Le Idee

Terzo giro di consultazioni

Terzo giro di consultazioni

La posizione del PD
Cosa diranno al Presidente della Repubblica le delegazioni dei partiti quando lunedì saliranno al Colle? Il PD dirà che non c'è alcuna disponibilità a sostenere un esecutivo politico ne con i 5 Stelle ne con il Centro Destra. C'è invece la possibilità di votare la fiducia ad un esecutivo proposto dal Presidente ,a condizione che vi partecipino tutti i partiti. Circola la voce che quella parte di PD che fa riferimento a Renzi sia disponibile a sostenere un esecutivo Casellati,ciò è un Renzusconi mascherato. Io non credo possibile che Mattarella dia un incarico siffatto ne che Salvini si presti alla operazione
 
La opinione di Di Maio
Di Maio ha spiegato bene alla trasmissione di Lucia Annunziata che è disponibile a ritirare la sua candidatura a Presidente del Consiglio in cambio di un Governo politico con il Centro Destra per realizzare i principali punti del proprio programma elettorale con un Presidente autorevole scelto in accordo con Salvini. E' esclusa una partecipazione diretta di Berlusconi. E' il tipo di accordo stilato durante la esplorazione della Casellati e saltato in extremis per la opposizione dell'ex cavaliere. Non si vede la ragione per cui questa soluzione allora respinta possa essere oggi accettata. Lo stesso Di Maio se ne rende conto e propone di andare a votare anche a luglio con questa legge elettorale essendo contrario ad un Governo di tregua proposto dal Presidente della Repubblica
 
La posizione del Centro Destra
Salvini ha recentemente sentito il Capo Politico del Movimento proponendogli un governo a termine con tutto il Centro Destra per realizzare le cose più urgenti e quindi andare al voto. Sapeva che avrebbe ricevuto un no e ha fatto la sua proposta con lo scopo di lasciare il grillino con il cerino acceso in mano. Cosa dirà la delegazione unitaria del Centro Destra al Presidente? che sono disponiblili a ricevere un pre incarico per Salvini o altro esponente della Lega e che troveranno in parlamento i voti mancanti. Potrebbe essere un escamotage per gestire da Palazzo Chigi le prossime elezioni non avendo ottenuto la fiducia delle Camere. Assai difficilmente Mattarella potrebbe affidare un pre incarico al buio;certamente richiederebbe qualche prova certa che questi voti mancanti siano veramente disponibili.Anche il Centro Destra,come già dichiarato oggi da Di Maio si tirerebbe fuori da un governo del Presidente
 
La strategia di Mattarella
constatato il fatto che non ostante il tempo trascorso  nessun esecutivo politico è realizzabile, il Presidente della Repubblica cercherà di scongiurare una tornata elettorale a giugno e probabilmente anche a ottobre ,ponendo il termine delle prossime inevitabili elezioni nella prossima primavera. Come ottenere il risultato con Lega e cinque Stelle all'opposizione?Non resta che un governo di minoranza che si giovi almeno della astensione degli oppositori. Un nuovo Governo presieduto da una personalità neutrale ,o come ha suggerito oggi Lucia Annunziata, il governo che già esiste, quello presieduto da Gentiloni.

di Lucio Achille Gaspari

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Renzi da Fazio

Renzi da Fazio

Intervistato da Fazio durante la trasmissione “il tempo che fa” Renzi ha ribadito la posizione di chiusura del PD ad un governo con i 5 Stelle e ha rilanciato la proposta di una legislatura costituente. Questa proposta non è stata presa in considerazione ed è stata valutata come una stravagante battuta. In una legislatura che è destinata ad una breve durata, dove sarà difficile trovare una maggioranza per cambiare la legge elettorale , la possibilità di procedere ad una riforma della Costituzione è uguale a zero. Quanto alla affermazione così tanto criticata da Martina, da Cuperlo e da altri, Renzi non ha fatto altro che ribadire quanto aveva già deciso la Direzione e non penso che nella riunione del 3 maggio muterà opinione. Qualcuno dice che alla fine si voterà e si andrà alla conta interna. Io invece credo che questo non accadrà e la decisione finale sarà quella di chiudere la porta in faccia ai Grillini o di porre condizioni tali che non potranno essere accettate. Alcuni commentatori ritengono che la prossima scissione nel PD sia Renzi a prepararla con una operazione alla Macron per costituirsi un partito personale. Può anche darsi che l’ex sindaco di Firenze abbia questo in mente;l’esito però sarà diverso da quello ottenuto da Macron. Per ottenere il medesimo risultato ci vorrebbe il Renzi rottamatore ,quello capace di ottenere il 41% alle europee del 2014. Oggi la sua immagine è in parte consumata e si potrebbe dire passata di moda.

L’esito delle elezioni in Friuli Venezia Giulia

In Friuli Venezia Giulia la Lega ha stravinto, Forza Italia è lievemente cresciuta, il PD ha mantenuto le posizioni e i 5 Stelle sono crollati. Attenzione però a trarre conclusioni affrettate. I Grillini vanno tradizionalmente meglio nelle politiche che nelle elezioni locali, e questo insuccesso è dovuto anche alla diminuzione della percentuale dei votanti rispetto alle elezioni del quattro marzo. La Lega Nord non aveva mai avuto in questa regione il 35% ma in voti assoluti quelli ottenuti da Bossi erano stati 196.000 e quelli di questa tornata elettorale solo 146.000 Non bisogna dunque prendere per oro colato le percentuali ottenute dai partiti in Molise e in Friuli ma un trend è evidente: il PD ha arrestato l’emorragia, la Lega cresce rispetto a Forza Italia e i 5 Stelle avranno difficoltà a mantenere i loro consensi. E’ per questa ragione che Di Maio chiede elezioni a giugno;ha capito che una prolungata situazione di stallo potrebbe nuocere alla forza elettorale del Movimento

