Redazione Notizie D'Abruzzo

Niko Romito Chef europeo dell’anno

Lo chef italiano Niko Romito, del ristorante Reale di Castel di Sangro (Tre stelle Michelin e Tre Gamberi del Gambero Rosso), in Abruzzo, e' stato nominato, nella giornata conclusiva della diciottesima edizione di Madrid Fusio'n, "Chef europeo dell'anno". A consegnare, nella sala dell'Auditorium, l'ambito titolo il responsabile marketing e comunicazione di the Cosentino group, Santiago Alfonso al termine della tre giorni di fiera internazionale della gastronomia e alta cucina, tenutasi a Madrid dove per l'occasione sono arrivati centinaia di chef da tutto il mondo. "Premiamo - ha detto - "uno dei migliori cuochi in Europa, uno chef che riassume come pochi la cucina essenziale". Prima di Romito, l'unico italiano ad aver ricevuto questo premio internazionale e' stato Massimo Bottura. L'edizione 2020 di Madrid Fusio'n e' stata un confronto aperto sul tema "Cocina esencial, la sencillez meditada" (Cucina essenziale, la semplicita' premurosa) sul nuovo corso e e ultime tendenze approfondendo tanto la cucina della semplicita' e il tema delle allergie e intolleranze quanto l'intelligenza artificiale come "Gps per cucinare" e per conoscere le preferenze dei commensali al ristorante. In questo contesto, Romito ha dato una lectio magistralis su come la semplicita' in cucina emozioni. "Il tema del congresso e' la semplicita' e questo e' esattamente cio' che ho cercato - ha sottolineato lo chef abruzzese - per tutta la vita ma non nel suo senso di facilita'. La semplicita' gastronomica e' una risoluzione della complessita', uno stato che si arriva dopo aver cucinato e studiato molto". Un minimalismo in linea con la motivazione della giuria: Romito "tende a esaltare la materia attraverso un lavoro in cui la semplicita' e' risultato di grande processo di complessita', in cui la semplicita' lungi dall'essere punto di partenza e' momento di traguardo". Nella kermesse spagnola Alfredo Machado Diaz, del Gruppo El Barri a Barcellona, e' stato inoltre premiato come "miglior pasticcere rivelazione".

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Crisi popolare di Bari, vertice in Comune a Pescara coi sindacati

I sindacati hanno incontrato i sindaci dei comuni del Pescarese per parlare del Commissariamento della Banca Popolare di Bari e dei riflessi sul territorio locale, in relazione alla salvaguardia dei posti di lavoro e all'erogazione del credito alle piccole e micro imprese che nell'ultimo anno, dato della Cna, ha visto un -73 milioni. "In questi ultimi anni abbiamo assistito progressivamente a una diminuzione di erogazione di credito disponibile per le piccole e piccolissime imprese - ha detto Claudio Bellini, segretario generale Fist Cisl - e quindi abbiamo voluto ascoltare i sindaci ed esporre loro le attuali problematiche. Temiamo inoltre che ci possano essere chiusure di piccole filiali. Poi c'e' il discorso relativo ai dipendenti, qui si parla di banca di investimenti e di banca del sud, ma noi vorremmo capire di cosa si parla, perche' le banche di investimento lavorano notoriamente con poco personale, quindi vorremmo capire qual e' la sorte dei dipendenti. Nel Pescarese ci sono le filiali ex Caripe, e faremo un incontro anche nel Teramano dove ci sono le banche ex Tercas". Il sindaco di Pescara, Carlo Masci, che ha voluto fortemente l'incontro, ha commentato: "Occorre fare una riflessione sul credito, ma bisogna anche dire che Banca Popolare di Bari non e' stata appesantita da Caripe e Tercas, ma anche da problematiche piu' ampie. Il tema e' quello che riguarda 800 dipendenti su un totale di 2000, poi quello delle filiali sul territorio. Ho sentito l'assessore regionale Mauro Febbo e alcuni parlamentari, questa e' una battaglia che dobbiamo fare tutti insieme e presentarci compatti al confronto nazionale con il commissario di Banca Popolare di Bari, per evitare che le conseguenze negative ricadano tutte sull'Abruzzo".

