Hakin Haji, tunisino di 35 anni, era morto il 18 dicembre del 2014 ucciso da un colpo di pistola partito dall'arma di un carabiniere durante un'operazione antidroga in un appartamento di Alba Adriatica. Una morte per la quale i due militari che avevano effettuato il blitz erano stati indagati per omicidio preterintenzionale e per i quali adesso il gip Giovanni De Rensis ha disposto l'archiviazione del fascicolo. Archiviazione che era stata chiesta dalla stessa Procura e alla quale si era opposta la famiglia del tunisino. Nel disporre l'archiviazione il gip ha fatto proprie le ragioni esposte dal pubblico ministero, ritenendo sussistenti entrambe le scriminanti della legittima difesa e dell'uso legittimo delle armi.
I due militari, entrambi difesi dall'avvocato Gabriele Rapali, il 18 dicembre del 2014, sulla scorta di un'informazione confidenziale, avevano fatto irruzione in un'appartamento di Alba Adriatica dove si trovavano il tunisino e il fratello (che era riuscito a fuggire per poi essere arrestato a Napoli qualche giorno dopo). Secondo quanto ricostruito all'epoca l'uomo, alla vista dei Carabinieri, avrebbe cercato di allontanarli brandendo un coltello. A quel punto uno dei due militari avrebbe esploso un colpo di pistola, per spaventarlo. Colpo che, ha stabilito la perizia, fu sparato dall'alto verso il basso colpendo il 35enne alla gamba e recidendo l'arteria femorale.
E' di sei persone leggermente intossicate il bilancio di un incendio doloso che la notte scorsa, intorno alle tre, ha interessato il vano ascensore di uno stabile di via Rio Sparto 15, nel quartiere S. Donato a Pescara. Una volta scattato l'allarme, sul posto sono arrivati i vigili del fuoco del vicino Comando di viale Pindaro che, unitamente agli agenti della Polizia di Stato hanno prontamente provveduto a domare il rogo e a far uscire le persone dalle case, e in particolare alcuni anziani con problemi di deambulazione. Anche quattro agenti sono stati medicati sul posto per una leggera intossicazione, mentre un vigile del fuoco ha riportato un trauma ad un ginocchio. Personale della Misericordia ha poi allestito un tendone di primo soccorso. Secondo le prime indagini l'incendio sarebbe di origine dolosa. Due settimane fa in via Lago Di Capestrano il black out della cabina elettrica aveva provocato, sempre a Pescara, un incendio in una palazzina dove rimasero leggermente intossicati alcuni inquilini
Un pino dedicato alla piccola Asia, la prima nata nel comune di Pineto nel 2017. È stato celebrato così compleanno numero 87 della città, alla presenza del sindaco Robert Verrocchio, dell’assessora all’Ambiente Laura Traini e di più di cento bambini della scuola primaria dell’Istituto “Giovanni XXIII”. “Anche quest’anno abbiamo voluto celebrare la ricorrenza della nascita della nostra città con una piantumazione, dedicata al primo nato di Pineto, che quest’anno è stata la piccola Asia”, ha dichiarato l’assessora Traini.
Il pino è stato piantato presso il Parco giochi di Corfù, e nel corso della cerimonia è stata ricordata la figura di Luigi Corrado Filiani. “Dobbiamo sempre ricordarci della bellezza che è stato capace di donare alla nostra città, ed ognuno di noi deve proseguire nello spirito della sua opera”, ha aggiunto l’assessora.
Oltre alla piantumazione simbolica del pino, prosegue sul territorio la messa a dimora di numerose piante, in base alla delibera di giunta che prevede la sistemazione di una nuova pianta per ogni nuovo nato di Pineto.
Cepagatti: il 1 giugno incontro con gli autori di “Terra di libertà.
Storie di uomini e donne nell’Abruzzo della seconda guerra mondiale”.
Il sindaco Rapattoni: “Un'iniziativa organizzataper dare un senso alla Festa della Repubblica”.
