Cronaca

Orsa e due cuccioli annegati in una vasca per la raccolta dell’acqua

Un'orsa e due cuccioli sono morti annegati in una vasca per la raccolta dell'acqua, nella zona di protezione esterna Parco nazionale d'Abruzzo. I tre animali sono stati recuperati da personale del Parco stamane, in localita' 'Le Fossette', in alta quota, tra i Comuni di Balsorano e Villavallelonga, con l'impiego di un elicottero dei carabinieri forestali. La mamma aveva una decina d'anna, i cucciolii, un maschio e una femmina, appena un anno. Si ipotizza che i tre animali siano caduti nella vasca, la stessa in cui nel 2010 annegarono altri due orsi, e poi affogati in quanto non sono piu' riusciti a risalire. La presenza dei corpi nella vasca e' stata segnalata da un escursionista ieri nel tardo pomeriggio. Le carcasse sono state trasportate a Pescasseroli e saranno sottoposte ad esame necroscopico per accertare o escludere che non ci siano altre cause di morte, ha fatto sapere il Parco. La vasca si trova in una proprieta' privata e gli interventi di messa in sicurezza realizzati dai proprietari, con il supporto del Corpo Forestale dello Stato nel 2012, non sono piu' adeguati a garantire la sicurezza di uomini e animali. 

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Pedopornografia, adescava minorenni ‘in rete’,arrestato

La Polizia di Stato ha arrestato un uomo di 37 anni residente in provincia di Bari con le accuse di adescamento di minorenni, detenzione di materiale pedopornografico e pornografia minorile. Il provvedimento cautelare, emesso dal gip del Tribunale di L'Aquila, Guendalina Buccella, trae origine da un' indagine del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Pescaracoordinata dal Sostituto Procuratore, Roberta D'Avolio. E' stata la segnalazione di una madre di Pescara, preoccupata da alcuni messaggi ricevuti su "Messanger" dal figlio da parte di un interlocutore anonimo che manifestava apprezzamenti ambigui, a far scattare l'inchiesta. Il profilo Facebook dell'ignoto interlocutore appariva essere di un adulto che aveva come "amici" vari ragazzini alle cui foto esprimeva "espliciti" commenti

Cosi' e' stato identificato il titolare dell'account, un 37enne residente nel Barese al quale, nel corso di una perquisizione, venne sequestrato materiale informatico e a seguito dell'analisi tecnica emersero continui tentativi di adescamento di minorenni.

La ricerca della "vittima" era assolutamente casuale essendo rivolta a soggetti titolari e/o utilizzatori di un account su diversi social network come Facebook, Instagram, Badoo, Telegram e WhatsApp. L'uomo contattava minori di anni 16 instaurando con loro relazioni amichevoli e, carpendo la loro fiducia con artifizi e lusinghe, incanalava la conversazione su argomenti sessuali proponendo appuntamenti per incontri sessuali.

Gli investigatori hanno riscontrato la presenza di oltre 2600 chat nelle varie applicazioni di messaggistica istantanea le quali venivano estrapolate, lette e analizzate nei contenuti. Le vittime identificate risultano residenti anche in altre province italiane. L'arresto e' stato eseguito da personale del Compartimento Polizia Postale di Pescara, che ha condotto le indagini, con la collaborazione della Polizia Postale di Bari

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Dissesto Aca, rinviata l’udienza

Rinviata al prossimo 27 febbraio l'udienza del procedimento in corso, davanti al gup del Tribunale di Pescara, in merito al dissesto da 120 milioni di euro dell'azienda acquedottistica abruzzese (Aca). Lo slittamento è stato disposto dal giudice Gianluca Sarandrea per concedere alle difese il tempo necessario ad approfondire la memoria di 70 pagine depositata dal procuratore aggiunto Anna Rita Mantini. Sono cinque gli imputati, accusati di bancarotta fraudolenta, patrimoniale e documentale, e di truffa. L'ipotesi dell'accusa è che gli imputati, allo scopo di "recare pregiudizio ai creditori e di procurare a sé o agli altri un ingiusto profitto", avrebbero falsificato bilanci e scritture riguardanti gli esercizi 2009, 2010, 2011 e 2012. Secondo il pm, i cinque avrebbero omesso "fraudolentemente di iscrivere consistenti componenti negativi di reddito, ovvero indicavano maggiori proventi straordinari rappresentando in tal modo falsamente utili di esercizio in realtà inesistenti".

