In Breve

Fossacesia, una spiaggia per tutti: sorge un’area demaniale accessibile

Sarà inaugurata domani , mercoledì 5 Luglio, alle ore 18.30 “Una spiaggia per tutti”, la nuova area demaniale che l’Amministrazione Comunale di Fossacesia ha allestito per permettere alle persone che presentano disabilità o comunque difficoltà motorie di potersi muovere agevolmente sulla spiaggia e raggiungere il mare dove fare il bagno. “Una spiaggia per tutti rappresenta per noi un grande traguardo – dichiara Maria Angela Galante, Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Fossacesia – poiché uno degli obiettivi principali che ci siamo posti come Amministrazione ed in particolare come assessorato alle Politiche Sociali è quello di rendere Fossacesia una città alla portata di tutti, cercando, il più possibile, di mettere in pratica quello che si definisce il diritto all’uguaglianza”. Nata nell’ambito di un più ampio progetto, che ha previsto lo studio di tutte le strutture presenti sul territorio, al fine di individuare quelle che rispettano i criteri di accessibilità e munendo ciascuna di un apposito “bollino all’accessibilità”, la zona dedicata ad “una spiaggia per tutti” sorge nell’area demaniale presente nei pressi della piazzetta del bancomat, sul Lungomare , dove sono stati allestiti appositi servizi e strutture utili per la fruibilità della spiaggia anche da parte di persone con difficoltà di movimento e disabilità. Nello specifico è stata installata una lunga passerella che conduce sin dentro il mare, dove la persona disabile, con l’ausilio delle sedie job, messe gratuitamente a disposizione dell’utenza, potrà fare agevolmente il bagno. Inoltre l’area presenta uno spazio ombreggiato, appositamente creato per il ristoro e la permanenza, una zona gazebo per l’accoglienza e l’opportunità di socializzare insieme, secondo la logica della reale inclusione sociale. Infine è previsto, in determinati orari, un servizio di assistenza ai bagnanti.

“L’idea di una spiaggia per tutti nasce dalla volontà di rendere concreto il concetto di inclusione sociale - dichiara il Sindaco di Fossacesia, Enrico Di Giuseppantonio – includere significa dare a tutti uguali diritti, anche quello, semplice, di poter andare al mare e fare il bagno. Lo spazio che abbiamo ideato serve proprio a questo, ad includere, a rendere autonomi tutti coloro che si trovano in una condizione di disabilità o anche semplicemente di difficoltà fisica temporanea. Lo spazio attrezzato è inoltre a disposizione anche delle persone cosiddette normodotate che potranno autonomamente e gratuitamente beneficiare di uno spazio attrezzato, proprio nel rispetto dei principi di inclusione sociale”. Durante l’inaugurazione che si svolgerà alla presenza del Sindaco di Fossacesia, Enrico Di Giuseppantonio, dell’Assessore alle Politiche Sociali, Maria Angela Galante e di altri rappresentanti dell’Amministrazione Comunale, si svolgerà anche la premiazione di personalità che si sono particolarmente distinte nel mondo del sociale e della disabilità ed in particolare Claudio Ferrante, Presidente dell’Associazione Carrozzine Determinate, Mariella D’Aurizio, vincitrice di numerose medaglie d’oro nel nuoto e nei giochi paraolimpici, Umberto Braccili, giornalista Rai 3 e scrittore, particolarmente attento al sociale e la scrittrice Patrizia Angelozzi, da sempre impegnata nelle attività del sociale.

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Gole Celano-Aielli, riunione a Celano per condivisione percorso amministrativo per la riapertura.

Ai molti turisti che nel periodo estivo vengono a visitare le Gole sembrerà strano e un paradosso, ma uno dei più bei Canyon dell'intero panorama italiano ed internazionale, è chiuso dal 25/02/2010. Tutto partì da una comunicazione del Servizio di Polizia Provinciale dell’Amministrazione Provinciale dell’Aquila che comunicò al comune di Celano che su una parte del versante destro del Monte Tino che affaccia sulle Gole era presente una spaccatura di spuntoni di roccia, a seguito della quale l’allora Commissario Prefettizio del Comune di Celano Dott. Mauro Passerotti adottò un’ordinanza urgente e contingibile, n.21 del 26/02/2010 relativa alla chiusura dell’intera area delle Gole. Per quanto attiene il settore di versante nel quale venne riconosciuta la massa rocciosa in equilibrio precario per la quale venne emessa ordinanza di chiusura, ad oggi, nessun movimento franoso si è verificato.

Ecco il perché della convocazione di una riunione presso il Comune di Celano, convocata dal sindaco Settimio Santilli che ha visto una folta partecipazione di rappresentanti istituzionali dall'onorevole Piccone, ai consiglieri regionali Maurizio Di Nicola e Lorenzo Berardinetti, al sindaco di Aielli Enzo di Natale, al vice Sindaco di Ovindoli Raffaele Siciliano, al dottor Todini della Prefettura de l'Aquila, al geologo Giovanni Gazzetta del Bacino Liri Garigliano, Mauro Contestabile per il Consorzio di Bonifica, il Professor Miccadei dell'Università di Chieti, Igino Chiuchiarelli dell'ufficio parchi regione Abruzzo, Toni Di Renzo, Ezio Ciciotti e lo stesso sindaco Santilli.

