In Breve

Raccoglie 43 kg funghi illegalmente nel parco, multato

La stazione carabinieri 'Parco' di Cortino ha fermato un uomo, in Zona 1 del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, che aveva raccolto un'ingente quantitativo di funghi senza essere in possesso del prescritto tesserino regionale di autorizzazione. Gli agenti hanno proceduto all'elevazione di una sanzione amministrativa e alla confisca di 43 chilogrammi di funghi epigei spontanei appartenenti a diverse specie (Pleurotus eryngii, Macrolepiota procera e altri). L'operazione è stata preceduta da appostamenti da diversi punti di osservazioni. Gli uomini del Comando Stazione hanno potuto così constatare che l'uomo procedeva a raccogliere piccoli quantitativi di funghi in buste o cassette, occultarle, per poi riempire un'altra busta, procedendo così alla raccolta dell'ingente quantitativo in diversi punti all'interno del bosco con l'intento di un recupero successivo. I funghi sono stati consegnati all'ispettore Micologico Sergio D'Ostilio presso il servizio SIAN della Asl di Teramo per la successiva distruzione. La normativa vigente determina in tre kg pro-capite il limite ordinario di funghi epigei spontanei che si possono raccogliere, fatte salve alcune eccezioni rientranti nei diritti di uso civico e di residenza che innalzano tale limite di alcune unità. 

Il presidente del Parco Tommaso Navarra si è complimentato con gli agenti della Stazione Carabinieri "Parco" di Cortino (Teramo) per il sensibile impegno profuso nella vigilanza e nel controllo del territorio, nell'auspicio che i successi riportati nel corso delle attività di sorveglianza costituiscano sempre più un deterrente per le azioni illecite ed un richiamo al senso civico e al rispetto dell'ambiente e delle norme che ne regolano l'utilizzo sostenibile. 

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Comune Ortona, Di Nardo abbandona i lavori del Consiglio: Aggredito verbalmente, spettacolo indegno

"Spettacolo indegno da parte della maggioranza comunale di Ortona, che ancora una volta ha scelto la gazzarra per sottrarsi al confronto democratico". Così il capogruppo del centrodestra al Comune di Ortona, Angelo Di Nardo, dopo che ieri, durante la seduta del Consiglio comunale, mentre era all'esame la questione relativa al cambio di denominazione di Piazza Plebiscito in Piazza Canada, è stato aggredito verbalmente e ha abbandonato l'aula per protesta.
 
"Non solo non è stata riportata nessuna valida motivazione a supporto di una decisione sciagurata, inutile e illogica - accusa Di Nardo - e non solo la Giunta Castiglione, con la sua solita arroganza, aveva reso inutile il dibattito, deliberando sulla vicenda prima della discussione in aula, costringendoci dunque a ritirare le mozioni. Non paga di tutto questo, la maggioranza ha voluto buttarla in caciara - rimarca l'esponente del centrodestra - prima prendendosela con i post pubblicati su Facebook da alcuni cittadini e poi improvvisando sproloqui contro i consiglieri di minoranza e utilizzando ogni genere di epiteto e aggettivo, nel colpevole silenzio del Presidente del Consiglio Comunale, interrotto solo dal richiamo nei confronti di chi, come è successo a me ieri, è stato bersaglio degli attacchi".
 
In conclusione Di Nardo sottolinea come "la maggioranza comunale abbia superato ogni limite della decenza, confermandosi incapace di dialogo e sottraendosi ancora una volta al confronto per mancanza di argomenti", ma avverte che "certi metodi incivili e intimidatori non fermeranno l'azione di chi lavora nell'interesse della collettività e anzi contribuiranno ad aprire gli occhi, una volta per tutte, a quei pochi cittadini ortonesi che nutrono ancora fiducia nell'amministrazione Castiglione".