Le mosse di Salvini e Berlusconi

Salvini ha reiterato l’invito a Di Maio per un governo che comprenda i 5 Stelle e tutto il Centro Destra. Era il programma di accordo portato avanti dalla Casellati e prevedeva un appoggio esterno di Berlusconi. Questa soluzione non era gradita dall’ex cavaliere e si è dissolta sotto il bombardamento mediatico cui il Movimento 5 Stelle è stato sottoposto da Berlusconi. Quanto era indigesto pochi giorni fa all’ex cavaliere non penso sia diventato commestibile ora. Quindi quando Salvini parla di accordo con il Centro Destra intende un coinvolgimento pieno di Forza Italia. E’ un modo per farsi dire di no dal leader dei penta stellati. Un no alle elezioni subito il segretario della Lega lo ha espresso perché mentre i 5 Stelle perdono consensi in questa situazione di stallo ,la lega li guadagna. Berlusconi e la Meloni insistono invece che l’incarico sia dato a Salvini il quale vada in parlamento a cercarsi i voti mancanti. E’ vero che molti deputati e senatori non sono contenti di una vita molto breve di questa legislatura,è vero che Presidente di Forza Italia ha notevoli capacità di “convincere” una pattuglia di responsabili, ma solo se la conta dei consensi risultasse sicura questo fatto potrebbe convincere Mattarella a dare l’incarico e Salvini a tentare. Ma una condizione del genere la ritengo molto improbabile

Le decisioni del Presidente della Repubblica

Mattarella guarda solo all’interesse del paese,un voto a giugno con questa legge elettorale è da escludere;lo è anche un voto a ottobre che costringerebbe a ricorrere all’esercizio provvisorio. Un voto associato a quello per le elezioni europee nella prossima primavera consentirebbe ad un governo di partecipare nella pienezza delle funzioni alle riunioni che la UE terrà in giugno su temi molto importanti. Ci sarebbe tempo per modificare la legge elettorale e preparare la manovra economica. Pd e Forza Italia non sarebbero alieni dal sostenere, per senso di responsabilità, un simile governo, ma Lega e 5 Stelle si opporrebbero. Come se ne potrebbe uscire? Con un governo di minoranza come è stato fatto in Grecia ,in Spagna e più volte anche in Italia nella Prima Repubblica. Per queste attività un governo già c’è; è quello di Gentiloni che come uomo politico gode di un alto gradimento tra la popolazione. Inoltre l’istat certifica che nonostante questo governo sia in carica solo per gli affare correnti, l’economia continua a migliorare e la disoccupazione a ridursi. Sono variazioni di modesto valore ma importanti perché indicano un consolidamento della inversione di tendenza dopo la gravità della crisi economica sopportata. Un altro anno con questo governo non sarebbe un salto nel buio.

di Achille Lucio Gaspari

 

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L’eccessivo ottimismo di Fico

L'eccessivo ottimismo di Fico 

Il Presidente della Camera ha concluso la sua esplorazione definendo positivo l’incontro con le delegazioni dei 5 Stelle e del PD .Dal suo comunicato traspare un deciso ottimismo sullo sviluppo delle trattative tra i due partiti. Questo ottimismo però non è giustificato. Di Maio non ha concesso l’onore delle armi alle trascorse azioni dei governi Renzi e Gentiloni che era una delle principali richieste provenienti del PD. Fico ha voluto differenziarsi dalla Casellati mostrandosi abile dove la Presidente del Senato si è mostrata incapace, e ha voluto esercitare una forzatura per sostenere il dialoganti del PD, per spingere Renzi a mutare parere e Mattarella a concedere più tempo.

Renzi arbitro della situazione

La Direzione del 3 maggio determinerà l’esito di questo tentativo di accordo. Renzi gode tutt’ora della maggioranza in Direzione e controlla nei gruppi parlamentari un numero tale di deputati e senatori da rendere impossibile qualsiasi maggioranza senza il suo accordo. Cosa ha in mente?. Tre sono le possibili decisioni. Nessun accordo con i 5 stelle;per un accordo politico richiedere ai 5 stelle condizioni tali da non poter essere accettate , se accettate, scatenare la rivolta degli elettori. La terza possibilità è un sostegno esterno ad un governo penta stellato per metterli alla prova tenendo sulla loro testa una spada di Damocle .La prima ipotesi è probabile,la seconda possibile ,la terza improbabile.

Quanti forni ha ancora Di Maio?

Su richiesta del PD Di Maio ha dichiarato chiuso il forno leghista,ma è proprio così?Salvini continua a dire che non vuole cercarsi i voti in Parlamento andando in giro con il lanternino;Di Maio offre a Salvini lo strumento del conflitto di interesse per tutelarlo dagli attacchi dei mezzi di informazione controllati da Berlusconi in caso di separazione non consensuale tra i due alleati con,in aggiunta, il controllo della RAI per difendersi meglio

Le strategie di Salvini

Al Matteo leghista interessano sopra tutto i voti dell’elettorato berlusconiano e quindi non teme elezioni anche ravvicinate. Per rompere con Silvio ha bisogno di una grande frana di parlamentari ed amministratori forzisti in modo da trattare con Di Maio non dal basso del 17% ma quasi alla pari. Potranno le elezioni in Friuli anche se molto favorevoli alla Lega scatenare questo cataclisma?. Staremo a vedere ma io penso di no.

