Le Idee

La Democrazia Cristiana di Gianni Prandini

La Democrazia Cristiana di Gianni Prandini

L’8 marzo, nella prestigiosa sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, struttura appartenente al Senato della Repubblica, è stata presentata l’autobiografia postuma di Gianni Prandini. Bresciano, proveniente da una famiglia contadina, aveva sin da ragazzo mostrato grande passione per la vita politica da lui sentita come un dovere ed un servizio e mai come una ambizione finalizzata alla realizzazione di un ego personale. Iscritto al movimento dei giovani DC si recava ai Congressi del Partito non da delegato o da invitato, ma quasi da intruso per abbeverarsi della cultura politica dei grandi personaggi che allora dirigevano il partito. Divenuto egli stesso dirigente e in seguito membro del governo come ministro della Marina Mercantile fu il creatore del corpo della Guardia Costiera di cui l’Italia era allora priva. Alla presentazione del libro hanno partecipato Sua Eminenza il Cardinale Re, amico di infanzia, che ha portato una testimonianza della sua fede cristiana che gli ha consentito di sopportare con coraggio ed ottimismo le traversie della vita compresa la lunga e dolorosa malattia che lo ha afflitto fino agli ultimi giorni della sua vita. Pierferdinando Casini ha ricordato la comune militanza nella corrente forlaniana; Prandini era un realizzatore ed era vicino al proprio territorio, in un rapporto intimo con i suoi elettori. In questo, pur nella distanza geografica assomigliava molto a Remo Gaspari con cui ha condiviso esperienze di governo e con cui era legato da stima reciproca e da amicizia. Due aspetti in particolare ha sottolineato Casini della personalità di Prandini: il contatto con la gente che la Rete non sostituisce. Domandate oggi agli elettori chi sono gli eletti del proprio Collegio; con difficoltà ve ne potranno elencare uno o due. L’altra caratteristica di Prandini, comune a quella della classe dirigente della Prima Repubblica, era la preparazione culturale costruita attraverso una selezione dei dirigenti valutati per la capacità di assolvere agli incarichi di crescente difficoltà ricoperti e la esperienza progressivamente acquisita. Il contrasto con la preparazione della classe dirigente della Seconda Repubblica è evidente e spiega il declino culturale, economico e morale del paese. Tajani ha ricordato la vicenda giudiziaria che lo coinvolse al tempo di Mani Pulite e da cui è uscito completamente assolto. Quel meccanismo di finanziamento illecito dei partiti era stato svelato da Craxi in famoso discorso parlamentare e riguardava tutti i partiti. I Magistrati se la presero solo con i partiti di governo azzerando non solo una classe politica ma una stagione storica che aveva consentito la creazione della Repubblica, la scelta democratica e occidentale, lo sviluppo economico e democratico del paese.

La sensazione data da questa manifestazione è che alla vita democratica di questa Repubblica manca un partito come la vecchia DC, che sappia essere moderato ma al tempo stesso progressista e aperto verso le classi popolari non a forza di slogan ma attraverso una politica di sviluppo. Una forza politica dove gli autentici valori cristiani rappresentino una stella polare pur in una azione politica di assoluta laicità.

Quale la riflessione finale di un semplice spettatore come me? L’esigenza illustrata c’è nel cuore di molti ma vi alberga in modo subconscio. Perché si faccia concreta e diventi la base per una azione politica innovativa ci vorrà molto impegno, molto studio, grande elaborazione culturale e filosofica e, a meno di imprevedibili cambiamenti, anche molto tempo; nella sala infatti il più giovane era Casini e questo non è un bel segnale, almeno nell’immediato.

 

 

 

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Facciamo chiarezza sugli aspetti giuridici del caso Diciotti

Facciamo chiarezza sugli aspetti giuridici del caso Diciotti

Sul caso Diciotti si sentono una gran quantità di dichiarazioni sballate che lasciano perplessi. I vari personaggi non capiscono o fingono di non capire? Volete un esempio? Fico dice “se capitasse a me mi farei processare” E’ una solenne stupidaggine e vi spiego perché. Il Costituente introdusse nella legge costituzionale la immunità per senatori e deputati. Di che si trattava? E’ presto detto: un parlamentare non poteva essere processato o arrestato a meno che non fosse colto in flagranza di reato (ad esempio visto da un poliziotto mentre rubava in un negozio); le sue comunicazioni non potevano essere controllate (telefono, PC, lettere, microspie) se la richiesta del Pubblico Ministero non fosse stata autorizzata dalla camera di appartenenza. La cosa aveva una logica. Il parlamentare infatti viene eletto e rappresenta il potere del popolo che è il potere su cui si fonda uno stato democratico. In astratto il potere giudiziario è un potere dello stato (la giustizia infatti si esercita in nome del popolo) come quello legislativo ed esecutivo. I Magistrati non sono però eletti dal popolo; sono dei dipendenti dello stato vincitori di un concorso come i professori e i maestri di scuola. Il costituente riteneva che fosse possibile che uno o più magistrati avessero lo scopo di utilizzare la per un fine politico e se ne volessero servire per combattere un parlamentare di ideologia diversa dalla propria. Questa non è una ipotesi peregrina perché è vero che un magistrato non può avere la tessera di un partito, ma molti magistrati sono stati eletti a varie cariche come esponenti di qualche partito e non è assurdo pensare che si ritenessero organici a quella forza politica che poi li avrebbe fatti eleggere. Per questa ragione doveva essere la Camera di appartenenza a valutare la fondatezza delle accuse. Ma si giudicano tra di loro! Questa la frase diffusa tra la gente senza pensare che se un cittadino fa un esposto al CSM perché si lamenta della mancanza disciplinare di un magistrato, quel magistrato sarà giudicato da un organismo in cui siedono in maggioranza i magistrati. Se uno facesse invece una denuncia accusando qualche magistrato di un reato, la denuncia sarebbe valutata da un procuratore della repubblica e da un giudice della udienza preliminare, ed eventualmente dal, tribunale, dalla corte d’appello e da quella di cassazione tutte composte da magistrati, quindi da colleghi. Comunque sotto la spinta emotiva del periodo di Mani Pulite la immunità fu cancellata e resta solo per l’arresto e la inviolabilità delle comunicazioni. Se Salvini o qualsiasi altro membro del governo commettesse un reato comune (ad esempio si comprasse un orologio con banconote false) non è protetto da nessuna immunità e verrà automaticamente processato. Nel 1989 è stata introdotta una legge costituzionale che istituisce il tribunale dei ministri e per farla breve dice questo: se un ministro commette un reato ma lo fa per tutelare un interesse dello Stato non è perseguibile. A decidere se quella azione è stata compiuta nell’interesse dello Stato o meno è la Camera di appartenenza se il ministro o il presidente del consiglio è un parlamentare ;se non è un parlamentare come Conte ,deciderà il Senato. La decisione è insindacabile. Nel caso Diciotti il Tribunale dei Ministri di Catania (competente perché il fatto si è svolto a Catania) ha ritenuto che trattenere i migranti per 5 giorni sia un reato (tutto da dimostrare in un’eventuale processo, tanto è vero che il Procuratore della Repubblica ritiene invece che reato non ci sia stato) compiuto per interesse personale e non per tutelare un interesse superiore dello Stato e ha chiesto al Senato l’autorizzazione a procedere. Chi però deve stabilire se questo interesse dello Stato da difendere ci fosse o no è solo il Senato. E’ quindi una prerogativa del Senato e non del singolo ministro che non può rinunciarvi. Quando vigeva la immunità parlamentare l’on. Remo Gaspari fu accusato di peculato per aver fatto un volo con l’elicottero dei vigili del fuoco. Non essendo un reato ministeriale ma comune pronunciò un discorso alla Camera dei Deputati spiegando le ragioni di quel volo, dichiarando di ritenere di non aver fatto alcun reato e proclamando che rinunciava alla immunità. Il processo fu celebrato e Gaspari fu assolto. Qui la cosa è completamente diversa perché l’atto di Salvini è stato compiuto nell’esercizio delle funzioni di Ministro. Quindi non esiste nessuna immunità cui si possa rinunciare. L’unica cosa che Salvini potrebbe fare è auto accusarsi dichiarato di aver preso quella decisione nell’interesse suo personale e del suo partito. E ‘come chiedere all’impiccando di stringersi da solo la corda attorno al collo. Ma anche questo non toglierebbe alla Camera di appartenenza il potere di mantenere la propria autonomia di giudizio. Infatti non è infrequente che qualcuno si auto accusi e la confessione da sola non è sufficiente a dichiarare il soggetto colpevole se i fatti non vengono verificati. La legge è ben fatta; l’applicazione è lasciata agli uomini che dovrebbero autonomamente decidere in scienza e coscienza. Invece la maggioranza deciderà in un modo e parte dell’opposizione in modo contrario. A parti invertite succederebbe la stessa cosa.

