Le Idee

Difendiamo la legge a tutela dei disabili gravi

Difendiamo la legge a tutela dei disabili gravi.

La messa in discussione della“ Dopo di noi “, si presenta così il nuovo governo Italiano, scatenando le reazioni di chi pone i Diritti al centro della vita civile di un Paese.
Il neo-ministro leghista alla famiglia e alle disabilità, Lorenzo Fontana, nel corso del programma L’aria che tira, attacca: “Rivedremo la legge sul Dopo di noi”.
Una legge di grande civiltà attesa da decenni, non può e non deve essere messa in discussione.  La norma è volta a favorire il benessere, la piena inclusione sociale e l’autonomia delle persone con disabilità, risulta quindi incomprensibile e grave l’affermazione del neo-ministro; sarebbe tornare indietro e negare i giusti diritti acquisiti.
Per la prima volta, infatti, attraverso la legge fortemente voluta dal governo a guida democratica, nell’ordinamento giuridico sono individuate e riconosciute specifiche tutele per le persone con disabilità quando vengono a mancare i componenti della famiglia che li hanno seguiti e ne hanno avuto cura.  Una legge che determina disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare non è pensabile sia argomento di ripensamenti.Un governo ha il dovere, anche morale, di tutelare le fasce esposte a fragilità determinate da gravi disabilità. Inquietante la sola ipotesi di un ripensamento del nuovo esecutivo.

di Gilda Panella

 

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Il governo e i docenti universitari

Il governo e i docenti universitari

Sembra che finalmente, dopo molti tentennamenti, il governo giallo-verde possa vedere la luce. Se la cosa si farà il merito maggiore è di Di Maio, che dopo molti errori e cambi di opinione, con una mossa a sorpresa ha lasciato Salvini con il cerino in mano. Anche coloro che sono contrari a questo governo dovrebbero essere soddisfatti della sua nascita e cercherò di spiegare il perché. La grande preoccupazione è che il programma scritto nel contratto sia insostenibile dal punto di vista economico. Bisogna invece attendere il discorso che Conte farà alle Camere. Sicuramente vorrà mostrare la sua autonomia nel realizzare il programma del Governo. Non è affatto detto che tutto quello che è scritto nel contratto debba realizzarsi all’istante e fin nei minimi particolari. La presenza di Conte e il modo in cui il Governo si sta formando sono una rassicurazione rispetto alla uscita dall’euro che è più una idea dei Leghisti che non del Movimento 5 stelle. Se fossimo andati diritti al voto il problema concreto non sarebbe stato tanto quello di votare in piena estate, quanto quello di fare un referendum emotivo pro o contro l’euro, pro o contro l’Europa, pro o contro Mattarella. Le scelte delicate e impegnative devono essere guidate dalla logica e dal ragionamento e non dalla emozione come si sarebbe invece verificato. C’è invece un programma da valutare e due forze non omogenee da porre sotto osservazione da parte dell’elettorato. Lasciamoli lavorare e valutiamoli sui fatti e non sulle paure.

I docenti universitari nella compagine di governo

Il governo in gestazione annovera pochi elementi con esperienza; In questo senso la presenza di alcuni docenti universitari, ad iniziare dal Presidente del Consiglio appare molto utile. Politici con grande esperienza di governo ora non li abbiamo, ma i docenti universitari che rappresentano, o almeno dovrebbero rappresentare il vertice della cultura del paese sono una garanzia. Quale che sia la loro dottrina sanno bene che la conoscenza delle cose richiede studio ed impegno, le decisioni devono scaturire da un ragionamento logico, va sempre ricercata la novità quando si interpretano gli accadimenti. In passato professori come Moro, Fanfani, Cossiga, e molti altri, portando nell’agone politico la forma mentis accademica sono assurti a grande livello. Dispiace quindi che al Ministero della Salute vada la dottoressa Grillo invece del prof. Sileri. La Grillo ha maggior esperienza parlamentare ma Sileri è un docente universitario di grande valore, profondo conoscitore dei Sistemi Sanitari Italiano, Statunitense e Inglese per avervi lavorato come docente di chirurgia. Questo Ministero viene citato in fondo alla lista come fosse tra i meno importanti. Va invece ricordato che la Costituzione tutela la salute come bene primario, e che è importante il ruolo del Ministero per attenuare almeno, le profonde differenze che esistono nelle regioni italiane, con una situazione penalizzante proprio al sud, dove i 5 stelle hanno fatto il pieno di consensi. Ci auguriamo almeno che al prof. Sileri venga affidata la Presidenza della Commissione Sanità del Senato che svolge compiti di primaria importanza nella difesa della salute. Questo ruolo è stato ricoperto in passato con grande capacità da prof. Marino, docente di chirurgia con esperienze lavorative negli Stati Uniti Mi si potrà anche accusare di essere di parte, ma sono profondamente convinto che con Sileri questa Commissione tornerà ad essere centrale per le politiche della Salute. Mi auguro che in questa ora non ci siano posizioni contrarie per principio al nuovo Governo. Auguriamogli buon lavoro e se farà bene ne avremo tutti il desiderato vantaggio.

di Achille Lucio Gaspari

 

 

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Abbiamo il casus belli

Abbiamo il casus belli

 

