Leggi Tutto »Il trapianto di voltoAl trapianto di volto eseguito al Policlinico Sant Andrea di Roma era stata data una enorme risonanza mediatica con dichiarazione dei curanti che tutto era andato bene;sembra invece che l’intervento sia fallito per un rigetto iper acuto. Altra possibilità è che si siano ostruite le micro anastomosi vascolari. Essendo stato uno dei primi ad introdurre in Italia la tecnica micro chirurgica con numerosi rimpianti di arti e ricostruzioni di nervi, posseggo le conoscenze scientifiche per giudicare l’episodio.La realizzazione dell’intervento ha dimostrato che la equipe possiede una notevole capacità tecnica in micro chirurgia; la scelta di eseguire questo tipo di intervento è però molto criticabile per le seguenti ragioni: affinché un viso abbia un aspetto gradevole i muscoli mimici devono potersi contrarre in modo naturale, altrimenti l’effetto visivo è quello di un volto paralizzato. Nervi non sono fili elettrici che funzionano appena collegati. Bisogna aspettare che si verifichi la rigenerazione nervosa che procede, se tutto va bene, alla velocità di un millimetro al giorno. Il nuovo viso sarebbe rimasto paralizzato a lungo prima di riprendere una incerta funzione. Il problema maggiore è ben conosciuto: è il pericolo di rigetto essendo la pelle il tessuto più soggetto a questa complicanza. Per far tollerare un simile tipo di trapianto, quando ci si riesce, bisogna somministrare al paziente alte dosi di immunosoppressori che favoriscono l’insorgere di infezioni e di tumori e possono danneggiare i reni. Questa è la ragione per cui è giustificato il trapianto dei soli organi vitali. In passato trapianti di mani sono falliti proprio per queste ragioni e noi ci siamo astenuti dal praticare simili interventi non per mancanza di capacità tecnica ma per conoscenza dei problemi. L’aspetto più negativo è stato quello di mettersi sotto le luci della ribalta senza neanche aspettare l’esito del decorso post operatorio. Gli studiosi non sono né attori ne politici in cerca di notorietà; i risultati del proprio lavoro vengono affidati alle riviste scientifiche.di Achille Lucio Gaspari
Le dimissioni di Rapino
Le dimissioni di Rapino
Le dimissioni di Marco Rapino alla fine sono arrivate e sono state comunicate con una bella lettera ricca di passione politica ,di giusta autocritica e di speranza per il futuro. Sarebbe stato meglio se fossero state presentate molto tempo prima e accompagnate anche da quelle dei segretari provinciali. E’ evidente che non è tutta colpa di Rapino e degli altri componenti delle segreterie. Molto si deve anche al fatto che la gestione della regione non ha incontrato l’approvazione degli elettori, ma anche al trend del partito a livello nazionale. Anche nel 2013 i risultati elettorali si erano discostati dalle previsioni che vedevano il PD primo partito in Abruzzo e la coalizione vincente. Il primo posto invece lo conquistò il Movimento 5 stelle e il PDL ottenne il primato regionale come coalizione. Questo insuccesso costò la dolorosa bocciatura dell’ex presidente del Senato, essendo stato Marini collocato nella lista dietro la Pezzopane. Si trattò però di un insuccesso limitato; il PD fu battuto di una incollatura ma si riscattò nelle successive elezioni europee e regionali. Il 4 marzo il colpo è stato durissimo e sarebbe stato necessario rimescolare da subito le carte del partito a livello regionale. Capire le cause dell’insuccesso, preparare gli opportuni correttivi e metterli in opera per avere qualche positivo riscontro negli elettori è una operazione difficile ,che richiede tempo e coraggio, ma di tempo non ce n’è molto e con le dimissioni di D’Alfonso, cosa facilmente prevedibile, il nuovo cimento elettorale sarebbe giunto molto presto.
IL RUOLO DI LEGNINI
Corre voce che Legnini potrebbe essere il prossimo candidato PD alla presidenza della Regione e certamente il partito potrebbe chiedergli di accettare la candidatura. Dobbiamo quindi chiarirci le idee su questo personaggio. In un mondo dove uno vale uno e la mia incompetenza vale la sua preparazione, Giovanni Legnini è una risorsa da preservare. Alle doti innate di intelligenza, sensibilità politica ,onestà intellettuale aggiunge un curriculum che ne fa almeno a livello regionale (per volersi limitare nel giudizio) il miglior prodotto della classe politica espressa da tutti i partiti. Con esperienza in entrambi i rami del parlamento, è stato relatore della legge finanziaria ,incarico difficile e di grande prestigio che ha assolto brillantemente. Nei governi Letta e Renzi è stato membro del governo come sottosegretario. Designato dal Parlamento come membro del CSM con voto plebiscitario, ne è stato eletto Vice Presidente, ruolo che sul piano pratico corrisponde alla presidenza reale così come il Cardinale Vicario svolge le effettive funzioni di Vescovo di Roma in sostituzione del Santo Padre. La vice presidenza del CSM è un compito difficile e di grande responsabilità. Bisogna armonizzare le posizioni dei membri togati che sono espressione delle correnti del ANM con quelle dei membri laici designati dal Parlamento. I compiti delle varie commissioni e del Plenum sono molteplici ed impegnative. Legnini in questo compito ha mostrato di saper mantenere la calma, di avere doti diplomatiche di notevole spessore e di sapersi proporre come mediatore alla ricerca di un giusto equilibrio quando talvolta ,sia i politici che i magistrati eccedono nelle parole e nei comportamenti. Il suo lavoro è stato dal Presidente Mattarella considerato molto prezioso, e questo posso affermarlo con forza ,avendone avuto contezza quando mi capitò di essere ricevuto dall’Inquilino del Quirinale.
NEANCHE CRISTIANO RONALDO PUO’ FAR VINCERE UNA SQUADRA DEBOLE.
Per quanto la politica sia l’arte del possibile ,pensare che il PD possa di nuovo aggiudicarsi la presidenza della regione Abruzzo significa credere che la politica sia l’arte dell’impossibile. Il primato se lo contenderanno il Movimento 5 stelle che ha quasi raddoppiato i voti ottenuti nel 2013 e ha messo in campo un buon candidato come Sara Marcozzi e il Centro Destra unito che sarà un osso duro avendo entrature in molti gangli del potere e potendo contare sull’apporto di numerose ed agguerrite liste civiche.