A distanza di 7 anni, ha esordito il Sindaco Santilli, nonostante le numerose e ripetute comunicazioni agli enti sovracomunali, con proposte anche progettuali, non è stato mai  intrapreso un percorso tecnico/amministrativo definito per risolvere una problematica che ritengo serissima, sia per la sicurezza  dei turisti che per l'economia del nostro territorio. Ho convocato la riunione, perché ritengo che è in questo momento, che sussiste un vero pericolo per l’incolumità degli stessi visitatori dovuto sia alla a mancanza di segnaletica di pericolo, sia a quella di strumenti apposti in loco di chiusura dell’intero versante di un’area alla quale si può accedere da diversi punti, essendo la medesima vastissima, con la conseguente mancata contezza del pericolo da parte dei visitatori e incoscienza degli stessi, che nonostante la chiusura formale dell’area, magari ignari, continuano ad attraversarla.

Dalla visione di diversi siti internet di enti su cui ricadono le competenze delle “Gole”, poi, non viene nemmeno citato che queste sono formalmente chiuse e quindi non visitabili, testimonianza quindi di gravi errori di comunicazione, dovuti magari a mancata conoscenza del problema.

E’ opinione personale che non si possa pensare di mettere in sicurezza un’area naturale montana nella sua interezza, che essendo tale, ha insita in se fenomeni per i quali è stata chiusa, ma si debba definire attraverso studi appropriati un percorso condiviso per riaprirla, dalle classi di pericolosità e del relativo rischio della medesima, alla redazione di carte di pericolosità, carte di propensione al rischio di frane da crollo, affinché siano date le giuste informazioni ai visitatori, per le precauzioni tecniche che questi debbano di conseguenza adottare per la loro incolumità.

E’ altresì impensabile, a mio modesto parere, che si possa azzerare in questo momento il fenomeno “incolumità del turista”, con la sola cartellonistica di chiusura, perché la medesima viene continuamente divelta e rimossa, ed inoltre il turista visita ugualmente le “Gole”, avendone accesso da un'infinità di ingressi, nè tantomeno ci si può trincerare dietro ad una ordinanza di chiusura 7 anni or sono, per sentirsi immuni da ogni responsabilità in caso di incidente. 

"Bisogna trovare un percorso condiviso per la riapertura in sicurezza delle "Gole" - che il Sindaco Di Natale e il vice Sindaco di Ovindoli Siciliano hanno sostenuto con forza - per un'area unica nel panorama sia Nazionale che Internazionale, che sta causando enormi problemi al nostro turismo, quando invece potrebbe essere la linfa principale per il medesimo e i sindaci del territorio non possono e non devono sentirsi soli ed abbandonati in questi contesti."

I consiglieri regionali Di Nicola e Berardinetti hanno avanzato delle proposte da presentare ai diversi enti che vanno dalla Regione, allo stesso Bacino Liri Garigliano fino al Ministero dell'ambiente, per la risoluzione del problema.

"Bisogna partire - hanno sostenuto i due consiglieri - dall'inserimento dell'area come Geosito, per poi presentare una proposta di finanziamento tramite Rendis. La cosa immediata da fare è quella di avviare un studio di monitoraggio dell'intero arco interessato dalla possibile frana del masso in oggetto per una valutazione della pericolosità e del rischio da crollo, per arrivare a una simulazione con software sofisticati che simulino fenomeni di caduta per la valutazione degli interventi di protezione. Ci sono economie nel Masterplan Abruzzo che potrebbero essere destinate a uno studio importante del genere che potrebbe risolvere la problematica definitivamente e di cui noi ci possiamo far portavoce".

 

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Avvocato mori’ in ospedale, medico condannato a sei mesi

Il giudice monocratico del Tribunale di Chieti Isabella Allieri ha condannato a sei mesi di reclusione, pena sospesa e non menzione, A.C., all'epoca dei fatti medico in servizio al Pronto soccorso e all'Osservazione breve del policlinico di Chieti: il medico era accusato di omicidio colposo per la morte dell'avvocato teatino Roberto Barrucci. I fatti risalgono al 5 dicembre del 2012 quando Barrucci, che aveva 59 anni, si presento' in ospedale intorno alle 3.30 di notte in preda ad un dolore al petto; l'uomo mori' intorno alle 7.30. Secondo l'accusa il medico avrebbe omesso di diagnosticare tempestivamente una dissezione aortica, impedendo cosi' l'attuazione di una terapia chirurgica d'urgenza. Il pm Marika Ponziani aveva chiesto la condanna a un anno di reclusione. Il giudice ha inoltre condannato il medico al risarcimento dei danni alle parti civili disponendo a favore di ciascuna una provvisionale di 20 mila euro. Nel processo si sono costituiti parte civile la sorella della vittima Pasqualina Barrucci, i figli del legale Silvia e Roberta, e la moglie Anna Maria Nardone assistiti dagli avvocati Marco e Paolo Ciammaichella, Italo Colaneri, Massimo Di Vito e Cristiano Sicari. 

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Regione Abruzzo, ‘accordo storico comprensorio Passolanciano-Majelletta’ 

Nella riunione che si e' svolta a Pescara nella sede della Giunta regionale, convocata dal Presidente Luciano D'Alfonso per dare soluzione al problema del comprensorio sciistico di Passolanciano e Majelletta, "e' stato trovato uno storico accordo sullo sviluppo delle due localita' grazie al finanziamento di 20,2 milioni di euro previsto nel Masterplan per l'Abruzzo". Lo rende noto un comunicato della presidenza della Giunta regionale. All'incontro erano presenti tutti i titolari degli impianti, "che hanno dato disponibilita' - si legge nel comunicato - agli interventi cosi' come prospettati dalla Regione, e i portatori di interessi, che hanno dato il proprio consenso e mostrato grande soddisfazione per la soluzione adottata". In particolare, riferisce la nota, "e' stata effettuata la prospettazione degli interventi da realizzare in tempi rapidi: costruzione di un impianto di innevamento artificiale necessario a far si' che le stazioni possano fornire servizi nel periodo di maggiore necessita' per gli operatori (dicembre-gennaio) da realizzare fino a 1.700 metri di quota (costo 10 milioni); costruzione degli impianti sciistici che consentiranno il collegamento 'sci ai piedi' tra la stazione di Passolanciano e quella di Mammarosa (costo tra i 4 e gli 8 milioni); ristrutturazione di un immobile che diverra' il cuore della stazione, con spazi e servizi dedicati anche a chi non scia (costo 1,5 milioni) piu' un'altra quota di risorse per ampliare i parcheggi sia a Passolanciano che a Mammarosa; infine, si e' ipotizzato di utilizzare una parte di risorse per facilitare la viabilita' dal versante di Roccamorice". 

