Redazione Notizie D'Abruzzo

La siccità fa totalizzare 2 miliardi di danni nei campi

La siccità fa totalizzare 2 miliardi di danni nei campi, due terzi dell'Italia è a secco. E' l'allarme della Coldiretti, che sottolinea che l'emergenza è arrivata in una delle estati più calde e siccitose da oltre 200 anni. Ieri il ministro dell'Agricoltura Maurizio Martina ha annunciato: "Siamo pronti a collaborare con le Regioni nel censimento dei danni e la verifica delle condizioni per dichiarare lo stato di eccezionale avversità atmosferica", vale a dire lo stato di calamità.E proprio da un primo censimento realizzato dalla Coldiretti emergono danni ingenti in tutto il Paese. E si evidenzia, ad esempio, che il Lago di Garda è appena al 34,4% di riempimento del volume mentre il fiume Po al Ponte della Becca a Pavia è circa 3,5 metri sotto lo zero idrometrico."Lo stato del più grande fiume italiano è rappresentativo dello stato idrico sul territorio nazionale dove circa i 2/3 dei campi coltivati lungo tutta la Penisola sono senz'acqua e per gli agricoltori - sottolinea la Coldiretti - è sempre più difficile ricorrere all'irrigazione di soccorso per salvare le produzioni"."Le perdite provocate dalla siccità in Lombardia ammontano a circa 90 milioni di euro, i due terzi dei quali legate a perdite produttive su mais e frumento", spiega Coldiretti.In Piemonte a soffrire sono soprattutto le province di Cuneo, Asti e Alessandria dove il forte caldo di questi giorni, oltretutto, sta aggravando la situazione idrica degli alpeggi. La campagna cerealicola sta facendo registrare rese inferiori del 30%, per le coltivazioni foraggiere è andato a compimento solo il primo taglio con danni almeno del 50%. Dal mese di aprile, la Regione Veneto ha emesso tre ordinanze sullo stato di crisi per siccità allo scopo di contingentare l'acqua. "In Trentino Alto Adige la produzione del primo taglio di fieno è stata falcidiata del 30%, ma la siccità - dichiara la Coldiretti - ha fatto ulteriori danni dopo quelli, gravissimi, provocati dalle gelate con perdite anche del 100% in alcune aziende frutticole".Lo stato di "sofferenza idrica" è stato sancito dalla Regione in Friuli Venezia Giulia, mentre la dichiarazione dello stato di emergenza riguarda le zone di Parma e Piacenza in Emilia Romagna dove si registrano danni, soprattutto a pomodoro da industria, cereali, frutta, ortaggi, barbabietole e soia, per oltre 100 milioni di euro secondo la Coldiretti ai quali se ne aggiungono altri 50 per i nubifragi, le grandinate e il vento forte.Oltre 200 milioni di euro è la stima dei danni da siccità all'agricoltura stimati dalla Coldiretti in Toscana dove la Regione ha dichiarato lo stato di emergenza. Solo la perdita di prodotto per grano tenero e duro è valutata in circa 50 milioni di euro; altri 35 milioni sono i danni al mais, altre foraggere e girasole, ma guasti da quantificare sono destinati a riguardare anche i vigneti e gli oliveti. Danni stimati approssimativamente in oltre 60 milioni di euro dalla Coldiretti in Umbria.Nel Lazio le criticità maggiori si registrano a Latina dove sono compromessi fino al 50% i raccolti di mais, ortaggi, meloni, angurie. Complessivamente i danni - tra investimenti sostenuti per le semine, aggravio di spese per gasolio o corrente per irrigare, mancata produzione diretta di foraggio per gli allevamenti e mancato reddito - si attestano tra 90 e i 110 milioni di euro secondo la Coldiretti.La lunga siccità ha messo a dura prova le province della Campania dove la Regione ha chiesto al Governo di dichiarare lo stato di calamità naturale. La Coldiretti stima che i danni possano ammontare a circa 200 milioni di euro.In Abruzzo, nella sola Marsica che contribuisce a generare il 25% del Pil agricolo con 13mila ettari coltivati, si stimano perdite di ricavo, legate alla produzione orticola, all'olivicoltura e alla zootecnia, di circa 200 milioni di euro.In totale la stima dei danni tra maggiori costi e minore produzione raggiunge secondo la Coldiretti i 310 milioni di euro in Calabria con la Regione ha avviato le procedure per la richiesta al Ministero delle politiche Agricole il riconoscimento della calamità.In Sardegna nel Sulcis-Iglesiente 4 mila aziende agricole sono rimaste praticamente senz'acqua a causa della siccità e degli incendi e la Coldiretti ha stimato nell'Isola una riduzione del 40% delle produzioni agricole e quantificato in 120 milioni di euro le perdite per tutti i settori agricoli.