di Achille Lucio Gaspari

 

 

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Il Sodalizio degli abruzzesi

Il Sodalizio degli abruzzesi

Nella Chiesa della Maddalena sono sepolti i resti mortali di San Camillo de' Lellis, fondatore dell'ordine dei Camilliani: lo stemma della croce rossa italiana è il simbolo dei camilliani.
La Chiesa è uno dei pochi e dei più belli esempi dell'arte rococò in Roma. Nel 1586 la chiesa venne affidata a Camillo de Lellis che ne fece la sede centrale dell'ordine dei Camilliani (ministri degli infermi).
È la chiesa regionale degli abruzzesi residenti a Roma. La sacrestia, pienamente rococò, è una delle più belle di Roma e la meglio conservata
Nella stessa Chiesa, il 4 febbraio 1945, nell'aula capitolare fu fondato Il Pio Sodalizio degli Abruzzesi "San Camillo de'Lellis".
Il Cardinale Francesco Coccopalmerio, Presidente Emerito del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi.ne è l’alto patrono

San Camillo, come tutti sanno, nacque a Bucchianico e dedicò la sua vita alla assistenza e alla cura degli infermi. Il Sodalizio è la più antica associazione degli abruzzesi residenti a Roma, si rivolge ai cattolici e pone nello statuto il compito di tutelare le persona umana aiutando i bisognosi e i malati. Grandi opere furono compiute in questa direzione nei primi anni di esistenza in una città vittima delle distruzioni della guerra e con le condizioni disagiate di gran parte della popolazione residente, soprattutto degli immigrati abruzzesi. Le attività del Sodalizio si contraddistinguono per opere di carità, di sostegno e di aiuto allo studio per i meritevoli indigenti e di tutta una serie di attività culturali realizzate attraverso la edizione del proprio bollettino e la realizzazione di eventi culturali di grande respiro.

Sabato 16 febbraio si è tenuta nella chiesa della Maddalena, a due passi dal Pantheon la tradizionale messa solenne in ricordo della data di fondazione del sodalizio, ufficiata da Sua Eminenza Reverendissima il Cardinal Coccopalmerio che è abruzzese. Dopo la cerimonia cui anno assistito numerosi sodali tra cui il prof. Guglielmo Ardito presidente del Circolo dei Chirurghi Abruzzesi e numerosi colleghi, il Cardinale si è piacevolmente intrattenuto con i partecipanti alla cerimonia ,dispensando consigli con paterna bonomia.

Gli abruzzesi residenti a Roma e i loro discendenti, tra cui anche il sen.Marsilio nuovo presidente della Regione Abruzzo, sono circa ottocentomila e il Sodalizio rappresenta per molti di essi un punto di contatto di fondamentale importanza.

 

 

 

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Le elezioni regionali in Abruzzo

Le elezioni regionali in Abruzzo

Quali previsioni sono state rispettate e quali no

La vittoria della Destra in Abruzzo era ampiamente prevista, (la chiamo destra perché di Centro ce ne sta ben poco), non solo nei sondaggi ma anche nella tradizione. Quando le regioni furono istituite e fino al suo scioglimento, l’Abruzzo fu governato ininterrottamente dalla Democrazia Cristiana. Dall’inizio della seconda repubblica la Destra e la Sinistra si sono regolarmente alternate al governo della regione. Nessuno dei due schieramenti è stato confermato per una seconda volta e quindi dopo Del Turco della Sinistra, Chiodi della Destra e D’Alfonso della Sinistra era facile prevedere un ritorno al potere della Destra. Per quale ragione questa alternanza pendolare si verifichi costantemente non è facile da spiegare. Essa è un segno che i cittadini abruzzesi sono sempre stati scontenti di chi li governa. Forse nel sub conscio agisce il ricordo dello sviluppo della regione le cui infrastrutture, imprese industriali e istituzioni culturali sono in massima parte retaggio della prima repubblica. Le previsioni non sono state rispettate per l’attribuzione del secondo posto unanimemente attribuito al Movimento 5 Stelle, con Legnini previsto terzo a grande distanza. La rediviva Democrazia Cristiana era accreditata di percentuali da prefisso telefonico; questa opinione era presente non solo nei sondaggisti, ma era creduta dai membri dei partiti maggiori che componevano l’alleanza, tanto da mettere pesantemente il naso nella composizione della lista dei candidati e di fare qualche riunione senza il simbolo della DC sui manifesti.