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Nuovi sportelli della Asl Chieti per i malati di gioco

Nuovi appuntamenti serali dalla Asl Chieti-Lanciano per andare incontro ai malati di gioco. La Asl offre assistenza psicologica, economico-finanziaria e legale in provincia di Chieti con incontri in orario post lavoro, gratuitamente e in pieno anonimato. Sono le caratteristiche dello Spazio di ascolto che la Asl attiva in provincia di Chieti a sostegno delle vittime del gioco d'azzardo patologico e ai loro familiari. Si tratta di un nuovo servizio pensato per offrire aiuto qualificato a quanti hanno l'ossessione del gioco, una patologia purtroppo sempre più diffusa. Lo sportello, realizzato in collaborazione con il Consorzio Sgs e la cooperativa "La rondine", sarà attivo da lunedì prossimo, 20 gennaio, presso le sedi del Servizio Dipendenze (Ser.D.) di Lanciano, Vasto e Chieti, dal lunedì al venerdì dalle 18 alle 20, e il sabato dalle 11 alle 13. A disposizione degli utenti c'è anche un numero verde, 800.955.032, al quale gli operatori rispondono, sempre dalle ore 18 alle 20, ogni lunedì, mercoledì e venerdì. «Se il gioco non è puro passatempo non va censurato come vizio, perché diventa una vera e propria malattia - chiarisce Paola Fasciani, direttore del Ser.D. - e come tale va affrontata e curata. Il nostro obiettivo è mettere in campo un servizio qualificato che offra ascolto e sostegno alle vittime e ai familiari che spesso assistono impotenti alla rovina a cui va incontro chi entra nella dinamica perversa che induce a puntare sempre più soldi per finire più povero e ostaggio di un'ossessione». Nello spazio di ascolto gli utenti troveranno professionisti pronti ad accoglierli e dare informazioni sulla patologia e su come affrontarla efficacemente. Viene quindi proposto un percorso per quanti faticano a gestire la quantità di denaro speso e il tempo dedicato al gioco, che ha assunto carattere compulsivo fino a trasformarsi in disturbo clinico.

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Pescara, presentato un progetto di odontoiatria sociale

Pazienti fragili dal punto di vista della salute odontoiatrica ovvero pazienti non collaboranti con particolari problemi di salute e che presentino disabilita' e instabilita' psicologica, difficili da trattare in ambulatorio e che quindi necessitano di una struttura ospedaliera per poter essere trattati usando forme di sedazione profonda o di anestesia generale. Per loro la Direzione generale della Asl di Pescara ha allestito il 'Programma aziendale di Odontoiatria Sociale". Le prime visite saranno espletate nell'ambulatorio di Odontoiatria del presidio ospedaliero di Pescara. Il trattamento delle patologie del cavo orale avverra' nell'ambulatorio odontoiatrico dell'Ospedale di Pescara e, ove necessario, in sala operatoria, in anestesia generale, nel Presidio Ospedaliero di Popoli (Pescara) con sedute operatorie programmate ogni 15 giorni in regime di day surgery. Il servizio in anestesia generale e' svolto con la collaborazione del personale medico e infermieristico afferente all'Unita' Operativa Semplice Dipartimentale (UOSD) di Chirurgia Generale, diretto dal dottor Vincenzo Vittorini, e all'Unita' Operativa Semplice Dipartimentale (UOSD) di Terapia Intensiva post-operatoria del Presidio Ospedaliero di Popoli del dottor Vincenzo Gargano.

 

immagine di repertorio

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Autostrada A14, già presentato il piano emergenza del viadotto del Cerrano

Parere favorevole al ripristino della circolazione dei mezzi pesanti sul viadotto Cerrano dell'autostrada A14. Questo il contenuto della relazione dell'Ufficio Ispettivo territoriale, UIT, del ministero Infrastrutture e Trasporti al concessionario Autostrade per l'Italia che ne ha fatto richiesta. La riapertura del ponte, in ogni caso, dovra' essere autorizzata dall'autorita' giudiziaria, recita una nota del Mit. Dalle verifiche svolte dall'Istituto nazionale delle saldature e dalla "modellazione" della frana, eseguita dall'Universita' di Roma "La Sapienza", il Mit - prosegue la nota - ritiene necessario un sistema di monitoraggio "dinamico della frana" sulle parti sensibili delle fondazioni e delle sottofondazioni del viadotto, in modo continuativo, attraverso sensori e rilievi topografici dei pali maggiormente sollecitati.

