Cronaca

Acqua minerale contaminata, ritirata una partita di bottigliette

Una partita d'acqua minerale contaminata è stata sequestrata e ritirata dal mercato. Si tratta di bottigliette da mezzo litro di acqua naturale prodotte dalla "San Benedetto - Fonte Primavera" nello stabilimento "Gran Guizza" di Popoli in Provincia di Pescara. La notizia è stata data anche dal Ministero della Salute e confermata dall'azienda che invita i consumatori a riportare le bottiglie eventulmente acquistata agli esercenti per essere sostituite. La partita in questione (non sono stati forniti dati né sul numero di bottiglie né su eventuali zone di distribuzione) è risultata contaminata per una presenza superiore al consentito di idrocarburi aromatici. L'azienda conferma che si tratta delle bottiglie del lotto n. 23LB8137E con scadenza 16 novembre del 2019.In un comunicato, la San Benedetto fa sapere che "sta collaborando con le autorità per l’accertamento delle eventuali cause e la risoluzione della problematica". E la società ribadisce che gli impianti in cui la Fonte Primavera è imbottigliata sono conformi ai massimi standard di qualità del gruppo.

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Pescara, uomo trovato morto in un capannone di via Tiburtina

Un ragazzo di trent'anni è deceduto nel pomeriggio di oggi a Pescara dopo essere stato trovato in un capannone di viale Tiburtina solitamente frequentato da senza tetto e tossicodipendenti. Una volta scattato l'allarme alla sala operativa del 118, sul posto sono arrivati i sanitari che hanno tentato di rianimare in tutti i modi il giovane che è stato caricato in ambulanza dove sono state praticate tutte le manovre rianimatorie che però si sono rivelate inutili visto che il giovane è spirato poco dopo. Sul posto anche gli agenti della Squadra Volante della Questura. Si sospetta una overdose. 

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Arrestato borseggiatore 14enne nel Teramano 

Gli arresti di un 14enne per il furto di due portafogli e di un nigeriano 38enne ricercato per scontare un anno di reclusione per spaccio di sostanze stupefacenti, ma soprattutto una serie di verifiche con contravvenzioni in locali pubblici rappresentano il bilancio dell'operazione "periferie sicure", condotte nello scorso fine settimana dai carabinieri dalla compagnia di Alba Adriatica in collaborazione con quelli del Cio dell'ottavo Reggimento 'Lazio'. Assieme ai colleghi del nucleo ispettorato del lavoro e con il nucleo cinofili di Chieti, i militari hanno rilevato la presenza di alcuni dipendenti non in regola con le normative sull'attività lavorativa all'interno di un noto locale notturno di Tortoreto: il titolare dell'attività e il responsabile della società che ne gestisce il controllo, sono stati contravvenzionati rispettivamente per 20mila e 3mila euro, per le violazioni riscontrate. In precedenza i carabinieri avevano sorpreso un 14enne residente a Giulianova, subito dopo aver rubato due portafogli: è stato accompagnato presso il Centro di Prima accoglienza dell'Aquila su disposizione della Procura minorile. 

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Si alza la sbarra del passaggio col treno in transito, è polemica a San Giovanni Teatino