La vittoria della Destra e i suoi riflessi a livello nazionale

La vittoria della Destra era stata pronosticata ma si aspettava di vedere quale sarebbe stato il primo partito e quale rapporto si sarebbe istaurato tra la Lega e Forza Italia. Con il 27% dei suffragi la Lega ha conquistato per la prima volta il gradino più alto del podio in una regione del Centro Sud, e si è confermata in crescita, con Forza Italia in ulteriore arretramento al 9%. La strategia di Salvini al governo con i 5 Stelle e nelle amministrazioni locali insieme a Forza Italia e Fratelli d’Italia paga su tutti i fronti. La Lega guadagna e da quando si è formato il governo giallo-verde, i verdi crescono e i gialli calano. Logicamente Salvini dichiara che il governo resta in piedi, si aspetta infatti che nelle altre regioni chiamate al voto il trend si confermi con l’ulteriore calo di Di Maio e di Berlusconi i cui voti ritiene di poter rastrellare nella quasi totalità. La capacità di Berlusconi di essere una macchina drena consensi si è definitivamente esaurita e la scesa in campo di Tajani non è valsa ad invertire la situazione. La scomparsa di Forza Italia è solo una questione di tempo e non c’è da aspettare molto.

In futuro una convergenza anche nazionale con la Meloni potrebbe invece essere utile alla strategia leghista.

L’inaspettato exploit di Legnini

Con un PD malandato in Italia e molto malandato in Abruzzo il tentativo di Legnini appariva disperato. La grande trovata è stata quella di minimizzare la visibilità del Partito Democratico e di creare con ben otto liste un ampio schieramento che metteva insieme la sinistra con parte del Centro. Questa operazione sostenuta dal prestigio personale di Legnini ha consentito di raggiungere il 31% dei voti, un risultato importante ed insperato. Quello che ci si domanda è se questo progetto sia esportabile a livello nazionale. Zingaretti e Calenda ritengono di sì, il renziano Giachetti ritiene che sarebbe una riedizione dell’Ulivo, strategia valida per vincere le elezioni ma non per governare e quindi si è dichiarato contrario. La grande esperienza e capacità di Legnini avrebbe giovato alla qualità dell’amministrazione dell’Abruzzo, ma in qualche modo avrebbe incapsulato Legnini per cinque anni in una piccola regione; egli è invece una grande risorsa che troverà a livello nazionale la sua migliore collocazione e valorizzazione.

Il dilemma del Movimento 5 stelle.

La sconfitta patita in Abruzzo non è cosa di poco conto. E’ necessario per una crescita di potere, governare un certo numero di regioni dopo aver conquistato città importantissime come Roma e Torino. Questo obiettivo sembra allontanarsi piuttosto che avvicinarsi. È pur vero che le elezioni regionali sono diverse dalle elezioni politiche e che una sola lista ti pone in svantaggio contro chi ne schiera un certo numero. Ma questa scelta è determinata dalla filosofia del Movimento che tiene strettamente sotto controllo i suoi eletti, cosa che non potrebbe fare con elementi eletti con liste alleate ma autonome. Se però si guarda al 2014 in Abruzzo il Movimento prese il 21%alle regionali e il 25% alle europee con uno scarto in meno del 4%;oggi lo scarto con le politiche del 4 marzo è invece del 20%. E’ evidente che l’alleanza di governo giova alla Lega e danneggia i 5 stelle. Quid agendum? Bisogna accelerare la realizzazione del proprio programma e cercare di bloccare in tutti i modi gli obiettivi della lega. Una ulteriore opzione potrebbe essere quella di mandare sotto processo Salvini per cercare di farlo eliminare per via giudiziaria; programma rischioso e di incerto successo. Bisogna però, se già non lo ha fatto, che il movimento si doti di un piano B che non può essere altro che un governo con il PD. Questa è una soluzione che dipende molto dal pensiero di Zingaretti, cui attualmente il Movimento fa la

guerra per sostituirlo in regione Lazio con un commissario di nomina ministeriale, e dalla ampiezza della maggioranza che lo porterà a diventare segretario del PD.

La Marcozzi perde per la seconda volta la partita ed anche la testa.

La Marcozzi dopo essere stata sconfitta cinque anni fa dalla Sinistra ha perso ancora ed in maniera più pesante contro la Destra. La sua delusione si può comprendere, anche se la sconfitta era prevedibile e non avrebbe dovuto sorprenderla più di tanto. Quello che colpisce è il risultato ottenuto dopo un impegno forte sul territorio di Di Maio, Di Battista e di numerosi ministri. Forse lei stessa si rende conto che come leader dei 5 stelle in Abruzzo il suo percorso potrebbe giunto al capolinea. Questo non giustifica però le sue esternazioni; intervistata nel suo comitato elettorale ,invece di prendere coscienza della sua sconfitta parlava degli insuccessi del PD e di Forza Italia concludendo il suo discorso con l’incomprensibile dichiarazione che questo risultato metteva in pericolo la democrazia e come se non bastasse il giorno dopo offendeva con un tweet gli elettori abruzzesi che avevano avuto l’ardire di non votarla. E’ pur vero, come diceva mia nonna, che il quarto d’ora del fregnone può capitare a tutti ed è capitato anche a me, ma sono cose che non dovrebbero capitare a chi fa politica da tempo e dovrebbe essere diventata esperta.

Il risultato della Democrazia Cristiana.

Aver ottenuto il 2,89%, superando la percentuale ottenuta dal LEU conquistando un seggio è un discreto risultato. Si tratta di una lista unitaria comprendente il raggruppamento di Quagliariello e l’UDC che da sola, in altri tempi, prendeva il 4,5%. Si tratta di un inizio. Ci vorrà molto tempo; le sigle e siglette centriste dovranno diventare una cosa sola. L’azione di politici esperti come Rotondi, Cesa e Quagliariello sarà utile in una prima fase a cui dovrà seguirne una seconda con dirigenti giovani e dotati di carisma per arrivare ad una guida unitaria. Intanto in Abruzzo, che è stata la prima regione ad aver avuto una Presidentessa, è nata una giovane leader Angelica Bianco, piena di determinazione e di entusiasmo. Per ora siamo prudenti nel giudizio, e dal momento che ci stiamo avvicinando alla primavera possiamo dire: se son rose fioriranno.

