Redazione Notizie D'Abruzzo

Pil, Istat: nel 2019 crescita acquisita pari a zero

 La variazione acquisita per il 2019 del Pil risulta pari a zero. La crescita acquisita è la crescita annuale che si otterrebbe in presenza di una variazione congiunturale nulla nei restanti trimestri dell'anno. Lo ha reso noto l'Istat che ha rivisto al ribasso le stime del Pil del primo trimestre (in aumento dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e in calo dello 0,1% nei confronti del primo trimestre del 2018)

Anche se si conferma la fine della recessione dopo i due cali del Pil degli ultimi due trimestri del 2018, la flessione del Pil su base annua è la prima dal quarto trimestre del 2013, quando la caduta era stata dello 0,8%. Il primo trimestre del 2019, precisa l'Istat, ha avuto una giornata lavorativa in meno del trimestre precedente e due in meno rispetto al primo trimestre del 2018. Rispetto al trimestre precedente, tutti i principali aggregati della domanda interna registrano aumenti, con una crescita dello 0,2% dei consumi finali nazionali e dello 0,6% degli investimenti fissi lordi. Le esportazioni sono cresciute dello 0,2%, mentre le importazioni sono diminuite dell’1,5%.La domanda nazionale al netto delle scorte ha contribuito per +0,2 punti percentuali alla crescita del Pil: +0,1 punti i consumi delle famiglie e delle Istituzioni Sociali Private Isp, +0,1 punti gli investimenti fissi lordi e un contributo nullo la spesa delle Amministrazioni Pubbliche (Ap). L’apporto della domanda estera netta è risultato positivo per 0,5 punti percentuali. Per contro, la variazione delle scorte ha contribuito negativamente alla variazione del Pil per 0,6 punti percentuali. Si registrano andamenti congiunturali positivi per il valore aggiunto dell’agricoltura e dell’industria, cresciute rispettivamente del 2,9% e dello 0,9%, mentre il valore aggiunto dei servizi è diminuito dello 0,2%.

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Sanità, permangono forti differenze territoriali

L'Italia sta meglio in salute. Ci si cura di piu', cresce l'aspettativa di vita, migliorano i servizi ma permangono forti differenze territoriali. "Le disuguaglianze nell'accesso e la qualita' dei servizi sanitari sono molto forti nel nostro Paese", dice Enrico Giovannini, portavoce di ASVIS. "Il punto- aggiunge- e' che siamo indietro rispetto agli Obiettivi di sviluppo sostenibile e manca una governance complessiva che altri Paesi si sono dati per coordinare le politiche sociali, economiche e ambientali, mancanza particolarmente grave nei casi in cui, come nella salute, le responsabilita' sono distribuite tra Stato e Regioni". Il tema e' stato affrontato oggi a Roma in occasione dell'evento 'Disuguaglianze di salute: politiche sanitarie e non sanitarie' organizzato dall'Istituto Superiore di Sanita', dal Centro Nazionale per la Salute Globale e dall'ASVIS, nell'ambito del Festival per lo sviluppo sostenibile. Rispetto all'Obiettivo 3, l'ASVIS nota che l'Italia ha da tempo raggiunto il target per la riduzione della mortalita' neonatale e per quella sotto i 5 anni, collocandosi tra i Paesi piu' virtuosi, quelli cioe' con la piu' bassa mortalita' infantile. Dal 2004 e' in costante diminuzione anche il tasso di mortalita' tra 30-69 anni per tumori maligni, diabete mellito, malattie cardiovascolari e malattie respiratorie croniche.

