Primo Piano

Aumentano le retribuzioni medie in Abruzzo

La retribuzione oraria media delle posizioni lavorative riferite ai dipendenti del settore privato e' stata di 13,80 euro nel 2014, 14,01 euro nel 2015 e 13,97 nel 2016. La meta' dei dipendenti percepisce una retribuzione oraria pari o inferiore a 11,06 euro nel 2014 e a 11,21 euro nel 2015 e nel 2016. Lo rileva l'Istat. Il campo di variazione delle retribuzioni orarie passa da 8 euro o meno percepiti dal 10% delle posizioni dipendenti a piu' bassa retribuzione a 21 euro e piu' del 10% delle posizioni lavorative a retribuzione piu' elevata. La regione con la retribuzione oraria mediana piu' elevata nel 2016 e' la Lombardia (12,02 euro), seguono Trentino Alto Adige (11,96) e Piemonte (11,80). Le retribuzioni piu' basse si rilevano invece in Calabria (10,01 euro), Puglia (10,10 euro) e Campania (10,10 euro). L'aumento piu' significativo tra 2014 e 2016 e' stato registrato in Trentino Alto Adige (+2,0%), Abruzzo, Puglia (+2,3%) e Basilicata (+3,3%). 

Con riguardo alle caratteristiche dell'impresa dove il lavoratore e' occupato, le retribuzioni orarie mediane crescono al crescere della dimensione aziendale, con una progressione maggiore nell'Industra rispetto ai Servizi. Nel 2016, la retribuzione oraria mediana e' pari a 10,18 euro nell'Industria e a 10,07 euro nei Servizi per le imprese con meno di 10 dipendenti; a 15,93 euro nell'Industria e 12,04 euro nei Servizi per quelle con 250 dipendenti e piu'. Per le donne, la distribuzione delle retribuzioni orarie e' orientata verso livelli bassi. Nel 2016 ha percepito una retribuzione oraria superiore a 15 euro il 17,8% delle donne contro il 26,2% degli uomini. Una retribuzione oraria inferiore a 8 euro e' stata invece percepita dall'11,5% delle donne e dall'8,9% degli uomini. I nuovi rapporti di lavoro stipulati nel 2016 fanno registrare una retribuzione oraria pari a 9,99 euro, che e' piu' bassa del 18,4% rispetto a quella dei rapporti in essere (12,25 euro). In termini percentuali la differenza di retribuzione oraria mediana dei nuovi rapporti rispetto a quelli in essere e' molto piu' alta per gli uomini (-21,5%) che per le donne (-14,6%). In sede di attivazione di un nuovo rapporto di lavoro, chi ha una laurea viene retribuito in media il 9,9% in piu', valore che sale al +15% nel Nord-Ovest e si riduce al +0,8% nel Mezzogiorno. Nel 2016 il 6,3% delle posizioni lavorative ha avuto una retribuzione oraria inferiore o uguale ai due terzi della mediana nazionale, ovvero inferiore o uguale a 7,47 euro. Tali posizioni a bassa retribuzione ("low pay jobs") sono diminuite rispetto al 2014 (-6,7%).

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Elezioni regionali: Legnini accoglie appello sindaci a candidarsi

"L'appello della maggioranza dei sindaci alla mia candidatura a Presidente della Regione, ha suscitato in me grande emozione ed ha rafforzato la mia responsabilità per la scelta da compiere. Si tratta di una volontà diffusa che non posso ignorare. Per questo mi rendo disponibile a candidarmi". Sono alcuni passaggi di una nota inviata dall'ex vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini, a proposito della sua candidatura alle prossime elezioni regionali in Abruzzo in programma il prossimo 10 febbraio in risposta all'appello di 162 sindaci.
"Il mio intento - spiega Legnini nella nota - è di restituire alla comunità abruzzese la fiducia che mi è stata riservata e quindi mettere a disposizione dell'Abruzzo l'esperienza e le relazioni istituzionali costruite in questi anni". "Non ho mai richiesto o sollecitato una mia candidatura, di cui certamente non mi sfugge il grande rilievo e impegno per i cittadini abruzzesi più che per la mia persona. Ho così voluto ascoltare tantissime persone, non solo quelle politicamente coinvolte, e da ultimo ho letto il contenuto dell'appello e i nomi di coloro che l'hanno sottoscritto".