A ventiquattro ore dalla nostra previsione Salvini ha fatto scoppiare il “casus belli”. Che si tratti proprio di questo e non di un cedimento di Mattarella ai Poteri Forti lo dimostra il fatto che il Capo dello Stato aveva accettato tutti i ministri proposti dall’alleanza giallo-verde ed anche il Presidente del Consiglio. Conte, che avrebbe dovuto difendere gli interessi dell’Italia nei Convegni Internazionali di fronte a colleghi dotati di ampia esperienza politica, era infatti stato scelto, docente semi sconosciuto, tra gli oltre ventimila professori ordinari senza che avesse un minimo di esperienza amministrativa, senza che fosse stato eletto a qualche carica, magari solo accademica come Preside o Rettore dai suoi stessi colleghi e che si era auto dotato di un curriculum con notazioni fantasiose. L’unica remora Mattarella la aveva posta sull’ultra ottuagenario Savona assai noto per le sue posizioni anti euro, che proprio domenica aveva rilasciato una dichiarazione che presentava più punti oscuri di quanti non ne dissipava. Possibile che Salvini non era in grado di trovare un altro economista dalle idee meno conosciute di quelle di Savona? Possibile che per il ruolo di Ministro dell’Economia non andasse bene neanche Giorgetti, il numero due della Lega, che pure soddisfaceva Di Maio? E’ evidente che questa è una impuntatura strumentale per andare a elezioni anticipate con a disposizione un bellissimo argomento di propaganda “L’Europa e la Germania in particolare vuole imporci la propria visione contro il volere del popolo”” l’articolo di Der Spiegel pieno di contumelie contro l’Italia fornisce splendidi argomenti a Salvini. Possibile-mi sono chiesto- che pur essendo contro il governo giallo –verde, con questi argomenti non faccia altro che rafforzarlo? Qualcuno mi ha recentemente fatto notare, e spero che l’informativa sia imprecisa, che Der Spiegel fa riferimento al partito dell’ultra destra tedesca con cui Salvini è alleato. Allora tutto si spiegherebbe; c’è solo da chiedersi se si è trattato di un generoso aiuto spontaneo, o di un ausilio su richiesta. Anche i tempi di pubblicazione, rispetto all’evolversi della situazione italiana sono molto sospetti.

Il popolo e i Poteri Forti

Il popolo esercita il suo potere democratico con il voto, e le sue scelte devono essere valutate con rispetto. Sta ai partiti non tradire il voto e rispettare quanto promesso in campagna elettorale. Salvini da una parte e Grillo, Di Maio e Di Battista dall’altra si sono insultati per un anno ( ci sono decine di filmati a dimostrarlo) giurando che mai si sarebbero alleati e poi hanno fatto il contrario di quanto promesso. Ora questi paladini del rispetto della democrazia ritengono di poter decidere di proporre qualsiasi cosa, solo perché sono stati votati. Lungi da me fare paragoni, ma Hitler le elezioni le aveva vinte e Mussolini fu nominato Capo del Governo con la procedura prevista dallo statuto albertino. Quando si ha carenza di argomenti ma si vuole incutere il sentimento del sospetto non c’è di meglio che evocare un Grande Vecchio o i Poteri Forti. Mattarella ha invece risposto solo alla sua coscienza e all’articolo 92 della Costituzione con lo scopo di tutelare gli interessi economici degli italiani

La famiglia e i debiti.

Una famiglia ben gestita dovrebbe spendere meno di quello che guadagna e risparmiare un poco del suo reddito per investimenti futuri o per far fronte a spese impreviste. Se spende più di quello che guadagna dovrà chiedere un prestito e siccome non ci sono buoni samaritani dovrà ad un certo punto tagliare le spese per restituire capitale ed interessi. Può anche scegliere di chiedere altri prestiti per ripagare quelli in scadenza e così di seguito ogni volta che si avvicina il tempo della restituzione. Si mette in moto una spirale pericolosa; i creditori vedendo il debitore poco affidabile pretenderanno un tasso di interesse maggiore e quindi il debito crescerà. Ad un certo punto se i creditori non avranno più fiducia nel debitore smetteranno di prestare soldi e quella famiglia per rientrare dal debito dovrà vendersi i propri beni o i creditori glieli metteranno all’asta.

Il debito pubblico dell’Italia

L’Italia è come questa famiglia che non taglia le spese e ha un debito di duemila miliardi di euro. Gli ottocento miliardi di euro prodotti ogni anno (il valore del prodotto interno lordo-PIL) non bastano per pagare stipendi e pensioni e comprare petrolio, materie prime, grano e carne di cui abbiamo bisogno. Così lo Stato vende Bot e BPT facendosi prestare i soldi necessari a far funzionare la macchina amministrativa. Chi compra questi certificati di credito? In altre parole ci presta i denari? Gli investitori stranieri che ne detengono circa seicento miliardi, la BCE che ne ha circa quattrocento ed il resto sono comprati dalle banche italiane e da noi stessi per investire i nostri risparmi. Lo spread altro non è che la differenza tra il tasso di interesse dei titoli tedeschi e quelli italiani. Altro che Poteri Forti! I creditori valutano la affidabilità del debitore, lo fareste anche voi se doveste prestare dei denari, e maggiore è il rischio più alto sarà il tasso di interesse che il debitore deve pagare. Se i nostri Bpt decennali pagheranno un punto in più di interesse questo ci costerà venti miliardi in più di interessi ogni anno che saranno sottratti ad altri impieghi, per esempi al reddito di cittadinanza mentre i tassi di interesse sui mutui per le abitazioni aumenterebbero. Se il sistema Italia fosse valutato assolutamente inaffidabile, e i nostri titoli considerati dal Rating internazionale come “titoli spazzatura” gli investitori, in particolar modo quelli stranieri non li comprerebbero più, così come cesserebbe di acquistarli la Bce. Non ci sarebbe liquidità per pagare stipendi e pensioni, e le Banche metterebbero limiti alla possibilità di prelievo di contanti dal proprio conto corrente. A questo punto un economista come Savona potrebbe sostenere l’uscita dell’Italia dall’euro. Quanto varrebbe la nuova lira? Se nel 2000 ci volevano 1936,34 lire per comprare un euro, ce ne vorrebbero tre o quattromila. I risparmi degli italiani si svaluterebbero in modo irrimediabile. E’ questo che Matterella, utilizzando le sue prerogative, ha voluto evitare ai nostri risparmi. Se avesse voluto agire machiavellicamente avrebbe accettato il governo giallo-verde in toto e i due compari si sarebbero andati a schiantare molto presto. La Lega infatti ha già governato per nove anni, e oltre ai denari pubblici utilizzati da Bossi e Famiglia per usi privati ha ampiamente contributo all’aumento del debito pubblico. Il Movimento cinque stelle non avendo mai governato non ha questa responsabilità, ma invece di proporre un contenimento della spesa ha ,nel suo programma di governo, proposto un aumento con ricorso ad ulteriore indebitamento. Il governo giallo-verde sarebbe quindi finito come la carovana del Giro d’Italia che si è dovuta fermare per la impraticabilità delle strade di Roma.

