Primo Piano

Governo, Conte rimette l’incarico a Mattarella

Il professore Giuseppe Conte rinuncia all'incarico di presidente del Consiglio. L'annuncio è del segretario generale del Quirinale Ugo Zampetti al termine del colloquio tra il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il premier incaricato, durato circa un'ora. Il capo dello Stato, come ha riferito lo stesso Zampetti, ha ringraziato Conte per l'impegno.

Convocato Cottarelli

Nel giorno numero 84 della crisi di governo, dopo il fallimento del tentativo portato avanti da Lega e M5S per la formazione dell'esecutivo, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha convocato per domani mattina Carlo Cottarelli. Domani saranno piu' chiari i contorni del tentativo di Mattarella e che tipo di incarico avra' l'economista lombardo. Possibile che abbia il ruolo di traghettare il Paese verso elezioni che si potrebbero tenere a ottobre o a dicembre, dopo la legge di bilancio. Laureato in Scienze Economiche e Bancarie presso l'Universita' di Siena, ha conseguito il master in Economia presso la London School of Economics, Cottarelli ha lavorato nel Servizio Studi della Banca d'Italia e dell'Eni, oltre che per il Fondo monetario internazionale. Nel novembre 2013 e' stato nominato dal Governo Letta Commissario straordinario per la Revisione della spesa pubblica, un incarico durato un anno, e dall'1 novembre 2014, su nomina del Governo Renzi, e' diventato direttore esecutivo nel Board del Fondo Monetario Internazionale. Dal 30 ottobre 2017 e' il Direttore dell'Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani dell'Universita' Cattolica di Milano

 

La dichiarazioni

Subito dopo è uscito il professor Conte. "Ho rimesso il mandato che mi era stato conferito di formare il governo del cambiamento. Ringrazio il presidente della Repubblica per avermi conferito il mandato e gli esponenti delle due forze politiche, Di Maio e Salvini, per aver indicato il mio nome. Ho profuso il massimo sforzo e la massima attenzione e vi posso assicurare di averlo realizzato in un clima di piena collaborazione con gli esponenti delle forze politiche che mi hanno designato", ha detto al Quirinale Giuseppe Conte, dopo aver rimesso il mandato di presidente del Consiglio.

"Ho fatto tutto il possibile per far nascere un governo politico, ma non potevo accettare un ministro dell'Economia che minacciasse l'adesione dell'Italia all'euro, che considero fondamentale per il futuro del Paese e dei nostri giovani", ha detto Mattarella. "Ho accettato tutti i ministri. Ma se si deve discutere di questo (l'uscita dall'Euro) lo si faccia apertamente, ma non è un tema che si è discusso in campagna elettorale".

Il presidente Mattarella, subito dopo, ha dichiarato ai microfoni: "Non ho ostacolato formazione governo, al contrario, ho sostenuto il tentativo in base alle regole della Carta. "Ho agevolato il tentativo di dar vita a governo" tra M5s e Lega, "ho atteso i tempi per farlo approvare dalle basi militanti".  "Io devo firmare" i decreti per le nomine dei ministri "assumendone la responsabilità istituzionale, in questo caso il presidente della Repubblica svolge un ruolo di garanzia che non hai subito né può subire imposizione.  Nelle prossime ore assumerò iniziativa".

Il discorso integrale di Sergio Mattarella

 

Le reazioni

"Prima gli italiani, il loro diritto al lavoro, alla sicurezza e alla felicità. Abbiamo lavorato per settimane, giorno e notte, per far nascere un governo che difendesse gli interessi dei cittadini italiani. Ma qualcuno (su pressione di chi?) ci ha detto no. Mai più servi di nessuno, l’Italia non è una colonia, non siamo schiavi di tedeschi o francesi, dello spread o della finanza. A questo punto, con l’onestà, la coerenza e il coraggio di sempre, la parola deve tornare a voi! #Primagliitaliani! Io non mollo, per il bene dei nostri figli". Così Matteo Salvini su Facebook.

