Redazione Notizie D'Abruzzo

Acea ha acquistato il 51% di Pescara Distribuzione Gas

 Acea ha acquistato da Alma Cis e Mediterranea Energia il 51% di Pescara Distribuzione Gas, attiva nella distribuzione di gas metano nel Comune di Pescara. Le due societa' venditrici, che manterranno il 49% del capitale, informa una nota, parteciperanno in sinergia con Acea alla gestione industriale dell'infrastruttura. La societa' Pescara Distribuzione Gas, spiega il comunicato, governa l'intera rete di distribuzione del Comune di Pescara ed e' proprietaria di circa la meta' della stessa, la restante fa capo al Comune, per un totale di 325 Km di rete e circa 62 mila Pdr. Il valore economico dell'operazione, in termini di enterprise value per il 100% della societa', e' di 17 milioni di euro. La partecipazione verra' consolidata da Acea al 100%, con un contributo all'Ebitda previsto, su base annua, di circa 1,8 milioni. Il closing dell'accordo, atteso entro fine anno, e' subordinato all'approvazione da parte del Comune di Pescara. Stefano Donnarumma, amministratore delegato di Acea, ha commentato: "Con questa operazione diamo inizio a quel percorso, delineato nel nostro piano industriale, che portera' il Gruppo a ricoprire un ruolo significativo in questo importante comparto strategico"

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Fondi Masterplan, Marcozzi: dal Pd giunte mistificazioni

 "E' stata la Giunta D'Alfonso ad autorizzare l'anticipazione dei Fondi Masterplan. Il presidente vicario Giovanni Lolli e tutti gli esponenti del Pd che hanno dato vita a questa mistificazione trasformatasi in cinque giorni di terrorismo mediatico lo sapevano. E' tutto nero su bianco. I fondi saranno presi e reinseriti nel Masterplan entro due mesi". Sara Marcozzi, consigliera della Regione Abruzzo del M5S e futura candidata alla presidenza, chiude così la questione dei fondi Masterplan che secondo l'amministrazione regionale e parte dell'opposizione sarebbero stati "scippati" dal ministro alle Infrastrutture Danilo Toninelli all'Abruzzo per intervenire sulla messa in sicurezza della A24 e A25.

Nel suo lungo intervento la consigliera regionale pentastellata ha ripercorso quindi la vicenda della delibera 499 del 9 luglio 2018 in cui il Governo Regionale si impegnava a spostare parte dei 753 milioni a disposizione del Masterplan sulla messa in sicurezza l'autostrada con la garanzia, da parte del Ministro delle Infrastrutture, di rendere quel denaro "per ora non necessario in liquidita' per le opere previste. Il primo a mentire o soffrire di bipolarismo, dunque, e' il presidente Luciano D'Alfonso", aggiunge Marcozzi. Nella delibera "si ripete esattamente quanto riportato nel Decreto Genova, e cioe' si consente, per la messa in sicurezza delle autostrade A24 e A25, in via anticipata, l'impegno dei fondi FSC assegnati e non trasferiti in favore della Regione Abruzzo. Quando fu firmato c'erano anche gli assessori regionali Silvio Paolucci, Lorenzo Berardinetti, Dino Pepe e il vicepresidente Lolli. Quello che piu' di ogni altro ora grida allo scandalo e allo scippo da parte del Governo sui fondi del Masterplan Abruzzo", spiega la consigliera regionale

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Pescara, al via il completamento di 64 alloggi popolari

 Da oggi ripresa ufficiale dei lavori del contratto di quartiere che interessa il completamento dei 64 appartamenti residenziali pubblici attesi dal 2006 in via Tronto a Pescara, e destinati agli sfollati del quartiere Rancitelli. Questa mattina c'è stata la consegna dei lavori da parte del Comune alla ditta appaltatrice, il Consorzio Artek di Roma. Tre le tipologie di appartamenti: abitazioni da 45, 60 e 85 metri quadri. "I lavori - ha spiegato il vice sindaco di PescaraAntonio Blasioli - si concluderanno fra nove mesi per un importo di tre milioni e 650 mila euro. La prima parte dei lavori riguarderà la pulizia dell'area che era stata utilizzata da alcuni senzatetto. Poi si procederà con il completamento dell'opera che aspettiamo da tempo, dopo anni di contenziosi, e che permetteranno alle rimanenti 74 delle 84 le famiglie di via Lago di Borgiano che erano state costrette a lasciare le loro case, sgomberate per problemi di stabilità"

