Le Idee

Salvini e la nave Diciotti

Salvini e la nave Diciotti

In queste ore sta avvenendo una replica di quanto accadde a luglio con la nave Diciotti, ci sono però notevoli differenze. 

Le leggi internazionali della Navigazione impongono di salvare il naufrago e di portarlo nel più vicino porto sicuro. Per porto più vicino si intende quello che dista meno miglia nautiche dal luogo del soccorso. Per porto sicuro si intende un porto dove ci sia personale che possa assistere il naufrago, dotato anche di assistenza medica in caso di necessità. 

 

Trafficanti senza leggi

Queste leggi sono state promulgate per la difesa dei veri naufraghi come quelli del Titanic e del transatlantico Andrea Doria, o di qualsiasi natante in oggettiva difficoltà. Nel mediterraneo ci sono invece persone numerosissime messe dai trafficanti di uomini su natanti appositamente destinati al naufragio perché vengano portati dalle navi delle ONG o da altri mezzi navali nel luogo di destinazione, come se si trattasse di taxi nautici obbligati a raggiungere gratuitamente la destinazione desiderata. Destinazione che era per tutti l’Italia secondo gli accordi presi dal governo Renzi. Con questo meccanismo sono giunti da noi 600.000  clandestini che o sono vittime del lavoro nero, o vengono assoldate come manovalanza dalla delinquenza organizzata, o si dedicano a furti.

 

Solo  il 7% ha il diritto

 Nella migliore delle ipotesi, secondo le critiche della destra, se ne stanno in alberghi a tre e quattro stelle a godersi piscine e televisioni e costano allo Stato 5 miliardi di euro l’anno mentre 5 milioni di cittadini italiani in assoluta povertà non ricevono dallo stato una briciola di aiuto.

Ma ci sono i profughi richiedenti asilo potrebbe dire qualcuno, che per gli accordi di Dublino sono a carico del primo paese di approdo, e poiché arrivano via mare se ne deve occupare esclusivamente l’Italia; il loro viaggio è spesso assai lungo perché vengono dal centro Africa e anche dal Nepal e dal Bangladesh, ma l’ultimo tratto se lo fanno in mare verso le spiagge italiane, ventre molle dell’accoglienza europea. Solo il 7% di quanti chiedono asilo ne hanno effettivamente diritto,

 

Altri Paesi riottosi 

A luglio la Diciotti era ferma in porto carica di immigrati clandestini e Salvini chiedeva che fossero ripartiti in Europa che da questo orecchio non ci sente . Conte intervenne, si dice su input di Mattarella, i clandestini scesero e dei 450 che hanno messo piede a Pozzallo solo 47 sono stati trasferiti in altre nazioni europee, una vera presa in giro!

L’imbarcazione in difficoltà che conteneva le attuali 177 persone si trovava in acque maltesi ma gli isolani si sono ben guardati dal portare soccorso; hanno solo indicato la rotta per Lampedusa. Ora la nave è a Catania. Sono stati fatti sbarcare solo i minori e coloro che hanno necessità di assistenza medica. Salvini pretende che gli altri siano immediatamente ridistribuiti nell’Unione Europea. Non si fida di promesse, per altro neanche fatte, per non avere un esito simile a quello di Pozzallo. 

 

Crisi di Governo

Fico è intervenuto con dichiarazioni boltrineggianti. E’ evidente che, inprevisione di una crisi di governo, si prepara a sostituire Di Maio in qualità di premier, in un governo giallo rosso che non sarebbe un governo della A.S. Roma ,ma un governo 5 stelle -PD, cosa possibilissima se i renzianidecidessero di abbandonare l’ex premier Renzi per evitare elezioni anticipate. Un tentativo di ripetere la manovra di luglio Conte lo ha fatto ma si è sentito rispondere “fatelo voi, assumetevi la responsabilità e cercate un altro Ministro dell’Interno perché io mi dimetto”. Nuove elezioni sarebbero un referendum su Salvini che finirebbe ben diversamente da quello voluto dall’altro Matteo; sarebbe un plebiscitoverde; ma in questo caso c’è un elemento di novità

 

Il ruolo della Procura

La Procura di Agrigento ha aperto un fascicolo contro ignoti per sequestro di persona! L’articolo 605 del Codice Penale recita: chiunque priva taluno della libertà personale… Si intende quindi qualcuno catturato e rinchiuso contro la propria volontà. Difficile ipotizzare questo reato nella circostanza attuale. Nessuno ha sequestrato i migranti clandestini che sono saliti sulla nave di propria volontà; nessuno li tiene rinchiusi . Se vogliono tornare in Libia o nei paesi di provenienza verranno subito riportati senza alcuna spesa a loro carico. Può uno Statimpedire l’ingresso sul proprio territorio a clandestini privi di documenti che non si sa da dove vengono e a che scopo, alcuni affetti da malattie contagiose che sono un pericolo per la salute pubblica? Questo provvedimento del procuratore della Repubblica sembra proprio avere le caratteristiche di intromissione in compiti del Governo se non addirittura essere una minaccia e un tentativo di intimidazione. In un paese democratico i poteri devono essere separati. LaMagistratura è indipendente ,ma lo è anche il potere esecutivo.

