Una sala della Camera di Commercio di Chieti-Pescara in via Pomilio intitolata Daniele Becci, il presidente dell'ente camerale scomparso prematuramente poche settimane fa. Lo chiede il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, al Consiglio Camerale della Camera di Commercio, Industria, Artigianato, Agricoltura. "Gesto simbolico ma allo stesso tempo rappresentativo'' dice. Becci, e' morto il 6 gennaio scorso, pochi giorno dopo la sua elezione a presidente della Camera di Commercio unificata Chieti Pescara. ''Daniele Becci - commenta Di Primio - per me, ma credo per tanti altri, prima ancora che imprenditore lungimirante e brillante amministratore, e' stato un uomo straordinario e un vero amico. Precursore dei tempi e persona sempre attenta alle dinamiche del mondo in cui operava, e' stato, senz'ombra di dubbio, tra i maggiori sostenitori della nascita della Camera di Commercio unica tra le Province di Chieti e Pescara, superando quelle divisioni, non solo geografiche, tra i due territori e diventandone bravo interprete. Con la richiesta inviata al Consiglio Camerale vorrei che rimanesse viva memoria del ruolo fondamentale che e' stato capace di svolgere''.
Leggi Tutto »Pescara, corso di primo intervento della Misericordia
Comincia domani, a partire dalle 20,30 nella sede di via delle Fornaci, a Pescara il nuovo Corso gratuito di Primo Soccorso organizzato dalla Misericordia di Pescara. Tre mesi di lezioni intensive teoriche e pratiche, aperte a tutti per diventare volontari della Misericordia e per apprendere i rudimenti da mettere in pratica in caso di immediata nevessità. Il corso è stato presentato dal governatore della Misericordia di PescaraBerardino Fiorilli.
Leggi Tutto »Mattarella e Gentiloni incontrano i parenti delle vittime di Rigopiano
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e il Presidente del Consiglio dei Ministri, Paolo Gentiloni, hanno incontrato nel pomeriggio al Quirinale i familiari delle vittime, i sopravvissuti della tragedia dell'hotel Rigopiano di Farindola, e una rappresentanza di soccorritori. Lo rende noto un comunicato del Quirinale. Il Presidente Mattarella, nel corso del suo intervento, ha tra l'altro affermato: "L'accertamento delle responsabilita' e della sanzione delle responsabilita' - cui ha fatto cenno il Presidente del Consiglio - e' rimesso, nella sua indipendenza alla Magistratura cui guardiamo tutti con fiducia. Non e' un problema soltanto vostro, quello di accertare cosa e' avvenuto, perche' e' avvenuto e le responsabilita'. E' un problema dell'intero Paese, anzitutto per motivi di giustizia e in secondo luogo per evitare che possano ripetersi tragedie come questa. E' un impegno generale, non soltanto vostro. Mi auguro che vi sia oltre che una rete di solidarieta', un'attivita' concreta e impegnata delle Istituzioni, particolarmente di quelle piu' vicine sul territorio. Mi auguro che le Istituzioni riescano a trovare soluzioni e si impegnino individuando anche le soluzioni. Vorrei ancora una volta ringraziare - ha aggiunto Mattarella - i soccorritori che hanno operato con generosita' e con grande abnegazione, hanno fatto il possibile. Tutti hanno seguito la loro azione e ancora una volta vorrei ringraziarli".