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Distretto Sanitario di Base di Roseto degli Abruzzi: presentato il progetto

Entro la fine del mandato del Sindaco Sabatino Di Girolamo partiranno i lavori per il nuovo Distretto Sanitario di Base il cui progetto rappresenta una dei punti qualificanti dell’amministrazione comunale. Il crono-programma dei lavori, il valore dell’intervento, i canali di finanziamento e i servizi erogati nella struttura sono stati definiti nel corso della conferenza stampa di presentazione del progetto a cui hanno preso parte il Sindaco Sabatino Di Girolamo, l’Assessore regionale alla Sanità Silvio Paolucci, il Direttore generale della Asl Roberto Fagnano, la direttrice sanitaria della Asl Maria Mattucci, e il Direttore del Cast (Coordinamento Assistenza sanitaria territoriale) Valerio Profeta e il nuovo direttore dell’attuale distretto sanitario di Roseto Giandomenico Pinto. «Realizzare il distretto su un’area pubblica – ha dichiarato il sindaco Di Girolamo – ci ha consentito di accorciare notevolmente i tempi di questo progetto a cui teniamo particolarmente anche perché finora abbiamo i servizi sanitari quali il 118, il consultorio e il Dsb tutti decentrti tra loro. Con il nuovo distretto andremo a concentrare in un unico polo sanitario tutti i servizi dando una risposta alla vallata del Vomano, ma anche ai turisti visto che d’estate la popolazione triplica». L’operazione, come ha puntualizzato il sindaco, è stata resa possibile grazie anche alla stretta sinergia con la Asl di Teramo ma anche grazie alla filiera politica con la Regione Abruzzo grazie alla quale si stanno compiendo i progetti di riqualificazione del Pontile, la messa in sicurezza degli argini del Tordino, la cessione dello Iat al Comune e il riutilizzo dell’autoporto. Alla conferenza stampa era presente il già deputato Tommaso Ginoble che questo progetto l’ha avuto a cuore e seguito sin dalla fase embrionale. «Qualche volta, e finalmente, la politica e le istituzioni fanno il loro dovere – ha dichiarato Ginoble -. I cinesi dicono che ogni cammino inizia con un piccolo passo e oggi questo passo è stato compiuto. Siamo orgogliosi di dare risposte a una comunità che sentiva questa esigenza da tempo. Sento spesso critiche all’amministrazione per non essere riuscita a dimostrare quello che vale dopo due anni che abbiamo dovuto trascorrere a fare il recupero dei conti e delle finanze. L’atto di oggi a mio giudizio – ha concluso Ginoble – segna una svolta per Roseto che caratterizzerà anche le generazioni future. Da oggi di atti più o meno grandi ce ne saranno molti altri perchè Roseto merita questa importanza grazie alla sua vivacità economica, sociale e culturale». Il direttore generale della Asl Roberto Fagnano ha messo in evidenza come le vecchie strutture non sono più conformi dal punto di vista della sicurezza per cui il nuovo Dsb risponde sia a esigenze di sicurezza, ma anche alle necessità di sviluppo della medicina sul territorio. «La deospedalizzazione ci impone la necessità di un Dsb di qualità, e su Roseto in tal senso abbiamo investito molto aspettandoci un aumento del numero di prestazioni e verificando anche la disponibilità di una Residenza assistenziale sanitaria (Ras) e di una Residenza assistenziale protetta (Rap) di circa 40-60 posti». Si è detto molto orgoglioso anche l’assessore regionale alle Politiche della Salute Silvio Paolucci che politicamente ha lavorato molto per questo traguardo e si è detto soddisfatto del rispetto dei tempi con i quali è stato portato avanti l’indirizzo politico. «Peraltro questo intervento – ha dichiarato l’assessore – è importante per la Regione perché dal punto di vista dell’assistenza si proietta in un futuro di maggiore attenzione verso le persone fragili, gli anziani soli e i pazienti cronici o in condizioni di non autosufficienza. La Regione è stata brava a occupare questo spazio, prevedendo una residenzialità per anziani con titolarità pubblica in una fascia territoriale popolosa. Siamo stati dunque in grado di rispondere al fabbisogno con una operazione di grande respiro sotto il profilo della riqualificazione cittadina e sanitaria.

Perché un nuovo Dsb: La necessità di un nuovo distretto sanitario nasce sia dalla volontà di dotare la città di Roseto di una nuova struttura (in considerazione delle condizioni fatiscenti e inadeguate del vecchio presidio), ma anche dalla considerazione che l’assistenza medica attuale, in Italia, sta andando verso le strutture territoriali. Oggi, e sempre di più in futuro, ci si ricovera in ospedale solo per le emergenze e per la chirurgia programmata. Due terzi delle risorse economiche del Sistema sanitario sono a carico del territorio. Quindi, è strategicamente molto importante avere un Distretto come quello previsto dal piano sanitario regionale propriamente definito come “Distretto della costa”. 