Se davvero il PD pensa che Legnini sia una risorsa non può sacrificarlo in una impresa suicida. Il Vice Presidente del CSM con la correttezza che lo caratterizza, per rispetto del suo ruolo si è completamente estraniato fino ad ora dalla contesa politica. Potrebbe invece essere un ottimo candidato alla Segreteria del PD. Cosa ha Zingaretti, di cui si fa un gran parlare ,più di Giovanni Legnini? Solo un fratello che è un attore famoso. Anzi se guardiamo al curriculum ed alla personalità il nostro politico vale molto di più
Le elezioni europee di maggio non si prospettano rosee per il gruppo socialista. Come insegnava Remo Gaspari è in particolar modo nelle elezioni con sistema proporzionale ,che le buone candidature sono molto importanti per il conseguimento del successo e un personaggio come Legnini ricco di esperienza e di cultura giuridica, buon conoscitore della lingua inglese ,potrebbe non solo essere un candidato capace di trascinare i colleghi al successo ma anche un membro del Parlamento Europeo di notevole prestigio.
di Achille Lucio Gaspari
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Il Csm, Salvini e il rischio eversione
Il Csm, Salvini e il rischio eversione
L’Associazione Nazionale Magistrati, il segretario del PD, perfino gli alleati grillini hanno rimproverato Salvini per le sue parole e i suoi atteggiamenti che sarebbero un attacco alla indipendenza della Magistratura.
Vediamoli allora questi atteggiamenti e controlliamo queste parole eversive.
L’antefatto
Salvini ricevuta la busta contenente l’avviso di garanzia speditagli dal Procuratore di Palermo la ha aperta in diretta FB .Dove sta il gesto irriverente? Anzi si può dire che sia stato un complimento alla correttezza della Procura. Non raramente, e addirittura frequentemente quando si tratta di politici, siano pure capi di Governo , l’avviso di garanzia viene comunicato alle redazioni dei giornali prima di essere ricevuto dall’interessato che ne apprende l’esistenza a mezzo stampa. Salvini ha mostrato che nel suo caso si era tenuta una procedura corretta. Prima di aprire la busta ha specificato che ha grande rispetto per la Magistratura e per il lavoro che svolge, e che eventuali critiche sono rivolte alla singola persona e non all’intera organizzazione. Ha poi detto che ritiene di aver agito nell’interesse dei cittadini alla sola finalità di difendere gli italiani che rappresenta come Ministro dell’Interno.
Cosa avrebbe dovuto fare?
Dichiararsi colpevole e pentito come facevano gli arrestati rinchiusi nel carcere della Lubianka quando venivano interrogati da Beria durante l’era di Stalin? Quelli lo facevano perché sapevano che dichiararsi innocenti, come in effetti erano, significava condannare alla morte anche le loro famiglie. Non siamo a questo punto in Italia e la libertà di parola e di giudizio dovrebbe essere garantita. Ma così si attenta alla indipendenza della Magistratura dicono i magistrati con le loro organizzazioni e anche quei partiti che sono più vicini ad alcune correnti della magistratura, vicinanza ideologica spesso comprovata da opportune candidature nelle elezioni amministrative e politiche.
Magistrati e potere esecutivo
Quando invece si attenta alla libertà del potere esecutivo da parte di alcuni magistrati? Ma non è mai successo viene detto dai difensori d’ufficio delle procure. Lascio stare il discusso periodo di Mani Pulite e anche la persecuzione giudiziaria di Berlusconi ,che pure ci ha messo del suo per farsi perseguire, e cito soltanto due esempi.
Storia passata ed esemplare
Molti anni fa un Ministro della Sanità emise un decreto, su suggerimento dei tecnici del Ministero che facevano riferimento ad una recente pubblicazione scientifica, per abbassare le concentrazioni di acido erucico allora consentite nell’olio di colza in quanto sostanza tossica. La Comunità Europea intervenne per far ripristinare il livello precedente di concentrazione della sostanza perché trattavasi di materia comunitaria e non era consentita una legislazione nazionale autonoma. Alla revoca del decreto intervenne il pretore di Trento che incriminò il Ministro per abuso d’ufficio e si stava preparando a processarlo nonostante che: il decreto era stato emanato a Roma e Trento non aveva la competenza territoriale, essendo in ipotesi un reato ministeriale la competenza era del Tibunale dei Ministri di Roma, essendo il ministro un parlamentare coperto da immunità, non poteva essere processato ma si doveva chiedere l’autorizzazione alla Camera dei Deputati. Come vogliamo chiamare questa iniziativa giudiziaria? Sembra un tentativo ,per quanto goffo, di ledere l’indipendenza del Potere Esecutivo. Assolutamente no ,dissero coloro che danno sempre ragione alla magistratura, si è trattato di un semplice errore.
Magistrati e azioni disciplinari
Bene se furono errori sono della stessa dimensione di un medico che pensa che gli uomini abbiano due cuori e un solo rene. Non gli fu comminato neanche un richiamo disciplinare. Più recentemente alla Università Luiss di Roma un magistrato che aveva fatto parte del CSM presentò un libro in cui parlava della attività che questo organismo svolge per le mancanze disciplinari dei magistrati. La frase più asettica pronunciata fu che nel palazzo del CSM la cosa più vera sono i fiori falsi di plastica. Salvini si è anche permesso di dire che i magistrati non sono scelti dal popolo, lui come gli altri parlamentari invece lo sono. Non è forse vero? Probabilmente intendeva anche un’altra cosa e ciò è che in Italia i magistrati fanno tutti parte dello stesso Ordine e oggi lavorano per la procura, domani fanno parte del collegio giudicante.
L’esempio Americano
Negli Usa ,che sono la più antica democrazia repubblicana, il Procuratore Distrettuale che rappresenta l’accusa non fa lo stesso mestiere del giudice, è invece un avvocato e viene eletto dal popolo proprio come i deputati e i senatori. Un principio affermato con forza dalla Rivoluzione Francese è la anti democraticità dei tribunali speciali, quelli per intenderci che erano composti da religiosi e giudicavano i preti e quelli composti dai nobili che giudicavano i signori per quei reati che invece erano competenza dei normali tribunali se gli imputati erano dei semplici cittadini. Nel nostro ordinamento questi tribunali speciali non esistono ,ma se un magistrato è accusato da un pubblico ministero e che è un collega ,e giudicato da altri colleghi ,questo non dà l’impressione di essere un tribunale speciale?