"Cercherò di dar vita ad una iniziativa politica che mi consenta di coltivare indipendenza ed inclusività - sottolinea - e che si rivolga direttamente alle donne e agli uomini abruzzesi e alle istituzioni locali. Avverto la necessità di dare forza alla nostra regione con una rappresentanza adeguata ai molti problemi che essa e i suoi comuni cittadini e imprese sono chiamati ad affrontare".

 

La nota di Fabrizio Di Stefano

 "Con la candidatura di Legnini in Abruzzo si alza il livello del dialogo politico ed e' un bene per l'Abruzzo. Personalmente ascolto, valuto e rifletto con tutti quelli che hanno deciso di abbracciare il mio progetto". Commenta cosi' il candidato presidente della Regione Abruzzo Fabrizio Di Stefano la decisione di Legnini di guidare il centrosinistra nella prossima tornata elettorale. "Come ho sempre detto - ribadisce - sono aperto a confronti con tutti. Certo che i confronti si devono fare a bocce ferme. Il fatto che sia disposto a parlare con chiunque voglia il bene dell'Abruzzo non vuol dire che sia disposto ad accettare qualunque cosa e a sottostare agli umori del momento. Il mio alveo di provenienza e' evidente". Di Stefano e' pero' certo di una cosa: "con anche Legnini in corsa si alza il livello della politica abruzzese e si mette da parte la rissa che va tanto di moda nella politica. Finalmente ci si potra' confrontare su idee e programmi. Ritengo che questa sia una partita in cui l'Abruzzo si gioca molto. O coglie questo treno o proseguira' il declino in cui ci ha catapultato d'Alfonso". Di Stefano ribadisce anche che, per lui, la sfida vera iniziera' l'11 febbraio cioe' il giorno dopo il voto e lui vorra' essere di quella partita "nel ruolo che mi vorranno dare gli abruzzesi. Come ho sempre detto posso non vivere di politica, ma penso che potrei dare molto a questa Regione".

Di Sabatino: candidatura importantissima

 "La candidatura di Legnini e' importantissima, ma ancora piu' importante e' stato il lavoro che e' stato fino ad oggi. Se 162 sindaci gli hanno chiesto di essere lui alla guida di questa coalizione, il dato e' di quelli che non si erano mai visti". Il segretario del Pd Abruzzo, Renzo Di Sabatino, commenta cosi' l'ufficialità della candidatura di Giovanni Legnini a presidente della Regione al termine della direzione del partito svoltasi oggi a Pescara. "Quella di Giovanni Legnini - aggiunge - e' stata una decisione presa alla fine di un lungo percorso che non e' durato poi molto. La disponibilita' giuridica si e' avuta a fine settembre Parliamo di 70 giorni. Ci sono stati dei passaggi. Avevamo i sondaggi che ci davano molto staccati in linea con i risultati del 4 marzo. Il ragionamento che e' stato fatto ha ruotato intorno alla necessita' creare un'ampia coalizione, su cui si sta ancora lavorando, a capo della quale vi fosse una figura che sapesse mettere insieme mondi diversi. Questo tempo e' stato dunque utilizzato da tutti per vedere se c'era la possibilita' di questa larga alleanza e soprattutto per vedere se la sua proposta personale e di coalizione era gradita agli abruzzesi, al territorio e alle parti sociali. Il progetto nato e' la costruzione di una coalizione degli abruzzesi e per gli abruzzesi scelta dagli abruzzesi a differenza di quanto succede altrove"