"Dieci anni di speranza di vita separano una persona povera del Sud e una ricca del Nord. E' inaccettabile- aggiunge Giovannini- cosi' come e' inaccettabile che queste disuguaglianze derivino non solo dalle differenze di reddito, ma anche di educazione, di qualita' dei servizi, di scelte individuali e quindi anche di cultura. Questo mostra quanto siano complesse, e quindi da attuare in modo integrato, le politiche da mettere in atto. Per questo l'ASviS ha elaborato un decalogo per migliorare la situazione italiana". L'analisi condotta dal Ministero della Salute sulla attuazione dei LEA (i Livelli essenziali di Assistenza) ha mostrato differenze importanti sia per la prevenzione sia per l'attivita' ospedaliera e per quella territoriale, con punteggi che oscillano tra il 92,4 della Provincia di Trento per il settore ospedaliero e il 29,5 della Campania per l'attivita' distrettuale. Inoltre, alcune Regioni, in particolare Campania, Sardegna e Molise risultano molto in ritardo e nell'attuazione dei LEA. La differenza si riscontra anche se si considera l'aspettativa di vita. È vero che in 40 anni l'Italia ha guadagnato 10 anni di vita, raggiungendo gli attuali 80,8 anni per gli uomini e a 85,2 per le donne (Istat 2019). Tuttavia, dal punto di vista territoriale, tra Milano e Napoli, secondo l'Istat, c'e' una differenza di quasi tre anni, e se si considerano le fasce sociali piu' povere del sud e quelle piu' ricche del nord la differenza arriva fino a dieci anni. La stessa differenza emerge anche considerando l'offerta di servizi e l'ammontare delle risorse destinate alla salute, che differiscono in base alle diverse aree. La spesa sanitaria pubblica pro capite, per esempio, pari in media a 1.838 euro all'anno, e' molto piu' elevata al Nord rispetto al Sud (2.255 euro a Bolzano e 1.725 euro in Calabria).

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Il difensore civico traccia il bilancio delle attività del 2018

Il Difensore Civico regionale, Fabrizio Di Carlo, fa il punto delle attività svolte nell’anno 2018. Dati importanti che dimostrano la crescita delle segnalazioni e la risoluzione delle stesse. Le richieste di intervento acquisite nell’anno 2018 sono state 340 con la seguente distribuzione per provincia: L’Aquila (37,35 per cento); Teramo (15,36 per cento); Pescara (19,58 per cento); Chieti (27,71 per cento). Sono stati impiegati: 35 giorni per il riesame del diniego di accesso agli atti ai sensi della legge 241/1990; 19 giorni per l’intervento di istruttoria e decisione dei ricorsi avverso il denegato accesso civico e 25 giorni per l’intervento di tutela non giurisdizionale nei casi di omissione, ritardi, illegittimità o irregolarità riscontrati in atti o comportamenti della Pubblica Amministrazione. “Le decisioni sono state assunte in tempi rapidi,ha dichiarato Fabrizio Di Carlo, accorciando i termini fissati dalla legge, previsti in 30 giorni, che si sono invece attestati sui 19 giorni. Anche nell’anno 2018 è stato attivato e portato a conclusione il monitoraggio sull’approvazione del rendiconto di gestione da parte degli enti locali”. In crescita le decisioni assunte in materia di denegato accesso che nell’anno 2018 sono state 59 (n. 8 di accesso civico, n. 50 di accesso documentale ed 1 che riguarda entrambi gli accessi) a fronte delle 33 decisioni assunte al 31 dicembre 2017. Nell’ambito socio sanitario il Difensore Civico Regionale ha presieduto le Commissioni Miste Conciliative istituite dalle Asl per la valutazione di istanze che abbiano per oggetto la violazione dei principi, fatti propri dalle Carte dei Diritti. L’intervento del Difensore Civico regionale è stato riconosciuto, sia nei confronti degli Enti locali che per risolvere casi di irregolarità segnalati nei confronti di società erogatrici di pubblici servizi e in casi di condizioni di disagio socio-economico. E’ utile ricordare che i Consiglieri Comunali possono rivolgersi al Difensore Civico Regionale al pari di qualsiasi altro cittadino per rivendicare il rispetto dei principi posti a tutela della buona Amministrazione. 

