Primo Piano

Elezioni regionali, il centrodestra si adeguerà alle decisioni del tavolo romano

 Volontà di "adeguarsi alla decisione del tavolo romano": è quanto emerso, in serata, dal vertice del centrodestra abruzzese per fare il punto della situazione, discutere di programmi e, soprattutto, "far capire ai cittadini la volontà di correre insieme, uniti, con un programma unico che rilanci il messaggio del centrodestra". All'incontro, a San Giovanni Teatino, hanno preso parte Forza Italia, Lega, Fratelli d'Italia e Udc-Dc, oltre ai movimenti civici Azione Politica, Energie per l'Italia e Popolari per l'Italia. Dopo le polemiche sul nome del senatore Marco Marsilio, riguardo al candidato presidente di Regione le forze politiche presenti hanno ribadito la volontà di "adeguarsi alla decisione del tavolo romano". Il coordinatore regionale di Forza Italia, Nazario Pagano, presente insieme a Giuseppe Bellachioma (Lega), Enrico Di Giuseppantonio (Udc-Dc) e Gianluca Zelli (Azione Politica), ha detto: "Nel giro di un paio di giorni e, comunque, entro questa settimana, il tavolo di Roma si riunirà e indicherà il nome del candidato per l'Abruzzo"

L'incontro odierno, iniziato nel tardo pomeriggio, è finalizzato a fare il punto sul programma, che ha al centro questioni cruciali come la riduzione della pressione fiscale, la creazione di nuova occupazione e la realizzazione di nuove infrastrutture, insieme ai temi condivisi che emergeranno dal dibattito. A margine della riunione, Pagano ha parlato anche dell'ex parlamentare Fabrizio Di Stefano che ha annunciato la sua candidatura a presidente di Regione sostenuto da un gruppo di liste civiche: "Gli chiederemo di far parte della squadra - ha detto - e di rientrare nel perimetro del centrodestra una volta che da Roma verrà indicato il nome del candidato governatore"

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Marsilio si dimette da senatore per candidarsi alla Regione Abruzzo

"Le mie dimissioni da senatore saranno sul tavolo del Presidente Casellati da domani e con qualche mese di anticipo rispetto alle elezioni regionali. Lo faccio perché la scelta di stare qui in Abruzzo, da abruzzese e tra gli abruzzesi, l'ho compiuta in maniera seria e radicale. noi siamo uomini leali, di onore, di impegno di parola e su questa parola costruiremo il nuovo Abruzzo. Lo costruiremo tutti insieme e sarà un Abruzzo migliore". E' quanto ha annunciato il senatore di Fratelli d'Italia, Marco Marsilio, nel corso del suo intervento all'Auditorium Palazzo Sirena di Francavilla, nel corso del quale il movimento guidato da Giorgia Meloni ha presentato le linee programmatiche per la Regione Abruzzo.

"E' una iniziativa del senatore Marsilio, la rispetto, se ci si vuole dimettere è libero di farlo, ma aspettiamo il tavolo azionale per la decisione ufficiale e condivisa sulla candidatura alla presidenza della Regione Abruzzo". Così il senatore e coordinatore regionale di Forza Italia, Nazario Pagano, sull'annuncio da parte del senatore di Fratelli d'Italia Marco Marsilio, di candidarsi alla presidenza del centrodestra in Abruzzo alle regionali del prossimo 10 febbraio e di dimettersi da Palazzo Madama, fatto nel corso di un evento a Francavilla al Mare. Il centrodestra, a 55 giorni dalle elezioni, è l'unica coalizione che non ha ancora scelto il candidato. "La decisione di Marsilio non è stata concordata, a Roma infatti ancora non si sono visti, aspettiamo l'ufficialità per partire".