L’iter amministrativo A fine settembre il Consiglio comunale di Roseto ha provveduto a deliberare la cessione di proprietà del vecchio distretto alla Asl di Teramo. Si è trattato di un passaggio propedeutico al perfezionamento amministrativo degli atti poiché – in virtù di una legislazione preliminare – il distretto sanitario di base era considerato catastalmente di proprietà del Comune di Roseto. Tuttavia per effetto di una successione di legge (la 502 del 92 che ha introdotto l’aziendalizzazione delle unità sanitarie locali) questa proprietà è passata alle Asl come una sorta di atto dovuto. Il Comune ha provveduto così a formalizzare anche questo passaggio catastale in modo da cedere l’attuale distretto alla Asl e arrivare infine a un accordo di programma per il nuovo distretto sanitario che nascerà a Roseto sud a Piazza Marco Polo, un’area pubblica adiacente al palazzetto dello sport, vicino la ferrovia, e in grado di intercettare tutto il bacino di utenza della Vallata del Vomano e Pineto.

Caratteristiche: Il nuovo Dsb di Roseto sarà una sorta di mini-ospedale di 4.250 metri quadrati e avrà un valore complessivo di 4 milioni e 800mila euro, la cui realizzazione- come hanno spiegato nel corso della conferenza stampa il direttore Roberto Fagnano e Valerio Profeta – avverrà parte con un finanziamento pubblico, parte attraverso risorse della Asl e attraverso il cofinanziamento derivante dall’utilizzo della vecchio Dsb che il comune ha ceduto all’azienda sanitaria e in parte attraverso un appalto privato misto a permuta. Il progetto prevede anche un’area verde attrezzata di 1200 metri quadrati e un parcheggio di 2.100 metri quadrati coperto da pannelli fotovoltaici per dare energia alle strutture. Il nuovo Dsb infatti si comporrà di un primo corpo anteriore di due piani contenenti le strutture distrettuali, e poliambulatori, e di un corpo posteriore di tre piani dove ci saranno la Ras e la Rap. L’area verde sarà compresa tra i due corpi e sarà fruibile in parte dal distretto, mentre una parte resterà ad uso esclusivo della Rsa la cui gestione è sotto responsabilità organizzativa della Asl, ma i cui servizi potranno essere affidati a privati.

Come puntualizzano i due consiglieri Celestino Salvatore e Adriano De Luca, che hanno seguito da vicino l’iter insieme al sindaco Sabatino Di Girolamo, si tratta di una struttura destinata a ricoveri a bassa intensità per pazienti anziani o post operatori dove la parte sanitaria è ridotta sostanzialmente alla sorveglianza del paziente. Inoltre, il Dsb conterrà il centro operativo del 118, le Uccp (Unità complesse di cure primarie) che sono associazioni di medici di base, le Ncp (Nuclei di cure primarie) e le Utap (Unità territoriale di assistenza primaria). Il polo sarà dotato di sportelli al pubblico (cassa, Cup, scelta e revoca medico, Punto unico di accesso), servizio Assistenza domiciliare integrata, Radiologia territoriale di primo livello, Fisioterapia e riabilitazione e uffici distrettuali. Infine, ma non per ultimo, il Dsb contiene anche la parte operativa dell’Aft (Aggregati funzionali territoriali) ovvero quei medici che organizzano il servizio sanitario di base, insieme al Distretto: dalle vaccinazioni alla medicina preventiva ai progetti di coordinamento ospedale – territorio.

Il bacino d’utenza: Al Distretto Sanitario Di Base farà riferimento una popolazione di circa 200.000 (duecentomila) cittadini della fascia costiera appartenenti alla ASL di Teramo. La sua collocazione è stata definita nel Piano Sanitario Regionale che ha scelto Roseto, non solo perché è la città più grande della Provincia, ma perché è baricentrica rispetto al territorio che deve servire.

