Sanità, ho contribuito a ipotizzare, a gestire, a programmare il Distretto. Con questa struttura possiamo dare una risposta immediata a quella che si chiama medicina di prossimità, una sanità di primo intervento. E’ una sicurezza per tutti voi, dove trovare le risposte non solo immediate ma appropriate. Sono convinta che sarà un modello da portare come esempio in tutta la nostra regione».  «Il tempo trascorso per arrivare all’inaugurazione, evidentemente, dimostra che c’è un problema di procedure a cui dobbiamo porre rimedio – ha sottolineato il presidente del consiglio regionale, Lorenzo Sospiri -. Però, l’opera c’è e mi pare all’altezza del compito per cui è stata pensata: quella di essere il punto di riferimento per l’erogazione di una serie di servizi che riguarderanno Montesilvano, e non solo, e finalmente la comunità ha oggi uno spazio sanitario all’altezza dell’importanza della città, che ha avuto una crescita travolgente dal punto di vista demografico ed economico ma i servizi, che fanno la qualità della vita, non hanno seguito la crescita con la stessa velocità». 

Alla cerimonia ha preso parte anche don Nando Pallini, sacerdote della parrocchia Sant’Antonio da Padova per la benedizione dell’opera e il coro folkloristico Città di Montesilvano – Madonna del Carmelo.

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Cgia, le Pmi italiane al top in Ue

L'Italia e' al primo posto in Europa per numero di imprese (oltre 3.719.000) e al terzo posto per fatturato delle Pmi. Lo afferma l'Ufficio studi della Cgia, secondo cui "sebbene le nostre Pmi siano leader in Europa, il nostro sistema produttivo registra ancora dei forti elementi di criticita'", per l'assenza delle grandi imprese. L'Italia - fa notare la Cgia - risultava nel 2016 al quarto posto per valore aggiunto totale delle imprese e per valore aggiunto delle Pmi; ancora al quarto posto per occupati totali delle imprese ma al secondo per occupati nelle Pmi e al primo nelle microimprese. Il fatturato totale delle imprese ammontava nel 2016 a 2.855 miliardi di euro all'anno e solo la Germania (6.195 miliardi), il Regno Unito (3.976 miliardi ) e la Francia (3.696 miliardi) contavano un risultato superiore al nostro. "Tuttavia - spiega la ricerca - quando analizziamo l'incidenza prodotta dalle nostre Pmi sul totale fatturato, tra i big non abbiamo rivali, nemmeno quando analizziamo lo score delle micro imprese. Sulla stessa lunghezza d'onda e' risultato che emerge dalla lettura dei dati riferiti al valore aggiunto: anche in questo caso le nostre Pmi e le piccolissime aziende non hanno contendenti tra i principali Paesi Ue". A fronte di 14,5 milioni di occupati presenti in Italia (dato al netto dei lavoratori del pubblico impiego e di alcuni comparti economici rilevanti), 11,4 lavorano presso le Pmi, di cui 6,5 nelle micro imprese. In entrambi i casi, l'incidenza sul totale occupati sbaraglia qualsiasi altro grande paese d'Europa. Per quanto riguarda le microimprese, siamo al primo posto (44,9 per cento sul totale occupati) tra tutti i paesi UE presi in esame in questa elaborazione.

Sino alla prima meta' degli anni '80, segnala la Cgia, l'Italia era tra i leader mondiali nella chimica, nella plastica, nella gomma, nella siderurgia, nell'alluminio, nell'informatica e nella farmaceutica. Grazie al ruolo e al peso di molte grandi imprese pubbliche e private (Montedison, Eni, Montefibre, Pirelli, Italsider, Alumix, Olivetti, Angelini, etc.), lo sviluppo ruotava attorno a questi comparti.

"A distanza di quasi 40 anni, invece, abbiamo perso terreno - fa notare la Cgia - e leadership in quasi tutti questi settori. E cio' e' avvenuto non a causa di un destino cinico e baro, ma a seguito di una selezione naturale compiuta dal mercato". Alla luce di queste specificita', la Cgia chiede con forza che si torni a guardare con maggiore attenzione al mondo delle imprese, in particolar modo alle piccole e alle micro, visto che la tassazione continua ad attestarsi su livelli insopportabili, il credito viene concesso con il contagocce, l'ammontare del debito commerciale della nostra Pubblica amministrazione (Pa) nei confronti dei propri fornitori e' di 57 miliardi di euro e circa la meta' di questo importo e' riconducibile ai mancati pagamenti. 