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Emiciclo: approvata risoluzione su Radio Radicale presentata dal centrosinistra

La Quinta Commissione “Salute, Sicurezza sociale, Cultura, Formazione e Lavoro” del Consiglio regionale dell’Abruzzo ha approvato nel pomeriggio la risoluzione dei gruppi consiliari di centrosinistra con la quale si chiedeva di evitare la chiusura di Radio Radicale. 
Il testo presentato come primo firmatario da Giovanni Legnini impegna il Presidente della Giunta regionale e gli organi regionali affinchè si facciano parte attiva nei confronti del Governo nazionale e del Ministero dello Sviluppo Economico per intraprendere tutte le iniziative per garantire il rinnovo della convenzione e il ripristino del finanziamento necessario a scongiurare la chiusura di Radio Radicale. Nel voto in commissione in 14 hanno votato favorevolmente mentre 5 sono stati i contrari. Assenti i consiglieri della Lega Salvini Abruzzo mentre hanno votato contro il documento il Movimento Cinque Stelle. 

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Ricostruzione, nessun emendamento di Comuni e Anci inserito in Senato

"Nessun emendamento proposto dai Comuni e da Anci sulla ricostruzione post sisma in Centro Italia e' stato inserito nel decreto Sbloccacantieri, che tra oggi e la giornata di domani sara' licenziato dal Senato. Nonostante qualche misura in favore delle comunita' colpite nell'area etnea, questi Comuni non hanno ricevuto l'attenzione che meritano. C'e' profonda delusione e fortissima preoccupazione, per questo chiediamo al governo di intervenire per trovare una soluzione condivisa". Lo dichiarano in una nota congiunta il coordinatore delle Anci regionali, Maurizio Mangialardi, e i sindaci di Albano Laziale Nicola Marini, di Arquata del Tronto Aleandro Petrucci, di Norcia Nicola Alemanno e di TeramoGianguido D'Alberto.

"Serve inoltre che gli amministratori dei piccoli comuni colpiti possano avere i necessari permessi per assentarsi dal lavoro e dedicarsi alle attivita' del comune in ricostruzione. Serve poter disporre delle anticipazioni di cassa e di tesoreria per poter pagare fornitori e contributi di autonoma sistemazione ai cittadini, nonche' la proroga dei mutui contratti dai Comuni e le disposizioni per agevolare lo svolgimento del prossimo anno scolastico, che potrebbe essere a rischio. Questo e' davvero il minimo se si vuole sbloccare il pantano della ricostruzione nel centro Italia". "I sindaci delle comunita' colpite sono tutti molto spaventati e delusi per quanto accaduto", avvertono Mangialardi, Marini, Petrucci, Alemanno e D'Alberto. "Confidiamo che entro oggi le nostre istanze possano essere accolte, perche' lo Sbloccacantieri chiude con le ultime sedute del Senato, sapendo che alla Camera non si potra' modificare visti i tempi molto ristretti"

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Gruppo Toto approva un bilancio con utile di 53 milioni