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Terremoto. Pezzopane (Pd): ricostruzione bloccata, intervenga il prefetto

La Deputata Dem Stefania Pezzopane ha partecipato questa mattina al Presidio di Sindaci, amministratori, sindacati e categorie per incontrare il Prefetto Linardi e informarlo della gravità della situazione. “Al Prefetto abbiamo chiesto di interloquire col governo e sollecitarlo a superare in ogni modo la situazione gravissima del blocco della ricostruzione negli ultimi mesi. Il governo ben conosceva la scadenza dei vertici degli uffici preposti alla ricostruzione. Abbiamo sollecitato la Presidenza del Consiglio a procedere per tempo alle nomine. Abbiamo chiesto inutilmente incontri. Si sono comportati con arroganza e ostilità, negando il problema, hanno fatto scadere i Direttori degli uffici senza avviare la procedura. Ed ora ci ritroviamo con pratiche che si accumulano sui tavoli, senza nessuno che firma, i professionisti non vengono pagati, le imprese dovranno bloccare i lavori e licenziare le maestranze. Un comportamento vergognoso. Il Prefetto si è impegnato a sollecitare il governo anche ad eventuali nomine ad interim nelle more delle lunghe procedure tardivamente prese in considerazione dal Sottosegretario Giorgetti. Solo in questi giorni è stata nominata la Dott. Sabrina Bono a far parte della terna per l’esame dei curricula. 5 mesi persi inutilmente e la ricostruzione bloccata e destrutturata senza ancora vertici, sottosegretario e governance. “

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Sicurezza a Pescara, D’Agresta (Art.1) risponde a Foschi: non serve l’esercito ma i fondi che il Governo ci ha sottratto.

Il Segretario provinciale di Pescara di Articolo Uno Mdp Pescara Francesco D'Agresta risponde a Foschi dell'associazione Pescara Mi Piace sul tema della sicurezza:

« Apprendo da alcuni organi di stampa della missiva, a firma Armando Foschi, inviata dall'associazione Pescara Mi Piace al Ministro Salvini per chiedere una maggiore presenza dell'esercito a Pescara. Personalmente trovo tale missiva delirante. Siamo alle solite: si agita lo spettro del “degrado” per tentare di attaccare un'amministrazione che evidentemente non piace al signor Foschi. Certo fa un po' ridere leggere che Pescara debba “rialzare la testa e a tornare a essere la città sicura, bella, piacevole, vivibile che era sino a quattro anni e mezzo fa”. Esattamente quattro anni e mezzo fa: quando fino al giorno prima delle elezioni e della vittoria del centro-sinistra nel fiume scorrevano latte e miele, la natura offriva i propri frutti rigogliosi ai cittadini di buona volontà, non esisteva il crimine ed era natale due volte l'anno. Dispiace vedere accostati nella stessa lettera gravi fatti di cronaca, ovviamente imputati alla “inerzia del Comune”, a passaggi davvero esilaranti: una città “dov’è ormai difficile trovare gente a spasso già dal tardo pomeriggio”, “senzatetto che ogni giorno armati di cartoni o giacigli di fortuna, preparano il proprio letto per la notte sotto i portici, creando inevitabilmente, una situazione di insicurezza generale". Una serie di luoghi comuni imbarazzante che farebbe ridere se non trattasse di argomenti seri e tragici usati strumentalmente. Ribadisco che nessun fenomeno di degrado può essere combattuto con l'esercito: dove funzionerebbe sarebbe solo un intervento di facciata, si tratterebbe di nascondere la polvere sotto il tappeto. I reati si combattono con la prevenzione e le azioni giudiziarie. Lo sfruttamento della prostituzione si combatte con azioni di polizia contro la rete dello sfruttamento, i senza tetto si aiutano, non si combattono, con i servizi sociali e con la lotta alla povertà (ma il Governo non l'aveva abolita?) non con l'esercito. Il cosiddetto “degrado” si combatte con i finanziamenti che questo Governo continua a tagliare agli enti locali. Visto che si è scritto al Ministro Salvini si sarebbe potuto approfittarne per chiedere indietro i 49 milioni di euro truffati da noti esponenti della Lega ai cittadini italiani o i fondi per le periferie sottratti dal Governo Lega-5 Stelle, questi sì utili per seri progetti di integrazione e riqualificazione delle nostre città". 