In relazione al summit, Pagano - che non ha partecipato ai lavori di oggi dove ha inviato il deputato e segretario organizzativo, Antonio Martino - spiega di non sapere ancora nulla, "si farà sicuramente nelle prossime ore", annunciando che comunque "Fi presenterà la sue liste giovedì prossimo nella tradizionale cena di Natale". Intanto, domani a Pescara, si vedranno per la prima volta Fdi, Fi e Lega insieme ad Azione Politica, il movimento civico dell'imprenditore Gianluca Zelli, per parlare di programma e strategia

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Influenza, alta incidenza in Abruzzo

L'Abruzzo, insieme a Molise, Lombardia e Provincia autonoma di Trento, nella settimana compresa tra il 3 e 9 dicembre, è tra le regioni che ha fatto registrare la più alta incidenza di casi influenzali. Lo rileva il rapporto epidemiologico 'Influnet' dell'Istituto superiore di sanità (Iss). Nella 49 esima settimana il livello di incidenza in Italia è stato di 2,78 casi per mille assistiti, 5,69 in Abruzzo. L'Istituto superiore i sanità evidenzia però che l'incidenza osservata in alcune regioni è fortemente influenzata dal ristretto numero di medici e pediatri che hanno inviato i loro dati. In Abruzzo sono stati 32, per un totale di 36.205.assistiti. Dal report emerge inoltre che la fascia di età maggiormente colpita dall'influenza (12,76 per mille assistiti) è quella che va da zero a quattro anni.

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Elezioni, Di Maio: vogliamo dare all’Abruzzo un nuovo Governo il prima possibile

 "Tutto a un tratto questa classe politica, che ha speso soldi dalla mattina alla sera, adesso parla di risparmi di costi. Non ci prendiamo in giro. A questi signori consiglio di evitare tutta questa polemica sull'election day. Se vogliono allungare i tempi perche' vogliono perdere un po' di meno facciano pure. Noi, pero', vogliamo dare all'Abruzzo un nuovo governo il prima possibile, perche' c'e' un problema di costi, lasciando questo al governo della Regione o lasciando la Regione senza un Governo". Lo ha detto il vice premier Luigi Di Maio, a margine di un incontro a Pescara, a proposito della polemica sull'eventuale election day. Il ministro ha poi fatto l'esempio del referendum di Renzi, "quando provo' a spostarlo e lo sposto' in avanti di un mese e mezzo perche' era in difficolta' e poi perse comunque"

"Le imprese sono il modo principale per creare lavoro sul territorio. Ce la mettero' tutta per aiutare chi crea valore e lavoro soprattutto in una regione come l'Abruzzo, dal grande potenziale, ma dove gli imprenditori sono stati abbandonati. Chi, tra loro, e' sopravvissuto a questi 10 anni e' un supereroe e merita rispetto". Lo ha dichiarato il vicepremier, Luigi Di Maio, a margine dell'incontro con gli imprenditori abruzzesi. Il ministro poi rispondendo a una domanda sulla Honeywell, pronta alla reindustrializzazione e al reinserimento di 162 lavoratori, e sulla Ball che a Natale ne lascera' a casa 70, ha detto: "Ci stiamo lavorando ogni giorno. Non posso permettere che soprattutto le multinazionali che stanno bene e sono venute su questo territorio, lo hanno utilizzato e hanno utilizzato la usa manodopera vadano via. Porteremo avanti iniziative che servono per aiutare i lavoratori e fermare le delocalizzazioni. Ci faremo rispettare. Queste aziende devono rimanere sul territorio. Parlando poi del decreto dignita', "Nell'ultimo mese ha registrato il 50 per cento di contratti stabili. Questo vuol dire che c'erano circa 53 mila precari l'anno scorso che ora non lo sono piu'. Abbraccio loro soprattutto se giovani e grazie agli imprenditori che ne hanno usufruito. Prevediamo - ha concluso Di Maio - sgravi fiscale per chi assume giovani a tempo indeterminato e porteremo l'Ires al 15%: vogliamo aiutare i giovani a farsi una famiglia e per farlo bisogna togliere contratti precari". 