 

Il metodo Australia 

Vedremo come andrà a finire; non credo che Salvini ceda dopo aver detto che la soluzione finale è il metodo Australia dove nessuno entra senza regolare visto. Nonpenso neanche che il governo cadrà su questa questione perché anche i fan  della Boldrini sanno che se si va a votare la vittoria di Salvini sarà eclatante e se invece verrà fatto un governo con PD e LEU, il Centro Destra si ricompatterà a rafforzerà notevolmente le proprie posizioni.

di Achille Lucio Gaspari

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La filosofia ispiratrice del Movimento 5 stelle

La filosofia ispiratrice del Movimento 5 stelle

Grillo ha più volte proposto di nominare i senatori mediante sorteggio e Casaleggio Jr. di abolire Camera dei Deputati e Senato della Repubblica per passare finalmente dalla democrazia rappresentativa alla democrazia diretta. In un recente articolo Panebianco si meraviglia del fatto che quella gran massa di politici e costituzionalisti che si batterono a spada tratta per il no al referendum di riforma della costituzione, ora tacciano di fronte a queste affermazioni. La sua spiegazione è che allora si gridava alla alterazione della costituzione più bella del mondo minacciata da qualche non rilevante cambiamento perché in realtà l’obiettivo era quello di abbattere Renzi, mentre adesso, di fronte a proposte che equivalgono a stracciare il testo della nostra costituzione, tacciono perché considerano queste affermazioni come semplici battute volte a far notizia, senza alcuna ambizione di realizzazione.

Concordo con la prima parte del ragionamento di Panebianco ma dissento recisamente dalla seconda parte; quelle affermazioni sono il frutto della filosofia del movimento. La base culturale di questa forza politica risiede nelle teorie di Rousseau,il filosofo ginevrino morto prima dell’inizio della Rivoluzione Francese. . Nella sua opera più famosa e organica, Il Contratto Sociale, Rousseau sostiene chiaramente, in netta polemica con Montesquieu, che la sovranità non può essere delegata: “(…) Trovare una forma di associazione che difenda e protegga le persone e i beni degli associati sfruttando al massimo la forza comune, associazione nella quale ogni uomo, pur unendosi a tutti gli altri, non obbedisca che a se stesso e resti libero come prima”. Per ottenere questo ambizioso risultato Rousseau individua una sola strada: “(…) La cessione totale di ogni associato con tutti i suoi diritti alla comunità tutta, poiché ciascuno dona l’intero se stesso, la condizione essendo uguale per tutti, nessuno ha l’interesse di renderla più pesante per gli altri (…). Ciascuno di noi mette in comune la propria persona e ogni potere sotto la suprema direzione della volontà generale; e noi riceviamo ogni membro come parte indivisibile del tutto”. La Rete, nell’accezione rivoluzionaria proposta dal Movimento 5 Stelle, altro non è se non il veicolo indispensabile per coagulare questa nuova volontà generale che pone ogni potere al di sotto del popolo sovrano; non a caso la piattaforma informatica del movimento si chiama piattaforma Rousseau. “E la sovranità,-prosegue Rosseau- in quanto esercizio pratico della volontà generale, non può mai risultare alienata perché il corpo sovrano, il quale è solo un corpo collettivo, non può essere rappresentato che da se stesso. Il potere si può trasmettere, la volontà no. Per gli stessi motivi per cui è inalienabile essa è anche indivisibile; infatti o la volontà è generale o non esiste” In conseguenza di queste affermazioni l’eletto ad una assemblea è vincolato da un mandato imperativo, in altri termini non può essere altro che un mero esecutore delle disposizioni ricevute dagli elettori espressione del territorio che rappresenta. Ne consegue che qualsiasi azione dell’eletto che si discosti dalle precise disposizioni degli elettori ha come conseguenza la revoca del mandato.

Il pensatore francese Montesquieu nel libro XI de Lo spirito delle leggi, che è la sua opera più famosa, traccia la teoria della separazione dei poteri. Partendo dalla considerazione che il "potere assoluto corrompe assolutamente", l'autore analizza i tre generi di poteri che vi sono in ogni Stato: il potere legislativo (fare le leggi), il potere esecutivo (farle eseguire) e il potere giudiziario (giudicarne i trasgressori). Condizione oggettiva per l'esercizio della libertà del cittadino, è che questi tre poteri restino nettamente separati.

La tesi fondamentale - secondo Montesquieu - è che può dirsi libera solo quella costituzione in cui nessun governante possa abusare del potere a lui affidato. Per contrastare tale abuso bisogna far sì che "il potere arresti il potere", cioè che i tre poteri fondamentali siano affidati a mani diverse, in modo che ciascuno di essi possa impedire all'altro di esorbitare dai suoi limiti e degenerare in tirannia. Per Montesquieu quindi la delega effettuata dal popolo nella elezione dei rappresentanti è possibile, anzi necessaria e non ne limita il potere. Il mandato imperativo, come proposto da Rousseau, non fu introdotto nella costituzione repubblicana francese dove è anzi prevista la libertà di mandato. Nella Costituzione Italiana all’articolo 67 il vincolo di mandato è proibito. Questo articolo della Costituzione italiana fu scritto e concepito per garantire la libertà di espressione più assoluta ai membri del Parlamento italiano eletti alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica. In altre parole, per garantire la democrazia i costituenti ritennero opportuno che ogni singolo parlamentare non fosse vincolato da alcun mandato né verso il partito cui apparteneva quando si era candidato, né verso il programma elettorale, né verso gli elettori che, votandolo, gli avevano permesso di essere eletto a una delle due Camere (divieto di mandato imperativo). Il vincolo che lo lega agli elettori assume, invece, la natura di responsabilità politica.