Le sbarre del passaggio a livello si alzano quando il treno è ancora in transito ed è subito polemica. + quanto accaduto a San Giovanni Teatino. Alcuni utenti hanno pubblicato sui social le immagini dell'episodio e informato dell'accaduto il Comune, che ha scritto ad Rfi per segnalare il "gravissimo malfunzionamento" e per chiedere di rimuoverne "immediatamente le cause". Il fatto è avvenuto attorno alle 9 in corso Italia. Da Rfi precisano che non ci sono stati pericoli per automobilisti e pedoni. "Il treno regionale in transito nell'area - dicono - ha impegnato il passaggio a livello quando le sbarre erano regolarmente abbassate, facendo quindi da barriere fisica ad eventuali attraversamenti. Un malfunzionamento ha fatto rialzare le sbarre prima che il convoglio finisse di passare. C'era il regolare segnale di rosso per le automobili e di verde per il macchinista, che proprio a causa del malfunzionamento ha rallentato, impiegando quindi più tempo a liberare il passaggio a livello". Sempre da Rfi fanno sapere che ora il passaggio a livello funziona regolarmente e che sono in corso verifiche per appurare la causa del problema. Ricevute diverse segnalazioni, il responsabile del settore Lavori pubblici del Comune, Assunta Di Tullio, su richiesta del sindaco, Luciano Marinucci, aveva infatti inviato con urgenza a Rete Ferroviaria Italiana - Direzione regionale Marche la "segnalazione del gravissimo malfunzionamento del passaggio a livello in Corso Italia". "Il passaggio a livello di Corso Italia - scrive il Comune - è rimasto a lungo abbassato, per poi alzarsi improvvisamente non appena un treno ha iniziato a transitare nel tratto interessato. Fortunatamente nessuna vettura o pedone aveva cominciato l'attraversamento dei binari, allertati anche dai continui segnali acustici del macchinista del treno che, evidentemente, si era accorto in tempo del guasto"

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Forzano la cassetta delle offerte nelle chiese, 4 denunce dei Carabinieri 

 Furto aggravato in concorso tra loro per quattro persone residenti a Gissi, con un'età compresa tra i 27 e 41 anni, autori di una serie di furti ai danni del Santuario San Michele Arcangelo di Liscia perpetrati dal 2015 al 2018. I Carabinieri della stazione di San Buono sono risaliti al quartetto analizzando le immagini del servizio di videosorveglianza del Santuario e di alcuni comuni. A loro carico vengono addebitati sei episodi: agivano forzando la cassetta delle offerte dei fedeli eliminando i lucchetti incuranti delle telecamere poste a tutela del luogo religioso. Rudimentali anche alcune modalità per prelevare il denaro: introduzione nella fessura della cassetta delle offerte di un filo metallico cosparso di colla per far rimanere attaccate le banconote. I militari della Compagnia di Vasto, con i colleghi di San Buono, hanno eseguito oggi 4 perquisizioni domiciliari su delega del sostituto procuratore della Repubblica, Michele Pecoraro. Le attività di ricerca, eseguite anche con l'ausilio di unità cinofile antidroga di Chieti, hanno consentito il rinvenimento di numerosi capi di abbigliamento utilizzati duranti i furti e residui di sostanze stupefacenti. Due dei soggetti deferiti sono stati inoltre denunciati dai Carabinieri di Gissi per tentato furto in un'abitazione avvenuto nel marzo 2018. Uno di essi si era arrampicato sul cornicione dello stabile ed era stato immortalato da alcuni operai che stavano eseguendo dei lavori in zona. 

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Processo per le azioni Tercas, tutti assolti

Sono stati tutti assolti i 28 imputati accusati di truffa in concorso con le azioni della Tercas, tra cui l'ex direttore generale della banca, Antonio Di Matteo e diversi dirigenti, direttori di filiali e anche semplici impiegati, ai quali l'accusa contestava di aver venduto delle azioni facendole passare invece per cosiddetti "pronto contro termine". Secondo la Procura teramana, ai clienti sarebbero state vendute azioni spacciandole per investimenti a un anno con un rendimento garantito. I fatti contestati agli imputati risalgono al 2011, con l'inchiesta partita dalle denunce di alcuni risparmiatori. 

