Redazione Notizie D'Abruzzo

I professionisti del digitale e i lavori del futuro

I big data sono sempre più importanti per le aziende e questo spiega perché nella classifica delle figure più ricercate dalle aziende italiane si piazzino data scientist, data architect e insight analyst. Una grande opportunità dal punto di vista occupazionale che, secondo i consulenti di Hays, una delle società leader nel recruiting specializzato, nei prossimi mesi si concretizzerà in un incremento della richiesta di professionisti capaci di analizzare e gestire grandi quantità di dati. “Sono sempre di più - spiegano gli esperti di Hays Italia - le aziende in Italia che investono in tecnologie avanzate e personale qualificato per sfruttare al massimo il potenziale dei big data. Le professioni digitali saranno sempre più valorizzate e ricercate dalle imprese e, già nel 2017, la domanda di talenti digitali aumenterà notevolmente, crescendo esponenzialmente entro il 2020”.

Per coloro che desiderano intraprendere la carriera in ambito digital, gli esperti di Hays hanno stilato una classifica delle 10 figure professionali sui cui si concentreranno le attenzioni dei recruiter nel 2017. Data Scientist in America è già considerato il lavoro numero uno e ci sono varie scuole di pensiero su quale sia la vera definizione. Sicuramente è un professionista con un background accademico molto forte (master o dottorato di ricerca) in discipline quali Statistica, Matematica, Fisica o Economia e profonde conoscenze di Data Mining e Machine Learning. Un bravo data scientist è in grado di identificare e risolvere problemi altamente complessi legati al business, utilizzando tool di analisi avanzati tra cui programmi di statistica come Python, R o Spark. Quest’analisi gioca infatti un ruolo centrale nel processo decisionale fornendo alle aziende gli strumenti necessari per affrontare con successo sfide sempre più complesse. Un'altra figura richiesta è il data architect, che è capace di dare vita a soluzioni di successo per affrontare al meglio lo scenario dei big data. C'è poi l'insight analyst che utilizza strumenti di analisi statistica per ricavare, da grandi quantità di dati, informazioni a supporto delle strategie di acquisizione e fidelizzazione dei clienti. Dal punto di vista tecnico, gli insight analyst hanno competenze su uno o più strumenti di analisi statistica come sql, sas e spss. Tuttavia, molte aziende sono sempre più interessate al contributo che i linguaggi di programmazione Phyton e R possono fornire in tema di profondità dell’analisi. Altra figura richiesta è il data engineer, che possiede le competenze per raccogliere, archiviare e lavorare i dati di un’azienda per facilitarne l’analisi.

Lo sviluppatore Business Intelligence, nella sua forma più semplice, costruisce strutture di dati complesse, partendo dal data storage e arrivando a produrre report e dashboard. Un tempo prerogativa delle divisioni finance e commerciale, la business intelligence costituisce oggi un comparto a sé con sviluppatori che hanno come obiettivo principale proprio la realizzazione di dashboard pronte all’uso per facilitare il compito dei manager che, in questo modo, possono ottenere informazioni chiave sulle performance aziendali al fine di rivederle e migliorarle. Nel mondo dei Big Data, per poter procedere con l’analisi, la priorità è sicuramente l’organizzazione del flusso di dati. La business intelligence e la data science non possono prescindere dall’avere a disposizione strutture di dati ben organizzate e pronte all’uso ottenute anche attraverso l’impiego di tool di gestione come SQL Server, Oracle e database SAP. Un professionista esperto nella gestione di dati e processi ETL (Estrazione, Trasformazione e Caricamento) rappresenta un must per molte aziende. Programmi fedeltà, strumenti di web analytics, Internet of things hanno portato a un consistente flusso di dati sui comportamenti dei consumatori online che le aziende utilizzano sempre di più a sostegno delle loro strategie di crescita.

Le divisioni marketing, in particolare, sono chiamate ad elaborare campagne sempre più mirate che tengano conto di questi dati. I campaign analysts sfruttano le loro competenze nell’utilizzo di Excel e di strumenti per l’analisi di dati come SQL per fornire una fotografia dettagliata dei consumatori, permettendo così alle campagne di digital marketing di raggiungere il corretto target audience. Se a ciò si aggiunge poi l’utilizzo di software per la gestione delle campagne come Adobe Campaigns, le aziende possono assicurarsi che le loro strategie marketing colpiscano nel segno andando a soddisfare i bisogni reali del mercato di riferimento. Per tutte le società che mirano a ottenere il massimo rendimento dal potenziale dei big data, nominare un chief data officer è fondamentale.

