Cronaca

Sotto sequestro il depuratore comunale di San Valentino in Abruzzo

Sottoposto a sequestro preventivo, dai Carabinieri Forestali, in esecuzione di un decreto emesso dal gip di Pescara, il depuratore comunale di San Valentino in Abruzzo Citeriore, in contrada Praziano. Indagato il sindaco, gestore dell'impianto, per il reato di inquinamento ambientale e getto pericoloso di cose. Le indagini dei militari del Nipaaf di Pescara e della Stazione di Tocco da Casauria, avviate a inizio anno, hanno permesso di accertare, anche a seguito di campionamenti e prelievi effettuati dall'Arta, nel pozzetto di ispezione del depuratore e a monte e a valle dello scarico nel corpo idrico ricettore, le cattive condizioni generali e strutturali dell'impianto di depurazione, nonche' l'immissione nel fosso Macione di un refluo con un elevatissima carica batterica, oltre ad alti valori di azoto ammoniacale e di tensioattivi. Valori non a norma con le leggi di riferimento, che avrebbero portato ad una compromissione o deterioramento delle acque superficiali, con rischi anche per le persone. Durante il sopralluogo nel fosso, affluente del torrente Lavino, sono stati rinvenuti rifiuti galleggianti di varia natura, tra cui anche assorbenti igienici e sacchetti di plastica. E' inoltre emerso che il sindaco aveva gia' commissionato ad un tecnico specializzato un progetto definitivo per la ristrutturazione totale del depuratore, ma che tale iniziativa e' ancora in attesa del relativo finanziamento. 

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Danneggiavano lapidi e tombe installate da una ditta concorrente

Danneggiavano lapidi e tombe installate da una ditta concorrente per generare tra i parenti dei defunti il dubbio che il materiale usato fosse di scarsa qualita'. Al termine dell'attivita' investigativa pero', con appostamenti all'interno del cimitero, i Carabinieri di San Salvo della Compagnia di Vasto hanno denunciato due commercianti del settore, entrambi del posto, per danneggiamento continuato, vilipendio di tombe e sepolcri, furto aggravato e turbata liberta' dell'industria. Dagli accertamenti e' emerso che i denunciati, in piu' di un'occasione, oltre ad infrangere vetri, lampade e cornici, rendendole inservibili, versavano sostanze corrosive su nomi e dati del defunto incisi, provocandone la distruzione oltre a sbavature del liquido sulla lapide.

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Cinque condanne a Vasto per estorsione e furti

Cinque condanne, sette assoluzioni e avvenuta prescrizione per associazione a delinquere e altri reati collegati per 28 capi nella sentenza di primo grado emessa ieri sera in primo grado del Tribunale di Vasto, dopo alcune ore di camera di consiglio, dal presidente del collegio giudicante Italo Radoccia, giudici a latere Fabrizio Pasquale e Michelina Iannetta, nel processo derivante dalle operazioni Histonium 1 e Histonium 2. Condannati alla pena di sei anni di reclusione e a mille euro di multa Michele Pasqualone e Claudio Zinni per un solo caso di estorsione accertato. Per Michele Fiore, condanna a sette anni e due mesi e 3mila euro di multa per furto aggravato e tentata estorsione. Per ricettazione sono stati condannati Massimiliano Sparvieri a due anni e sei mesi di reclusione e 800 euro di multa e Donatella D'Ascenzo a un anno e otto mesi, pena sospesa, e 400 euro di multa. 

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Violenza sessuale, lesioni e rapina, condannato a 8 anni dal tribunale di Chieti

Il Tribunale di Chieti ha condannato a otto anni e 6 mesi di reclusione un 29enne romeno per violenza sessuale, lesioni personali e rapina ai danni di una connazionale, che avrebbe anche tentato di costringere poi a prostituirsi. Tentativo compiuto insieme a una 24enne, anche lei romena, per questo condannata a quattro anni di reclusione. Secondo l'accusa, i due avrebbero tentato di costringere la ragazza con minacce. La giovane, dopo aver subito la violenza ed essere stata rapinata dall'uomo, allerto' i carabinieri di Francavilla al Mare. I fatti risalgono al dicembre 2016. 

