Redazione Notizie D'Abruzzo

Chieti, due condanne per l’aggressione ultrà

Il giudice monocratico del Tribunale di Chieti, Andrea Di Berardino, ha condannato a 2 anni e 2 mesi di reclusione ciascuno, nel processo con il rito abbreviato, E.C. di 28 anni e A.M. di 25, entrambi di Chieti e appartenenti al gruppo ''89 mai domi della tifoseria neroverde''. L'accusa aveva chiesto 9 mesi. I due erano accusati, assieme ad altri due giovani teatini, che verranno processati con il rito ordinario di danneggiamento aggravato, violenza privata e porto abusivo di arma ovvero un manganello estraibile di metallo. I fatti risalgono al 29 maggio del 2015 quando, a Chieti Scalo, agendo col il volto coperto, i quattro costrinsero a fermarsi l'auto condotta da un uomo che abita in un Comune del pescarese, e danneggiarono il vetro del finestrino con un copro contundente. A bordo dell'auto si trovava anche il figlio sedicenne dell'uomo, il quale indossava una maglia del Pescara Calcio, e che il padre stava accompagnando ad un incontro di calcio previsto quel pomeriggio. L'allarme scatto' immediatamente e l'auto, una Fiat Panda con i quattro a bordo, sulla quale furono poi trovati due passamontagna ed una mazza, venne bloccata dalla Polizia un quarto d'ora piu' tardi. Il difensore di A.M., l'avvocato Gianluca Polleggioni, ha annunciato ricorso in appello.

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Il Trofeo Matteotti dal 2018 si corre a settembre

 Il Trofeo Matteotti di ciclismo, giunto quest'anno alla sua 70/a edizione, il prossimo anno, per la prima volta nella sua storia, si disputera' a settembre e non a luglio come accaduto fino ad oggi. Dopo le difficolta' che avevano portato il patron della kermesse ciclistica Renato Ricci a mettere in dubbio qualche settimana fa la disputa dell'edizione 2018, oggi e' arrivato l'annuncio del cambio di mese, a partire dal prossimo anno, per la disputa del trofeo. Intanto il 6 luglio, alle 10.30, nella sala Tosti dell'Aurum, verra' presentata la 70/a edizione in programma domenica 16 luglio. 

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Il Comitato vittime di Rigopiano a Montecitorio

Il Comitato vittime di Rigopiano partecipa, mercoledi' 5 luglio alle 15.00, a palazzo di Montecitorio a Roma, al convegno dal titolo 'Disastri italiani, prescrizione liberitutti', organizzato dal Comitato Nazionale Familiari Vittime. Tra i relatori del convegno, segnala il Comitato Rigopiano, Piercamillo Davigo, magistrato e presidente della II sezione penale della corte di Cassazione, Beppe Giulietti, presidente della Fnsi, Libero Mancuso, magistrato ed avvocato penalista e Claudio Di Ruzza, sostituto Procuratore generale di Campobasso.

"Oltre al nostro - riferisce il Comitato vittime di Rigopiano, l'hotel in provincia di Pescara che il 18 gennaio scorso fu travolto da una valanga con 29 vittime e 11 sopravvissuti - ci saranno altri comitati che riuniscono i familiari delle vittime di altri disastri come quello di San Giuliano di Puglia, di Viareggio, dell'Aquila, della Thyssenkrupp, di Amatrice. Con essi siamo in continuo contatto, la loro esperienza nell'affrontare il nostro stesso dolore e le nostre stesse battaglie ci rende piu' preparati ad affrontare ogni step del nostro cammino e ci rende sempre piu' consapevoli che lo stare tutti uniti e' fondamentale. Proprio per questo, abbiamo intenzione di affiliarci al 'Comitato Nazionale Familiari Vittime'"

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Università d’Annunzio, il rettore Caputi annuncia il ripristino dell’indennita’ Ima 