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Lettere per il referendum, udienza rinviata

Rinviata al prossimo 7 febbraio, per mancanza della prova della ricezione della notifica al senatore Luciano D'Alfonso, l'udienza sull'inchiesta relativa alla propaganda referendaria del 2016, che vede coinvolti l'ex presidente della Regione Abruzzo, Luciano D'Alfonso e l'ex segretario regionale del Pd, Marco Rapino. La vicenda nasce nel periodo precedente il referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 e ha origine da un esposto presentato dall'attivista del Forum H2o, Augusto De Sanctis, sull'uso dei suoi dati personali e sul coinvolgimento della Regione Abruzzo, in relazione ad una telefonata, a degli sms inviati sul suo cellulare e ad una lettera spedita ai cittadini, a fini elettorali. In seguito alle indagini su D'Alfonso e Rapino, il pm Salvatore Campochiaro presentò una prima richiesta di archiviazione, che venne respinta dal gip Antonella Di Carlo. Allo scadere dei sei mesi di supplemento delle indagini, disposti dal giudice, il pm ha presentato una nuova richiesta di archiviazione, alla quale De Sanctis - assistito dall'avvocato Michele Pezone, si è nuovamente opposto e che a questo punto verrà valutata il 7 febbraio prossimo.

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Il modello Sprar Montesilvano al centro di studi universitari internazionali

Sta diventando un modello da studiare a livello internazionale la soluzione trovata dal sindaco Francesco Maragno al problema immigrazione, attraverso l’adesione alla rete Sprar (il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati).

Ultimi, solo in ordine di tempo, le ricerche di una studentessa universitaria della Sorbona di Parigi e la visita in città di alcuni ricercatori di una scuola secondaria regionale della Repubblica Ceca. Non a caso, recentemente anche la prestigiosissima agenzia di stampa internazionale France Press ha indicato Montesilvano come una delle città più virtuose su un tema che è diventato centrale, e lo sarà sempre più, nelle politiche sociali ed economiche dell’intero vecchio Continente.

Il modello Montesilvano sarà al centro della tesi di laurea di Nunzia Morellon, cittadina italiana con passaporto anche francese, dedicata a “Inclusione e integrazione degli immigrati sulla collettività dei territori”. La ricercatrice ha visitato una delle sedi Sprar, nella quale sono inserite alcune donne con i loro bambini e intervistato gli operatori e due beneficiari del progetto: il primo impegnato in attività di manutenzione nel cimitero cittadino, la seconda volontaria in una casa di riposo della città.

Una seconda visita ha visto protagonisti, Markéta Metelková e Pavel Toman, due docenti cechi, accompagnati da Sandra De Thomasis direttore del Csv (Centro di servizio per il volontariato) della provincia di Chieti, si sono soffermati sulle modalità di gestione del progetto, nell’ambito di un programma di condivisione delle buone pratiche sui migranti.  