Autostrade per l'Italia - prosegue la nota del Mit - dovra' poi definire un piano adeguato di gestione delle emergenze da attivare oltre determinate soglie di allerta, essenziali per l'uso in sicurezza dell'infrastruttura che, se superate, comporteranno la chiusura del viadotto. In conclusione, il Mit esprime parere favorevole al transito dei Tir, purche' vengano rispettati l'obbligo di interdistanza non inferiore ai 100 metri, il limite di velocita' a 60Km/h e il divieto di sorpasso.

La Direzione di tronco di Pescara di Autostrade per l'Italia ha già presentato al ministero delle infrastrutture "un piano di emergenza in essere sul viadotto Cerrano". Lo afferma Aspi, sottolineando che, "preso atto del parere favorevole del ministero alla riapertura del viadotto Cerrano ai mezzi pesanti, ha inviato un pronto riscontro allo stesso dicastero per informarlo che è già in essere una procedura interna di gestione delle eventuali emergenze". Questa procedura "deriva dal sistema di monitoraggio tramite sensori già attivo sul viadotto, che prevede l'acquisizione continuativa h24 di dati, trasmessi da estensimetri, clinometri e sonde fisse installati sulla struttura. Il piano di emergenza viene attivato al superamento di determinate soglie di attenzione, validate dalla società specializzata Speri". La Direzione di tronco, come richiesto dal ministero, "darà immediato avvio alla condivisione della procedura con gli enti territoriali interessati rendendosi disponibile a eventuali modifiche o integrazioni". Nella lettera la Direzione di tronco "informa inoltre di aver dato avvio a una ulteriore campagna di indagine con lo scopo di installare gli ulteriori strumenti di misura dei movimenti del terreno richiesti dal ministero e già indicati nelle analisi tecniche svolte dai professionisti incaricati". "Sulla base delle evidenze condivise - aggiunge Aspi - la Direzione di tronco presenterà a stretto giro nuova istanza all'autorità giudiziaria per la rimozione del divieto di transito al traffico pesante sul viadotto, ferme restando le altre limitazioni in atto"

 Un Tir intanto ha percorso contromano la rampa di uscita, rischiando un incidente. E' quanto accaduto al casello di Atri Pineto, dove i veicoli con peso superiore a 35 tonnellate sono costretti a entrare o a uscire. Fortunatamente non ci sono state conseguenze: il mezzo e' stato subito notato dalla Polizia Stradale e prontamente bloccato. Il camionista, nell'entrare in A14, forse per distrazione, stava per percorrere la rampa di uscita dall'autostrada. Una volta intercettato dalla Polizia stradale della sottosezione autostradale di Pescara Nord e' stato identificato e multato.

Rimborsi

Gli automobilisti che nelle giornate del 20, 21, 22 e 23 dicembre 2019 sono transitati sull'autostrada A14, subendo significativi ritardi nei tempi di percorrenza, potranno richiedere il rimborso del pedaggio. In particolare, e' possibile presentare la richiesta per i transiti avvenuti tra le ore 12.00 di venerdi' 20 dicembre e le 24:00 di lunedi' 23 dicembre 2019. Si tratta di una estensione della misura gia' adottata da Autostrade per l'Italia per i transiti nei giorni del contro-esodo natalizio. Il rimborso sara' riferito al pedaggio corrisposto per la porzione di tratta percorsa tra Loreto e Val di Sangro verso Pescara e pari al 100% dell'importo se il transito e' avvenuto nelle fasce orarie in cui la velocita' media registrata dai sensori presenti su strada e' stata inferiore ai 50 km/h o del 50% se inferiore a 60 km/h. Tali soglie sono state fissate in considerazione delle velocita' medie registrate nei giorni omologhi di anni precedenti in assenza di restringimenti per lavori, risultate pari a circa 70 km/h. 