Il rettore dell'Universita' d'Annunzio di Chieti Pescara, Sergio Caputi, ha incontrato la Rsu e i rappresentanti delle sigle sindacali presenti nell' Ateneo e ha annunciato che l'Ima, l'indennita' mensile di Ateneo che era stata sospesa dall'agosto 2014, sara' ripristinata immediatamente e verranno corrisposte interamente le somme pregresse, probabilmente nel prossimo mese di agosto. Cio' a seguito delle ultime sentenze del Giudice del lavoro di Chieti, relative ai ricorsi presentati dai dipendenti per ottenere la reintroduzione dell'indennita', e alla luce del parere dell' Avvocatura dello Stato. Per quanto riguarda l'erogazione del Conto terzi, ovvero il riparto tra i dipendenti delle somme accantonate grazie alle attivita' esterne che l'Ateneo svolge a pagamento, prevalentemente quelle legate alle consulenze della Odontoiatria, Caputi ha sottolineato che sono appena state erogate le somme relative all'intero periodo di maturazione, cioe' gli arretrati degli ultimi due anni.

"I sindacati hanno espresso viva soddisfazione sottolineando che questo incontro segna concretamente un cambio di rotta molto positivo rispetto al recente passato - si legge in una nota della D'Annunzio - anche per questo hanno ringraziato il Magnifico Rettore chiedendo di fissare un altro incontro per approfondire i tanti punti rimasti senza soluzione o che nei mesi scorsi sono stati oggetto di vivaci polemiche. Il Rettore - conclude la nota - ha confermato la sua piena disponibilita' ad un dialogo costruttivo mirato a creare le migliori condizioni per una collaborazione piena, leale e capace di far lavorare al massimo la macchina amministrativa dell'Universita' 'G. d'Annunzio'". 

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Auricolari per superare l’esame della patente, 2 denunce a Pescara 

Alle prese con l'esame per la patente 'B', per superare la prova teorica pensa bene di usare cellulare e auricolare per comunicare con un complice all'esterno ed avere le risposte esatte, ma viene scoperto e denunciato dalla Polstrada. Protagonista dell'episodio, avvenuto stamani a Pescara, e' un 36enne indiano residente nella provincia di Teramo, finito nei guai per truffa aggravata ai danni dello Stato. Denunciato anche il complice, non ancora identificato. Nonostante l'astuto stratagemma, lo straniero non avrebbe comunque superato la prova: ha commesso 20 errori su 30 domande.

I fatti sono avvenuti nei locali della Motorizzazione, dove era in corso l'esame. A scoprire l'accaduto sono stati gli agenti della squadra di polizia giudiziaria della Polstrada di Pescara, diretta da Silvia Conti. I cittadini stranieri, in sede di esame, possono chiedere alla Motorizzazione il supporto audio per la lettura delle domande. Il 36enne - S.M., operaio che vive in Italia da cinque anni - sotto alle cuffie ufficiali, piuttosto grandi, ha messo gli auricolari del suo cellulare, facendo partire la chiamata con l'esterno. Conclusa la prova, pero', ad attenderlo all'esterno dell'aula c'erano i poliziotti. Telefono e auricolari sono stati posti sotto sequestro. 

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La Regione lancia il censimento degli investimenti pubblici

Una vera e propria georeferenziazione delle risorse allocate e da allocare da parte della Regione sul territorio. Un censimento degli investimenti pubblici regionali passati e futuri che finisca in un fascicolo degli investimenti relativo sia al quinquennio precedente che alla legislatura ancora in corso, basato su dati ed informazioni relativi alla dislocazione geografica. E' l'obiettivo che il presidente della Giunta regionale, Luciano D'Alfonso, intende perseguire per rendere piu' efficace e tracciabile il percorso legato all'impiego delle risorse regionali. Concetto che ha esplicitato nel corso di una riunione con i componenti del Nucleo di valutazione e verifica degli investimenti pubblici della Regione.

Alla riunione sulla ricognizione delle attivita' svolte e sulla programmazione futura del Nucleo di valutazione hanno preso parte, tra gli altri, il direttore generale della Regione, Vincenzo Rivera, ed il capo della segreteria del Presidente, Enzo Del Vecchio. Tutti i componenti del Nucleo, provenienti dai vari Dipartimenti, presentano, sulla base di una precisa scelta, la particolarita' di non essere impegnati a tempo pieno nelle attivita' del Nucleo.