Poteri e cittadini
Per carità, nessuno vuole dire che esistono parzialità o favoritismi, ma la moglie di Cesare dovrebbe essere al di sopra di ogni sospetto, anche il più malevolo e ingiustificato. Negli Stati Uniti il Procuratore Distrettuale non è un giudice , ma un avvocato eletto dai cittadini, e nel processo penale il Giudice governa il dibattito ma non giudica; si limita a chiedere ad una giuria di cittadine :colpevole o innocente? In questo modo ogni cittadino ,a prescindere dal lavoro che svolge,è giudicato da altri cittadini che sono suoi pari.
Quando Salvini pensa a una riforma di tutta la giustizia ,quindi anche di quella civile con le sue incredibili lungaggini, pensa forse anche ai conflitti che dal 1993 in modo ricorrente contrappongono politica e giustizia e al modo di risolvere questo clima con una tutela reale dell’indipendenza dei tre poteri dello stato.
di Achille Lucio Gaspari
Leggi Tutto »Il mondo è cambiato. Ma tu sei disposto a fare altrettanto?
Leggi Tutto »Il mondo è cambiato. Ma tu sei disposto a fare altrettanto?
Chi vi scrive è un ventiquattrenne, studente di Giurisprudenza e con zero prospettive per il futuro. Ma con una speranza.Era necessario inserire questo preambolo per introdurvi al pensiero che vorrei snocciolare e fornirvi la giusta chiave di lettura, oltre che instillarvi un po’ di empatia (o di antipatia, fate vobis) con cui condire le prossime righe di questo “articolo”.
Oramai siamo nell’era dell’ultra-informazione e dell’omni-connettività. La società è sempre più veloce, sempre più frenetica. Ogni secondo è fondamentale per stare al passo di chi è al tuo fianco, pronto a farti lo sgambetto proprio per derubarti di quel fondamentale secondo.
In questo mondo, dal perenne annaspare, o si impara a nuotare e stare a galla, oppure ci si rassegna ad annegare.
Un ritornello costante degli ultimi anni che sento spesso, purtroppo anche fra i miei coetanei abruzzesi, è “non si trova più il lavoro” o, ancor peggio, “ci rubano il lavoro”. Ebbene io vi rispondo: “Non si trova? Createlo. Ve lo rubano? Scippatelo a vostra volta”. In questo contesto sempre più globalizzato, dove bastano un paio di click o di tap per sapere cosa sta accadendo in Guatemala, o a Tokyo, o a Reykjavik, perché fossilizzarsi ad archetipi di pensiero obsoleti, stagionati 35 anni e che non superano il palmo dal naso?
Qualcuno potrebbe ribattere additando la troppa leggerezza con la quale sto affrontando il discorso, ma vi rispondo che, sostanzialmente, è facile. La tecnologia ce lo permette, l’informatizzazione della società ce lo agevola. Non andare a cena nella trattoria di zio Gino solo perché il compare Ferdinando ti ha assicurato che si mangia bene, usa Google e TripAdvisor. Leggi le recensioni di tutti coloro che vi hanno mangiato. Natale si avvicina e non hai la minima voglia di fare code chilometriche alle casse del centro commerciale più vicino? Ordina i regali a domicilio su Amazon, su Ebay o su un qualsiasi altro sito, fra i milioni esistenti, di e-commerce.
Stesso discorso posso applicarlo al mondo del lavoro accennato poc’anzi. Hai un idea per avviare la tua impresa? Falla conoscere al mondo. Sfrutta i social, non per avere visibilità sulla vita del tuo compagno di banco al liceo, ma per dare visibilità alla tua idea. Se è valida e sarai abile nel creargli il giusto contesto, vedrai che il successo arriverà. Non riesci a finanziarla? Lancia una startup e abbraccia il crowdfunding. Basta il tuo progetto, sarà la piattaforma e la community a finanziartelo se saprai far breccia nei loro interessi.
Leggerezza, facilità, comodità, agevolazione, ecc. Certo, sono tutti termini rassicuranti, ma è altrettanto vero che trovare l’idea giusta non è affatto semplice, ovviamente. Così come farla fruttare. La connettività ci viene incontro, ma la scintilla deve pur partire da noi stessi. Inoltre la dinamicità di questo fantastico contesto socio-culturale ha anche i suoi lati negativi: ad esempio, la grande velocità con cui potrebbe esplodere la suddetta idea è direttamente proporzionale alla sua velocità d’implosione. E sicuramente le criticità non finirebbero qui, ma l’impostazione che voglio dare a queste poche righe dev’essere ottimista, perché dipende da noi e dal nostro modo di approcciarci a questo nuovo mondo isterico e bulimico la conseguente sopravvivenza in esso.
Per cui, non fate stagnare la vostra curiosità, non imponete limiti ai vostri orizzonti e, soprattutto, abbiate il coraggio e la fermezza di credere in ciò che immaginate.
La mia speranza? Essere anch’io all’altezza di tutto ciò.
di Paolo Colazilli
Salvini indagato, quando i pm scendono in campo
Salvini indagato, quando i pm scendono in campo
Il procuratore della Repubblica di Agrigento ha contestato a Salvini ben tre ipotesi di reato; è una cosa da far perdere il sonno. Prima di entrare in argomento desidero fare una riflessione.
Reati e sicurezza dei cittadini
Chiunque commette un reato lo fa per trarne qualche vantaggio. Chi ruba un oggetto o se lo tiene o lo vende e ne usa il ricavato; questo è il suo vantaggio. L’azione di Salvini è invece amico personale giudizio unito a quello dei suoi sostenitori e tanti cittadini, a vantaggio dei cittadini italiani e per essere più precisi a vantaggio del loro portafoglio, della loro sicurezza e della loro salute.
I costi per la collettività
I seicentomila clandestini portati in Italia dallo scellerato accordo stipulato dal governo Renzi costano per vitto, alloggio e anche ricarica del cellulare ben 5 miliardi di euro l’anno alle nostre tasche, cifra che potrebbe essere risparmiata o utilmente usata per aiutare i 5 milioni di cittadini che versano in condizione di povertà assoluta. Impedire che questo numero aumenti significa impedire un aumento dell’esborso.
