Le Idee

Il nodo Savona e gli attacchi della stampa estera

Il nodo Savona e gli attacchi della stampa estera

Mattarella viene da giorni sottoposto ad attacchi inauditi guidati da Salvini a cui nelle ultime ore si è aggiunta la Meloni. Il Presidente della Repubblica ha già dato prova di grande condiscendenza accettando come Presidente del Consiglio un soggetto debolissimo, privo di ogni esperienza amministrativa e politica, non sostenuto da alcun consenso elettorale, impacciato nel leggere alla stampa alcuni comunicati forse addirittura scritti su dettatura, ma non impacciato nel presentare un curriculum infarcito di fantasiose frequentazioni presso istituzioni culturali estere. Se poi l’Economist pubblica una vignetta in cui Conte è rappresentato come un Arlecchino servo di due padroni (nota commedia di Goldoni) non ci possiamo lamentare più di tanto. Tutto questo il Presidente Mattarella lo ha accettato pur di favorire la nascita di un governo giallo-verde. Non bisogna però dimenticare che l’articolo 92 della Costituzione attribuisce autonomia al Presidente del Consiglio nel formulare la lista dei ministri da proporre al Presidente della Repubblica che, fornito di uguale autonomia, non è tenuto a nominarli senza sottoporli ad una valutazione. Questo dice la nostra Costituzione che poco tempo fa è stata confermata così come è scritta, senza alcuna modifica dalla maggioranza del popolo italiano. Chiedere che il Presidente Conte Arlecchino eserciti questa autonomia è forse pretendere troppo, ma intestardirsi a far ingoiare al Presidente della Repubblica ogni stravagante decisione risulta eccessivo. Sembrerebbe che il nodo Savona non riesca a passare i denti del pettine del Quirinale. Troppo nota e sbandierata la sua avversione all’euro, scortese ed irrituale la sua prematura dimissione da un attività, dichiarandola conseguenza di un prossimo impegno politico. Possibile che Salvini non abbia un altro nome da proporre e debba per forza ricorrere a questo ex professore ottantaduenne? Se questa età è eccessiva per Berlusconi, come mai non lo è per Savona che al ministero dell’Economia sarebbe sottoposto ad un enorme tour de force?

Forse esiste un retro pensiero

Salvini minaccia di far saltare il banco, se Savona non passa, Meloni si accoda e Di Maio sostiene a spada tratta Salvini nella sua scelta per il ministero dell’economia. Questa rigidità potrebbe avere per Salvini una motivazione precisa; creare il casus belli per andare ad elezioni anticipate dal momento che i sondaggi lo favoriscono. La Meloni ha compreso il retro pensiero del Matteo Lumbard e vuole condividerne lo sgangherato nazionalismo. Di Maio ha capito cosa bolle in pentola; lui le elezioni anticipate non le vuole e quindi sostiene la nomina di Savona per sottrarre il pretesto a Salvini. Berlusconi per il momento non parla; ha però parlato con Salvini qualche giorno fa per chiedere garanzie sulla giustizia e sulle telecomunicazioni. E’ sempre la stessa storia! Per l’ex cavaliere l’impegno politico equivale all’impegno per difendere e sostenere i suoi interessi economici. Sia pure con grande ritardo l’elettorato lo ha capito e non si farà sviare dalla sua riacquistata candidabilità.

Gli articoli di stampa

La stampa estera attacca il nascente governo giallo-verde; la più virulenta è quella tedesca. Der Spiegel non nuovo a manifestazioni di anti italianismo si è scatenato in un attacco virulento all’Italia, definendoci scrocconi, peggiori dei mendicanti ed altre gentilezze di tal fatta, coinvolgendo anche Mario Draghi. E’ evidente che i tedeschi si sentono toccati nei loro interessi. La informazione italiana radio televisiva e della carta stampata ha mantenuto un lodevole auto controllo. Sarebbe stato facile dire che i veri barbari erano loro e solo il contatto con la civiltà romana li ha riscattati ma non tanto da evitare che nella prima guerra mondiale violassero la neutralità del Belgio ed usassero i gas asfissianti; che Hitler non è venuto da Marte e che sono stati i tedeschi a dare la maggioranza al suo partito con tutto quello che ne è poi conseguito. Ci sì è giustamente limitati a chiedere rispetto per la nostra indipendenza, come le altre nazioni pretendono per se. Questi attacchi sconsiderati in definitiva aiutano molto le posizioni dei sovranisti