La norma contenuta dell'art. 67 non è un'esclusiva della costituzione italiana, ma è comune alla quasi totalità delle democrazie rappresentative. Essa deriva dal principio del libero mandato (ovvero del divieto di mandato imperativo), formulato da Edmund Burke già prima della Rivoluzione francese, nel suo famoso Discorso agli elettori di Bristol, tenuto il 3 novembre 1774, dopo la sua vittoria elettorale in quella contea. In quel discorso, Burke propugnò la difesa dei principi della democrazia rappresentativa contro l'idea, da lui considerata distorta, secondo cui gli eletti dovessero agire esclusivamente a difesa degli interessi dei propri elettori:

« Il parlamento non è un congresso di ambasciatori di opposti e ostili interessi, interessi che ciascuno deve tutelare come agente o avvocato; il parlamento è assemblea deliberante di una nazione, con un solo interesse, quello dell'intero, dove non dovrebbero essere di guida interessi e pregiudizi locali, ma il bene generale »

(Edmund Burke, Discorso agli elettori di Bristol, 3 novembre 1774)

Oggi soltanto Portogallo, India e Bangladesh prevedono il mandato imperativo che era invece presente in tutti i regimi totalitari vigenti nei paesi comunisti e anche durante il governo fascista.

Non infrequentemente diversi esponenti del movimento 5 stelle hanno attaccato giornalisti e giornali che ne ospitavano gli articoli. Per Rosseau : “Quando il popolo delibera in base ad una corretta informazione, la volontà generale prevale e, di conseguenza, la deliberazione risulta sempre buona”. Se oggi il popolo stenta a riconoscere la verità, quindi, è perché,secondo alcuni esponenti del Movimento , esiste un circuito informativo che gli impedisce di coglierla. In senso teorico questa affermazione può anche essere ritenuta valida. Il punto sta nel fatto che sembrerebbe ad essi auspicabile che ci sia qualcosa o qualcuno che controlli la validità delle notizie e questo lo si sente suggerire da molte parti per contrastare le false notizie che girano nella rete. Ma attenzione, un conto sono le notizie inventate altro invece le opinioni liberamente espresse. Se qualcuno si arrogasse di valutare la correttezza delle opinioni la libertà di opinione e quindi di stampa verrebbe abrogata.

Ma per tornare alla teoria della democrazia diretta, così cara al pensatore ginevrino, oggi Casaleggio Jr. ci dice che si può fare con le nuove tecnologie, basta affidarsi alla rete. Una domanda però sorge spontanea, chi sarà il gestore della rete della democrazia diretta? Molto tempo fa Forattini pubblicò una vignetta in cui era rappresentato un mafioso pentito sotto interrogatorio di un magistrato cui dice –vostro onore mi faccia le risposte- perché come è ovvio quasi sempre il tipo di domanda determina il tipo di risposta. Se mai si arrivasse alla democrazia diretta tramite internet chi sarà a porre le domande?

di Achille Lucio Gaspari

 

 

 

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Alcune idee del Movimento 5 stelle

Alcune idee del Movimento 5 stelle

Alcune idee ben propagandate sono state alla base del successo elettorale del Movimentò 5 stelle. La principale idea è stata quella della istituzione del reddito di cittadinanza. Questa proposta è stata il formidabile mezzo che ha determinato lo strepitoso successo dei Grillini nel sud Italia. La grave crisi economica iniziata nel 2008 ha colpito in modo particolare il sud che si è sentito totalmente abbandonato dai Governi che si sono succeduti fino al 4 marzo 2018. La spaventosa disoccupazione che colpisce soprattutto i giovani getta nella disperazione interi nuclei familiari. Questa elargizione è sembrata essere, se attuata, una salutare boccata di ossigeno. L’elettore non si è posto la domanda di quanto questa proposta fosse realizzabile o se lo fosse ad un costo accettabile per la nostra economia. Si è sviluppata la sindrome dell’aereo 91. Ricorderete che nel fatidico 11 settembre 2001 oltre ai due aerei dirottati su New York e a quello diretto al Pentagono, fu dirottato un ulteriore aereo che aveva il numero di volo 91. I passeggeri, appresa dai cellulari le notizie dello scopo del dirottamento, cercarono di sopraffare i terroristi nella convinzione che ogni cambiamento avrebbe potuto essere meglio dello statu quo. Per gli elettori del sud avere un cambiamento di governo ha avuto il potere di riaccendere una speranza.

Altra idea forte è stata quella di presentarsi come la personificazione dell’onestà in un mondo di corrotti. Quanto i cittadini abborriscano la disonestà economica dei politici e a cosa questo sentimento può portare lo si comprende bene se si considera il fenomeno giudiziario di Mani Pulite. La Democrazia Cristiana, il Partito Socialista Italiano, il Partito Socialdemocratico, Il Partito Repubblicano e il Partito Liberale che avevano a lungo governato insieme garantendo alla Italia Repubblicana indipendenza, democrazia, sviluppo economico e vantaggiosa collocazione internazionale furono spazzate via dalla rivelazione del sistema illegale di finanziamento dei partiti. E’ interessante riascoltare (yutube) l’interrogatorio cui Bettino Craxi fu sottoposto da Di Pietro. C’è una chiara denuncia dell’esistenza di questo sistema illegale anche per il Partito Comunista Italiano che dall’inchiesta fu solo sfiorato Tralasciando ogni riferimento a questa possibile omissione ( che sarà ogetto di una mia ulteriore riflessione) quello che risulta evidente è che l’elettore è interessato solo ai comportamenti morali dei partiti che sono al potere nel presente. Questo spiega perché la storia della truffe dei rimborsi elettorali perpetrata dalla Lega di Bossi non ha fatto pagare pegno alla Lega di Salvini.