"Nessuno ministro che è stato critico sull’euro va bene. Questa allora non è una democrazia libera" ha detto Di Maio in diretta Facebook, in contemporanea al discorso di Mattarella: "Ho stimato Mattarella ma questa scelta è incomprensibile, noi ce l’abbiamo messa tutta, in quel contratto di governo c’era la rivisitazione di alcune regole europee ma non l’uscita dall’euro. Ci siamo messi intorno al tavolo per cambiare il paese, abolire la Fornero, l’immigrazione i problemi economici. Ma non ci è stato permesso. Eppure rappresentiamo due forze politiche che hanno vinto le elezioni. Tutt’ora queste due forze hanno la maggioranza in Parlamento. Ci è stato detto no. Il problema è che le agenzie di rating erano preoccupate per chi andava all’economia? Allora diciamolo chiaramente che è inutile andare a votare tanto i governi le decidono le agenzie di rating. Alla fine, anche se prendiamo l'80 percento, un modo per bloccare tutto questo lo si trova sempre. E non possiamo stare qui a dire di ritornare al voto". 

"Sono molto arrabbiato", ha chiuso poi Di Maio, "Stiamo lavorando da decine di giorni, lavoriamo dalla mattina alla sera, ma la verità che stanno facendo di tutto per non mandare il M5s al governo. E io non posso accettare che il ministro dell’economia lo decidono le agenzie di rating. Noi ci saremo sempre. Ma con una consapevolezza differente". 

Luigi Di Maio, al termine della sua diretta Facebook, ha reso nota la lista dei ministri che il premier incaricato Giuseppe Conte ha portato oggi a Sergio Mattarella, prima di rimettere il mandato. Vicepremier e ministro dello Sviluppo economico, del Lavoro e delle Politiche sociali lo stesso Di Maio; vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini; ministro ai Rapporti con il Parlamento e alla democrazia diretta Riccardo Fraccaro; ministro della P.A. Giulia Bongiorno; agli Affari regionali Enrica Stefani; ministro per il Sud Barbara Lezzi; per la disabilità Lorenzo Fontana; per gli Affari Esteri Luca Giasanti; della Giustizia Alfonso Bonafede; alla Difesa Elisabetta Trenta; dellEconomia e Finanze Paolo Savona; delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio; delle Infratrutture il professor Mauro Coltotti; dell'Istruzione Marco Bussetti; dei Beni culturali Alberto Bonisordi; della Salute Giulia Grillo; sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti. 

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Cgia: in 10 anni boom di multe stradali, ma in pochi pagano

Negli ultimi 10 anni, segnala la Cgia, le multe comminate dai vigili per violazione del codice della strada sono salite di quasi l'81%, ma il numero di coloro che le hanno pagate è sceso drasticamente. Nel 2016, ultimo anno in cui i dati sono disponibili,appena il 39% ha pagato.Il rimanente 61% è moroso e, per la Cgia, forse lo ha fatto solo in seguito, approfittando della rottamazione delle cartelle avvenuta in più riprese in questo ultimo biennio.Nel 2016 gli oltre 8mila Comuni italiani hanno disposto quasi 2,5 miliardi di euro di multe, riscuotendo solo circa 1 mld (38,8%). La situazione delle casse comunali è peggiorata rispetto al 2016 quando a fronte di 1,3mld di multe comminate a onorarle fu quasi il 60%.Al sud le paga solo il 27,5%,con punte minime del 23,2% in Campania e del 18,4% in Sicilia.Sale al 34,2% nel Centro,al 42,9% nel Nordovest,al 56% nel Nordest.Le amministrazioni comunali più virtuose sono quelle di Friuli V.G.(65,2% di riscossione),Provincia di Bolzano (74,2%) e, specie, Molise (74,5%).