L'Ufficio studi della Cgia indica almeno 5 interventi che la politica dovrebbe attuare per rilanciare il ruolo e la funzione delle nostre Pmi e, conseguentemente, del Paese. In primo luogo, una forte riduzione delle tasse e semplificazione del sistema tributario: "E' necessario - scrive - uno choc fiscale che riduca, in 3 anni, la pressione fiscale di almeno 5 punti percentuali. Come? Eliminando l'Irap per le micro e piccole imprese, abolendo lo split payment, il reverse charge nell'edilizia e riducendo progressivamente gli acconti Irpef, Ires, Irap e Inps. Altresi', e' importante ridimensionare il peso della burocrazia fiscale che sta penalizzando soprattutto le piccolissime attivita'". Poi occorre favorire l'accesso al credito: "Dal 2011 ad oggi - fa notare la Cgia - gli impieghi vivi alle imprese sono diminuiti del 26 per cento. E' importante promuovere un intervento concertato con gli altri Stati e presso le istituzioni europee affinche' la Bce eroghi speciali finanziamenti alle banche con vincolo di destinazione a favore delle micro e piccole imprese. Inoltre, e' necessario attivare strumenti di finanziamento alternativi al credito bancario. Infine, va consentito a tutte le imprese di compensare i crediti verso la Pa (certi, liquidi ed esigibili) con tutti i debiti fiscali".

E' necessario quindi tornare ad investire: "Rispetto al 2007 (anno pre-crisi) in Italia gli investimenti sono crollati di quasi 20 punti percentuali. Per consentire anche alle piccole imprese di crescere e creare lavoro, e' necessario che lo Stato centrale torni ad investire in infrastrutture materiali ed immateriali, aggirando i vincoli di bilancio imposti da Bruxelles. Come? Applicando, dopo aver trovato un accordo con gli altri paesi dell'Ue, la regola di bilancio ("Golden rule") secondo la quale gli investimenti pubblici possono essere scorporati dal computo del deficit ai fini del rispetto del patto di stabilita' fra gli stati membri dell'Unione europea". E ancora, secondo la Cgia, bisogna incentivare gli interventi per il lavoro e la formazione: "E' indispensabile rilanciare l'istruzione e la formazione professionalizzante in un'ottica di filiera che metta a regime il sistema duale (alternanza scuola/lavoro e apprendistato), sostenendo economicamente gli istituti tecnici e professionali di 'frontiera'. Inoltre, vanno resi stabili e non limitati nel tempo gli incentivi per favorire l'ingresso dei giovani nel mercato del lavoro anche come neo-imprenditori". Infine, e' urgente investire nell'impresa 4.0 e nell'utilizzo del digitale: "Fino ad ora gli effetti dell'iniziativa impresa 4.0. hanno interessato quasi esclusivamente le imprese di media e grande dimensione. Si deve pensare - conclude la Cgia - anche alle micro imprese e a quelle artigiane che intraprendono il percorso di trasformazione digitale con il medesimo interesse comunicativo, le stesse corsie preferenziali burocratiche e le medesime risorse speciali attribuite alle start-up e Pmi tecnologiche".

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Sondaggio Ipsos, la Lega sfiora il 37 per cento

Il sondaggio Ipsos pubblicato oggi dal Corriere della sera assegna alla Lega il 37% dei consiensi. Il M5S invece appare in frenata con il 22,3% (-1%). A seguire c'è poi il Pd con il 18,7% (-0,3%), Forza Italia con l'8,7% (- 1,2%) e Fratelli d'Italia con il 4,6% (+0,6%).

Gli altri partiti appaiono invece distanti dalla soglia di sbarramento del 4%, con l'eccezione di +Europa che si presenta insieme a Italia in Comune che raggiungono il 3%. Sull'affluenza al voto di maggio, il sondaggio evidenzia «una lieve flessione e si attesta al 41,8%, in linea con le precedenti Europee».