Il movimento 5 stelle ha esplicitato altre idee che potrebbero essere racchiuse nella filosofia del NO: no alle olimpiadi a Roma, no alla liea ferroviaria TAV Lione- Torino, no al gasdotto del sud, no, o meglio, ni alle vaccinazioni. Secondo alcuni commentatori queste posizioni fanno parte della filosofia della Decrescita Felice. In altri termini il mito dell’aumento annuale del PIL, ciò è di una crescita della ricchezza nazionale, va sostituito da un decremento del PIL, che comporta quindi un aumento della povertà. Questo è accaduto senza bisogno dei 5 stelle con la crisi del 2008 che ha diminuito del 10% la ricchezza nazionale, e siamo ancora lontani dal tornare ai livelli pre crisi. Questa decrescita però non è stata felice, ma per essere felici bisognerebbe accontentarsi di meno cose, sfruttare meno le risorse della terra, dividere tra tutti quel che resta della ricchezza e hoplà ecco la felicità. A dire il vero ci hanno provatogli stati comunisti e poiché i cittadini non erano tanto contenti, li hanno dovuti costringere con le cattive maniere; risultato? Il fallimento di questo modello.

Allora i Grillini sono degli oscurantisti retrogradi contrari allo sviluppo scientifico? Non esageriamo, si tratta per ora solo di qualche affermazione in libertà che non ha ancora determinato effetti (tranne che per le Olimpiadi Estive) e che non ha determinato grandi risultati sulle intenzioni di voto degli italiani.

Per quanto riguarda le vaccinazioni obbligatorie o meno si tratta di posizioni convintamente anti scientifiche? Poiché si era abbastanza diffusa l’idea che i vaccini causano l’autismo e altre condizioni svantaggiose si è cercato di captare la benevolenza elettorale di quanti credono a queste sciocchezze. Ma questa posizione presa da un partito politico non è la prima volta che accade e neanche la più grave. Quando si voleva far credere che la cura anti cancro di Bella funzionasse ci furono sfilate di importanti politici della Destra per via del Corso e Piazza del Popolo a Roma a sostegno di questa cura. Davvero credevano che fosse efficace? Niente affatto, era solo una speculazione sulla disperazione di malati gravi e delle loro famiglie. Per un certo periodo forse avrà anche prodotto vantaggi elettorali. Con i vaccini è diverso perché ci sono anche cittadini che ritengono un pericolo per i loro figli che non possono essere vaccinati il contatto con bambini che potrebbero essere fonte di gravi malattie.

In conclusione alcune idee sono state importanti per la conquista del consenso, altre hanno avuto minor rilievo. Solo un successo nell’azione di governo potrà garantire il mantenimento o addirittura l’ampliamento del successo elettorale del 4 marzo per adesso flebilmente insidiato da una opposizione allo sbando.

di Achille Lucio Gaspari

 

 

 

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Marchionne un uomo del popolo

 

Marchionne un uomo del popolo

Il 2 novembre 2011 mi recai presso la cappella di famiglia nel cimitero di Gissi. Tra i molti omaggi floreali notai una bellissima corona di fiori sul cui nastro era scritto FIAT_FCA. La cosa mi sorprese perché Gianni Agnelli, Umberto Agnelli e Susanna Agnelli con i quali Remo Gaspari aveva avuto rapporti di amicizia e collaborazione (Stabilimento Sevel in Val di Sangro ad esempio) purtroppo all’epoca erano scomparsi. Questo omaggio è poi proseguito sino al 2 novembre 2017. Informatomi venni a sapere che l’iniziativa era sta presa personalmente da Sergio Marchionne. Questo grande manager, il più grande capitano di industria della Italia moderna era entrato in FIAT nel 2004 quando l’azienda era in grave crisi economica ed industriale. I debiti con le banche erano notevoli, la produzione di automobili era caratterizzata da modelli antiquati, di scarsa qualità, offerti soprattutto nel mercato nazionale. Marchionne ha rivoluzionato l’organizzazione societaria, ha acquisito e riportato al successo la Crysler fondando la FCA. Maserati, Ferrari e Alfa Romeo hanno prodotto modelli ricercati in tutto il mondo. Che il merito sia esclusivamente di Marchionne è dimostrato da come le borse valori hanno reagito alla drammatica notizia della sua scomparsa. L’amministratore delegato della FCA torna in Italia nel 2004 quando Remo Gaspari è fuori dalla politica da dieci anni e la Democrazia Cristiana non esiste più. Per capire questo rapporto di stima reciproca e di amicizia bisogna fare un passo.