Le risorse di Mattarella

Se il panorama definitivo fosse: nessun governo Centro-Destra –5 Stelle o 5 Stelle –Lega o 5 Stelle –PD cosa potrebbe decidere il Presidente della Repubblica? Si riteneva che a questo punto potesse nascere il così detto Governo del Presidente con compiti e durata limitati. Il PD, Forza Italia ,LEU e Fratelli d’Italia ci starebbero ma senza Lega e 5 Stelle la cosa non si può fare. Ma un governo anche se dimissionario c’è . Mattarella potrebbe rimandarlo alle Camere dove sopravvivrebbe per un tempo limitato come governo di minoranza con il compito di fare la Legge Finanziaria e la nuova legge elettorale.

(di Achille Lucio Gaspari)

 

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Previsioni indovinate, previsioni sbagliate

Previsioni indovinate, previsioni sbagliate.

 

Tutti fanno previsioni, pochi indovinano e quasi nessuno ammette di aver sbagliato. Io vorrei cominciare proprio dalla mia previsione sbagliata.

Il Centro Destra vince in Molise

Il test elettorale è minuscolo e dargli un significato di tendenza almeno per il sud è azzardato. Sono però gli stessi Berlusconi, Salvini e Di Maio ad attribuirgli una certa importanza. Per il Capo del Movimento sarebbe stata la prima regione conquistata, un segnale per le altre regioni del sud e per il governo. Per il Centro Destra una propria affermazione avrebbe significato che la progressione dei 5 Stelle non è ineluttabile. Io avevo previsto la vittoria del candidato grillino sulla base del risultato conseguito il 4 marzo dal momento che in Molise vince chi prende più voti in una elezione a turno unico e il Movimento 5 Stelle aveva conseguito il 44%. Invece il candidato grillino ha ottenuto il 32% perdendo i 5 Stelle il 12% in un mese e mezzo, datò interessante ma che non giustifica previsioni di arretramento. Salvini ha confermato il suo 8% e Berlusconi nonostante si sia recato più volte in Molise, abbia suonato il bufu, e abbia dichiarato che avrebbe comprato una casa a Bagnoli (forse proprio per questo) è arretrato rispetto al 4 marzo; è evidente che la sua capacità di acchiappa voto è ormai terminata. La vittoria del Centro Destra si deve ai successi delle liste di Iorio ex presidente della regione e di Patricelli che è un centrista. ex UDC ed eurodeputato.

Incarico esplorativo a Fico

Che Mattarella avrebbe incaricato Fico era la facile previsione; si tratta di un incarico esplorativo limitato ai PD e a LEU. Tutto è nelle mani e nella mente di Renzi. E’ evidente che il PD si siederà a discutere con il Presidente della Camera ma per ottenere cosa? Penso che la prima richiesta sarà: se volete parlare con noi dovete dichiarare che l’altro forno è definitivamente chiuso. E poi? Una ipotesi è che la tireranno in lungo, faranno saltare l’accordo e dimostreranno quello che volevano dimostrare, ciò è che i quasi vincitori sono entrambi incapaci ed irresponsabili. Se questo sarà lo scenario non ci resta che aspettare il governo del presidente. Si scatenerà almeno tra Lega e 5 Stelle la gara a chi si dissocia maggiormente, magari attraverso una astensione o una uscita dall’aula per marcare maggiormente il distacco. Un ritorno di fiamma tra i sovranisti con scissione del Centro Destra dopo l’esito delle votazioni in Friuli lo ritengo possibile ma molto improbabile.

di Achille Lucio Gaspari

 

 

 

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Il flop della Casellati.

 

Il flop della Casellati.

Sembrava che l’accordo tra Centro Destra e Movimento 5 Stelle fosse stato raggiunto sulla base di un rapporto duale tra Di Maio e Salvini. Fratelli d’Italia e Forza Italia avrebbero fornito un appoggio esterno avendone in cambio qualche ministro di area ma Berlusconi ha fatto saltare tutto non accettando di essere tenuto fuori dalle trattative. Questa soluzione sembrava la più praticabile dal momento che Di Maio non poteva far digerire al suo elettorato un rapporto diretto con Berlusconi, dipinto come un pregiudicato dalla vita immorale. L’ex Cavaliere sembrava aver accettato di dover fare un passo di lato tanto che Matteo aveva rassicurato Luigino; poi all’improvviso il dietro front. Come mai? Forse Berlusconi non si fidava delle promesse ricevute a riguardo della tutela delle sue aziende, o forse voleva far saltare l’accordo perché punta ad un governo del presidente. Un governo tra Centro Destra e Grillini potrebbe durare anche molto a lungo mentre un governo del presidente non andrà oltre le elezioni europee del prossimo anno. Ma non teme le elezioni Berlusconi? Evidentemente ritiene che recuperando l’agibilità politica e potendosi candidare potrebbe arrestare il trend negativo e addirittura recuperare. Ritengo che i suoi consiglieri ed in particolar modo Gianni Letta lo abbiano messo sull’avviso che un accordo in cui avrebbe avuto un ruolo marginale avrebbe accelerato l’OPA ostile della Lega su Forza Italia. A questo punto Salvini ha cercato di ottenere il pre incarico con il favorevole appoggio di Berlusconi che promette di trovare in Parlamento i voti mancanti per ottenere la fiducia. In realtà il Centro Destra è più diviso che mai e forse è questo per ora il miglior successo conquistato da Di Maio, ma una rottura non è imminente e Salvini non ha alcun interesse a fare la prima mossa

Colpi bassi tra Berlusconi e Di Maio

Lo scontro tra i due duellanti ha raggiunto una intensità molto elevata. Berlusconi ha perso il suo autocontrollo arrivando ad offrire ai Grillini il ruolo di lava cessi presso Mediaset e ne ha gravemente criticato l’elettorato. Di Maio prendendo spunto dalla sentenza di Palermo, che è una sentenza di primo grado, ha definito Berlusconi come contiguo alla mafia. Non ci sono interessi reciproci da tutelare, ne toni diplomatici da mettere in campo per recuperare un minimo di rapporti al punto in cui siamo arrivati.