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Elezioni regionali abruzzesi. In attesa dei risultati

Dopo una campagna elettorale piuttosto intensa, non troppo osteggiata dal clima, oggi si chiude la campagna elettorale. Mai come in questo periodo l’Abruzzo è stato frequentato da ministri e da vice presidenti del consiglio. Per vedere una cosa simile bisogna tornare indietro di venticinque anni, quando erano ministri Gaspari e Natali; loro attiravano visite anche dei Presidenti del Consiglio pro tempore, e comunque, essendo abruzzesi, non se ne andavano e seguitavano a seguire le necessità e i bisogni della Regione. Questi di adesso li rivedremo dopo il dieci febbraio? Chi sa? Questa campagna elettorale ha trasformato l’Abruzzo in un laboratorio politico molto interessante.  Di Maio si è impegnato al sostegno della Marcozzi con temi più fondati sulla politica nazionale che su quella regionale; lo stesso modo di trattare i problemi è stato adottato dal trio di Centro Destra per sostenere Marsilio. Sarà interessante vedere il risultato dei 5 Stelle che il 4 marzo hanno sfiorato il 40%.  Un risultato inferiore a questa percentuale non deve essere necessariamente preso come una indicazione di valore nazionale. Nelle elezioni locali i 5 stelle vanno peggio come è recentemente accaduto a Teramo e nel vicino Molise. La Marcozzi è una candidata che ha, come esperienza politica una trascorsa legislatura alla opposizione. Gentile di aspetto, ha condotto una campagna elettorale educata non tradendo il suo slogan gentile. Il fatto di aver indossato il paracadute per restare in Consiglio in caso di sconfitta mostra che non ha una grande fiducia nel suo personale successo. E’ un atteggiamento che si può capire perché tornerebbe a fare quello che ha già fatto e non dovrebbe abbandonare il lauto stipendio che la regione Abruzzo elargisce ai suoi consiglieri.  Ieri a Pescara la trimurti di Centro Destra era al completo. Anche Salvini, Meloni e Berlusconi parlano più di politica nazionale che di politica regionale ed è strano vedere tutti e tre insieme questi politici, due dei quali attaccano in continuazione la politica del Governo di cui il terzo è vice premier. Fratelli d’Italia ha raccolto pochi consensi in Abruzzo, mentre sembrerebbe che le posizioni della Lega e di Forza Italia cambieranno a vantaggio del Partito di Salvini. Molto interesse sarà il risultato che le tre forze saranno in grado di ottenere. Salvini conferma che a livello nazionale non vuole interrompere la collaborazione con i cinque stelle, Meloni punta ad un Centro Destra di tipo nuovo e Berlusconi sogna una riedizione del vecchio Centro Destra. Sembrerebbe che l’Abruzzo sia stato considerato la meno importante tra le Regioni che andranno prossimamente al voto e per questo il candidato presidente è stato designato dalla Meloni che è la leader del più piccolo dei tre partiti e poco rappresentato in Abruzzo tanto da dover portare da Roma un candidato dal momento che in loco non ne trovava uno di sufficiente qualità. In caso di vittoria sarà da valutare il contributo che sarà in grado di portare Berlusconi, perché Salvini punta ad assorbire i voti di Forza Italia senza dover stringere patti con l’ex cavaliere perché questo gli farebbe più facilmente perdere voti che guadagnarli.

Legnini è senza dubbio il personaggio più noto e più titolato; avvocato, ex sindaco di un piccolo comune collinare della provincia di Chieti è considerato un politico esperto e capace che qualcuno avvicina alla prestigiosa figura di Remo Gaspari. Parte però con un forte handicap avendo il PD preso nelle recenti elezioni politiche poco più del 14% poichè ha scontato non solo il trend nazionale negativo ma anche un certo effetto D’Alfonso. Il suo è un esperimento politico di grande interesse; giovandosi del fatto che da Vice Presidente del CSM non ha condiviso negli ultimi quattro anni la vita politica e governativa del PD ha potuto mettere in campo un esperimento interessantissimo, federando ben otto liste rappresentative del mondo civile e di una varietà di posizioni che vanno dalla sinistra laica ad una parte del centro cattolico. Oggi una opposizione nazionale credibile non esiste e questa è una grande debolezza per il sistema democratico. Quando le forze di governo si sentono incalzate cercano di operare con grande attenzione e di correggere la rotta se si rendono conto di aver preso una direzione sbagliata. Con una situazione economica in peggioramento, con una politica estera che isola l’Italia dai suoi tradizionali alleati  l’assenza di una alternativa valida e credibile preoccupa.  L’Abruzzo potrebbe diventare un laboratorio politico di grande interesse; se Legnini ottenesse un buon risultato, e nessuno oggi può escludere una sua vittoria, sarebbe stata trovata una formula politica di cui l’Italia ha bisogno.

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Il tribunale dei Ministri chiede il processo per Salvini

Il tribunale dei Ministri chiede il processo per Salvini

E così il tribunale dei ministri non tenendo conto della richiesta di archiviazione presentata dalla Procura, chiede l’autorizzazione a procedere. Tutto legittimo dal punto di vista formale. Quello che è fuori luogo è il pronunciamento dalla Associazione Nazionale Magistrati. Dunque Salvini offende la magistratura perché dichiara di non ritenersi colpevole? E che ripeterà le stesse azioni? Intanto nessuno è colpevole fino alla sentenza definitiva e ha il diritto di affermarlo e qui la situazione è complessa se i magistrati della procura in opposizione al tribunale ritengono che non ci sia reato. E un’altra domanda. Ma i magistrati non sbagliano mai? La magistratura tanto per fare un esempio ha condannato un innocente come Tortora. Era innocente e lo dichiarava. Offendeva anche lui la magistratura? Facciamone un altro di esempio: all’Aquila la Commissione Grandi Rischi è stata condannata perché non ha saputo prevedere il terremoto. Ci ha riso tutto il mondo tranne gli imputati. La questione dei migranti è grave e complessa. In Italia sbarcano migranti provenienti da paesi lontanissimi come Nepal, Afghanistan, Bangladesh, e per gli accordi di Dublino li dobbiamo accogliere noi. In Africa ci sono centinaia di migliaia di persone che vogliono traversare il Mediterraneo per sbarcare dove secondo voi? In Italia è ovvio, che già ne accoglie e ne mantiene seicentomila. La missione navale Sophia ha il compito di lottare contro gli scafisti. Risultati? zero! Ma se raccolgono qualcuno in mare dove sta l’unico porto di sbarco? Italia. I paesi da cui queste persone provengono non le vogliono riprendere indietro. Chi arriva resta. E in mezzo c’è uno spaventoso giro di denaro che rende molto sospetta tutta questa gran generosità. Il Cara di Castelnuovo di Porto sarà chiuso; costa alla collettività sei milioni di euro l’anno. Ma i centoventi lavoratori della cooperativa quanto prendono di stipendio? Quattromila euro al mese? Non credo proprio. Ecco allora chi ci guadagna con questa storia oltre naturalmente ai trafficanti. Del resto Buzzi lo ha detto che questo affare rende più della droga. Aggiungiamoci che queste posizioni sono usate per fare una sporca lotta politica. Cosa dovrebbe fare Salvini? Rinunciare alla immunità parlamentare sarebbe un bel gesto, gesto temerario però in considerazione della politicizzazione possibile di alcuni magistrati. Non mancano e non sono mancati magistrati passati dalla cattedra di giustizia allo scranno parlamentare essendo eletti per qualche partito. Che fossero simpatizzanti anche prima per questa forza politica non è temerario pensarlo. Inoltre c’è un punto fondamentale; la Camera di appartenenza può, a maggioranza assoluta dei suoi componenti, negare l'autorizzazione a procedere ove reputi, con valutazione insindacabile, che l'inquisito abbia agito per la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante ovvero per il perseguimento di un preminente interesse pubblico nell'esercizio della funzione di Governo.