Le dichiarazioni dei politici stranieri

Ci sono state due prese di posizione in favore di un probabile governo giallo-verde. Ha iniziato Bannon, che è stato l’artefice principale della campagna elettorale di Trump. Evidentemente l’amministrazione statunitense non si preoccupa delle simpatie russofile di Salvini, ma ritiene più importante il fatto che le posizioni sovraniste dell’Italia indeboliscano l’Unione Europea, addirittura fino alla sua implosione. E’ interesse degli Stati Uniti avere alleati deboli e servizievoli, con cui trattare singolarmente, che non confrontarsi con un Europa unita e solidale. L’appoggio di Macron è giunto invece abbastanza inaspettato e sicuramente per motivazioni diverse da quelle di Bannon. Macron è europeista ma vorrebbe ridisegnare una Unione secondo gli interessi della Francia. Tratta le questioni può importanti faccia a faccia con la Germania, ma avere anche un sostegno dall’Italia in determinate circostanze potrebbe essere utile alla sua strategia.

Tutto quello che accadrà dipende ormai da una sola cosa: quanto è grande il nodo Savona e quanto sono fittii denti del pettine quirinalizio.

di Achille Lucio Gaspari

 

 

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Abbiamo un Presidente del Consiglio.

Abbiamo un Presidente del Consiglio.

Volendo rubare una espressione del nostro concittadino Ennio Flaiano si potrebbe dire che la situazione è grave ma non è seria. Cosa c’è di serio infatti nell’avere come Primo Ministro un professore che non è mai stato eletto, non ha mai amministrato neanche un condominio, non sa scrivere con precisione il suo curriculum e si impunta nel leggere un discorsetto forse neanche vergato da lui? Fedro ha scritto la favola del re travicello, capace solo di galleggiare. Per vedere un primo ministro travicello abbiamo dovuto aspettare il contratto tra Salvini e Di Maio. Quanto tempo galleggerà Conte è difficile dirlo. Il pericolo è che ad affondare sia l’economia italiana. Neanche la Cina che è la seconda potenza economica mondiale, che è una potenza nucleare ed è membro permanente del consiglio di Sicurezza dell’ONU può permettersi di fare da sola. Figuriamoci l’Italia che deve comprare all’estero il petrolio, le materie prime, il grano e la carne! Non corriamo però troppo in avanti. Aspettiamo di vedere la composizione del Governo. Ci sarà Savona come ministro dell’economia? Io confido in Mattarella e penso di no. Aspettiamo sino alla fine dell’anno per vedere come andranno le cose. Ci sono molti appuntamenti fondamentali per questo nuovo governo. Sarà interessante vedere come le Agenzie di Rating classificheranno l’Italia. Da lì deriverà l’entità del spread e le conseguenze sui nostri titoli di stato.

Una domanda ce la possiamo però porre. C’è un vincitore in questo accordo? Sicuramente si; è Di Maio. Ha ottenuto di fare il governo dividendo in Centro Destra che esiste ancora solo a parole. Quale sarà la futura evoluzione del quadro politico?. Movimento 5 Stelle e Lega saranno rivali o finiranno per creare una alleanza stabile come ci fu tra Democrazia Cristiana e Partito Socialista? con Salvini naturalmente socio di minoranza. E Renzi si farà un suo partito? Molti autorevoli commentatori politici dicono che ci stia già lavorando. Se è così penso che arrivi troppo tardi. Ormai indossa la maglia nera del perdente, difficile che riesca a togliersela di dosso. Quanto a Berlusconi, anche se di nuovo candidabile è ormai sulla via del tramonto, anzi di un crepuscolo che sta lasciando il passo alla notte.

di Achille Lucio Gaspari

 

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Il governo che verra’

Il governo che verra’