 

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Regione Abruzzo, parte il bando per Soggetti attuatori di Garanzia Giovani

 La Regione Abruzzo ha fatto sapere di avere dato il via a Garanzia Giovani 2, il programma finanziato con fondi europei che prevede misure di inserimento al lavoro da parte di giovani fino a 29 anni che non lavorano, non studiano e non frequentano corsi di formazione, Neet. La fase di partenza sara' tutta incentrata a individuare i cosiddetti Soggetti attuatori, organismi di formazione e enti accreditati che avranno il compito di mettere in pratica tutte le misure previste nel Piano. Da questa mattina, ha fatto sapere l'Abruzzo, sara' infatti operativo sulla piattaforma informatica della Regione l'avviso finalizzato alla costituzione di un catalogo dei Soggetti attuatori autorizzati ad erogare tutte le misure di Garanzia Giovani. Gli enti accreditati interessati potranno presentare domanda dalle ore 12 del 2 maggio attraverso esclusivamente la piattaforma informatica. I soggetti attuatori che saranno inseriti nel catalogo dovranno lavorare di comune concerto con i Centri per l'impiego regionale che manterranno una funzione importante nello svolgimento di Garanzia Giovani

Potranno presentare domanda tutti i soggetti accreditati che erogano servizi per il lavoro e tutti i soggetti accreditati che erogano servizi di formazione e orientamento. Si tratta di un Avviso "a sportello" e restera' aperto fino al 31 dicembre 2019. E' importante, hanno sottolineato dalla Regione, che questo Avviso sia solo la fase iniziale di programma regionale indispensabile per dare corpo a tutte le opportunita' di Garanzia Giovani. Il giovane Neet infatti una volta deciso ad entrare nel programma sottoscrive il Patto di attivazione e sceglie in assoluta liberta' il soggetto attuatore inserito nel catalogo, che gli permettera' di dare seguito alla misura scelta. Dopo la pubblicazione del primo del catalogo partiranno gli Avvisi relativi alle singole misure. 

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Pasqua, 860 ispezioni e controlli del Nas portano a sequestro di 273 tonnellate di alimenti

Colombe e uova pasquali di origine industriale ma spacciate per artigianali, materie prime scadute o conservate malamente, locali per la preparazione dei prodotti inidonei o sporchi, omessa tracciabilita' dei prodotti e carenze in materia di etichettatura. Sono le principali irregolarita' riscontrate dal Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, che di concerto con il Ministro della Salute, ha in questi giorni intensificato le attivita' di controllo sugli articoli alimentari tipici della Pasqua. L'esecuzione della campagna di controllo ha interessato sia la fornitura al dettaglio e la gestione dei prodotti finiti, che la preventiva vigilanza alle fasi di produzione e distribuzione. L'operazione, pianificata a livello nazionale con l'interessamento esecutivo dei 38 NasCarabinieri, e' stata realizzata con 862 ispezioni nei diversi settori di interesse: prodotti dolciari, in particolare le uova di cioccolato e le colombe, ma anche prodotti ittici e carne ovina, molto consumati in questo periodo.

Sono state accertate irregolarita' presso 337 strutture ed aziende oggetto di ispezione (pari al 39%), contestate 4.590 violazioni penali ed amministrative per un ammontare di 431 mila euro di sanzioni pecuniarie, e sequestrate 273 tonnellate di alimenti per un valore stimato in oltre 2 milioni di euro. A causa di gravi irregolarita' igieniche e strutturali sono stati disposti provvedimenti di chiusura o sospensione dell'attivita' nei confronti di 59 esercizi commerciali e produttivi. Le verifiche dei Nas sono state indirizzate sui prodotti dolciari, a cui e' stato riservato il 72% dei controlli: 28 persone sono state deferite all'Autorita' giudiziaria e 255 a quelle Amministrativa, sono stati eseguiti sequestri di 6 tonnellate di uova, colombe e semilavorati; le verifiche hanno riguardato anche la filiera dei prodotti ittici, registrando il 42% di esiti non regolamentari e operando ingenti sequestri principalmente nelle aziende di importazione e di commercio all'ingrosso, pari a complessivi 259 tonnellate di pesce; controllati infine i prodotti a base di carne, in particolare quella ovina, sia circa la corretta indicazione dell'origine che per impedire possibili situazioni di macellazione abusiva

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Roberto Maroni presidente cda Humangest Holding 