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Inchiesta sulla Ricostruzione, fissati gli interrogatori

Al via lunedi' per concludersi entro mercoledi', secondo il cronoprogramma stabilito dalla Procura di L'Aquila, gli interrogatori dei 10 arrestati, ai domiciliari, e dei cinque interdetti dal lavoro nell'ambito dell'inchiesta "L'importante e' partecipare" su presunte tangenti negli affidamenti di 12 lavori pubblici gestiti dal Mibact Abruzzo, con 35 indagati a piede libero, tra funzionari pubblici, tecnici e imprenditori. Ad ascoltare gli indagati saranno il procuratore, Michele Renzo, e il sostituto, Antonietta Picardi, titolari del fascicolo. Tra le persone che saranno interrogate, l'imprenditore pugliese Vito Giustino, finito nelle carte dell'inchiesta come colui che avrebbe riso degli affari che avrebbe potuto fare con il terremoto del Centro Italia, come emerso da alcune intercettazioni, anche se il suo legale, l'avvocato Carlo Teot, aveva precisato nei giorni scorsi, con una nota, che "in effetti, il Giustino, come risulta dalla semplice lettura degli atti e di una trascrizione di una intercettazione, comunque da verificare, 'ride', ovvero riderebbe, su una battuta che nulla c'entra con i morti e la tragedia di Amatrice e su altre questioni che nulla hanno a che fare con il terremoto di Amatrice". La prossima settimana cominceranno anche gli interrogatori, da parte dei Carabinieri del Reparto Operativo del Comando provinciale di L'Aquila, guidato dal tenente colonnello Andrea Ronchey, dei 20 indagati a piede libero. 

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Pesce venduto in carriola sul litorale a Torino di Sangro sequestrato dalla guardia costiera

Pesce venduto in carriola sul litorale "Le Morge" a Torino di Sangro e' stato sequestrato questa mattina dal personale dell'Ufficio Circondariale Marittimo di Vasto, con l'ausilio dei Carabinieri della stazione di Torino di Sangro. I militari hanno sanzionato il venditore abusivo e sequestrato il pesce che e' stato avviato alla distruzione nel mattatoio comunale di Vasto in quanto non idoneo al consumo umano. Il comandante dell'Ufficio Circondariale Marittimo di Vasto Cosimo Rotolo esorta chiunque veda situazioni di illecito a segnalarle alla sala operativa e ricorda che sia la vendita sia l'acquisto di prodotto ittico sul demanio marittimo in forma itinerante costituisce un illecito amministrativo e, pertanto, e' passibile di una sanzione pecuniaria. Si ricorda, inoltre, che il "prodotto ittico conservato senza rispettare la cosiddetta catena del freddo, puo' costituire pericolo per la salute di chi lo consuma".

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Pezzopane responsabile Ricostruzione Terremoto per il Pd

La senatrice abruzzese Stefania Pezzopane entra a fare parte della nuova segreteria nazionale del Pd in qualita' di responsabile Ricostruzione Terremoto. "Sono molto emozionata e soddisfatta per questo importante riconoscimento. Entrare a far parte della Segreteria Nazionale e' una grande responsabilita' che mi rende entusiasta, a maggior ragione se si considera la tematica per la quale sono stata chiamata a dare il mio contributo" afferma la senatrice. "Ho vissuto il terremoto in prima persona cosi' come, in prima persona, nelle sedi opportune, ho lavorato per portare avanti battaglie importanti per risolvere tutte le problematiche legate agli effetti dei terremoti sulle nostre comunita'. Tutto questo e' stato possibile grazie al dialogo con gli amministratori e con gli operatori locali, un costante confronto che ha permesso di analizzare tutte le situazioni e capire errori strategici che erano stati commessi in passato. Continuero' su questa strada, la strada del dialogo, del confronto e, soprattutto, dell'ascolto affinche' la strategia che metteremo in piedi possa essere una strategia condivisa e con un impulso ancora maggiore". "E' questa una notizia importante per tutta la nostra Regione e rappresenta un grande riconoscimento per il nostro Partito Regionale" ha affermato il segretario dem d'Abruzzo Marco Rapino

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Incidenti in moto nel Pescarese, un ferito