Sergio Marchionne figlio di un Maresciallo dei carabinieri nasce a Chieti nel 1952 e quivi frequenta le scuole elementari e medie; emigra con la famiglia in Canada nel 1966 quando il miracolo economico italiano sta arrivando a trasformare l’Abruzzo. Remo Gaspari è sottosegretario da 4 anni (allora i sottosegretari contavano) e viene percepito come un giovane leader di un partito che a Chieti otteneva nelle elezioni percentuali altissime. Marchionne conosce dai racconti del padre e in parte per i suoi ricordi la situazione dell’Abruzzo del dopo guerra. Non avendo mai reciso il cordone ombelicale con la sua terra di origine ne osserva il notevole sviluppo socio economico e valuta i meriti di coloro che hanno favorito questa rinascita. Entrambi sono mossi dalla curiosità di incontrarsi e così il giovane manager di successo e il vecchio politico che ha contribuito a questo sviluppo si incontrano, si parlano, si stimano vicendevolmente e nasce una solida amicizia. Mio padre non mi ha mai parlato di Marchionne e tutto quello che so lo ho appreso da collaboratori e amici di Remo Gaspari con cui si era confidato. La simpatia è rafforzata da quella che entrambi considerano una comune origine. Entrambi abruzzesi della provincia di Chieti, entrambi con una storia di emigrazione; Sergio infatti emigrò in Canada ove poté prepararsi culturalmente. Remo studiò in Italia con l’aiuto economico del padre emigrato. Entrambi provenienti dal popolo; Marchionne figlio di un maresciallo dei carabinieri, Gaspari figlio di un sarto e di una contadina. Entrambi ritenevano che il popolo esprime in questo paese le energie migliori ,che le proprie origini non vanno dimenticate e vanno anzi valorizzate senza cadere però nell’ideologia classista perché per distribuire la ricchezza prima bisogna crearla. Quanto al maglioncino da cui Marchionne non si separava mai Gaspari pensa che era un modo per ricordare ed onorare le origini umili della sua famiglia. Questo glielo avrà confidato Sergio? Chi lo sa?

di Achille Lucio Gaspari

 

 

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Paventata abolizione della democrazia

Paventata abolizione della democrazia

Il candido maître à penser del Movimento Cinquestelle, visionario futurologo per eredità paterna, nei ritagli di tempo sottratti alla “roussoviana” attività di lottizzazione delle nomine delle grandi aziende di Stato, aggiunge una perla teorica al florilegio di madornali castronerie sedicenti avveniristiche che dovrebbero caratterizzare l’Eden tecnologico degli anni, e decenni, a venire: l’abolizione secca del Parlamento - la sacra Istituzione della Liberaldemocrazia garante della sovranità popolare - a vantaggio di una fantomatica ed egualitaria partecipazione delle masse all’esercizio del potere per il tramite di anonimi click su portali telematici a servizio del pubblico di utenti.

In tempi di regnante semplificazione, sarebbe forse anacronistico, magari pretenzioso, ma non del tutto inutile, tratteggiare un sunto scolastico di lungo periodo di storia del pensiero politico - dall’antichità a Tocqueville - per delineare l’approdo della civiltà occidentale alla democrazia rappresentativa, enucleandone i sui tratti istituzionali fondamentali e ricordandone le sue imprescindibili funzioni, non nascondendone peraltro limiti e difficoltà.

Che miserabile sistema politico sarebbe quello incardinato su brutali ordalie telematiche aizzate ad arte su temi immessi nell’agenda politica da oligarchie, opache e autoreferenziali, al solo fine di sviare, condizionare, suscitare subdolamente quella sola parte del corpo elettorale disposta a lasciarsi irretire in un gioco di apparente e inebriante esercizio della sovranità - mediante la brutale, rozzamente riduttiva e plebiscitaria espressione di assensi e dissensi - lontana anni luce dalla possibilità non solo di incidere nel vivo delle questioni, ma finanche di comprenderle a fondo, di renderle evidenti per l’opinione pubblica attraverso una discussione di merito complessa, ma necessaria.

Senza la mediazione di corpi intermedi capaci di dare voce a tutta la ricchezza plurale della società e al vario articolarsi dei suoi interessi; senza la presenza di partiti in grado di aggregare tali interessi e armonizzarli in una visione del paese e in una proposta di governo; senza un confronto sociale serrato tra imprenditori e lavoratori; senza l’espressione peculiare delle articolazioni territoriali della Repubblica; senza la insostituibile mediazione di una classe dirigente, inevitabilmente rappresentativa, non esisterebbe più democrazia, resterebbe solo una forma di autoritarismo demagogico.

Due facili obiezioni potrebbero essere mosse tuttavia: si tratta solo di affermazioni paradossali, di svagate e brillanti provocazioni destinate a cadere nel vuoto. Ma che cosa sarebbe accaduto se, ad esempio sotto la presidenza della Repubblica di Alessandro Pertini, un rappresentante di una forza politica presente in Parlamento avesse avuto l’ardire di dichiararsi favorevole all’abolizione dello stesso, seppur in un indeterminato futuro? E l’altra: stante la politica irreparabilmente corrotta, ogni alternativa, anche la più strampalata e irreale, acquisirebbe legittimità.

Ora, la discussione sulla “riforma della politica” deve certo poter animarsi in un contesto di libertà di espressione, ma logorare il discorso pubblico con ipotesi strampalate aliene da ogni logica di base e palesemente stridenti con lo sviluppo storico della democrazia italiana non contribuisce certo a realizzare quella trasformazione del paese decantata a parole dai movimenti populisti.

 

di Alessandro D'Ascanio

 

 

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La Libia ha porti sicuri?

La libia ha porti sicuri?

 

Prima di rispondere a questa domanda che contrappone il Governo Italiano alla Unione Europea vorrei, a costo di ripetermi ,affrontare prima il problema dell’accoglienza.