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Cgia, la manovra nel 2019 costera’ alle imprese 4,9 miliardi

Nonostante i correttivi approvati dalla Camera dei Deputati, nel 2019 la manovra di bilancio costera' al sistema imprenditoriale italiano 4,9 miliardi di euro. Di questi, 3,1 miliardi graveranno sulle imprese non finanziarie e 1,8 miliardi sugli istituti di credito e sulle assicurazioni. A dirlo e' l'Ufficio studi della Cgia. "Grazie all'aumento della deducibilita' dell'Imu sui capannoni - spiega il coordinatore dell'Ufficio studi della Cgia, Paolo Zabeo - al ripristino delle detrazioni sulla formazione 4.0. e all'impegno di abbassare i premi Inail, alla Camera la maggioranza di Governo ha diminuito, rispetto al testo uscito da Palazzo Chigi, da 6,2 a 4,9 miliardi l'aggravio sulle imprese provocato dalla manovra. Uno sforzo importante, ma non ancora sufficiente. Le aspettative degli imprenditori, in particolar modo in materia fiscale, sono state ampiamente disattese. Senza contare che con la rimozione del blocco delle tasse locali prevista in manovra, c'e' il pericolo che dal 2019 torni ad aumentare il peso dei tributi locali"

Come aveva avuto modo di fare una quindicina di giorni fa analizzando il testo del ddl approvato dal Consiglio dei Ministri, l'Ufficio studi della Cgia ha eseguito la stessa operazione anche sul testo approvato la settimana scorsa dalla Camera dei Deputati per valutare l'effetto netto delle misure previste per le imprese: il risultato rimane ancora molto negativo. Nel 2019, infatti, il prelievo sulle imprese private e' destinato ad aumentare di 3,1 miliardi e sugli istituti bancari e quelli assicurativi di 1,8 miliardi. Fortunatamente, le cose andranno decisamente meglio negli anni successivi: nel 2020 il sistema economico subira' una riduzione di prelievo pari a 1,7 miliardi e nel 2021 l'alleggerimento fiscale salira' a 2,2 miliardi. Dalla Cgia fanno sapere che nell'elencazione delle misure introdotte dalla legge di Bilancio e' stata inserita anche l'annunciata, ma non ancora approvata, riduzione del premio Inail. Non sono stati conteggiati, invece, gli effetti delle misure introdotte definitivamente con il decreto semplificazione. Ovvero, l'abolizione dal 1 gennaio 2019 del Sistri e l'introduzione del fondo di garanzia per le Pmi che si trovano in difficolta' a restituire le rate dei finanziamenti ottenute dalle banche a seguito dei mancati pagamenti della Pa. Queste 2 misure, comunque, dovrebbero agevolare le imprese per un importo non superiore ai 70 milioni di euro l'anno. "Certo - segnala il segretario della Cgia Renato Mason - con la legge di Bilancio attualmente in discussione al Senato e' stata introdotta la flat tax a favore dei lavoratori autonomi con ricavi inferiori a 65 mila euro all'anno. Nonostante cio', nel 2019 l'alleggerimento fiscale sara' di soli 331 milioni di euro. Un piccolo passo nella giusta direzione che, comunque, rimane ancora del tutto insufficiente, anche se a regime il risparmio di imposta sara' di 1,3 miliardi di euro". Va comunque ricordato che con la manovra 2019 e' stato sterilizzato l'aumento dell'Iva per un importo di 12,6 miliardi di euro. Se cio' non fosse avvenuto, l'incremento delle aliquote non avrebbe avuto effetti diretti sulle imprese, anche se, molto probabilmente, i consumi sarebbero diminuiti ulteriormente, condizionando negativamente i ricavi, in particolar modo, dei lavoratori autonomi, degli artigiani e dei piccoli commercianti che vivono quasi esclusivamente dei consumi delle famiglie. Come dicevamo piu' sopra, nel 2019 c'e' il pericolo di un eventuale aumento della tassazione locale. Avendo rimosso il blocco delle aliquote dei tributi locali introdotto nel 2015 dall'allora Governo Renzi, e' molto probabile che molti Sindaci torneranno ad innalzarle. Secondo alcune stime, degli 8.000 Comuni presenti in Italia ben l'81 per cento ha i margini per aumentare l'Imu sulle seconde case e addirittura l'85 per cento per innalzare l'addizionale Irpef. Non e' da escludere, inoltre, che avendo aumentato la deducibilita' dell'Imu sui capannoni, alcuni primi cittadini potrebbero essere tentati ad innalzare l'aliquota di propria competenza, almeno fino alla soglia che non consente agli imprenditori di pagare di piu' di quanto realmente fatto nel 2018. Va altresi' segnalato che tra il 2010 e il 2017 le manovre di finanza pubblica a carico delle Autonomie locali hanno comportato una contrazione delle risorse disponibili pari a 22 miliardi di euro. I piu' colpiti sono stati i Comuni. Se nelle casse dei Sindaci la "sforbiciata" ha raggiunto l'anno scorso gli 8,3 miliardi di euro, alle Regioni a Statuto ordinario le minori entrate si sono stabilizzate sui 7,2 miliardi. Le Province, invece, hanno subito una diminuzione delle risorse pari a 3,5 miliardi, mentre le Regioni a Statuto speciale formalmente non hanno sopportato alcuna contrazione, anche se lo Stato centrale ha imposto loro di accantonare ben 2,9 miliardi di euro. E' pertanto evidente che molti Sindaci, a fronte dei tagli ai trasferimenti avvenuti in questi anni, se avranno la possibilita' non si lasceranno certamente sfuggire l'occasione di mettere mano alle entrate, agendo sulla leva fiscale. Speriamo che in sede di discussione al Senato questa ipotesi sia "congelata", cosi' come accaduto negli ultimi 3 anni.