Un'occasione non formale di incontro e di ascolto che il presidente ha voluto che si svolgesse al Quirinale proprio per sottolineare l'importanza che le piu' alte istituzioni della repubblica dedicano a una tragedia che non si deve ripetere mai piu'. E sulla quale tutt'oggi responsabilita', ritardi e sottovalutazioni devono essere ancora chiarite. Grande cautela da parte del capo dello stato e del presidente del Consiglio che premettono come accertare le responsabilita' spetti alla magistratura. Ma l'attenzione di Colle e Palazzo Chigi resta alta come dimostrano le parole anche di Gentiloni: "su Rigopiano - premette il premier - restano interrogativi e le istituzioni a tutti i livelli hanno il dovere di rispondere. Sara' la magistratura a fare chiarezza sulle modalita' dei soccorsi e sulla scelta di localizzare quell'albergo in quello specifico territorio. Tocca pero' al governo e al prossimo Parlamento intensificare l'impegno per la prevenzione" e, aggiunge Gentiloni, "verificare le modalita' di funzionamento delle regole che riguardano queste tragedie e in particolare le vittime sul lavoro". L'incontro al Quirinale e' stato quindi "un atto doveroso" per "ricordare le vittime di Rigopiano e rivolgere un pensiero ai congiunti, ringraziare l'impegno con cui i soccorritori si sono mossi in quella terribile notte", ha spiegato Gentiloni. Si e' trattata quindi di "una giornata di riflessione" utile anche a "verificare le modalita' di funzionamento delle regole che riguardano queste tragedie".
Leggi Tutto »Sabatini: 5 mila presenze al Villaggio Rousseau del M5S
"Una tre giorni con numeri di cui andiamo fieri ovvero cinquemila presenze, duemila persone coinvolte, quasi duecento giornalisti accreditati dall'Italia e non solo. E poi piu' di trenta momenti di formazione sul programma di governo del MoVimento 5 Stelle, cosi' come sull'Europa, sulle Regioni e sui Comuni. Tutto cio' grazie a settanta volontari straordinari provenienti da tutta Italia". Cosi' Enrica Sabatini commenta la tre giorni conclusa ieri a Pescara. "Uno vale uno, ma - prosegue Sabatini - una comunita' interconnessa ha un valore che tende all'infinito. Le parole di Gianroberto Casaleggio sono la perfetta sintesi di quello che abbiamo fatto nei tre giorni del Villaggio Rousseau di Pescara. Ringrazio tutte le persone che hanno creduto in questo progetto dandomi fiducia, come quelle che hanno deciso di prendersi cura dell'eredita' di un uomo straordinario. E ringrazio chi crede che l'innovazione non esista senza attitudine al cambiamento"
Leggi Tutto »Sanità assediata, ma efficienza e qualità sono ancora possibili
Sanità assediata, ma efficienza e qualità sono ancora possibili
Ho letto con molto interesse l’articolo” Addio alla salute”, apparso sull’Espresso del 21 gennaio in cui si manifesta una preoccupazione per il presente ed il futuro del Sistema Sanitario Nazionale. Il Finanziamento pubblico è attualmente il 6,5 per cento del Pil, che rappresenta un 30% in meno della media dei paesi OCSE e arriverà nel 2020 addirittura al 6,3 % del Pil! E’ comprensibile che con questa carenza di fondi lestrutture e le apparecchiature degli ospedali che non sono stati chiusi siano in cattive condizioni. Se poi sul territorio non esiste una valida organizzazione che si prenda cura delle patologie a bassa intensità di cura, il peso di queste carenze ricade sulle spalle delle famiglie e sui Pronto Soccorso che appaiono talvolta come gironi danteschi. Il tutto è stato aggravato dai tagli lineari che hanno penalizzato le strutture efficienti allo stesso modo di quelle inefficienti.
Imitiamo male il sistema Usa
A questo va aggiunto che si è cercato di imitare aspetti della organizzazione sanitaria statunitense senza comprenderla a fondo. Ad esempio fissare il numero dei letti per acuti al 3,1 per mille abitanti senza considerare che la nostra popolazione è più anziana e quindi bisognosa di maggior assistenza e soprattutto del fatto che i letti di day hospital e day surgery da noi sono computati tra i letti di ricovero ordinario mentre negli Stati Uniti non lo sono; se licomputassero come noi, i letti per acuti salirebbero al 4,5 per mille. Quindi se da noi chiudono gli ospedali e non potenziano il territorio, si riversano nei pronto soccorsi quei cittadini che hanno bisogno di assistenza e anche quelli che non hanno bisogno di assistenza urgente ( si consideri la percentuale di codici bianchi).