Il Consiglio di Amministrazione di Toto Holding, presieduto da Paolo Toto, ha approvato il Bilancio consolidato al 31 dicembre 2018 che chiude con un utile netto di 53 milioni di euro inclusa la quota terzi, ricavi in crescita del 28% e i principali indicatori economico-finanziari in deciso aumento: Ebitda a 240 milioni di euro, +47,3%, Ebit a oltre 165 milioni di euro, +32,5%. Lo riferisce in una nota lo stesso Gruppo Toto. "La strategia di diversificazione del Gruppo ha permesso in un anno particolarmente difficile, soprattutto per il settore delle costruzioni, di garantire risultati molto soddisfacenti", ha spiegato Carlo Toto sottolineando che "i dati di bilancio evidenziano come la nuova strategia aziendale di Gruppo, delineata nel piano industriale di Gruppo, ha consentito di raggiungere nel 2018 risultati positivi e di soddisfazione per gli azionisti, in linea con quanto previsto anche negli anni successivi". Il 2018 evidenzia un valore della produzione in aumento di circa il 28% rispetto al 2017, +110 milioni di euro. Tale risultato e' dovuto principalmente alla valorizzazione da parte di Renexia del lease contract riferito al progetto eolico off-shore da 2,5 GW in New Jersey; tale valorizzazione dimostra la solidita' degli investimenti del Gruppo. Il patrimonio di Gruppo si attesta a 204 milioni di euro, sensibilmente incrementato di oltre 61 milioni di euro, grazie al positivo risultato dell'esercizio. La posizione finanziaria netta al 31 dicembre 2018 e' di 397,1 milioni di euro, in miglioramento rispetto al dato al 31 dicembre 2017 di 125,1 mln (-24%). Il nuovo Piano industriale 2019-2023 punta a rafforzare il trend di crescita e sviluppo delle Strategic Business Unit ed evidenzia un focus a livello nazionale, pur nell'ambito della consolidata internazionalizzazione del Gruppo. In particolare le linee di sviluppo si concentreranno sulla Business Unit Energie Rinnovabili che, con l'approvazione delle progetto del parco eolico offshore in Maryland da parte delle autorita' federali americane, ha gia' in corso di avvio le attivita' realizzative, e su infrastrutture nei settori dell'energia e del trasporto. I principali risultati reddituali e finanziari del 2019 sono attesi in linea con il 2018.

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Asl Chieti, la metà della popolazione tra 18 e 69 anni non ha mai fumato

Non ha mai fumato la meta' e poco piu' della popolazione adulta tra 18 e 69 anni residente in provincia di Chieti, mentre il 20% ha smesso. Si attesta, dunque, al 25% la percentuale di fumatori, in linea con la media regionale del 26% e nazionale del 28%. I dati, diffusi dal Dipartimento Prevenzione della Asl Lanciano Vasto Chieti, diretto da Giuseppe Torzi, sono stati raccolti nell'ambito dell'attivita' di sorveglianza prevista da Passi, il programma il cui obiettivo e' stimare la frequenza e l'evoluzione dei fattori di rischio per la salute, legati ai comportamenti individuali. Dalla rilevazione effettuata emerge una sorta di identikit del fumatore, che e' prevalentemente maschio (29% contro il 21% delle donne) e di giovane eta' (il 36% nella fascia tra 18 e 24 anni), mentre con l'innalzarsi dell'eta' la percentuale scende sensibilmente, fino al 20%. Ancora, l'abitudine al fumo e' piu' diffusa tra le persone con una scolarita' media-inferiore (33%) e in quelle che riferiscono di avere molte difficolta' economiche (31%). Sono 12 le sigarette fumate in media al giorno, mentre superano un pacchetto i forti fumatori, che rappresentano il 27%. Tra chi fumava nei 12 mesi precedenti l'intervista, il 48% ha tentato di smettere e di questi l'88% ha fallito (aveva ripreso al momento dell'intervista), l'8% stava ancora tentando di smettere (non fumava al momento dell'intervista, ma aveva smesso da meno di sei mesi), mentre il 4% da oltre sei mesi non toccava una sigaretta. Incoraggiante l'esito delle rilevazioni in merito al divieto nei luoghi pubblici e di lavoro, che viene in massima parte rispettato, cosi' come paletti rigorosi vengono posti dentro casa: e' concesso fumare solo in alcune stanze, mentre vige il divieto assoluto in presenza di minori fino a 15 anni; solo in un caso su dieci il fumo non e' stato completamente bandito dalle mura domestiche. Infine ai fumatori non e' mancato il richiamo da parte delle strutture sanitarie: il consiglio di smettere e' arrivato al 50% di quanti avevano avuto un contatto con un operatore sanitario nei 12 mesi precedenti l'intervista.