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Allegrino incontra famiglia di Alanno accampata di fronte al Comune

L'assessore Allegrino incontra la famiglia accampata in Piazza Italia: “Ho testimoniato la nostra vicinanza,

ma Pescara non può che applicare la normativa, in città oltre 600 aspettano una casa”

Incontro, questa mattina, in comune tra l’assessore alle Politiche della Casa, Antonella Allegrino, Francesco Roberto Cucinotta e la moglie, Alessandra Marsilii, i coniugi di Alanno, che da oltre 20 giorni sono accampati, insieme ai figli, nei giardini di piazza Italia perché chiedono che gli venga assegnato un alloggio popolare a Pescara. La casa di proprietà, che la famiglia aveva ad Alanno è stata dichiarata inagibile, e quella popolare che gli è stata offerta dall'amministrazione comunale, è stata giudicata non idonea dai coniugi per la presenza di "muffa e infiltrazioni".

“Ho ascoltato con molta attenzione la loro storia - afferma l'assessore Antonella Allegrino - e pur comprendendo la situazione sul piano umano e testimoniando la mia vicinanza per il disagio e le difficoltà che stanno vivendo, ho dovuto spiegare che, non essendo residenti a Pescara, il Comune non può recepire la loro richiesta. Non esiste, infatti, una normativa che prevede una mobilità intercomunale in emergenza abitativa. Il sindaco può decidere di ricorrervi d’urgenza solo per il territorio comunale, quindi per i residenti, ma è una prassi che, finora, non è stata mai attuata perché il sindaco Alessandrini sin dall'inizio del suo mandato ha voluto istituire una Commissione Erp che il giudice Giansaverio Cappa presiede a titolo gratuito, proprio per garantire a tutti la migliore applicazione delle leggi vigenti e pari opportunità di ingresso e riconoscimento del diritto alla casa e alla sua conservazione, vista la pressante e numerosa richiesta che la città vive.

Siamo tutti consapevoli delle necessità di questo nucleo familiare, di ritrovare serenità e stabilità, ma a differenza di altre famiglie, le cui richieste d’aiuto arrivano quotidianamente negli uffici delle Politiche Sociali, questa ha una via d’uscita che è rappresentata dall’alloggio popolare assegnato ad Alanno. Nel corso di un colloquio che ho avuto oggi con il neo sindaco, Oscar Pezzi, ho ricevuto garanzie che l’abitazione è in buone condizioni. Sono quindi disponibile a compiere un sopralluogo, insieme al neo primo cittadino e alla famiglia, per verificare le condizioni dell’alloggio e ad attivare una rete di associazioni e parrocchie che siano di supporto a questo nucleo familiare. Il problema della casa, purtroppo, è di grande rilevanza e non riguarda solo chi vive per strada, ma anche persone che affrontano situazioni di profondo disagi che non consentono loro di pagare un affitto.

Un problema sentitissimo a Pescara, dove sono attualmente 608 le richieste di assegnazione di un alloggio popolare in emergenza abitativa, istanze che per essere recepite devono rispettare il requisito della residenza sul territorio comunale da almeno due anni. Per gli ultimi bandi per l’assegnazione degli alloggi del Comune e dell’Ater, le domande per il 2013 sono state 750, ma sono stati ammessi in 648 e solo 138 si sono visti assegnare la casa, secondo la graduatoria che è unica per Comune e Ater. Per il bando del 2015, invece, la graduatoria non è stata stilata per cui i 367 che hanno presentato domanda sono tuttora in attesa di una risposta. In questi giorni, a seguito della vicenda della famiglia Cucinotta, ci stanno arrivando istanze da persone che risiedono a San Giovanni Teatino, Penne e in altri Comuni vicini, che non possiamo assolutamente recepire perchè, lo ripeto, avanzate da non residenti a Pescara".

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Terminata a San Pietroburgo la quinta edizione di Football for Friendship

Terminata a San Pietroburgo la quinta edizione di Football for Friendship. Il torneo internazionale di calcio giovanile organizzato da Gazprom ha visto la partecipazione di ragazzi provenienti da sessantaquattro Paesi di tutto il mondo che si sono dati appuntamento dal 26 giugno al 3 luglio per celebrare il calcio e l'amicizia. 

Un fitto programma dedicato a momenti di socializzazione, scambi e allenamenti, prima degli incontri che hanno visto in campo otto team internazionali composti da ragazzi e ragazze delle singole nazioni partecipanti. L'Italia, rappresentata dalle giovanili della Delfino Pescara, è arrivata in semifinale. 

Niccolò Postiglione, in rappresentanza dell'Italia, ha giocato nel White team, squadra mista composta da altri dodicenni provenienti da Russia, Egitto, Slovacchia, Austria, Algeria e Iran. Alessio Canepari, sempre delle giovanili del Pescara, in qualità di giovane giornalista, ha avuto invece il compito di raccontare l'esperienza attraverso i canali social dell'evento. I ragazzi erano accompagnati da Luca D’Ulisse, istruttore e Antonio Di Battista, responsabile tecnico del settore giovanile della Delfino Pescara. Tutti, poi, hanno avuto la fantastica occasione di assistere alla finale della Confederations Cup allo stadio Arena di San Pietroburgo. 