Il governo Cottarelli e le elezioni anticipate.

L’incarico a Cottarelli, economista esperto e stimato serve ad evitare fughe in avanti ma difficilmente questo Ministero otterrà la fiducia. Già si riaccende la campagna elettorale con comportamenti irresponsabili da parte di alcuni. Spesso i cagnolini, quando si sentono spalleggiati da compagni di taglia maggiore diventano aggressivi e mordaci, sono i ben noti botoli ringhiosi. E così la Meloni, dal basso del suo 4% tenta di addentare i polpacci di Mattarella, con la sua richiesta di mettere il capo dello stato in stato di accusa subito spalleggiata da Di Maio. Si tratta del noto assioma democratico “ti lodo e ti apprezzo se fai quello che ti dico, ma se non mi ubbidisci provo a toglierti di mezzo” Si tratta di accuse prive di consistenza ma in grado di aumentare la percezione dell’Italia come nazione dal futuro incerto e questo non giova alla considerazione internazionale del nostro paese.

Le future alleanze

Di Maio come una sirena omerica richiama all’alleanza elettorale Salvini. Il Matteo Lumbard si è otturato le orecchie con la cera o è recettivo al richiamo del Movimento Cinque Stelle? Da una parte c’è l’alleanza di Centro Destra oppure il convergere in una alleanza populista con tanto di Meloni come mosca cocchiera al seguito. Si tratta di forze diverse, ma non tanto da non aver potuto stipulare un contratto di governo che potrebbe essere la base per una nuova alleanza che ha l’obbiettivo di spartirsi il dominio dell’Italia tra nord e sud, tra flat tax e reddito di cittadinanza, tra jus soli e respingimenti in mare. Staremo a vedere. Certo è che una simile alleanza si presenterebbe molto forte mentre il fronte opposto per ora appare poco consistente.

di Achille Lucio Gaspari

 

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Il nodo Savona e gli attacchi della stampa estera

Il nodo Savona e gli attacchi della stampa estera

Mattarella viene da giorni sottoposto ad attacchi inauditi guidati da Salvini a cui nelle ultime ore si è aggiunta la Meloni. Il Presidente della Repubblica ha già dato prova di grande condiscendenza accettando come Presidente del Consiglio un soggetto debolissimo, privo di ogni esperienza amministrativa e politica, non sostenuto da alcun consenso elettorale, impacciato nel leggere alla stampa alcuni comunicati forse addirittura scritti su dettatura, ma non impacciato nel presentare un curriculum infarcito di fantasiose frequentazioni presso istituzioni culturali estere. Se poi l’Economist pubblica una vignetta in cui Conte è rappresentato come un Arlecchino servo di due padroni (nota commedia di Goldoni) non ci possiamo lamentare più di tanto. Tutto questo il Presidente Mattarella lo ha accettato pur di favorire la nascita di un governo giallo-verde. Non bisogna però dimenticare che l’articolo 92 della Costituzione attribuisce autonomia al Presidente del Consiglio nel formulare la lista dei ministri da proporre al Presidente della Repubblica che, fornito di uguale autonomia, non è tenuto a nominarli senza sottoporli ad una valutazione. Questo dice la nostra Costituzione che poco tempo fa è stata confermata così come è scritta, senza alcuna modifica dalla maggioranza del popolo italiano. Chiedere che il Presidente Conte Arlecchino eserciti questa autonomia è forse pretendere troppo, ma intestardirsi a far ingoiare al Presidente della Repubblica ogni stravagante decisione risulta eccessivo. Sembrerebbe che il nodo Savona non riesca a passare i denti del pettine del Quirinale. Troppo nota e sbandierata la sua avversione all’euro, scortese ed irrituale la sua prematura dimissione da un attività, dichiarandola conseguenza di un prossimo impegno politico. Possibile che Salvini non abbia un altro nome da proporre e debba per forza ricorrere a questo ex professore ottantaduenne? Se questa età è eccessiva per Berlusconi, come mai non lo è per Savona che al ministero dell’Economia sarebbe sottoposto ad un enorme tour de force?