Di Marco: con Legnini si può vincere

"La discontinuita' del progetto di Legnini, a mio parere, e' nella sua capacita' di ascolto plurimo. Quella capacita' di parlare con anime varie del territorio che non sono solo quelle politiche del Pd e del centrosinistra". Lo ha dichiarato Antonio Di Marco, in corsa al Consiglio regionale, intervistato dall'agenzia Dire, parlando anche del cenostrinistra "Puo' affermare un risultato importante - conclude - che potrebbe anche trasformarsi in una vittoria"

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In Abruzzo previsti 294 milioni di spesa per prodotti alimentari e bevande,

In Abruzzo, a dicembre le famiglie, secondo le stime, spenderanno 294 milioni per prodotti alimentari e bevande, 49 in più rispetto alla media annuale. Del totale, 87 milioni saranno spesi in provincia di Chieti, 69 nell'Aquilano, 71 in provincia di Pescara e 68 nel Teramano. Centoquarantotto i prodotti agroalimentari tradizionali, molti dei quali tipici del periodo natalizio. Lo rileva il Centro studi di Confartigianato Imprese Chieti L'Aquila, elaborando i dati di uno studio della confederazione nazionale. Dai dati emerge chiaramente la vocazione artigiana della food economy abruzzese: il 39,7% del totale degli addetti delle imprese del settore (35,6% in Italia) lavora nell'artigianato, dato che colloca l'Abruzzo al 12/o posto della classifica nazionale. Dei 249 milioni di spesa stimata per dicembre, 117 milioni sono intercettabili dall'artigianato. In Abruzzo, al terzo trimestre 2018, sono attive 2.441 imprese artigiane del settore alimentare, il 2,4% in meno rispetto al 2017 e il 6,4 in meno rispetto al 2013. Di queste, 1.009 attività operano nel comparto di pasticceria, panifici e gelaterie, 721 nei servizi di ristorazione e cibi da asporto, 295 in quello della pasta. Proprio il comparto della pasta - il 12,1% del totale - pone l'Abruzzo al primo posto della classifica nazionale, come il comparto della produzione di oli e grassi vegetali e animali (4,5% del totale delle imprese alimentari). Sesto posto per la produzione di vino (1,4% del totale delle imprese alimentari). L'export alimentare e delle bevande, in Abruzzo, nel primo semestre 2018 è stato pari a 256 milioni, +0,7%. Tra i dati più significativi quello del comparto del vino, che registra una variazione del +5,1% (Italia +4,1%), dato che colloca la regione al decimo posto. 

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Tensioni nel centrodestra in vista delle regionali

Sale di livello lo scontro innescato a L'Aquila da alcune frizioni nella maggioranza di centrodestra che guida la città. A seguito della decisione del sindaco, Pierluigi Biondi (Fdi), di congelare la deleghe dell'assessore azzurra al Bilancio, Annalisa Di Stefano, potrebbe incrinarsi l'unità della coalizione in vista delle regionali. In una nota, Biondi ha reso noto che "venuto meno il rapporto di fiducia e in attesa di un chiarimento", ha disposto la revoca delle deleghe, spiegando poi che sono congelate, all'assessore Di Stefano per la sua partecipazione alla conferenza stampa di martedì scorso del deputato forzista eletto nel collegio dell'Aquila Antonio Martino. Il neo commissario aquilano di Fi, non citato nella nota dal sindaco, ha definito "psichedelica" la tentata candidatura di Biondi alle regionali. Pronta la replica, in un'altra nota, di Martino che ha informato i vertici nazionali azzurri: "E' un atto di grave ostilità del sindaco Biondi contro il partito, torni a fare l'impiegato" ha tuonato il deputato azzurro per il quale "senza scuse e riconsegna dell'incarico, sospendiamo fiducia a Fdi in coalizione centrodestra per le regionali". "L'ex assessore - spiega il sindaco, sostenitore del senatore romano di origini abruzzesi Marco Marsilio come candidato presidente alle regionali - ha preso parte a una conferenza stampa in cui il mio percorso politico è stato definito 'psichedelico' e si ipotizzava il venir meno di un rapporto di fiducia nei miei confronti in caso di ritorno alle urne a seguito della sentenza del Consiglio di Stato sulla cosiddetta 'anatra zoppa'". Alla conferenza stampa della discordia non si sono presentati i vertici locali di Fi, in testa il vice sindaco dell'Aquila, Guido Liris, in rotta con la guida regionale, il quale ha "ordinato" a consiglieri e assessori di marinare l'incontro. A presentarsi, oltre alla Di Stefano, il presidente del Consiglio comunale, Roberto Tinari