«Una splendida esperienza di sport e di vita che ha visto i ragazzi confrontarsi con coetanei di tutto il mondo, all'insegna del calcio e dell'amicizia, in un'atmosfera splendida. Senza dimenticare la possibilità di poter assistere alla finale della Confederations Cup» commenta Antonio Di Battista, responsabile tecnico del settore giovanile della Delfino Pescara.

Fra i calciatori ambasciatori del progetto incontrati durante il torneo, il capocannoniere russo Alexander Kerzhakov e Stanislav Cherchesov. 

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Cinema all’aperto, 4 serate dedicate a Dean Martin a Montesilvano

Proseguono gli appuntamenti organizzati nell’ambito del centenario della nascita di Dean Martin. A partire da domani, martedì 4 luglio, prenderà il via una rassegna cinematografica dedicata al grande showman di origini montesilvanesi, nato il 7 giugno 1917.

Nella nuova piazza del curvone del lungomare, verrà allestito un cinema all’aperto che per 4 martedì sarà dedicato proprio a Dean Martin. Si comincia con il film “Attente ai Marinai!”, regia di Hal Walker. Martedì 11 luglio sarà la volta di “Artisti e modelle”, pellicola del 1955 regia di Frank Tashlin; martedì 18 luglio verrà proiettato “Baciami Stupido”, del 1964 di Billy Winder, infine il 25 luglio “Un dollaro d’onore”, regia di Howard Hawks del 1959.

«Dean Martin con il sorriso accattivante e l'aspetto piacente da svagato latin lover - dichiara la presidente della fondazione Dean Martin, Alessandra Portinari - raggiunse una grande popolarità tra gli anni Cinquanta e Sessanta, come cantante, entertainer e attore. Il mese di luglio, nell’ambito delle celebrazioni del centenario della nascita di Dean Martin, ogni martedì proporremo quattro film per far conoscere da vicino questo indimenticabile artista, la cui immagine rimane legata a ruoli di coprotagonista e il cui nome comparve per diversi anni negli elenchi degli attori cinematografici di maggior richiamo. La prima fase della carriera cinematografica è ricordata accanto a Jerry Lewis. Avendo già raggiunto un notevole successo come coppia comica sui palcoscenici e in trasmissioni radiofoniche, Martin e Lewis vennero scritturati dalla Paramount Pictures nel 1949. Seguirono ben diciotto film nell'arco di sette anni, commedie brillanti di impatto comico non sempre efficace ma molto apprezzate dal pubblico. Recitò con Marlon Brando e Montgomery Clift. Seguirono altri personaggi decisamente convincenti e nel 1959 in “Un dollaro d'onore”, western memorabile di Howard Hawks, la sua può considerarsi la migliore interpretazione di Martin che anche questa volta dimostrò di trovarsi perfettamente a suo agio in un ruolo di perdente capace di riscatto finale, grazie alla solidarietà del suo amico sceriffo (John Wayne). Tra le commedie brillanti “Baciami, stupido”, film irriverente e scanzonato di Billy Wilder, dove Martin interpreta sé stesso ironizzando sullo stereotipo del cantante italoamericano amante dell'alcol, del fumo e delle belle donne». 

«Nella sua seconda edizione - spiega l’assessore agli eventi, Ottavio De Martinis - abbiamo voluto arricchire “I colori del cinema”, il cineforum dell’estate montesilvanese, con un focus dedicato all’illustre artista. Oltre alle 4 serate dedicate a Dean Martin, come già accaduto lo scorso anno, anche in questa stagione riproponiamo l’antica “Arena dei Fiori” di viale Europa, uno dei primi cinema all’aperto, che veniva ospitato in viale Europa tra gli anni ’70 e ’80. Proprio in viale Europa, allestiremo il cineforum, insieme all’associazione Pescara Punto Zero».

La rassegna lungo viale Europa inizierà il 17 luglio con “Spirit Cavallo Selvaggio”, il 23 luglio verrà proiettato “La Vita è bella” di Roberto Benigni; il 1 agosto “Big Night” di Stanley Tucci e Campbell Scott, il 13 agosto “Delitto sull’autostrada” di Roberto Corbucci e infine il 25 agosto “Notting Hill” di Roger Michell. Tutte le proiezioni avranno inizio alle 21.

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L’Abruzzo nelle fotografie di Michael Kenna. In mostra a Loreto Aprutino

Ci sarà sabato 8 luglio 2017 alle ore 18 l'inaugurazione del vernissage del fotografo Michael Kenna. La manifestazione, promossa dalla Fondazione dei Musei Civici di Loreto Aprutino,  curata da Vincenzo De Pompeis, sarà visitabile fino al 8 settembre dal martedì alla domenica, ore 10.00-13.00 e 18.00-21.00
(possibile effettuare visite fuori dell’orario di apertura per gruppi, su prenotazione) presso il Palazzo Casamarte, Via del Baio, Loreto Aprutino (PE)

 





Michael Kenna

Considerato il fotografo di paesaggio più importante della sua generazione, Michael Kenna osserva il nostro mondo in un modo del tutto fuori dal comune da più di 45 anni. Le sue fotografie misteriose, spesso realizzate all’alba o nelle ore buie della notte, si concentrano soprattutto sulla interazione tra il paesaggio naturale e le opere dell’uomo. Kenna è sia un fotografo diurno che notturno, affascinato dalle ore del giorno in cui la luce è nel suo punto più duttile. Con esposizioni notturne che durano fino a dodici ore, le sue fotografie spesso registrano particolari che l’occhio umano non è in grado di percepire.