Forse esiste un retro pensiero

Salvini minaccia di far saltare il banco, se Savona non passa, Meloni si accoda e Di Maio sostiene a spada tratta Salvini nella sua scelta per il ministero dell’economia. Questa rigidità potrebbe avere per Salvini una motivazione precisa; creare il casus belli per andare ad elezioni anticipate dal momento che i sondaggi lo favoriscono. La Meloni ha compreso il retro pensiero del Matteo Lumbard e vuole condividerne lo sgangherato nazionalismo. Di Maio ha capito cosa bolle in pentola; lui le elezioni anticipate non le vuole e quindi sostiene la nomina di Savona per sottrarre il pretesto a Salvini. Berlusconi per il momento non parla; ha però parlato con Salvini qualche giorno fa per chiedere garanzie sulla giustizia e sulle telecomunicazioni. E’ sempre la stessa storia! Per l’ex cavaliere l’impegno politico equivale all’impegno per difendere e sostenere i suoi interessi economici. Sia pure con grande ritardo l’elettorato lo ha capito e non si farà sviare dalla sua riacquistata candidabilità.

Gli articoli di stampa

La stampa estera attacca il nascente governo giallo-verde; la più virulenta è quella tedesca. Der Spiegel non nuovo a manifestazioni di anti italianismo si è scatenato in un attacco virulento all’Italia, definendoci scrocconi, peggiori dei mendicanti ed altre gentilezze di tal fatta, coinvolgendo anche Mario Draghi. E’ evidente che i tedeschi si sentono toccati nei loro interessi. La informazione italiana radio televisiva e della carta stampata ha mantenuto un lodevole auto controllo. Sarebbe stato facile dire che i veri barbari erano loro e solo il contatto con la civiltà romana li ha riscattati ma non tanto da evitare che nella prima guerra mondiale violassero la neutralità del Belgio ed usassero i gas asfissianti; che Hitler non è venuto da Marte e che sono stati i tedeschi a dare la maggioranza al suo partito con tutto quello che ne è poi conseguito. Ci sì è giustamente limitati a chiedere rispetto per la nostra indipendenza, come le altre nazioni pretendono per se. Questi attacchi sconsiderati in definitiva aiutano molto le posizioni dei sovranisti

Le dichiarazioni dei politici stranieri

Ci sono state due prese di posizione in favore di un probabile governo giallo-verde. Ha iniziato Bannon, che è stato l’artefice principale della campagna elettorale di Trump. Evidentemente l’amministrazione statunitense non si preoccupa delle simpatie russofile di Salvini, ma ritiene più importante il fatto che le posizioni sovraniste dell’Italia indeboliscano l’Unione Europea, addirittura fino alla sua implosione. E’ interesse degli Stati Uniti avere alleati deboli e servizievoli, con cui trattare singolarmente, che non confrontarsi con un Europa unita e solidale. L’appoggio di Macron è giunto invece abbastanza inaspettato e sicuramente per motivazioni diverse da quelle di Bannon. Macron è europeista ma vorrebbe ridisegnare una Unione secondo gli interessi della Francia. Tratta le questioni può importanti faccia a faccia con la Germania, ma avere anche un sostegno dall’Italia in determinate circostanze potrebbe essere utile alla sua strategia.

Tutto quello che accadrà dipende ormai da una sola cosa: quanto è grande il nodo Savona e quanto sono fittii denti del pettine quirinalizio.

di Achille Lucio Gaspari

 

 

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Abbiamo un Presidente del Consiglio.

Abbiamo un Presidente del Consiglio.

Volendo rubare una espressione del nostro concittadino Ennio Flaiano si potrebbe dire che la situazione è grave ma non è seria. Cosa c’è di serio infatti nell’avere come Primo Ministro un professore che non è mai stato eletto, non ha mai amministrato neanche un condominio, non sa scrivere con precisione il suo curriculum e si impunta nel leggere un discorsetto forse neanche vergato da lui? Fedro ha scritto la favola del re travicello, capace solo di galleggiare. Per vedere un primo ministro travicello abbiamo dovuto aspettare il contratto tra Salvini e Di Maio. Quanto tempo galleggerà Conte è difficile dirlo. Il pericolo è che ad affondare sia l’economia italiana. Neanche la Cina che è la seconda potenza economica mondiale, che è una potenza nucleare ed è membro permanente del consiglio di Sicurezza dell’ONU può permettersi di fare da sola. Figuriamoci l’Italia che deve comprare all’estero il petrolio, le materie prime, il grano e la carne! Non corriamo però troppo in avanti. Aspettiamo di vedere la composizione del Governo. Ci sarà Savona come ministro dell’economia? Io confido in Mattarella e penso di no. Aspettiamo sino alla fine dell’anno per vedere come andranno le cose. Ci sono molti appuntamenti fondamentali per questo nuovo governo. Sarà interessante vedere come le Agenzie di Rating classificheranno l’Italia. Da lì deriverà l’entità del spread e le conseguenze sui nostri titoli di stato.

Una domanda ce la possiamo però porre. C’è un vincitore in questo accordo? Sicuramente si; è Di Maio. Ha ottenuto di fare il governo dividendo in Centro Destra che esiste ancora solo a parole. Quale sarà la futura evoluzione del quadro politico?. Movimento 5 Stelle e Lega saranno rivali o finiranno per creare una alleanza stabile come ci fu tra Democrazia Cristiana e Partito Socialista? con Salvini naturalmente socio di minoranza. E Renzi si farà un suo partito? Molti autorevoli commentatori politici dicono che ci stia già lavorando. Se è così penso che arrivi troppo tardi. Ormai indossa la maglia nera del perdente, difficile che riesca a togliersela di dosso. Quanto a Berlusconi, anche se di nuovo candidabile è ormai sulla via del tramonto, anzi di un crepuscolo che sta lasciando il passo alla notte.

di Achille Lucio Gaspari

 

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Il governo che verra’

Il governo che verra’