Tutti assolti dal giudice Flavio Conciatori con la formula perché il fatto non sussiste; per due capi di imputazione, che interessavano solo alcune posizioni, la formula è stata perché il fatto non costituisce reato. A processo, oltre all'ex dg Antonio Di Matteo, all'ex responsabile pro-tempore dell'area finanza della Tercas Lucio Pensilli e all'allora responsabile pro-tempore dell'area commerciale Alessio Trivelli, erano finite altre 25 persone tra responsabili dei vari servizi, direttori di filiale, vicedirettori di filiale, addetti alla riprofilatura dei clienti e semplici dipendenti: Piero Lattanzi, Franco Maiorani, Fabrizio Di Bonaventura, Franca Marozzi, Mariagabriella Calista, Pietro Sciarretta, Nicola Celli, Rosanna Arcieri, Valentina Angelozzi, Enrico Robbuffo, Luisa Ferri, Silvana De Sanctis, Marco Nardinocchi, Maria Lucia De Laurentiis, Monica Di Luciano, Luca Ettorre, Christian Torreggianti, Elena Malatesta, Carlo Pavone, Giancarlo Stacchiotti, Mazzocchitti Lidia, Rastelli Rosanna, Valentini Maria Carmela, Danilo Ranalli e Marinella Petrini. Il pm Enrica Medori, nella precedente udienza, aveva chiesto la condanna per 15 persone, con le condanne più alte richieste proprio per gli ex vertici Tercas: sei anni per Di Matteo e Pensilli e quattro per Trivelli. "La sentenza assolutoria è l'epilogo del mirabile operato del Tribunale - ha commentato l'avvocato Gianni Falconi, legale di Di Matteo insieme alla collega Claudia Di Matteo - la magistratura ha restituito onorabilità e prestigio al dottore Di Matteo. L'accertata insussistenza dei fatti dimostra che la Tercas, nel periodo in cui è stata diretta da Di Matteo, non ha mai negato agli investitori il riacquisto delle proprie quote né più né meno di quanto è accaduto nell'operazione del 2010, perché la Banca le collocava nella certezza che avrebbe potuto riacquistarle in quanto aveva la necessaria solidità finanziaria e perché ha sempre anteposto gli interessi dei suoi clienti ai propri". 

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Montesilvano, lavori in dirittura all’asilo ‘lo scoiattolo’

Sopralluogo questa mattina dell’assessore all’edilizia scolastica Maria Rosaria Parlione nell’asilo nido “Lo Scoiattolo” di via Chiarini dove sono in dirittura di arrivo i lavori di adeguamento sismico della struttura.

La ditta affidataria delle opere è ora al lavoro nella risistemazione dell’area esterna. «I lavori all’interno -  sottolinea l’assessore  - sono praticamente ultimati. Le opere di rinforzo strutturale sono state eseguite e le aule sono state anche già ritinteggiate. Dal prossimo anno scolastico i bambini potranno frequentare una scuola nuovissima, sicura, confortevole e colorata. Sono stati eseguiti anche gli interventi in un’ala dell’edificio che di fatto non era mai stata utilizzata, ampliando quindi la capienza a 75 bambini tra i 3 e i 36 mesi.

La struttura di circa 550 metri quadri è composta di 7 aule polifunzionali, cucina, lavanderia, uffici di segreteria.

Le opere hanno riguardato un intervento di rinforzo strutturale, mediante il consolidamento di travi e pilastri con rete in fibra di carbonio, la realizzazione di intonaco deumidificante, la demolizione e il rifacimento della pavimentazione, la tinteggiatura interna ed esterna, l’impermeabilizzazione e la coibentazione, il rifacimento della copertura,  gli impianti elettrico e meccanico, la riorganizzazione degli spazi, in linea con le prescrizioni della Asl e dei Vigili del Fuoco e la realizzazione di servizi igienici accessibili. L’intervento è stato eseguito grazie al contributo di 250.000 euro concesso dalla Regione Abruzzo, nell’ambito dei “Fondi FSC Risorse Premiali per obiettivi di prima infanzia – Interventi di messa in sicurezza degli immobili di proprietà sedi di Asili Nido e Micro Nidi pubblici funzionanti”.

«Abbiamo arricchito ulteriormente il progetto, che inizialmente riguardava solo i lavori di adeguamento sismico -  conclude l’assessore Parlione -  anche della risistemazione dell’area esterna della scuola, per cui abbiamo stanziato 40.000 euro, al fine di migliorare ulteriormente la qualità della vita scolastica dei piccoli alunni che dal prossimo anno frequenteranno questa struttura».