Kenna è particolarmente famoso per la dimensione intima della sua fotografia e il suo meticoloso stile di stampa personale. Lavora con mezzi fotografici tradizionali, non digitali. Stampe artigianali in bianco e nero squisitamente lavorate a mano, riflettono un senso di raffinatezza, di rispetto per la storia e un’originalità approfondita. Le fotografie di Kenna sono state esposte in mostra in più di settecento gallerie e musei di tutto il mondo, e sono incluse in collezioni permanenti di celebri istituzioni come: The Bibliothèque Nationale, Parigi; Il Metropolitan Museum of Photography, Tokyo; La National Gallery, Washington, D.C.; Il Museo d’Arte di Shanghai e il Victoria and Albert Museum di Londra.

Sul lavoro di Kenna sono stati pubblicati oltre cinquanta cataloghi di mostre e monografie, tra cui: Michael Kenna – Una Retrospettiva Ventennale (Treville, 1994 e Nazraeli Press, 2000); Impossibile dimenticare(Marval e Nazraeli Press, 2001); Giappone (Nazraeli Stampa e Treville Edizioni, 2003); Retrospettiva Due(Nazraeli, e Treville Edizioni, 2004); Michael Kenna – Una Retrospettiva (BnF, 2009); Immagini del Settimo Giorno (Skira, 2010); La Cina (Poste e Telecom Press, 2014); Francia (Nazraeli Press 2014); Forme del Giappone (Prestel – Random House, 2015).

Nel 2001 Kenna è stato nominato Cavaliere dell’Ordine delle Arti e delle Lettere dal Ministero della Cultura in Francia. Nato a Widnes, in Inghilterra nel 1953, attualmente vive a Seattle, Washington, USA.



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L’omaggio dell’Abruzzo a Mario Fratti per il suo 90° compleanno

 

Il riconoscimento del Consiglio Regionale per i meriti del drammaturgo, che sarà all’Aquila il 5 luglio (di Goffredo Palmerini)

 “Sarà un 5 luglio particolare il prossimo che Mario Fratti trascorrerà a L'Aquila sua città natale”, questo l’incipit della nota diramata ieri dall’Ufficio Stampa del Consiglio Regionale d’Abruzzo per annunciare l’iniziativa che il Presidente del Consiglio Regionale, Giuseppe Di Pangrazio, insieme all’Ufficio di Presidenza, ha inteso promuovere per la giornata del Novantesimo compleanno del grande drammaturgo, per rendere omaggio ad un abruzzese tra i più insigni al mondo. Un gesto di profonda sensibilità e di orgoglio della più alta istituzione regionale nel voler rendere un particolare riconoscimento a Mario Fratti, scrittore fecondo e docente emerito di prestigiose università americane, “per l’onore reso all’Abruzzo attraverso la sua straordinaria attività letteraria e culturale, riconosciuta e stimata in tutto il mondo”. Sarà dunque un’altra giornata memorabile per Fratti, al pari di quella che visse il 5 luglio 2007, nel giorno del suo 80° genetliaco, quando la città natale, per iniziativa della Municipalità e del Teatro Stabile Abruzzese, gli dedicò una festa a sorpresa. “La più bella giornata della mia vita”, confidò Fratti in un’intervista ad un giornale americano, sebbene di soddisfazioni, premi e riconoscimenti egli ne abbia raccolti a bizzeffe nella sua lunga carriera d’autore teatrale, in un settore dove la gloria raramente arride ai viventi e gli autori il successo solitamente lo raccolgono attraverso gli eredi.

E’ dunque meritoria l’attenzione che la Regione, attraverso l’Assemblea legislativa, rivolge ad uno dei suoi figli più affermati e prestigiosi. L’amore per la terra delle proprie origini e per la città natale è un sentimento dominante per Mario Fratti. Ovunque egli si rechi in giro per il mondo non manca mai di parlare dell’Abruzzo e dell’Aquila, specie dopo il terremoto, con l’orgoglio delle radici ma anche per le meraviglie d’arte, di cultura e bellezze naturali che la sua terra custodisce. Bene quindi ha fatto il Presidente Di Pangrazio a raccogliere la segnalazione che gli è arrivata da New York dall’associazione abruzzese Orsogna Mutual Aid Society. Così il presidente Tony Carlucci ha scritto nella sua lettera al Presidente del Consiglio Regionale: “Quest’anno un grande abruzzese che vive a New York compie 90 anni. E’ il drammaturgo di fama internazionale prof. Mario Fratti, che ha per molti anni insegnato in prestigiose università degli Stati Uniti. E’ una figura di primo piano per il teatro mondiale e nel mondo culturale americano. Qui a New York è un punto di riferimento per la Cultura italiana. Per gli Abruzzesi di New York, come per questa nostra Associazione Orsogna MAS, e per tutti gli Italiani d’America, il prof. Fratti è motivo di vanto e di orgoglio per l’onore che egli riversa sulla sua amata terra d’origine, l’Abruzzo, e sulla sua città natale, L’Aquila, capitale della nostra regione. Le sue numerose opere teatrali, che tanti Premi prestigiosi hanno ricevuto, vengono rappresentate negli Stati Uniti e all’estero con straordinario successo. Spesso il prof. Fratti raggiunge ogni angolo del mondo, dove è chiamato a tenere conferenze sul teatro o alle prime rappresentazioni delle sue commedie. Ma il suo più grande piacere è quello di tornare quasi ogni anno in Abruzzo, nella città dove nel 1927 è nato. Anche quest’anno, abbiamo saputo, egli tornerà nei primi giorni di luglio, per celebrare nella sua città natale il novantesimo compleanno, che cade il 5 luglio. Sarebbe molto importante e significativo se il Consiglio Regionale organizzasse un’iniziativa ufficiale per rendere onore all’illustre corregionale prof. Mario Fratti, che tanto prestigio conferisce all’Abruzzo con la sua eccezionale attività di scrittore, drammaturgo e giornalista. […]”.