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Sanità, Paolucci: Una Giunta totalmente assente sui nuovi ospedali

Il capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale, Silvio Paolucci punta il dito contro la giunta di centrodestra sul tema dei nuovi ospedali. «La Giunta è totalmente assente sul tema, pur avendo centinaia di milioni di euro di risorse. Si parla di circa 428 milioni di euro di risorse dal trasferimento statale. Nonostante ciò in 11 mesi non c'è traccia di alcun tipo di intervento, di nota, di corrispondenza col Ministero e le emergenze dei diversi ospedali sono sempre più nette». 

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Giornate della cultura russa con StanislavChernyshov al Liceo G. Marconi di Pescara

Stanislav Chernyshov, uno dei massimi esperti di lingua russa, protagonista delle "Giornate della cultura russa", venerdì 17 gennaio e sabato 18 gennaio, presso il Liceo G. Marconi di Pescara. Si tratta di un evento straordinario rivolto a studenti e docenti, ma anche a quanti amano la lingua e la cultura russa.  Stanislav Chernyshov, docente dell'Università di Graz, centro linguistico "Extra Class" di San Pietroburgo è autore dei manuali di lingua russa "Poechali!", testi tra i più diffusi al mondo per l’apprendimento del russo. Inoltre si distingue per una didattica mai banale capace di coinvolgere in maniera empatica, oltre che competente, il proprio pubblico.

Le "Giornate della cultura russa" si apriranno la mattina di venerdì 17 gennaio con il laboratorio, riservato agli alunni del Liceo G. Marconi, "Una lingua coinvolgente! Impariamo il russo con  Stanislav Chernyshov"dalle 10 alle 13 presso l'Aula Magna. Nel pomeriggio, dalle 15.30 alle 17.30, sempre in aula magna: "Perchè studiare la lingua russa?" con gli alunni che avranno la possibilità di fare domande a Florideo Matricciano ("Liceo Marconi", Pescara), Stanislav Chernyshov (Università di Graz, Centro Linguistico "Extra Class", San Pietroburgo), Lorena Savini ("Università D’Annunzio", Pescara), Francesca Guazzelli ("Università D’Annunzio", Pescara), Marina Di Filippo (Università ‘"L’Orientale", Napoli), Liudmila Mamonka (Università "L’Orientale", Napoli), Tatiana Burobina ("SGBA"  di Togliatti, Istituto di cultura italiana della regione del Volga "Dante Alighieri"), Pompeo Nunziato ("Liceo Marconi", "Università D’Annunzio", Pescara), Elvira Del Vecchio ("Liceo Marconi", Pescara).

Sabato mattina  Stanislav Chernyshov sarà il relatore dell'innovativo "Seminario formativo per docenti, studenti ed appassionati della cultura russa"in aula magna dalle 10 alle 13. L'ingresso è gratuito e sarà rilasciato un attestato di partecipazione. Si consiglia comunque l'iscrizione attraverso il link  https://forms.gle/7YQRUVH9LgFsAfK47.

Info enzainv@yahoo.it.

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Chieti, Fratelli d’Italia si prepara alle elezioni e si riorganizza

Si è svolta ieri sera a Chieti la riunione dell’esecutivo cittadino di Fratelli d’Italia in vista delle elezioni amministrative di primavera che interesseranno il capoluogo teatino. Il coordinatore provinciale del partito, Antonio Tavani ha chiesto a tutta la classe dirigente di offrire la disponibilità a candidarsi per costruire una lista forte, rappresentativa e competente. Stesso invito per l'assessore Di Biase e per i consiglieri uscenti.

Per garantire la gestione di questa fase fino alle votazioni in maniera equilibrata e trasparente - su proposta del portavoce cittadino Roberto Miscia che ha peraltro accettato di candidarsi e correre come consigliere comunale - i presenti hanno deciso di affidare al vicecoordinatore provinciale Luca Faccenda - responsabile del partito a San Giovanni Teatino - il ruolo di commissario elettorale.  

