Cronaca

L’Università d’Annunzio diventa ‘Ateneo dell’Adriatico’

 L'Università D'Annunzio cambia denominazione: il Senato Accademico ha accolto la proposta del rettore Sergio Caputi di integrare la denominazione dell'Ateneo che verrà così identificato con il nome Università degli Studi dell'Adriatico 'Gabriele d'Annunzio' Chieti-Pescara. La proposta del Senato dovrà ora passare al vaglio del Consiglio di Amministrazione per la definitiva approvazione. Sempre oggi il Senato Accademico ha approvato l'accordo con il Dipartimento delle Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio per il Progetto 'Alleanza per l'inclusione', proposto dal prof. Liborio Stuppia, la partecipazione al Progetto 'Il sistema che certifica le competenze con Valore e Legalità' proposta dalla prof.ssa Faustina Guarriello, e il Protocollo d'intesa per le attività della politica di coesione nell'ambito, ambedue legati al Por Fse Abruzzo 2014-2020. Sono stati inoltre ratificati la proroga dell'accordo con la Cooperativa Sociale Girasole di Chieti, la convenzione con la Roche Spa di Monza e il Dipartimento di Neuroscienze, Imaging e Scienze Cliniche e il protocollo d'intesa 'Le città di Villard' che vede coinvolto il Dipartimento di Architettura. Sono stati approvati inoltre l'accordo bilaterale con la University of Johannesburg e la proposta di finanziamento finalizzato alla mobilità internazionale tra il Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Moderne e la Fordham University New York

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Traffico di cocaina, 12 condanne a Chieti

 Il Tribunale di Chieti ha condannato dodici persone accusate a vario titolo di associazione a delinquere e finalizzata all'acquisto, al trasporto e alla detenzione e illegale e fine di spaccio di cocaina. Le condanne vanno dai 28 anni di reclusione a un uomo originario di Locri e domiciliato a Francavilla al Mare e ritenuto il capo e l'organizzatore del sodalizio, ai 20 dell' altro imputato suo concittadino, anch'egli ritenuto al vertice del sodalizio e l'organizzatore, fino ai 6 anni a tre donne, due originarie della provincia di Reggio Calabria e una del Comasco, accusate di aver impiegato in un'attività commerciale il provento del traffico di droga. L'indagine, partita diversi anni fa, condotta dai carabinieri di Chieti e coordinata dalla Procura Distrettuale de L'Aquila, ha portato a ricostruire un vasto traffico di cocaina. Molta della droga, una volta giunta in Abruzzo, veniva nascosta in un casolare di San Giovanni Teatino al quale i carabinieri sono risaliti effettuando una serie di attività di osservazione e intercettazione. 

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Omicidio di Vasto, pena ridotta di 10 anni in Appello

La Corte d'Assise d'Appello del capoluogo di regione, ha ridotto di dieci anni, la condanna inflitta a Fabio Di Lello, il panettiere che il 1 febbraio dello scorso anno aveva ucciso con tre colpi di pistola Italo D'Elisa a Vasto. Un omicidio si sapra' poi per vendetta da parte dell'imputato per la morte della moglie Roberta Smargiassi, investita dalla vittima. In primo grado l'imputato era stato condannato a trent'anni. Al termine della requisitoria la stessa accusa aveva chiesto la conferma della condanna in primo grado ma la Corte d'Assise d'Appello dell'Aquila ha tenuto conto delle attenuanti generiche, eliminando l'aggravante della minorata difesa. 

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Inviava proiettili all’amata, stalker patteggia pena

Per mesi avrebbe minacciato una donna di 47 anni di Giulianova, inviandole lettere offensive e minatorie e arrivando anche a recapitarle a casa o a lasciarle sulla macchina cartucce da caccia calibro 12. Minacce ed ingiurie che questo pomeriggio hanno portato un 70enne di Giulianova a patteggiare una pena a due anni e due mesi davanti al gup Mauro Pacifico. A denunciare le molestie ai carabinieri era stata la stessa vittima, che spaventata da quelle lettere e quei proiettili, si era recata in Caserma per segnalare come uno sconosciuto la stesse minacciando.

Lo stalker si era invaghito della vittima e mai ricambiato nelle attenzioni. A quel punto l'uomo era stato bloccato mentre si trovava a bordo della sua autovettura, con la perquisizione che aveva permesso ai militari di trovare a bordo del mezzo una pistola a tamburo regolarmente caricata con 8 colpi, pronta all'uso, un coltello a serramanico di 20 centimetri e 4 cartucce calibro 12, le stesse utilizzate a più riprese per minacciare la vittima. 

Un vero e proprio arsenale rinvenuto anche a casa dell'uomo, dove i Carabinieri avevano successivamente sequestrato una carabina ed una pistola semiautomatica detenute illegalmente, una pistola scacciacani senza tappo rosso, 37 cartucce calibro 12, 8 scatole contenenti circa 700 colpi calibro 6 e 4, diversi coltelli a serramanico

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Si spaccia per l’ex marito della compagna in chat, a giudizio 

Per mesi avrebbe mandato messaggi alla compagna, utilizzando una messaggeria virtuale e spacciandosi per l'ex marito, insultandola e minacciandola. Messaggi che un cinquantenne teramano avrebbe inviato anche al figlio della donna, e tutto per mettere in cattiva luce l'uomo e spingere la compagna ad interrompere ogni rapporto con l'ex marito e allontanarlo anche dal figlio. Una vera e propria persecuzione andata avanti per diverso tempo, tanto che la Procura contesta all'uomo circa 700 messaggi, e che al termine dell'udienza preliminare davanti al giudice Mauro Pacifico, è costata all'imputato il rinvio a giudizio per sostituzione di persona, stalking, minacce e calunnia.