Nell’attesa di conoscere i dettagli dell’evento, previsto nella mattinata del 5 luglio a L’Aquila, presso il Consiglio Regionale d’Abruzzo, piace segnalare la “festa a sorpresa” che lo scorso Primo Maggio il mondo teatrale americano ha riservato a Mario Fratti. In quel giorno s’apriva al Cherry Lane Theater di New York la quinta edizione del Festival In Scena! Questo almeno s’aspettava Fratti, sempre attento alle novità teatrali e in particolare a questo festival, diretto dalla regista Laura Caparrotti, cui il drammaturgo aquilano ha dedicato attenzione e sostegno sin dalla prima edizione. Si è trovato, invece, nel bel mezzo d’una serata di festa, interamente dedicata agli incipienti suoi 90 anni, con le testimonianze affettuose di personalità del mondo del teatro, dello spettacolo e della stampa. Ne ha dato conto Valeria Di Giuliano in un bell’articolo per La Voce di New York, giornale diretto da Stefano Vaccara, che così ha aperto il pezzo: “Tutti invitati stasera al Cherry Lane Theater per la festa a sorpresa dedicata a Mario Fratti. L’Opening night di In Scena! infatti quest’anno è dedicata a Mario Fratti che il prossimo 5 luglio compirà 90 anni e che per il festival, così come per il teatro italiano a New York, è una figura centrale e di riferimento. La serata prevede l’intervento di alcuni artisti che hanno lavorato e che ammirano il drammaturgo e columnist de La Voce e che lo omaggeranno con la loro arte, con tanto di brindisi finale. Mario Fratti, drammaturgo e critico di origine aquilane, trasferitosi a New York nel 1963, rappresenta ad oggi una vera e propria istituzione nel panorama culturale e sociale della Grande Mela.

Sono dunque andate in scena non le pièces, ma le testimonianze di Laura Caparrotti, direttrice e fondatrice del Festival, Donatella Codonesu, associate director, Carlotta Brentan, executive producer e attrice brillante, Berardo Paradiso, presidente dell’Italian American Committee on Education (IACE), Jonathan Slaff, attore - che ha raccontato come nel 1989 Mario organizzò uno scambio culturale a L’Aquila tra il Theater for the New City e La Piccola Brigata, compagnia teatrale abruzzese -, Rosario Mastrota e Dalila Cozzolino, due giovani artisti italiani che nel 2013 parteciparono al Festival In Scena!, Stefano Vaccara, direttore de La Voce di New York: “Conosco Mario da vent’anni. La prima volta che lo vidi fui fortunatissimo: mi portarono nella sua casa-palcoscenico-teatro e parlammo tra le sue carte, i suoi libretti e libroni, poster, locandine e quadri che mostrano quanta genialità la mente vulcanica di Fratti deve far sgorgare ogni giorno. Ho avuto l’onore di lavorare come suo editor, prima su US Italia Weekly e poi su La Voce di New York, dove inventò in esclusiva i colloqui tra Chiara e Benito, una coppia di una certa età, italiani emigrati a NY, lei liberal, tendente molto a sinistra, lui conservatore tendente all’estrema destra. Bastava leggere le discussioni tra la Chiara e il Benito di Mario Fratti di qualche anno fa, per capire perché sarebbe arrivato Trump!”.

 

L’ultima testimonianza, non espressa direttamente, ma letta durante la serata speciale di New York, è stata quella di chi scrive. Nella mia nota ho raccontato al pubblico del Festival e agli ospiti della serata speciale in onore di Mario Fratti la “sorpresa” che L’Aquila riservò al suo illustre figlio il 5 luglio 2007, per il suo 80° compleanno. Un ricordo che ho poi affidato alla stampa, così ne resti traccia duratura. L’Aquila si prepara quindi al doveroso tributo di riconoscimento e all’omaggio che il Consiglio Regionale d’Abruzzo dedicherà a Mario Fratti. Giova qui accennare brevemente alla sua intensa vita, con qualche annotazione sulla sua scrittura teatrale e sulle sue opere, rappresentate in ogni continente.

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Nato a L'Aquila il 5 luglio 1927, dopo la laurea alla Ca' Foscari di Venezia, Mario Fratti avvia alla fine degli anni Cinquanta una ricca produzione drammatica. E' del 1959 il suo primo dramma Il nastro, vincitore del premio RAI. Non fu mai radiotrasmesso. Giudicato allora sovversivo, narra le confessioni sotto tortura di alcuni partigiani, poi fucilati dai fascisti. L'autore era arrivato trentenne a scrivere per il teatro, dopo giovanili esperienze poetiche. Anche un romanzo all'inizio della sua vita letteraria, ma pubblicato solo nel 2013. Una lunga e cruda storia sui fatti dell'occupazione nazista a L’Aquila, intessuta con il racconto della successiva conversione democratica di molti fascisti della sua città natale, riconoscibili dal loro nome, che diversi editori si guardarono bene dal pubblicare. Fu così che scelse di scrivere testi teatrali. Legata al caso la circostanza che lo porta negli Stati Uniti. Nel 1962 presentò al Festival di Spoleto il suo atto unico Suicidio. Piacque a Lee Strasberg, che lo volle dirigere all'Actor's Studio di New York. In quella fucina delle avanguardie teatrali divenne un vero successo. Poi ne seguirono altri, fino ad oggi. Nel 1963 Fratti approda a New York, dove al lavoro come autore teatrale aggiunge la docenza presso la Columbia University e l’Hunter College della CUNY. In quel Paese, dunque, il grande apprezzamento per le sue opere, tradotte e rappresentate poi sulle scene di ogni continente. Dall'America all'Europa, dalla Russia al Giappone, dal Messico all’Argentina, dal Brasile alla Cina, dall’India all'Australia. Esse si connotano per l'immediatezza della scrittura teatrale, asciutta e tagliente come la denuncia politica e sociale senza veli che egli vi trasfonde.