«Roberto Miscia ha fatto un lavoro politico straordinario a Chieti, dove siamo partiti da zero e siamo cresciuti ogni volta, fino alla costituzione del gruppo consigliare nel capoluogo e ad esprimere anche un Assessore. Oggi abbiamo scelto una figura nel segno della continuità della nostra azione sul territorio – ha spiegato Antonio Tavani – e ci metteremo subito tutti al lavoro per far crescere il nostro partito e definire una larga lista di possibili candidati, aprendoci a tutte le esperienze e continuando quel lavoro di inclusione più volte sottolineato dal presidente Giorgia Meloni».

Pronto Luca Faccenda che ha aggiunto: «Non potevo che rispondere presente e sarò al lavoro da subito per aiutare la costruzione di un progetto che metta in campo per Chieti le migliori esperienze degli uomini e delle donne che si riconoscono nei valori e nei princìpi del partito».

 

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La bella storia di vita di Aquilino: dal sabotaggio delle linee tedesche nella seconda guerra mondiale, a minatore in Belgio, a operaio edile, a uomo di fiducia

La bella storia di vita di Aquilino: dal sabotaggio delle linee tedesche nella seconda guerra mondiale, a minatore in Belgio, a operaio edile, a uomo di fiducia

 

“Ho fatto una vita bellissima”. Queste parole rappresentano la esemplare conclusione della conversazione con COLASANTE AQUILINIO, classe 1931, pensionato iscritto al Sindacato Pensionati della CGIL e componente il direttivo provinciale del SUNIA, il sindacato degli inquilini ed assegnatari vivendo nel quartiere popolare di San Donato a Pescara. Tantissimi anni portati splendidamente. Ci incontriamo nella sede zonale del Sunia e della Cgil in Via Aldo Moro che lui frequenta assiduamente. Ci conosciamo, quindi, bene essendoci incontrati in questo ufficio numerose volte. Ma questa volta è diverso: ci vediamo perché mi vuole raccontare gli episodi salienti della sua vita che, a suo dire, è stata certamente felice, ma ugualmente sofferta e difficile.

L’idea mi è venuta qualche giorno fa avendolo ascoltato in un intervento alla riunione provinciale del Sunia dove, con molto calore, ha affermato la attualità dei valori della Resistenza e della lotta partigiana. “Io non ho sparato contro i tedeschi, ma la guerra l’ho vissuta da ragazzo in montagna ed ho fatto un atto di sabotaggio contro l’occupazione tedesca della mia zona.”

 

Aquilino Colasante è originario di Montebello di Bertona, ultimo di sei figli. “Durante la guerra, mi dice, non c’era niente….se volevi sopravvivere dovevi solo zappare la terra...c’era la fame nera….”

La madre muore nel 1946 e la situazione familiare si rende ancora più difficile. In questo periodo Aquilino vive l’occupazione tedesca dell’area vestina e di Montebello di Bertona. Le truppe tedesche nella loro ritirata provvedono a fare saltare i ponti, minare le strade per rendere difficoltosa l’avanzata delle truppe alleate ed avevano stabilito il comando militare proprio a Montebello di Bertona.

 

“Un giorno – racconta - portando a pascolare le pecore, insieme ad alcuni miei coetanei, vediamo nel verde del bosco dei fili elettrici, di colore bianco, rosso e verde. Non ci abbiamo pensato due volte ed abbiamo provveduto a tagliare questi fili non rendendoci perfettamente conto che così facendo avevamo tagliato la rete telefonica del comando tedesco, le cui comunicazioni rimasero bloccate per un lungo tempo. La reazione tedesca fu furente, ma i responsabili di questo sabotaggio non furono individuati.”

 

“Io mi ricordo i rastrellamenti tedeschi per cercare nella nostra montagna i partigiani, aggiunge Aquilino, ai quali, personalmente, con notevole rischio e pericolo, nonostante il periodo di grande fame, portavo da mangiare della pagnotte di pane dividendole con quelle necessarie per alimentare la mia famiglia”.

