E' stata fissata per le 11,00 di martedi' 30 maggio all'ospedale di Sulmona l'autopsia per accertare le cause della morte di Antonio Di Pillo, 19enne di Pratola Peligna. A disporla il sostituto procuratore del tribunale di Sulmona, Aura Scarsella, che, in seguito al sopralluogo dei carabinieri di Pratola Peligna, ha deciso di affidare ad un esame peritale piu' approfondito, il compito di scoprire la verita'. Il giovane e' deceduto nel primo pomeriggio di sabato scorso mentre si trovava all'interno della sua cameretta. In un primo momento si era pensato che il decesso fosse avvenuto a seguito di un improvviso malore scatenato da qualche patologia congenita. Poi alcuni indizi che i carabinieri avrebbero rinvenuto nella casa del giovane, ma soprattutto le testimonianze dei genitori e di alcuni amici del 19enne, hanno spinto i carabinieri ad aprire un fascicolo per ora contro ignoti, in cui si ipotizza una morte diversa da quella naturale
Leggi Tutto »Operazione antidroga nell’Aquilano, 14 ordinanze di custodia cautelare
Le 'fototrappole' utilizzate dai carabinieri forestali per inquadrare gli orsi e altri animali protetti, utilizzati per immortalare gli spacciatori di un' associazione a delinquere da mezzo milione di euro l'anno, che nascondevano e recuperavano la droga da boschi, canneti e rive di fiumi. Questa la peculiarita' dell'inchiesta, definita "la prima grossa operazione tra le varie articolazioni dei Carabinieri dopo l'accorpamento della Forestale", che ha portato a 14 arresti, 12 dei quali eseguiti con 2 ricercati, e 33 indagati a piede libero, condotta dai carabinieri del nucleo operativo radiomobile della Compagnia di Tagliacozzo, del Nucleo investigativo di polizia ambientale e forestale (Nipaf) del gruppo carabinieri forestali del capoluogo e della stazione carabinieri forestali di Avezzano. In un incontro con la stampa hanno illustrato i dettagli il comandante provinciale dell'Arma, Antonio Servedio, il comandante provinciale dei carabinieri forestali, Nevio Savini, il comandante del Nipaf, Antonio Rampini, e il comandante della Compagnia di Tagliacozzo, Edoardo Commande'.
"Le due componenti dell'arma si sono integrate in ogni momento con risultati di soddisfazione", ha rimarcato Servedio, mentre Savini ha svelato che "tutto e' partito da indagini separate, allora di carabinieri e forestale, su alcuni furti in istituti scolastici e abitazioni private, poi ci sono state convergenze investigative e operative su alcuni elementi. Tutti insieme, con la procura di Avezzano, si e' deciso di unire le forze nei primi mesi del 2016". Una persona e' stata catturata a Napoli, una all'Aquila e a Sulmona e anche nel capoluogo sono stati registrati numerosi episodi di spaccio. "Durante le indagini ci sono stati tantissimi recuperi di stupefacenti - ha aggiunto - molte volte venivano occultati in zone di bosco o vicino ai corsi d'acqua o tra i canneti". Commande' ha svelato come il traffico fosse "imperniato sulla provenienza della sostanza da Milano, attraverso viaggi con auto private, che rifornivano in particolare la provincia dell'Aquila, soprattutto Avezzano, e il Teramano. In precedenza c'erano stati arresti di 4 persone, di cui 3 in flagranza. Tra i sequestri abbiamo 130 grammi di cocaina, 1,6 chili di hashish, 2 chili di marijuana - ha aggiunto - il valore dello stupefacente sequestrato e' di circa 50 mila euro, per un giro d'affari annuo dell'associazione stimato in 500 mila euro". Il reato contestato e' l'associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Le misure sono state emesse dai giudici per le indagini preliminari dei tribunali dell'Aquila, Giuseppe Romano Gargarella, e di Avezzano, Francesca Proietti, su richiesta dei sostituti procuratori Fabio Picuti e Lara Seccacini. L'inchiesta e' supportata da una mole definita "notevole" di intercettazioni telefoniche e ambientali, anche con l'uso di gps su alcuni dei mezzi usati per il trasporto. Gli indagati, di cui 2 donne, sono 21 marocchini 11 italiani e un afgano.