Che si voti! Sarà interessante vedere quali forze vogliono tutelare un interesse dello Stato e quali forze sono invece contrarie a questa tutela.

di Lucio Gaspari

 

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I migranti,i sindaci ribelli e i contrasti nel governo

I migranti, i sindaci ribelli e i contrasti nel governo

I migranti raccolti da due navi ONG e mantenuti a lungo su di esse prima di poter sbarcare hanno acceso un gran putiferio.

I sindaci

I sindaci ribelli,tutti di sinistra hanno dichiarato che non rispetteranno la così detta legge sulla sicurezza. Questo è un fatto molto grave;l’Italia è un paese democratico e le leggi sono espressione della volontà del popolo,pertanto devono essere rispettate se vogliamo vivere non nell’anarchia ma nello stato di diritto. Solo i giudici possono sollevare la questione di costituzionalità e anche altri organi dello stato se si ritiene che esista un conflitto di competenze di valenza costituzionale. Il giudizio della Corte Costituzionale è inappellabile;prima della sentenza quella legge è valida e deve essere osservata. Può anche accadere che una legge perfettamente costituzionale non piaccia ed il Parlamento non abbia intenzione di modificarla. In questo caso il popolo può intervenire direttamente utilizzando l’istituto del referendum abrogativo. In realtà la presa di posizione di alcuni sindaci e presidenti di regione targati PD è una iniziativa di propaganda politica. Non è con questo metodo che si rilancia il partito. Considerino invece come l’hanno presa i cittadini quando hanno saputo che il governo Renzi aveva stipulato un accordo per far sbarcare in Italia tutti i migranti irregolari. Dovrebbero anche chiedersi, avendo governato per cinque anni, se nel grande successo registrato dal Movimento 5 stelle al centro sud c’entri qualcosa la grave situazione economica e la terribile disoccupazione ,in particolar modo giovanile vissuta da quelle popolazioni.

I migranti

Se il caso si limitasse a questo numero esiguo di persone sarebbe incomprensibile questo gran putiferio scatenatosi tra Malta e Italia, tra Malta, Italia e le restanti nazioni dell’Unione Europea e tra le componenti del governo. Il fatto è che in Italia di migranti irregolari ne sono entrati oltre cinquecentomila e sembra illusorio pensare di rimandarli a casa. Ciò significa che questi trafficanti non identificati hanno lucrato circa 2 miliardi di euro e per assistere queste persone in Italia abbiamo speso 17 milioni di euro al giorno. Agli inizi del fenomeno facevamo i furbi non identificandoli e consentendo loro di raggiungere paesi situati più a nord dell’Italia. Il gioco si è interrotto quando gli altri membri dell’Unione Europea hanno chiuso le frontiere con l’Italia e chi sbarcava sulle nostre coste ci restava. Nel 2016 e 2017 sono arrivati circa 180.000 irregolari ,un quarto di essi trasportati dalle 12 navi delle ONG incrocianti davanti alle acque territoriali libiche in attesa di essere contattate dai trafficanti. Se prima questa organizzazione criminale doveva procurarsi delle imbarcazioni in grado di raggiungere la Sicilia , da qualche tempo ,con la collaborazione delle ONG è sufficiente procurarsi dei gommoni di fabbricazione cinese. I motori fuori bordo e i salvagente vengono invece recuperati e sono disponibili per un nuovo viaggio. Molte nazioni di provenienza sono indisponibili a riprendersi i loro cittadini ,quando si riesce,poiché vengono senza documenti e danno informazioni erronee, ad identificarli. L’Africa raggiungerà in alcuni lustri due miliardi e mezzo di abitanti e già ora sono cinquecento milioni i potenziali immigrati clandestini,un numero pari agli abitanti di tutta Europa,la quale è il ventre molle della immigrazione clandestina mondiale ,almeno nelle nazioni mediterranee,Italia più delle altre ,dal momento che immigrati arrivano anche dal Nepal, dal Bangladesh e dallo Sky Lanca traversando innumerevoli nazioni asiatiche prima di sbarcare da noi. Gli appelli umanitari come quelli lanciati dal Papa si possono comprendere ma non bisogna dimenticare una cosa:ci sono troppi interessi economici che rendono sospetti questi atti di generosità. Buzzi (quello di mafia capitale) diceva in una comunicazione telefonica intercettata che con gli immigrati si guadagna più che con la droga. Un piccolo esempio abruzzese. Nel comune di Gissi c’era un piccolo albergo che a causa della crisi economica e della chiusura dell’ospedale è andato fallito. Acquistato per poche decine di migliaia di euro ora ospita quaranta rigogliose ragazze centro africane al costo di € 35 cadauna al giorno per un incasso annuale di circa cinquecentomila euro; è evidente che per imprenditori che si dedicano a queste attività si tratta di una manna caduta dal cielo,anzi dalle nostre tasche.

Le soluzioni non sono semplici ne a portata di mano;è necessario investire cifre cospicue in Africa per migliorare le condizioni economiche locali con tempi ed esiti incerti. Cosa fare allora per arrestare il fenomeno ,disincentivare gli scafisti ed evitare i naufragi? Fare una intensa propaganda nei paesi di partenza per spiegare che in modo irregolare non è più possibile arrivare, impedire gli sbarchi ed aprire alla immigrazione regolare tramite le ambasciate e i consolati. Ma i rifugiati potrebbe chiedere qualcuno?, quelli che hanno diritto all’assistenza internazionale? Anche per loro c’è un limite di numero. Tutti i paesi se ne dovrebbero fare carico. Ci sono nazioni immense e pochissimo popolate come gli Stati Unita d’America, il Canada, la Russia , l’Australia. Il problema di assistenza non può essere solo un problema europeo

I contrasti nel Governo.