 

Le opere drammaturgiche di Mario Fratti sono finora tradotte in 21 lingue e portate in palcoscenico in più di 600 teatri sparsi in tutto il pianeta. Da decenni ormai il successo lo rincorre. Circostanza assai singolare, in America, dove i riflettori sugli autori teatrali si accendono giusto il tempo della rappresentazione a Broadway d'una loro buona opera. Poi l'interesse svanisce, talvolta per sempre. Ha quindi del sensazionale il successo che ininterrottamente, da decenni, hanno le opere di Fratti. Un destino che non è toccato neanche a grandi autori americani come Tennessee Williams o Arthur Miller, riscoperti dopo la loro morte. Come pure a scrittori europei del calibro di Sartre, Anouilh, Brecht, Toller, Pirandello, De Filippo. Egli dunque è sicuramente, tra gli autori per il teatro viventi, uno dei più illustri al mondo. Un italiano famoso, nell'olimpo del teatro, ma che tuttavia non perde un briciolo della sua schietta indole aquilana. A Manhattan, dove vive dal primo giorno della sua emigrazione dall'Italia, in una bella dimora sulla 55^ Strada – una casa museo piena di libri, trofei, manifesti e locandine delle sue opere, pergamene, targhe e riconoscimenti vari, opere d’arte e ninnoli vari –, a due passi da Broadway, è un punto obbligato di riferimento culturale. La sua rubrica settimanale sulle novità teatrali su Oggi 7 – il magazine culturale di America Oggi, giornale in lingua italiana che si pubblica a New York – è attesa sempre come un evento. Per questa attività di critico segue almeno trecento spettacoli l'anno nei teatri della Grande Mela. Ma Fratti si schermisce, non si considera tale, perché alle stroncature preferisce invece incoraggiare le novità interessanti, i giovani autori e soprattutto promuovere il teatro italiano.


Fratti confessa: «Il teatro mi ha insegnato a non essere letterario. Nei testi teatrali bisogna essere concisi e precisi. Niente retorica, niente letteratura». Oggi la sua produzione raggiunge una novantina di opere. Negli Stati Uniti, sin dal suo arrivo, lo accoglie con favore la critica. Il suo stile è perfettamente compatibile con l'indole americana, aliena dalle ridondanze, dalle metafore e dalle sfumature tipiche del teatro europeo. Lo aiuta per di più la completa padronanza della lingua inglese e la conoscenza profonda della letteratura americana. Ma Fratti scrive anche commedie per musical. Nine, una sua commedia scritta nel 1981 e liberamente ispirata dal film 8 e mezzo di Federico Fellini, è diventata un musical d'enorme successo di pubblico e di critica, un vero e proprio fenomeno teatrale con oltre duemila repliche. L'ultima versione, con Antonio Banderas interprete, è rimasta per anni in cartellone al teatro Eugene O' Neil, a Broadway. Molte le produzioni negli Stati Uniti e anche all’estero. Tanti i riconoscimenti all'autore teatrale, un elenco lunghissimo. Cito per brevità i 7 Tony Award vinti, che nel teatro sono quel che gli Oscar sono per il cinema, il premio Selezione O’ Neil, il Richard Rogers, l’Outer Critics, l’Heritage and Culture Award, ben 8 Drama Desk Award e altri 8 Award for Political Theater, come pure altri riconoscimenti prestigiosi come il Magna Grecia Week, il Capri Award alla Carriera, il Premio Vallecorsi. E in Abruzzo il Premio John Fante.


Paul T. Nolan, docente alla University of Southern Louisiana, riguardo la letteratura drammaturgica in America – che ha in Eugene O’ Neil, Thornton Wilder, Arthur Miller, Tennessee Williams e Edward Albee le sue punte di diamante –, rileva come il successo negli States per questi autori sia stato tardivo, spesso legato all’eco di qualche fortunata rappresentazione in Europa. Come pure il teatro europeo, quantunque sempre considerato con molto rispetto e ammirazione negli Stati Uniti, ha visto gli autori europei viventi, anche di prima grandezza, raramente baciati dalla fortuna in quel Paese. Si è dovuto attendere la loro morte per riscontrare apprezzamenti e successo. Una sorte simile toccò a Bertolt Brecht e Jean Paul Sartre. Davvero una singolare difficoltà di relazione tra due letterature teatrali, tra due scuole e contesti artistici, quasi una sindrome di contaminazione del linguaggio e dell’espressione drammatica, quantunque siano comuni le radici culturali tra l’America ed il vecchio continente. Differente e singolare, invece, il caso di Mario Fratti.