 

 

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Parte progetto Apennines discovery, percorsi tra turismo e spiritualita’

Attirare nelle aree appenniniche i “camminatori dello spirito”, che a piedi o in bicicletta possano attraversare l’entroterra del Centro Italia alla scoperta di eremi, abbazie millenarie, sentieri, luoghi ricettivi e di ristoro, seguendo percorsi specifici grazie a una infrastruttura digitale fruibile con un semplice smartphone. E’ lo scopo del progetto “Apennines Discovery”, promosso dalla fondazione Aristide Merloni e dalla fondazione Vodafone Italia in favore delle regioni del Centro Italia colpite dagli eventi sismici degli ultimi anni, presentato in anteprima oggi a Milano. A rappresentare l’Abruzzo era presente il senatore Gaetano Quagliariello, la cui fondazione Magna Carta partecipa all’iniziativa nell’ambito della quale sta lavorando all’individuazione e alla definizione dei percorsi abruzzesi, dislocati tra la catena del Velino-Sirente, il Gran Sasso e la Majella. La presentazione della parte del progetto che riguarda l’Abruzzo si terrà il 27 novembre all’Aquila.

“L’Abruzzo con le sue abbazie, i suoi Santi , i suoi eremi e le sue montagne è uno dei fulcri di questo progetto per l’Appennino – spiega Quagliariello -. Oltre alla dimensione religiosa, l’iniziativa presenta una dimensione storica, perché è possibile scoprire ‘a cielo aperto’ la nostra storia medievale. E, ovviamente, tutto ciò ha anche un importante ritorno turistico. Sempre di più – conclude – si pone il problema di considerare la zona appenninica come una ‘zona integrata’, una sorta di macro-regione, innanzi tutto attraverso progetti specifici, e poi immaginando una definizione aggregata a livello di assetto istituzionale”.

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Alimentazione Informata: ciclo di quattro appuntamenti per sensibilizzare alla corretta alimentazione

"Non tutte le fritture vengono per nuocere" ci spiega Virginia Guardalupi, imprenditrice e titolare del ristorante self-service Touring, in Piazza Duca degli Abruzzi di Pescara, così come gli zuccheri o altri alimenti considerati dannosi.
In collaborazione con l'A.I.O.T. (Accademia Italiana Osteopatia Tradizionale), a partire dal giorno venerdì 16 novembre, prenderà il via un ciclo di quattro appuntamenti all'interno del locale, presidiati dalla dott.ssa Roberta Allevi (medico osteopata esperto in bioterapia nutrizionale), per educare il pubblico ad una corretta alimentazione oltre che a sfatare miti attorno ai cibi "dannosi". Più precisamente, venerdì 16 novembre sarà dedicato alla fritura; venerdì 14 dicembre agli zuccheri e alle varie implicazioni con diabete e colesterolo; venerdì 18 gennaio ci sarà una disanima sui vari tipi di intellorenze e domenica 10 gennaio si analizzerà dal punto di vista nutrizionale, con l'aiuto sempre della dott.ssa Allevi, il tipico pranzo domenicale "della nonna".
La sig.ra Guardalupi inoltre ci ha spiegato che il progetto è nato sulla scia del Mindful Eating, cioè del cibarsi in maniera automatica (la classica "fame nervosa") senza averne la consapevolezza. Si stima che a quattro anni e mezzo dalla conclusione della dieta mediamente le persone mantengono una perdita di 3 kg, ovvero il 3,2% della riduzione del peso iniziale.
La percentuale di persone che hanno mantenuto la perdita di peso, varia da meno del 3%, se consideriamo il mantenimento del 100% della perdita di peso, al 28%, se consideriamo un mantenimento di meno del 10% della perdita del peso iniziale, dopo 4 anni (Priya Sumithran P., Proietto J., 2013). Questo accade perché molte persone utilizzano il cibo per gestire le proprie emozioni. Questa abitudine, unitamente ad una disregolazione della percezione dei segnali di fame e sazietà e ad una iper-reattività al cibo portano alla sovra-alimentazione.
Nonostante la familiarità con i programmi alimentari, le persone che soffrono di “fame emotiva” o “fame nervosa” riportano un senso di inadeguatezza e frustrazione nei confronti delle guide nutrizionali, in quanto per loro il cibo, l’alimentazione ed il peso giocano un ruolo spropositato nel definire la propria identità.
"Oggi viviamo in un mondo in cui la tecnologia ci supporta e, molto spesso, non la sfruttiamo per il meglio. Siamo sempre tutti informati sul gossip e le ultime news, ma frequentemente sulla salute si sorvola, perchè è diventata un argomento di secondo piano, quando invece dovrebbe essere prioritario. una volta che si perde la salute, non è sempre detto che sia una strada reversibile, ma si va incontro a determinati problemi od a disturbi problematici da affrontare. Per chi vuole fare qualcosa di bene per se stesso, per i propri figli, per la propria famiglia, è un invito a passare una serata diversa ed accrescere la propria cultura" conclude la solare imprenditrice.