Le prossime mosse di Mattarella

Dopo le riflessioni del fine settimana come si muoverà Mattarella? E’ molto probabile che il prossimo esploratore sarà Fico. Se il Presidente della Camera avesse successo potrebbe addirittura sfilare a Di Maio il ruolo di Presidente del Consiglio. Tutto dipende da cosa ha in mente Renzi. Dal momento che detiene il controllo sulla maggioranza dei gruppi parlamentari un governo senza il suo assenso è impossibile. Potrebbe chiedere notevoli cambiamento al programma penta stellato, avere ministri di area, pretendere un premier gradito ai 5 Stelle ma non proveniente dalla loro area. Avrebbe inoltre la possibilità di far cadere il governo e andare alle elezioni quando se ne presentasse una favorevole opportunità; questo schema ha però un lato negativo. Tenere all’opposizione una coalizione di Centro Destra che ha ottenuto il 37% dei suffragi ed è ben radicata nella parte più produttiva del paese potrebbe essere pericoloso. Certamente il PD andrà a sedersi al tavolo con Fico, ma potrebbe anche giocare il ruolo che fu di Grillo con Bersani.

La estrema ratio

Se anche il secondo esploratore fallirà difficile che Mattarella conferisca un pre incarico a Salvini o a Di Maio. Domenica in Molise il candidato 5 Stelle vincerà a mani basse ma quale sarà il rapporto di forze tra Berlusconi e Salvini? Il 4 marzo era finita 14 a 8, vedremo, e vedremo con più interesse cosa accadrà in Friuli. Se il crollo di Forza Italia fosse eclatante tra le truppe Berlusconiane potrebbe scatenarsi il si salvi chi può e con un consistente passaggio di deputati e senatori al gruppo della Lega, un governo con i 5 Stelle potrebbe tornare di attualità. Altrimenti la cosa più probabile è il tentativo di costruire un governo del presidente con un primo ministro proveniente forse dai presidenti Emeriti della Corte Costituzionale , con il compito di modificare la legge elettorale, definire il documento Di Economia e Finanza, dare una partecipazione di rilievo alle riunioni che l’Unione Europea ha in calendario per giugno, ed infine gestire le operazioni di voto della prossima primavera. C’è però un grande interrogativo sui voti di chi potrebbe reggersi questo governo?

di Achille Lucio Gaspari

 

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Il buono e il cattivo del secondo turno di consultazioni

 Il buono e il cattivo del secondo turno di consultazioni 

Il secondo turno di consultazioni del Capo dello Stato si è concluso venerdì con pochi risultati apprezzabili. Lo stesso Presidente nella sua dichiarazione conclusiva ha certificato l’assenza di un accordo tra le forze politiche che possa portare alla costituzione di un governo nella pienezza delle sue prerogative.

La situazione internazionale.

In Siria il dispiegamento di forze militari contrapposte determina tensioni preoccupanti; una potente squadra navale russa staziona nei pressi delle coste siriane e ad essa si è aggiunto un gruppo navale cinese che comprende anche una portaerei. Le forze navali della Nato saranno costrette a rispondere con una concentrazione di forze pari o anche superiore. Trump ora sembra diventato molto più prudente nel minacciare punizioni armate contro Assad , ma quando si scherza con il fuoco qualcuno si può bruciare. Oggi nella sede romana del CADS, ad ascoltare una conferenza del Capo di Stato Maggiore della difesa gen. Graziano erano convenute le più alte cariche militari che non nascondevano la loro preoccupazione per l’assenza di un Governo con pieni poteri nel caso la situazione politico militare si fosse aggravata. Ma una maggiore preoccupazione agitava molti organi di stampa, la collocazione politica dell’Italia in caso di un governo 5 Stelle-Lega dal momento che entrambi i partiti avevano mostrato simpatie per la Russia di Putin, e una collocazione strategica dell’Italia accanto al nuovo Zar delle Russie, al Sultano della Turchia islamica e agli Aiatollà dell’Iran avrebbe posizionato l’Italia in una situazione critica quanto quella determinatasi per l’adesione dell’Italia fascista al Tripartito. Fortunatamente tutti i leaders, usciti dallo studio del Presidente hanno sottolineato la loro intenzione di mantenere la Nazione nel campo occidentale, leale alla Unione Europea, alla Nato e agli Stati Uniti. Questa è la sola buona notizia che ci ha portato il secondo turno di consultazioni, e ritengo che gran parte del merito vada ascritto al convincimento morale esercitato da Mattarella sulle delegazioni dei partiti ricevuti.

Il PD alle prese con i suoi problemi interni

Non c’è per ora una posizione unitaria delle varie correnti sulle scelte da fare il 21 aprile; mantenere il reggente ed anticipare il congresso o eleggere un segretario e mantenere la data statutaria del congresso. Neanche è certo se l’Assemblea si terrà il 21 aprile ,data potrebbe essere posticipata. La posizione del partito per ora non muta e si mantiene all’opposizione, disponibile a dialogare con chi riceverà l’incarico. Un recente sondaggio premia questa posizione; non solo la emorragia di voti si sarebbe fermata, ma ci sarebbe una risalita verso il 20%.

Salta l’accordo tra 5 Stelle e Lega.