Come previsto il passo obliquo di Berlusconi (una combinazione tra il passo indietro e il passo di lato) consentirà a Salvini di stipulare un patto di governo con Di Maio senza una rottura formale dell’alleanza di Centro Destra. Cosa può aver convinto l’ex Cavaliere a cedere a questa prospettiva dopo 60 giorni di insulti reciproci con i 5 Stelle? La paura di elezioni ravvicinate che avrebbero probabilmente dimezzato la sua pattuglia di deputati e senatori ha giocato un ruolo rilevante; se fosse questo l’unico motivo la conseguenza è che Salvini si siede a trattare con Di Maio solo con il suo 17% ma senza l’impaccio di rappresentare anche gli interessi di Berlusconi. Difficile però credere che la convenienza del Presidente di Forza Italia sia tutta racchiusa nell’evitare le elezioni anticipate e nell’ottenere frasi concilianti da parte di Di Maio. Il programma del Governo e la sua stessa composizione ci diranno cosa altro ha ottenuto Berlusconi. Se ci saranno ministri riferibili all’area di Forza Italia, se una nuova legge sul conflitto di interessi non sarà presentata e se ci saranno garanzie per le emittenze televisive sarà molto chiaro il modo in cui Salvini ha trattato con il Movimento.

 

Chi ci guadagna e chi ci perde

Poiché non siamo mossi da posizioni ideologiche speriamo che questo governo faccia bene e che a guadagnarci siano gli Italiani. Se l’azione di governo non fosse coronata da successo, cosa non improbabile, a guadagnarci sarebbero le opposizioni. La venticinquennale storia della Seconda Repubblica ha dimostrato che chi governa perde le elezioni successive con assoluta regolarità e il Movimento 5 Stelle con una opposizione durata 10 anni è passato dallo zero al trentadue per cento. Chi si trova quindi nella posizione migliore è proprio il PD che può fare opposizione ad entrambi i partiti populisti. Questa posizione è stata correttamente adottata dal gruppo Renzi e i suoi oppositori interni, che si lamentano di non aver potuto essi stessi realizzare un governo con i Grillini dimostrano che tengono di più a conservare un simulacro di potere che a lavorare per il bene del partito. Poiché le elezioni si allontanano ci sarà più tempo per andare al Congresso e alle primarie. il nuovo assetto dirigenziale del Partito Democratico potrà essere pertanto definito con più calma. Forza Italia è un partito azienda costruito per tutelare gli interessi di Berlusconi; difficilmente sopravvivrà al suo fondatore ma nel breve periodo Berlusconi potrà lucrare sul suo passo obliquo che gli consentirà di passare ad una opposizione decisa se le circostanze e le convenienze lo consiglieranno. Chi potrebbe invece trovarsi in difficoltà è Di Maio e non tanto se non riuscirà a mantenere le promesse elettorali come il reddito di cittadinanza; potrà sempre dare la colpa a Salvini così come Berlusconi faceva con Casini e Fini per giustificare i suoi fallimenti. Il pericolo deriva dal suo cambiamento nei confronti di Berlusconi se davvero pur di far nascere il Governo è venuto, per interposta persona, a patti con l’ex cavaliere. Solo in Italia un personaggio come Berlusconi con i suoi precedenti morali e illegali ha potuto continuare ad esistere nel panorama politico. Il giudizio di Di Maio era quindi corretto; potranno i suoi elettori accettare un compromesso con l’impresentabile? La strategia machiavellica che il fine giustifica i mezzi potrà essere accettata dalla mentalità integralista del suo elettorato? E’ qui che si annida il pericolo per i 5 Stelle.

E’ un governo di legislatura?

Difficile che questo governo possa durare 5 anni. Se Forza Italia e Fratelli d’Italia passassero alla opposizione dura i sei voti di maggioranza al Senato metterebbero a grande rischio la sopravvivenza del governo. Il punto però è un altro, gli obiettivi del Movimento e della Lega. I cinque stelle vogliono assorbire il PD lasciando alla propria sinistra delle sparute forze. Lo stesso obiettivo ha la Lega nei confronti di Forza Italia. Le cose sarebbero state facilitate per i cinque stelle da un governo di annessione con il PD. Con il Partito Democratico all’opposizione raggiungere l’obiettivo è molto più difficile; è un partito di antica tradizione che con le numerose trasformazioni nasce nel 1921 come Partito Comunista Italiano. E’ pur vero che un partito di grande rilevanza come la Democrazia Cristiana è scomparso e i suoi elettori sono stati assorbiti da Forza Italia, ma la storia non sempre si ripete. Per la Lega l’operazione sembra più facile; è cosa più semplice assorbire un partito personale se il suo fondatore scompare. Catturare invece i suoi elettori è cosa diversa.

Se questo governo 5 Stelle-Lega dovesse, come crediamo, nascere ci troveremmo di fronte ad un nuovo tipo di contrapposizione, europeisti contro populisti e Berlusconi, o almeno i suoi elettori sarebbero risucchiati nell’orbita degli europeisti. Ma la cosa che interessa di più è l’evoluzione del rapporto tra Movimento e Lega. Non si tratta di due espressioni di uno stesso partito come sono la Democrazia Cristiana tedesca e i partito Cristiano Bavarese. Se oggi qualcuno può pensare che l’alleanza è equilibrata perché rappresenta sia il Nord che il Sud dell’Italia non bisogna dimenticare che entrambi tendono ad espandere i propri territori di dominio e per questo dovranno differenziare le loro strategie e i loro comportamenti. Si passerà quindi dalla collaborazione alla competizione. Quando accadrà questa rottura? Non prima delle prossime elezioni europee ma certamente avverrà prima della scadenza naturale della legislatura. A quel tempo saranno solo loro le forze principali in campo avendo ciascuna assorbito i partiti su cui già da ora hanno presentato OPA ostile? Io non lo credo ma previsioni a così lunga scadenza sono solo un esercizio di fantapolitica.