«L’interesse scientifico», spiega il sindaco Maragno, «che si sta sviluppando giorno dopo giorno è veramente il grande segnale dell’efficacia della progettualità che abbiamo sviluppato per gestire i migranti nel nostro territorio, bilanciando la tutela della sicurezza cittadina, lo sviluppo turistico e commerciale, oltre alle necessità e le aspettative dei migranti stessi. In fatto di immigrazione siamo riusciti, in pochissimo tempo, a ottenere importantissimi risultati per migliorare il benessere dei nostri concittadini. Il 31 maggio 2017, siamo riusciti a sgomberare 48 appartamenti in via Ariosto, a ridosso dell’area turistica. Si trattava di due immobili, che per oltre 20 anni nell'indifferenza delle passate amministrazioni, sono state centrali dedite allo spaccio e alla contraffazione, con conseguenze sulla sicurezza della zona e ancor di più sulla qualità della vita dei montesilvanesi. Inoltre, fino a dicembre 2017, avevamo la presenza di due Cas, Centri di accoglienza straordinaria, in altrettante strutture alberghiere fronte mare, con flussi illimitati di migranti controllati direttamente dalle Prefetture, sui quali l’ente comunale non aveva voce in capitolo. Abbiamo preso una decisione, non restare a guardare per tutelare gli interessi dei montesilvanesi. L’unica possibilità data dalla normativa di riferimento per ridurre notevolmente il numero dei migranti sul territorio era quella di aderire alla rete Sprar, il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, gestito direttamente dal Comune. Questo ci ha consentito di applicare la clausola di salvaguardia, che esclude differenti tipologie di accoglienza sul territorio. Ciò significa che dagli oltre 500 uomini adulti presenti nei Cas, siamo riusciti a ridurre tale numero a 101 persone, impegnate in lavori nell’ambito della cura del verde, delle manutenzioni del cimitero cittadino e, nel corso dell’ultima stagione estiva, di assistenza nelle due spiagge accessibili della città, affiancando a aiutando i diversamente abili a fruire dei servizi messi a loro disposizione. Il progetto Sprar del Comune di Montesilvano», conclude il primo cittadino, «era stato valutato dal ministero dell’Interno, all’atto della sua presentazione, nell’annualità 2017, come il più corposo e articolato a livello nazionale, a dimostrazione che già sulla carta, tale progettualità si mostrava concreta e ricca di punti di forza».

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Montesilvano, al via i lavori in via Colombo

Migliorare la viabilità e soprattutto la sicurezza stradale. Con questo obiettivo lunedì prenderanno il via alcuni lavori lungo via Colombo. Gli interventi, che avranno una durata di circa 30 giorni, riguarderanno l’allargamento di un tratto della carreggiata dove attualmente è presente una strettoia e l’eliminazione di un’anomalia altimetrica della strada.

Le opere consistono nella scarificazione del manto stradale, con contestuale abbassamento della quota, oltre all’allargamento del tratto interessato.

«Tali interventi -  sottolinea l’assessore alle manutenzioni Paolo Cilli -  sono particolarmente attesi dai residenti oltre che da tutti gli automobilisti che quotidianamente percorrono quella strada. Il dosso presente e la scarsa ampiezza della carreggiata in un determinato punto rappresentavano due problematiche di sicurezza che finalmente oggi possiamo risolvere. Il nostro obiettivo è quello di rendere la città sempre più sicura e questo aspetto riguarda, ovviamente, anche la viabilità. Oltre ai nostri controlli, tramite la Polizia municipale e i nostri tecnici, siamo sempre disponibili a rispondere alle esigenze dei residenti, cercando di trovare ogni volta una soluzione ai problemi che ci rappresentano»

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Struttura e profili del settore non profit

Ad un anno dalla pubblicazione dei dati del primo Censimento permanente delle istituzioni non profit vengono diffuse stime aggiornate al 2016 sulla consistenza e le principali caratteristiche strutturali del settore non profit1 . Nel 2016, le istituzioni non profit attive in Italia sono 343.432 e complessivamente impiegano, alla data del 31 dicembre 2016, 812.706 dipendenti2 . Rispetto al 2015, le istituzioni crescono del 2,1%, i dipendenti del 3,1%; si tratta quindi di un settore che continua ad espandersi nel tempo con tassi di crescita medio annui in linea con il profilo delineato dai censimenti tradizionali.