Il numero di questi professionisti è passato da soli 400 nel 2014 a oltre 1.000 nel 2015 e si stima che per il 2019 il 90% delle grandi aziende avrà un chief data officer. Il ruolo del cdo Lavoro è variegato e complesso e comprende un ventaglio di competenze tra cui data infrastructure, data governance, data security, business intelligence, analisi degli insight e analisi avanzata. Questa figura professionale non solo deve essere tecnicamente competente, ma deve anche essere in grado di capire e guidare gli obiettivi aziendali e i processi di cambiamento a livello manageriale per allinearsi al business plan della compagnia.

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Il Pescara perde anche col Crotone

Con un eurogol di Tonev nella ripresa, il Crotone sbanca l'Adriatico e tiene vive le speranze di permanenza in serie A battendo un Pescara gia' retrocesso ma che non ha mai rinunciato a giocare. L'inizio del Crotone e' arrembante e al 9' va vicino al vantaggio con Trotta che, servito con una buona intuizione da Simy, dalla sinistra prova a sorprendere Fiorillo con un rasoterra velenoso: l'estremo pescarese e' ben piazzato e blocca. In grande affanno, l'undici abruzzese si lascia schiacciare dalla manovra avvolgente del Crotone che, al 22', prova a sbloccare il risultato con Nalini sugli sviluppi di un calcio d'angolo: conclusione al volo, palla fuori complice la deviazione di Verre. L'azione insistita degli uomini di Nicola non ha i risultati sperati e il Pescara , fino a quel momento in campo nelle vesti di comparsa, prova a far male ai calabresi e, al 36', la squadra di Zeman si presenta per la prima volta in zona offensiva con Bahebeck che, servito in profondita', calcia di punta senza pero' inquadrare la porta di Cordaz. L'occasione mancata scuote l'undici di Zeman che appena un minuto dopo va nuovamente vicina alla rete del vantaggio ancora con Bahebeck: provvidenziale Ferrari sull'uscita infelice di Cordaz.

L'avvio della ripresa e' tutta per la squadra di Nicola che, al 6', sfiora l'1-0: dalla destra, Rosi crossa per la testa di Simy che manca il pallone ma Trotta, ben appostato, si impossessa della sfera vagante e prova la conclusione verso la porta di Cordaz: la mira dell'ex Sassuolo non e' affatto buona e il pallone finisce addirittura in fallo laterale. Al 15', il Pescara prova a interrompere il dominio territoriale degli ospiti e Bovo, dalla media distanza, ci prova con una conclusione potente ma poco precisa che non impegna Cordaz. Alla disperata ricerca della vittoria che non segnerebbe del tutto le speranze di salvezza, il Crotone si riversa nella meta' campo abruzzese e, al 26', dal limite dell'area, Tonev calcia di destro direttamente verso la porta di Fiorillo col pallone che si infila sotto l'incrocio per il meritato vantaggio dell'undici di Nicola che chiude di fatto la partita. Anche se Genoa ed Empoli vincono, il Crotone dimostra di esserci ancora. Il Pescara , che chiude in 10 per l'espulsione di Benali, saluta sempre piu' mestamente la serie A.

 

"Muntari non l'ho mandato in campo perche' non si e' allenato, non per ragioni ambientali. Io non devo giocare con i simboli". Cosi' Zdenek Zeman, al termine di Pescara-Crotone, in merito all'esclusione di Sulley Muntari. "Muntari ha tutta la mia solidarieta' - ha proseguito Zeman - Prima e' stata presa una decisione sbagliata e poi si e' cercato di recuperare".