Delinquenti e carceri
Le carceri italiane sono per metà piene di detenuti stranieri; certamente anche gli italiani commettono reati ma quanto incide su 60 milioni di abitanti il numero dei carcerati italiani? E’ a tutti evidente la sproporzione tra stranieri residenti e stranieri incarcerati. Se poi il conto si fa tra tutti i clandestini e quei clandestini che commettono reati la proporzione peggiora. E neanche tutti questi personaggi sono in galera; il nigeriano che ha sezionato la ragazza a Macerata era uno spacciatore noto alla polizia, il senegalese che pochi giorni fa ha violentato una quindicenne a Iesolo è noto alle forze dell’ordine per i suoi comportamenti. Salvini si adopera per rimpatriare tutti coloro che commettono reati ed evitare che da gommoni e barconi sbarchino altri sconosciuti di cui non sappiamo nulla. E’ noto che malattie infettive mai presenti in Italia oppure scomparse come la scabbia e la tubercolosi sono riapparse e quest’ultima in forma più aggressiva perché resistente a molti antibiotici. Anche sulla nave Diciotti c’erano persone affette da scabbia e tubercolosi. I soccorritori e anche i non pochi visitatori compreso il nostro procuratore si erano ben premuniti dal contagio. I centri di identificazione hanno le porte girevoli come gli alberghi; quanti sono i clandestini scomparsi di cui non si conosce ne il nome ne lo stato di salute? Chi conosce il problema si è premunito e difeso ma gli ignari cittadini? Ecco come è tornata la tubercolosi in Italia che non è più la malattia dei poeti e degli artisti ma è il morbo della povera gente.
Le accuse a Salvini
Viene contestato a Salvini l’arresto arbitrario e il sequestro di persona, ma su quella nave nessuno è stato arrestato ne sequestrato. A prescindere dal fatto che qualcuno o è arrestato arbitrariamente o è sequestrato e le due cose insieme non possono coesistere, si è solo impedito di scendere a terra a delle persone sconosciute, alcune anche malate di malattie contagiose e prive di documenti. Provate voi senza documenti ad entrare negli USA, in Russia, in Cina ed in ogni altra nazione senza parlare dell’Australia. Non vi faranno varcare la frontiera e se arrivate per nave e il controllo di dogana viene fatto a bordo come talvolta accade, non vi faranno scendere a terra e nessun giudice si sognerebbe di contestare al ministro competente i reati di arresto illegale e sequestro di persona. L’accusa più fantasiosa, secondo chi difende politicamente Salvini, è il reato di abuso di ufficio, articolo 323 del codice penale: salvo che il fatto non costituisca un più grave reato il pubblico ufficiale che nello svolgimento delle funzioniintenzionalmente procura a se o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale ovvero arreca ad altri un danno ingiusto….. Se si tratta di danno ingiusto arrecato ai migranti allora è ricompreso nel sequestro di persona che è un reato più grave, se invece è un vantaggio patrimoniale cosa ci ha guadagnato in denaro Salvini?
E i cittadini italiani?
Se invece il vantaggio patrimoniale è dei cittadini italiani che si risparmiano qualche spesa in più ,allora altro che ingiusto, per Salvini ci vuole una medaglia
Il danno Salvini tenta di arrecarlo agli affari dei trafficanti di uomini e alle ong che ci collaborano. Tenta di interrompere il flusso di denaro che arricchisce chi sfrutta il lavoro nero e le varie cooperative che lucrano sull’accoglienza; cerca di ostacolare la criminalità organizzata che assolda e utilizza i clandestini. Dà anche molto fastidio alla Unione Europea fino ad oggi abituata a trattare l’Italia da servo sciocco.
I magistrati si preoccupano della indipendenza della Magistratura e della garanzia di godere di un potere soggetto solo alla legge; in questo sono tutti d’accordo come si può constatare dalle odierne prese di posizione nel CSM. Anche il potere esecutivo dovrebbe essere indipendente e tutelato nella sua indipendenza, ma mentre i magistrati sono tutti uniti per tutelare le loro prerogative i politici dei vari partiti si attaccano senza quartiere e credendo di conquistare il potere invece lo lacerano perché solo l’unione fa la forza.
Riflessioni di un ignorante in giurisprudenza
Le procure hanno una competenza territoriale; fino a quando la nave non è attraccata al molo di Catania i migranti non potevano scendere ;gli ipotetici reati si sono verificati quindi a Catania. Come mai la competenza se la è attribuita la procura di Agrigento? Ma c’è da chiedersi il nostro procuratore ha aperto fascicoli sui trafficanti di uomini? E qui non parlo degli scafisti ma dei caporioni. Se non ci sono fascicoli come mai? E se ci sono ,sono contro ignoti ignoti ignoti? Se il potere giudiziario fosse usato non a fini di giustizia ma per costringere un altro potere dello stato si potrebbe configurare il reato descritto dall’articolo 338 :Minaccia ad un corpo politico dello stato. Chi lo dovrebbe contestare? Evidentemente un’altra procura. Io non ci crederei. Prima o poi altre elezioni ci saranno. Potrebbe anche capitare che il nostro bravo procuratore sia candidato, con la Lega non credo, ma forse con il PD o con LEU. Nessuna dietrologia però perché sarebbe solo una coincidenza e qualsiasi cittadino, qualunque sia il suo lavoro, ha il diritto di avere le sue opinioni politiche.
Un appello al ministro
Caro ministro presto la mia penna a tantissimi cittadini patrioti per lanciare un appello. Sei nel giusto. Continua a difendere gli interessi dei cittadini italiani. Ora l’alleanza di governo funziona ma tu lavora per conquistarti la maggioranza. In questo modo senza ricorrere a mediazioni o avere permessi potrai realizzare il programma del tuo partito, riforme comprese.
di Achille Lucio Gaspari
Leggi Tutto »Salvini e la nave Diciotti
Salvini e la nave Diciotti
In queste ore sta avvenendo una replica di quanto accadde a luglio con la nave Diciotti, ci sono però notevoli differenze.
Le leggi internazionali della Navigazione impongono di salvare il naufrago e di portarlo nel più vicino porto sicuro. Per porto più vicino si intende quello che dista meno miglia nautiche dal luogo del soccorso. Per porto sicuro si intende un porto dove ci sia personale che possa assistere il naufrago, dotato anche di assistenza medica in caso di necessità.