Leggi Tutto »La Guardia di finanza di Chieti dona 27mila litri gasolio sequestrato
La Guardia di finanza di Chieti, su autorizzazione della procura della Repubblica e del tribunale della città, ha consegnato oltre 27mila litri di gasolio alla protezione civile Pivec di L’Aquila che li destinerà per il rifornimento dei propri mezzi tecnici speciali, generatori di corrente, ruspe, e altri, nell’attività di pronto intervento e di assistenza alla popolazione in caso di calamità naturali. L’assegnazione del prodotto è frutto dell’applicazione di una innovativa norma che prevede la possibilità per l’autorità giudiziaria di affidare in custodia giudiziale alle forze di polizia, ove ne facciano richiesta, per l’impiego nelle relative attività, i prodotti energetici idonei alla carburazione e alla lubrificazione, sottoposti a sequestro penale.
Il gasolio che verrà utilizzato per i soccorsi è stato sequestrato nel dicembre 2015 nell’ambito di una operazione del Nucleo mobile della Compagnia di Chieti, che ha consentito di intercettare un carico tra l’Italia, la Germania e la Repubblica Ceca. Il prodotto sequestrato, di scarsa qualità qualora fosse stato utilizzato per l’autotrazione, era contenuto in una cisterna, in violazione delle più elementari norme di sicurezza stradale, pronto per essere 'contrabbandato' sul territorio nazionale in completa evasione delle accise dovute. L’attività investigativa della Guardia di Finanza di Chieti, oltre a inserirsi nella missione istituzionale del contrasto ai traffici illeciti nel settore dei prodotti petroliferi che danneggiano gli imprenditori onesti e la collettività, ha offerto un importante sostegno alla 'macchina dei soccorsi' dispiegata in aiuto delle popolazioni del Centro Italia colpite dalle recenti calamità naturali.
Leggi Tutto »Crollo hotel Rigopiano, ascoltato dal Pm il dirigente della Protezione civile
Dopo la richiesta dei legali del sindaco di Farindola Ilario Lacchetta e del tecnico comunale Enrico Colangeli (entrambi indagati), è stato sentito dal Pm della Procura di Pescara Andrea Papalia, il dirigente del Servizio Prevenzione dei Rischi di Protezione Civile, nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Pescara sul disastro dell'Hotel Rigopiano nel quale morirono 29 persone in seguito alla valanga dello scorso gennaio. Secondo la tesi dei legali del sindaco 'Se la Regione Abruzzo, come previsto avesse realizzato la Carta di Localizzazione dei Pericoli da valanga (Clpv), oggi le 29 persone morte a Rigopiano sarebbero vive. Nel marzo del 2014 la Regione diede l'ordine alla Protezione civile di redigere la Clpv, essenziale per applicare la norma. La legge avrebbe imposto vincoli edilizi e ordini di sgombero per tutte le strutture situate in aree vanghe e dunque non ci sarebbe stato il disastro dell'Hotel Rigopiano'.
Leggi Tutto »Coldiretti L’Aquila: a rischio le lenticchie di Santo Stefano di Sessanio
Anche le coltivazioni delle lenticchie di Santo Stefano di Sessanio sono state prese d’assalto dai cinghiali che, con l’arrivo della stagione calda, sono sempre più affamati. L’allarme arriva da Coldiretti L’Aquila in seguito a numerose segnalazioni da parte di imprenditori agricoli circa le incursioni notturne di branchi di selvatici in cerca di cibo. “La situazione è ormai fuori controllo – dice Massimiliano Volpone direttore di Coldiretti L’Aquila – purtroppo i provvedimenti emanati dalle istituzioni preposte si stanno dimostrando inefficaci rispetto alla gravità del fenomeno, che tende a peggiorare giorno dopo giorno e con l’arrivo del caldo sarà difficilmente affrontabile. Abbiamo ricevuto segnalazione da parte di numerosi agricoltori locali soprattutto della zona di Santo Stefano. I raccolti sono persi e in queste situazioni ci sono aziende che rischiano di buttare al vento il lavoro di mesi. I cinghiali si cibano principalmente di legumi e cereali ma anche di tartufi e zafferano che in certe zone dell’aquilano sono produzioni preziose su cui si basa l’economia e l’immagine di tante aziende. La situazione è gravissima – conclude Volpone - I terreni destinati alla coltivazione del prezioso legume, oggi , sono divenuti luoghi per alimentare la fauna selvatica che si rifugia nelle riserve e nelle aree protette. Il diritto di fare impresa è venuto meno”.