 

 

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Cinquanta comuni in Abruzzo chiamati al voto l’11 giugno

Saranno 50 ( su 305) i Comuni in Abruzzo  che andranno al voto il prossimo 11 giugno  per il rinnovo dei Consigli comunali. Si tratta di un test assai significativo che coinvolge quasi un quinto della popolazione e che sul piano politico riveste una certa importanza. Fra le città chiamate al voto c'è L'Aquila, capoluogo di regione, che dovrà scegliere  il successore di Massimo Cialente il sindaco che ha guidato il comune prima e dopo il terremoto. Ci sono poi altri cinque comuni dove si vota con il sistema elettorale maggioritario a doppio turno  perché con popolazione superiore ai 15 mila abitanti. Si tratta di Avezzano (L'Aquila), Spoltore (Pescara) e poi Ortona e San Salvo in provincia di Chieti e per la prima volta anche il Comune di Martinsicuro, centro turistico della costa teramana che negli ultimi tempi ha avuto una consistente crescita demografica. In provincia dell'Aquila, inoltre, si andrà al voto anche in 21 Comuni, 20 invece in provincia di Chieti, 4 sono in provincia di Teramo e 5 in quella di Pescara. Il Comune più piccolo dove si voterà per il rinnovo dell'Amministrazione comunque in questa occasione sarà Rosello, in provincia di Chieti, con appena 300 abitanti

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Pescara, incendio in un appartamento di via Prati

Un incendio si e' sviluppato questa mattina in un appartamento mansardato in via Prati a Pescara. Gli occupanti, grazie anche ai soccorsi, sono riusciti ad abbandonare lo stabile. Sul posto i sanitari del 118 e i vigili del fuoco che, con due squadre e un'autoscala, hanno provveduto a domare il rogo. Molta paura fra i presenti, ma nessun ferito. Al momento non si conoscono le cause. I vigili stanno verificando se vi siano danni alla struttura.

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Pescara, la storia della città dai libri della parrocchia Madonna dei Sette Dolori

Presentato ieri lo studio “Libri parrocchiali, prospettive di ricerca”

Dai registri della Parrocchia della Madonna dei Sette Dolori la storia della città

 

Si è svolta ieri in Sala Consiliare di Palazzo di Città la presentazione dello studio “Libri parrocchiali. Prospettive di ricerca”, uno studio a firma di due docenti dell’Università d’Annunzio, Carmelita Della Penna e Francesco Berardi, voluto dalla parrocchia della Madonna dei Sette Dolori e svolto in collaborazione con l’Università di Chieti, con il patrocinio della Presidenza del Consiglio Comunale che racconta la storia della città ante prima Guerra Mondiale dagli archivi della chiesa della Madonna dei Sette Dolori. Accolti dal sindaco Marco Alessandrini e dal presidente del Consiglio Comunale Francesco Pagnanelli, gli autori hanno ripercorso la storia del quartiere e della parrocchia con il parroco della basilica Padre Vincenzo di Marcoberardino, gli autori della pubblicazione, coadiuvati dal professor Andrea Bixio, docente dell'Università La Sapienza e con il contributo di William Di Marco in veste di moderatore.

“Abbiamo presentato un lavoro che spero venga completato per restituirci una parte importante della nostra storia di quartiere e di città – così il presidente del Consiglio Comunale Francesco Pagnanelli – Lo studio degli archivi della parrocchia ripercorre infatti un pezzo considerevole della vita di Pescara ricostruita attraverso i registri di quella che è stata la sua prima comunità religiosa. La città ha potuto scoprire notizie e informazioni rispetto al suo passato, in particolare quella che vede le sue origini storiche in Castellammare, per scoprire aspetti della propria storia che affiora dai registri del tempo e riporta alla vita cittadina di epoche lontane e antiche. Un viaggio affascinante che ci auguriamo possa essere al più presto completato con i volumi relativi a matrimoni e morti vissuti in una lunga parabola della storia cittadina”.

“La parrocchia risale al 1665, ha un'origine particolare, in precedenza la chiesa si trovava dentro a quella che oggi è la Questura, la Madonna del Carmine – così padre Vincenzo di Marcoberardino, parroco della Madonna dei Sette Dolori - gli abitanti di Pescara Colli erano pochissimi e chiesero al Vescovo di Penne di poter elevare a parrocchia quella chiesa e così avvenne, così quella divenne la prima parrocchia. E’ dalle origini che inizia il nostro viaggio che per ora ha riguardato la documentazione dei battesimi, ma abbiamo una storia precedente alla fusione di Pescara e Castellammare con dati che precedono quelli del Comune stesso. Era dunque opportuno computerizzare questi dati perché si conservassero ancora, un lavoro iniziato con la Soprintendenza archivistica 25 anni fa, ma che grazie alla collaborazione con l’Università d’Annunzio è andato avanti e oggi è diventato un libro, dopo tre anni di gestazione delle operazioni di archiviazione dei dati. Un impegno grande dovuto anche alla diversità delle calligrafie, nonché alle aggiunte che i parroci succedutisi hanno fatto fino ai giorni nostri, per questo si tratta di un’opera preziosa perché non si limita a dati anagrafici, ma racconta la storia della città attraverso il tempo”.