Mentre Salvini era in Polonia il presidente Conte con l’accordo di Di Maio si è premurato di aprire le porte ad alcuni dei passeggeri delle due navi stazionanti a largo di Malta senza neanche consultarsi con il Ministro dell’Interno. Fosse questa l’unico motivo di contrasto!. Ecco un breve elenco degli altri motivi. La TAV, la TAP, il terzo valico, la Pedemontana, la legge sulla legittima difesa. Prima si era dubbiosi sulla fattibilità economica di alcuni provvedimenti previsti dal contratto di governo. Ora la situazione è cambiata. Non solo ciascun alleato cerca di realizzare il proprio programma ma anche di impedire la realizzazione dei programmi dell’antagonista,e in questa operazione i cinque stelle si mostrano più aggressivi dei leghisti, con la collaborazione di Conte che negli ultimi tempi è più schierato verso il giallo.

Tutti si chiedono quanto potrà durare questo difficile connubio e nessuno crede alla durata di cinque anni proclamata frequentemente dai due Dioscuri. Il fatto è che non si sa cosa potrebbe accadere dopo la rottura. Nuove elezioni politiche sarebbero ben accette soprattutto da Salvini ma c’è un ma grosso come un Quirinale. Potrebbe avere Salvini l’ incarico di formare un nuovo governo insieme a Forza Italia e Fratelli d’Italia? Probabilmente neanche portando a Mattarella le firme di venti senatori e sessanta deputati transfughi Ma anche in questo caso la cosa non converrebbe a Salvini perché dovrebbe trattare con l’ex cavaliere sulla base non dei sondaggi attuali ma dei risultati conseguiti il 4 marzo. L’alternativa è un governo 5 stelle PD che una segreteria Zingaretti potrebbe favorire se Renzi non si mettesse di traverso. Per Salvini stare all’opposizione potrebbe non essere una soluzione cattiva. La situazione potrà forse chiarirsi dopo l’esito delle elezioni europee.

 

 

 

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La legge di bilancio giallo-verde; gli aspetti negativi di forma e di sostanza.

La legge di bilancio giallo-verde; gli aspetti negativi di forma e di sostanza.

Non bisogna essere un costituzionalista o un economista per poter valutare la legge di bilancio recentemente varata dalla maggioranza giallo –verde in Senato.

Veniamo alla forma: i due Dioscuri con tanto di petto in fuori avevano dichiarato guerra alla commissione europea con affermazioni del tipo “non arretreremo di un millimetro, me ne frego, Junker sei un ubriacone”. è finita con un arretramento su tutta la linea. Le stime di crescita del PIL sono state ridotte dall’1,5 all’1%, la manovra è arretrata dal 2,4 di deficit al 2 per cento ed è stata riscritta sotto parziale dettatura da parte dell’Unione Europea. Nonostante questo i vice presidenti sostengono di aver vinto Si racconta che a Roma quelli che subiscono una sonora lezione e non vogliono ammetterlo dicono “me ne hanno date ma gliene ho dette!” Sembra proprio di udire le voci di Di Maio e Salvini. Poiché facciamo parte di una unione economica e monetaria e quindi il valore dell’euro di pende dalle economie dei vari stati che vi partecipano, come potevano pensare che all’Italia fosse consentito quanto è proibito agli altri stati e che gli altri si facessero carico delle follie di questo Governo? Il “non arretro di un millimetro” fa parte delle bugie della propaganda politica che come tutte le bugie hanno le gambe corte.

I nostri eroi quando erano all’opposizione gridavano all’eccesso di voti di fiducia e all’esproprio delle prerogative del parlamento. E cosa hanno fatto ora essendo al governo? Hanno presentato direttamente in aula per la votazione con richiesta di fiducia un maxiemendamento sconosciuto ai senatori che, cosa mai verificatasi, non era stato discusso in Commissione Bilancio. Se a questo si aggiungono gli attacchi contro in funzionari del MEF e contro il Ragioniere Generale dello Stato, l’invito al presidente dell’INPS a dimettersi, l’azzeramento del Consiglio Superiore di Sanità, le dimissioni del presidente dell’Istituto Superiore di Sanità ,le dure critiche contro il CSM per essersi permesso di eleggere liberamente il suo vice presidente, e la rimozione del presidente dell’Istituto Spaziale Italiano, possiamo domandarci in modo fondato se siamo in pericolo per la nostra democrazia e se un regime subdolamente illiberale si stia istaurando.

Veniamo ora all’esame della manovra che verrà approvata anche dalla Camera dei Deputati senza alcun cambiamento.

La flat tax quando sarà attuata riguarderà solo un numero ridotto di partite iva; per tutti gli altri nulla. Il pensionamento a 62 anni per gli statali è posticipato ad ottobre con delle penalizzazioni sull’assegno mensile. Se avrà molte adesioni significa che il lavoro nero sarà incrementato. Ma la Guardia di Finanza stroncherà il malaffare dice Di Maio, balle! Il lavoro nero esiste oggi in Italia? Se esiste perché la Guardia di Finanza non lo stronca? Si potrebbe rispondere in latino che: ad impossibilia nemo tenetur (nessuno è obbligato a fare cose impossibili). I pensionamenti anticipati faranno aumentare le assunzioni e ridurranno il numero dei disoccupati? E’ tutto da vedere; è invece sicuro che aumenteranno le spese dello stato. Il reddito di cittadinanza a chi andrà? Ai poveri o a quelli che si dipingono come poveri? Se si va a controllare la situazione dell’esenzione dai ticket sanitari risulta che il 90% ha presentato una documentazione irregolare per risparmiare qualche decina di euro; figuriamoci per averne 780 o più. Queste sono manovre di spesa che nulla hanno di stimolo per l’economia. Altro significato avrebbe avuto l’operazione se questi euro fossero stati utilizzati per integrare gli stipendi di nuovi assunti. Guardiamo ora a cosa è stato deciso sulle pensioni. Un freno alla rivalutazione di quelle superiori ai 1500 € per difendere il valore di acquisto degli assegni che sono ridotti dalla inflazione. Come la vogliamo chiamare? E’ una vera è propria tassa che colpisce milioni di persone. E che dire delle così dette pensioni d’oro che subiranno un taglio del 15% ed oltre. Fossero stati colpiti i privilegiati che non hanno pagato adeguati contributi si sarebbe anche potuto capire, ma qui vengono coinvolte anche persone che hanno pagato fino all’ultimo centesimo, che hanno quarantacinque anni di contributi e sono andati in pensione a settanta anni dopo una vita di lavoro usurante. Non parliamo di giustizia o ingiustizia; guardiamo solo alla convenienza economica. Chi prenderà i 780 euro per 18 mesi se li terrà stretti per preservare una riserva per un futuro incerto. Coloro che subiranno una decurtazione dovranno necessariamente tirare la cinghia e tagliare le spese non vitali. Secondo voi il PIL aumenterà con tutte queste misure o si andrà in recessione? L’aumento IVA infatti non ci sarà nel 2019 ma una clausola di salvaguardia per evitarlo anche nel 2020 ci costerà 23 milioni di euro. Staremo a vedere nella speranza che l’ISTAT ci dia stime veritiere e se queste non piaceranno al governo temiamo che il presidente sarà accusato di sabotaggio, invitato a dimettersi e a candidarsi alle prossime elezioni per essere sostituito da un personaggio più manovrabile.