Come previsto il passo obliquo di Berlusconi (una combinazione tra il passo indietro e il passo di lato) consentirà a Salvini di stipulare un patto di governo con Di Maio senza una rottura formale dell’alleanza di Centro Destra. Cosa può aver convinto l’ex Cavaliere a cedere a questa prospettiva dopo 60 giorni di insulti reciproci con i 5 Stelle? La paura di elezioni ravvicinate che avrebbero probabilmente dimezzato la sua pattuglia di deputati e senatori ha giocato un ruolo rilevante; se fosse questo l’unico motivo la conseguenza è che Salvini si siede a trattare con Di Maio solo con il suo 17% ma senza l’impaccio di rappresentare anche gli interessi di Berlusconi. Difficile però credere che la convenienza del Presidente di Forza Italia sia tutta racchiusa nell’evitare le elezioni anticipate e nell’ottenere frasi concilianti da parte di Di Maio. Il programma del Governo e la sua stessa composizione ci diranno cosa altro ha ottenuto Berlusconi. Se ci saranno ministri riferibili all’area di Forza Italia, se una nuova legge sul conflitto di interessi non sarà presentata e se ci saranno garanzie per le emittenze televisive sarà molto chiaro il modo in cui Salvini ha trattato con il Movimento.

 

Chi ci guadagna e chi ci perde

Poiché non siamo mossi da posizioni ideologiche speriamo che questo governo faccia bene e che a guadagnarci siano gli Italiani. Se l’azione di governo non fosse coronata da successo, cosa non improbabile, a guadagnarci sarebbero le opposizioni. La venticinquennale storia della Seconda Repubblica ha dimostrato che chi governa perde le elezioni successive con assoluta regolarità e il Movimento 5 Stelle con una opposizione durata 10 anni è passato dallo zero al trentadue per cento. Chi si trova quindi nella posizione migliore è proprio il PD che può fare opposizione ad entrambi i partiti populisti. Questa posizione è stata correttamente adottata dal gruppo Renzi e i suoi oppositori interni, che si lamentano di non aver potuto essi stessi realizzare un governo con i Grillini dimostrano che tengono di più a conservare un simulacro di potere che a lavorare per il bene del partito. Poiché le elezioni si allontanano ci sarà più tempo per andare al Congresso e alle primarie. il nuovo assetto dirigenziale del Partito Democratico potrà essere pertanto definito con più calma. Forza Italia è un partito azienda costruito per tutelare gli interessi di Berlusconi; difficilmente sopravvivrà al suo fondatore ma nel breve periodo Berlusconi potrà lucrare sul suo passo obliquo che gli consentirà di passare ad una opposizione decisa se le circostanze e le convenienze lo consiglieranno. Chi potrebbe invece trovarsi in difficoltà è Di Maio e non tanto se non riuscirà a mantenere le promesse elettorali come il reddito di cittadinanza; potrà sempre dare la colpa a Salvini così come Berlusconi faceva con Casini e Fini per giustificare i suoi fallimenti. Il pericolo deriva dal suo cambiamento nei confronti di Berlusconi se davvero pur di far nascere il Governo è venuto, per interposta persona, a patti con l’ex cavaliere. Solo in Italia un personaggio come Berlusconi con i suoi precedenti morali e illegali ha potuto continuare ad esistere nel panorama politico. Il giudizio di Di Maio era quindi corretto; potranno i suoi elettori accettare un compromesso con l’impresentabile? La strategia machiavellica che il fine giustifica i mezzi potrà essere accettata dalla mentalità integralista del suo elettorato? E’ qui che si annida il pericolo per i 5 Stelle.

E’ un governo di legislatura?

Difficile che questo governo possa durare 5 anni. Se Forza Italia e Fratelli d’Italia passassero alla opposizione dura i sei voti di maggioranza al Senato metterebbero a grande rischio la sopravvivenza del governo. Il punto però è un altro, gli obiettivi del Movimento e della Lega. I cinque stelle vogliono assorbire il PD lasciando alla propria sinistra delle sparute forze. Lo stesso obiettivo ha la Lega nei confronti di Forza Italia. Le cose sarebbero state facilitate per i cinque stelle da un governo di annessione con il PD. Con il Partito Democratico all’opposizione raggiungere l’obiettivo è molto più difficile; è un partito di antica tradizione che con le numerose trasformazioni nasce nel 1921 come Partito Comunista Italiano. E’ pur vero che un partito di grande rilevanza come la Democrazia Cristiana è scomparso e i suoi elettori sono stati assorbiti da Forza Italia, ma la storia non sempre si ripete. Per la Lega l’operazione sembra più facile; è cosa più semplice assorbire un partito personale se il suo fondatore scompare. Catturare invece i suoi elettori è cosa diversa.