Testimonianze di vita di persone che hanno segnato la storia dell’Abruzzo e del Paese, accogliendo i prigionieri in fuga dai campi di concentramento. Si ritrovano nelle pagine di "Terra di libertà. Storie di uomini e donne nell’Abruzzo della seconda guerra mondiale”, il libro scritto da Maria Rosaria La Morgia e Mario Setta, che sarà presentato giovedì 1 giugno, alle ore 10, nella sala consiliare del Comune di Cepagatti, su iniziativa dell’Amministrazione comunale. Parteciperanno gli autori, il sindaco Sirena Rapattoni e gli alunni delle classi terze della scuola secondaria di primo grado dell’Istituto Comprensivo di Cepagatti. “Il libro cerca di presentare storie di uomini e donne che hanno lasciato impronte indelebili sulla terra d’Abruzzo - spiegano gli autori - Terra di libertà perché aspirazione e traguardo di ogni protagonista, in un tempo in cui la libertà era perseguitata, martoriata, assassinata”. Attraverso numerose testimonianze, il libro racconta della straordinaria generosità mostrata dalle gente abruzzese nel 1943, al momento dell’Armistizio, quando più di 40mila prigionieri riuscirono a fuggire dai campi di concentramento. I tedeschi ne ripresero circa la metà. Molti si rifugiarono tra la popolazione, dove trovarono persone che li aiutarono a varcare le linee nemiche o a nascondersi.
"Con questo incontro culturale ho voluto dare senso alla giornata del 2 giugno, che non è solo l’anniversario di una scelta, monarchia o repubblica, ma rappresenta tanti fatti legati indissolubilmente: la Repubblica, il voto alle donne, la Costituente - aggiunge il sindaco Rapattoni - Tutto, poi, è riconducibile a un’unica matrice, la Resistenza, e alla volontà di riscatto del popolo italiano. Alla presenza degli alunni, dei docenti, delle associazioni e dei cittadini che vorranno partecipare, la giornalista Maria Rosaria La Morgia e il professor Mario Letta, daranno un contributo alla conoscenza di fatti di storia locale e uno spunto di riflessione per capire meglio chi siamo e da dove veniamo. Con i giovani, che devono conoscere la storia per migliorare la società, gli autori del libro parleranno di Resistenza Umanitaria, quella fatta in modo semplice e spontaneo, da uomini e donne della nostra terra, che accolsero, con amore fraterno, fuggiaschi italiani e stranieri, e divisero con loro 'il pane che non c’era'. Spero che l'iniziativa possa aiutare a restituire la dovuta importanza ai principi di giustizia, libertà, solidarietà e dignità, affinché possano essere il faro che guiderà i nostri giovani a diventare cittadini attivi e responsabili".
Individuati e denunciati dalla Digos di Pescara i due giovani ritenuti responsabili dell'aggressione a sfondo neofascista avvenuta nella notte tra il 20 e il 21 maggio davanti ad un circolo Arci di Pescara Vecchia: si tratta di un 24enne ed un 25enne che vivono rispettivamente nel capoluogo adriatico e a Silvi . I due, che al momento sono indagati per lesioni, secondo gli accertamenti appartengono all'area di estrema destra. A loro gli uomini della Digos di Pescara, diretti da Leila Di Giulio, sono arrivati dopo le indagini del caso. Quanto accaduto e' stato ricostruito non solo grazie alla visione delle immagini registrate dalle telecamere di sorveglianza della zona, ma anche attraverso l'ascolto delle due vittime e dei testimoni presenti.
Stamani, su delega del procuratore aggiunto Gennaro Varone, la Digos ha eseguito una perquisizione domiciliare in casa dei due giovani, a Pescara e a Silvi. Si e' proceduto al sequestro di materiale d'area e di una mazza. I due giovani, uno studente e un lavoratore, nella notte tra il 20 e il 21 maggio, secondo la ricostruzione, erano entrati nel circolo Arci definendosi razzisti e fascisti. Invitati ad uscire, all'esterno del locale avrebbero aggredito due persone, entrambe finite in ospedale, una con prognosi di 20 giorni. Sull'episodio proseguono gli accertamenti della Digos.