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Istat, inflazione a novembre -0,2% su mese e +1,6% su anno

Nel mese di novembre 2018, l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettivita', al lordo dei tabacchi, e' diminuito dello 0,2% rispetto al mese precedente, aumentando dell'1,6% su base annua. Lo ha comunicato l'Istat, attraverso la nota sui dati definitivi dei prezzi al consumo di novembre, che ha rettificato la stima preliminare del +1,7%. La stabilita' dell'inflazione e' stata dovuta a dinamiche contrapposte che si sono compensate: da una parte le lievi accelerazioni dei prezzi di alcune tipologie di prodotto, tra cui beni alimentari lavorati da +1,0% di ottobre a +1,1%, beni alimentari non lavorati da +0,8% a +1,1%, servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona da +1,0% a +1,1%, servizi relativi ai trasporti da +1,8% a +2,0%, dall'altra il rallentamento dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (da +9,5% a +7,8%), la cui crescita e' rimasta pero' molto ampia e, insieme a quella dei regolamentati, stabili a +10,7%, ha contribuito per circa la meta' dell'ampiezza al tasso di inflazione e l'accentuarsi della flessione dei beni durevoli (da -1,4% a -1,9%). L'inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e' stata dunque pari a +0,7%, stabile rispetto a ottobre, e quella al netto dei soli beni energetici e' risultata in lieve decelerazione da +0,8% a +0,7%. La diminuzione su base congiunturale dell'indice generale dei prezzi al consumo e' stata dovuta per lo piu' al calo dei prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (-1,3%) e dei servizi relativi ai trasporti (-0,9%), imputabile prevalentemente a fattori stagionali, solo in parte compensato dall'aumento dei prezzi dei beni alimentari non lavorati (+1,1%). Lieve decelerazione dell'inflazione per i beni (da +1,8% a +1,7%) e accelerazione per i servizi (da +1,3% a +1,4%); rispetto al mese di ottobre il differenziale inflazionistico tra servizi e beni e' rimasto negativo, ma piu' contenuto (da -0,5 punti percentuali a -0,3). L'inflazione acquisita per il 2018 e' risultata +1,2% per l'indice generale e +0,6% per la componente di fondo.

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Berlusconi pronto a candidarsi per le Europee