Aumenta l’incidenza delle istituzioni non profit rispetto al complesso delle imprese dell’industria e dei servizi: dal 5,8% del 2001 al 7,8% del 2016 per le istituzioni e dal 4,8% del 2001 al 6,9% del 2016 per gli addetti3 . Nel biennio 2015-2016, le istituzioni crescono di più al Nord-ovest (+3,3%), al Sud (+3,1%) e nelle Isole (+2,4%) mentre i dipendenti soprattutto nelle regioni meridionali (+5,8%) e al Nord-est (+4,4%). Considerando il numero di istituzioni, gli incrementi percentuali maggiori si osservano in Basilicata (+8,8%), Molise (+8,7%) e Calabria (+5,6%); aumenti più contenuti si rilevano in Abruzzo (+0,2%), Provincia autonoma di Bolzano (+0,5%) ed EmiliaRomagna (+0,7%) mentre le variazioni sono di segno negativo in Umbria (-0,5%) e nelle Marche (-0,4%). Per quanto riguarda i lavoratori dipendenti, le regioni maggiormente interessate dalla crescita degli occupati sono Basilicata (+9,5%), Campania (+7,9%) ed Emilia-Romagna (+5,0%).

La distribuzione territoriale vede oltre il 50% delle istituzioni attive nelle regioni del Nord contro il 26,7% dell'Italia meridionale e insulare. Il numero di istituzioni non profit ogni 10mila abitanti è un indicatore che misura più chiaramente la presenza territoriale: se al Centro-Nord tale tale rapporto assume valori prossimi se non superiori a 60 (in particolare al Nord-est, dove raggiunge il livello di 68,2), nelle Isole e al Sud è pari rispettivamente a 48,1 e 42,2. Infine, i dipendenti sono ancora più concentrati delle istituzioni dal punto di vista territoriale, con oltre il 57% impiegato al Nord.

La distribuzione delle istituzioni non profit per periodo di costituzione è piuttosto simile a quella delle imprese, con il 2005 come “anno mediano”. Nel dettaglio, il 7,3% delle istituzioni non profit è nato nel biennio 2015-2016, una su quattro fra il 2010 e il 2014 e oltre il 30% fra il 2000 e il 2009, il 6,9% è stato infine creato prima degli anni ottanta

L’età media delle istituzioni non profit varia in relazione alla localizzazione territoriale e, come atteso, alla dimensione occupazionale. Infatti, le istituzioni nate prima del 2000 sono presenti soprattutto nel Nord-est (43,5%) e nel Nord-ovest (39,6%) mentre al Sud prevalgono quelle costituite a partire dal 2010 (41,6%). Rispetto alle risorse umane impiegate, circa due terzi delle istituzioni senza dipendenti è stata costituita a partire dall’anno 2000 mentre le unità con almeno dieci dipendenti sono nate in anni precedenti nel 62,7% dei casi

Nel biennio 2015-2016 le istituzioni non profit aumentano pressoché in tutte le forme giuridiche ma sono le fondazioni a crescere di più (+16,4%) mentre le cooperative sociali mostrano un lieve calo (-3,3%). L’associazione è la forma giuridica che raccoglie la quota maggiore di istituzioni (85,1%), seguono quelle con altra forma giuridica4 (8,2%), le cooperative sociali (4,5%) e le fondazioni (2,2%). I dipendenti aumentano in misura maggiore nelle fondazioni (+10,3%) e nelle cooperative sociali (+3,0%). La distribuzione dei dipendenti per forma giuridica resta piuttosto concentrata, con il 52,7% impiegato dalle cooperative sociali rispetto al 19,1% e al 12,1% di associazioni e fondazioni. La media dei dipendenti, pari a 27,5 tra le cooperative sociali, scende a 0,5 tra le associazioni.

Rispetto al 2015, le istituzioni in crescita sono quelle impegnate nelle attività della religione (+14,4%), delle relazioni sindacali (+5,8%) e dell’ambiente (+6,2%); al contrario, risultano in calo i settori della cooperazione e solidarietà internazionale (-6,5%), della filantropia e promozione del volontariato (-4,7%) e dello sviluppo economico e coesione sociale (-3,3%) (Prospetto 5). Nonostante tali variazioni, la distribuzione per attività economica permane sostanzialmente stabile, con il settore della cultura, sport e ricreazione che raccoglie quasi due terzi delle unità, seguito da quelli dell’assistenza sociale e protezione civile (9,3%), delle relazioni sindacali (6,4%), della religione (4,8%), dell’istruzione e ricerca (3,9%) e della sanità (3,5%). Nel biennio 2015-2016, i dipendenti crescono in misura relativamente maggiore nel settore della religione (+28,2%) ma anche in quello della cultura, sport e ricreazione (+9,1%) mentre diminuiscono nell’ambito delle altre attività (-16,8%), della filantropia e promozione del volontariato (-9,0%) e della cooperazione e solidarietà internazionale (-6,4%). Sebbene meno concentrati delle istituzioni, oltre la metà dei lavoratori dipendenti ricade nell’ambito dell’assistenza sociale (36,4%) e della sanità (22,6%); seguono quelli impiegati nei settori dell’istruzione e ricerca (15,1%) e dello sviluppo economico e coesione sociale (11,9%).