Per Paolo Zabeo della Cgia "la farraginosità del sistema rende molto difficile l'opera di riscossone. C'è la necessità di efficientare e velocizzare l' attività di recupero nei confronti di chi non paga entro i limiti di legge, anche se è necessario che molte amministrazioni comunali si ravvedano. Gli automobilisti, e in particolar modo coloro che usano gli automezzi per ragioni di lavoro, non sono un bancomat. Pertanto, l'utilizzo degli autovelox o dei T-red, ad esempio, andrebbe regolato con maggiore attenzione, tenendo conto delle fasce orarie della giornata che, come si sa, presentano flussi di traffico molto differenziati". E' anche vero che il massiccio utilizzo degli autovelox avvenuto in questi ultimi anni ha contribuito, assieme alla diffusione negli autoveicoli di sistemi di sicurezza sempre più efficienti, a ridurre drasticamente il numero di feriti e di morti nelle nostre strade. "Sicuramente - rileva Renato Mason, segretario Cgia - il massiccio utilizzo dei rilevatori elettronici di velocità e gli alcol test hanno dissuaso molti automobilisti a correre a velocità elevate. Però l'applicazione degli autovelox fissi e mobili andrebbe coordinata meglio, intensificandone la presenza solo nelle strade dove l'incidentalità è nettamente superiore alla media".

 

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Istat, esportazioni extra Ue +4,8% annuo

Le esportazioni italiane nei Paesi extra Ue sono calate ad aprile dello 0,9% su marzo, mantenendo tuttavia una tendenza di crescita, pari al 4,8%, su base annua. Lo rileva l'Istat. Il surplus commerciale del Belpaese, sempre ad aprile, è stimato a 1.859 milioni, in riduzione rispetto a 2.553 milioni dello stesso mese del 2017 con i Paesi fuori dall'Unione. Le importazioni sono aumentate del 2,4% su mese e dell'11,4% su base annuo

La flessione mensile delle vendite verso i Paesi extra Ue, spiega l'istituto statistico, è più accentuata per i beni strumentali (-4,2%) ed esclude l'energia (+10,5%) e i beni intermedi (+1,8%). Dal lato dell'import, la crescita è sostenuta da beni di consumo non durevoli (+6,7%), beni strumentali (+5,1%) e beni intermedi (+4,7%). Sui dodici mesi, la crescita delle esportazioni è marcata per l’energia (+15,0%), beni di consumo non durevoli (+8,7%) e beni intermedi (+5,3%). Anche le importazioni registrano un marcato aumento annuo determinato principalmente dall’energia (+20,8%) e dai beni intermedi (+16,5%). La correzione per gli effetti di calendario porta la variazione dell’export a +3,2% e quella dell’import a +7,2%.Nel trimestre terminato ad aprile, la dinamica mensile dell’export verso i Paesi extra Ue si conferma ampiamente negativa (-3,1%), con flessioni più accentuate per i beni di consumo non durevoli (-6,9%) e i beni di consumo durevoli (-4,6%), di intensità minore per i beni intermedi (-1,6%) e beni strumentali (-1,2%). Nello stesso periodo, le importazioni registrano una crescita pari a +1,2%, determinata dall’energia (+6,5%). Ancora con riguardo al confronto tendenziale, ad aprile 2018 l’export verso i Paesi Opec (-6,1%), Paesi Asean (-5,9%) e Russia (-1,3%) è in flessione. In aumento le vendite di beni verso Stati Uniti (+6,0%), Svizzera (+11,3%), Cina (+9,5%), i paesi Mercosur (+15,2%) e Giappone (+6,9%). Gli acquisti da paesi Opec (+29,1%) e Stati Uniti (+21,0) registrano aumenti tendenziali più ampi della media delle importazioni, mentre sono in calo quelli dai paesi Mercosur (-5,2%) e dai paesi Asean (-2,9%).