Trafficanti senza leggi
Queste leggi sono state promulgate per la difesa dei veri naufraghi come quelli del Titanic e del transatlantico Andrea Doria, o di qualsiasi natante in oggettiva difficoltà. Nel mediterraneo ci sono invece persone numerosissime messe dai trafficanti di uomini su natanti appositamente destinati al naufragio perché vengano portati dalle navi delle ONG o da altri mezzi navali nel luogo di destinazione, come se si trattasse di taxi nautici obbligati a raggiungere gratuitamente la destinazione desiderata. Destinazione che era per tutti l’Italia secondo gli accordi presi dal governo Renzi. Con questo meccanismo sono giunti da noi 600.000 clandestini che o sono vittime del lavoro nero, o vengono assoldate come manovalanza dalla delinquenza organizzata, o si dedicano a furti.
Solo il 7% ha il diritto
Nella migliore delle ipotesi, secondo le critiche della destra, se ne stanno in alberghi a tre e quattro stelle a godersi piscine e televisioni e costano allo Stato 5 miliardi di euro l’anno mentre 5 milioni di cittadini italiani in assoluta povertà non ricevono dallo stato una briciola di aiuto.
Ma ci sono i profughi richiedenti asilo potrebbe dire qualcuno, che per gli accordi di Dublino sono a carico del primo paese di approdo, e poiché arrivano via mare se ne deve occupare esclusivamente l’Italia; il loro viaggio è spesso assai lungo perché vengono dal centro Africa e anche dal Nepal e dal Bangladesh, ma l’ultimo tratto se lo fanno in mare verso le spiagge italiane, ventre molle dell’accoglienza europea. Solo il 7% di quanti chiedono asilo ne hanno effettivamente diritto,
Altri Paesi riottosi
A luglio la Diciotti era ferma in porto carica di immigrati clandestini e Salvini chiedeva che fossero ripartiti in Europa che da questo orecchio non ci sente . Conte intervenne, si dice su input di Mattarella, i clandestini scesero e dei 450 che hanno messo piede a Pozzallo solo 47 sono stati trasferiti in altre nazioni europee, una vera presa in giro!
L’imbarcazione in difficoltà che conteneva le attuali 177 persone si trovava in acque maltesi ma gli isolani si sono ben guardati dal portare soccorso; hanno solo indicato la rotta per Lampedusa. Ora la nave è a Catania. Sono stati fatti sbarcare solo i minori e coloro che hanno necessità di assistenza medica. Salvini pretende che gli altri siano immediatamente ridistribuiti nell’Unione Europea. Non si fida di promesse, per altro neanche fatte, per non avere un esito simile a quello di Pozzallo.
Crisi di Governo
Fico è intervenuto con dichiarazioni boltrineggianti. E’ evidente che, inprevisione di una crisi di governo, si prepara a sostituire Di Maio in qualità di premier, in un governo giallo rosso che non sarebbe un governo della A.S. Roma ,ma un governo 5 stelle -PD, cosa possibilissima se i renzianidecidessero di abbandonare l’ex premier Renzi per evitare elezioni anticipate. Un tentativo di ripetere la manovra di luglio Conte lo ha fatto ma si è sentito rispondere “fatelo voi, assumetevi la responsabilità e cercate un altro Ministro dell’Interno perché io mi dimetto”. Nuove elezioni sarebbero un referendum su Salvini che finirebbe ben diversamente da quello voluto dall’altro Matteo; sarebbe un plebiscitoverde; ma in questo caso c’è un elemento di novità.
Il ruolo della Procura
La Procura di Agrigento ha aperto un fascicolo contro ignoti per sequestro di persona! L’articolo 605 del Codice Penale recita: chiunque priva taluno della libertà personale… Si intende quindi qualcuno catturato e rinchiuso contro la propria volontà. Difficile ipotizzare questo reato nella circostanza attuale. Nessuno ha sequestrato i migranti clandestini che sono saliti sulla nave di propria volontà; nessuno li tiene rinchiusi . Se vogliono tornare in Libia o nei paesi di provenienza verranno subito riportati senza alcuna spesa a loro carico. Può uno Stato impedire l’ingresso sul proprio territorio a clandestini privi di documenti che non si sa da dove vengono e a che scopo, alcuni affetti da malattie contagiose che sono un pericolo per la salute pubblica? Questo provvedimento del procuratore della Repubblica sembra proprio avere le caratteristiche di intromissione in compiti del Governo se non addirittura essere una minaccia e un tentativo di intimidazione. In un paese democratico i poteri devono essere separati. LaMagistratura è indipendente ,ma lo è anche il potere esecutivo.
Il metodo Australia
Vedremo come andrà a finire; non credo che Salvini ceda dopo aver detto che la soluzione finale è il metodo Australia dove nessuno entra senza regolare visto. Nonpenso neanche che il governo cadrà su questa questione perché anche i fan della Boldrini sanno che se si va a votare la vittoria di Salvini sarà eclatante e se invece verrà fatto un governo con PD e LEU, il Centro Destra si ricompatterà a rafforzerà notevolmente le proprie posizioni.
di Achille Lucio Gaspari
Leggi Tutto »La filosofia ispiratrice del Movimento 5 stelle
La filosofia ispiratrice del Movimento 5 stelle
Grillo ha più volte proposto di nominare i senatori mediante sorteggio e Casaleggio Jr. di abolire Camera dei Deputati e Senato della Repubblica per passare finalmente dalla democrazia rappresentativa alla democrazia diretta. In un recente articolo Panebianco si meraviglia del fatto che quella gran massa di politici e costituzionalisti che si batterono a spada tratta per il no al referendum di riforma della costituzione, ora tacciano di fronte a queste affermazioni. La sua spiegazione è che allora si gridava alla alterazione della costituzione più bella del mondo minacciata da qualche non rilevante cambiamento perché in realtà l’obiettivo era quello di abbattere Renzi, mentre adesso, di fronte a proposte che equivalgono a stracciare il testo della nostra costituzione, tacciono perché considerano queste affermazioni come semplici battute volte a far notizia, senza alcuna ambizione di realizzazione.