Volete un ultimo esempio dei dilettanti allo sbaraglio? Esaminiamo la legge bonus /malus sulla vendita di nuove automobili. Scopo della norma è quello di ridurre le emissioni di CO2 con tassazione delle auto i cui motori producono questo gas oltre un livello stabilito ed incentivi all’acquisto di macchine ibride ed elettriche. Le macchine ibride ed elettriche sono molto più costose delle altre, le batterie hanno una vita limitata e la loro sostituzione è molto costosa, le colonnine di ricarica sono pochissime e quindi non avrà difficoltà per brevi tragitti solo chi ha un garage con presa di corrente. Quindi si tratta di pochissime nuove macchine peraltro prodotte all’estero, che avranno un impatto trascurabile sulla salubrità dell’aria. Saranno invece penalizzate le macchine con motori a benzina che producono più CO2 di quelle diesel la cui circolazione nelle città viene osteggiata. Che comportamento schizofrenico. Si pensa che ci sarà un calo delle vendite di almeno 100.000 nuove auto. Ecco le conseguenze. Una incidenza sul PIL e sulla occupazione dei lavoratori del comparto, una riduzione del gettito IVA, un peggioramento nel rinnovamento del parco macchine italiane che è uno dei più vecchi d’Europa. Questo comporterà che ci saranno più vecchie auto a girare e quindi più inquinamenti, ma anche meno sicurezza e questo anche per le nuove macchine perché per stare entro la soglia di CO2 si preferiranno i modelli con cambio manuale e trazione sulle due ruote che sono quelli che consumano di meno ma sono anche i più insicuri.

Distinguere tra i due partiti chi sia più responsabile delle leggi sbagliate è un esercizio vano: la responsabilità va divisa al 50%. Se Salvini farà approvare la nuova legge sulla legittima difesa la cosa sarà interessante solo per poche persone; non vedo così tanti individui anelanti a diventare giustizieri della notte. Il cittadino disapprovava la scelta di Renzi di far approdare in Italia tutti i barconi che solcano il mediterraneo e guarda con soddisfazione la chiusura dei porti, ma quando si sentirà mettere la mano nella tasca penserà che questa chiusura la paga troppo cara.

Con una opposizione costituita da personaggi e da partiti che per loro colpe ci hanno portato in questa situazione, in attesa che qualcosa di nuovo nasca, confidiamo nel Presidente Mattarella che, nei limiti di quanto la Costituzione gli consente di fare, vigila per la salvezza dello Stato.

di Achille Lucio Gaspari

 

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La campagna elettorale in Abruzzo

 

La campagna elettorale in Abruzzo

Sembra ormai confermata la data del 10 febbraio per la campagna elettorale in Abruzzo. Da tempo il Movimento 5 stelle ha candidato alla presidenza della regione Sara Marcozzi; recentemente è sceso in campo Giovanni Legnini in rappresentanza di un ampio schieramento di centro sinistra. Il Centro Destra probabilmente renderà ufficiale la candidatura di Marsilio, catapultato da Roma in Abruzzo, con una etichetta di origine abruzzese un pochino contraffatta. Gli elettori avranno la responsabilità di scegliere per il meglio. La prima cosa da fare è evitare di restarsene a casa; chi non partecipa al voto subisce, senza poter far nulla, le decisioni di chi vota. Il primo nemico da battere è l’astensionismo, il generale inverno permettendolo. Per chi andrà a votare, e speriamo siano in molti, bisognerà farlo non di pancia ma di testa, valutando con attenzione i programmi, gli uomini che dovranno realizzarli e anche quanto è stato fatto in passato dai partiti che si sono succeduti al potere.

Per i giovani, che non avendo vissuto le esperienze dello scorso secolo potrebbero credere che quello che hanno intorno sia caduto dal cielo, vorrei rievocare fatti passati.

L’Abruzzo alla fine della seconda guerra mondiale era una regione poverissima, tra le più arretrate del sud anche se geograficamente situata nel centro Italia. Le uniche strade erano la Tiburtina Valeria e la Istonia che risalivano all’Impero Romano, e la Adriatica, strada militare realizzata durante il dominio napoleonico. Per il resto le strade non c’erano o erano non asfaltate quasi fossero delle mulattiere. Le industrie non esistevano, gli ospedali erano dei lazzaretti, l’agricoltura povera e arretrata, del turismo meglio non parlare. Per studiare bisognava andare a frequentare le università di Napoli, di Roma e quelle del nord con una preferenza per Bologna.

Nei trenta anni che vanno dal 1960 al 1990 sono state costruiti le strade che ora sono abbandonate e vanno in malora. Le autostrade hanno collegato la regione con il nord, il sud e l’ovest. Sono stati realizzati acquedotti, ospedali, scuole, uffici postali, porti, l’aeroporto di Pescara, stazioni ferroviarie ed è stata migliorata la linea ferroviaria adriatica. Le università di L’Aquila, Teramo e Chieti-Pescara rappresentano un volano di cultura per la nostra regione e hanno permesso a molti nostri giovani di studiare qui e di trovare qui lavoro interrompendo quel salasso di giovano molto ben preparati che, terminati i loro studi, non tornavano in Abruzzo. Le aree industriali di L’Aquila, Avezzano, Val Vibrata, Valle del Pescara, Val Di Sangro, Val Sinello e San Salvo hanno portato decine di migliaia di posti di lavoro. Una agricoltura moderna e una accoglienza turistica efficiente hanno fatto il resto. Si è interrotta una forte emigrazione che durante il fascismo e nel dopo guerra aveva devastato le popolazioni abruzzesi; fenomeno che conosco anche per diretta esperienza familiare.