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Crollo hotel Rigopiano, avviati i nuovi interrogatori

"Non ci sembra possano esserci aspetti in grado di preoccupare Antenucci, che come dirigente della Regione non poteva disporre delle spese. C'era una legge regionale che non aveva copertura finanziaria, ma l'obbligo di dare copertura alla legge spettava all'organo politico". Così gli avvocati Mario Petrella e Franco Colucci, questa mattina nel palazzo di giustizia di Pescara, al termine dell'interrogatorio di Vincenzo Antenucci, dirigente regionale del Servizio prevenzione rischi e coordinatore del Coreneva dal 2001 al 2013, indagato insieme ad altre 14 persone nell'ultima tranche dell'inchiesta della Procura pescarese sulla tragedia dell'Hotel Rigopiano. Antenucci, che ha dato il via alla nuova serie di interrogatori, è stato ascoltato per oltre un'ora dal procuratore Massimiliano Serpi e dal sostituto Andrea Papalia. E' accusato, in concorso con altre persone, di avere omesso "di attivarsi affinché venisse dato corso, quanto prima, alla redazione e alla realizzazione della Carta di localizzazione dei pericoli di valanga per tutto il territorio della regione Abruzzo".

I legali di Antenucci, si chiedono, rispetto alle contestazioni rivolte al loro assistito, "come avrebbe potuto predisporre un appalto, per assegnare l'incarico di realizzare la Carta valanghe, quando era stata preventivata una spesa di 1,5 milioni di euro che però non c'erano?". Petrella e Colucci inoltre sottolineano che Antenucci "aveva inviato una email, alla persona deputata a decidere, nella quale si osservava che occorreva realizzare la Carta". In conclusione i legali dell' indagato hanno affermato di essere "sereni", in quanto "Antenucci ha risposto alle domande, chiarendo ogni aspetto, senza mai entrare in contrasto con i magistrati". In totale l'inchiesta sulla tragedia di Rigopiano conta 39 indagati, tra loro ci sono anche l'ex prefetto di Pescara, Francesco Provolo, il presidente della Provincia di Pescara, Antonio Di Marco, e il sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta. I reati ipotizzati vanno, a vario titolo, dal crollo di costruzioni o altri disastri colposi, all'omicidio e lesioni colpose, all'abuso d'ufficio e al falso ideologico, alla rimozione o omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro. L'ultima tranche dell'inchiesta mira ad accertare le eventuali responsabilità di esponenti politici e dirigenti regionali, in parte rispetto alla mancata realizzazione della Carta di localizzazione pericolo valanghe (Clpv) e in parte sulla gestione dell'emergenza nei giorni della tragedia. 

"Il mio assistito aveva predisposto, insieme agli altri Servizi, delle richieste di finanziamento alla Giunta per completare questa Carta, ma purtroppo quel tipo di servizio e di gestione soffre di una cronica deficienza finanziaria". Lo ha detto l'avvocato Diego De Carolis, questa mattina nel palazzo di giustizia di Pescara, al termine dell'interrogatorio del suo assistito, Carlo Visca, direttore del Dipartimento regionale di Protezione civile dal 2009 al 2012. Visca è indagato, in concorso con altre persone, nel filone dell'inchiesta riguardante la mancata realizzazione della Carta di localizzazione dei pericoli di valanga (Clpv). "Abbiamo tentato di chiarire che il mio assistito proviene dalle Opere marittime e quel breve passaggio che c'è stato è stato intervallato da un'altra tragedia, quella del terremoto, per cui lui si è occupato principalmente di questo aspetto - ha proseguito il legale - poi ha cessato l'incarico nel 2012 e sono passati altri anni durante i quali non ha potuto curare la disciplina per evitare che questa tragedia si verificasse". De Carolis ha aggiunto che, "in relazione a funzioni e compiti che gli erano stati attribuiti in quel limitato periodo, il mio assistito ha svolto tutto quello che era nei suoi compiti e poteri, tenendo presente che nel decreto di nomina delle attribuzioni delle sue funzioni, erano ben specificati i compiti da svolgere. Rispetto alla legge del 1992 sulla Carta valanghe - ha evidenziato l'avvocato - era semplicemente indicato un mero adeguamento normativo, mentre su altri indirizzi, coma la Carta di prevenzione degli incendi, c'erano ben altre specificazioni e infatti è stata portata a termine".