Concordo con la prima parte del ragionamento di Panebianco ma dissento recisamente dalla seconda parte; quelle affermazioni sono il frutto della filosofia del movimento. La base culturale di questa forza politica risiede nelle teorie di Rousseau,il filosofo ginevrino morto prima dell’inizio della Rivoluzione Francese. . Nella sua opera più famosa e organica, Il Contratto Sociale, Rousseau sostiene chiaramente, in netta polemica con Montesquieu, che la sovranità non può essere delegata: “(…) Trovare una forma di associazione che difenda e protegga le persone e i beni degli associati sfruttando al massimo la forza comune, associazione nella quale ogni uomo, pur unendosi a tutti gli altri, non obbedisca che a se stesso e resti libero come prima”. Per ottenere questo ambizioso risultato Rousseau individua una sola strada: “(…) La cessione totale di ogni associato con tutti i suoi diritti alla comunità tutta, poiché ciascuno dona l’intero se stesso, la condizione essendo uguale per tutti, nessuno ha l’interesse di renderla più pesante per gli altri (…). Ciascuno di noi mette in comune la propria persona e ogni potere sotto la suprema direzione della volontà generale; e noi riceviamo ogni membro come parte indivisibile del tutto”. La Rete, nell’accezione rivoluzionaria proposta dal Movimento 5 Stelle, altro non è se non il veicolo indispensabile per coagulare questa nuova volontà generale che pone ogni potere al di sotto del popolo sovrano; non a caso la piattaforma informatica del movimento si chiama piattaforma Rousseau. “E la sovranità,-prosegue Rosseau- in quanto esercizio pratico della volontà generale, non può mai risultare alienata perché il corpo sovrano, il quale è solo un corpo collettivo, non può essere rappresentato che da se stesso. Il potere si può trasmettere, la volontà no. Per gli stessi motivi per cui è inalienabile essa è anche indivisibile; infatti o la volontà è generale o non esiste” In conseguenza di queste affermazioni l’eletto ad una assemblea è vincolato da un mandato imperativo, in altri termini non può essere altro che un mero esecutore delle disposizioni ricevute dagli elettori espressione del territorio che rappresenta. Ne consegue che qualsiasi azione dell’eletto che si discosti dalle precise disposizioni degli elettori ha come conseguenza la revoca del mandato.
Il pensatore francese Montesquieu nel libro XI de Lo spirito delle leggi, che è la sua opera più famosa, traccia la teoria della separazione dei poteri. Partendo dalla considerazione che il "potere assoluto corrompe assolutamente", l'autore analizza i tre generi di poteri che vi sono in ogni Stato: il potere legislativo (fare le leggi), il potere esecutivo (farle eseguire) e il potere giudiziario (giudicarne i trasgressori). Condizione oggettiva per l'esercizio della libertà del cittadino, è che questi tre poteri restino nettamente separati.
La tesi fondamentale - secondo Montesquieu - è che può dirsi libera solo quella costituzione in cui nessun governante possa abusare del potere a lui affidato. Per contrastare tale abuso bisogna far sì che "il potere arresti il potere", cioè che i tre poteri fondamentali siano affidati a mani diverse, in modo che ciascuno di essi possa impedire all'altro di esorbitare dai suoi limiti e degenerare in tirannia. Per Montesquieu quindi la delega effettuata dal popolo nella elezione dei rappresentanti è possibile, anzi necessaria e non ne limita il potere. Il mandato imperativo, come proposto da Rousseau, non fu introdotto nella costituzione repubblicana francese dove è anzi prevista la libertà di mandato. Nella Costituzione Italiana all’articolo 67 il vincolo di mandato è proibito. Questo articolo della Costituzione italiana fu scritto e concepito per garantire la libertà di espressione più assoluta ai membri del Parlamento italiano eletti alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica. In altre parole, per garantire la democrazia i costituenti ritennero opportuno che ogni singolo parlamentare non fosse vincolato da alcun mandato né verso il partito cui apparteneva quando si era candidato, né verso il programma elettorale, né verso gli elettori che, votandolo, gli avevano permesso di essere eletto a una delle due Camere (divieto di mandato imperativo). Il vincolo che lo lega agli elettori assume, invece, la natura di responsabilità politica.
La norma contenuta dell'art. 67 non è un'esclusiva della costituzione italiana, ma è comune alla quasi totalità delle democrazie rappresentative. Essa deriva dal principio del libero mandato (ovvero del divieto di mandato imperativo), formulato da Edmund Burke già prima della Rivoluzione francese, nel suo famoso Discorso agli elettori di Bristol, tenuto il 3 novembre 1774, dopo la sua vittoria elettorale in quella contea. In quel discorso, Burke propugnò la difesa dei principi della democrazia rappresentativa contro l'idea, da lui considerata distorta, secondo cui gli eletti dovessero agire esclusivamente a difesa degli interessi dei propri elettori:
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« Il parlamento non è un congresso di ambasciatori di opposti e ostili interessi, interessi che ciascuno deve tutelare come agente o avvocato; il parlamento è assemblea deliberante di una nazione, con un solo interesse, quello dell'intero, dove non dovrebbero essere di guida interessi e pregiudizi locali, ma il bene generale » |
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(Edmund Burke, Discorso agli elettori di Bristol, 3 novembre 1774) |
Oggi soltanto Portogallo, India e Bangladesh prevedono il mandato imperativo che era invece presente in tutti i regimi totalitari vigenti nei paesi comunisti e anche durante il governo fascista.
Non infrequentemente diversi esponenti del movimento 5 stelle hanno attaccato giornalisti e giornali che ne ospitavano gli articoli. Per Rosseau : “Quando il popolo delibera in base ad una corretta informazione, la volontà generale prevale e, di conseguenza, la deliberazione risulta sempre buona”. Se oggi il popolo stenta a riconoscere la verità, quindi, è perché,secondo alcuni esponenti del Movimento , esiste un circuito informativo che gli impedisce di coglierla. In senso teorico questa affermazione può anche essere ritenuta valida. Il punto sta nel fatto che sembrerebbe ad essi auspicabile che ci sia qualcosa o qualcuno che controlli la validità delle notizie e questo lo si sente suggerire da molte parti per contrastare le false notizie che girano nella rete. Ma attenzione, un conto sono le notizie inventate altro invece le opinioni liberamente espresse. Se qualcuno si arrogasse di valutare la correttezza delle opinioni la libertà di opinione e quindi di stampa verrebbe abrogata.