“La fonte archivistica è importante e interessante è il fatto che padre Vincenzo l'avesse protetta – illustra Carmelita Della Penna, docente associata di Scienze Giuridiche e Sociali dell'Università d’Annunzio e una delle autrici – Abbiamo accolto con gioia l'invito a informatizzare il materiale. Le fonti sono i registri parrocchiali dove si appuntano battesimi, matrimoni e morti, con degli schemi fissi ma che i parroci arricchivano inserendo informazioni di altro genere legate a mestieri, etnia, flussi migratori, un materiale che offre tanti spunti di ricerca. La parrocchia è stata unica per un lungo periodo e racconta momenti importanti di trasformazione, dalle dominazioni (angioine, aragonesi, borboniche) all’Unità d'Italia. Importanti anche le differenze fra le due realtà cittadine. In principio il progetto comportava la sola informatizzazione, ma durante il cammino è divenuto un libro che è un ulteriore modo per conservare le informazioni: per ora lo abbiamo fatto per i battesimi, auspichiamo di completarlo per matrimoni e atti di morte, allargando i confini di una ricerca voluta tutta dalla parrocchia e sostenuta da questa anche per le borse di studio che hanno preso gli studenti che hanno elaborato il materiale”.

“Abbiamo registrato e informatizzato 13 volumi di atti di battesimo – conclude l’altro autore Francesco Berardi - selezionando tutte le informazioni: un volume di circa 260.000 dati, sui 25.700 nati dal 3 settembre 1667 al 31 dicembre 1914, data convenzionale per la ricerca, sia per l’importanza che ebbe lo scoppio della Prima guerra mondiale, sia perché dalla fine dell'800 la parrocchia non era più l'unica di Castellammare. E' un archivio che in continuità presenta tutti i dati per ricostruire tasselli importanti di storia e che consente un lavoro di tutela che ha salvato i volumi e ciò che contenevano”.

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Celano, rimborso spese trasporto in favore soggetti portatori di handicap

Il consigliere delegato alle Politiche sociali Dott.ssa Maria Antonietta Zaurrini, comunica che in attuazione  della  legge 104/92 e delle leggi regionali in conformità all’attuale politica sociale (legge 328/2000) è stato emanato un apposito avviso pubblico per garantire il servizio di trasporto per mobilità, necessario per le esigenze di cura e terapia dei soggetti portatori di handicap. Riguarda la concessione di contributi a titolo di rimborso spese in favore di portatori di handicap gravi impossibilitati sul piano motorio, che hanno utilizzato un mezzo di trasporto privato per recarsi presso i centri di cura e di riabilitazione. Possono richiedere il contributo i soggetti disabili ai sensi della legge 104/92 (art. 3 comma 3) o loro familiari, residenti nel Comune di Celano da almeno due  anni,  che utilizzano un  mezzo di trasporto privato per recarsi presso i centri di riabilitazione convenzionati ASL. Il  presente  contributo  non  è cumulabile  con  altre agevolazioni aventi la medesima finalità.

Il  rimborso   potrà   essere  richiesto   per   le   spese   di  trasporto sostenute nel periodo dal 01/ 10/2016 al 30/09/2017. I soggetti interessati o un loro familiare, a pena d’esclusione, dovranno presentare domanda redatta sul modello predisposto dall ’Ufficio Servizi Sociali, allegando la documentazione richiesta al protocollo del Comune, entro e non oltre il 30 maggio 2017.