Le 'fototrappole' utilizzate dai carabinieri forestali per inquadrare gli orsi e altri animali protetti, utilizzati per immortalare gli spacciatori di un' associazione a delinquere da mezzo milione di euro l'anno, che nascondevano e recuperavano la droga da boschi, canneti e rive di fiumi. Questa la peculiarita' dell'inchiesta, definita "la prima grossa operazione tra le varie articolazioni dei Carabinieri dopo l'accorpamento della Forestale", che ha portato a 14 arresti, 12 dei quali eseguiti con 2 ricercati, e 33 indagati a piede libero, condotta dai carabinieri del nucleo operativo radiomobile della Compagnia di Tagliacozzo, del Nucleo investigativo di polizia ambientale e forestale (Nipaf) del gruppo carabinieri forestali del capoluogo e della stazione carabinieri forestali di Avezzano. In un incontro con la stampa hanno illustrato i dettagli il comandante provinciale dell'Arma, Antonio Servedio, il comandante provinciale dei carabinieri forestali, Nevio Savini, il comandante del Nipaf, Antonio Rampini, e il comandante della Compagnia di Tagliacozzo, Edoardo Commande'.
"Le due componenti dell'arma si sono integrate in ogni momento con risultati di soddisfazione", ha rimarcato Servedio, mentre Savini ha svelato che "tutto e' partito da indagini separate, allora di carabinieri e forestale, su alcuni furti in istituti scolastici e abitazioni private, poi ci sono state convergenze investigative e operative su alcuni elementi. Tutti insieme, con la procura di Avezzano, si e' deciso di unire le forze nei primi mesi del 2016". Una persona e' stata catturata a Napoli, una all'Aquila e a Sulmona e anche nel capoluogo sono stati registrati numerosi episodi di spaccio. "Durante le indagini ci sono stati tantissimi recuperi di stupefacenti - ha aggiunto - molte volte venivano occultati in zone di bosco o vicino ai corsi d'acqua o tra i canneti". Commande' ha svelato come il traffico fosse "imperniato sulla provenienza della sostanza da Milano, attraverso viaggi con auto private, che rifornivano in particolare la provincia dell'Aquila, soprattutto Avezzano, e il Teramano. In precedenza c'erano stati arresti di 4 persone, di cui 3 in flagranza. Tra i sequestri abbiamo 130 grammi di cocaina, 1,6 chili di hashish, 2 chili di marijuana - ha aggiunto - il valore dello stupefacente sequestrato e' di circa 50 mila euro, per un giro d'affari annuo dell'associazione stimato in 500 mila euro". Il reato contestato e' l'associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Le misure sono state emesse dai giudici per le indagini preliminari dei tribunali dell'Aquila, Giuseppe Romano Gargarella, e di Avezzano, Francesca Proietti, su richiesta dei sostituti procuratori Fabio Picuti e Lara Seccacini. L'inchiesta e' supportata da una mole definita "notevole" di intercettazioni telefoniche e ambientali, anche con l'uso di gps su alcuni dei mezzi usati per il trasporto. Gli indagati, di cui 2 donne, sono 21 marocchini 11 italiani e un afgano.
La Guardia di finanza di Chieti, su autorizzazione della procura della Repubblica e del tribunale della città, ha consegnato oltre 27mila litri di gasolio alla protezione civile Pivec di L’Aquila che li destinerà per il rifornimento dei propri mezzi tecnici speciali, generatori di corrente, ruspe, e altri, nell’attività di pronto intervento e di assistenza alla popolazione in caso di calamità naturali. L’assegnazione del prodotto è frutto dell’applicazione di una innovativa norma che prevede la possibilità per l’autorità giudiziaria di affidare in custodia giudiziale alle forze di polizia, ove ne facciano richiesta, per l’impiego nelle relative attività, i prodotti energetici idonei alla carburazione e alla lubrificazione, sottoposti a sequestro penale.
Il gasolio che verrà utilizzato per i soccorsi è stato sequestrato nel dicembre 2015 nell’ambito di una operazione del Nucleo mobile della Compagnia di Chieti, che ha consentito di intercettare un carico tra l’Italia, la Germania e la Repubblica Ceca. Il prodotto sequestrato, di scarsa qualità qualora fosse stato utilizzato per l’autotrazione, era contenuto in una cisterna, in violazione delle più elementari norme di sicurezza stradale, pronto per essere 'contrabbandato' sul territorio nazionale in completa evasione delle accise dovute. L’attività investigativa della Guardia di Finanza di Chieti, oltre a inserirsi nella missione istituzionale del contrasto ai traffici illeciti nel settore dei prodotti petroliferi che danneggiano gli imprenditori onesti e la collettività, ha offerto un importante sostegno alla 'macchina dei soccorsi' dispiegata in aiuto delle popolazioni del Centro Italia colpite dalle recenti calamità naturali.