Nel pomeriggio di mercoledì sembrava decollare un accordo tra 5 Stelle e Lega sulla base di un passo di lato di Berlusconi che avrebbe dovuto fornire al nascente governo un appoggio esterno o almeno una astensione. I consiglieri di Berlusconi e in particolar modo Gianni Letta lo spingevano a rifiutare questa soluzione; evidentemente non c’erano le garanzie richieste o i Forzisti non si fidavano delle promesse ricevute. Al mattino di giovedì Salvini si reca a Palazzo Grazioli e trova già scritto il comunicato che avrebbe dovuto leggere. Anche la forma è sostanza. Recarsi a casa di Berlusconi per il summit è di per se una manifestazione non di cortesia ma di debolezza; accettare un comunicato in gran parte già stilato conferma questa sudditanza psicologica. Durante l’esposizione fatta da Salvini alla Loggia della Vetrata Berlusconi si è preso tutta la scena con un attacco finale ai 5 Stelle. Questa situazione per ora giova a Salvini che è dato al 24% mentre Berlusconi scende al 10%

Di Maio in difficoltà

Di Maio era certo di poter stipulare un accordo con Salvini risolvendo in modo a lui favorevole l’ostracismo per Berlusconi. La battuta dell’ex cavaliere ha sorpreso tanto lui quanto Salvini e questa situazione comincia a pesare sui consensi. La crescita non solo si è arrestata ma nell’ultima settimana si è verificato un arretramento del 2% nei sondaggi.

Mattarella da notaio ad attore

Il Presidente della Repubblica non organizzerà un terzo giro di consultazioni; o entro mercoledì gli verrà presentato un accordo di governo o prenderà l’iniziativa. E’ improbabile che il PD cambi posizione, che Salvini decida di separarsi bruscamente da Berlusconi e che l’ex Presidente del Consiglio agevoli la trattativa di governo mettendosi volontariamente fuori gioco. Gli elettori 5 Stelle non digerirebbero un accordo politico con Forza Italia; Di Maio con le sue preclusioni dimostra di tenerne conto e Di Battista pronuncia l’anatema assoluto contro il male assoluto. Prepariamoci a vedere nella prossima settimana una qualche decisione di Mattarella. Per ora sul tavolo c’è un incarico esplorativo affidato alla seconda o alla terza carica dello Stato, o in alternativa un pre incarico ad un esponente del Centro Destra che potrebbe essere Giorgetti. Difficile quindi che si vada ad una soluzione prima delle elezioni regionali a meno che la situazione in Siria non precipiti.

di Achille Lucio Gaspari

 

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Consultazioni tra veti e caos. Aspettando il secondo giro.

Consultazioni tra veti e caos. Aspettando il secondo giro.
(di Achille Lucio Gaspari)

Il primo turno di consultazioni è andato proprio come si ci aspettava che andasse. Di Maio ha rivendicato premierato e governo da fare indifferentemente con Pd e Lega. Salvini ha dichiarato che vuol fare il governo con i 5 Stelle  insieme a Berlusconi e Meloni. Il PD ha dichiarato che se ne starà all’opposizione,Berlusconi ha negato ogni volontà di accordo con chi lo discrimina. Di Maio ha teorizzato la politica dei due forni con l’intenzione di modificare le ragioni sociali dei due possibili alleati;il PD va bene ma senza Renzi,la Lega va bene ma senza Forza Italia.Il tentativo di dividere il PD è immediatamente fallito.

Di Maio? Renzi Niet

Non sapendo usar bene il pallottoliere Gigino non si è reso conto che senza i voti di Renzi non si fa alcun governo con il PD. Quando glielo hanno spiegato ha subito ritirato la pregiudiziale. Con il Centro Destra è andato un po’ meglio per 24 ore. La chiusura di Berlusconi ai 5 Stelle ha effettivamente diviso  il Centro Destra, con Salvini sospettoso che l’ex cavaliere punti ancora ad un accordo con il PD e con Berlusconi convinto che un patto sia già stato stretto tra Salvini e Di Maio. Su questi sospetti ha giocato il partenopeo Luigi dichiarando di non dover trattare con la coalizione di Centro Destra perché questa coalizione è profondamente divisa e quindi politicamente non esiste.

5S-Centro Destra? Alto rischio

Divisione che è durata solo 24 ore ,dal momento che Salvini, Berlusconi e Meloni si presenteranno insieme  alle prossime consultazioni quirinalizie. Chi sta meglio dopo questo primo giro di consultazioni?

Luigi e i dubbi Amletici

Sembrerebbe  Di Maio che può contare su due opzioni, mentre Salvini , escludendo ogni accordo con il PD, ha a disposizione una sola opzione. In realtà le cose  non stanno i questo modo; assai difficilmente il PD stipulerà un accordo politico con i 5 Stelle. Questi ultimi non hanno alcun interesse a lasciare il Centro Destra all’opposizione, e poiché il difficile viene quando si governa , neanche Salvini vuole concedere ai 5 Stelle una comoda opposizione. Salvini non vuole neanche rompere con Berlusconi perché come abbiamo già detto la sua opa ostile su Forza Italia si nutre di calma, di pazienza e di attesa. E allora?

Dal cilindro un nuovo nome?

Allora la soluzione al momento più probabile è un governo del Centro Destra con i Cinque Stelle. Il premier sarà un terzo personaggio gradito sia a Di Maio che a Salvini;Berlusconi favorirà la nascita di questo governo facendo astenere i suoi, essendo quindi nella maggioranza senza però esserci. Questo schema  che salva la faccia a tutti sembra davvero formalmente perfetto perfetto ;c’è però un punto sostanziale. Berlusconi vuole garanzie per le sue aziende: niente conflitto di interesse, facilitazioni nelle gare per attribuire le nuove frequenze televisive e per questo vorrà ben posizionato nel governo qualche tecnico di riferimento sulla sua area.