Infermieri e medici penalizzati
Per quanto riguarda il personale infermieristico viene giustamente segnalata la grave carenza, e per il personale medico degli ospedali l’alta età media causata dal blocco del turn over e la condizione di precarietà del lavoro dei giovani medici. A questo proposito va tenuto conto che negli ultimi 10 anni ben diecimila camici bianchi sono emigrati all’estero. In questo non c’è nessuna fisiologia del mercato del lavoro europeo perché molti italiani vanno all’estero e pochi medici stranieri vengono in Italia. Sarebbe utile uno studio approfondito di questo fenomeno. Alcuni cercano lavoro in istituzioni e nazioni che per alcune branche della medicina, ad esempio la chirurgia, sembrano più prestigiose, ma molti altri sono spinti dalla mancanza di lavoro causata dal turnover o da un certo modo di gestire le assunzioni in Italia. Io ho la diretta testimonianza di chirurghi specializzatisi nella scuola da me diretta che hanno ottenuto all’estero (Gran Bretagna, Germania, Francia Spagna) posizioni di rilievo superando esaminazioni tese alla ricerca di bravi professionisti, che volendo rientrare in Italia, si sono trovati le porte sbarrate da concorsi in qualche modo preordinati. L’articolo denuncia il problema del lavoro precario che in Italia viene criticato e invece accettato di buon grado dai medici Italiani che lavorano all’estero dove i contratti di lavoro non sono a tempo indeterminato. Come mai questa disparità di opinione?
Il nodo degli stipendi
All’estero gli stipendi sono buoni, e chiunque faccia bene il proprio lavoro al termine del suo contratto non ha difficoltà a vederlo rinnovato o a cambiare posizione dove godrà di condizioni migliori. In Italia a parte l’atavico desiderio per il posto fisso (Checco Zalonedocet) il precario è mal pagato, è incerto sul futuro ed è mal considerato socialmente, almeno dalle banche cui si rivolge per chiedere un prestito. La soluzione non sta quindi nel posto fisso a quattro soldi per tutti, ma nella replicazione della organizzazione del lavoro e della società dei paesi più avanzati. Senza ottenere una specializzazione oggi è difficile per un medico ottenere lavoro ma, segnala l’articolo, esiste una forte discrepanza tra laureati in medicina e contratti di specializzazione. La determinazione del fabbisogno di medici specialisti non è semplice da computare ma è necessario farlo per non sprecare risorse.
La sfida dei laureati
Sarebbe utile avvicinare il numero dei laureati in medicina a quello dei contratti di specializzazione e questo ultimo numero alle reali necessità del paese. Faccio un esempio: negli Stati Uniti si ritiene che il numero di contratti annuali per l’ingresso nella specializzazione in chirurgia generale sia 2 per milione di abitanti. Se adottassimo questo numero icontratti in Italia dovrebbero essere 120, invece sono 250. Forse questa è una delle ragioni perché molti chirurghi vanno all’estero e quelli che restano sono ingaggiati e sottopagati dalle cooperative. Il rischio è che il numero si auto livelli spontaneamente poiché questo lavoro pesante e rischioso dà poche soddisfazioni materiali e morali. Negli Stati Uniti la media di guadagno di un chirurgo è di 450.000 dollari all’anno, ma molti raddoppiano o triplicano questo introito. Un recente studio pubblicato sul Journal of American College of Surgeons rivela che il 30%dei chirurghi si ritira dalla professione a meno di 50 anni di età; sonoquelli che anno guadagnato e ben investito almeno 20 milioni di dollari. Forse ci sarà anche questo aspetto a causare una limitazione del numero dei chirurghi.