"Non ho esercitato poteri da presidente, ma ho gestito soltanto l'elezioni. Quando mi sono insediato, era sciolto il Consiglio regionale ed era dimissionaria la Giunta, quindi, avevo solo poteri di ordinaria amministrazione e potevo fare solo atti urgenti ed indifferibili". L'ha dichiarato Enrico Paolini, ex vice presidente della Regione Abruzzo . Paolini, assistito dall'avvocato Tommaso Marchese, e' stato interrogato oggi pomeriggio dal procuratore capo Massimiliano Serpi e dal sostituto Andrea Papalia. L'ex vicepresidente della Regione ha depositato anche una memoria per dimostrare la sua "totale estraneita', nel pieno rispetto dei magistrati". "Del Turco", ha ricordato Paolini, "si e' dimesso il 21 luglio e il 13 agosto ho fatto il decreto elettorale. Da quel momento, quindi, la Regione faceva soltanto ordinaria amministrazione. Non poteva fare altro". 

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A cavallo sulla pista ciclabile sulla riviera di Pescara, multato 

Sanzionato per circolazione su marciapiedi l'uomo che ha percorso marciapiede e pista ciclabile della riviera Nord di Pescara in sella ad un cavallo. Nei suoi confronti è stata elevata una multa di 41 euro. Si tratta di un 31enne di Nocciano (Pescara), rintracciato dagli agenti del Gruppo di intervento operativo nucleo antidegrado (Giona) della Polizia municipale. I poliziotti, diretti dal maggiore Danilo Palestini, lo hanno trovato all'altezza dello stabilimento balneare 'Croce del Sud', sul marciapiede lato monti. Dopo le formalità, l'uomo è stato invitato a lasciare l'area urbana ed ha raggiunto la zona della Madonnina, dove aveva parcheggiato il carrello per il trasporto dell'animale. "Avvistamenti sono comparsi sui social già nella tarda mattinata - spiega l'assessore alla Polizia municipale, Gianni Teodoro - ma il Giona è intervenuto per sua iniziativa, ciò significa che molti hanno fotografato, filmato e postato questa assurda impresa, ma una sola segnalazione è arrivata alla Polizia Municipale in mattinata, quando era già andato oltre Pescara. L'uomo è stato identificato e sanzionato dal Giona quando nel pomeriggio è ricomparso e gli è stata comminata una multa da 41 euro come prevede il Codice della Strada e una diffida a riportare il cavallo in maneggio.". Il giovane, che ha un maneggio a Nocciano, stando a quanto dichiarato agli agenti, avrebbe deciso di portare il cavallo sulla costa per fare una passeggiata sul mare con la ragazza, scegliendo poi i marciapiedi rivieraschi di Pescara e Montesilvano, senza considerare le conseguenze, sia per la circolazione, che per l'incolumità di quanti si trovavano sul marciapiede e sulla pista ciclabile. "Quello che è successo non è solo grave, ma è surreale, per le conseguenze che avrebbe potuto avere e anche per il fatto che gli interpreti di questa assurda vicenda non si siano affatto posti nessun tipo di problema nel cavalcare sui marciapiedi in una città come Pescara che d'estate vive sulla riviera: né per l'ordine e l'incolumità pubblica, sia dei passanti che dello stesso cavallo, né per il rispetto delle regole di civile convivenza che dovrebbero regnare sempre e a ogni età", conclude l'assessore. 

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Ville liberty a Pescara, il sottosegretario Vacca annuncia un approfondimento

Sarà oggetto di approfondimento da parte del sottosegretario ai Beni culturali, Gianluca Vacca (M5s), la questione relativa alle villette liberty della zona pineta nel comune di Pescara. Lo annuncia una nota del Movimento 5 stelle sottolineando che "nelle prossime ore verrà richiesta una relazione agli uffici competenti del Mibact in merito all' iter che porterebbe alla demolizione di due ville liberty. Pescara, che vanta un ricco patrimonio architettonico dell'epoca, ha già pagato lo scotto di una cattiva gestione e tutela da parte della politica per questo tipo di edificazioni".

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