Dopo mesi di stop and go, sembra che Silvio Berlusconi abbia deciso di correre per le europee. Tirato dalla giacca da tutti i vertici di Fi, Antonio Tajani, in primis, il Cav questa sera, durante la presentazione del nuovo libro di Bruno Vespa, lancia la sua candidatura salvo sorprese dell'ultimo momento: ''C'è un forte pressing dei miei, a cominciare da Tajani, a presentarmi. Penso, però, che presentarsi e poi non poter partecipare con continuità alla vita del Parlamento europeo non sia giusto nei confronti di chi mi vota. Credo che alla fine è assai probabile che io accetti'', magari ''presentandomi in tutti i collegi, seguito in ognuno da una donna", come prevede l'attuale legge elettorale. L'ex premier, dunque, rivendica la sua leadership nel centrodestra oltre che dentro Forza Italia, rivelando di aver commissionato una serie di sondaggi che stimano la sua candidatura "tra il 3 e l'8%". L'annuncio della discesa in campo viene letta dagli azzurri come una mossa per mandare un messaggio preciso a Matteo Salvini, sempre più avanti nei sondaggi rispetto all'alleato di governo M5S. Della serie, caro Matteo io ci sono. Nello stesso tempo, il leader forzista precisa che in caso di una nuova maggioranza di centrodestra a causa dell'implosione dell'intesa M5S-Carroccio, il ''premier sarà Salvini, come deciso prima delle elezioni''. Berlusconi racconta che nell'ultima telefonata con Salvini si sono messi d'accordo per chiudere sulle regionali questa settimana, indicando i nomi dei candidati governatori, dall'Abruzzo alla Basilicata. 

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Frode fiscale, smantellata maxi organizzazione

Un'associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale mediante indebite compensazioni con crediti tributari inesistenti è stata sgominata la notte scorsa nel corso di una operazione svolta in sinergia dalla Guardia di Finanza di Chietie dalla Polizia di Stato nell'ambito di un'inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica di Chieti. Dodici le persone arrestate, 3 in carcere e 9 ai domiciliari, 40 gli indagati. Per 14 di loro è stato disposto l'obbligo di dimora tutti è stata disposta la misura interdittiva del divieto di svolgere attività economiche, disposto il sequestro di beni per 63 milioni di euro. Tra le persone coinvolte imprenditori e professionisti. L'operazione ha interessato Lombardia, Emilia Romagna, Lazio, Abruzzo, Molise, Puglia e Campania con decine di perquisizioni. I particolari dell'operazione, denominata 'Dark Shadow', riguardavano indebite compensazioni di imposte utilizzando crediti inesistenti o che, seppur esistenti, erano stati usati in pregresse annualità di imposta; una frode realizzata attraverso il pagamento home banking predisponendo modelli F24 con saldo debitore di 0,01 centesimi per far risultare all'Agenzia delle Entrate l'avvenuto pagamento.

Era il sistema ideato da due consulenti fiscali napoletani finiti in carcere insieme a un imprenditore di Chieti; i tre sono ritenuti i principali esponenti del sodalizio sgominato da Guardia di Finanza e Squadra Mobile della Questura di Chieti nell'operazione 'Dark Shadow' che ha portato all'arresto di 12 persone per associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale attraverso indebita compensazione di crediti. Per rendere più difficile la ricostruzione dell'indebito credito di imposta utilizzato, l'organizzazione presentava dichiarazioni fiscali integrative oltre le scadenze previste, per precostituirsi nuovi crediti inesistenti da utilizzare successivamente. Per riscontrare i crediti inesistenti, ovvero il loro utilizzo pregresso, i finanzieri hanno dovuto esaminare ogni singola dichiarazione fiscale, in alcuni casi risalente anche a vent'anni fa.

Le altre persone arrestate - ai domiciliari - avevano il ruolo di coadiutori dell'organizzazione e procacciatori di clienti; fra questi ultimi figurano liberi professionisti, commercianti e lavoratori dipendenti. Contestualmente agli arresti sono stati effettuati sequestri di beni mobili, immobili e conti correnti bancari per un valore di oltre 63 milioni di euro, l'equivalente delle somme sottratte all'erario in circa tre anni. A 14 persone che risiedono in Lazio, Emilia Romagna, Puglia, Lombardia e Molise è stato applicato l'obbligo di dimora, sono 28 le misure interdittive: 40 complessivamente gli indagati.