 

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A Roccamorice (Pe) prosegue il ciclo di incontri culturali. Nuovo appuntamento venerdì 16 novembre

"Una struttura che entrerà a fare parte a pieno titolo del patrimonio culturale del paese", con questa premessa gli organizzatori hanno presentano in estate la nuova gestione del Centro d’arte e cultura Alberto Di Giovanni. 
La nuova iniziativa "ArRoccamenti, incontri sull'identità di un luogo", è strutturata attraverso una serie incontri che svilupperanno il tema da differenti punti di vista al fine di creare un quadro di insieme che ha come obbiettivo una disanima esaustiva e completa.

 
Il primo incontro, dal titolo Un secolo in miniera a Roccamorice, è stato curato dal sindaco e ricercatore storico Alessandro D'Ascanio.

Il quarto incontro a cura di Simone Angelucci (Sindaco di Caramanico Terme) dal titolo "La tradizione della Morra a Roccamorice. Origine, valore e prospettiva della pastorizia non transumante",  è in programma venerdì 16 novembre 2018 alle ore 20.30 presso la sala teatrale Don Donato Bianco in via Trieste a Roccamorice (Pe).

 

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Condannato a 10 mesi per la rissa a Montesilvano

E' stato condannato a sei mesi di reclusione per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale, e a quattro mesi per porto ingiustificato di oggetti atti a offendere, il trans colombiano di 30 anni, arrestato il 26 ottobre scorso a margine di una rissa avvenuta Montesilvano. Il colombiano quel giorno diede vita ad una zuffa con altri transessuali. Alla vista dei carabinieri, che lo sorpresero mentre brandiva un bastone, si diede alla fuga. In seguito, raggiunto dai militari all'interno della pineta, li minacciò impugnando un coltello. Le forze dell'ordine riuscirono a immobilizzarlo, servendosi dello spray urticante in dotazione, e lo arrestarono.

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Asl di Teramo, campagna prevenzione per cadute in corsia

Negli ospedali italiani la percentuale delle cadute dei degenti costituiscono il 24,6 per cento degli eventi sentinella segnalati nel corso degli ultimi sei anni, secondo uno studio del ministero della salute. Nell'ambito della Asl di Teramo, l'emersione degli accidenti di questa tipologia grazie a corsi di formazione specifici tra il personale, ha fatto registrare un aumento dei casi dai 35 del 2014 agli 80 del 2017: per questo motivo, l'azienda sanitaria, attraverso il lavoro del personale dell'Unità operativa di Medicina legale e quella della Gestione del Rischio clinico, diretta dal dottor Ercole D'Annunzio, ha avviato una campagna di prevenzione per pazienti a rischio cadute. Essa si concretizzerà con l'informazione a chi frequenta i quattro ospedali su come riconoscere un paziente di questa tipologia tra quelli ricoverati, attraverso una casistica di situazioni e fornendo suggerimenti utili per assisterli. Tutti i pazienti che rientrano nel rischio, indosseranno al polso un braccialetto giallo fluo che sarà distintivo. L'iniziativa è stata illustrata dai responsabili dell'Unità operativa D'Annunzio e Fabio De Luca (c'erano anche i direttori generale, amministrativo e sanitario, Roberto Fagnano, Maurizio Di Giosia e Maria Mattucci).

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