Questo al fine di conservare non solo un collegamento funzionale con le strutture di riferimento ma soprattutto per favorire una visione in tempo reale degli atti amministrativi propedeutici agli investimenti e la loro ricaduta sul tessuto sociale. Controllo, monitoraggio e valutazione sono le attivita' sulle quali, secondo il presidente D'Alfonso, il Nucleo dovra' concentrare la propria attenzione avendo un occhio particolare alla collocazione delle risorse finanziarie, umane, tecnologiche, patrimoniali e conoscitive della Regione. L'attivita' del Nucleo sara' rafforzata dall'impiego di borsisti neolaureati e tirocinanti e verra' realizzato un sito web dedicato.

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Dal 6 al 9 luglio al porto turistico Pescara torna lo Street Food

Si svolgerà dal 6 al 9 luglio prossimi nel Porto Turistico "Marina di Pescara", lo "Street Food Time", dedicato al cibo di strada di qualità che torna per la terza edizione in città. La manifestazione, che rientra nel cartellone di Estatica, ed organizzata dall'azienda Blunel d'intesa con la Camera di Commercio di Pescara, il Marina di Pescara e Confartigianato Pescara, ospiterà 25 food truck provenienti da tutta Italia, ciascuno con il proprio chef (tra loro anche lo stellato Michelin Vitantonio Lombardo) e 5 birrifici abruzzesi con oltre 25 tipologie di birre rigorosamente artigianali preparate per l'occasione; offrirà 140 proposte culinarie diverse, oltre a pietanze per vegetariani, vegani e gluten free, ed anche assaggi di cucina internazionale. Sono alcuni dei numeri che "Street food time", presentato questa mattina in conferenza stampa in CCIAA Pescara, è in grado di proporre. I fornelli si accenderanno alle 18 e si spegneranno a tarda notte. Un appuntamento da non perdere, anche con intrattenimento ed animazione di artisti di strada. Apertura giovedì 6 luglio alle 18, con inaugurazione ufficiale prevista alle 20. L'ingresso è gratuito

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Febbo: 17 mesi di ritardo per il bando giovani in agricoltura

"A ben 17 mesi dall'uscita della Misura 'Pacchetto Giovani Agricoltori' del Programma di Sviluppo Rurale, e a quasi un anno dalla sua chiusura, la Regione Abruzzo ancora non riesce a chiudere le istruttorie ed a stilare una graduatoria mentre migliaia di giovani attendono invano una seppur minima risposta sull'esito della propria domanda inoltrata. Un ritardo assurdo ed inspiegabile che bloccano i 14 milioni di euro del bando Primo insediamento del PSR 2014-2020". Questa la denuncia del Presidente della Commissione Vigilanza e consigliere regionale di Forza Italia Mauro Febbo che sottolinea come "nonostante le rassicurazione dell'assessore Regionale Dino Pepe e del suo Direttore del Dipartimento Politiche agricole in sede di Commissione vigilanza, dove avevano promesso e garantito che entro il 30 giugno 2017 si sarebbe arrivati alla pubblicazione della graduatoria, oggi, dopo un anno, siamo ancora in alto mare, mentre migliaia di aziende agricole non sanno quale strada intraprendere per il proprio futuro generando caos e malessere economico. Infatti - continua Febbo - mi risulta che su circa 750 domande arrivate sono state istruite circa 500 tra cui ammesse solo 140 mentre le altre tutte bocciate anche per futili motivi. Questo modo di procedere produrra' solo ed esclusivamente altri ritardi, infatti sia molti tecnici sia le associazioni di categoria sono sul piede di guerra pronti a denunciare e inoltrare ricorsi amministrativi poiche' mai si era verificato una tale situazione caotica presso gli uffici regionali della Direzione Politiche agricole".