 

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XLIV edizione del Premio Teramo per un racconto inedito 2016

 

 

Dopo due rinvii - dovuti agli eventi sismici di ottobre e alla nevicata eccezionale di febbraio – giovedì 4 maggio 2017, alle ore 17.30, presso la Sala Ipogea di Piazza Garibaldi a Teramo, si terrà la cerimonia di premiazione della XLIV edizione del Premio Teramo per un racconto inedito. Nel corso della manifestazione saranno consegnati i riconoscimenti ai vincitori delle tre sezioni in cui si articola il Premio: Premio Teramo per un racconto inedito, Premio Teramo “Giacomo Debenedetti” riservato a uno scrittore giovane, Premio Teramo “Mario Pomilio” riservato a uno scrittore abruzzese. Il giornalista e scrittore Corrado Augias, ospite della serata, riceverà un premio speciale per la promozione del libro e la diffusione della cultura. L'evento, presentato da Laura De Berardinis e arricchito dalle letture di Mauro Di Girolamo della compagnia teatrale Spazio Tre e dagli interventi musicali del Melos Clarinet Ensemble, formato da allievi ed ex allievi del Conservatorio Statale “G. Braga” di Teramo, vedrà la partecipazione del vicesindaco Mirella Marchese, dell’assessore alla Cultura Caterina Provvisiero, del Segretario del Premio Teramo Paolo Ruggieri e dei membri della commissione giudicatrice: Raffaella Morselli, Lucilla Sergiacomo, Renato Minore, Attilio Danese, Stefano Traini, Roberto Michilli, Arianna Giorgia Bonazzi. La Sala Ipogea accoglierà una mostra fotografica dal titolo “Alle origini del Premio Teramo. I primi vent’anni (1959-1978)”, composta da dieci pannelli con foto d’archivio delle prime venti edizioni del Premio.

I vincitori:

Premio Teramo per un racconto inedito

Vincitrice Nadia Levato

Biografia

Nadia Levato è nata in un piccolo centro della Calabria. Si è laureata in Scienze Politiche a Pisa. In Toscana si è occupata di progetti per l’immigrazione e l’intercultura. Vive attualmente a Roma, dove lavora nel campo della cooperazione internazionale allo sviluppo. La scrittura è una componente importante del suo lavoro ma è altresì una passione sperimentata in diversi ambiti. Ha partecipato a vari concorsi letterari ottenendo riconoscimenti e pubblicazioni in antologie. Tra queste si menzionano “Anime sommerse”, in Racconti Capitolini, Il giorno più bello”, nell’antologia Odio l’estate, “Fragili Fiori” in La mia sfida al male. A Giugno 2016 ha pubblicato il suo primo libro per bambini, Bobo e Mister Heimlich. È risultata vincitrice del concorso Chiamatelo Amore, con il romanzo “L’amore. Quando muore”, pubblicato nel dicembre 2016.

 

Com’è nato il racconto? “La scrittura del racconto “Volo Via” è stato un istintivo tentativo di elaborare un forte turbamento emotivo. Il 24 agosto del 2016 le immagini trasmesse in tv parlavano di un’onda sismica devastante che, in pochi minuti, aveva raso al suolo interi centri abitati nel cuore dell’Italia, lasciando sotto le macerie vite umane, tra cui numerosi bambini. Da madre ho provato, come tutti, un dolore sordo e, nella precarietà delle nostre vite, ho pensato alla fortuna di poter godere ancora dell’immenso privilegio di baciare mia figlia e stringerla tra le mie braccia. Mentre, altrove, altre madri e altri padri non avrebbero più potuto fare lo stesso. Il terremoto, seppur fisicamente lontano, ha scosso il mio cuore da vicino.”

Premio Teramo “Giacomo Debenedetti” riservato a uno scrittore giovane

Vincitrice Ilaria Vajngerl

Biografia

Ilaria Vajngerl (Thiene, 1985) ha pubblicato con le riviste inutile, «Colla», «Cadillac», «Grafemi», «Soft Revolution», «I Sognatori». Ha scritto lo spettacolo teatrale Il ciclo, diretto da Lorenzo Maragoni e interpretato da Laura Serena. Nel 2016 è tra gli autori selezionati al concorso 8x8. Il suo racconto, “Grammatica” è segnalato dal Premio Treccani Web. Il suo blog è Il Pesce Volante.

Com’è nato il racconto? “La roulotte è un racconto che nasce da un racconto. Mi avevano detto di una donna anziana che aveva lasciato all'improvviso un marito austero. Si era trasferita in una casetta piccola ed era felice. Così ho pensato che mi sarebbe piaciuto scrivere di un amore in vecchiaia. Volevo che ci fosse l'estate, che ci fosse una bambina e ci fosse quiete. Spero di aver fatto un buon lavoro.”