Il Consiglio di Amministrazione di SGB Humangest Holding ha nominato Presidente per il prossimo triennio, Roberto Maroni. "Diamo il benvenuto a Roberto Maroni - ha dichiarato a nome di tutto il CDA Gianluca Zelli, Amministratore Delegato di SGB Humangest Holding - e siamo certi che l'esperienza maturata nella sua permanenza a capo del Ministero del Lavoro e l'impegno sui temi legati all'occupazione ed alle attivita' produttive profuso nei vari incarichi ricoperti nella sua lunga attivita' politica, potra' contribuire ad ampliare e migliorare l'offerta di servizi che oggi proponiamo al mercato. Questo ci permettera' di restare sempre piu' competitivi e vicini alle necessita' delle aziende e dei lavoratori, in uno scenario economico che si sta radicalmente trasformando".

"Mi fa piacere poter collaborare con SGB Humangest Holding, societa' italiana tra le piu' attive ed attente allo sviluppo dell'occupazione di qualita' - ha affermato Roberto Maroni dopo aver accettato il nuovo incarico. In questo momento particolarmente complesso per la nostra economia, nel mio nuovo ruolo di Presidente del Gruppo, sono certo che potro' dare un significativo contributo sui temi del lavoro e dell'occupazione, sempre piu' centrali per la crescita e lo sviluppo del nostro Paese. La Costituzione scrive che la Repubblica Italiana e' fondata sul lavoro e da qui dobbiamo costruire il futuro dell'Italia." 

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E-commerce, il 95,2% dei consumatori vuole consegne veloci

Il 95,2% dei consumatori che acquistano online si aspettano tempi di spedizione celeri. Nello specifico per il 53,7% i tempi di consegna sono decisamente molto importanti e per il 41,6% abbastanza importanti. Soltanto il 4,8% dichiara di dare poca importanza ai tempi di consegna. È quanto emerge dall'analisi flash condotta da BEM Research intitolata 'Tempi di spedizione: quanto sono importanti per l'e-commerce?' e basata su un'indagine demoscopica condotta attraverso Google Consumer Surveys. Il sondaggio ha riguardato un campione di circa mille utenti.Accorpando le risposte di chi ritiene i tempi di consegna "molto" e "abbastanza" importanti, la categoria di soggetti in assoluto più esigente è quella con età tra 35 e 44 anni. In questo caso solo il 2,4% ha risposto indicando come poco rilevanti i tempi di spedizione. Sono invece i giovani (18 - 24 anni) a rappresentare la categoria dei consumatori per i quali vince il "molto": per il 69% i tempi di spedizione sono assolutamente importanti. Le persone di età pari o superiore ai 65 anni sembrano essere più "pazienti". Per questa categoria di soggetti i tempi di consegna sono poco rilevanti nel 13,1% dei casi.Guardando alla classificazione per regione, gli abitanti del Mezzogiorno risultano essere più esigenti sui tempi di consegna rispetto a chi vive al Centro-Nord. Tra chi risiede al Sud ha infatti risposto come poco rilevante il tempo di trasporto il 2,5% dei rispondenti, contro il 4,9% del centro e il 6,2% del Nord. Le regioni più esigenti in fatto di velocità delle spedizioni sono Abruzzo, Calabria, Sardegna, Trentino-Alto Adige e Umbria. Sul fronte opposto si trovano Emilia Romagna, Basilicata, Piemonte e Valle d’Aosta, Veneto e Lazio

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Elezioni europee, 15 le liste ammesse nella circoscrizione meridionale

Due liste di candidati escluse sulle 17 presentate per le elezioni europee all'Ufficio elettorale della Corte d'Appello di Napoli per la circoscrizione Italia Meridionale. Le liste al momento non idonee sono quella dei "Gilet Arancioni" e del "Popolo delle Partite Iva" perché non è accertato un collegamento con un gruppo parlamentare uscente. Le 15 liste ammesse dalla circoscrizione Italia Meridionale (Campania, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata e Calabria) sono: Partito comunista, Popolari per l'Italia, Partito democratico, Lega e La Sinistra presentate ieri, Partito Pirata, Più Europa, Popolo della Famiglia, Partito Animalista, Casapound, Europa Verde, Forza Italia, Fratelli d'Italia e Movimento 5 Stelle

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Dieci milioni di investimento per la Val Vibrata

Un nuovo avviso per 10 milioni di investimento in Val Vibrata. Ad annunciarlo e' l'assessore della Regione Abruzzo alle Attivita' produttive, Mauro Febbo, oggi presente all'incontro di Invitalia a Roma in cui si e' fatto il punto della situazione in particolare proprio sul bando pubblicato dalla societa' strumentale del Mise per rilanciare la Val Vibrata duramente colpita dalla crisi.