PD pronti a fare fuoco

Su questa soluzione il PD sparerà ad alzo zero con cannoni da 410. Potranno sopportare i grillini , pur di stare al governo, di rinunciare al premierato di Di Maio e favorire gli interessi di Berlusconi?

Ipotesi Governo di scopo

Staremo a vedere. In alternativa ci sarà un governo di scopo di breve durata  sostenuto dal Presidente Mattarella pur di non lasciare il Paese in governato durante passaggi politici nazionali ed internazionali molto delicati.Da osservatore assolutamente estraneo a parteggiare per qualcuna delle forze in campo ritengo che la soluzione più intelligente sarebbe un monocolore grillino di minoranza. Perché più intelligente? Perché favorirebbe tutti coloro che sono alla opposizione se per i grillini tra il dire di governare e il fare di governare ci fosse di mezzo il mare. Sarebbe inoltre facilissimo buttare giù dalla torre il grillino appena si profilasse l’opportunità di farlo. Ma sono sicurissimo che tra tutte le soluzioni prospettabili questa è -poiché i ragionamenti politici spesso non seguono la logica razionale -, il più impossibile a realizzarsi.

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Consultazioni, ambizioni e veti

Consultazioni, ambizioni e veti (di Achille Lucio Gaspari)

 

Oggi inizieranno le consultazioni del Capo dello Stato. Quanto tempo ci vorrà per avere un governo? Un solo giro di consultazioni non sarà sufficiente e forse nemmeno due. Fra non molto ci saranno elezioni amministrative che coinvolgeranno sette milioni di elettori. Difficile che il clima di confronto elettorale venga messo da parte prima di queste elezioni amministrative, il cui esito sarà valutato dai leaders molto più probante dei sondaggi che vengono fatti in questi giorni.

Crisi e Patti, scenari possibili

Prendiamo in esame le posizioni e le aspettative dei quattro principali protagonisti. Di Maio che è il capo politico del partito di maggioranza relativa si pone due obiettivi: portare il suo Movimento al Governo ed essere lui stesso il Presidente del Consiglio. Con quali alleanze? La soluzione preferita è un accordo con il PD per una serie di ragioni; i programmi elettorali non sono molto dissimili, il 7% dell’elettorato è passato dal PD al movimento 5S e questa alleanza favorirà un ulteriore passaggio di consensi da un partito all’altro. Inoltre il PD teme nuove elezioni e quindi sarà tentato di sostenere questo accordo il più a lungo possibile. Un governo di tal fatta difficilmente durerà per tutta la legislatura ma è prevedibile che determinerà una stabilità per un periodo abbastanza lungo.

Braccio di ferro Lega e 5S

La seconda opzione è un governo con la Lega. Una soluzione di questo tipo scinderà il Centro Destra e Di Maio si confronterà con Salvini da una posizione di preminenza avendo il doppio di consensi del possibile alleato. Poiché le due forze sono destinate in un futuro anche prossimo ad accentuare la loro rivalità, questa composizione di governo non sarà duratura, ma questo non è un problema perché entrambi il leaders non temono elezioni ravvicinate da cui entrambi è prevedibile che escano rafforzati a spese del PD e di Forza Italia.

Psicodramma e “psiconano”

Cosa risponderebbe di Maio ad una proposta di accordo con tutto il Centro Destra ivi compreso Berlusconi? Difficilmente gli elettori penta stellati che hanno già visto eletta anche con i loro voti alla presidenza del Senato una fedelissima dell’ex cavaliere potrebbero digerire un accordo politico che comprenda anche il partito dello “psiconano”; forse l’unico modo sarebbe quello di vedere nominato Presidente il Capo Politico, cosa che Berlusconi concederebbe volentieri, ma Salvini non farebbe mai un passo in dietro se la cosa non fosse reciproca. In caso di improbabile governo del Centro Destra un ulteriore periodo all’opposizione non spaventerebbe i penta stellati che se ne gioverebbero per accrescere ulteriormente i loro consensi.
Salvini vuole governare ma non al prezzo di rompere con Berlusconi. Ci sono molte amministrazioni in cui governano insieme e non è il caso di metterle in crisi. Ci sono elezioni prossime venture e per ampliare i propri successi è necessario mantenere salda l’alleanza.

Salvini scala Forza Italia

Questo non vuol dire che Salvini rinuncia all’Opa su Forza Italia. E’ vero proprio il contrario. Il tempo lavora inesorabilmente per lui. Inutile creare contrasti ora per affrettare i tempi. Se poi nascesse un governo dei 5 Stelle sostenuto dal PD, una opposizione battagliera, e Salvini ha dimostrato di saperla fare, porterà i suoi frutti.
Berlusconi ha visto sfumare un Nazareno 2 proprio perché ha denunciato l’accordo del Nazareno 1 quando Renzi ha preferito far eleggere Mattarella invece di Giuliano Amato da cui Silvio riteneva di poter avere la grazia. Per questo si è schierato contro il referendum di Renzi pur avendo approvato in parlamento la riforma costituzionale. Quella sconfitta è stata madre anche della sua sconfitta rendendo impossibile un accordo di governo tra i due, un tempo protagonisti della scena politica.

Le scelte del Cavaliere

Ora Berlusconi ha due esigenze: quella prioritaria è non tornare rapidamente al voto, la seconda è quella di governare insieme a chiunque pur di mantenere una qualche centralità che gli permetta di curare meglio i suoi affari. Escluso un accordo tra Centro Destra e PD, resta all’orizzonte solo un governo con i 5 Stelle, oppure una opposizione ad un duraturo governo dei 5 Stelle con il PD.