L’accoglienza dell’individuo ingiustamente perseguitato è un dovere dello stato democratico. Ce lo testimonia Euripide nella tragedia Gli Eraclidi, rappresentata ad Atene nel 430 avanti Cristo. Nè la religione cristiana ,nè gli epigoni post marxisti ci hanno dunque insegnato questo comportamento “politically correct” . Nel mondo classico si parla del diritto di asilo per i perseguitati. Non si fa menzione di quelli che oggi chiamiamo migranti economici. O all’epoca non c’erano o non erano ritenuti titolari del diritto di asilo. Chi sicuramente non c’era è il bieco scafista, la nave della Organizzazione non Governativa e la cooperativa che ospita in cambio di una lauta remunerazione. La questione è morale, politica ma soprattutto pratica. Bisogna stare attenti a non fare la fine del filosofo che camminando con la testa in aria per ammirare l’armonia delle sfere celesti, non si accorge della buca davanti ai suoi piedi e ci cade dentro.

La buca ,anzi la voragine è rappresentata dai 5 miliardi di poveri presenti nel mondo . Attraverso una ben organizzata rete di trasporti che fa capo alle spiagge della Libia arrivano non solo dall’Africa, ma sia pure in numero minore, da tutto il mondo. Gli ultimi arrivi in Italia provengono anche dal Nepal dove non ci sono guerre ne persecuzioni. Per emigrare, a disposizione dei nepalesi c’è l’India ,l’Indocina, la Cina, la Russia asiatica ;sono tutti territori molto più vicini. Neanche a pensarci. La meta sono i porti italiani. E qui si presenta il problema pratico dei numeri. Tutti vogliono venire in Europa che è descritta come il paese di Bengodi dal ventre molle dove è facile entrare. Nel suo comizio a Montesilvano Salvini (ma sarà proprio così?) ha detto che alcuni africani ospiti di un albergo hanno inscenato una manifestazione bloccando una strada perché nelle stanze del loro albergo i televisori non erano forniti di Sky. Questo per dimostrare le false aspettative da cui sono motivati.

E’ evidente che la migrazione non può essere la soluzione; è necessario un impegno mondiale ma l’ONU che è costituito da circa 200 nazioni parla molto e fa poco o niente. L’Europa deve avere una visione comune. La soluzione non può essere il blocco della via turca e delle frontiere con la Grecia e l’Italia ,tanto quelli vengono dal mare ,che se la vedano loro. Bisognerà stabilire su basi scientifiche esaminando le condizioni geografiche ,demografiche e politiche quanti altri se ne possono accogliere oltre quelli già arrivati, perché fossero anche tutti tutelati dal diritto di asilo un miliardo di persone (naturalmente è una iperbole) qui da noi non possono starci. E quando si dice calcoliamo il numero intendo dire il numero che può essere accolto in termini economici sostenibili ,che si può impiegare con regole corrette, e che possano essere culturalmente integrati . Tutti noi rifiutiamo il razzismo ma il multi culturalismo è un’altra cosa. Questa Europa si fonda sui valori filosofici, culturali e giuridici del mondo classico; ha radici profondamente cristiane. La libertà, la democrazia rappresentativa, il libero mercato , la libertà di parola e di opinione, la parità di genere, la laicità dello stato. Non siamo disposti a rinunciare a questi valori; per noi la sottomissione della donna, la infibulazione, la supremazia della religione sulla legge, la poligamia non sono valori multiculturali, sono disvalori. La indeterminazione di Eisenberger è valida per la fisica quantistica in cui non si può sapere come si muove e dove sta una molecola di gas in un dato momento; si può solo sapere dove potrebbe statisticamente essere. Per i valori morali la indeterminazione dei multiculturalisti è un pericolo.

I paesi di Visegard fanno i furbi e mettono le mani avanti ma alla lunga potrebbero avere ragione loro. Una redistribuzione allevia la insostenibile condizione dell’Italia ma se non si metterà un freno la situazione sarà peggiore per tutti perché gli scafisti non si fermano davanti a nulla. Sono loro che li mettono su imbarcazioni insicure allestendo gli equipaggi anche con donne e bambini per creare maggiore disagio morale fondandosi sul nostro desiderio di evitare tragedie. La Repubblica Ceca ha parlato del metodo Australia. In cosa consiste questo metodo? Anche in quei mari c’era una organizzazione di scafisti che però è stata sbaragliata. Stabilito che in Australia si entra solo per via legale è stato sufficiente respingere qualche barcone, avvertire nei luoghi di imbarco che l’arrivo clandestino era impossibile e potenziare le ambasciate nei paesi da cui legittimamente si può presentare domanda di immigrazione ,che l’organizzazione degli scafisti si è dissolta per mancanza di clienti

Basterebbe per qualche tempo riportare tutti in Libia (migliorando la condizione di permanenza temporanea), render noto nei paesi di origine che la strada illegale è impercorribile mentre ci saranno quote annuali di accoglimento delle richieste di immigrazione. E’ una cosa possibile? E’ una cosa che si può fare ma non ci credo neanche se la vedo. Troppi sono gli interessi economici, troppi questi fiumi d’oro che dovrebbero essere inariditi.

Non è la prima volta che l’Europa cade sotto i colpi dei barbari. Per risollevarsi dopo Odoacre ci sono voluti mille anni. Dovremmo tutti pensare al futuro lontano dei nostri pronipoti; invece pensiamo all’arrivo di Cristiano Ronaldo ,ma forse è meglio così.