Le liste di attesa, cosa accade
Vienesegnalato anche il problema delle liste di attesa per esami diagnostici ed adombrato che la causa risieda del comportamento scorretto dei medici che creano artatamente lunghe liste pubbliche per accaparrarsi malati privati. Se si ragiona così non si va da nessuna parte. Ci sono medici scorretti così come ci sono preti pedofili, politici corrotti e magistrati non imparziali. Ma le liste di attesa sono determinate da una cattiva organizzazione e da una mancanza di finanziamenti che trasforma queste liste in un sistema di razionamento. In Gran Bretagna lo ammettono e addirittura avevano fatto un accordo per mandare cittadini britannici con calcolosi della colecisti ad operarsi in Francia dove l’esborso per le finanze di Sua Maestà risultava essere minore. InItalia questo non si ammette! Distinguiamo le liste di attesa per ricovero per intervento chirurgico di elezione da quelle per esami diagnostici. Esistono classificazioni delle varie patologie con tempi di attesa ben definiti che raramente vengono rispettati. Vogliamo ridurre queste liste? Bene teniamo aperte le camere operatorie dalle 8 di mattina alle 10 di sera; ci vorranno più materiali , più personale e anche integrazioni agli stipendi di chi prolunga l’orario di lavoro. La bacchetta magica non c’è e gridare all’untore non risolve i problemi. Per le liste di attesa per esami diagnostici il problema è differente.
Troppi esami inutili
Neicentri di endoscopia digestiva l’ottanta per cento degli esami sono inutili, intasano le liste e non dovrebbero essere richiesti. Come fare? Stabiliamo chi deverichiedere l’esame. Forse meglio lo specialista del medico generico, formiamolo sull’argomento e vediamo come procede con le sue richieste. Ma se vogliamo un comportamento scientifico evitiamo la paura della denuncia e la medicina difensiva per cui si chiede tutto per tutti. L’articolo è ben scritto e descrive una veritiera situazione del Sistema Sanitario Nazionale a quaranta anni dalla sua istituzione ma appare un poco carente nella analisi delle cause e privo di proposte anche perché non è questo il compito del giornalista.
Il deficit economico, perché
Cominciamo dall’aspetto più importante, quello del deficit del finanziamento. Alcune cose si possono fare e le ho indicate in un precedente articolo. Concludere rapidamente il lavoro già iniziato dal Ministero della Salute, sulla struttura e compiti degli ospedali (tipologia e volumi di prestazioni di reparto e dei singoli professionisti, curve di apprendimento certificate) in relazione con la popolazione da servire. Crearecollegamenti di reti non solo per il trauma e le urgenze tra i vari ospedali ma anche per molte patologie di elezione, favorendo la circolazione di pazienti e di medici e utilizzando le nuove tecnologie di comunicazione ad alta definizione per la telemedicina in molti campi, compresa anche, se ritenuta utile, l’utilizzazione di robot chirurgici comandati a distanza. Il punto fondamentale sta però in un adeguato finanziamento. Alcuni rimpiangono il tempo delle mutue, quando gli ispettori delle medesime controllavano l’efficienza e la correttezza delle attività degli ospedali e dei medici di famiglia in modo puntuale e severo. All’epoca gli stipendi dei medici ospedalieri erano limitati ma erano ben integrati dalle compartecipazioni.
Fondi tagliati del 30%
Bisogna quindi riflettere sul fatto che quel 30% che manca al finanziamento pubblico è pagato dai privati che possono permetterselo in strutture di alto livello (San Raffaele, San Donato, Humanitas, IEO) per lo più situate al nord, ma anche in molte Case di Cura che all’accogliente aspetto alberghiero non coniugano una sicurezza globale e si considera che la notte di guardia non ci sono equipe specialistiche pronte a d intervenire, ma un medico spesso giovane e poco esperto. Cosa fare allora?
In Cina? Sanità non a tutti
E’ evidente che non si può dare tutto a tutti, benestanti ed irregolari compresi. Alcuni anni fa la direttrice dell’Ospedale Militare di Pechino, una generalessa con tanto di fascia rossa e stella al braccio mi chiese se fosse vero che in Italia si dàtutto a tutti (i ticket sono poca cosa) e alla mia risposta affermativa mi disse –siete pazzi, così non può funzionare_ Se fossimo capaci di rendere tutti gli ospedali accoglienti ed efficienti come lo sono solo alcuni ,spesso di proprietà privata, potremmo accogliere anche quei pazienti che oggi spendono queste grosse cifre nelle strutture private . Non credo ci sarebbe difficoltà ad ottenere da questi cittadini consistenti partecipazioni alla spesa magari prevedendo qualche vantaggio fiscale.