 

Colasante ha avuto un fratello prigioniero dei tedeschi in Germania ed un altro che ha fatto la resistenza in Grecia di cui ha il vivo ricordo di quando nell’inverno del 1944 tornò in Italia, sbarcò a Brindisi e solo dopo molti giorni, in maniera davvero avventurosa, tornò a Montebello di Bertona, dove aveva abbondantemente nevicato, con abiti leggeri ed avendo ai piedi non le scarpe, ma zoccoli di legno. Quindi è stato un miracolo che sia sopravvissuto al lungo viaggio ed alle proibitive condizioni climatiche.

 

Subito dopo la guerra il lavoro scarseggiava. Al di là delle opere di ripristino dei ponti e delle strade distrutti dai tedeschi in ritirata l’attività produttiva principale era la raccolta dei tronchi in mezzo al bosco che venivano trasportati, per la lavorazione, con gli asini a Penne.

Quindi le condizioni di vita continuarono ad essere particolarmente dure e difficili per un giovane, come Aquilino, che voleva, comunque, costruirsi un futuro.

 

Nel 1955 viene diffuso il bando del Governo De Gasperi per chi voleva andare in Belgio a fare il minatore. Colasante decide di emigrare in Belgio, facendo la domanda tramite il sindacato. La sua destinazione, nel giugno del 1955 la miniera di Cherat vicino a Liegi. Lì troverà molti conterranei provenienti da Farindola, Penne, Manoppello. Venne ospitato in una casa che i belgi chiamavo hotel, per modo di dire, data la sua modestia. Certamente non erano le baracche che ospitavano gli italiani a Marcinelle.”Lavorare in miniera era difficilissimo, ma ci si abituava”, mi dice Aquilino.

 

Appena arrivato ho mangiato per la prima volta, in vita mia, una bistecca...Per me fu una grandissima cosa! Nel 2011 sono tornato in Belgio con mia figlia che, nel vedere il tunnel della miniera dove ho lavorato, rimase impressionata, e mi ha detto:”ma papà, come hai fatto a lavorare lì sotto...”.

 

Colasante ha vivo il ricordo della tragedia di Marcinelle, dove dice di aver perso un amico che lavorava con lui, originario di Penne, che aveva fatto domanda di assere trasferito da Liegi a Marcinelle. La sera del 7 agosto del 1956 partì per Marcinelle, la mattina dell’8 prese servizio al Bois du Cazier e, purtroppo, non è più tornato. “Quando nell’elenco delle vittime ho letto il suo nome mi sono sentito male”mi dice.

I minatori in Belgio non venivano chiamati con il loro nome e cognome, ma a loro era dato un numero….Aquilino Colasante per sette anni ha lavorato la pietra in galleria raggiungendo, per quei tempi, una grande specializzazione professionale….parlava bene il francese e si era integrato bene.

C’è stato un periodo in cui aveva pensato addirittura di andare in Sudafrica a lavorare nelle miniere d’oro allettato da importanti offerte economiche. Invece il destino aveva stabilito diversamente. Tornato per un periodo in Italia si sposa con Galante Valeriana, il 29 settembre 1957, porta la moglie in Belgio ed arrivano due figli. “Il matrimonio per me – mi precisa Aquilino – ha rappresentato una scelta fondamentale e tante volte mi sono interrogato sulle mie capacità di riuscire a formare una famiglia. Ma oggi posso dirmi soddisfatto anche se purtroppo mia moglie è morta nel 2011.”

 

Ai primi di luglio del 1964 Colasante decide, insieme alla famiglia, di tornare in Italia. La direzione della miniera lo invita a rimanere; non vogliono che vada via sia per la sua preparazione professionale che per la sua serietà ed affidabilità. Ma lui torna a Pescara dove per circa 8 mesi fa il muratore nel cantiere del centro della città in ricostruzione alle dipendenze della azienda edile Di Gennaro e Severino. Aquilino, sorridendo, mi dice che deve l’aver trovato lavoro ad una visita che fece, subito dopo che era tornato a Pescara, all’ufficio dell’on.Aldo Cetrullo, storico leader socialdemocratico pescarese e personaggio molto influente. Avendo fatto una buona impressione trovò subito lavoro. Come edile la paga era buona: 120 mila lire al mese. Che Aquilino pensò di arrotondare facendo il guardiano notturno. Poichè vicino al cantiere c’era un garage, in Via Teramo, per sei anni ha lavorato lì come sorvegliante di giorno e la notte lavava le macchine poiché vi era anche il lavaggio.