 

 

di Achille Lucio Gaspari

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Il Merlo di Repubblica ha fischiato ancora

 Il merlo di repubblica ha fischiato ancora

Francesco Merlo deve avere una ossessione per Salvini. Molti di noi hanno visto il film “Lui è tornato”,ci ha fatto sorridere e ci siamo divertiti perché Mussolini non può tornare ed è assolutamente improbabile che compaia un suo emulo. Forse Merlo non la pensa così e se avesse visto il film potrebbe aver avuto incubi notturni in cui “Lui” gli stazionava ai piedi del letto con la faccia di Salvini

La storia della nave Diciotti ha stimolato i suoi timori e nell’articolo di ieri su La Repubblica paragona Salvini ad uno schiavista che anela vedere tutti i negri incatenati dal momento che si era augurato che coloro che avevano commesso reati fossero ammanettati D’altra parte si sa che Salvini è un razzista ed uno schiavista. E’ notorio che i suoi antenati facevano commercio di schiavi e lui continua la tradizione di famiglia. Una considerazione però va fatta; gli schiavisti andavano a prendere la gente di colore in Africa e la portava nel proprio paese per sfruttarne il lavoro. Salvini invece è uno schiavista alla rovescia; vuole che gli abitanti dell’Africa se ne stiano a casa loro e siano aiutati dove si trovano e questo per la semplice ragione che è il modo migliore per aiutarli. Coloro che guadagnano meno di due dollari al giorno sono nel mondo 5 miliardi e il loro numero cresce. Non c’è modo di ospitarli ed aiutarli tutti qui da noi ;l’unica opzione valida è sostenerli nei loro paesi. Merlo ipotizza che la storia delle minacce è tutta una invenzione, un bel trucco per portare indisturbati in Italia queste persone con un bel marameo al Ministro dell’Interno.

Mi è appena entrata nell’orecchio una pulce che mi dice: chi favorisce il trasferimento di queste persone in Italia non aiuta per caso i trafficanti di uomini? E questi trafficanti sono dei buoni samaritani o sono i nuovi schiavisti? E queste persone una volte arrivate da noi che fine fanno? Per alcuni che trovano lavoro o che stanno in albergo a guardare la televisione ce ne sono troppi che vengono sfruttati dalla delinquenza organizzata autoctona e straniera nel lavoro nero, nella prostituzione e nel traffico di droga.

Chi parla in favore dei porti aperti e della accoglienza generalizzata potrebbe inconsapevolmente favorire questi sporchi affari.

 

di Achille Lucio Gaspari

 

 

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Conviene cambiare il nome all’Università di Chieti?

Conviene cambiare il nome all’Universita’ di Chieti?

 

Essendo stato professore nell’Università Gabriele D’Annunzio di Chieti penso di aver titolo per entrare nella discussione sull’opportunità di modificare il nome di questa università.

Conosco il rettore Caputi da tantissimi anni, lo stimo e ne sono amico; dissento però sulla sua proposta. La motivazione del cambio del nome consisterebbe nel fatto che ampliandone i riferimenti geografici sarebbe più facilmente riconoscibile dalle istituzioni straniere. La parola Adriatico è troppo generica; se ne potrebbero fregiare anche le università di Bari ,Ancona e Trieste. Il nuovo nome: Università Gabriele D’annunzio dell’Adriatico Chieti-Pescara è davvero un po’ troppo lungo ,non facilita certo il ricordo mnemonico. Il punto però è un altro; una università diviene nota nel panorama accademico internazionale per l’eccellenza degli studi che vi si praticano, per la qualità della ricerca scientifica, per la notorietà dei suoi docenti; non c’è altro modo per farsi conoscere ed apprezzare. Il nome è un elemento del tutto secondario.

Il rispetto della tradizione non lo meritano soltanto le istituzioni fondate nel medioevo. Le università abruzzesi, sia pur nate dopo la metà dello scorso secolo, hanno rappresentato uno straordinario volano per la crescita culturale ed economica della regione, risultato conseguito con una storia gloriosa.

La Università Gabriele D’Annunzio di Chieti è nata come libera università con il contributo del Comune e della Provincia. In strutture approssimative si sono impegnati docenti di grande livello, i comitati che hanno preceduto la costituzione delle facoltà erano costituiti da insigni maestri, e i Presidi delle neo costituite Facoltà sono stati personaggi indimenticabili come il preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia Francesco Antonio Manzoli . Per sette volte la legge di statizzazione fu portata in parlamento da parlamentari della Democrazia Cristiana con la forte opposizione del Partito Comunista. Alla fine questa università che aveva sedi a Chieti, Pescara e Teramo divenne una università statale e come l’Università dell’Aquila si giovò di una legge che riservava particolari risorse alle Università di nuova istituzione. E’ una storia di difficoltà e di delusioni ma anche di grande impegno e di grandi speranze, coronata alla fine da un notevole e meritato successo. Il suo nome, Università Gabriele D’Annunzio di Chieti è scolpito nel cuore di quanti ci hanno lavorato e studiato. E’ un nome noto, apprezzato e rispettato nel mondo accademico nazionale e internazionale. Mantenersi ancorati all’attuale denominazione non è per me una questione di miope campanilismo e ed infatti non sostengo che si debba nella denominazione citare solo Chieti perché è stato Municipio romano e sede ,al tempo di Augusto, della III legione. E’ solo una questione ,caro Magnifico, di amorevole rispetto di una storica tradizione che merita di essere conservata.

di Achille Lucio Gaspari

 

 

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Chi per primo rompera’ il contratto?