 

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Nel Mezzogiorno la prima regione per Pil pro capite è l’Abruzzo

L'Italia è spaccata a metà e il ritardo del Mezzogiorno si aggrava. Questo emerge dall'analisi del prodotto interno lordo per abitante che è di 18.500 euro al Sud, nel 2017, quasi la metà di quello del Nord-Ovest e il 45% in meno di quello del resto del Paese, secondo i dati provvisori dell'Istat. Il divario era del 44,1% nel 2016. Questo arretramento è dovuto ai diversi tassi di crescita. Nel Nord Ovest l'aumento del prodotto interno lordo raggiunge, infatti, il 2,2% nel 2017, lo stesso tasso di Paesi come la Francia o la Germania, e anche nel Nord Est è dell'1,9%. Ma al Mezzogiorno la crescita è dimezzata (+1%) e al Centro si ferma allo 0,9%, molto al di sotto della media nazionale dell'1,6%. La conseguenza è che la distanza tra le regioni del Sud e il resto del paese si allarga. E' ampia in termini di reddito disponibile per abitante (-35,3%), spesa per consumi (-32,4%) e occupazione. Il mercato del lavoro, infatti, mostra una ripresa nel 2017 ma con ritmi diversi nelle diverse aree. Il Nord-est e il Nord-ovest vedono una crescita degli occupati dell'1,4%, nel 2017, il Centro dell'1,3% e il Sud solo dello 0,6%. Questo va ad aggravare una situazione in cui, negli ultimi 20 anni, un milione e 700 mila persone sono emigrate verso il Centro-Nord in cerca di opportunità. Allargando l'analisi ai sei anni tra il 2011 e il 2017, c'è una vera voragine tra regioni come il Lazio (dove gli occupati sono aumentati dello 0,8%) e la Provincia autonoma di Bolzano(+0,7%) e altre come la Sicilia, il Molise e l'Umbria, dove sono diminuiti dello 0,6% l'anno rispetto al 2011. L'Umbria ha scontato, inoltre, nell'ultimo anno, l'impatto anche economico del sisma che ha portato a una crescita zero del Pil nel 2017. E ancora più amaro è stato il bilancio per le Marche, l'altra regione al centro delle scosse, dove c'è stato un calo dello 0,2%. In termini di ricchezza, la graduatoria regionale vede in testa Bolzano, con un Pil per abitante di 42.300 euro, seguita dalla Lombardia e dalla Provincia Autonoma di Trento. Il Lazio, con 32.900 euro, è la regione più ricca del Centro, anche se registra un calo di circa mille euro rispetto al 2011. E nel Mezzogiorno la prima regione per Pil pro capite è l'Abruzzo con 24.400 euro, mentre l'ultimo posto della graduatoria è occupato dalla Calabria, con 17.100 euro. La Calabria, oltre a essere la più povera, è anche la Regione dove l'economia sommersa e illegale ha il peso maggiore. Gli ultimi dati Istat sull'economia non osservata, relativi al 2016, mostrano che qui nero e criminalità pesano per oltre un quinto del valore aggiunto regionale (il 20,9%, per l'esattezza), più del doppio che a Bolzano (10,4%). La media nazionale è del 13,8%, ma nel Mezzogiorno sale fino al 19%.

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Salvi i posti dei 162 ex dipendenti della Honeywell di Atessa

Sono salvi i posti dei 162 ex dipendenti della Honeywell di Atessa. La reindustrializzazione e' stata decisa e sara' la Baomarc Spa Automotive Solutions, azienda leader nel campo della sidedurigia, a far vivere un Natale sereno ai lavoratori e le loro famiglie. L'accordo e' stato trovato al tavolo del Mise presieduto dal capo di gabinetto Giorgio Sorial cui hanno partecipato i rappresentanti della Honeywell, la Regione Abruzzo e i sindacati (Fim Cisl, Uilm, Fiom e Ugl). La prima fase, si legge in una nota del Mise, consistera' nell'effettuazione di interviste finalizzate al reinserimento dei lavoratori, che saranno assunti con contratto a tempo indeterminato previo periodo di prova. La seconda fase consistera' nella realizzazione di un centro di taglio dell'acciaio della superficie di circa 10.000 mq nell'area industriale di Atessa, che alimentera' anche lo stabilimento di Lanciano. L'ammontare totale dell'investimento e' pari a 21 milioni e 850 mila euro che saranno stanziati nell'arco dei primi 36 mesi dall'avvio dei lavori, previsto a febbraio 2019.

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