Coldiretti sottolinea che, tra le regioni produttrici di legumi, l’Abruzzo vanta una piccola ma importante nicchia di riferimento per qualità e prestigio delle produzioni: non solo lenticchie ma anche ceci e fagioli sono sempre più gettonati e al centro delle ricette più prelibate e richieste nei ristoranti stellati e negli agriturismi più accreditati.
Senza acqua 17 comuni da Atessa a Vasto
Domani, martedi' 30 maggio, 17 comuni resteranno senza fornitura idrica causa di un intervento urgente di riparazione dell'Acquedotto Verde, sulla tratta Casoli-Scerni-Vasto, che ha interessato la condotta principale, in localita' Briccioli, nel comune di Altino. La comunicazione e' della Sasi Spa, societa' che gestisce il servizio idrico in 92 comuni del chietino. Domani, 30 maggio, l'interruzione dell'acqua andra' dalle ore 14 fino alle ore notturne. I comuni interessati dalla sospensione della fornitura idrica sono Altino, Archi, Atessa, Casalbordino, Cupello, Furci, Gissi, Monteodorisio, Paglieta, Perano, Pollutri, San Buono, San Salvo, Scerni, Torino di Sangro, Villalfonsina e Vasto. A San Salvo ci sara' un punto prelievo specifico per l'Ospedale e per i Vigili del Fuoco. "Si cerchera' di ripristinare il servizio al piu' presto - fa sapere in una nota la Sasi - siamo consapevoli dei disagi che derivano dalla mancanza di acqua, e faremo il possibile affinche' si ristabilisca la normalita' in tempi brevi. Purtroppo quando si verificano rotture e sono necessari interventi urgenti come in questo caso, anche gli avvisi sono intempestivi. Chiediamo quindi pazienza e comprensione, noi faremo la nostra parte".
Leggi Tutto »Strada dei Parchi, Toto: corsa contro il tempo per la messa in sicurezza
"E' corsa contro il tempo per mettere in sicurezza le Autostrade A24 e A25 che collegano Lazio e Abruzzo e che attraversano un territorio ad alta sismicita'. I lavori sono iniziati ma sono a rischio". E' quanto sostiene parlando Carlo Toto, azionista di riferimento della Toto Holding che controlla la Strada dei Parchi gestore delle due arterie. Al centro del dibattito, alcuni emendamenti alla 'manovrina' in esame alla Commissione Bilancio della Camera, che vorrebbero dirottare le risorse gia' accantonate attraverso il canone concessorio di Strada dei Parchi, dal Mit all'Anas.
"Dietro il dibattito parlamentare si rischia di perdere di vista il cuore del problema", dice Toto. I lavori per la sicurezza urgente delle due arterie sono gia' in corso, per un valore di 190 milioni di euro. "La messa in sicurezza urgente di A24 e A25 - afferma Toto - e' una priorita', peraltro chiesta proprio dal ministero delle Infrastrutture, che ha gia' approvato circa 200 milioni di interventi su 240 complessivi per la sola messa in sicurezza urgente. Spostare i termini del problema e dirottare altrove le risorse significa semplicemente non solo andare contro le norme ma anche contro il buon senso". Tre giorni fa il Governo stesso aveva gia' previsto di sostenere la Messa in sicurezza Urgente (Misu) della A24 e A25, destinando con un emendamento alla 'manovrina', le prime due rate del canone. Risorse che serviranno alla realizzazione di una parte dei lavori e prodotte dalla gestione delle due autostrade, ricorda Toto che prosegue: "Visto che il Mit ha approvato parte degli interventi di messa in sicurezza urgente per circa 200 milioni, e' necessario incrementare da due a quattro le annualita'. Garantendo cosi' l'impatto zero sulla tariffa e il completamento dell'intervento". Il costo della messa in sicurezza urgente, "non puo' ricadere sugli utenti. I lavori devono proseguire senza indugio. La sicurezza per noi e' una priorita'", ribadisce Toto. Una questione sulla quale si sono espressi anche i giudici con due pronunciamenti del Tribunale civile di Roma, l'ultimo del 22 maggio, secondo i quali, per effetto di una legge del 2013, "l'unico soggetto legittimato a ricevere il pagamento del canone concessorio da Strada dei Parchi e' il concedente, cioe' il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e non l'Anas", riferisce Strada dei Parchi. Una legge dello Stato del 2013 stabilisce che la concessionaria Strada dei Parchi deve versare il canone annuale di 56 milioni al ministero delle infrastrutture, perche' e' il Mit il proprietario e il concedente di A24 e A25. E dal 2003 ad oggi Strada dei Parchi ha gia' versato circa 670 milioni di euro per la concessione. "Se le risorse per la Misu (messa in sicurezza urgente) deriveranno dal canone - spiega Toto - non incideranno sulle tariffe".