"A tutto questo - continua Febbo - bisogna aggiungere anche il recente pasticcio creato sulle altre Misure fondamentali quali investimenti e ammodernamento delle aziende (4.1 e 4.2) per oltre 43 milioni di euro scaduti il 31 maggio, dove la Regione non concedendo una proroga, richiesta a gran voce da tutte le organizzazioni professionali, ha commesso prima un danno al mondo agricolo e dopo un enorme caos all'interno della stesa Direzione. Infatti i due dirigenti responsabili delle Misure hanno chiesto e ottenuto, e su questo saranno sentiti in Commissione di Vigilanza, il proprio trasferimento in altre direzioni lasciando un vuoto incredibile da gestire. Resta peraltro irrisolta la problematica delle modalita' di 'punteggio' che sicuramente favoriscono non il mondo agricolo, ma quello delle agroindustrie, e su questo presentero' a giorni al difensore civico elenco delle aziende/industrie che risulteranno beneficiarie dei contributi. Da questo quadro appena delineato viene fuori la totale disorganizzazione e la baraonda che vive oggi la Direzione Politiche agricole della Regione Abruzzo che si ripercuote pesantemente sul comparto primario sempre piu' esasperato e senza risposte concrete. Danni denunciati dal sottoscritto in piu' occasioni visto la mala ristrutturazione degli uffici decentrati e la poca oculatezza messa in campo per istruire le Misure del PSR"

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Fonderia Abruzzo, i numeri di D’Alfonso

Cinque confronti tematici, 36 ore di confronto, 44 relatori, 2.500 metri quadrati di democrazia e tre grandi risultati: accelerazione del piano di investimenti sulla linea ferroviaria Pescara-Roma, istituzione di una Zona economica speciale (Zes) per la portualita' abruzzese e molisana e l'attivazione di una cooperazione rafforzata tra Abruzzo e Marche in materia di viabilita'. Il governatore dell'Abruzzo, Luciano D'Alfonso, illustra i risultati di fonderia Abruzzo e si definisce "molto soddisfatto". L'evento era una due giorni che si e' svolta venerdi' e sabato a Sulmona.

Presenti esponenti del governo nazionale, delle Regioni, dell'Unione europea, rappresentanti del mondo produttivo, dell'associazionismo e della cultura. Hanno partecipato alle diverse iniziative, tra gli altri, il ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno, Claudio De Vincenti, il presidente della Conferenza delle Regioni e governatore dell'Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, il presidente delle Marche, Luca Ceriscioli, e il rapporteur della Commissione Europea, Luigi Nigri.

Per quanto riguarda la Pescara-Roma, il ministro per la coesione territoriale Claudio De Vincenti ha ufficializzato un piano di investimenti da un miliardo e mezzo di euro per l'ammodernamento della tratta: 15 milioni saranno cantierati a breve da Rfi, che ha gia' pronta la progettazione esecutiva. Ci sono anche 100 milioni a disposizione per la elettrificazione della linea L'Aquila-Rieti, che consentira' di migliorare i collegamenti ferroviari con Roma.

Per la Zona economica speciale e' arrivato il via libera da De Vincenti e da Bonaccini all'attivazione di una misura che riguardi le aree portuali di Abruzzo e Molise e i loro retroporti, dove potranno essere sperimentate forme agevolate di fiscalita' e iter burocratici-amministrativi piu' snelli e semplificati. Con Ceriscioli e' stato invece siglato un accordo per creare una struttura congiunta per la progettazione esecutiva del completamento della Statale 81 tra Ascoli Piceno e Teramo. Un intervento da 150 milioni di euro, atteso da 30 anni, che permettera' di creare il triangolo viario con Marche e Umbria, agevolando anche i collegamenti con Roma attraverso la rete autostradale abruzzese. "In un colloquio individuale con De Vincenti - sottolinea D'Alfonso - ho spiegato che invitero' personalmente il ministro dell'Economia Giancarlo Padoan, a cui chiederemo di concedere all'Abruzzo una dilazione a 30 anni per il rientro dal debito di 670 milioni che abbiamo ereditato dalle precedenti amministrazioni e che stiamo attualmente restituendo sulla base di un piano di rientro decennale. Una misura - osserva il governatore - che ci permetterebbe di liberare risorse indispensabili per i territori, da impiegare anche e soprattutto per la riduzione della pressione fiscale sulle imprese. Per incassare il si' definitivo c'e' tempo fino a fine agosto e sara' questo l'obiettivo prioritario del mio impegno nei prossimi sessanta giorni". Tra le cose che sono piaciute di meno a D'Alfonso c'e' "il fatto che abbia chiesto a De Vincenti una norma che possa consentire a un certo numero di dipendenti della Regione Abruzzo di andare in quiescenza e che questa norma non mi sia stata assicurata, perche' impatta sulla finanza pubblica nazionale. Continuo a lavorarci, ma mi e' stato detto un quasi no". Fonderia Abruzzo e' costata circa 40mila euro (600 pasti, palco, allestimento sale e cortile, suono e immagini, diretta streaming di 36 ore, mostra fotografica sui fondi Ue, comunicazione e personale tecnico. Questi i numeri dell'evento: 5 caucus (Scuola, universita' e ricerca; Cultura e turismo; Lavoro e impresa; Sanita', welfare e P.A.; Ambiente, territorio e infrastrutture); 965 persone accreditate; 7 workshop con 44 relatori; 35 volontari, di cui 23 donne