di Achille Lucio Gaspari

 

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La delusione dell’arbitro

La delusione dell’arbitro

Il Presidente della Repubblica si è paragonato ad un arbitro che per ben arbitrare ha bisogno che i giocatori siano corretti e collaborino. Dopo cinque giri di consultazioni, tre gestite direttamente e due fatte gestire dai presidenti di Camera e Senato non si può dire che abbia ottenuto la collaborazione richiesta. Ogni partito ha rifiutato di presentare un accordo che consentisse la nascita di un Governo politico. A Mattarella non è restato altro che annunciare il varo di un governo neutrale con il compito di trattare le questioni che sono di interesse per l’Italia nei meeting della Unione Europea, modificare la legge elettorale e preparare la legge finanziaria per poi tornare al voto tra dicembre e la primavera del 2019. Il Movimento 5 Stelle e la Lega che pensano di guadagnare voti con un rapido ritorno alle urne, hanno sparato ad alzo zero contro il Governo del Presidente e mentre Mattarella riceveva LEU, Di Maio e Salvini si incontravano per accordarsi su elezioni a giugno. Il fatto che votare con la stessa legge elettorale avrebbe potuto non consentire a nessun partito di ottenere la maggioranza assoluta non importava nulla; il pericolo di una crisi finanziaria e di un aumento dell’IVA non suggeriva un atteggiamento più prudente. Due OPA ostili erano lanciate, dai 5 Stelle contro il PD e dalla Lega contro Forza Italia. Per i due populisti l’obiettivo era riportare una condizione tri polare ad una condizione con due sole forze protagoniste: Movimento 5 Stelle e Lega. Poggio pieno all’iniziativa del Presidente veniva concesso solo dal PD e da LEU e a mezza bocca da Berlusconi che sono le forze politiche che più hanno da perdere nel caso di elezioni ravvicinate

 

I retro scena vissuti nei partiti

L’accordo tra PD e Movimento 5 Stelle che sembrava avviarsi bene; è fallito per due errori concomitanti commessi da Di Maio e dagli oppositori di Renzi. Luigino ha posto un veto su Renzi subito raccolto dalla minoranza PD che se ne voleva servire per eliminare quanto restava del potere fiorentino. Renzi, che dalla posizione di opposizione poteva evolvere a quella di collaborazione a certe condizioni, visto il piattino che gli stavano preparando alle spalle ha fatto saltare tutto. Di Maio si è spinto con Salvini sulla direttrice già proposta durante la consultazione con la Casellati. Accordo con la Lega su alcuni punti, appoggio esterno o astensione di Berlusconi, qualche garanzia e qualche ministro di area forzista. Ci ha aggiunto la eliminazione di una legge sul conflitto di interessi e la rinuncia a fare il Presidente del Consiglio. Naturalmente non avrebbe potuto accettare per quel ruolo un leghista e nei rapporti di forza Salvini doveva valere solo il 17% Oltre non poteva andare e Salvini aveva accettato tutto tranne che una rottura traumatica con Berlusconi. L’ex cavaliere non si è lasciato convincere; Letta lo ha messo sull’avviso che avrebbe rischiato l’irrilevanza. Ha insistito su un incarico a Salvini che il presidente non ha concesso in quanto non è stata presentata alcuna garanzia di poter trovare i voti mancanti. Qualcuno pensa che le posizioni anti NATO e filo russe espresse recentemente da Salvini abbiano avuto un proprio peso. E’ un fatto invece che Giorgetti non sia stato ricevuto dall’Ambasciatore USA.

 

Cosa accadrà ora?

La crescita economica rallenta e lo spread aumenta. Per ora sono solo piccoli segnali ma una tempesta finanziaria potrebbe scoppiare da un momento all’altro. Il Governo neutrale sarà varato presto e forse con un premier donna, la prima volta nella storia dell’Italia unita. Otterrà la fiducia? Sulla carta sembra proprio di no, ma mai dire mai. Sono molti i deputati e i senatori che non vogliono elezioni immediate. Se riuscissero a mantenere l’anonimato potrebbero votare la fiducia. Più probabile è la nascita di un governo politico con un accordo in extremis tra Di Maio e Salvini. Il PD ha scommesso su questa soluzione che ha il doppio vantaggio di allontanare le elezioni e di porli alla opposizione di entrambi i partiti populisti e quindi non si muoverà. Tutto perciò dipende dalle decisioni di Berlusconi. Se i sondaggi confermassero una caduta al di sotto del 10% allora la irrilevanza arriverebbe subito. Molti deputati e senatori sanno che non verranno rieletti, anche perché molti seggi uninominali che erano di Forza Italia saranno attribuiti alla Lega. Per questo premono su Berlusconi, e queste pressioni vengono anche dagli aziendalisti e dalla famiglia per difendere le Aziende di proprietà. Questo è un punto debole che potrebbe far mutare le opinioni del signore di Arcore. Staremo a vedere.

di Achille Lucio Gaspari

 

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Terzo giro di consultazioni

Terzo giro di consultazioni

La posizione del PD
Cosa diranno al Presidente della Repubblica le delegazioni dei partiti quando lunedì saliranno al Colle? Il PD dirà che non c'è alcuna disponibilità a sostenere un esecutivo politico ne con i 5 Stelle ne con il Centro Destra. C'è invece la possibilità di votare la fiducia ad un esecutivo proposto dal Presidente ,a condizione che vi partecipino tutti i partiti. Circola la voce che quella parte di PD che fa riferimento a Renzi sia disponibile a sostenere un esecutivo Casellati,ciò è un Renzusconi mascherato. Io non credo possibile che Mattarella dia un incarico siffatto ne che Salvini si presti alla operazione
 
