Redazione Notizie D'Abruzzo

Bloccati dalla Stradale con quattromila ricci di mare

Sono stati fermati da una pattuglia della Polizia stradale di Vasto mentre stavano per imboccare l'autostrada A14. Nell'auto dei tre gli agenti hanno trovato quattromila ricci di mare, bombole, erogatori e mute per l'immersione. I tre pescatori sportivi, provenienti dalla Puglia, sono stati sanzionati per pesca di frodo e dovranno pagare 4.000 euro di multa; l'attrezzatura da sub e' stata posta sotto sequestro. I ricci, dopo i controlli di competenza del Servizio veterinario dell'Asl Lanciano Vasto Chieti, sono stati rigettati in mare dal personale dell'Ufficio circondariale marittimo di Vasto.

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Agguato al direttore della motorizzazione, l’arrestato si avvale della facoltà di non rispondere

Si e' avvalso della facolta' di non rispondere Doriano Mancinelli, il 36enne di Silvi  comparso oggi davanti al gip del Tribunale di Roma per l'interrogatorio di garanzia che si e' svolto per rogatoria, nel carcere di Rebibbia dopo l'arresto a Londra, qualche giorno fa, nell'inchiesta sull'agguato, del giugno scorso, al direttore della Motorizzazione civile di Chieti, Nino Mario Presutti. Nei prossimi giorni l'uomo, accusato di tentato omicidio, sara' probabilmente trasferito nel carcere Castrogno di Teramo. L'agguato a Presutti risale alla mattina dell'8 giugno dello scorso anno ed avvenne a Silvi, dove risiede, poco dopo essere uscito di casa per andare a lavoro. La portiera dell'auto sulla quale viaggiava fu raggiunta da un proiettile esploso da un uomo a bordo di una moto che la Procura di Teramo ritiene fosse Mancinelli. L'arresto di Mancinelli, dopo lunghe indagini, e' stato chiesto dal pm Greta Aloisi.

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Hotel Rigopiano, fiaccolata in omaggio alle vittime

Fiaccolata questo pomeriggio a Rigopiano di Farindola per ricordare e rendere omaggio, a due mesi dalla tragedia, alle 29 vittime della valanga che il 18 gennaio scorso ha travolto l'Hotel Rigopiano, dove si trovavano quaranta persone, fra clienti e dipendenti. Quasi 1500 persone, sindaci e amministratori dei centri colpiti dai lutti insieme ai parenti degli scomparsi, hanno percorso a piedi due chilometri e mezzo fino a giungere a ridosso dei resti dell'albergo crollato e dalle cui macerie furono anche estratte vive dai soccorritori 11 persone. "Siamo qui - ha spiegato il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta - a pregare per le vittime e per essere al fianco dei loro parenti. Quella Vestina e' una comunita' sotto shock ma dobbiamo lavorare per andare avanti e per fare ripartire questa terra; lo facciamo con la condivisione del dolore e stando vicini a chi ha perduto un suo caro".

A Rigopiano di Farindola oggi, anche il vescovo della diocesi Pescara-Penne Monsignor Tommaso Valentinetti: "Ho accolto con grande favore l'invito per stare con i parenti delle vittime e al fianco di questa comunita'. Mi sembrava doveroso essere oggi qui per vivere un momento di fede e speranza, per rimettersi nelle mani di Dio, per chiedere forza e coraggio sapendo che, purtroppo, la natura ha le sue leggi. Dobbiamo avere la forza di avere una fede capace di superare le prove e la morte e' la prova suprema e piu' difficile che l'uomo deve affrontare". Tra i parenti delle vittime, con sindaci e amministratori dei centri colpiti dal lutto, c'era anche Massimiliano Giancaterino, ex sindaco di Farindola, e fratello di Alessandro, cameriere dell'albergo: "A due mesi da quello che e' accaduto il dolore e' ancora grande. La realta' - ha detto - e' che 29 persone sono scomparse in quel posto. Persone che avevano fatto sacrifici e facevano sacrifici quotidiani per lavorare con impegno e generosita'. Quello che e' accaduto a Rigopiano credo che, anche per il numero delle vittime, puo' essere paragonato alla tragedia della Costa Concordia". Piange il papa' di Marinella Colangeli, la 30enne farindolese, responsabile della struttura benessere dell'albergo: "Nel nostro dolore siamo amareggiati perche' siamo stati abbandonati da tutti. Vogliamo che venga fatta giustizia perche' bastava poco per salvare queste 29 persone. Bastava una turbina per liberare la strada. Loro erano pronti per partire e invece nulla". Tra gli organizzatori della fiaccolata c'e' Gianluca Tanda, fratello di Marco, il pilota 25enne della Ryanair originario di Gagliole morto nel crollo dell'albergo con la fidanzata Jessica Tinari, di Lanciano.