 

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Su “Arte e Arte”. Una noterella sociologica

 

Non dirò intorno allo stile, alle tecniche, ai materiali e ai linguaggi con cui Gelsomina Rasetta ha allestito questo suo progetto “Arte e Arte”: non ne ho la competenza. Dirò invece perché questa mostra, che riflette (e invita a riflettere) sulla realtà e sulla storia delle donne (inclusa la loro fase serotina), si offre anche ad un commento in chiave sociologica. Il motivo, ovviamente, non poggia sul tema proposto su cui ricca e plurale è la letteratura sociologica, ma sul suo allestimento che dà spazio a stoffe, trine, merletti, bauli, insomma a segni d’altri tempi. Sono questi oggetti che, chiamando in causa la “memoria”, offrono l’occasione per alcune considerazioni sul cambiamento della vita quotidiana e del mondo sociale nella società planetaria e, nel contempo, giustificano l’intrusione di una nota come questa in una proposta di tutt’altro segno.

Fatta tale debita premessa, preciso subito che in questa esplorazione del e sul quotidiano femminile la memoria si fa strumento per accostare il ruolo generativo del tempo: ossia quell’aspetto della temporalità che consente di riconoscersi in ceppi di pensieri, mappe valoriali, emozioni, storie; avvicinare quei luoghi dell’io senza i quali non c’è storia, non c’è coscienza, non c’è emozione; e, non da ultimo, risvegliare sentimenti di pietas per persone, oggetti, eventi che (pur se indistinti e ininfluenti) rappresentano, comunque, uno spazio da proteggere se non si vuole smarrire la percezione di essere parte di un tutto.

L’esito di tale operazione non è, ovviamente, quello di celebrare e meno che meno di solennizzare il passato che non pochi errori ha collezionato soprattutto nell’universo femminile, quanto allertare sugli effetti che seguono (o possono seguire) all’impoverimento della dimensione mnestica, senza la quale si rischia o di avvitarsi in se stessi chiudendosi al rapporto con la temporalità, oppure navigare a vista nel mare della complessità sociale e, così, replicare errori e guasti del passato. Non per caso, infatti, se produce inquietudine il comportamento di chi si muove all’interno dei propri tic e delle proprie abitudini nella ripetizione passiva di schemi comportamentali tramandati (la logica tolemaica è l’antitesi dello sviluppo e di qualsivoglia espressione di crescita personale, sociale e civile), altrettanto inquietante è il comportamento di chi fa sua la logica della neofilia: ossia la ricerca del sempre nuovo e diverso che fa annegare in un indistinto, infecondo Io sociale, incapace di misurarsi con l’imprevedibilità della storia e del mondo screziato dell’oggi. Dalla supponente ignoranza dei primi e dalla sconclusionata arroganza dei secondi bisogna, dunque, imparare a guardarsi: gli uni perché si chiudono al divenire della storia, gli altri perché rischiano di compromettere lo stesso significato dell’impresa sociale, strattonandola con segnaletiche e sensi di marcia numerosi quanto plurali; ed entrambi perché ignorano che solo l’equilibrio e la misura possono garantire rapporti e intese comuni, condivise, propositive.