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Pescara, trovato con 1 kg di cocaina nascosta in auto

Nell’ambito di un'intensificazione dei servizi di controllo del territorio disposta dal comando provinciale della guardia di Finanza di Pescara in prossimità delle feste natalizie, militari del Nucleo di polizia tributaria hanno fermato a Spoltore un’auto con una persona a bordo, un cittadino albanese di 24 anni, che mostrava un certo nervosismo. I militari hanno ispezionato il veicolo trovando, nascosto nel vano motore, un involucro sigillato con un chilo di cocaina. La droga, una volta immesso sul mercato, avrebbe fruttato più di cinquemila dosi, con guadagni stimati in circa 200mila euro.

 

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Processo per i tetti di spesa per le cliniche private, si va verso la prescrizione

I difensori degli imputati dovranno rendere noto, nella prossima udienza, se i loro assistiti intendono rinunciare al beneficio della prescrizione. In caso contrario, il processo sui tetti di spesa della Regione Abruzzo per le cliniche private per l'anno 2010, che vede imputati l'ex governatore abruzzese Gianni Chiodi, l'ex sub commissario Giovanna Baraldi, l'ex assessore regionale Lanfranco Venturoni e ai due tecnici dell'Agenzia nazionale per i servizi regionali, Francesco Nicotra e Lanfranco Venturini, con le accuse a vario titolo di falso, violenza privata e abuso d'ufficio, e' destinato a risolversi con la prescrizione per tutti i reati. Sulla base dei calcoli effettuati dai legali, infatti, la prescrizione dovrebbe intervenire nell'agosto del 2018. Il presidente del tribunale collegiale di Pescara, Maria Michela Di Fine, questa mattina, in occasione della prima udienza del processo, ha osservato come alla luce della mole documentale sia altamente improbabile arrivare alla sentenza entro quella data, nonostante in fase di udienza preliminare siano intervenute due sospensioni, dal 30 novembre 2016 al 6 giugno 2017, e dal 6 giugno al 27 luglio 2017.

Per questa ragione il giudice Di Fine ha chiesto alle difese se gli imputati intendano rinunciare alla prescrizione. L'orientamento emerso dalle dichiarazioni degli avvocati e' di segno negativo, anche se la riserva sara' sciolta definitivamente soltanto l'11 aprile, quando si terra' la prossima udienza. L'intervento della prescrizione lascia comunque intatta, per le parti civili Synergo e Villa Serena, la possibilita' di procedere all'azione risarcitoria in sede civile. Questa mattina, intanto, il giudice ha respinto le questioni preliminari, in merito all'ammissibilita' di alcuni testimoni dell'accusa e delle parti civili, sollevate dai legali degli imputati, e ha dichiarato aperto il dibattimento, con l'ammissione delle prove. In occasione della prossima udienza e' previsto l'esame di quattro agenti di polizia giudiziaria che hanno partecipato alle indagini. Complessivamente i testimoni citati dalle parti sono circa una quarantina. Il procedimento prese il via dall'esposto presentato dal titolare della clinica privata Synergo, in seguito al ridimensionamento dei tetti di spesa per le cliniche private. Secondo l'accusa, l'ex governatore Chiodi, coinvolto in qualita' di ex commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario, avrebbe fatto firmare alle cliniche private contratti di prestazione di assistenza ospedaliera, collegando la firma al pagamento dei crediti che le cliniche vantavano nei confronti della Regione. Sempre a giudizio dell'accusa, l'ex presidente della Regione avrebbe fatto pressioni sulle cliniche per far firmare quei contratti e avrebbe tenuto un "generale atteggiamento ostruzionistico volto a non fornire i dati per procedere all'attuazione della metodologia utilizzata per realizzare i tetti di spesa".