Negli ultimi 25 anni non solo non è continuata la crescita economica ma vi è stato un regresso che si può toccare con mano. I nuovi partiti di destra e di sinistra si sono alternati al governo della regione senza ottenere un consenso duraturo, perché chi aveva governato è stato sconfitto nelle successive elezioni allo stesso modo di quanto accadeva a livello nazionale.

Ora ci cittadini si trovano di fronte ad una Destra che è una riedizione riveduta e corretta di quella che è stata a trazione berlusconiana. Basterà questo cambiamento di fattori a modificare in meglio il risultato finale? La stessa cosa può dirsi per la Sinistra. Dopo la dura sconfitta del 4 marzo è in fieri un cambiamento a livello nazionale ancora non ben definito e che non sappiamo dove porterà. La operazione di larghe intese portata avanti da Legnini, che si propone di cambiare il volto della sinistra abruzzese potrebbe essere un interessante laboratorio sperimentale i cui risultati potrebbero essere esportati a livello nazionale. Chi in teoria sembra stare meglio è il Movimento 5 stelle perché non può essere accusato dei disastri causati dalle precedenti amministrazioni. Il movimento ha schierato i grossi calibri (Di Maio, Lezzi, Sileri) per portare al governo della regione che per prima fu governata da una donna, l’on. Nenna D’Antonio, la sua candidata Sara Marcozzi. C’è però un ma grosso come una casa. Quale capacità amministrativa sapranno mettere in campo i 5 stelle? Se si pensa alla esperienza della Raggi vengono i brividi. E’ poi difficile che in regione non ci si adegui alla filosofia politica del movimento: niente infrastrutture e grandi lavori, no a tutto, solo provvedimenti propagandistici tesi a racimolare un gruzzoletto di voti invece che creare lavoro e quindi ricchezza. Distribuire la povertà non ha mai aiutato nessuno e questo lo sanno bene quei paesi a lungo dominati dalla ideologia comunista, alcuni riflessi della quale, quelli più retrogradi, si vedono riesumati nella ideologia grillina. La decrescita felice non fa felice nessuno e un comunista illuminato come l’attuale presidente della Cina ha lodato Den Xiao Ping per l’apertura al capitalismo e ai mercati e ha promesso una grande spinta per una più forte crescita futura della economia cinese.

Cosa può fare dunque il cittadino abruzzese chiamato ad esprimere la sua scelta nell’urna elettorale? Deve essere preparato sul passato, sia su quello più recente che su quello più lontano ed usare queste conoscenze per usarle come un metro di misura. Bisogna infatti valutare con attenzione i programmi. Essi devono essere facilmente comprensibili, devono contenere elementi di sviluppo economico, culturale e democratico, con l’obiettivo di far crescere il PIL regionale e ridurre la disoccupazione. Per essere credibili devono contenere pochi punti definiti nei particolari con grande attenzione alle modalità realizzative. Diffidate delle promesse irrealizzabili, data la situazione economica attuale e i cinque anni di tempo; guardate con sospetto alle enunciazioni fumose tutte piene di affermazioni propagandistiche e prive di elementi concreti. Osservate con grande attenzione chi sarà chiamato a realizzare quello che sembra un buon programma e alla squadra che viene messa in campo. In una fase storica dove si crede che uno vale uno e che chiunque sa fare qualsiasi cosa, evitate che a smentire questa illusione sia una esperienza negativa vissuta sulla propria pelle. Se nel calcio con giocatori scarsi non si va da nessuna parte e per avere successi a ripetizione, come sanno i tifosi Juventini, ci vogliono interpreti di prim’ordine, figuriamoci nell’amministrare una regione o uno stato.

Auguro a tutti i cittadini di questa regione che amo, di fare con l’aiuto di Dio, per chi ci crede, e della propria coscienza in cui tutti dobbiamo avere fiducia, la scelta giusta.

di Achille Lucio Gaspari

 

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Legnini candidato, ecco una buona notizia per L’Abruzzo

Legnini candidato, ecco una buona notizia per L’Abruzzo

Giovanni Legnini ha risposto positivamente all’appello di 162 sindaci abruzzesi che gli chiedevano di scendere in campo per candidarsi alla guida della Regione Abruzzo. Questo appello fatto da sindaci non tutti del PD ha un grande significato; riconduce il ruolo del Presidente della Giunta Regionale al suo significato più autentico, quello di amministratore e garante del bene comune della regione. Ed avendo la carica di presidente questo significato, l’appello non poteva venire che dai sindaci che sono gli amministratori dei loro comuni.
Dobbiamo renderci conto che l’azione di un Presidente di regione o come viene attualmente chiamato, di un Governatore è quello di amministrare le risorse della regione per garantirne la buona amministrazione, lo sviluppo economico, la tutela del territorio, la promozione delle infrastrutture e la sicurezza dei cittadini liberati dal bisogno, accuditi nelle necessità preventive e curative della loro salute e garantiti nella sicurezza di un corretto vivere democratico e civile.
Essere onesti non basta per svolgere con efficacia questo compito, e ben lo sanno i cittadini romani tormentati dalla incapacità amministrativa della loro sindaca
Non sto a ripetere il prestigioso Curriculum di Giovanni Legnini perché tutti gli abruzzesi conoscono bene lui e i suoi trascorsi di sindaco, di parlamentare, di membro del governo e di Vice Presidente del CSM. Devo però affermare con forza, e senza tema di smentita, che con tutto il rispetto dovuto agli altri candidati, tra Legnini e gli altri ci passa la stessa differenza che c’è tra Cristiano Ronaldo e qualche giocatore di serie C.
Se la contesa politica fosse come un campionato di calcio tra la squadra di Legnini e le altre non ci sarebbe partita. Ma gli spettatori che qui sono gli elettori devono tifare non per la ideologia di questo o quel partito, per questo o quel personaggio; devono tifare per se stessi e avere a cuore il loro presente e il loro futuro.
Se Legnini riuscirà a coinvolgere una ampia rete di sostenitori che vada oltre i tradizionali partiti di sinistra e i loro simboli ,se formerà un squadra di entusiasti e di competenti con molte facce nuove ,e avrà il coraggio di tagliare i molti rami secchi, la vittoria non potrà sfuggirgli e sarà la vittoria non di Legnini ma di tutti i cittadini abruzzesi.

di Achille Lucio Gaspari

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