Nel contesto di questa mostra si dà, quindi, rilievo al linguaggio costruttivo del tempo, alla sua versione positiva, “in apertura”, che aggiunge e ordina, allaccia il prima al dopo, l’antecedente al successivo. Tuttavia, queste forme del pensare insieme e in continuità utili a sorreggere nella definizione di sé e nella tutela della stessa società, che rischia di collassare come progetto e come idea se si paralizza nel presente e nell’identico e non ri-pensa e non ri-guarda i luoghi da cui proviene, non sembrano godere di particolare udienza negli scenari contemporanei. In questi, ad essere praticato è, piuttosto, il presente assoluto, disincantato, scarnificato: l’adessità (come si dice con uno sgraziato neologismo) che espunge dal proprio orizzonte ciò che attiene al passato, orienta in direzione di sistematici, costanti, rinnovabili percorsi comportamentali, disegna panorami sociali del tutto inediti. Di qui le tante espressioni di antropocentrismo disinvolto, arrogante, vorace, irriflessivo, semplificatore che affollano il nostro quotidiano e abituano all’indifferenza, all’incuria, al disimpegno, alla spregiudicata cancellazione dell’eredità del passato. Insomma, nel linguaggio e nella pratica comuni, la memoria, quale serbatoio da cui attingere per interpretare, gestire, correggere la realtà sta perdendo progressivamente uso e funzione.

È da tale assetto sociale e culturale che prendono linfa le ideologie precarie costantemente sostituibili; i modelli di socialità provvisori, superficiali, mercantili che inducono a fluttuare disinvoltamente nell’astrazione del dovunque e in nessun luogo; i profili sociali impazienti, frettolosi, invariabilmente infastiditi da ciò che allude a stabilità e radicamento. In tale clima la produzione e la ri-produzione sociale -quali tappe di apprendimento di un patrimonio culturale stabile, cumulativo, sovra-individuale- vengono sospinte ineluttabilmente in spazi sempre più ridotti e sempre meno frequentati.

Una maniera per uscire dall’imbroglio di questo preoccupante scenario sociale potrebbe essere quello di riscoprire il significato di parole traballanti e desuete, quali quelle che esplicitamente richiama o a cui implicitamente allude la ricerca artistica di Gelsomina Rasetta. Mi riferisco qui a parole come etica, rispetto, attenzione, cura, solidarietà. Parole che lungi dall’essere un’astrazione sono, invece, la chiave d’accesso per produrre incontri nel segno della disponibilità, del dialogo, della partecipazione. Parole che suggeriscono la inderogabilità di costruire assetti sociali più equanimi, virtuosi, rispettosi. Parole, perciò, che rinviano all’esercizio della responsabilità, ma qualificata dall’aggettivo “morale”. Ovvero quel tipo di responsabilità che fa leva sull’impegno etico dei soggetti piuttosto che su un sistema di regole vincolanti che pretendono di garantire universalmente la spiegazione e la valutazione delle scelte.

Potrebbe essere questa una maniera sia per contestare l’impianto di una realtà sociale che dà udienza all’analfabetismo etico, all’autismo sociale, a rapporti tra persone assenti; sia per contrastare le scelte standardizzate e le logiche classificatorie che tendono a murare singoli e gruppi in categorie unilaterali, intrappolando gli uni e gli altri nei binari dei pregiudizi, degli stereotipi, delle ovvietà culturali. O meglio: potrebbe essere questo un modo per educarsi all’uso di gesti generatori di socialità (soprattutto lì dove non ne esiste traccia); a non abbassare lo sguardo di fronte alle cause che provocano le disuguaglianze, le ingiustizie, le sofferenze indebite; a promuovere l’autonomia del giudizio sempre più ingabbiata nelle quinte dell’apparenza, nei travestimenti, nelle regole della messinscena.

Sono questi i temi –mondani, espliciti, lineari- che a mio parere suggerisce questo progetto di Gelsomina Rasetta, da cui la sua tesi (che spero di non aver travisato): segnalare, per rammendarli, i vistosi strappi che la nostra società mostra nella dimensione della sensibilità collettiva, nella pratica sociale, nel vivere civile. Fra questi il disimpegno verso lo spazio della memoria (che occupa una posizione non ancillare in tale quadro) richiede accurati interventi di riparazione perché, per dirla con Franco Cassano, «un essere senza memoria, senza ferite e senza nostalgia somiglia poco ad un uomo» (Modernizzare stanca, il Mulino, Bologna, 2001). p.79 ).

 

(Eide Spedicato Iengo)

 

 

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