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Certificati falsi, 10 arresti ad Avezzano

Dieci persone sono state arrestate, tre portate in carcere e sette ai domiciliari sulla base di un'ordinanza emessa dal Gip del Tribunale di Avezzano, su richiesta della Procura marsicana, dagli uomini della Guardia di Finanza dell'Aquila. Gli arrestati sono ritenuti responsabili a vario titolo di frode processuale (art. 374 c.p.), corruzione (319 c.p.), falsità materiale ed ideologica commessa da pubblici ufficiali in atto pubblico (artt. 476 e 479 c.p.), frode assicurativa ( art. 642 c.p.), truffa ai danni dello Stato (art. 640 c.p.) e favoreggiamento (378 c.p.). L'indagine è iniziata da mirati accertamenti svolti dalle Fiamme Gialle della Compagnia di Avezzano nei confronti di soggetti pubblici e privati presenti sul territorio operanti nel settore sanitario. L'attenzione investigativa si concentrava su un'importante impresa sanitaria il cui amministratore risultava dedito a condotte truffaldine anche attraverso l'illecita remunerazione di pubblici impiegati e di pubblici ufficiali al fine di ottenere false certificazioni di natura medica a sé e alla sua famiglia favorevoli e, in particolare, alla di lui consorte. Più in particolare, emergevano chiari elementi di prova circa la redazione di falsi certificati, dietro pagamento di somme di danaro, da parte di un medico psichiatra responsabile del Centro di Igiene Mentale (C.I.M.) della A.S.L. di Avezzano, il cui studio veniva sottoposto ad intercettazione ambientale ed a monitoraggio video.

I finanziari hanno potuto quindi registrare il quotidiano svolgimento da parte dell'indagato di un'incessante e lucrativa attività di vendita di certificati falsi ai diversi 'avventori' che, si presume, sulla base di un passaparola, si avvicendavano nel suo ufficio. Il quadro emergente all'esito di tali indagini è quello che da una parte un rappresentante delle istituzioni che, nonostante il giuramento di fedeltà allo Stato ed il giuramento di Ippocrate, ha trasformato il suo ufficio presso il Centro di Igiene Mentale, preposto alla cura di persone con malattie psichiche, in un vero e proprio emporio di certificati falsi.

Dall'altra un'inquietante assortimento di persone, non si sarebbero fatti remora alcuna di pagare pur di ottenere fraudolenti certificati medici, con cui avanzare domande risarcitorie all'esito di sinistri stradali, istanze di congedo per malattia al proprio datore di lavoro, domande di invalidità o di esonero dal presenziare ai processi. Le indagini si sono concluse con l'acquisizione presso il Centro di Igiene Mentale delle cartelle cliniche e dei certificati redatti dallo psichiatra e con la perquisizione degli immobili nella disponibilità di quest'ultimo, rinvenendo, in entrambi i casi, importanti riscontri alle ipotesi accusatorie formulate a seguito dello svolgimento delle operazioni di intercettazione

In particolare, a seguito della perquisizione eseguita presso l'abitazione del medico infedele, la Guardia di Finanza ha accertato l'esistenza di due locali adibiti a studio: uno di questi presentava al proprio interno un lettino medico, un separé ambulatoriale ed un armadio a vetri contenente numerosi medicinali. Il luogo, evidentemente, era dedicato anche alla ricezione dei pazienti, nonostante l'indagato operasse in regime di intra-moenia. Ad avvalorare tale ipotesi il rinvenimento di altro materiale quali cartelle cliniche, ricettari, timbri dell'Asl.

 

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Istat, 382.634 italiani assistiti nei presidi residenziali

Nei presidi socio-assistenziali e socio-sanitari italiani sono assistite 382.634 persone: quasi 288 mila (75,2%) hanno almeno 65 anni, oltre 73 mila (19,3%) un'eta' compresa tra i 18 e i 64 anni, e poco piu' di 21 mila (5,5%) sono giovani con meno di 18 anni. Lo ha certificato l'Istat. Gli ospiti anziani non autosufficienti sono oltre 218 mila. Tra gli anziani piu' della meta' sono ultra ottantacinquenni e in tre casi su quattro sono donne. Tra gli adulti (18-64 anni) prevalgono gli uomini, che costituiscono il 63% dell'intero collettivo. Il motivo del ricovero e' legato principalmente alla presenza di disabilita' o di patologie psichiatriche (circa il 66% di tutti gli ospiti adulti).