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Il Nas multa gli studenti sorpresi a fumare in bagno

Multe dei Carabinieri del Nas di Pescara in due licei del centro città, dove studenti e personale sono stati sorpresi a fumare nei bagni e nelle aree di pertinenza degli istituti. I controlli rientrano nell'ambito delle attività per la verifica del rispetto della normativa sul divieto di fumo disposti dal Ministero della Salute. Dopo il caso di un istituto superiore di Chieti in cui alcuni studenti sono stati sorpresi a fumare nei bagni, una situazione analoga è stata accertata in un liceo del centro di Pescara: tre studenti - di cui un minorenne - stavano fumando nei bagni e nel cortile dove sono state trovate cicche di sigaretta. Il fatto che si fumasse nelle aree scolastiche, d'altronde, era ben visibile, tanto che la cosa era stata segnalata anche da alcuni genitori. Multati i due studenti maggiorenni e, considerando la presenza di una minorenne, è stato sanzionato anche uno degli addetti alla vigilanza e al divieto di fumo, come da assetto organizzativo del sistema di emergenza.

In un altro liceo del centro di Pescara è stata accertata una situazione regolare nei bagni, ma un addetto alla distribuzione degli alimenti per le merende è stato sorpreso mentre fumava nel cortile. Gli accertamenti sono stati quindi estesi anche alla sede dell'attività che si occupa della preparazione delle merende. L'operatore è stato multato. La sanzione elevata nei confronti delle quattro persone ammonta a 55 euro. I controlli finalizzati alla tutela dei non fumatori vanno avanti in tutta la regione. 

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Donna morta nel tunnel della stazione a Pescara, sentito un testimone

Ci sarebbe un testimone dei fatti che hanno preceduto la morte di Anna Carlini, trovata senza vita nel tunnel della stazione nel 2017. Una persona ha riferito di avere visto la donna prima e dopo il presunto stupro, di avere ricevuto confidenze in merito ad un presunto abuso sessuale da parte di uno dei due indagati, di avere notato che la ragazza non stava bene, ma di non averla vista assumere sostanze alcoliche e di non avere assistito alla violenza sessuale. Questi i principali passaggi della deposizione dell'unico testimone, di nazionalità romena che davanti al gip del tribunale di Pescara Nicola Colantonio, ha partecipato all'incidente probatorio, richiesto dal pm Rosangela Di Stefano, nell'ambito dell'inchiesta sulla morte di Anna Carlini.

L'inchiesta conta due indagati, entrambi di nazionalità romena ma al momento irreperibili, accusati di violenza sessuale, omicidio e abbandono di persona incapace. Il giudice ha aggiornato l'udienza al prossimo 13 dicembre, quando saranno ascoltati gli altri due testimoni che oggi non si sono presentati. Presente all'udienza di oggi, invece, la sorella della vittima, assistita dall'avvocato Carlo Corradi. L'incidente probatorio è stato richiesto dal pm alla luce del rischio che i tre testimoni, due originari della Guinea e uno della Romania, risultino irreperibili quando si aprirà la fase dibattimentale. In questo modo, invece, le testimonianze saranno cristallizzate e potranno essere utilizzate in giudizio. Il testimone ascoltato oggi ha riconosciuto i due indagati in fotografia e ha detto che qualche ora dopo essere stato convocato dalla polizia, insieme ad altre persone, un conoscente gli aveva riferito che uno dei due indagati aveva abusato sessualmente della ragazza. Il testimone ha affermato di non avere assistito allo stupro, ma di avere visto la ragazza ferma, fuori dalla stazione, mentre fumava una sigaretta, intorno alle 18-19 di quel giorno. Poi ha detto di avere visto uno dei due indagati portare all'interno del tunnel la ragazza, accarezzandola alle braccia, come se volesse rubarle qualcosa e di essersi accorto che la ragazza non stava bene. Il testimone, a quel punto sarebbe andato via e avrebbe rivisto la ragazza, ancora vigile, solo intorno alle due di notte, quando il presunto stupro era già avvenuto.