Martina, il Pd e gli altri

Difficile comprendere la posizione di Martina perché nel partito ci sono aree con idee divergenti. Emiliano è per l’accordo di Governo, Franceschini e Orlando per un accordo possibile a certe condizioni e Renzi che sembra avere la maggioranza nei gruppi parlamentari, per una opposizione intransigente. Questa ultima posizione ha un fondamento se si osserva cosa è accaduto a chi ha governato nella Seconda Repubblica. Dal 1994 ad oggi il partito di Governo ha sempre perso le successive elezioni. In una condizione tripolare, essere all’opposizione di entrambi i vincitori dovrebbe consentire al PD un recupero di consensi.

Mattatella il Saggio

Se nessuna delle soluzioni prospettate giungesse a conclusione Il Presidente della Repubblica cercherebbe di evitare un immediato ricorso alle urne. In questa strategia troverebbe il consenso di quell’ampio partito trasversale di senatori e deputati che conquistato un seggio cercheranno di difenderlo il più a lungo possibile. Un governo del Presidente quindi, presieduto da una personalità di prestigio.

Occhio a Draghi, il super presidente

Sinceramente ho difficoltà ad individuare una personalità con queste caratteristiche se si esclude Draghi. Comunque lo si voglia chiamare sarebbe un governo tecnico, una riedizione del governo Monti, con un programma limitato ed una altrettanto limitata durata. Un governo quindi di tregua che comprenda tutti. Troppo allettante sarebbe schierarsi all’opposizione. Ammettendo che ci sia una momentanea ammucchiata, si scatenerebbe assai presto una corsa per situarsi alla opposizione. La situazione più probabile è quindi un governo Centro Destra -5 Stelle, di durata limitata, presieduto da una personalità di garanzia, costituito per rispondere ad un appello del Capo dello Stato a dimostrare senso di responsabilità.

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Cav in crisi, dubbi dei vincitori

Cav in crisi, dubbi dei vincitori
(di Achille Lucio Gaspari) 

I vincitori di sabato sono gli stessi che avevano vinto il 4 marzo. Di Maio ha ottenuto ciò che aveva chiesto, la presidenza della Camera e Salvini ha ridimensionato definitivamente l’ex cavaliere. Aveva infatti l’intenzione di far cambiare cavallo a Berlusconi visto che Romani era invotabile per i 5 stelle, e lo ha fatto con una modalità, lo strappo nella seconda votazione, che ha palesato in modo chiaro i rapporti di forza all’interno del Centro Destra; le reazioni isteriche di Berlusconi e di Brunetta stanno a dimostrarlo.

Berlusconi, via del tramonto

Prevedere che la notte avrebbe portato consiglio, e che Silvio si sarebbe rimangiato le minacce di rottura era molto facile. Ci si può domandare come mai Berlusconi abbia insistito così pervicacemente su Romani. Talvolta gli anziani diventano capricciosi come i bambini, ma non mi sembra questo il caso. Berlusconi aveva intuito l’esistenza dell’accordo tra Salvini e di Maio e voleva farlo saltare per tentare di sostituirlo con un accordo con il PD. Il nome di Romani era funzionale a questa strategia che si è dissolta nel nulla, facendo fare a Salvini una ottima figura. Cosa comporta questa vicenda nell’iter della formazione del nuovo governo? Ricapitoliamo la attuale situazione.

Forza Italia in caduta

Berlusconi non vuole assolutamente andare a nuove elezioni perché il suo ridimensionamento a vantaggio della Lega continuerebbe in modo consistente; ha anche la necessità di stare al governo per meglio curare i suoi affari ma non ha i numeri per fare alleanze di governo da solo.
Sarebbe anche disposto ad un governo con i 5Stelle che godrebbe di una maggioranza molto ampia e potrebbe durare per tutta la legislatura, ma sa che questa soluzione è impraticabile per la indisponibilità di Di Maio. La soluzione preferita è quella di un accordo con il PD, e sarebbe sufficiente anche una semplice astensione del partito di Martina.

Il ruolo del PD

Non dimentichiamoci che con un esito elettorale diverso oggi avremmo trattative per un governo Forza Italia –Pd a guida renziana. Ma anche questo accordo sembra difficile perché osteggiato da Salvini e probabilmente anche da una quota consistente degli eletti del PD. Il PD preferisce un confronto elettorale non troppo prossimo, anche se riuscirebbe a contenere le ulteriori perdite.

Di Maio, doppia opportunità

Da quando esiste la Seconda Repubblica chi ha governato ha sempre perso le successive elezioni, questa è la regola, poi possono esserci le eccezioni ma per chi fa piani strategici e bene attenersi alle regole. Ecco perché il PD ha scelto, almeno fino ad ora, di stare all’opposizione e se ci stesse da solo guadagnerebbe i frutti maggiori. Se però un governo Centro Destra –5 Stelle o Lega-5 Stelle (con l’apporto di ulteriori voti perché i due soggetti da soli non bastano) non ci fosse, per non andare alle elezioni rapidamente un governo dovrebbe contribuire a formarlo e la scelta più gradita sarebbe un governo del presidente con tutti dentro. Di Maio otterrebbe vantaggi sia da una posizione di opposizione, sia da una posizione di governo e quindi può scegliere tra diverse strategie.

Salvini, nuovo leader

Cosa ha in mente Salvini? Probabilmente vuole il controllo assoluto del Centro Destra e ritornare ad una posizione bipolare di confronto con i 5 Stelle. Ha pertanto bisogno di tornare rapidamente alle urne con una diversa legge elettorale. Difficile prevedere oggi cosa accadrà perché non siamo nella testa dei Leaders politici, i quali sono usi cambiare opinione anche sulla base di sondaggi settimanali. La domanda cui è possibile tentare di dare una risposta è questa: quanto durerà l’attuale legislatura?