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Retrospettiva cinematografica dedicata a Giorgio Albertazzi

Una retrospettiva cinematografica dedicata a Giorgio Albertazzi con 13 film tra i piu' significativi della carriera del maestro e in sua memoria il premio internazionale "Alessandro Cicognini". E' l'ultimo progetto dell'artista abruzzese Davide Cavuti, per anni compositore di Albertazzi in teatro. A Roma, nella Sala Trevi, il via il 21 marzo con la proiezione di "Philippe Vance - La strana morte del Signor Benson" per proseguire fino al 26. Il programma prevede la serata di gala, sabato 25, "Giorgio Albertazzi: tra Cinema, Televisione e Teatro" con la partecipazione, tra gli altri, di Michele Placido, Edoardo Siravo e dello stesso Cavuti. Per l'occasione verra' consegnato il "Premio Internazionale Alessandro Cicognini" alla memoria di Albertazzi. "Giorgio Albertazzi e il cinema, un emozionante percorso artistico che ci consegna una varieta' di personaggi che il Maestro ha fatto diventare icone da imitare, senza incappare mai nella retorica di un'interpretazione ed entrando nella valigia dei ricordi di tutti gli italiani" dichiara Cavuti.

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Inchieste sulla Regione Abruzzo, D’Alfonso pubblica documento su facebook

Il presidente della Giunta regionale, Luciano D'Alfonso, ha pubblicato, utilizzando la rete sociale di Facebook, "l'ordine di esibizione e acquisizione documenti" eseguito ieri e l'altro ieri, a palazzo Silone, sede della Giunta regionale a L'Aquila, dai Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico (Noe) di Pescara e disposto dalla Procura della Repubblica di L'Aquila nell'ambito della maxi inchiesta sugli appalti con 33 indagati e 10 fronti di indagine aperti fin qui: riguarda la nomina dell'ex sindaco di Penne, Rocco D'Alfonso, tra i collaboratori a chiamata diretta che compongono lo staff del governatore abruzzese. Tra le carte richieste e acquisite nel corso dei due giorni di sequestri, secondo il documento reso noto da D'Alfonso, la lettera del 14 dicembre 2015 con allegato curriculum, la dichiarazione di incompatibilita', la determina direttoriale, un'istanza con richiesta di limitazione dell'orario di lavoro, il contratto individuale, la proroga con parziale modifica e gli altri documenti collegati. Quello sule nomine del personale a chiamata diretta alle dipendenze del presidente e degli assessori, e' l'ultimo dei filoni emersi, sia pure in una situazione di grande riserbo da parte degli inquirenti: nel rendere noti i dettagli con la pubblicazione delle foto dei documenti ricevuti, D'Alfonso scrive "poiche' centinaia di persone mi hanno chiesto che cosa e' lo staff e che cosa e' questa notizia iper-rubricata oggi, mi permetto per una volta di rendere noto l'unico documento in nostro possesso su questa vicenda di cui scrivono tanto alcuni giornali". Come si legge nel documento, il sostituto procuratore titolare del fascicolo, Antonietta Picardi, richiede "l'acquisizione dell'intera documentazione relativa alla procedura adottata dai competenti uffici della Regione riguardo all'incarico assunto da Rocco D'Alfonso", ritenendo che sia "indispensabile per la prosecuzione delle indagini nonche' per la ricostruzione e verifica delle vicende oggetto di accertamento". Su questo filone ci sono indagati, ma i nomi sono coperti dal massimo riserbo. 

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Torre de Passeri: l’Istituto Comprensivo intitolato ad Alberto Manzi

 

 

 

 

 

 

 

Perché il “maestro” Manzi

La Prof.ssa Antonella Pupillo, Dirigente scolastica dell'Istituto Comprensivo, spiega le motivazione della scelta nell'intitolazione ad Alberto Manzi.