Leggi Tutto »Donna trovata morta a Pescara, è una 33enne di origini estoni
E' stata identificata la donna trovata morta nel pomeriggio di venerdi' in uno specchio d'acqua artificiale in un edificio in disuso, in via Tavo, nel quartiere Rancitelli, a Pescara. Si tratta di O.O., 33enne di origini estoni. L'identificazione e' stata possibile grazie al riconoscimento da parte dell'ex convivente. Ancora da accertare le cause della morte, che verranno chiarite dall'autopsia. Secondo le prime ipotesi, la donna potrebbe essere morta per annegamento o per un'overdose. Aveva infatti problemi di tossicodipendenza. Degli accertamenti si occupano i Carabinieri della Compagnia di Pescara.
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Il cadavere di una donna dell'eta' apparente di circa 30 anni e' stato rinvenuto nel pomeriggio in uno specchio d'acqua artificiale di un edificio in disuso spesso frequentato da tossicodipendenti, in via Tavo, nel quartiere Rancitelli a Pescara. I primi accertamenti hanno escluso la morte violenta. Stando alle informazioni raccolte la donna aveva problemi di tossicodipendenza: potrebbe quindi essere morta per droga o per annegamento. Il corpo della donna era riverso nella pozza d'acqua. Sul posto sono intervenuti il 118 e i Vigili del Fuoco per il recupero. Degli accertamenti si occupano i Carabinieri della Compagnia di Pescara. La donna non aveva con se' documenti e sono in corso le procedure per l'identificazione.
Leggi Tutto »‘Palermo chiama, Pescara risponde’, il Premio Borsellino ricorda la strage di Capaci
"Da venticinque anni ad oggi tanto e' cambiato nella lotta alla mafia. Direi tutto, radicalmente, perche' oggi abbiamo una polizia giudiziaria di altissimo livello e quindi dico alla gente che puo' stare tranquilla perche' abbiamo forze dell'ordine di alto profilo. Anche la magistratura ha seguito questa strada rispetto a tanti anni fa". Lo ha detto Alfredo Morvillo, Procuratore di Trapani e fratello di Francesca, la moglie di Falcone morta con lui nell'attentato di Capaci, partecipando a Pescara alla cerimonia "Palermo chiama Pescara risponde", proprio in ricordo dei magistrati Giovanni Falcone e Francesca Morvillo e degli uomini della loro scorta trucidati 25 anni fa. "Nei decenni scorsi la mafia era piu' forte dello Stato proprio perche' il contrasto alla mafia non era all'altezza della situazione e dove qualcuno diceva che la mafia non c'era, questa proliferava e andava avanti indisturbata. Parliamo degli anni della Guerra di Mafia e degli omicidi eccellenti - ha aggiunto Morvillo -. Erano gli anni in cui, non appena, all'interno delle Istituzioni, nasceva un uomo coraggioso, e spinto dalla voglia di fare fino in fondo il proprio dovere, veniva facilmente individuato, isolato ed eliminato. E' accaduto a uomini delle forze dell'ordine, della magistratura, della politica e cosi' via. Cio' che stenta a cambiare oggi, in Sicilia e nel Paese tutto, nella lotta alla mafia e' la coscienza della gente e soprattutto la coscienza della politica che ha un compito molto importate, quello di lanciare dei messaggi, con comportamenti univoci e una presa di distanza netta e rigorosa da tutto quello che ha anche il piu' lontano sapore di mafia".
La manifestazione e' organizzata dall'Associazione Nazionale Magistrati - giunta distrettuale Abruzzo e dalla fondazione Premio nazionale Paolo Borsellino
"La memoria di Giovanni Falcone e delle altre vittime di Capaci, insieme a quella di Borsellino e delle vittime di Via d'Amelio, costituisce sempre piu' elemento unificante nella crescita della cultura dei cittadini, in particolare dei giovani, e delle Istituzioni, nel contrasto alle mafie e per l'affermazione dei valori della legalita' e della Giustizia". E' uno dei passaggi principali del messaggio inviato dal vice presidente del Csm, Giovanni Legnini, al presidente della giunta distrettuale dell'Anm Abruzzo, Valentina D'Agostino, in occasione della cerimonia "Palermo chiama Pescara risponde".