Ma per tornare alla teoria della democrazia diretta, così cara al pensatore ginevrino, oggi Casaleggio Jr. ci dice che si può fare con le nuove tecnologie, basta affidarsi alla rete. Una domanda però sorge spontanea, chi sarà il gestore della rete della democrazia diretta? Molto tempo fa Forattini pubblicò una vignetta in cui era rappresentato un mafioso pentito sotto interrogatorio di un magistrato cui dice –vostro onore mi faccia le risposte- perché come è ovvio quasi sempre il tipo di domanda determina il tipo di risposta. Se mai si arrivasse alla democrazia diretta tramite internet chi sarà a porre le domande?
di Achille Lucio Gaspari
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Alcune idee del Movimento 5 stelle
Alcune idee del Movimento 5 stelle
Alcune idee ben propagandate sono state alla base del successo elettorale del Movimentò 5 stelle. La principale idea è stata quella della istituzione del reddito di cittadinanza. Questa proposta è stata il formidabile mezzo che ha determinato lo strepitoso successo dei Grillini nel sud Italia. La grave crisi economica iniziata nel 2008 ha colpito in modo particolare il sud che si è sentito totalmente abbandonato dai Governi che si sono succeduti fino al 4 marzo 2018. La spaventosa disoccupazione che colpisce soprattutto i giovani getta nella disperazione interi nuclei familiari. Questa elargizione è sembrata essere, se attuata, una salutare boccata di ossigeno. L’elettore non si è posto la domanda di quanto questa proposta fosse realizzabile o se lo fosse ad un costo accettabile per la nostra economia. Si è sviluppata la sindrome dell’aereo 91. Ricorderete che nel fatidico 11 settembre 2001 oltre ai due aerei dirottati su New York e a quello diretto al Pentagono, fu dirottato un ulteriore aereo che aveva il numero di volo 91. I passeggeri, appresa dai cellulari le notizie dello scopo del dirottamento, cercarono di sopraffare i terroristi nella convinzione che ogni cambiamento avrebbe potuto essere meglio dello statu quo. Per gli elettori del sud avere un cambiamento di governo ha avuto il potere di riaccendere una speranza.
Altra idea forte è stata quella di presentarsi come la personificazione dell’onestà in un mondo di corrotti. Quanto i cittadini abborriscano la disonestà economica dei politici e a cosa questo sentimento può portare lo si comprende bene se si considera il fenomeno giudiziario di Mani Pulite. La Democrazia Cristiana, il Partito Socialista Italiano, il Partito Socialdemocratico, Il Partito Repubblicano e il Partito Liberale che avevano a lungo governato insieme garantendo alla Italia Repubblicana indipendenza, democrazia, sviluppo economico e vantaggiosa collocazione internazionale furono spazzate via dalla rivelazione del sistema illegale di finanziamento dei partiti. E’ interessante riascoltare (yutube) l’interrogatorio cui Bettino Craxi fu sottoposto da Di Pietro. C’è una chiara denuncia dell’esistenza di questo sistema illegale anche per il Partito Comunista Italiano che dall’inchiesta fu solo sfiorato Tralasciando ogni riferimento a questa possibile omissione ( che sarà ogetto di una mia ulteriore riflessione) quello che risulta evidente è che l’elettore è interessato solo ai comportamenti morali dei partiti che sono al potere nel presente. Questo spiega perché la storia della truffe dei rimborsi elettorali perpetrata dalla Lega di Bossi non ha fatto pagare pegno alla Lega di Salvini.
Il movimento 5 stelle ha esplicitato altre idee che potrebbero essere racchiuse nella filosofia del NO: no alle olimpiadi a Roma, no alla liea ferroviaria TAV Lione- Torino, no al gasdotto del sud, no, o meglio, ni alle vaccinazioni. Secondo alcuni commentatori queste posizioni fanno parte della filosofia della Decrescita Felice. In altri termini il mito dell’aumento annuale del PIL, ciò è di una crescita della ricchezza nazionale, va sostituito da un decremento del PIL, che comporta quindi un aumento della povertà. Questo è accaduto senza bisogno dei 5 stelle con la crisi del 2008 che ha diminuito del 10% la ricchezza nazionale, e siamo ancora lontani dal tornare ai livelli pre crisi. Questa decrescita però non è stata felice, ma per essere felici bisognerebbe accontentarsi di meno cose, sfruttare meno le risorse della terra, dividere tra tutti quel che resta della ricchezza e hoplà ecco la felicità. A dire il vero ci hanno provatogli stati comunisti e poiché i cittadini non erano tanto contenti, li hanno dovuti costringere con le cattive maniere; risultato? Il fallimento di questo modello.
Allora i Grillini sono degli oscurantisti retrogradi contrari allo sviluppo scientifico? Non esageriamo, si tratta per ora solo di qualche affermazione in libertà che non ha ancora determinato effetti (tranne che per le Olimpiadi Estive) e che non ha determinato grandi risultati sulle intenzioni di voto degli italiani.
Per quanto riguarda le vaccinazioni obbligatorie o meno si tratta di posizioni convintamente anti scientifiche? Poiché si era abbastanza diffusa l’idea che i vaccini causano l’autismo e altre condizioni svantaggiose si è cercato di captare la benevolenza elettorale di quanti credono a queste sciocchezze. Ma questa posizione presa da un partito politico non è la prima volta che accade e neanche la più grave. Quando si voleva far credere che la cura anti cancro di Bella funzionasse ci furono sfilate di importanti politici della Destra per via del Corso e Piazza del Popolo a Roma a sostegno di questa cura. Davvero credevano che fosse efficace? Niente affatto, era solo una speculazione sulla disperazione di malati gravi e delle loro famiglie. Per un certo periodo forse avrà anche prodotto vantaggi elettorali. Con i vaccini è diverso perché ci sono anche cittadini che ritengono un pericolo per i loro figli che non possono essere vaccinati il contatto con bambini che potrebbero essere fonte di gravi malattie.
In conclusione alcune idee sono state importanti per la conquista del consenso, altre hanno avuto minor rilievo. Solo un successo nell’azione di governo potrà garantire il mantenimento o addirittura l’ampliamento del successo elettorale del 4 marzo per adesso flebilmente insidiato da una opposizione allo sbando.
di Achille Lucio Gaspari
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Paventata abolizione della democrazia
Paventata abolizione della democrazia
Il candido maître à penser del Movimento Cinquestelle, visionario futurologo per eredità paterna, nei ritagli di tempo sottratti alla “roussoviana” attività di lottizzazione delle nomine delle grandi aziende di Stato, aggiunge una perla teorica al florilegio di madornali castronerie sedicenti avveniristiche che dovrebbero caratterizzare l’Eden tecnologico degli anni, e decenni, a venire: l’abolizione secca del Parlamento - la sacra Istituzione della Liberaldemocrazia garante della sovranità popolare - a vantaggio di una fantomatica ed egualitaria partecipazione delle masse all’esercizio del potere per il tramite di anonimi click su portali telematici a servizio del pubblico di utenti.