Chi per primo rompera’ il contratto?


Il codice civile definisce in modo preciso l’ istituto giuridico del contratto. Si tratta di un accordo tra due soggetti che perseguono interessi diversi e che trovano su alcuni aspetti degli interessi comuni su cui accordarsi. Visto che in questi giorni se ne parla, un esempio è quello del contratto tra la Juventus e Cristiano Ronaldo. La prima ha interesse a servirsi delle prestazioni sportive del giocatore e quest’ultimo a ricevere un compenso per le sue prestazioni che ha come termine quattro anni. Quasi tutti i contratti hanno infatti un termine temporale. Movimento 5 stelle e Lega non sono alleati; hanno ideologie diverse e il loro bacino elettorale differisce per tessuto sociale e localizzazione geografica. La Lega ha a lungo governato con il Centro Destra in posizione subalterna a Berlusconi. Il movimento 5 stelle ha come obiettivo di governare da solo. Il contratto ideato da di Maio ha lo scopo di consentire ai 5 stelle di governare e alla Lega di affrancarsi dalla tutela di Forza >Italia. Entrambe le forze politiche devono realizzare almeno parte delle proprie promesse e subdolamente ostacolare l’altro contraente a realizzare le proprie. Tre sono i capisaldi della Lega: una nuova legge sulla legittima difesa che non costa nulla ma produce pochi voti, la questione migranti che fa addirittura risparmiare e produce tantissimi voti e la flat tax che produrrebbe tantissimi voti ma costa molto. Per i 5 stelle le realizzazioni elettorali sono molto costose ,a cominciare dal reddito di cittadinanza che non può essere realizzato con fondi europei. Salvini ha iniziato in modo deciso con la questione dei migranti e nei sondaggi i suoi consensi sono lievitati. Di Maio è passato al contrattacco con il Decreto Dignità che va incontro ai suoi elettori e penalizza quelli della Lega, ma l’attacco più devastante è quello esploso nelle ultime ore sul problema dei migranti. Qui non si tratta di posizioni ideologiche; basterebbe entrare in un bar e sentire come la pensa la gente su questa questione. E’ proprio questo strumento di consenso che i 5 stelle vogliono distruggere. Così ieri una nave della guardia costiera va a prelevare una settantina di migranti provenienti da paesi dove non ci sono ne guerre ne persecuzioni da un rimorchiatore italiano e li porta in Italia. Nel frattempo la ministra della Difesa dichiara che i porti devono stare aperti e che le navi delle ONG svolgono un lavoro meraviglioso. E’ come se Ronaldo volesse incamerare lo stipendio mensile ma accampasse in continuazione malesseri immaginari per non scendere in campo. La cosa non potrà andare per le lunghe ma chi ha più remore a rompere sarà Di Maio che teme la concorrenza di Fico. La lega invece è compatta dietro Salvini. Sarà quest’ultimo a far saltare il banco quando le circostanze saranno a lui più favorevoli.

di Achille Lucio Gaspari

 

 

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Salvini e i soldi della Lega

Salvini e i soldi della Lega

Tutti noi, che purtroppo non siamo ragazzi, ci ricordiamo bene i deputati della Lega Nord che agitavano il cappio in parlamento mentre il pentapartito si sfaldava sotto i colpi di Mani Pulite .Non gridavano allora che la democrazia era in pericolo. Al contrario chiedevano una simbolica pena capitale per i rei e ,visto che la Magistratura facendo il suo dovere stava sgombrando il campo davanti a loro e a Forza Italia, erano ben contenti di quella inchiesta. Ora però non accettano che la Cassazione sentenzi la restituzione dei soldi sottratti allo Stato dalla lega di Bossi. Gridano all’attacco contro la democrazia e vogliono essere ricevuti dal Capo dello Stato. Ritengono questo attacco ancora più grave perché volto ad eliminare il primo partito. Qui, cari amici non ci siamo; voi siete il terzo partito politico, primo solo nei sondaggi di adesso, e attenzione perché se continuerete a fare errori di questo tipo ,il primo posto alle elezioni lo vedrete, come diceva mia nonna, con il binocolo alla rovescia.
Mi meraviglio del saggio ed accorto Salvini che le distanze da Bossi (queste cose erano note da tempo) le avrebbe dovute prendere prima del 4 marzo invece di riportarlo in Parlamento. Dovrebbe anche esortare il ministro Centinaio a non servirsi di argomenti in passato usati ed abusati da Berlusconi. E poiché ho nominato Centinaio, ciò che si deve restituire allo Stato non sono bruscolini ma centinaia di migliaia di euro, per la precisione quarantanove milioni.
Il partito del segretario Salvini si appresta a cambiare nome. Non più lega Nord per la secessione della Padania ,ma semplicemente Lega. Se questa modifica è conseguente al cambiamento degli obiettivi politici del partito che da forza regionale mira a trasformarsi in una forza nazionale, ben venga questo nuovo nome. Se invece si trattasse di un trucchetto da avvocato Azzeccagarbugli per evitare la dovuta restituzione ,allora non ci siamo.

Caro Salvini, hai chiuso i porti e hai fatto bene ,ora apri il portafoglio (della Lega) e restituisci allo Stato questi denari che appartengono a tutti noi.

di Achille Lucio Gaspari

 

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