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Aeroporto, problemi col ghiaccio per i voli in partenza per Milano

Problemi tecnici collegati, sembra, alla normativa nazionale che riguarda la formazione di ghiaccio sulle ali degli aeromobili, ha ritardato la partenza questa mattina dall'aeroporto d'Abruzzo di alcuni voli. In particolare il volo Ryanair Pescara-Milano (BGY) FR4016 delle ore 06.30 e' stato posticipato alle 11.30. Posticipata anche la partenza del volo Alitalia Pescara-Milano (LIN) AZ1243 delle ore 07.30 alle 9. La societa' Saga, che gestisce lo scalo abruzzese, ha prestato assistenza ai passeggeri

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Bimbo muore dopo un intervento, lutto a Bolognano

 Sara' lutto cittadino a Bolognano nel giorno dei funerali del bambino di 10 anni morto all'ospedale pediatrico Meyer di Firenze. Lo ha stabilito il sindaco Silvina Sarra, dopo che la Giunta comunale ha approvato l'apposita delibera. Il piccolo, L.F., residente con la famiglia nella frazione di Piano d'Orta, non e' sopravvissuto ad un intervento di chirurgia vertebrale, il secondo subito nel giro di poche settimane. Sgomento e dolore nel piccolo comune del Pescarese.  I genitori del bimbo hanno presentato un esposto e la procura ha subito aperto un fascicolo, disponendo l'autopsia, che era gia' stata richiesta dall'ospedale.
Il piccolo era stato ricoverato per un delicato intervento neurochirurgico, ma i medici del Meyer in sala operatoria, una ventina di giorni fa, avevano avuto la sensazione che il bambino fosse affetto da una ben piu' grave patologia. Per questo l' operazione era stata sospesa e il bimbo era stato riportato in reparto. Durante la degenza era stato sottoposto a numerose indagini diagnostiche, comprese quelle genetiche, per verificare l'origine della patologia. La settimana scorsa le sue condizioni sarebbero peggiorate e i sanitari avrebbero deciso di sottoporlo a un secondo intervento che, pero', lui non e' riuscito a superare: ricoverato nel reparto di rianimazione e' morto sabato.

Non ci sono indagati nel fascicolo aperto dalla procura di Firenze per la morte del bimbo, originario della provincia di Pescara, 10 anni, deceduto sabato scorso dopo un intervento chirurgico all'ospedale pediatrico Meyer di Firenze. Eventuali responsabilita' da parte dei medici saranno ipotizzate dagli inquirenti solo alla luce all'esito dell'autopsia, che sara' eseguita domani. Il fascicolo e' stato aperto a seguito di un esposto presentato dai familiari del bimbo, dal quale tuttavia non emergerebbero profili di responsabilita'. Nel documento, i familiari si sarebbero limitati a chiedere di capire che cosa sia accaduto. Secondo quanto appreso, l'intervento chirurgico non era stato prospettato loro come rischioso per la vita del bimbo, che sarebbe stato affetto da gravi patologie

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Stalking e furto in casa della ex, 30enne arrestato dai Carabinieri di Montesilvano

Avrebbe commesso un furto nella casa della ex fidanzata che perseguitava da tempo, ed è statoed arrestato dai Carabinieri, in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari. Protagonista della vicenda, avvenuta a Montesilvano, e' un 30enne di San Giovanni Teatino, accusato di atti persecutori e furto in abitazione. Le indagini dei militari dell'Arma della Compagnia di Montesilvano, diretti dal capitano Vincenzo Falce, hanno permesso di ricostruire gli atti persecutori e i comportamenti ossessivi, fatti di pedinamenti e minacce, di cui era vittima una 25enne. La giovane, lo scorso 28 novembre, ha subito un furto in casa. Dagli accertamenti dei Carabinieri e' emerso che c'era qualcosa di anomalo, in quanto non risultava alcun segno di effrazione. Dall'abitazione, senza mettere a soqquadro nulla, erano stati portati via oggetti di valore, contanti per 1.500 euro e i documenti d'identita'. Nel corso del sopralluogo, la ragazza ha raccontato la tormentata storia vissuta con il suo ex, finita alcuni mesi prima. I militari, oltre ad accertare gli atti persecutori, hanno anche appurato che autore del furto era stato proprio l'ex della 25enne, entrato in casa usando una copia delle chiavi detenute ad insaputa della giovane. 