Se questo governo 5 Stelle-Lega dovesse, come crediamo, nascere ci troveremmo di fronte ad un nuovo tipo di contrapposizione, europeisti contro populisti e Berlusconi, o almeno i suoi elettori sarebbero risucchiati nell’orbita degli europeisti. Ma la cosa che interessa di più è l’evoluzione del rapporto tra Movimento e Lega. Non si tratta di due espressioni di uno stesso partito come sono la Democrazia Cristiana tedesca e i partito Cristiano Bavarese. Se oggi qualcuno può pensare che l’alleanza è equilibrata perché rappresenta sia il Nord che il Sud dell’Italia non bisogna dimenticare che entrambi tendono ad espandere i propri territori di dominio e per questo dovranno differenziare le loro strategie e i loro comportamenti. Si passerà quindi dalla collaborazione alla competizione. Quando accadrà questa rottura? Non prima delle prossime elezioni europee ma certamente avverrà prima della scadenza naturale della legislatura. A quel tempo saranno solo loro le forze principali in campo avendo ciascuna assorbito i partiti su cui già da ora hanno presentato OPA ostile? Io non lo credo ma previsioni a così lunga scadenza sono solo un esercizio di fantapolitica.

di Achille Lucio Gaspari

 

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La delusione dell’arbitro

La delusione dell’arbitro

Il Presidente della Repubblica si è paragonato ad un arbitro che per ben arbitrare ha bisogno che i giocatori siano corretti e collaborino. Dopo cinque giri di consultazioni, tre gestite direttamente e due fatte gestire dai presidenti di Camera e Senato non si può dire che abbia ottenuto la collaborazione richiesta. Ogni partito ha rifiutato di presentare un accordo che consentisse la nascita di un Governo politico. A Mattarella non è restato altro che annunciare il varo di un governo neutrale con il compito di trattare le questioni che sono di interesse per l’Italia nei meeting della Unione Europea, modificare la legge elettorale e preparare la legge finanziaria per poi tornare al voto tra dicembre e la primavera del 2019. Il Movimento 5 Stelle e la Lega che pensano di guadagnare voti con un rapido ritorno alle urne, hanno sparato ad alzo zero contro il Governo del Presidente e mentre Mattarella riceveva LEU, Di Maio e Salvini si incontravano per accordarsi su elezioni a giugno. Il fatto che votare con la stessa legge elettorale avrebbe potuto non consentire a nessun partito di ottenere la maggioranza assoluta non importava nulla; il pericolo di una crisi finanziaria e di un aumento dell’IVA non suggeriva un atteggiamento più prudente. Due OPA ostili erano lanciate, dai 5 Stelle contro il PD e dalla Lega contro Forza Italia. Per i due populisti l’obiettivo era riportare una condizione tri polare ad una condizione con due sole forze protagoniste: Movimento 5 Stelle e Lega. Poggio pieno all’iniziativa del Presidente veniva concesso solo dal PD e da LEU e a mezza bocca da Berlusconi che sono le forze politiche che più hanno da perdere nel caso di elezioni ravvicinate

 

I retro scena vissuti nei partiti

L’accordo tra PD e Movimento 5 Stelle che sembrava avviarsi bene; è fallito per due errori concomitanti commessi da Di Maio e dagli oppositori di Renzi. Luigino ha posto un veto su Renzi subito raccolto dalla minoranza PD che se ne voleva servire per eliminare quanto restava del potere fiorentino. Renzi, che dalla posizione di opposizione poteva evolvere a quella di collaborazione a certe condizioni, visto il piattino che gli stavano preparando alle spalle ha fatto saltare tutto. Di Maio si è spinto con Salvini sulla direttrice già proposta durante la consultazione con la Casellati. Accordo con la Lega su alcuni punti, appoggio esterno o astensione di Berlusconi, qualche garanzia e qualche ministro di area forzista. Ci ha aggiunto la eliminazione di una legge sul conflitto di interessi e la rinuncia a fare il Presidente del Consiglio. Naturalmente non avrebbe potuto accettare per quel ruolo un leghista e nei rapporti di forza Salvini doveva valere solo il 17% Oltre non poteva andare e Salvini aveva accettato tutto tranne che una rottura traumatica con Berlusconi. L’ex cavaliere non si è lasciato convincere; Letta lo ha messo sull’avviso che avrebbe rischiato l’irrilevanza. Ha insistito su un incarico a Salvini che il presidente non ha concesso in quanto non è stata presentata alcuna garanzia di poter trovare i voti mancanti. Qualcuno pensa che le posizioni anti NATO e filo russe espresse recentemente da Salvini abbiano avuto un proprio peso. E’ un fatto invece che Giorgetti non sia stato ricevuto dall’Ambasciatore USA.