Inoltre, secondo quanto attestato dal rapporto Istat, nel 2015 complessivamente sono 21 mila i minori assistiti, circa il 36% dei quali e' stato accolto nelle strutture per problemi legati al nucleo familiare, quali incapacita' educativa, problemi economici o psicofisici dei familiari; il 24% e' costituito da stranieri non accompagnati. 14 mila minori sono stati dimessi da queste strutture nel corso del 2015. Il 28,5% dei minori dimessi risulta rientrato in famiglia di origine, mentre l'8,1% e' stata data in affido o adottata; l'8,8% e' stato reso autonomo; il 31% e' stato trasferito in altre strutture residenziali; il 13,9% si e' allontanato spontaneamente dalla struttura residenziale

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Berardinetti nominato nuovo assessore regionale

Affidati nuovi ruoli nella Giunta regionale d'Abruzzo. Il Presidente Luciano D'Alfonso con decreto odierno n. 47 ha nominato assessore regionale Lorenzo Berardinetti, riservandosi di specificare le deleghe con atto successivo.
Il neo-assessore ha espresso gratitudine nei confronti del Governatore per la fiducia riservatagli: "Ho intenzione - ha dichiarato - di portare a termine ciò che la Giunta aveva pianificato nel più breve tempo possibile, anche grazie al confronto con gli amministratori locali e con tutti i soggetti interessati". Sempre oggi D'Alfonso ha affidato con decreto n. 48 all'architetto Mario Mazzocca, sottosegretario alla Presidenza della Giunta Regionale, l'incarico di sovrintendere all'Ufficio Speciale della Ricostruzione: "Il compito affidatoci in risposta agli effetti del sisma 2016-2017 ci responsabilizza ulteriormente sul tema della resilienza - dichiara Mazzocca - e ci impone un impegno diretto, costante e continuo a partire da domani".

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Diga foranea aperta, a breve il bando per i moli

La presentazione del progetto di costruzione dei nuovi moli guardiani del Porto di Pescara ed il successivo sopralluogo sul cantiere per il taglio della diga foranea sono stati l'occasione per il presidente della Giunta regionale, Luciano D'Alfonso, per fare il punto della situazione sulle opere in esecuzione e su quelle che andranno a concretizzarsi nei prossimi mesi. "Non solo sono da tempo disponibili 31 milioni di euro per i due nuovi moli guardiani per i quali il bando di gara sarà pubblicato entro il mese di agosto - ha confermato D'Alfonso - ma è stata anche contrattualizzata la messa in esercizio della barriera di soffolta. Inoltre, a breve, partirà il bando di gara internazionale per il collegamento navale con la costa croata, l'altra sponda dell'Adriatico.

Nel frattempo - ha proseguito - si sta lavorando al taglio della diga foranea, che oggi possiamo finalmente definire forata. Un'opera finanziata con fondi regionali, che restituisce al mare una quota di fatica per il dragaggio del porto". Secondo D'Alfonso "l'allungamento dei moli guardiani, oggetto di idonea progettazione e di idonea copertura finanziaria, è l'ennesima riprova del fatto che mai come adesso la Regione Abruzzo si è fatta carico di fronteggiare i problemi delle città abruzzesi ed in particolare delle criticità di una grande infrastruttura come il porto di Pescara".

All'incontro con la stampa, oltre al sindaco di Pescara, Marco Alessandrini, erano presenti anche il Comandante dell'Autorità Marittima Donato De Carolis, il commissario dell'Arap, Giampiero Leombroni, i rappresentanti dell'impresa che sta eseguendo i lavori ed Enrico Bentivoglio, dirigente del Provveditorato alle Opere pubbliche nonché direttore dei lavori.