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Natale: in Abruzzo a dicembre spesa di 294 mln euro per alimenti e bevande

In Abruzzo, a dicembre, mese delle festività di Natale, le famiglie, secondo le stime, spenderanno 294 milioni di euro per prodotti alimentari e bevande, cioè 49 milioni in più rispetto alla media annuale. Del totale, 87 milioni di euro verranno spesi in provincia di Chieti, 69 milioni nell'Aquilano, 71 milioni in provincia di Pescara e 68 milioni nel Teramano. Centoquarantotto i prodotti agroalimentari tradizionali, molti dei quali tipici proprio del periodo natalizio. Lo rileva il Centro studi di Confartigianato Imprese Chieti L'Aquila, che ha elaborato i dati contenuti in uno studio della confederazione nazionale.

Dai dati emerge chiaramente la vocazione artigiana della food economy abruzzese: il 39,7% del totale degli addetti delle imprese del settore (35,6% in Italia) lavora nell'artigianato, dato che colloca l'Abruzzo al dodicesimo posto della classifica nazionale.

Dei 249 milioni di euro di spesa stimata per dicembre, 117 milioni, emerge dall'indagine, sono intercettabili dall'artigianato. In Abruzzo, al terzo trimestre del 2018, sono attive 2.441 imprese artigiane del settore alimentare, il 2,4% in meno rispetto al 2017 e il 6,4 in meno rispetto al 2013. Di queste, 1.009 attività operano nel comparto di pasticceria, panifici e gelaterie, 721 nei servizi di ristorazione e cibi da asporto, 295 in quello della pasta. Proprio il comparto della pasta, che rappresenta il 12,1% del totale, pone l'Abruzzo al primo posto della classifica nazionale, così come il comparto della produzione di oli e grassi vegetali e animali (4,5% del totale delle imprese alimentari). Sesto posto, invece, per la produzione di vino (1,4% del totale delle imprese alimentari).

L'export alimentare e delle bevande, in Abruzzo, nel primo semestre di quest'anno, è stato pari a 256 milioni di euro, con una crescita dello 0,7%. Tra i dati più significativi c'è quello del comparto del vino, che registra una variazione del +5,1% (Italia +4,1%), dato che colloca la regione al decimo posto, con una propensione all'export dello 0,54% (0,36% in Italia; quinta posizione della classifica nazionale).

"I nostri prodotti del territorio - sottolinea il direttore di Confartigianato Chieti L'Aquila, Daniele Giangiulli - hanno una qualità eccellente. In una logica di promozione e rilancio del 'made in Abruzzo' invitiamo i cittadini abruzzesi ad acquistare produzioni locali".

"E’ bene preferire le prelibatezze tipicamente abruzzesi ai prodotti dozzinali delle grandi aziende - afferma il presidente provinciale di Confartigianato, Francesco Angelozzi - non solo per un discorso di qualità alimentare, ma anche per contribuire, a partire da un piccolo gesto, quale l’acquisto di un regalo o di un dolce, al rilancio dell’economia locale, del suo artigianato e delle sue micro e piccole imprese, spina dorsale della regione".