L’Istituto Comprensivo di Torre de’ Passeri si compone di tredici scuole dislocate su cinque Comuni diversi. Scuola dell’Infanzia, Primaria e Secondaria di primo grado a Torre de’ Passeri, Scuola dell’Infanzia, Primaria e Secondaria di primo grado a Tocco da Casauria, Scuola dell’Infanzia, Primaria e Secondaria di primo grado a Piano d’Orta, Scuola dell’Infanzia e Primaria a Pescosansonesco, Scuola dell’Infanzia Castiglione a Casauria, Scuola dell’Infanzia a Bolognano.
 
Un Istituto così articolato e complesso non ha una intitolazione unica che lo identifichi e che lo rappresenti attraverso un nome, una figura, un’idea.

A ciò si aggiunga che negli ultimi sette anni l’Istituto ha visto avvicendarsi cinque diverse dirigenze, con le fisiologiche e ovvie discontinuità che ciò può comportare.

Ma non è tutto.

La Scuola, istituzione e presidio dello Stato democratico, agenzia educativa e organo vitale della società, vive oggi il suo ennesimo momento di disorientamento, chiamata com’è a misurarsi quotidianamente con le trasformazioni (vere, virtuali, implicite, esplicite e presunte), le innovazioni, i cambiamenti sociali (quelli che guardano al futuro e quelli che affaticano il presente), il peso dei retaggi e dei condizionamenti, le ambiguità, i ritardi, i tagli, la responsabilità dell’autonomia, la crisi dei valori… Accade perché è viva e per ciò stesso completamente partecipe del divenire delle cose. Ai nostri ragazzi lo ripetiamo spesso: c’è, nella parola crisi (κρίσις), la traccia dell’operazione che anticamente la parola indicava: “crisi” era in origine la trebbiatura, la separazione della granella del frumento dalla paglia e dalla pula, dunque un’operazione di “scelta” che presuppone l’esercizio di un “discernimento”, un atto di osservazione e riflessione per stabilire, cioè per decidere, data una serie di condizioni, un intervento, possibilmente migliorativo. Ai nostri ragazzi, che naturalmente si trasformano continuamente e continuamente entrano “in crisi”, diciamo che “crisi” è anticamera del cambiamento, madre di nuove soluzioni, attività e impegno, non passività.

Ma cosa ha a che vedere tutto ciò con la richiesta di una nuova intitolazione per la nostra scuola e, in particolare, con la scelta del nome del maestro Manzi?

Molto. Anzi moltissimo.

Ripartiamo da capo e riassumiamo le condizioni: l’Istituto Comprensivo manca di intitolazione, si sono avvicendate cinque dirigenze in sette anni, la Scuola, in senso lato, vive l’ennesimo momento di crisi.

Date le condizioni in premessa, ci è parso necessario mettere in moto un processo che ci consentisse di esercitare una nuova scelta e che la scelta fosse identitaria, connotativa, ispiratrice.

Ne è nato un “compito per l’estate” assegnato ai Docenti nell’ultimo Collegio:concorso: “Alla ricerca di una nuova identità: un Nome per la mia scuola”. Fra i tanti nomi presentati al concorso, su tutti ha prevalso il nome di un maestro: il maestro Alberto (o Adalberto, come riportano anche alcuni giornali dell’epoca) Manzi

È una scelta entusiasmante.

Traduce nella figura di un uomo mite e assolutamente rivoluzionario il nostro rinnovato desiderio di valorizzare l’esperienza dell’apprendimento come scoperta quotidiana, di ripartire dalla dimensione della curiosità, di riconoscere in ogni individuo, indipendentemente dalle sue condizioni e dalla sua età, la spinta, il diritto e la volontà di conoscere e capire.

È l’incarnazione dell’invito a fare della scuola la palestra dove imparare ad imparare, dove recuperare il coraggio di sperimentare, domandare, uscire dagli stereotipi, servirsi degli strumenti insieme agli altri per sviluppare e realizzare idee. Il maestro Manzi è l’esempio della possibilità di innovare senza prevaricare, di dare valore ai processi prima che ai risultati, al metodo prima che alle soluzioni, alle persone prima che alle prestazioni, ai tentativi e agli errori prima che alle risposte.