La opinione di Di Maio
Di Maio ha spiegato bene alla trasmissione di Lucia Annunziata che è disponibile a ritirare la sua candidatura a Presidente del Consiglio in cambio di un Governo politico con il Centro Destra per realizzare i principali punti del proprio programma elettorale con un Presidente autorevole scelto in accordo con Salvini. E' esclusa una partecipazione diretta di Berlusconi. E' il tipo di accordo stilato durante la esplorazione della Casellati e saltato in extremis per la opposizione dell'ex cavaliere. Non si vede la ragione per cui questa soluzione allora respinta possa essere oggi accettata. Lo stesso Di Maio se ne rende conto e propone di andare a votare anche a luglio con questa legge elettorale essendo contrario ad un Governo di tregua proposto dal Presidente della Repubblica
 
La posizione del Centro Destra
Salvini ha recentemente sentito il Capo Politico del Movimento proponendogli un governo a termine con tutto il Centro Destra per realizzare le cose più urgenti e quindi andare al voto. Sapeva che avrebbe ricevuto un no e ha fatto la sua proposta con lo scopo di lasciare il grillino con il cerino acceso in mano. Cosa dirà la delegazione unitaria del Centro Destra al Presidente? che sono disponiblili a ricevere un pre incarico per Salvini o altro esponente della Lega e che troveranno in parlamento i voti mancanti. Potrebbe essere un escamotage per gestire da Palazzo Chigi le prossime elezioni non avendo ottenuto la fiducia delle Camere. Assai difficilmente Mattarella potrebbe affidare un pre incarico al buio;certamente richiederebbe qualche prova certa che questi voti mancanti siano veramente disponibili.Anche il Centro Destra,come già dichiarato oggi da Di Maio si tirerebbe fuori da un governo del Presidente
 
La strategia di Mattarella
constatato il fatto che non ostante il tempo trascorso  nessun esecutivo politico è realizzabile, il Presidente della Repubblica cercherà di scongiurare una tornata elettorale a giugno e probabilmente anche a ottobre ,ponendo il termine delle prossime inevitabili elezioni nella prossima primavera. Come ottenere il risultato con Lega e cinque Stelle all'opposizione?Non resta che un governo di minoranza che si giovi almeno della astensione degli oppositori. Un nuovo Governo presieduto da una personalità neutrale ,o come ha suggerito oggi Lucia Annunziata, il governo che già esiste, quello presieduto da Gentiloni.

di Lucio Achille Gaspari

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Renzi da Fazio

Renzi da Fazio

Intervistato da Fazio durante la trasmissione “il tempo che fa” Renzi ha ribadito la posizione di chiusura del PD ad un governo con i 5 Stelle e ha rilanciato la proposta di una legislatura costituente. Questa proposta non è stata presa in considerazione ed è stata valutata come una stravagante battuta. In una legislatura che è destinata ad una breve durata, dove sarà difficile trovare una maggioranza per cambiare la legge elettorale , la possibilità di procedere ad una riforma della Costituzione è uguale a zero. Quanto alla affermazione così tanto criticata da Martina, da Cuperlo e da altri, Renzi non ha fatto altro che ribadire quanto aveva già deciso la Direzione e non penso che nella riunione del 3 maggio muterà opinione. Qualcuno dice che alla fine si voterà e si andrà alla conta interna. Io invece credo che questo non accadrà e la decisione finale sarà quella di chiudere la porta in faccia ai Grillini o di porre condizioni tali che non potranno essere accettate. Alcuni commentatori ritengono che la prossima scissione nel PD sia Renzi a prepararla con una operazione alla Macron per costituirsi un partito personale. Può anche darsi che l’ex sindaco di Firenze abbia questo in mente;l’esito però sarà diverso da quello ottenuto da Macron. Per ottenere il medesimo risultato ci vorrebbe il Renzi rottamatore ,quello capace di ottenere il 41% alle europee del 2014. Oggi la sua immagine è in parte consumata e si potrebbe dire passata di moda.

L’esito delle elezioni in Friuli Venezia Giulia

In Friuli Venezia Giulia la Lega ha stravinto, Forza Italia è lievemente cresciuta, il PD ha mantenuto le posizioni e i 5 Stelle sono crollati. Attenzione però a trarre conclusioni affrettate. I Grillini vanno tradizionalmente meglio nelle politiche che nelle elezioni locali, e questo insuccesso è dovuto anche alla diminuzione della percentuale dei votanti rispetto alle elezioni del quattro marzo. La Lega Nord non aveva mai avuto in questa regione il 35% ma in voti assoluti quelli ottenuti da Bossi erano stati 196.000 e quelli di questa tornata elettorale solo 146.000 Non bisogna dunque prendere per oro colato le percentuali ottenute dai partiti in Molise e in Friuli ma un trend è evidente: il PD ha arrestato l’emorragia, la Lega cresce rispetto a Forza Italia e i 5 Stelle avranno difficoltà a mantenere i loro consensi. E’ per questa ragione che Di Maio chiede elezioni a giugno;ha capito che una prolungata situazione di stallo potrebbe nuocere alla forza elettorale del Movimento