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Pescara, individuati gli autori della rapina ai fidanzatini

Sonostati individuati e arrestati i presunti autori di una rapina con aggressione ai danni di due fidanzatini minorenni messa a segno nella notte dello scorso 21 ottobre, in pieno centro a Pescara. Si tratta di tre giovani - due ragazzi e una ragazza - nei cui confronti la Polizia ha eseguito stamani la relativa ordinanza di custodia cautelare per rapina e lesioni aggravate. Il fatto era avvenuto in via Parini, dove i due minorenni erano stati picchiati e rapinati da quattro sconosciuti. 

In manette sono finiti tre diciottenni (due ragazzi pescaresi e una ragazza chietina). Al pestaggio ha partecipato anche un minorenne che e' stato segnalato al Tribunale dei minori dell'Aquila. L'episodio e' accaduto il mese scorso, intorno all'una e trenta di notte. Stando alla ricostruzione fornita dalla polizia, le vittime (17 anni lui e 16 anni lei) erano tranquillamente sedute su di una panchina, quando passano i quattro e uno di loro insulta e tira uno schiaffo alla 16enne. Il fidanzato allora interviene a difesa della ragazza e viene preso a calci e pugni dal gruppetto. La 16enne cerca di ostacolare gli aggressori, ma viene affrontata e immobilizzata dall'unica ragazza della banda, mentre il giovane che l'aveva insultata continua a prenderla a calci. Il fidanzato, ormai a terra, viene invece malmenato dagli altri. Poi fuggono, dopo aver rubato la borsa della 16enne. Sul posto intervengono gli agenti della volante e i sanitari del 118, che soccorrono e trasportano le due vittime in ospedale per le cure del caso. Successivamente, gli investigatori della squadra mobile, grazie anche alle immagini riprese dalle telecamere di un negozio della zona, risalgono al gruppetto e, in particolare, ad uno di loro perche' gia' noto alle forze dell'ordine. Quest'ultimo, peraltro destinario nei mesi scorsi della misura di prevenzione dell'avviso orale, e' finito in carcere. Mentre gli altri due maggiorenni sono finiti agli arresti domiciliari. Il quarto componente della banda, essendo minorenne, e' stato segnalato Tribunale dei minori dell'Aquila. Le misure cautelari sono state emesse dal gip Nicola Colantonio. 

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Ortona, donna violentata in spiaggia da un somalo

Un somalo di 20 anni senza fissa dimora, che gode dello status di protezione sussidiaria, è stato arrestato dai carabinieri di Ortona con l'accusa di violenza sessuale. L'uomo prima si è denudato e poi si è avvicinato ad un'anziana donna che stava stava prendendo il sole in località Ripari di Ortona e dopo averle fatto battere la testa contro alcuni grossi ciottoli l'ha costretta a subire violenza sessuale. La donna è riuscita a divincolarsi e a fuggire ed è stata poi accompagnata all'ospedale di Lanciano dove è stata ricoverata per le numerose ecchimosi ed escoriazioni e per trauma cranico. Il somalo è stato anche denunciato a piede libero per atti osceni in luogo pubblico compiuti per le strade di San Vito Chietino, dove era stato segnalato al 112, e per aver fornito false generalità. La comparazione delle sue impronte ha permesso di accertare la sua vera identità. Circa un anno fa era entrato clandestinamente in Italia durante uno sbarco in Sicilia

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Rimborsopoli, il Gup nella sentenza: documentazione redatta in piena conformità alla normativa

"La prospettazione dell'accusa è carente quanto alla prova, al di là di ogni ragionevole dubbio, di un utilizzo per fini personali, e quindi illecito, dei fondi regionali nella disponibilità dei singoli componenti". E' quanto si legge nelle motivazioni che accompagnano la sentenza di assoluzione "perché il fatto non sussiste", emessa dal gup del tribunale di Roma il 12 giugno scorso, nei confronti dell'ex presidente della giunta regionale abruzzese Gianni Chiodi, dell'ex vicepresidente Alfredo Castiglione e dell'ex assessore all'Istruzione Paolo Gatti, in riferimento alla cosiddetta Rimborsopoli abruzzese. I fatti, riguardanti l'utilizzo delle carte di credito della Regione, risalgono ad un periodo compreso tra il 2009 e il 2011. Le accuse, nei confronti dei tre imputati assolti, difesi dagli avvocati Pietro Referza, Enrico Mazzarelli, Dante Angiolelli e Gennaro Lettieri, erano di peculato e, soltanto per Chiodi e Gatti, anche di truffa aggravata.