 

Nolan annota “[…] Questa bizzarra relazione tra il teatro americano e quello europeo sembra aver stabilito la regola secondo cui il drammaturgo europeo ha la sua reputazione in America solo se resta “europeo”. Fortunatamente per il dramma moderno, Mario Fratti ha spezzato questa regola con un gran successo. Ha dimostrato che può fondere gli elementi della sua tradizione europea con l’esperienza americana, creando un tipo di dramma che fa onore ad entrambi i continenti. I futuri storiografi teatrali indicheranno probabilmente nella sua carriera di drammaturgo l’importante inizio di una nuova fase: lo sviluppo di una comunità teatrale veramente internazionale […]”.  E ancora, “[…] E’ importante capire che il successo di Fratti, in un’avventura dove Brecht e Sartre fallirono, è dovuto al fatto che l’autore non ha portato solo la sua eredità drammatica europea ed il suo talento di drammaturgo. Ha anche portato in una nuova società simpatia, curiosità e giudizi umani […]. Fratti scrive come nessun autore americano potrà mai, perché porta alla sua comprensione della società americana non solo la compassione e l’indignazione morale di ogni uomo sensibile, ma anche la tolleranza presente solo in scrittori associati in un’antica civiltà […].”

 

Come pure in un saggio del 1977 sul teatro di Fratti aveva scritto Mario Verdone: “[…] Le sue qualità più evidenti (di Mario Fratti, ndr) restano l’attualità, la sensibilità per il documento e la cronaca, l’abilità di costruire per il teatro e di suscitare sorprese, la capacità di interpretare e discutere l’epoca d’oggi, la super-nazionalità che gli permette di restare al di sopra del mondo americano o italiano, per esprimere, con conoscenza dei mezzi teatrali, un mondo proprio, tutt’altro che ovvio o vecchio: con asciuttezza, misura, essenzialità e carica emozionale. Un autore, dunque, da esaminare con più interesse e rispetto, in considerazione di un’opera complessa, calibrata, solida; e d’un successo che ben pochi autori italiani possono registrare con pari dimensioni geografiche […]”. Jean Servato, alcuni anni fa, così si esprimeva sullo scrittore aquilano: “[…] Noi rendiamo merito a Mario Fratti, da questa vecchia Europa, anche se un oceano finge paratie insormontabili e ci fa credere lontane tali ferite: sono sempre lacerazioni umane che occorre sanare e che Fratti trascrive nei suoi drammi, con uno stile eccezionale, di altissima fattura, che lo pone accanto ad Arthur Miller, a Tennessee Williams, ad Eugene Jonesco, agli italiani Luigi Pirandello ed Ugo Betti, quale testimone attento, meticoloso inimitabile del suo tempo, nel cuore, pur sempre stupendo, del ciclone America […]”. 

 

Qualche anno fa, in una breve intervista, chiesi a Mario Fratti quali fossero gli autori di teatro italiani che più ammirava. “Grandi maestri come Pirandello, Betti, De Filippo e Fo – mi rispose Fratti –, ma mi sento spesso colpevole. Ci sono in Italia una decina di bravissimi autori che meriterebbero lo stesso mio successo. Aldo Nicolaj, Alfredo Calducci, Vincenzo Di Mattia, Giorgio Fontanelli, Anton Gaetano Parodi, Maricla Boggio, Mario Moretti, Giuliano Parenti, Luigi Lunari, Roberto Mazzucco. Ed ancora un'altra ventina, che solo per brevità non cito, sono di buon valore. Purtroppo non sono tradotti. E questo è un grave handicap. C'è poi in Italia il singolare vezzo dei registi di fare quasi sempre commedie straniere, ignorando gli autori italiani. Una vergogna! Guadagnano di più sulle opere straniere - è questione di royalties - questo il motivo discutibile della loro scelta. Basterebbe allora che in Italia lo Stato obbligasse i teatri che sovvenziona a rappresentare un buon numero di testi italiani ed il problema sarebbe risolto. Appunto come fanno in America, Francia e Germania”. Una risposta che fa riflettere sulla nostra politica culturale.

 

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Librerie di strada Deco spa: il progetto di cultura e sostenibilita’ da luglio al parco villa Sabucchi a Pescara

Diffondere l’importanza della lettura in una chiave sostenibile, valorizzando la pratica del riuso e dello scambio libero dei libri. E’ questo l’obiettivo che si pone il progetto dell’azienda Deco S.p.A., che questa mattina, lunedì 3 luglio, ha inaugurato le due librerie di strada, la  Deco Street Library, dedicata ai più grandi, e la Deco Street Library Junior, dedicata ai bambini, nel Parco Villa Sabucchi a Pescara, dove resteranno per tutta l’estate.

L’iniziativa, promossa da Deco, è realizzata in collaborazione con l’Associazione Lega Antidroga Abruzzese LAAD  che gestisce il parco.

Le due librerie itineranti sono completamente “green”, perché  realizzate a mano utilizzando materiali di recupero come pallet, pvc e plexiglass e custodiscono libri di vario genere.  I lettori, così, potranno liberamente prendere in prestito  i testi con l’impegno di riporli nelle casette una volta letti. Ma non solo, chiunque fosse interessato a far crescere l’iniziativa può portare i propri libri nelle librerie e lasciare che altre persone possano leggerli.

«Questa iniziativa – ha spiegato Valentina Di Zio, responsabile Relazioni Esterne e Comunicazione del Gruppo Deco SpA – rientra in un più ampio programma di valorizzazione della cultura e sensibilizzazione ambientale che Deco SpA ormai porta avanti da anni. Siamo convinti che il rispetto dell’ambiente e l’impegno per un futuro più sostenibile passino anche per iniziative del genere, in cui il riuso diventa condivisione e arricchimento culturale».

“Il tempo per leggere dilata il tempo per vivere”, si legge sulla facciata della Deco Street Library. Questa la frase di Daniel Pennac che descrive appieno lo spirito dell’iniziativa: sensibilizzare grandi e piccini sull’importanza della lettura come fonte inesauribile di libertà. Libertà dai limiti spazio- temporali, libertà di pensiero, libertà d’azione

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