Cosa è possibile fare
In questo mondo rendendo più realistiche le remunerazioni dei DRG ,introitando fondi dalla compartecipazione alla spesa , si renderebbe il sistema veloce ed efficiente, si eviterebbe la discriminazione di trattamento tra chi non può pagarsi le cure e chi invece può- I medici e gli infermieri che lavorano negli ospedali avrebbero stipendi adeguati in modo che l’astensione dalla professione privata non apparirebbe più come una imposizione vessatoria ma come una logica conseguenza del ruolo ricoperto Utopia ? forse si, ma se non si sogna un poco ogni miglioramento ed ogni progresso diventa difficile.
Achille Gaspari MD, Facs, Professore emerito di Clinica Chirurgica
Leggi Tutto »Edoardo Leo in scena con lo spettacolo ‘Ti racconto una storia’
Giovedì 1 marzo, con inizio alle 21, Edoardo Leo sarà in scena al Teatro Circus di Pescara con Ti racconto una storia, spettacolo prodotto dalla Stefano Francioni Produzioni.
I biglietti sono disponibili sul circuito CiaoTickets www.ciaotickets.com: poltrona non numerata 15,00 (diritti di prevendita inclusi).
Ti racconto una storia è un reading-spettacolo, con musiche di Jonis Bascir, che raccoglie appunti, suggestioni, letture e pensieri che l’attore e regista romano Edoardo Leo ha raccolto dall'inizio della sua carriera ad oggi. Vent’anni di appunti, ritagli, ricordi e risate, trasformati in uno spettacolo coinvolgente che cambia forma e contenuto ogni volta in base allo spazio e all’occasione.
È uno spettacolo che fa sorridere e riflettere, che racconta spaccati di vita umana unendo parole e musica. Una riflessione su comicità e poesia per spiegare che, in fondo, non sono così lontane. In scena non solo racconti e monologhi di scrittori celebri (Benni, Calvino, Marquez, Eco, Benni, Piccolo...) ma anche articoli di giornale, aneddoti e testi di giovani autori contemporanei e dello stesso Edoardo Leo.
Leggi Tutto »Bosch offre borse di studio per il Master in Management delle Organizzazioni Turistiche
Bosch, in collaborazione con l'Universita' Europea di Roma e il Consorzio Bim, offre l'opportunita' a un laureato dei comuni del "cratere sismico" della provincia di Teramo, di ottenere una borsa di studio per il Master in "Management delle Organizzazioni Turistiche" (MOT).
Il master prevede quattro mesi di formazione in aula, presso l'Universita' Europea di Roma, piu' 4 mesi di stage in azienda (720 ore) oltre a un precorso di lingua inglese. La borsa di studio sara' assegnata sulla base di esclusivi criteri di merito e di coerenza tra profilo professionale, motivazione e obiettivi formativi del master, a favore del candidato che si distinguera' per un profilo di eccellenza.
Per poter partecipare al bando, entro il 30 gennaio, e' necessario inviare la domanda corredata di curriculum in formato europeo e lettera di motivazione, contente una proposta progettuale per la valorizzazione e il recupero del territorio di appartenenza in chiave turistica. Il bando e' aperto a tutti i laureati, residenti nei comuni teramani del "cratere" (Campli; Castel Castagna; Castelli; Civitella del Tronto; Colledara; Cortino; Crognaleto; Fano Adriano; Isola del Gran Sasso; Montorio al Vomano; Pietracamela; Rocca Santa Maria;Teramo; Torricella Sicura; Tossicia; Valle Castellana) in possesso della laurea triennale o diploma universitario o laurea quadriennale o diploma di laurea (o titolo di studio estero equipollente) in qualsiasi disciplina, che dimostrino interesse e motivazione a sviluppare competenze professionali di tipo manageriale all'interno delle organizzazioni appartenenti alla filiera turistica.