Il presidente della Giunta ha anche ricordato come lo stesso impegno e la stessa attenzione avuta per Pescara il Governo regionale l'ha riservata anche ai porti di Ortona, Vasto e Giulianova. "Questa operazione - ha spiegato - consentirà alla qualità dell'acqua di essere lavata dall'andirivieni delle onde del mare. Insomma, il mare si fa carico di pulire se stesso. Adesso - ha continuato - con i moli guardiani nuovi, dobbiamo elevare alla massima potenza la sicurezza degli operatori che fanno economia del mare. Riguardo alla tempistica della gara d'appalto e all'esercizio di cantiere, prevedo 24-30 mesi ma se anche fossero 31 mi auguro non rappresenti un problema, considerando la complessità della progettazione e delle procedure da seguire. Infine, abbiamo anche risolto – ha concluso D’Alfonso - lo spinoso problema dei trabocchisti che potranno e si dovranno spostare. Mi risulta che lo faranno consensualmente e non è cosa da poco"

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Dramma sul cavalcavia dell’autostrada A14

Tragedia a Francavilla al Mare dove un uomo ha gettato dal ponte del viadotto Alento dell'autostrada A14 in contrada Vallemerlo una ragazzina, forse la figlia della compagna, e a sua volta minaccia da ore ormai di gettarsi nel vuoto.

La bimba, secondo quanto rilevata dai medici legali, sarebbe morta sul colpo. "Scusa scusa", ha ripetuto più di una volta l'uomo e le urla, si sono sentite dall'alto fino a trenta metri sotto, nel luogo dove sono potuti arrivare i cronisti, anche se è stato difficile comprendere nettamente tutte le parole. Sul posto ci sono carabinieri, sanitari del 118 e Vigili del Fuoco.  Nonostante i tentativi per farlo desistere si è lanciato nel vuoto l'uomo rimasto in bilico per ore sul viadotto dell'A14 dopo avere gettato di sotto una ragazzina di circa 12 anni, forse figlia della convivente. F.F, 49 anni è morto sul colpo. Così come, secondo i soccorritori, è morta sul colpo la ragazzina a cui F.F. non ha fatto avvicinare nessuno per ore, proprio con la minaccia di uccidersi.

Non è escluso che la tragedia possa essere collegata con la caduta di una donna, stamane a Chieti, da un balcone al quarto piano. 

 

Nell'immagine l'uomo ripreso dalle telecamere del Tgr. 

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Cgia Mestre, è boom delle tariffe

Sebbene dal 2015 le Regioni e gli enti locali non possano più aumentare le tasse locali (come l’Imu, la Tasi, le addizionali Irpef, l’addizionale regionale Irap, etc.), per le tasche degli italiani le cose non sono migliorate. Anzi, in alcuni casi la situazione è addirittura peggiorata, visto che in questi ultimi 3 anni le tariffe dei servizi pubblici erogati dagli enti locali sono aumentate del 5,6 per cento, vale a dire oltre 3 volte la crescita dell’inflazione. “Con lo stop agli aumenti della tasse locali – dichiara il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA Paolo Zabeo - molti amministratori hanno continuato ad alimentare le proprie entrate agendo sulla leva tariffaria, incrementando le bollette della raccolta dei rifiuti, dell’acqua, le rette degli asili, delle mense e i biglietti del bus. E tutto ciò, senza gravare sul carico fiscale generale, visto che i rincari delle tariffe, a differenza degli aumenti delle tasse locali, non concorrono ad appesantire la nostra pressione fiscale, anche se in modo altrettanto fastidioso contribuiscono ad alleggerire i portafogli di tutti noi”. Tra il 2015 e i primi 4 mesi di quest’anno, infatti, le principali tariffe amministrative applicate dai comuni (certificati di nascita, matrimonio/morte) sono aumentate dell’88,3 per cento. Quelle applicate dalle società controllate da questi enti territoriali per la fornitura dell’acqua, invece, hanno subito un incremento del 13,9 per cento, quelle della scuola dell’infanzia del 5,1 per cento, le mense scolastiche del 4,5 per cento, il trasporto urbano del 2 per cento e i rifiuti dell’1,7 per cento. L’inflazione, invece, sempre in questo periodo è salita solo dell’1,7 per cento.