Premio Teramo “Mario Pomilio” riservato a uno scrittore abruzzese

Vincitrice Manuela Ferri

Biografia

Manuela Ferri, nata a Pescara nel 1981, si è laureata in Scienze della Comunicazione presso l’Università di Teramo. Frequentando il suo primo laboratorio di scrittura creativa per i media scopre che la sua passione per la scrittura può diventare un mestiere. Ha vissuto in tre continenti e lavorato per aziende e piccole agenzie pubblicitarie come copywriter e Communications Specialist. È appena rientrata in Italia dal Kuwait, dove ha lavorato per alcuni anni come Marketing & Branding Manager. In questi mesi sta scrivendo il suo primo romanzo.

Com’è nato il racconto? “Facevo delle ricerche per il romanzo che sto scrivendo. Ho chiesto a mia nonna di raccontarmi bene la sua storia. Mi sono seduta con quaderno e penna e l’ho ascoltata. Quando mi sono alzata, sapevo che quella storia dovevo raccontarla così, esattamente come la ricorda lei. Per le mie origini, per la mia terra, per emularne la forza.”

La prima edizione del Premio Teramo risale al 1959. Sin dall’inizio, il Premio si è distinto per l’attenzione riservata al racconto inedito, per il numero e la qualità degli autori che hanno partecipato alle varie edizioni – ricordiamo, fra gli altri, Edith Bruck, Andrea Zanzotto, Piero Chiara, Alberto Bevilacqua, Maria Luisa Spaziani, Mario Pomilio, Giovanni Raboni, Ferdinando Camon, Carlo Sgorlon, Giorgio Soavi, Renato Minore, Grazia Livi, Carlo Bernari –, per lo spessore culturale dei membri delle commissioni giudicatrici, che hanno visto avvicendarsi nomi del calibro di Diego Valeri, Carlo Bo, Giacomo Debenedetti, Luigi Baldacci, Michele Prisco, Mario Pomilio, Raffaele Nigro, Giuseppe Pontiggia. Tutto ciò ha dato vita a un felice connubio di rigore e di appassionata dedizione alla scrittura narrativa, che nel corso degli anni ha reso il Premio Teramo un importante appuntamento letterario e una preziosa occasione di confronto per gli scrittori che desiderino mettersi in gioco sul terreno della narrazione breve.

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La Casa della Memoria. Secondo appuntamento teatrale al Museo Genti d’Abruzzo

 

La Casa della Memoria, la prima edizione della rassegna teatrale a cura di Muré Teatro, continua domenica 7 maggio, alle ore 18:00, presso il Bagno Borbonico del Museo delle Genti d’Abruzzo, con lo spettacolo teatrale “Maja, storie di donne dalla Majella al Gran Sasso”. In scena l’attrice e regista di Muré Teatro, Francesca Camilla D’Amico, fondatrice del gruppo insieme a Marcello Sacerdote e Manuel Borgia. Con Muré Teatro, è finalista al Premio Scenario per Ustica nel 2015 per la regia di “Courage!”. L’attrice pescarese partecipa a rassegne e festival a livello nazionale, con “Maja” sarà in scena a Milano dall’11 al 18 giugno all’interno del MilanoOff F.I.L Festival:

questo spettacolo nasce dalla volontà di ricostruire, attraverso le testimonianze degli anziani, alcuni momenti di vita delle donne, nella cultura contadina abruzzese.

Queste memorie hanno dato vita ad un piccolo grande racconto che somiglia a un album fotografico o ad una valigetta piena di ricordi, da cui escono frammenti di canti popolari femminili, leggende fiabesche legate alle montagne abruzzesi che emergono quasi come personaggi: la Majella e il Gran Sasso. Sono loro a parlare: Adelina, Mariacinta, Annuccia, Za Rosa, Maria e tante altre. Loro che hanno attraversato ogni giorno, a piedi, scalze, cantando, faticando, i campi del '900. Un'attrice e una pianta di basilico, "Vasanicola", per uno spettacolo dove teatro e racconto si intrecciano con i fili della poesia e del dialetto, senza dimenticare la leggerezza dell'incontro e della relazione.