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Chieti, nuovi fondi per il Teatro Marrucino

Arrivano nuove risorse per il Teatro Marrucino di Chieti. La buona notizia è stata annunciata dall'assessore al Turismo e ai Beni culturali, Mauro Febbo, dopo che il Ministero ha reso nota la lista degli enti culturali beneficiari di singoli contributi. "Per il Teatro Marrucino - spiega Febbo - sono stati stanziati circa 658 mila euro per un progetto che servira' ad incrementare l'offerta culturale del teatro. Lo stanziamento straordinario di fondi - sottolinea Febbo - nasce da una riprogrammazione nazionale del Fondo di Sviluppo e Coesione. L'Autorita' di gestione dei fondi nazionali ha ritenuto il progetto del Teatro Marrucino meritevole di un finanziamento premiale, su richiesta dell'ente stesso e della direzione regionale dei Beni culturali". Il passaggio tecnico non e' stato l'unico che ha permesso il finanziamento; c'e' stato anche un passaggio politico importante. "Il nostro impegno per la crescita del Teatro Marrucino e' cosa nota - tiene a sottolineare l'assessore ai Beni culturali -. Personalmente il mio e' un impegno politico ultradecennale che cerco di rispettare sia quando rivesto ruoli di amministrazione attiva sia quando rivesto ruoli essenzialmente politici. Ma soprattutto quest'ultimo successo in termini di reperimento di fondi - conclude Febbo - segna il tratto distintivo tra chi effettivamente porta risorse aggiuntive sul territorio, com'e' il caso del Teatro Marrucino, e tra chi, in un passato non molto recente, ha promesso risorse tramite il Masterplan che allo stato non sono mai arrivate".

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Nove milioni di euro per le discariche dismesse

Sono state siglate  in Regione Abruzzo, a Pescara, le convenzioni relative alla dismissione di discariche pubbliche da chiudere ed inserite nell'anagrafe regionale dei siti contaminati. Nello specifico, si tratta di aree ricadenti nei territori comunali di Vacri (C.da Capo Croce), Fara Filiorum Petri (Colle San Donato), Fossacesia (dietro cimitero), Guardiagrele (Brugniti-Colle Barone), Teramo (La Torre) e Spoltore (Santa Teresa). Gli interventi di bonifica riguarderanno aree interessate da forti criticita' ambientali e da fenomeni di dissesto idrogeologico e saranno seguiti dalla chiusura definitiva di tali siti. Gli interventi saranno finanziati con risorse del programma "Masterplan Abruzzo-Patto per il Sud" per un ammontare complessivo pari a circa 9 milioni 225mila euro. Assente l'assessore all'Ambiente ed al Ciclo dei rifiuti, Nicola Campitelli, colpito da influenza, per la Regione era presente il dirigente del Servzio gestione rifiuti, Franco Gerardini. Tra gli altri, erano presenti il sindaco di Fossacesia, Enrico Di Giuseppantonio, quello di Guardiagrele, Simone Dal Pozzo, ed il sindaco di Spoltore, Luciano Di Lorito

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Commissario Gran Sasso, la Regione chiede tre modifiche all’emendamento

Tre modifiche per la nomina del Commissario del Gran Sasso all'emendamento che sara' inserito nello Sblocca Cantieri. Il governatore della Regione Abruzzo, Marco Marsilio dichiara di aver "chiesto al Governo e al parlamento di approvare tre modifiche che hanno l'obiettivo di rendere piu' forte la Struttura di Missione a disposizione del Commissario stesso. Con le norme descritte nel testo del Governo, infatti, sara' difficile reclutare esclusivamente tra le pubbliche amministrazioni il personale con adeguate competenze e sara' impossibile avvalersi di tecnici qualificati esterni alle pubbliche amministrazioni. Le modifiche richieste ricalcano di pari passo le misure che lo stesso Governo ha previsto un anno fa per la ricostruzione del Ponte di Genova - sottolinea Marsilio - . Sarebbe curioso che per una attivita' sicuramente meno complessa di quella della messa in sicurezza dell'acquifero del Gran Sasso vi siano incentivi e modalita' di reclutamento piu' elevati".

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