Dalla CGIA segnalano che con molte meno risorse a disposizione a seguito dei tagli ai trasferimenti, i Sindaci e i Governatori, almeno fino al 2015, hanno reagito agendo sulla leva fiscale. Successivamente, come dicevamo più sopra, grazie al blocco delle tasse locali imposto dal Governo Renzi, molti amministratori si sono “difesi” rincarando le tariffe e/o riducendo la qualità e la quantità dei servizi offerti ai cittadini. E a conferma della bassa qualità dei servizi pubblici offerti dalla nostra pubblica amministrazione ci sono di supporto anche i risultati emersi da un’indagine elaborata l’anno scorso dall’Ue. Su 23 Paesi analizzati, l’Italia si colloca al 17° posto per livello di qualità della nostra Pubblica amministrazione

Oltre ai dati medi nazionali, questa indagine consente di verificare anche le performance di ben 206 realtà territoriali. Tra le migliori 30 regioni europee, purtroppo, non rileviamo nessuna amministrazione pubblica del nostro Paese. La prima, ovvero la Provincia autonoma di Trento, si colloca al 36° posto della classifica generale. Di seguito troviamo la Provincia autonoma di Bolzano al 39°, la Valle d’Aosta al 72° e il Friuli Venezia Giulia al 98°. Pesantissima la situazione che si verifica al Sud: ben 7 regioni del Mezzogiorno si collocano nelle ultime 30 posizioni: la Sardegna al 178° posto, la Basilicata al 182°, la Sicilia al 185°, la Puglia al 188°, il Molise al 191°, la Calabria al 193° e la Campania al 202° posto. Solo Ege (Turchia), Yugozapaden (Bulgaria), Istanbul (Turchia) e Bati Anadolu (Turchia), presentano uno score peggiore della Pa campana. Tra le realtà meno virtuose troviamo anche una regione del Centro, vale a dire il Lazio, che si piazza al 184° posto della graduatoria generale.

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Commercio estero, a marzo il surplus cala a 4,5 miliardi

Commercio con l’estero dell’Italia ancora sottotono a marzo, ma con segnali di ripresa a livello congiunturale. Secondo i dati diffusi dall’Istat, a marzo il valore complessivo delle esportazioni ha segnato un meno 1,8 per cento rispetto alle stesso mese del 2017, mentre l’import è rimasto invariato. Ne è risultato un saldo da 4,531 miliardi di euro, in calo dai 5,306 miliardi dello stesso mese di un anno prima. In volumi l’export ha segnato un meno 3,5 per cento e l’import un meno 1 per cento.

La dinamica però risulta positiva nel confronto con il mese precedente: in questo caso le esportazioni hanno mostrato un aumento dell’1,2 per cento a marzo, riporta ancora l’istituto di statistica, mentre le importazioni un più 1,9 per cento.

Tra i vari raggruppamenti industriali, spicca il più 4,1 per cento di export dei beni strumentali, laddove sul fronte delle importazioni l’aumento più forte è stato il più 12,4 per cento (sempre tra febbraio e marzo) dell’energia. La variazione potrebbe riflettere anche gli aumenti dei prezzi sul petrolio.

Sempre secondo l’Istat l’Italia ha siglato il primo trimestre con avanzo negli scambi globali da 7,538 miliardi di euro, che al netto della voce energia diventa di quasi 17 miliardi. L’export risulta cresciuto del 3,3 per cento, rispetto allo stesso periodo del 2017, e l’import del 2,6 per cento.

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