 Un ferito in un incidente in moto avvenuto nella tarda mattinata lungo la statale 5 Tiburtina, a Piano d'Orta di Bolognano. Il ferito e' un 47enne di Chieti che ha perso il controllo del mezzo, cadendo a terra e andando a finire sul bordo della carreggiata. Una volta scattato l'allarme sul posto sono arrivati i sanitari del 118 che hanno provveduto alle prime cure e al trasporto in ambulanza all'ospedale di Pescara per un vasto politrauma

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Scossa di terremoto nel Centro Italia, magnitudo 4.2

La terra torna a tremare e nel cuore del centro Italia, tra Amatrice e Campotosto, ritorna la paura a quasi un anno dalle scosse che portarono in quei luoghi morte e distruzione. A ricordare che li', tra Lazio, Abruzzo e Marche, il terremoto non ha mai smesso di scuotere le viscere della terra (73.000 eventi sismici in 11 mesi) e' una scossa molto intensa, di magnitudo 4.2, registrata dall'Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) alle 4:13 di sabato mattina, con epicentro a 3 chilometri da Campotosto e a 8 da Amatrice. Un terremoto che non ha fatto danni, eccetto aggravare crolli gia' avvenuti vicino l'epicentro, ma che ha spinto la gente in strada in diverse citta', compresa Rieti, e che ha fatto riaffiorare la paura, soprattutto dove le scosse del 24 agosto e del 30 ottobre 2016 hanno lasciato un segno indelebile. 

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Vola il “made in italy”, Cgia: saldo commerciale a +121,6 miliardi 

Nel 2016 il saldo commerciale dei prodotti "made in Italy" ha registrato un valore positivo pari a 121,6 miliardi di euro: dato pressoché in linea con quanto avvenuto negli ultimi anni. Un risultato, comunque, che "oscura" quello negativo realizzato dai prodotti manifatturieri "non made" (- 31,2 miliardi di euro) che, tradizionalmente, sono riconducibili a settori caratterizzati prevalentemente da imprese molto strutturate. Lo rende noto uno studio della Cgia di Mestre dal quale si desume che Tra i prodotti "made", la parte del leone l'hanno fatta i macchinari (motori, turbine, pompe, compressori, rubinetteria, forni, bruciatori, macchine per l'industria delle pelli, delle calzature e per la lavorazione dei metalli, etc.) con un saldo positivo di ben 48 miliardi di euro (pari al 39,5 per cento del saldo del "made in"). Ottima la performance anche del comparto della moda (tessile, abbigliamento, calzature e accessori) che ha raggiunto un risultato positivo di 18 miliardi e dei prodotti in metallo (cisterne, serbatoi, radiatori, coltelleria, stoviglie, generatori di vapore, utensili, etc.) che hanno raggiunto quota +10,9 miliardi e dei mobili (+7,2 miliardi). Per contro, le altre produzioni manifatturiere, quelle cioè non ascrivibili al "made in Italy", si sono caratterizzate per saldi commerciali molto negativi: l'industria della carta, stampa e del legno (escluso i mobili) con -1,4 miliardi, il tabacco con -1,8 miliardi, i prodotti metallurgici (fonderie, produzioni di ferro, acciaio, ferro-leghe, tubi, condotti, cavi, etc.) con -2,9 miliardi, le auto con -4,7 miliardi, la chimica-farmaceutica con 8,6 miliardi e i computer e l'informatica con -11,6 miliardi.

In generale, ricordano dalla Cgia, per prodotti "made in Italy" si identificano principalmente quelli ascrivibili ai settori delle "quattro A": ovvero l'Abbigliamento-moda; l'Arredo-casa; l'Automazione-meccanica e l'Alimentare. Comparti che in larghissima parte sono contraddistinti dalla presenza di Pmi a conduzione famigliare che, in molti casi, hanno raggiunto nei propri settori posizioni di leadership mondiale. A seguito di questo straordinario fenomeno che ha avuto inizio nei primi anni '60 del Novecento, l'espressione "made in Italy" si è trasformata in qualcosa di molto più importante di un semplice marchio di origine, giungendo ad assumere le caratteristiche di un vero e proprio "brand", dotato di un'identità ben definita e divenuto sinonimo di qualità e affidabilità che ci sono riconosciute in tutto il mondo. A livello territoriale, le Regioni protagoniste di questo straordinario risultato sono, in particolar modo, tre: il Veneto (con un saldo "made in" pari a +25,5 miliardi), l'Emilia Romagna (+ 23,6 miliardi) e la Lombardia (+21,4 miliardi). Si pensi che nel 2016 l'incidenza percentuale di queste tre realtà sul saldo commerciale Italia è stato del 58,7 per cento. "Grazie a questo risultato - esordisce il coordinatore dell'Ufficio studi della Cgia - possiamo dire che il successo delle produzioni made in Italy ha disegnato il nuovo triangolo industriale del paese. Se il motore dell'economia si concentrava tra Milano, Torino e Genova, da qualche decennio, invece, questa figura ha mantenuto un vertice sulla città meneghina, ma si è spostata su due di nuovi: Venezia e Bologna. All'interno della Pedemontana lombardo-veneta, della via Emilia e dell'asse Bologna-Venezia, infatti, si concentrano conoscenze, saperi, qualità produttive, elevata mobilità professionale e sociale che hanno proiettato stabilmente quest'area tra le macroregioni più avanzate d'Europa". Germania (30,8 miliardi di euro), Francia (28,3 miliardi), Stati Uniti (25,9 miliardi) e Regno Unito (14,9 miliardi) sono i principali mercati di sbocco dei prodotti "made in Italy". In questi quattro Paesi confluisce il 37 per cento del totale delle esportazioni "made".