In tempi di regnante semplificazione, sarebbe forse anacronistico, magari pretenzioso, ma non del tutto inutile, tratteggiare un sunto scolastico di lungo periodo di storia del pensiero politico - dall’antichità a Tocqueville - per delineare l’approdo della civiltà occidentale alla democrazia rappresentativa, enucleandone i sui tratti istituzionali fondamentali e ricordandone le sue imprescindibili funzioni, non nascondendone peraltro limiti e difficoltà.
Che miserabile sistema politico sarebbe quello incardinato su brutali ordalie telematiche aizzate ad arte su temi immessi nell’agenda politica da oligarchie, opache e autoreferenziali, al solo fine di sviare, condizionare, suscitare subdolamente quella sola parte del corpo elettorale disposta a lasciarsi irretire in un gioco di apparente e inebriante esercizio della sovranità - mediante la brutale, rozzamente riduttiva e plebiscitaria espressione di assensi e dissensi - lontana anni luce dalla possibilità non solo di incidere nel vivo delle questioni, ma finanche di comprenderle a fondo, di renderle evidenti per l’opinione pubblica attraverso una discussione di merito complessa, ma necessaria.
Senza la mediazione di corpi intermedi capaci di dare voce a tutta la ricchezza plurale della società e al vario articolarsi dei suoi interessi; senza la presenza di partiti in grado di aggregare tali interessi e armonizzarli in una visione del paese e in una proposta di governo; senza un confronto sociale serrato tra imprenditori e lavoratori; senza l’espressione peculiare delle articolazioni territoriali della Repubblica; senza la insostituibile mediazione di una classe dirigente, inevitabilmente rappresentativa, non esisterebbe più democrazia, resterebbe solo una forma di autoritarismo demagogico.
Due facili obiezioni potrebbero essere mosse tuttavia: si tratta solo di affermazioni paradossali, di svagate e brillanti provocazioni destinate a cadere nel vuoto. Ma che cosa sarebbe accaduto se, ad esempio sotto la presidenza della Repubblica di Alessandro Pertini, un rappresentante di una forza politica presente in Parlamento avesse avuto l’ardire di dichiararsi favorevole all’abolizione dello stesso, seppur in un indeterminato futuro? E l’altra: stante la politica irreparabilmente corrotta, ogni alternativa, anche la più strampalata e irreale, acquisirebbe legittimità.
Ora, la discussione sulla “riforma della politica” deve certo poter animarsi in un contesto di libertà di espressione, ma logorare il discorso pubblico con ipotesi strampalate aliene da ogni logica di base e palesemente stridenti con lo sviluppo storico della democrazia italiana non contribuisce certo a realizzare quella trasformazione del paese decantata a parole dai movimenti populisti.
di Alessandro D'Ascanio
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Marchionne un uomo del popolo
Marchionne un uomo del popolo
Il 2 novembre 2011 mi recai presso la cappella di famiglia nel cimitero di Gissi. Tra i molti omaggi floreali notai una bellissima corona di fiori sul cui nastro era scritto FIAT_FCA. La cosa mi sorprese perché Gianni Agnelli, Umberto Agnelli e Susanna Agnelli con i quali Remo Gaspari aveva avuto rapporti di amicizia e collaborazione (Stabilimento Sevel in Val di Sangro ad esempio) purtroppo all’epoca erano scomparsi. Questo omaggio è poi proseguito sino al 2 novembre 2017. Informatomi venni a sapere che l’iniziativa era sta presa personalmente da Sergio Marchionne. Questo grande manager, il più grande capitano di industria della Italia moderna era entrato in FIAT nel 2004 quando l’azienda era in grave crisi economica ed industriale. I debiti con le banche erano notevoli, la produzione di automobili era caratterizzata da modelli antiquati, di scarsa qualità, offerti soprattutto nel mercato nazionale. Marchionne ha rivoluzionato l’organizzazione societaria, ha acquisito e riportato al successo la Crysler fondando la FCA. Maserati, Ferrari e Alfa Romeo hanno prodotto modelli ricercati in tutto il mondo. Che il merito sia esclusivamente di Marchionne è dimostrato da come le borse valori hanno reagito alla drammatica notizia della sua scomparsa. L’amministratore delegato della FCA torna in Italia nel 2004 quando Remo Gaspari è fuori dalla politica da dieci anni e la Democrazia Cristiana non esiste più. Per capire questo rapporto di stima reciproca e di amicizia bisogna fare un passo.
Sergio Marchionne figlio di un Maresciallo dei carabinieri nasce a Chieti nel 1952 e quivi frequenta le scuole elementari e medie; emigra con la famiglia in Canada nel 1966 quando il miracolo economico italiano sta arrivando a trasformare l’Abruzzo. Remo Gaspari è sottosegretario da 4 anni (allora i sottosegretari contavano) e viene percepito come un giovane leader di un partito che a Chieti otteneva nelle elezioni percentuali altissime. Marchionne conosce dai racconti del padre e in parte per i suoi ricordi la situazione dell’Abruzzo del dopo guerra. Non avendo mai reciso il cordone ombelicale con la sua terra di origine ne osserva il notevole sviluppo socio economico e valuta i meriti di coloro che hanno favorito questa rinascita. Entrambi sono mossi dalla curiosità di incontrarsi e così il giovane manager di successo e il vecchio politico che ha contribuito a questo sviluppo si incontrano, si parlano, si stimano vicendevolmente e nasce una solida amicizia. Mio padre non mi ha mai parlato di Marchionne e tutto quello che so lo ho appreso da collaboratori e amici di Remo Gaspari con cui si era confidato. La simpatia è rafforzata da quella che entrambi considerano una comune origine. Entrambi abruzzesi della provincia di Chieti, entrambi con una storia di emigrazione; Sergio infatti emigrò in Canada ove poté prepararsi culturalmente. Remo studiò in Italia con l’aiuto economico del padre emigrato. Entrambi provenienti dal popolo; Marchionne figlio di un maresciallo dei carabinieri, Gaspari figlio di un sarto e di una contadina. Entrambi ritenevano che il popolo esprime in questo paese le energie migliori ,che le proprie origini non vanno dimenticate e vanno anzi valorizzate senza cadere però nell’ideologia classista perché per distribuire la ricchezza prima bisogna crearla. Quanto al maglioncino da cui Marchionne non si separava mai Gaspari pensa che era un modo per ricordare ed onorare le origini umili della sua famiglia. Questo glielo avrà confidato Sergio? Chi lo sa?
di Achille Lucio Gaspari
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