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Istat, l’economia italiana fa un passo indietro

L'economia italiana fa un passo indietro in controtendenza con l'andamento dell'area euro e interrompe il ciclo positivo iniziato nel 2015. Nel terzo trimestre - si legge nella Nota sull'andamento dell'economia italiana pubblicata oggi dall'Istat - dopo una fase di progressiva decelerazione si registra "un arretramento dei livelli di attività" (-0,1%) a fronte del +0,2% registrato in media nell'area euro. Il calo è determinato dalla "marcata contrazione degli investimenti e da una lieve flessione dei consumi" mentre la domanda estera netta ha fornito un contributo positivo alla crescita del Pil. I margini di profitto delle imprese manifatturiere mostrano una flessione mentre l'occupazione si è mantenuta sui livelli dei mesi precedenti. La variazione congiunturale negativa degli investimenti (-1,1%), che segue la crescita registrata nel trimestre precedente (+2,8%), è stata determinata dalla robusta contrazione della spesa per impianti, macchinari e armamenti. L'apporto positivo della domanda estera netta è stato determinato da un aumento delle esportazioni di beni e servizi (+1,1%) superiore a quello delle importazioni (+0,8%). "L'occupazione si è mantenuta sui livelli dei mesi precedenti in presenza di una ricomposizione a favore dei dipendenti permanenti. L'aumento del tasso di disoccupazione è stato accompagnato da una riduzione degli inattivi". L'inflazione al consumo si è confermata inferiore a quella della media dell'area euro ma "il vantaggio relativo si è ridotto". A novembre, l'indice del clima di fiducia dei consumatori e l'indice composito del clima di fiducia delle imprese hanno entrambi segnato un peggioramento. L'indicatore anticipatore si è mantenuto su livelli contenuti, mostrando una stabilizzazione dopo le flessioni dei mesi preceden

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L’Aquila, il presidente Mattarella per la riapertura della chiesa delle Anime Sante

Momenti di commozione questa mattina a L'Aquila in occasione della visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella per l'inaugurazione della chiesa Santa Maria del Suffragio, meglio conosciuta come chiesa delle Anime Sante, ricostruita con il contributo decisivo del Governo francese e simbolo della rinascita dopo il terremoto del 2009. Ha sfogliato l'album con le foto delle 309 vittime del sisma del 6 aprile 2009, il presidente Mattarella, davanti a una folla commossa ed è andato via alle 11,35 lasciando un messaggio di Rinascita ai tanti presenti e ai bambini che hanno fatto volare in cielo migliaia di palloncini neri e Verdi. Ha aperto la giornata festa il sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi, ha ringraziato tutti il presidente vicario della Regione Abruzzo Giovanni Lolli.  A quasi 10 anni dal sisma dell'Aquila del 6 aprile del 2009 è stata riconsegnata la Chiesa simbolo di Santa Maria del Suffragio, detta anche delle Anime Sante. A varcare la soglia il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha visitato l'interno restaurato. Il lavoro più imponente ha riguardato la cupola completamente crollata per il sisma. Cupola che mantiene quella che i restauratori chiamano 'la cicatrice' è stato spiegato, che ricorda ciò che è successo. Dopo l'inno francese e italiano, il presidente Mattarella si è soffermato nella cappella della memoria dinanzi alla pietra dove sono incisi i nomi delle vittime del sisma e poi ha sfogliato il libro che contiene le foto delle vittime, come segno di forte vicinanza da parte del Capo dello Stato, che è poi ripartito. All'apertura del portone della Chiesa i circa mille bambini hanno lanciato in aria i palloncini nero verdi, colori della città e simbolo di ricordo e di speranza.