Il ricorso al personale dipendente è maggiore in alcuni settori d’attività. Se l’85,5% delle istituzioni non profit opera senza personale dipendente, nei settori dell’istruzione e ricerca e dello sviluppo economico e coesione sociale le quote si attestano rispettivamente al 41,2% e al 25,8%. In questi settori circa un’istituzione su quattro impiega almeno dieci lavoratori

Sotto il profilo socio-demografico, l’occupazione dipendente nel settore non profit presenta alcune specificità rispetto a quanto si osserva nelle imprese dell’industria e dei servizi

Tra i dipendenti delle istituzioni non profit la quota di donne è molto superiore a quella di maschi (71,9% contro 28,1%) mentre nelle imprese prevale la componente maschile (59,4%). La distribuzione per classe di età è piuttosto allineata tra settore non profit e profit, con oltre il 57,3% dei dipendenti compreso nella classe 30-49 anni (56,9% tra le imprese), il 31,6% in quella 50 anni e più (27,3% nelle imprese) e l’11,1% sotto i 30 anni (15,6% nelle imprese). I dipendenti delle istituzioni non profit presentano livelli d’istruzione superiori rispetto a quelli impiegati dalle imprese: i laureati sono il 31,0% (14,4% nelle imprese) mentre i lavoratori con al più un attestato di scuola secondaria di primo grado (licenza media) sono circa il 25% (34% nelle imprese). Rispetto al paese di nascita non si notano differenze significative, i lavoratori nati in Italia sono superiori all’85% in entrambi i casi. I lavoratori dipendenti per i quali le istituzioni non profit hanno beneficiato di sgravi contributivi sono 40.436 nel 2016 (5,0% del totale). Nel 70,8% dei casi si tratta di fasce socialmente deboli rispetto all’ingresso nel mercato del lavoro (come detenuti, disabili e donne svantaggiate) mentre le imprese hanno usufruito di agevolazioni fiscali principalmente per l’impiego di giovani (65,4%). L’occupazione dipendente nel settore non profit si differenzia da quella delle imprese anche in relazione all’inquadramento professionale, alla tipologia contrattuale e al regime orario (Prospetto 8). I dipendenti delle istituzioni non profit sono prevalentemente inquadrati con la qualifica di impiegati (54,5%) e lavorano con un regime orario a tempo parziale (51,8%) mentre quelli delle imprese sono assunti principalmente con la qualifica professionale di operaio (54,2%) e con un contratto di lavoro a tempo pieno (71,9%). Inoltre, la quota di lavoratori a tempo determinato è lievemente superiore nel settore non profit rispetto a quella osservata tra le imprese (15,5% contro 12,3%).

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Tetti di spesa alle cliniche, Chiodi e Venturoni rinunciano alla prescrizione