Le mosse di Salvini e Berlusconi

Salvini ha reiterato l’invito a Di Maio per un governo che comprenda i 5 Stelle e tutto il Centro Destra. Era il programma di accordo portato avanti dalla Casellati e prevedeva un appoggio esterno di Berlusconi. Questa soluzione non era gradita dall’ex cavaliere e si è dissolta sotto il bombardamento mediatico cui il Movimento 5 Stelle è stato sottoposto da Berlusconi. Quanto era indigesto pochi giorni fa all’ex cavaliere non penso sia diventato commestibile ora. Quindi quando Salvini parla di accordo con il Centro Destra intende un coinvolgimento pieno di Forza Italia. E’ un modo per farsi dire di no dal leader dei penta stellati. Un no alle elezioni subito il segretario della Lega lo ha espresso perché mentre i 5 Stelle perdono consensi in questa situazione di stallo ,la lega li guadagna. Berlusconi e la Meloni insistono invece che l’incarico sia dato a Salvini il quale vada in parlamento a cercarsi i voti mancanti. E’ vero che molti deputati e senatori non sono contenti di una vita molto breve di questa legislatura,è vero che Presidente di Forza Italia ha notevoli capacità di “convincere” una pattuglia di responsabili, ma solo se la conta dei consensi risultasse sicura questo fatto potrebbe convincere Mattarella a dare l’incarico e Salvini a tentare. Ma una condizione del genere la ritengo molto improbabile

Le decisioni del Presidente della Repubblica

Mattarella guarda solo all’interesse del paese,un voto a giugno con questa legge elettorale è da escludere;lo è anche un voto a ottobre che costringerebbe a ricorrere all’esercizio provvisorio. Un voto associato a quello per le elezioni europee nella prossima primavera consentirebbe ad un governo di partecipare nella pienezza delle funzioni alle riunioni che la UE terrà in giugno su temi molto importanti. Ci sarebbe tempo per modificare la legge elettorale e preparare la manovra economica. Pd e Forza Italia non sarebbero alieni dal sostenere, per senso di responsabilità, un simile governo, ma Lega e 5 Stelle si opporrebbero. Come se ne potrebbe uscire? Con un governo di minoranza come è stato fatto in Grecia ,in Spagna e più volte anche in Italia nella Prima Repubblica. Per queste attività un governo già c’è; è quello di Gentiloni che come uomo politico gode di un alto gradimento tra la popolazione. Inoltre l’istat certifica che nonostante questo governo sia in carica solo per gli affare correnti, l’economia continua a migliorare e la disoccupazione a ridursi. Sono variazioni di modesto valore ma importanti perché indicano un consolidamento della inversione di tendenza dopo la gravità della crisi economica sopportata. Un altro anno con questo governo non sarebbe un salto nel buio.

di Achille Lucio Gaspari

 

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L’eccessivo ottimismo di Fico

L'eccessivo ottimismo di Fico 

Il Presidente della Camera ha concluso la sua esplorazione definendo positivo l’incontro con le delegazioni dei 5 Stelle e del PD .Dal suo comunicato traspare un deciso ottimismo sullo sviluppo delle trattative tra i due partiti. Questo ottimismo però non è giustificato. Di Maio non ha concesso l’onore delle armi alle trascorse azioni dei governi Renzi e Gentiloni che era una delle principali richieste provenienti del PD. Fico ha voluto differenziarsi dalla Casellati mostrandosi abile dove la Presidente del Senato si è mostrata incapace, e ha voluto esercitare una forzatura per sostenere il dialoganti del PD, per spingere Renzi a mutare parere e Mattarella a concedere più tempo.

Renzi arbitro della situazione

La Direzione del 3 maggio determinerà l’esito di questo tentativo di accordo. Renzi gode tutt’ora della maggioranza in Direzione e controlla nei gruppi parlamentari un numero tale di deputati e senatori da rendere impossibile qualsiasi maggioranza senza il suo accordo. Cosa ha in mente?. Tre sono le possibili decisioni. Nessun accordo con i 5 stelle;per un accordo politico richiedere ai 5 stelle condizioni tali da non poter essere accettate , se accettate, scatenare la rivolta degli elettori. La terza possibilità è un sostegno esterno ad un governo penta stellato per metterli alla prova tenendo sulla loro testa una spada di Damocle .La prima ipotesi è probabile,la seconda possibile ,la terza improbabile.

Quanti forni ha ancora Di Maio?

Su richiesta del PD Di Maio ha dichiarato chiuso il forno leghista,ma è proprio così?Salvini continua a dire che non vuole cercarsi i voti in Parlamento andando in giro con il lanternino;Di Maio offre a Salvini lo strumento del conflitto di interesse per tutelarlo dagli attacchi dei mezzi di informazione controllati da Berlusconi in caso di separazione non consensuale tra i due alleati con,in aggiunta, il controllo della RAI per difendersi meglio

Le strategie di Salvini

Al Matteo leghista interessano sopra tutto i voti dell’elettorato berlusconiano e quindi non teme elezioni anche ravvicinate. Per rompere con Silvio ha bisogno di una grande frana di parlamentari ed amministratori forzisti in modo da trattare con Di Maio non dal basso del 17% ma quasi alla pari. Potranno le elezioni in Friuli anche se molto favorevoli alla Lega scatenare questo cataclisma?. Staremo a vedere ma io penso di no.

Le risorse di Mattarella

Se il panorama definitivo fosse: nessun governo Centro-Destra –5 Stelle o 5 Stelle –Lega o 5 Stelle –PD cosa potrebbe decidere il Presidente della Repubblica? Si riteneva che a questo punto potesse nascere il così detto Governo del Presidente con compiti e durata limitati. Il PD, Forza Italia ,LEU e Fratelli d’Italia ci starebbero ma senza Lega e 5 Stelle la cosa non si può fare. Ma un governo anche se dimissionario c’è . Mattarella potrebbe rimandarlo alle Camere dove sopravvivrebbe per un tempo limitato come governo di minoranza con il compito di fare la Legge Finanziaria e la nuova legge elettorale.

(di Achille Lucio Gaspari)

 

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