“LA CASA DELLA MEMORIA è fatta di volti, voci, paesaggi, profumi, ma anche di cose che non si possono raccontare se non con quella poesia di cui tutti abbiamo bisogno. Immagini che si intrecciano con il luogo che abitiamo, con la Storia che attraversiamo e ci lega a doppio filo con quelli che l'hanno abitata prima di noi questa “casa”, questa Storia. Senza conoscerla è difficile capire il presente e immaginare il futuro, ed è questa “casa” che va fortificata, che ci portiamo dentro, quando scegliamo di restare o di tornare.” - spiega Francesca Camilla D’Amico - “per questo la rassegna si chiama “La Casa della Memoria”, una casa per “smemorati”e “esuli” della propria terra. Una casa che sarà abitata dal teatro e dall’incontro.”

La Casa della Memoria prosegue ospitando uno spettacolo ogni domenica, fino al 21 maggio. L’appuntamento è sempre alle ore 18:00 presso il Bagno Borbonico. Domenica 14 maggio sarà la volta di “Lupo in-canto” , racconto teatrale in musica con Marcello Sacerdote e le musiche di scena di Flavia Massimo al violoncello.

 

 

 

 

 

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Oltre un quarto dei giovani italiani è senza lavoro

Oltre un quarto dei giovani italiani tra i 15 e i 34 anni e' senza lavoro e fuori dai percorsi educativi e formativi: nel 2016 - secondo le tabelle pubblicate dall'Eurostat - il 26% degli under 35 del nostro Paese risultava neet (neither in employment nor in education and training ) a fronte di una media Ue del 15,6%. Il dato italiano e' il peggiore in Europa nel 2016 e pur migliorando rispetto al 2015 (era al 26,9%) sorpassa anche la media greca (25,6% dal 27,1% del 2015). La percentuale di neet aumenta ancora se si guarda alla fascia di eta' tra i 25 e i 35 anni, quella nella quale in genere si e' terminato il percorso formativo: in questa fascia i neet sono al 31,4% a fronte del 19% medio in Ue. L'Italia e' al top in Europa anche per neet tra i 20 e i 34 anni con il 30,7%, oltre otto punti in piu' rispetto al periodo pre crisi (22,4%). Il nostro Paese sconta l'alto numero di abbandoni scolastici, la scarsa percentuale di giovani che studiano dopo il diploma (solo il 26,2% i laureati tra coloro che hanno tra i 30 e i 34 anni, penultimo paese in Ue) e le difficolta' nel trovare lavoro.

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Fondi europei, le Regioni del Mezzogiorno accelerano

Le regioni italiane del Mezzogiorno negli ultimi mesi hanno accelerato sull'attuazione della programmazione dei Fondi europei per lo sviluppo regionale (Fesr), ma occorre uno scatto in piu' sulla spesa, anche per raggiungere i target della revisione sulla performance prevista per il 2019. Lo si apprende da fonti Ue all'indomani dell'incontro, tra gli esperti delle Politiche regionali della Commissione Ue, i rappresentanti dell'Agenzia per la Coesione territoriale e quelli delle Autorita' di gestione delle otto regioni destinatarie di circa l'83% del pacchetto da 20,6 miliardi di euro di Fesr, assegnati all'Italia, per il 2014-2020. Di queste, a prendere le fette piu' consistenti sono Sicilia, 3,418 miliardi; Campania, 3,085 miliardi; Puglia, 2,788 miliardi e Calabria, 1,529 miliardi. Alla fine di gennaio (ultimo dato disponibile - il prossimo aggiornamento e' previsto a luglio) le otto regioni avevano selezionato il 35,2% dei progetti, rispetto ad una media italiana del 32,4% e a quella europea del 27,4%. Pari a zero (a quella stessa data) invece il numero dei rimborsi partiti da Bruxelles verso gli otto territori, a causa dei ritardi nei processi di designazione. Senza la definizione di queste strutture che in sostanza garantiscono il controllo a livello nazionale del sistema di attuazione dei programmi, la Commissione europea infatti non puo' rimborsare. Tuttavia anche su questo punto sono stati fatti passi avanti. A settembre scorso era stata la stessa commissaria europea per le Politiche regionali Corina Cretu a lanciare l'allarme perche' nessuna delle Regioni italiane aveva ancora completato alcun processo di designazione. A otto mesi di distanza l'Italia ne ha conclusi 25 su 30. Restano da definire quelli di Abruzzo, Puglia, Bolzano, Valle d'Aosta, e del programma nazionale Innovazione. Ma l'Italia non e' l'unica in Ue a non aver concluso, si trova infatti in un gruppo di altri nove Paesi, tra questi anche la Francia, dove si trova comunque al di sopra della media. 

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