Leggi Tutto »Carnevale a Francavilla al Mare, sfilate dal 4 febbraio
Al via la 64/a edizione del Carnevale d'Abruzzo di Francavilla al Mare. Si parte il 4 febbraio, nel percorso da piazza della Stazione a piazza Sirena. Sfilate nei giorni 4, 11 e 13 Febbraio alle 15. I carri allegorici sono: 'Il teatrino di Patanello', dedicato alla maschera simbolo del carnevale d'Abruzzo, tre dedicati ai vincitori della mostra internazionale di pittura 2017 "Bozzetti d'arte per un carro allegorico" ('Il carrozzone' di A. Carloni, 'Italiani sulla luna' di F. Grobberio e 'Amore e solo amore' di C. Mirabasso), e 'Lurre'', dedicato alla satira politica locale. I carri saranno animati da scuole di danza e da una scuola di ballerini e percussionisti caraibici. Lungo il percorso e sul palco in piazza Sirena gruppi musicali e il 13, Martedi' grasso, giornata completamente dedicata ai bambini, con il concorso per la mascherina piu' bella, artisti di strada, clown, giochi a premi. Prevendita biglietti al Blu Bar e nello Iat di Palazzo Sirena. L'organizzazione e' dell'associazione Carnevale d'Abruzzo. Le altre novita' della 64/a edizione saranno illustrate in conferenza stampa venerdi' 26 gennaio alle ore 11 a Palazzo Sirena
Leggi Tutto »Pescara, arriva Falco
Il Bologna comunica di aver risolto con il Perugia il contratto di cessione temporanea dell’attaccante Filippo Falco. Contestualmente il club rossoblù ha ceduto il diritto al giocatore al Pescara a titolo temporaneo fino al 30 giugno 2018 con opzione per il riscatto.
Leggi Tutto »Forbes celebra Città Sant’Angelo
Incastonata tra le colline abruzzesi e poco distante dal mare, Citta' S.Angelo conquista la rivista americana Forbes, che la colloca al sesto posto tra le citta' al mondo in cui si vive meglio e con pochi soldi. "L'Abruzzo - scrive l'autrice dell'articolo, Laura Begley Bloom - ha tutto cio' che offre la Toscana e molto altro ad un costo minimo. A Citta' Sant'Angelo ci sono chiese storiche, un museo di arte contemporanea e anche un outlet che ricorda quelli della California del sud". "Una coppia - aggiunge la giornalista americana - puo' vivere con 1400 dollari (circa 1200 euro) al mese o meno, incluso l'affitto". Un riconoscimento importante, anche perche', oltre a Citta' Sant'Angelo, nella speciale classifica di Forbes figurano posti da sogno come Lisbona, Cali, Santo Domingo e Bali. Il borgo abruzzese e' l'unico comune italiano a far parte della Top ten stilata dalla rivista americana dei posti in cui trasferirsi nel 2018 e vivere bene con poco. Il segreto?: "Non esistono segreti basta essere quello che siamo", risponde il sindaco di Citta' Sant'Angelo, Gabriele Florindi. "Abbiamo cercato - aggiunge - di conservare il paese per quello che era, soprattutto, mantenendo le antiche tradizioni. Qui ci aiutiamo e ci salutiamo tutti e si vedono ancora i bambini che giocano nelle piazzette. Sono tutte situazioni che gli americani hanno visto solo nei film. Per noi invece e' la quotidianita'". "Citta' Sant'Angelo - sottolinea il primo cittadino - e' poliedrica: ha la parte commerciale, una campagna meravigliosa e un museo di arte contemporanea che ha ospitato molti artisti di calibro internazionale". La citta' angolana e' stata inserita anche tra i borghi piu' belli d'Italia ed e' stata riconosciuta come "Citta' dell'Olio" e "Citta' del Vino". Buon vivere, buon vino, prodotti eccellenti esportati in tutto il mondo, contribuiscono per il sindaco a fare del centro angolano un posto unico dove si vive a lungo: "Negli ultimi dieci anni - sottolinea Florindi - si contano 20 persone ultracentenarie".
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