"Italia e Francia nazioni sorelle la cui vicinanza si misura con una forza d'animo così particolare che ci porta a costruire insieme, consapevoli che senza l'altro non potremo andare lontano. E la ricostruzione della Chiesa di Santa Maria del Suffragio è il più bel simbolo della nostra amicizia". Lo ha detto la ministra francese degli Affari Europei, Nathalie Loiseau, intervenendo, dinanzi al Capo dello Stato, Sergio Mattarella, in occasione della cerimonia di riconsegna della Chiesa a quasi 10 anni dal sisma. "Siate certi - ha ribadito Loiseau sottolineando l'importanza del cantiere franco-italiano per la ricostruzione della Chiesa - della nostra amicizia. La Francia senza l'Italia non sarebbe il paese che è. Per la Francia è un onore essere qui. La Chiesa era già frutto della rinascita dopo il terremoto del 1703, era il simbolo della resilienza e della speranza, poi distrutto nel 2009. Oggi, dopo 10 anni, rinasce la Chiesa di Santa Maria del Suffragio". Ricordando le altre calamità che hanno colpito l'Italia, Loiseau ha sottolineato la solidarietà che lega i due Paesi e che per la Francia, come per l'Italia, la relazione non è solo nei momenti felici ma nei momenti più difficili "da superare insieme". E il ministro francese ha poi concluso: Viva L'Aquila, Viva l'Italia, Viva la Francia, Viva l'Europa".

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Fisco, ultima chiamata per la rottamazione bis

Ultima opportunità per regolarizzare i pagamenti delle rate scadute della rottamazione bis e poter accedere così all'ulteriore versione della misura, la rottamazione ter attualmente all'esame della Camera. Sono infatti 345 mila i contribuenti chiamati alla cassa entro domani, venerdì 7 dicembre, per pagare le rate scadute della cosiddetta rottamazione-bis delle cartelle e non perdere i benefici concessi dalla legge. Sarà così possibile non perdere la nuova opportunità prevista dal decreto legge n. 119/2018, il cosiddetto decreto fiscale già approvato in Senato. Chi non è riuscito a pagare, in tutto o in parte, una o più rate della "rottamazione bis" scadute nei mesi di luglio, settembre e ottobre scorsi, può regolarizzare la propria situazione effettuando i pagamenti entro il 7 dicembre e usufruire direttamente dei benefici previsti dalla rottamazione-ter. Una nuova chance che consente ai contribuenti "ritardatari" di mettersi al riparo da eventuali procedure di riscossione coattive e inoltre dà la possibilità di spalmare in 5 anni, anziché entro febbraio 2019, le ultime due rate delle cartelle precedentemente rottamate. In generale, per i contribuenti che hanno aderito alla definizione agevolata, la legge prevede il vantaggio di pagare il solo importo residuo delle somme dovute senza corrispondere le sanzioni e gli interessi di mora. Per le multe stradali, invece, non si pagano gli interessi di mora e le maggiorazioni previste dalla legge. Hanno aderito alla "rottamazione bis" (decreto legge 148/2017) circa 840 mila contribuenti, di questi 345 mila (il 41% del totale) sono interessati dalla scadenza di domani per mettersi in regola. Nella classifica delle città metropolitane, Roma è in testa con 41.540 contribuenti chiamati alla cassa, seguita da Napoli (23.007), Milano (18.995), Bari (12.144), Torino (9.743), Firenze (6.074), Cagliari (5.339), Bologna (5.284), Reggio Calabria (5.058), Genova (4.961) e infine Venezia con 3.230 contribuenti interessati dalla nuova opportunità prevista dalla legge. A livello regionale al primo posto si posiziona il Lazio, con 57.725 contribuenti, seguito da Campania (45.347), Lombardia (39.956), Puglia (33.212), Toscana (26.059), Emilia Romagna (20.611), Veneto (20.096), Calabria (18.369), Piemonte (17.825), Sardegna (13.502), Liguria (9.576), Marche (9.559), Abruzzo (9.394), Umbria (6.349), Friuli Venezia Giulia (5.779), Basilicata (5.517), Trentino Alto Adige (2.833), Molise (2.685) e infine la Valle d'Aosta chiude la classifica con 698 contribuenti.