Aveva raggiunto – possiamo dire – una condizione di relativa tranquillità economica nella Italia del dopoguerra ed all’inizio di quello che è stato il boom economico del secolo scorso, quando la sua vita cambiò nuovamente.

 

“Un giorno, mi dice, viene in garage un signore che arriva con un Pagodino Mercedes a due posti, una vettura bellissima ed unica per quel periodo. Parcheggia e va via a casa abitando vicino al garage. Quando riprende la sua autovettura, nel salire in macchina non si accorge che gli cadono dalla tasca un pacchetto di soldi. Aquilino prontamente gli corre dietro e gli restituisce i soldi, che rappresentavano una bella cifra! Questo gesto, ovviamente, colpisce molto favorevolmente il proprietario dei soldi. Si tratta di un importante industriale petrolifero Pietro Nostrani proprietario di 78 impianti che subito provvede a dare ad Aquilino un ricompensa di 10 mila lire( a quei tempi erano davvero tanti soldi!) e poi gli propone di diventare il suo autista e factotum, come persona di fiducia, con uno stipendio di 200 mila lire al mese.

 

“La sua fiducia nei miei confronti era totale – aggiunge Colasante – avevo, ad esempio, anche le chiavi delle cassette di sicurezza dove c’erano i gioielli di famiglia e la mia firma depositata in tre banche per le operazioni bancarie. Per me è stata una grande esperienza professionale ed umana. Purtroppo la situazione economica del sig, Nostrani nel tempo mutò in negativo. Dopo aver ceduto 38 impianti alla società Italpetroli, nel 1986 mi chiamò e mi disse che non mi poteva tenere più alle dipendenze e mi diede, come prova della sua grande generosità e stima, un importo della liquidazione tre volte superiore a quanto spettantomi.”

 

Aquilino mi dice che ha incontrato il sindacato, la Cgil nel 1970 all’epoca della diatriba e della lotta con l’Aquila per il capoluogo di regione. Ricorda di aver conosciuto Tonino Corneli che all’epoca era il massimo dirigente della Cgil di Pescara nel corso di una trattativa nel cantiere edile dove ha lavorato. E ricorda che Corneli ad un certo punto gli disse:” Vuoi venire a fare il sindacalista con me?” Lui rispose che non se la sentiva, ma da allora il suo legame con il sindacato è sempre stato molto forte. Oggi è pensionato dal 1991 con una pensione di poco superiore al minimo, una altra piccola pensioncina dal Belgio ed una piccola rendita dall’Inail.

 

Aquilino Colasante ha indubbiamente vissuto una bella vita: nella Resistenza contro i tedeschi, in miniera in Belgio, lavoratore edile, uomo che ha avuto su di sé grandi responsabilità. Ma la sua è soprattutto una bella storia che deve essere conosciuta perché contiene in sé quei valori etici e morali, di lotta per la democrazia, la giustizia sociale, la responsabilità, la serietà e l’affidabilità che devono essere anche oggi, per i più giovani, i punti di riferimento per costruire un nuovo domani in una Italia più giusta e solidale.

 

di Nicola Primavera

 

 

 

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Scontrini elettronici: quale futuro per gli operatori di piccola pesca?

"La domanda che molti piccoli imprenditori ittici si stanno ponendo in questi giorni è la seguente: Potremo continuare a vendere il nostro prodotto come abitualmente accade in molte marinerie d’Italia alla fine della giornata di pesca?". Lo afferma la referente abruzzese di FedAgriPesca Paola D’Angelo.