"Per la maggior parte delle contestazioni le difese hanno offerto elementi idonei a una diversa ricostruzione dei fatti aventi una attitudine dimostrativa dell'irrilevanza penale delle condotte - si legge nelle motivazioni -. In particolare, le difese hanno dedotto come le spese per alloggio, pranzi, cene, coperte con i fondi erogati dall'ente e poi rimborsati, rientravano tutte nel budget annuo di spesa, ed erano tutte autorizzate previamente, salvo che per quelle del presidente non necessitanti alcun previa autorizzazione, ed erano correlate all'esercizio del loro mandato istituzionale". Il gup mette in luce che "gli imputati hanno sostenuto delle spese, pagando direttamente con carta in dotazione o anticipandole e chiedendo poi il rimborso, fra l'altro per un ammontare non rilevante, giustificando adeguatamente l'utilizzo o comunque producendo a supporto documenti attestanti spese inerenti le loro finalità istituzionali. La documentazione predisposta a giustificazione delle spese sostenute dagli imputati nel corso delle missioni in oggetto delle rispettive contestazioni - prosegue il giudice - risulta redatta in piena conformità alla normativa e alle delibere che disciplinano la materia". 

Il giudice inoltre considera "un dato oggettivo ed inconfutabile, emerso dalle indagini svolte, che tali spese, di entità non ingente e sempre nei limiti del budget previsto per ciascun componente della Giunta regionale, non risulta essere stato oggetto di alcun rilievo in sede amministrativa. La stessa indagine avviata dalla procura della Corte dei Conti della regione Abruzzo - rimarca il gup - risulta archiviata non essendo emerse irregolarità contabili". Più nello specifico, in riferimento alla posizione di Chiodi, il gup scrive che "nessuna delle singole spese rientra nella categoria delle spese abnormi e come tali illecite, rispondendo invero a criteri di congruità e alla modalità di spesa previste dalla normativa regionale". Le motivazioni della sentenza mettono poi in luce che "dagli atti di indagine è provato inequivocabilmente che non si tratta di spese finalizzate ad interessi personali dell'imputato ed estranee alla sua attività politico istituzionale". Infine si fa riferimento anche al rimborso per il pernotto effettuato da Chiodi, in compagnia di un'altra persona, all'Hotel del Sole a Roma, in occasione di una missione istituzionale. "Le indagini - conclude il gup - hanno accertato che da parte dell'imputato non vi è stata alcuna condotta truffaldina diretta a lucrare un guadagno indebito" . 

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La Finanza sequestra un chilo di droga nel Pescarese

Un chilogrammo di cocaina sequestrato e due giovani arrestati. Questo il bilancio di una operazione portata a termine la notte scorsa dalla Guardia di Finanza a Marina di Città Sant'Angelo dove una una pattuglia in servizio di perlustrazione anti-contrabbando sul litorale, ha intercettato in una stradina del litorale, chiusa al traffico, un'autovettura, con a bordo due ragazzi ventenni. I militari hanno fermato l'auto e l'ispezione ha portato al rinvenimento di una borsa contenente circa 1 Kg di cocaina; i due ragazzi, entrambi italiani residenti nella provincia di Pescara, sono così stati tratti in arresto. Lo stupefacente era già stato suddiviso in una dozzina di confezioni, pronto evidentemente alla vendita sul mercato ove avrebbe fruttato almeno 50mila euro. Nel corso della successiva perquisizione domiciliare è stato rinvenuto tutto l'occorrente per il confezionamento dello stupefacente, tra i quali 2 bilancini elettronici di precisione

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Rissa nella notte a Chieti Scalo, due feriti

Cinque giovani, di eta' compresa tra 20 e 25 anni, sono stati denunciati per una rissa avvenuta in strada, la scorsa notte, a Chieti Scalo. Sono arrivati alle mani tre studenti universitari fuori sede e due ragazzi del posto, che devono rispondere anche di porto abusivo di oggetti atti ad offendere. Durante la zuffa, stando a quanto emerso, sarebbe  stata utilizzata anche una mazza di ferro, poi sequestrata insieme a un'ascia rinvenuta all'interno dell'auto di uno dei ragazzi. Due dei denunciati si sono fatti medicare al pronto soccorso dell'ospedale Santissima Annunziata

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