Nella sua ultima intervista (www.youtube.com/watch?v=gKQ7GbworSw) Manzi lo dice con chiarezza: “Come potevo dimostrare che era un concetto sbagliato? … Glielo potevo imporre, però l’imposizione non forma un concetto: ti do un’informazione, ti obbligo a ripeterla, poi quest’informazione o te la dimentichi o rimane lì, però non è una crescita intellettuale…”.

Manzi insegna e ci in-segna che il pensiero unico è un pericolo immanente all’insegnamento, che l’apprendimento è un’esperienza assolutamente interiore e personale che si genera nello scambio, che presuppone la partecipazione di ciascuno, che serve a ri-conoscere e costruire identità e dignità e che è la prima, meravigliosa, occasione per sconfiggere la passività, il conformismo, l’indifferenza, il qualunquismo.

Sentiamo il bisogno di tali esempi di onestà e libertà intellettuale, perché dobbiamo restituire il mondo, la cultura e la storia ai loro legittimi proprietari: i nostri figli.


 

 

Alberto Manzi nasce a Roma nel 1924.

Dopo l’esperienza di guerra come sommergibilista, nel 1946 inizia l’attività scolastica presso il Carcere A. Gabelli di Roma. Nel 1954 lascia la direzione dell’Istituto di Pedagogia della Facoltà di Magistero di Roma per fare l’insegnante elementare e portare avanti, “sul campo”, le sue ricerche di psicologia didattica.

Ha curato sussidiari, libri di letture, diari scolastici. Assai intensa è stata la sua attività di scrittore, con oltre 30 titoli tra racconti, romanzi, fiabe, traduzioni e testi di divulgazione scientifica tradotti in tutte le lingue (Orzowei, scritto da Manzi, è uno dei libri di letteratura italiana più tradotti nel mondo), che gli sono valsi riconoscimenti e premi internazionali.

Dal 1954 al ‘77 si è recato in Sud America ogni estate per tenere corsi di scolarizzazione agli indigeni e svolgere attività sociali.

Non è mai troppo tardi”, corso per gli adulti analfabeti che successivamente verrà imitata in ben 72 Paesi, è solo la più nota di una lunga serie, tra il 1951 e il ‘96, di trasmissioni e collaborazioni con la televisione e la radio.

Nel 1981 viene sospeso dall'insegnamento per essersi rifiutato di compilare le schede di valutazione degli alunni richieste dal Ministero. La sua posizione è chiara: non vuole compiere un'azione che ritiene avversa agli interessi del fanciullo non posso bollare un ragazzo con un giudizio, perché il ragazzo cambia, è in movimento; se il prossimo anno uno legge il giudizio che ho dato quest'anno, l'abbiamo bollato per i prossimi anni»). La "disobbedienza" gli costa la sospensione dall'insegnamento e dalla retribuzione. L'anno dopo il Ministero della Pubblica Istruzione preme per convincerlo a scrivere le attese valutazioni e Manzi fa intendere di non aver cambiato opinione, ma si mostra disponibile a redigere una valutazione riepilogativa uguale per tutti tramite un timbro. Il giudizio è: "fa quel che può, quel che non può non fa". Il Ministero si dichiara contrario

alla valutazione timbrata, al che Manzi ribatte: «Non c'è problema, posso scriverlo anche a penna». Secondo il maestro Manzi, il ragionamento, le parole, i colori, la musica, il gioco stesso possono diventare strumenti di cambiamento rivoluzionario, a scuola come nei libri e nella realtà, quando favoriscano la conoscenza di un sé che arriva a coincidere con l'altro: «Ogni altro sono io, capite? Ogni Altro sono io.» Sapere inteso come educare al pensare, libertà e liberazione per sé e gli altri, insegnamento comportamentale, tensione cognitiva e rivolta contro le abitudini che generano passività, stupidità ed egoismo sono solo alcune delle parole d'ordine che riassumono le sue strategie di insegnamento.

Nel 1993 ha fatto parte della Commissione per la legge quadro in difesa dei minori. Nel 1994 è stato eletto sindaco di Pitigliano (Grosseto), dove risiedeva. Qui si è spento il 4 dicembre 1997.