Hanno rinunciato alla prescrizione l'ex presidente della giunta regionale Gianni Chiodi e l'ex assessore regionale alla Sanità Lanfranco Venturoni, questa mattina davanti al tribunale collegiale di Pescara, nell'ambito del processo sui tetti di spesa alle cliniche private, della Regione Abruzzo, relativi all'anno 2010. Il processo dunque va avanti, anche per gli altri imputati, che invece beneficeranno dell'intervenuta prescrizione, che però sarà dichiarata soltanto al momento della sentenza. Nel processo, oltre a Chiodi e Venturoni, sono imputati l'ex sub commissario alla sanità Giovanna Baraldi e due tecnici dell'agenzia per i servizi regionali, Francesco Nicotra e Lorenzo Venturini. Le accuse, a vario titolo, sono di falso, violenza privata e abuso d'ufficio. Al centro della vicenda sono finiti i contratti delle case di cura che, secondo l'accusa, sarebbero stati estorti agli imprenditori della sanità privata con la minaccia del disaccreditamento. Il procedimento ha preso il via da un esposto di Luigi Pierangeli, imprenditore della sanità privata a capo del gruppo Synergo. Nella prossima udienza, in programma il 16 gennaio, saranno ascoltati i primi testimoni dell'accusa: Luigi Pierangeli, Antonella Gigante e Concetta Petruzzi. Il 31 gennaio sarà la volta degli altri testimoni citati dal pm Papalia. 

 "Non deve rimanere neanche un'ombra sull'opera di normalizzazione che abbiamo fatto, in termini anche etici, di quello che era il sistema perverso riguardante il rapporto tra sanità privata e amministrazione pubblica". Così l'ex presidente della giunta regionale, Gianni Chiodi, questa mattina in tribunale a Pescara al termine dell'udienza nel corso della quale, insieme all'ex assessore regionale Lanfranco Venturoni, ha rinunciato alla prescrizione nell'ambito del processo sui tetti di spesa alle cliniche private, della Regione Abruzzo, relativi all'anno 2010. "So quello che è accaduto e so che in Abruzzo non si firmavano i contratti con le cliniche private - prosegue Chiodi -. Io nel 2010 pretesi che quei contratti si facessero e da lì si è scatenato il finimondo". L'ex presidente della giunta regionale sottolinea che "l'azione svolta negli anni in cui sono stato presidente e commissario alla Sanità, per la normalizzazione in termini moralizzatrici del sistema della sanità privata, non poteva concludersi con un dubbio e se io avessi fatto ricorso alla prescrizione avrei potuto lasciare adito, a coloro che invece erano stati moralizzati, di poter dire che invece questa moralizzazione non era stata corretta". In conclusione Chiodi afferma di avere "fiducia nella giustizia e nella magistratura giudicante" e rimarca che, "poiché so di non avere fatto nulla che non fosse nell'interesse generale di un necessario risanamento economico, finanziario, giuridico e anche morale del sistema della sanità privata in Abruzzo, sono convinto che questa sia anche l'occasione per parlarne e per spiegare bene quali erano i vulnus e i problemi, che hanno originato certe scelte, poi convalidate dal Consiglio di Stato, e anche per sottolineare il giudizio incomprensibile della conclusione delle indagini preliminari, che hanno motivato la richiesta di rinvio a giudizio sulla base di varie sentenze che erano già state cassate, senza che se ne facesse menzione".

 "Credo possa essere l'occasione per consentire, sia ai magistrati che all'opinione pubblica, di conoscere quale è stata la storia della Sanità in Abruzzo, soprattutto nei rapporti tra sanità privata e pubblica amministrazione, che hanno portato la Regione al disastro economico". Lo ha detto l'ex assessore regionale alla Sanità, Lanfranco Venturoni al termine dell'udienza nel corso della quale, insieme all'ex presidente della giunta regionale Gianni Chiodi, ha rinunciato alla prescrizione nell'ambito del processo sui tetti di spesa alle cliniche private, della Regione Abruzzo, relativi all'anno 2010. "Una persona che è sicura della propria innocenza e di non avere fatto nulla, non può che accettare il processo in maniera chiara, limpida e senza paura di dire come stanno le cose - ha aggiunto Venturoni - e anzi può essere l'occasione per chiarire meglio i rapporti tra le cliniche private e la Regione Abruzzo, a partire dal 1995, ovvero da quando ho iniziato il mio lavoro con una Commissione d'inchiesta sui rapporti tra case di cura private e Regione".