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Crollo hotel Rigopiano, Ruffini: è mancata una efficace gestione e coordinamento dell’emergenza

"E' mancata, sinceramente, una efficace gestione e coordinamento dell'emergenza. Il mio sfogo contro il Prefetto e la Prefettura segnalava questo problema. Un pezzo dello Stato non si era accorto se non in ritardo, che c'era bisogno dello Stato in Abruzzo in quei giorni. Che le turbine erano poche, che le strade erano impercorribili, che l' emergenza aveva carattere eccezionale, che il prolungarsi degli eventi atmosferici avrebbero, come purtroppo poi e' accaduto, potuto produrre anche vittime tra i civili". Lo scrive in una lunga lettera inviata agli organi di stampa, Claudio Ruffini (non indagato), l'ex segretario particolare del presidente della Regione Abruzzo, Luciano D'Alfonso, in merito alle intercettazioni che lo riguardano inerenti i giorni di maltempo di meta' gennaio in Abruzzo, tra cui anche il 18 quando si verifico' la tragedia dell'hotel Rigopiano, con 29 vittime. "Di certo non potevo essere Claudio Ruffini l'uomo solo al 'comando' per gestire una calamita' di tale proporzioni, sconosciuta in Abruzzo se non in Italia", dice Ruffini.

"Le leggi del nostro ordinamento - prosegue l'ex segretario del presidente della Regione - individuano chiaramente le figure preposte a gestire le emergenze. Vi e' una precisa catena di comando e di coordinamento. Non trovo alcun riscontro che la figura del personale di segreteria o di staff di un organo politico, possa essere 'incaricata' di funzioni e 'compiti' che e' il nostro ordinamento a stabilire ed individuare con cura". "Se avessi saputo cosa sarebbe accaduto (chi poteva saperlo?) non avrei esitato - scrive Ruffini - a rivolgere tutte le attenzioni del caso al territorio di Rigopiano. Cosi' come in quelle ore, fatte di telefonate frenetiche, delle sollecitazioni piu' disparate, di sindaci arrabbiati e preoccupati, ritengo che era 'umanamente' impossibile offrire risposte adeguate a tutti i sindaci ed a tutti i territori". "Io - spiega - ho pensato a indirizzare mezzi, uomini e soccorsi, dove mi veniva richiesto. Il mio unico pensiero e' stato 'richiedere turbine' ed 'aiutare' i comuni piu' in difficolta'". E conclude: "Il mio passato da amministratore locale, con un forte radicamento ai territori, avra' certamente influito in quei giorni. Mi sono messo a disposizione come fa un sindaco oppure un consigliere comunale quando vede che la sua comunita' e' in pericolo. Questo e' stato il segno di tutta la mia vita politica fino a quei drammatici giorni, che sono coincisi, poco dopo, con la mia uscita dalla sfera pubblica. Ho vissuto e vivro' i giorni di Rigopiano con grande dolore ed ineludibile tristezza".

"La mia figura e' stata accostata dolosamente e strumentalmente alla tragedia. Una rimozione della realta', con ricostruzioni parziali, sommarie e fuorvianti che hanno spinto alcuni commentatori, quasi a definire la mia persona come la 'causa' o 'una delle cause' della tragedia di Rigopiano. Ero stato 'incaricato' dal Presidente D'Alfonso a richiedere mezzi che non c'erano, che dovevano arrivare da fuori regione, dal Nord-Italia. Il mio compito era aiutare e sostenere i sindaci e le comunita' allo stremo", scrive Ruffini sottolineando che "adesso il sentimento di dolore si e' unito ai sentimenti di paura, di vergogna, di incredulita', di sconcerto". "Amministro la cosa pubblica da oltre 30 anni e mai mi era capitato di trovare il mio nome accostato ad una tragedia che ha sconvolto il Paese, la mia Regione e la vita di tante famiglie. C'era la neve. Una quantita' mai vista. Poi il terremoto, le scosse, tre, quattro, tutte di forte intensita'... chiamavano dalla provincia di L'Aquila, da Teramo, dalla provincia di Pescara. In questo 'caos' telefonico - scrive Ruffini - mi dispiace molto non aver risposto al sindaco Ilario Lacchetta (di Farindola, comune dove era situato l'hotel, ndr.). Ma sono altre le telefonate a cui non sono riuscito a dare risposta. A tante altre ci ho provato e ci sono riuscito, non vi era in me alcuna volonta' di penalizzare un territorio rispetto ad un altro".

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