Legislatura, fragile e a rischio

La precedente è durata i 5 anni canonici ma il PD alla Camera aveva una ampia maggioranza; oggi la situazione è diversa e peggiore. Proviamo rispondere: un governo del presidente sostenuto da tutti i partiti non andrà oltre un anno di durata e si tornerà a votare in concomitanza con le elezioni europee; un governo 5Stelle-Lega con nel programma una modifica della legge elettorale durerà altrettanto poco perché è evidente che i due leaders vogliono tornare a votare per completare il lavoro. Un governo centro Destra –PD o più probabilmente 5Stelle-PD durerebbe sicuramente di più e la sua durata starebbe nelle mani del Partito Democratico.

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Politica, la lezione di Polibio

Politica, la lezione di Polibio (di Achille Lucio Gaspari)

A poco più di 24 ore dall’inizio delle votazioni per eleggere i presidenti del Senato e della Camera la situazione politica si presenta confusa. Gli accordi che porteranno alla elezione dei due presidenti avranno inevitabilmente influenza anche sulle strategie messe in campo per la formazione del nuovo governo. Difficile pensare che Gentiloni possa andare avanti se non per un limitatissimo lasso di tempo.
Chi sta meglio di tutti è Di Maio che può formare un governo con l’appoggio del PD, o con l’appoggio della Lega, o restare all’opposizione, cosa che non lo spaventa.

PD e Berlusconi, nel guado

Il PD è nel guado tra opposizione, sostegno ai 5 stelle o, ma è molto improbabile, appoggio anche mediante astensione al Centro Destra. Salvini è in difficoltà essendo incerto tra l’accordarsi con Di Maio o mantenere unito il Centro Destra. Berlusconi non ha nessuna intenzione di farsi da parte e teme nuove elezioni più della morte al punto da inseguire Salvini in un accordo con il Movimento 5 stelle e non è chiaro se per stare al gioco del potere o per far saltare tutto
Un governo con tutti dentro allora? Dalle dichiarazioni di alcuni leaders sembrerebbe una soluzione non praticabile. Torneremo allora temporaneamente ad un governo tecnico come accadde con il governo Monti?

Politici e tecnici, due visioni 

Una riflessione sul ruolo dei tecnici al governo va dunque fatta.
Un politico della prima repubblica dall’alto della sua esperienza governativa giudicava la prova data dai ministri tecnici, ce ne stava qualcuno anche allora, assolutamente negativa. Il tecnico è concentrato solo sulla soluzione tecnica dei problemi del suo ministero e trascura del tutto l’interpretazione del presente, la visione del futuro e non ha la capacità di fare le scelte fondamentali che devono guidare l’azione politica. Un generale ministro della difesa, si preoccuperà, di avere uno strumento militare al massimo della efficienza e quindi pretenderà di avere a disposizione il budget necessario per raggiungere il suo proposito. Un politico invece analizzerebbe in stretta collaborazione con il Primo Ministro e con il Ministro degli Affari Esteri la situazione internazionale dell’Italia, le possibili evoluzioni future, gli obiettivi primari; sarebbe quindi valutato in questo quadro quale ruolo dovrebbe giocare realisticamente la forza militare. Solo a questo punto interverrebbe il tecnico per approntare lo strumento che la situazione politica richiede. Un risultato non diverso si avrebbe con ministri tecnici in altri ministeri. Quando poi il governo è tutto tecnico, ad iniziare dal Presidente del Consiglio, le cose possono andare anche peggio. Sorge allora spontanea la domanda di come mai così spesso ministri tecnici o governi tecnici vengono varati.

Attenti all’inesperienza

La mia opinione è che ciò accade perché assai spesso i politici chiamati a gestire la cosa pubblica sono privi di esperienza. Nella scorsa legislatura i Presidenti di Camera e Senato hanno assunto le loro prestigiose cariche appena entrati a far parte per la prima volta delle loro assemblee, molti ministri non avevano ricoperto precedentemente il ruolo di sottosegretario e il Presidente del Consiglio, privo di qualsiasi esperienza di governo, non era neppure un parlamentare. L’opinione pubblica ritiene che neofita per neofita è meglio qualcuno che almeno sia un esperto in settori ben definiti. Questa situazione non è certo circoscritta all’Italia. Il Presidente Trump che viaggia con una valigetta in cui sono conservati i codici per disporre un attacco nucleare, non è stato precedentemente né il Governatore di uno Stato e neanche Senatore.

La lezione di Polibio

Polibio, lo storico greco, che scrisse una memorabile storia romana dal 264 al 146 A. C:. si domandava come avessero fatto i Romani  a ottenere il dominio di tutto il mediterraneo in meno di 120 anni e spiegava questo risultato con il tipo di costituzione della Repubblica Romana. Tralasciando qui di discettare sulla struttura costituzionale della Repubblica, mi interessa sottolineare un solo aspetto, quello del cursus honorum. Le magistrature erano elettive, ma non era consentito di presentarsi alla elezione al Consolato, la massima magistratura esecutiva e militare senza aver ricoperto per elezione una serie di magistrature che fornivano al candidato conoscenza di materie militari, amministrative, economiche, e giuridiche. Chi desiderava intraprendere  la carriera politica ,sin da giovinetto  si dedicava a studi che potremmo oggi definire di Scienze Politiche. Molti politici provenivano dai ranghi delle più nobili famiglie romane, ma l’avventura politica non era preclusa ai provinciali, uomini nuovi come Caio Mario e Marco Tullio Cicerone.
Strano che questa meticolosa preparazione culturale richiesta alla élite politica di oltre duemila anni fa , non sia più richiesta ai nostri governati che potrebbero con un conflitto nucleare cancellare la vita dalla faccia della terra.

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