"Il decreto Legislativo n. 127/2015 all’art. 2 (trasmissione telematica dei dati dei corrispettivi) impone la sostituzione degli scontrini e delle ricevute fiscali con i corrispettivi elettronici. Tale obbligo già decorre da luglio per le imprese con volumi d’affari superiori a 400 mila euro, mentre per le restanti l’obbligo è scattato dal primo gennaio 2020. Unica eccezione alla regola, quella che riguarda le categorie esonerate individuate con decreto del Ministero dell’Economia e Finanze del 10/05/2019. Il decreto in questione all’art. 1 recita “l’obbligo di memorizzazione elettronica e trasmissione telematica dei dati dei corrispettivi giornalieri di cui all’art.2, comma1, del decreto legislativo 5/08/2015 n. 127 non si applica”: a)alle operazioni non soggette all’obbligo di certificazione dei corrispettivi, ai sensi dell’articolo 2 del DPR 21/12/96 n. 696, e successive modificazioni ed integrazioni, e dei decreti del Ministero dell’economia e Finanze 12/02/2015 e 27/10/2015; Il DPR n. 696 del 21/12/1996 all’art.2 richiama espressamente al punto c)la cessione di prodotti agricoli effettuati dai produttori agricoli cui si applica il regime speciale previsto dall’articolo 34, comma 1 del DPR 26/10/1972 n.633… ovvero “I produttori agricoli che nell'anno solare precedente hanno realizzato o, in caso di inizio di attività prevedono di realizzare, un volume d'affari non superiore a 7.000 euro, costituito per almeno due terzi da cessioni di prodotti di cui al comma 1, sono esonerati dal versamento dell'imposta e da tutti gli obblighi ...” e al punto pp) le cessioni di prodotti agricoli effettuate dalle persone fisiche di cui all’art.2 della legge 09/02/63 n.59, se rientranti nel regime di esonero degli adempimenti di cui all’art.34, quarto comma, del DPR26/10/72 n. 633. Per prodotti agricoli si intendono “i prodotti del suolo, dell’allevamento e della pesca, come pure i prodotti di prima trasformazione che sono in diretta connessione con tali prodotti“. L’imprenditore ittico è il titolare della licenza di pesca, di cui all’art. 4 del Decreto legislativo 26/05/2004 n.153, che esercita, professionalmente e in forma singola, associata o societaria, l’attività di pesca professionale di cui all’art.2 del Decreto legislativo del 09/01/2012 n. 4 e le relative attività connesse. La vendita diretta, in quanto consente all’imprenditore ittico di valorizzare la propria produzione, viene considerata ai sensi dell’art. 2 del decreto legislativo n. 4/2012 parte delle normali attività degli imprenditori ittici e in quanto tale non soggetta ai requisiti che si applicano alle attività di vendita di prodotti alimentati, pur nel rispetto di normative precise in materia igienico-sanitaria e tracciabilità. A tale scopo corre l’obbligo di precisare che il DM 10/11/2011 all’art.3 comma 2 dispone che il decreto in parola non si applica agli imprenditori ittici che vendono direttamente dal peschereccio al consumatore piccoli quantitativi di prodotti della pesca di valore non superiore a € 50 al giorno per consumatore finale. Lo stesso decreto all’art.5 comma 39 esonera dagli obblighi in esso contenuti, gli acquirenti di prodotti della pesca di peso non superiore a 30 Kg che non vengono successivamente immessi sul mercato ma sono esclusivamente destinati al consumo privato. In buona sostanza, non tutti i produttori ittici sono uguali e le regole non possono essere applicate indistintamente senza tenere in considerazione la tipologia e la specificità dell’attività. Stiamo parlando della “piccola pesca”, quella per intenderci effettuata con sistemi di pesca altamente selettivi, senza l’uso del motore, che abitualmente vende il proprio pescato direttamente dal peschereccio. Allora la domanda è la seguente: sono questi operatori nelle condizioni oggettive di mettere in pratica tale obbligo? Va fatta una riflessione e soprattutto va fatta chiarezza, altrimenti un’altra caratteristica delle nostre marinerie sarà cancellata per sempre. Spero si possano mettere in atto misure idonee per preservare questo mestiere. Altrimenti diventerà sono un ricordo e allora diremo: c’era una volta".

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