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Sequestrati nel pescarese capi abbigliamento falsi della Juventus

Capi di abbigliamento sportivo contraffatti con le effige della Juventus e del calciatore Cristiano Ronaldo sono stati sequestrati dai finanziari del Nucleo Mobile della Tenenza della Guardia di Finanza di Popoli, nell'ambito del dispositivo operativo messo in atto per il contrasto alla contraffazione ed all'abusivismo commerciale hanno concentrato l'attività di controllo nelle zone interne della provincia e nella Val Pescara. A seguito di mirata attività investigativa è stato effettuato un controllo presso un'impresa operante nel settore della serigrafia avente anche un punto vendita di articoli sportivi. E proprio in una delle attività coordinate dalla Procura di Pescara, i militari hanno rinvenuto decine di capi contraffatti. Individuati anche gli apparati tecnici e informatici impiegati per la stampa dei marchi e del nome del noto calciatore sulle maglie, in quello che era utilizzato come un piccolo, ma efficiente centro di duplicazione clandestina. Il titolare dell'azienda coinvolta, un imprenditore italiano, è stato segnalato alla Procura della Repubblica di Pescara per contraffazione, introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni distintivi falsi. 

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Agricoltura, Pepe: la Commissione europea ha apprezzato i nostri sforzi

"La Commissione Europea, rappresentata dal capo unita' della direzione Agricoltura, Filip Busz, e da Elvira Grassi, ha apprezzato lo sforzo che sta producendo la Regione Abruzzo al fine di superare i target di spesa fissati per evitare il disimpegno e per la verifica delle performance a dicembre 2018". Lo afferma l'assessore alle politiche agricole Dino Pepe a margine della quarta seduta del Comitato di sorveglianza del Psr 2014/2020 che si e' svolta lunedi' e martedi' nella sede di Pescara della Regione Abruzzo. Solo negli ultimi tre mesi - dalla Regione Abruzzo - sono stati erogati oltre 20 milioni di euro e ulteriori 40 milioni sono in procinto di essere pagati ai beneficiari del PSR. "L'impegno e' quotidiano - prosegue l'assessore Pepe - e stiamo gia' lavorando per mettere al sicuro il superamento degli obiettivi per il 2019, e contemporaneamente uno sforzo notevole si sta compiendo verso la semplificazione delle procedure secondo il motto 'meno burocrazia e piu' fondi per il territorio'". L'incontro e' stata l'occasione anche per porre l'attenzione sul superamento di alcune criticita' che si sono verificate presso Agea e che sono state messe in evidenza sin dall'inizio dell'anno nelle numerose occasioni di incontro e confronto. In questo senso e' stata convocata per giovedi' apposita bilaterale mensile per il monitoraggio sull'avanzamento di spesa. Inoltre sara' presto istituito un gruppo di supporto di circa 15 unita' di Agea con il compito specifico di intervenire in modo puntuale per velocizzare le pratiche sospese e sbloccare i pagamenti che riguardano la nostra regione

 "Sono soddisfatto - conclude l'assessore Pepe - per l'esito dei lavori e per le rassicurazioni ricevute dalla Commissione Europea ed in questo senso intendo ringraziare tutti i portatori di interesse e le Organizzazioni Professionali agricole che hanno sempre affrontato questo percorso con metodo critico ma sempre costruttivo. In questo senso la riunione di oggi e' stata l'occasione per ricordare la figura e l'autorevolezza etica di Concezio Gasbarro, gia' presidente di Confagricoltura Abruzzo prematuramente scomparso qualche mese fa, e per salutare Carmine Masoni che ha concluso recentemente la sua esperienza professionale presso la CIA Abruzzo". I lavori del comitato di sorveglianza si sono conclusi con la visita a due realta' finanziate dal PSR Abruzzo 14/20: una azienda (Cicconi Matteo) che sta usufruendo del primo insediamento giovani (misura a pacchetto 6.1 e 4.1) nel territorio di Bisenti della Provincia di Teramo che ha subito gli eventi calamitosi dello scorso anno e quindi simbolo di rinascita e una azienda (Frantoio oleario Valentini e Cerretani srl di Loreto Aprutino) che sta usufruendo dei finanziamenti della sottomisura 4.2 relativi trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli simbolo dell'Abruzzo delle eccellenze che intende essere competitivo a livello nazionale ed internazionale.

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