(notizie estrapolate da https://www.centroalbertomanzi.it )

 

 

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Due coniugi investiti in centro a Pescara

Due coniugi di 66 e 70 anni sono rimasti feriti a Pescara dopo essere stati investiti da un'auto in via Regina Elena, all'angolo con via De Amicis, in pieno centro cittadino. Subito soccorsi, marito e moglie sono stati prima medicati sul posto, poi trasferiti in ospedale con ambulanze del 118 e della Croce Rossa. Le loro condizioni non sarebbero gravi. Sulla dinamica dell'incidente, avvenuto intorno alle 12:30, indagano gli agenti della Polizia Municipale

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Hotel Rigopiano, il Comune di Loreto apre un conto corrente per i parenti delle vittime

Il Comune di Loreto Aprutino ha istituito un conto corrente in favore degli orfani della tragedia di Rigopiano. Sono trascorsi due mesi dal giorno in cui una valanga travolse l'hotel nell'omonima localita' di Farindola: undici i superstiti, 29 le vittime tra le quali quattro cittadini di Loreto, Nadia Acconciamessa e il marito Sebastiano Di Carlo, Piero Di Pietro e la moglie Barbara Nobilio. La Giunta comunale di Loreto ha aperto un conto corrente presso la locale filiale della Banca Popolare di Bari su cui far confluire donazioni in favore dei cinque figli delle due coppie. I fondi saranno minutamente rendicontati secondo i principi della massima trasparenza amministrativa ed erogati in misura uguale fra tutti i cinque ragazzi. "Ascoltando le istanze dei nostri concittadini -spiega il sindaco Gabriele Starinieri- abbiamo voluto aprire questo conto, un piccolo segno di vicinanza. Ringrazio sin d'ora coloro che vorranno aderire".

Parla uno dei superstiti

Giampaolo Matrone, uno dei superstiti della tragedia del 18 gennaio, sotto a quella valanga due mesi fa ha perso la moglie, Valentina Cicioni, una delle 29 vittime. Ora chiede giustizia, anche e soprattutto per la figlia di 5 anni rimasta senza mamma. Ieri sera, in collegamento dall'ospedale Gemelli di Roma, dove e' ancora ricoverato dopo aver subito cinque interventi chirurgici per salvare un braccio e una gamba, Matrone ha ricordato il dramma intervenendo alla trasmissione di Retequattro "Quarto Grado". In studio era ospite Romolo Reboa, l'avvocato che difende lui e altre cinque famiglie coinvolte nella vicenda. "Appena successo non sapevo fosse una slavina - ha raccontato Matrone - Ho provato a chiamare Valentina, ma credevo fosse lontana da me perche' ho fatto un volo di 15/20 metri. Ho provato a chiamare, ma non rispondeva nessuno". "Ho sentito che erano arrivati i soccorritori quando gia' erano andati a salvare gli altri ragazzi. Ho cominciato a sentire qualche voce: ho detto il mio nome, poi sono arrivati molto dopo. Volevo ringraziare il mio angelo custode, Rubino del Soccorso Alpino. E un altro ragazzo, Davide, che purtroppo non c'e' piu': e' quello che ha avuto l'incidente con l'elicottero qualche giorno dopo". "Vorrei conoscere di persona chi ha preso sotto gamba la situazione, quelli che hanno lasciato correre - ha detto Matrone in tv quando sono state mandate in onda le telefonate di allarme - Vorrei far vivere loro qualche istante che abbiamo vissuto noi, gia' da quella mattina con il terremoto. Siamo andati per un giorno di riposo dopo un anno di lavoro. Ecco come mi ritrovo. Ora voglio giustizia. Parlo della mia situazione e anche di quella di tutti gli altri parenti che hanno perso qualcuno. Pero' penso alla mia situazione, a quella di Valentina e a quella della nostra piccola che ho da crescere"

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Knockout game a Pescara, Squadra Mobile arresta due giovani

La Squadra Mobile di Pescara ha arrestato due giovani di 20 e 27 anni con l'accusa di lesioni gravissime per il knockout game, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale Elio Bongrazio, su richiesta del Pm Barbara Del Bono. I due, identificati in base a filmati dei sistemi di videosorveglianza e a testimonianze, sarebbero autori di violente aggressioni avvenute nei giorni 11 e 19 febbraio scorsi nei pressi dei locali del centro storico di Pescara. Due i ragazzi rimasti gravemente feriti dopo essere stati raggiunti da pugni al volto. Il Gip ha disposto i domiciliari per uno dei due arrestati coinvolto in entrambi gli episodi; per l'altro, indagato anche per minaccia aggravata dall'uso di un coltello in un solo episodio, la custodia cautelare in carcere.