In numerose occasioni il 50enne avrebbe inviato alla donna messaggi da utenze telefoniche virtuali di altre persone, in cui avrebbe inventato accuse nei confronti di quello che, evidentemente, riteneva ancora essere un suo potenziale rivale.

 

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Processo sulle rottamazioni delle moto, tutti assolti

Secondo l'accusa avevano messo su un giro di false rottamazioni di moto, per consentire agli acquirenti di ottenere i relativi benefici di legge ma le accuse sono cadute in primo grado e per 19 persone accusate di falso e truffa - due titolari di una concessionaria di moto, il titolare di una ditta di autodemolizione e sedici clienti - con quest'ultimo reato poi riqualificato in tentata truffa, è arrivata l'assoluzione del giudice Franco Tetto  al termine del processo di primo grado, con la formula £perché il fatto non sussiste£. Alcuni imputati, ma solo per un capo, sono stati assolti perché il reato contestato è stato ritenuto non punibile per la particolare tenuità del fatto. Gli imputati erano assistiti dagli avvocati Gennaro Lettieri, Guglielmo Marconi, Tommaso Navarra, Sergio Menna, Fabrizio Antenucci. I fatti contestati ai 19 imputati erano relativi ad un periodo compreso tra il 2009 e il 2010 quando, secondo l'accusa, avevano presentato falsi certificati di rottamazione per poter usufruire dei relativi incentivi nell'acquisto di nuovi veicoli. 

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Incidente stradale mortale, perde la vita un 55enne

Un uomo di Gioia dei Marsi, A.P. di 55 anni, è morto dopo un incidente stradale avvenuto nel pomeriggio di oggi. L'uomo a bordo della sua vettura stava facendo ritorno a casa dopo la giornata di lavoro quando improvvisamente ha perso il controllo del mezzo. L'auto è uscita fuori strada e si è ribaltata, schiacciandolo. Inutili i soccorsi che altri automobilisti di passaggio hanno cercato di prestare perché quando sono arrivati i sanitari del 118 l'uomo aveva già cessato di vivere. 

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Chieti, scoperta truffa all’Inps per 30mila euro

I carabinieri della compagnia di Lanciano hanno scovato uno studio professionale ubicato in Val di Sangro, guidato da un dottore commercialista operante nella zona di Atessa e Casoli il quale, approfittando della sfavorevole congiuntura economica dell’area frentana, ha causato un danno patrimoniale alle casse Erariali. Il sistema di frode ideato consisteva nella fittizia sussistenza di rapporti di lavoro subordinato che garantivano, al loro decadimento, l’ottenimento dell’indennità di disoccupazione.

Il volume della frode, con conseguente danno patrimoniale per le casse dello Stato, ammonta complessivamente a 5.405,17 euro di contributi ex Legge Fornero risparmiati e 22.589,70 euro di indebita fruizione dell’indennità di disoccupazione. Per assicurarsi un risparmio indebito, il professionista aveva fatto cessare preliminarmente il rapporto di lavoro dei propri dipendenti mediante dimissioni, in modo da omettere il pagamento all’Inps. A distanza di pochi giorni venivano poi stipulate assunzioni fittizie in altre società affidate professionalmente al predetto commercialista, a cui seguivano, a distanza di settimane, licenziamenti che garantivano il godimento della prevista indennità di disoccupazione erogata dall’Inps.

Le indagini eseguite hanno consentito di appurare che le persone, in pratica, non si erano mai spostate dal luogo di lavoro originario e che i titolari delle altre società coinvolte, estranee ai fatti, non sapevano di aver avuto alle dipendenze altra forza lavoro, in virtù della fiducia riposta nel professionista. A tutto provvedeva direttamente il commercialista, che si prodigava di effettuare telematicamente le trasmissioni delle false comunicazioni di assunzione al Centro per l’impiego e di tutte le altre pratiche connesse ai citati rapporti di lavoro.

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Aizza pitbull contro carabinieri, arrestato nel Chietino

Pur essendo moroso da tempo si opponeva a un decreto di sequestro preventivo dell'abitazione, richiesto dal proprietario, e ha aizzato come minaccia un pitbull contro i carabinieri di Fossacesia che gli avevano notificato l'ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Lanciano. Poi si frappone contro i militari impedendo loro di entrare in casa e ne ferisce lievemente due. Con l'accusa di resistenza, minaccia e lesioni a pubblico ufficiale, i carabinieri della compagnia di Ortona, coordinati dal maggiore Roberto Ragucci, hanno arrestato un 30enne. L'episodio è avvenuto a Mozzagrogna, nella frazione Villa Romagnoli.

Durante il sequestro l'uomo si è procurato volontariamente alcune escoriazioni al braccio contro la rete metallica di recinzione cercando poi di addossare la colpa ai carabinieri con l'intento calunniatorio.

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Hashish per 1,6 kg in auto e a casa, arrestato allenatore nel Chietino

 Sotto il sedile dell'auto aveva nascosto cinque tavolette di hashish per quasi un chilo, in casa altri 600 grammi, tra cui 9 ovuli, per un valore commerciale complessivo di circa quindicimila euro. Li aveva un 54enne fermato all'uscita dell'A14 e poi arrestato per detenzione a fini di spaccio di sostanza stupefacente. A eseguire la perquisizione sono stati gli uomini del Commissariato di Vasto e i colleghi della Squadra Mobile della Questura di Chieti. "L'uomo - ha dichiarato il dirigente del Commissariato di Vasto Fabio Capaldo - risulta essere anche allenatore di una squadra di calcio ortonese, il che non giustifica il suo tenore di vita". Le indagini proseguiranno per individuare a chi avrebbe dovuto consegnare la droga.

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