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Rapporto Openpolis, nelle citta’ italiane c’è in media il 2,7% di verde urbano

Nelle principali citta' italiane il verde urbano occupa in media il 2,7% della superficie comunale. Raggiungono livelli piu' elevati la citta' di Napoli con 11,1, Cagliari con il 9,6 e Reggio Calabria, Firenze e Bologna con l'8%. E' quanto emerge nel dossier elaborato da Open Polis in collaborazione 'Con i bambini'. L'analisi cambia se si conta tutto il verde pubblico (verde urbano piu' aree naturali protette). Conteggiando tutto, a Roma ad esempio oltre un terzo del territorio (35,3%) e' occupato da aree verdi(contro una media nazionale del 18,7%). Se pero' si isola solo il verde urbano, la Capitale e' poco al di sopra della media degli altri capoluoghi italiani (3,3% contro 2,7%). La citta' italiana - in base ai dati del dossier - con la maggior superficie di verde pubblico e' Messina (72,1%), seguita da Venezia (65%) e Cagliari (60,7%). Inoltre, in media le aree attrezzate sono circa il 13% del verde urbano. Nelle quattro maggiori citta' italiane quest'ultimo e' in gran parte costituito dal verde storico vincolato e dai grandi parchi urbani. Nel primo caso si tratta di ville, parchi e giardini tutelati dal codice dei beni culturali per il loro interesse storico o artistico. Nel secondo caso, invece, stiamo parlando di parchi non vincolati, ma comunque riconosciuti dai piani urbanistici di valore naturalistico, storico o architettonico. Queste due categorie insieme costituiscono oltre la meta' del verde urbano a Roma e Torino, e piu' del 40% a Milano e Napoli. Mentre la presenza del verde attrezzato e' molto variabile, costituisce il 3% del verde urbano di Napoli, il 10% a Palermo e Torino, e poco meno del 30% delle aree verdi a Milano e Roma. Ovviamente questa quota va rapportata alla presenza di verde urbano nelle citta', che a Roma come abbiamo visto e' il 3,3% della superficie comunale, mentre a Napoli e' circa l'11%. 

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Ocse, cala la pressione fiscale in Italia e si ferma al 42,4%

In Italia la pressione fiscale scende leggermente ma restiamo comunque in sesta posizione, tra i Paesi che pagano piu' tasse al mondo. E siamo anche ben oltre la media Ocse che e' del 34,2%. E' quanto emerge dal rapporto dell'Ocse sui trend fiscali 1965-2017, che vede la tassazione complessiva dell'Italia scendere nel 2017 al 42,4% del Pil dal 42,6% del 2016, dietro a quella della Francia (46,2%), della Danimarca (46%), del Belgio (44,6%), della Svezia (44%) e della Finlandia (43,3%) e davanti all'Austria (41,8%). I 35 Paesi Ocse registrano una tassazione media in aumento al 34,2%, contro il 34% del 2016, non lontana dal 33,8% del 2000.

 L'Italia resta tra i sette Paesi Ocse con una pressione fiscale sopra il 40%, ma registra una flessione rispetto al 2016, mentre sale rispetto alla media del 2000, che era del 40,6%. I Paesi con la tassazione complessiva piu' bassa sono il Messico (16,2%), il Cile (20,4%), l'Irlanda (22,8%), la Turchia (24,9%) e gli Stati Uniti (27,1%). La struttura fiscale dell'Italia, nota l'Ocse, e' caratterizzata da un alto livello di tasse sul reddito, pari al 25,8% sul totale delle entrate nel 2016, contro il 23,8% della media Osce. Anche il peso dei contributi sociali e' in Italia molto alto (30,1% contro il 26,2% della media Ocse), mentre e' basso il peso delle tasse sul reddito delle societa', che e' al 5%, contro il 9% della media Ocse. Le tasse sulle proprieta' immobiliari in Italia pesano il 6,6%, contro il 5,7% della media Ocse, mentre le imposte indirette, che l'Ocse calcola come tasse sul valore aggiunto e altre imposte sui consumi, pesano in Italia rispettivamente il 14,4% e il 13,8%, contro il 20,2% e il 12,5% della media Ocse.

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