Dopo la richiesta dei legali del sindaco di Farindola Ilario Lacchetta e del tecnico comunale Enrico Colangeli (entrambi indagati), è stato sentito dal Pm della Procura di Pescara Andrea Papalia, il dirigente del Servizio Prevenzione dei Rischi di Protezione Civile, nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Pescara sul disastro dell'Hotel Rigopiano nel quale morirono 29 persone in seguito alla valanga dello scorso gennaio. Secondo la tesi dei legali del sindaco 'Se la Regione Abruzzo, come previsto avesse realizzato la Carta di Localizzazione dei Pericoli da valanga (Clpv), oggi le 29 persone morte a Rigopiano sarebbero vive. Nel marzo del 2014 la Regione diede l'ordine alla Protezione civile di redigere la Clpv, essenziale per applicare la norma. La legge avrebbe imposto vincoli edilizi e ordini di sgombero per tutte le strutture situate in aree vanghe e dunque non ci sarebbe stato il disastro dell'Hotel Rigopiano'.
Anche le coltivazioni delle lenticchie di Santo Stefano di Sessanio sono state prese d’assalto dai cinghiali che, con l’arrivo della stagione calda, sono sempre più affamati. L’allarme arriva da Coldiretti L’Aquila in seguito a numerose segnalazioni da parte di imprenditori agricoli circa le incursioni notturne di branchi di selvatici in cerca di cibo. “La situazione è ormai fuori controllo – dice Massimiliano Volpone direttore di Coldiretti L’Aquila – purtroppo i provvedimenti emanati dalle istituzioni preposte si stanno dimostrando inefficaci rispetto alla gravità del fenomeno, che tende a peggiorare giorno dopo giorno e con l’arrivo del caldo sarà difficilmente affrontabile. Abbiamo ricevuto segnalazione da parte di numerosi agricoltori locali soprattutto della zona di Santo Stefano. I raccolti sono persi e in queste situazioni ci sono aziende che rischiano di buttare al vento il lavoro di mesi. I cinghiali si cibano principalmente di legumi e cereali ma anche di tartufi e zafferano che in certe zone dell’aquilano sono produzioni preziose su cui si basa l’economia e l’immagine di tante aziende. La situazione è gravissima – conclude Volpone - I terreni destinati alla coltivazione del prezioso legume, oggi , sono divenuti luoghi per alimentare la fauna selvatica che si rifugia nelle riserve e nelle aree protette. Il diritto di fare impresa è venuto meno”.
Coldiretti sottolinea che, tra le regioni produttrici di legumi, l’Abruzzo vanta una piccola ma importante nicchia di riferimento per qualità e prestigio delle produzioni: non solo lenticchie ma anche ceci e fagioli sono sempre più gettonati e al centro delle ricette più prelibate e richieste nei ristoranti stellati e negli agriturismi più accreditati.
Domani, martedi' 30 maggio, 17 comuni resteranno senza fornitura idrica causa di un intervento urgente di riparazione dell'Acquedotto Verde, sulla tratta Casoli-Scerni-Vasto, che ha interessato la condotta principale, in localita' Briccioli, nel comune di Altino. La comunicazione e' della Sasi Spa, societa' che gestisce il servizio idrico in 92 comuni del chietino. Domani, 30 maggio, l'interruzione dell'acqua andra' dalle ore 14 fino alle ore notturne. I comuni interessati dalla sospensione della fornitura idrica sono Altino, Archi, Atessa, Casalbordino, Cupello, Furci, Gissi, Monteodorisio, Paglieta, Perano, Pollutri, San Buono, San Salvo, Scerni, Torino di Sangro, Villalfonsina e Vasto. A San Salvo ci sara' un punto prelievo specifico per l'Ospedale e per i Vigili del Fuoco. "Si cerchera' di ripristinare il servizio al piu' presto - fa sapere in una nota la Sasi - siamo consapevoli dei disagi che derivano dalla mancanza di acqua, e faremo il possibile affinche' si ristabilisca la normalita' in tempi brevi. Purtroppo quando si verificano rotture e sono necessari interventi urgenti come in questo caso, anche gli avvisi sono intempestivi. Chiediamo quindi pazienza e comprensione, noi faremo la nostra parte".
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