"I prodotti del made in Italy - segnala il Segretario della CgiaRenato Mason - costituiscono, ancora oggi, le voci principali delle esportazioni italiane e, nel corso degli anni, il surplus commerciale fatto registrare da queste merci ha consentito al Paese di finanziare l'acquisto di energia e materie prime da cui dipende. Da tutto ciò si deduce l'importanza cruciale di perseguire politiche idonee al mantenimento e all'accrescimento delle posizioni di competitività fino ad ora raggiunte, soprattutto dai distretti industriali che continuano ad essere l'habitat naturale per la nascita di queste produzioni". Sempre in riferimento al "made in Italy", i dati riferiti alle esportazioni sono molto confortanti anche nei primi quattro mesi di quest'anno. Rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, infatti, le vendite all'estero sono aumentate di 4,4 miliardi di euro (+ 5,1 per cento). In termini assoluti spicca il dato riferito alla raffinazione dei prodotti petroliferi (+1,7 miliardi di euro) e ai macchinari (+1 miliardo di euro). Sempre in relazione alle sole esportazioni, sono in crescita anche quelle dei prodotti "non made": in particolar modo la chimica-farmaceutica (+1,8 miliardi) e degli autoveicoli (+1,2 miliardi di euro) (vedi Tab. 4). "Sebbene i dati statistici siano molto buoni - conclude Zabeo - i problemi non mancano. L'elevato livello dei costi energetici, il mercato della contraffazione che, secondo il Censis, vale 7 miliardi l'anno e il deficit infrastrutturale in campo immateriale sono solo alcuni degli ostacoli che minano la tenuta di questo settore". Si pensi che per quanto concerne la banda ultra larga, ad esempio, da un recente censimento fatto su 11.376 zone industriali d'Italia, emerge che la copertura fissa si ferma al 22 per cento e il 13 per cento è addirittura privo di banda larga di base. Nonostante ciò, va segnalato che l' "effetto made in Italy", strettamente legato alla necessità di comprimere i costi, i tempi logistici e di migliorare il servizio post vendita hanno indotto molte aziende che avevano delocalizzato in parte o completamente l'attività a rientrare in Italia. Secondo l'Osservatorio Uni-Club MoRE Back-reshoring, infatti, si parla di 121 casi in Italia di imprese che hanno riportato la produzione in patria in questi ultimi 10 anni - quasi esclusivamente tra l'abbigliamento, l'elettronica e la meccanica leggera - su 376 casi che, sempre nello stesso periodo, si sono verificati in tutta Europa. 

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Fanno saltare il bancomat a Santa Maria Imbaro, ma e’ vuoto

Nuovo colpo della banda del bancomat alla filiale Tercas (gruppo Banca Popolare di Bari), questa volta presa di mira la filiale di Santa Maria Imbaro, non distante da Lanciano. Con una carica esplosiva ad alto potenziale alle 3:10 ignoti hanno fatto saltare il bancomat. Distrutta la sede dell'istituto di credito, con tre locali e altrettante vetrine. L'esplosione e' stata avvertita anche a molta distanza. Le casse, come da disposizione della Popolare di Bari, da alcuni mesi non vengono ricaricate nel weekend proprio in seguito ai numerosi colpi. Quindi i ladri sono fuggiti a mani vuote, pur creando danni ingenti. Il boato ha svegliato il paese. Secondo le prime indagini dei carabinieri della compagnia di Ortona, competente per territorio, i ladri potrebbero essere fuggiti a bordo di due auto. 