"Sono state aggressioni improvvise, immotivate e condotte da piu' persone in maniera proditoria, con colpi sferrati all'improvviso, senza che le vittime potessero difendersi, con conseguenze gravi per i due malcapitati. Ragazzi colpiti con calci e pugni. Testimoni ci hanno poi riferito che i due aggressori, una volta conclusa l'aggressione, si erano complimentati fra loro". Lo ha detto in conferenza stampa il primo dirigente della Squadra Mobile della Questura di Pescara, Pierfrancesco Muriana, illustrando l'operazione che ha portato all'arresto dei due giovani. Sono finiti ai domiciliari il ventenne F.P., in carcere A.T, 27 anni, entrambi pescaresi. In corso l'identificazione di altri giovani del 'branco', alcuni dei quali praticherebbero boxe a livello dilettantistico. "Abbiamo in corso da tempo - ha spiegato Muriana - servizi di carattere preventivo interforze che stiamo ripetendo spesso anche nei fine settimana, vogliamo prevenire questo fenomeno criminale e garantire una tranquilla movida ai tanti giovani che affollano queste zone. Rivolgiamo agli esercenti di continuare a collaborare cosi' come fatto in passato per denunciare episodi di violenza".

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Orti Urbani, via alle domande per l’assegnazione a Montesilvano

«Un bellissimo progetto che renderà i cittadini parte attiva al servizio della collettività e al tempo stesso migliorerà il decoro urbano di Montesilvano». Così il consigliere Carlandrea Falcone annuncia l’emanazione dell’avviso pubblico per l’assegnazione dei primi orti urbani che sorgeranno nel comune di Montesilvano.

«Dopo l’approvazione in Consiglio Comunale del regolamento e l’individuazione dell’area sulla quale verranno creati i primi orti  -  spiega Falcone – è ora il momento di individuare chi se ne dovrà occupare. Il bando è aperto a tutti i cittadini italiani maggiorenni che risiedano in città da almeno un anno e che non svolgano attività lavorativa. Questo progetto infatti rappresenta un’opportunità ad anziani o a chi ne ha bisogno di rendersi utili per il bene comune».

L’avviso riguarda 32 appezzamenti di terreno di 60 metri quadri ciascuno siti in via Don. Possono presentare la domanda i cittadini italiani maggiorenni con residenza a Montesilvano da almeno un anno, che siano disoccupati, inoccupati, lavoratori in cassa integrazione, lavoratori in mobilità, pensionati; che non svolgano attività di coltivazione su fondi appartenenti anche a familiari o a terzi; di non avere in uso né a titolo gratuito né oneroso altri appezzamenti di terreno coltivabile pubblico o privato posti nel territorio del Comune; e di non avere altri membri che abbiano presentato la stessa istanza.

Le richieste verranno poi valutate da una Commissione che procederà a stilare una graduatoria, assegnando un punteggio relativo al reddito ISEE, all’età anagrafica e alla composizione del nucleo familiare. In caso di parità l’assegnazione dell’orto, che avrà una durata di 3 anni, verrà concessa al richiedente più anziano.

«Questo progetto ha un elevatissimo valore sociale, di aggregazione e di stimolo del senso di appartenenza ad una comunità. A ciò si aggiunge anche la possibilità per le famiglie di vivere dei prodotti dell’orto e quindi di ridurre il loro bisogno di acquisto. Per le persone più anziane, inoltre -  conclude Falcone -  rappresenta un’occasione di riattivarsi fisicamente e mentalmente e condividere con altre persone un progetto che matura giorno dopo giorno».

Le domande vanno presentate, compilando i 3 moduli necessari, scaricabili dal sito istituzionale o ritirabili presso l’ufficio tecnico comunale, e allegando i documenti richiesti, entro le 12 del 18 aprile. Le istanze dovranno essere avanzate in forma cartacea all’ufficio protocollo o via Pec all’indirizzo protocollo@comunemontesilvano.legalmail.it.

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