"E' vero- ha ammesso Febbo- che il primo avviso non e' andato benissimo. Solo due proposte hanno ottenuto i benefici e stanno attuando il progetto presentato. E' altrettanto vero pero' che abbiamo avuto assicurazione che le risorse non saranno perdute e sara' possibile a breve indire un nuovo avviso per le risorse residue che assommano a circa 10 milioni di euro. A giorni- annuncia- verra' chiesta una riunione dell'organo decisionale dell'accordo di programma firmato col Mise per decidere il reimpiego delle risorse al fine di permettere un nuovo avviso. In questo avviso si cerchera' di tenere conto di alcune richieste di semplificazione pervenute dal territorio e che formano gia' oggetto di riflessione sia da parte del Ministero sia di Invitalia, perche' accomunano un po' tutte le imprese che hanno partecipato agli avvisi nelle 12 aree di crisi complessa che sono state riconosciute in Italia". Secondo quanto riferito dall'assessore, l'obiettivo e' pubblicare il bando prima dell'estate. L'incontro e' stato anche l'occasione per fare il punto sui Contratti di Sviluppo. 

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Abruzzo maglia nera per il gioco d’azzardo

L'offerta di gioco in Abruzzo e' piu' alta rispetto alla media nazionale e sono spesso i giovanissimi a cadere nella rete di un problema che, nel tempo, diventa una vera e propria patologia: la ludopatia. Dati a dir poco allarmanti che confermano come l'Abruzzo, nel gioco d'azzardo, continui ad essere maglia nera in Italia. Il punto e' stato fatto questa mattina nel corso del convegno organizzato da Regione e Anci Abruzzo "Azzardopoli: una sfida in Comune" in cui non solo sono stati ribaditi i dati gia' diffusi ieri, e cioe' che nel 2017 il volume complessivo di gioco e' stato di 2,7 miliardi di euro (il 3% del totale nazionale) con una spesa pro capite superiore ai 2mila euro e quindi piu' della media nazionale, ma in cui la fotografia e' stata scattata, nel dettaglio, su tutti i Comuni delle quattro province del territorio. Sono soprattutto Comma 7, New Slot e Videolottery ad essere utilizzate dagli abruzzesi (46%), cui seguono i giochi di abilita' (23%), le lotterie (11%) e i giochi a base sportiva (10%). Su tutto il territorio per ogni 1000 residenti sono presenti 7,4 apparecchi contro i 6 a livello nazionale, 1,2 Videolottery a fronte dello 0,9 della media nazionale e 2,9 apparecchi Comma 7 a fronte dell'1,5 di media riscontrato nel Paese. Guardando alle province, la maglia nera per il volume di gioco medio annuo per le New Slot Machine nel 2017 e' andata a Teramo con 61.962 euro raccolti per apparecchio. Seguono Pescara (61.467 euro), Chieti (61.020 euro) e L'Aquila (60.538 euro). Le Videolottery vanno invece per la maggiore a Pescara dove in media in un anno sono stati raccolti 418.585 euro per apparecchio. Segue quindi Teramo con i suoi 381.126 euro per apparecchio, Chieti con 371.517 e L'Aquila con 340.953 euro. All'incontro hanno preso parte l'assessore alla Sanita', Nicoletta Veri', il presidente Anci Abruzzo, Luciano Lapenna, il dirigente servizio Prevenzione e Tutela sanitaria della Regione Abruzzo, Stefania Melena, Sabrina Molinaro dell'Istituto di fisiologia clinica del Cnr, il sindaco di Laterina e Pergine (Ar) coordinatrice Anci Toscana Ludopatie, Simona Neri, il direttore Uoc dipendenze patologiche Asl Lanciano-Vasto-Chieti e responsabile scientifico del Piano regionale Gap, Paola Fasciani e Valentina Tatasciore, coordinatrice Anci Abruzzo Ludopatie nonche' vicesindaco di Bucchianico 

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