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Fiamme nella notte a Vasto, evacuate alcune famiglie

Alcune famiglie di Vasto hanno trascorso la notte fuori casa per un incendio che ha interessato la zona nei pressi del Villaggio Siv. Per domare le fiamme, con un fronte molto esteso, hanno lavorato fino all'alba i Vigili del fuoco del distaccamento di Vasto, insieme a squadre di Lanciano e Ortona, coordinate dal Comando Provinciale di Chieti, gli uomini del gruppo Comunale della Protezione Civile di Vasto e i Carabinieri, impegnati ad assicurare la viabilita' lungo la strada provinciale 181. Il rogo, probabilmente di natura dolosa, e' arrivato vicino ad alcune abitazioni di via Rigolizia e via Colle Pizzuto, tra Vasto e San Salvo.

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L’Aquila e Ortona ospedali hub per senologia

L'Aquila, insieme a Ortona, sara' in Abruzzo, per la senologia, ospedale ad alta specializzazione. Il ruolo-leader al capoluogo regionale, sia pure ex aequo, e' stato deciso dalla Regione al termine di un minuzioso lavoro di studio e approfondimento condotto, per molti mesi, da un gruppo di specialisti del settore, coordinato dall'agenzia sanitaria regionale. La specifica delibera della Giunta regionale sui nuovi hub d'Abruzzo, e' stata gia' recepita dalla Direzione della Asl provinciale che dovra' ora attuare nel concreto l'indicazione della Regione. "E' il riconoscimento", spiega il manager, Rinaldo Tordera, "degli elevati standard di prestazione del reparto che attrae un'alta percentuale di utenza da altre regioni. Ora L'Aquila, nel panorama abruzzese, potra' rafforzare il proprio ruolo nella prevenzione e nel trattamento chirurgico del carcinoma al seno che, tra l'altro, s'innesta nel filone oncologico nel quale il San Salvatore ha gia' guadagnato in Abruzzo posizioni importanti". Il modello introdotto prevede che all'ospedale hub facciano riferimento gli altri presidi piu' vicini. Per il capoluogo regionale, in particolare, sara' l'ospedale di Teramo, tramite un unico gruppo interdisciplinare, a doversi rapportare con il reparto di senologia del San Salvatore. I medici di Teramo illustreranno i casi ai colleghi della senologia aquilana e poi concorderanno con loro il trattamento dei pazienti. "I casi di tumore alla mammella, in base al nuovo assetto regionale, potranno essere trattati esclusivamente in 4 centri (L'Aquila, Ortona, Teramo e Pescara), evitando cosi' che vengano assegnati a ospedali che fanno pochi interventi l'anno e non danno affidabilita' - si legge in una nota dell'ufficio stampa della Asl. La scelta della Regione di attribuire una delle due leadership regionali alla senologia dell'ospedale San Salvatore, diretta dal dottor Alberto Bafile, e' riconducibile alla qualita' e all'esperienza maturate dal reparto. L'unita' operativa di L'Aquila, con 296 interventi chirurgici nel 2016, per l'asportazione del carcinoma alla mammella, e' ben al di sopra del minino richiesto dagli standard europei che e' di 150. I numeri di L'Aquila salgono a 1.050 se si considerano anche gli interventi per patologie benigne, di ricostruzione plastica e le biopsie di radiologia interventistica. Alla senologia del San Salvatore fanno capo, oltre a quello all'interno dello stesso ospedale, gli ambulatori di diagnostica senologica situati nei distretti di Montereale, Pizzoli, Capestrano, Barisciano, Tornimparte, San Demetrio e Raiano. Il reparto di L'Aquila vanta una mobilita' attiva attorno al 30% (cioe' pazienti che arrivano da fuori provincia o regione) e dispone di una serie di attivita' e servizi indispensabili di supporto tra cui diagnosi senologica, oncologia, chirurgia, medicina nucleare, e anatomia patologica. A questa assistenza multidisciplinare si aggiunge la radioterapia che consente a circa meta' delle donne di non dover piu' tornare in ospedale, dopo l'operazione, per sottoporsi a lunghi cicli di cure radioterapiche. Cio' grazie allo Iortche permette di somministrare le dosi radioattive a fini terapeutici direttamente durante l'intervento. Inoltre all'Aquila, oltre agli interventi chirurgici di asportazione della neoplasia,si pratica la chirurgia ricostruttiva del seno, in Abruzzo assicurata da poche strutture pubbliche. L'offerta integrata di prevenzione e cura, negli anni scorsi, ha fatto guadagnare alla senologia aquilana un riconoscimento di prestigio: l'ingresso nel circuito europeo di senonetwork. 

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