Legnini, per "impegni istituzionali gia' assunti e non differibili" non ha potuto partecipare all'incontro. "Come e' a voi tutti noto, l'iniziativa assunta dal Csm, su mia proposta, di pubblicare gli atti che segnarono il difficile e sofferto rapporto di Giovanni Falcone con il Consiglio ha suscitato uno straordinario interesse perche' quelle pagine, finalmente desecretate, ci parlano sia delle intuizioni, dei progetti e delle conquiste di un magistrato di eccezionale valore, sia dei contrasti, delle sconfitte e della solitudine che Falcone dovette affrontare in quegli anni cosi' fertili e cosi' drammatici - prosegue Legnini nel suo messaggio -. Cio' che e' certo e' che l'eredita' di quegli anni costituisce per la magistratura e per tutti i cittadini un patrimonio inestimabile per l'oggi e per il futuro, sempre piu' necessario per sconfiggere la criminalita' e per affermare i diritti e le liberta' di ciascuno". Il vice presidente del Csm inoltre ha inviato ai partecipanti alcune copie "della straordinaria pubblicazione che raccoglie quegli atti cosi' importanti, in segno di partecipazione ed adesione del Consiglio alla vostra bella ed importante iniziativa"
"Io di Giovanni Falcone dico che era un uomo del futuro e quando lo ricordo, non ricordo solo la sua attivita' da magistrato, che e' anche quella piu' conosciuta, con il metodo Falcone che ispira ormai tutte le investigazioni. Io voglio parlare di Falcone e del suo lavoro al Ministero della Giustizia, come direttore generale dell'area penale, e proprio da Giovanni Falcone partirono i principi cardine di tutta la nostra normativa antimafia. Le norme piu' importanti furono emanate nel periodo in cui Falcone fu al Ministero, e furono il frutto delle sue intuizioni", il sottosegretario di Stato alla Giustizia Federica Chiavaroli ricorda cosi' il magistrato siciliano ucciso a Capaci, insieme con la moglie Francesca Morvillo, anche lei magistrato, e gli uomini della scorta. "I cardini della lotta alla mafia sono la confisca dei beni, voluta da Falcone, le norme sui pentiti volute dal magistrato siciliano e il carcere duro per i capi delle organizzazioni criminali, voluto da Falcone. Per questo a me piace ricordare oggi questo lavoro di Falcone che e' meno conosciuto". Rivolgendosi ai tanti ragazzi delle scuole intervenuti oggi nella Sala Alessandrini, il Sottosegretario alla Giustizia ha poi aggiunto: "Queste giornate sono importanti perche' come diceva Antonino Caponnetto, che era colui che il pool antimafia lo aveva messo in piedi, la mafia ha piu' paura della scuola che della Giustizia, perche' prospera sull'ignoranza. E allora della cultura della legalita' e' importante parlarne anche con voi. Il messaggio che oggi vogliamo lanciare e' che non bisogna girarsi dall'altra parte, cosi' come ci ha insegnato Giovanni Falcone. Non bisogna restare indifferenti. Succede purtroppo troppo spesso che fatti gravi accadono oggi sotto gli occhi di chi si gira dall'altra parte".
Leggi Tutto »Assalto al bancomat nel Pescarese, le cassette erano vuote
Ladri in azione, nella notte, alla filiale di Torre de' Passeri della Caripe-Banca Popolare di Bari: con l'uso di una lancia termica, hanno asportato le cassette del bancomat che pero' sono state trovate vuote perche' lo sportello non era operativo. Insomma, si sono trovati di fronte, con ogni probabilita', uno di quei 60 bancomat di cui la Banca aveva annunciato la non operativita', nei fine settimana, "per tutelare l'incolumita' pubblica e proteggere la sicurezza delle proprie strutture" in Abruzzo dopo l'aumenti dei colpi dall'inizio dell'anno, in alcuni casi con l'esplosivo. In questo caso, il colpo e' avvenuto verso le 4.30. I ladri hanno forzato una porta d'emergenza e sono entrati nell'istituto. Con una lancia termica collegata a due bombole di ossi-acetilene hanno aperto lo sportello interno dell'Atm ed hanno portato via le cassette che avrebbero dovuto contenere le banconote che alimentano il bancomat. Sull'episodio indagano i Carabinieri della Compagnia di Popoli
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