 

Cosa accadrà ora?

La crescita economica rallenta e lo spread aumenta. Per ora sono solo piccoli segnali ma una tempesta finanziaria potrebbe scoppiare da un momento all’altro. Il Governo neutrale sarà varato presto e forse con un premier donna, la prima volta nella storia dell’Italia unita. Otterrà la fiducia? Sulla carta sembra proprio di no, ma mai dire mai. Sono molti i deputati e i senatori che non vogliono elezioni immediate. Se riuscissero a mantenere l’anonimato potrebbero votare la fiducia. Più probabile è la nascita di un governo politico con un accordo in extremis tra Di Maio e Salvini. Il PD ha scommesso su questa soluzione che ha il doppio vantaggio di allontanare le elezioni e di porli alla opposizione di entrambi i partiti populisti e quindi non si muoverà. Tutto perciò dipende dalle decisioni di Berlusconi. Se i sondaggi confermassero una caduta al di sotto del 10% allora la irrilevanza arriverebbe subito. Molti deputati e senatori sanno che non verranno rieletti, anche perché molti seggi uninominali che erano di Forza Italia saranno attribuiti alla Lega. Per questo premono su Berlusconi, e queste pressioni vengono anche dagli aziendalisti e dalla famiglia per difendere le Aziende di proprietà. Questo è un punto debole che potrebbe far mutare le opinioni del signore di Arcore. Staremo a vedere.

di Achille Lucio Gaspari

 

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Terzo giro di consultazioni

Terzo giro di consultazioni

La posizione del PD
Cosa diranno al Presidente della Repubblica le delegazioni dei partiti quando lunedì saliranno al Colle? Il PD dirà che non c'è alcuna disponibilità a sostenere un esecutivo politico ne con i 5 Stelle ne con il Centro Destra. C'è invece la possibilità di votare la fiducia ad un esecutivo proposto dal Presidente ,a condizione che vi partecipino tutti i partiti. Circola la voce che quella parte di PD che fa riferimento a Renzi sia disponibile a sostenere un esecutivo Casellati,ciò è un Renzusconi mascherato. Io non credo possibile che Mattarella dia un incarico siffatto ne che Salvini si presti alla operazione
 
La opinione di Di Maio
Di Maio ha spiegato bene alla trasmissione di Lucia Annunziata che è disponibile a ritirare la sua candidatura a Presidente del Consiglio in cambio di un Governo politico con il Centro Destra per realizzare i principali punti del proprio programma elettorale con un Presidente autorevole scelto in accordo con Salvini. E' esclusa una partecipazione diretta di Berlusconi. E' il tipo di accordo stilato durante la esplorazione della Casellati e saltato in extremis per la opposizione dell'ex cavaliere. Non si vede la ragione per cui questa soluzione allora respinta possa essere oggi accettata. Lo stesso Di Maio se ne rende conto e propone di andare a votare anche a luglio con questa legge elettorale essendo contrario ad un Governo di tregua proposto dal Presidente della Repubblica
 
La posizione del Centro Destra
Salvini ha recentemente sentito il Capo Politico del Movimento proponendogli un governo a termine con tutto il Centro Destra per realizzare le cose più urgenti e quindi andare al voto. Sapeva che avrebbe ricevuto un no e ha fatto la sua proposta con lo scopo di lasciare il grillino con il cerino acceso in mano. Cosa dirà la delegazione unitaria del Centro Destra al Presidente? che sono disponiblili a ricevere un pre incarico per Salvini o altro esponente della Lega e che troveranno in parlamento i voti mancanti. Potrebbe essere un escamotage per gestire da Palazzo Chigi le prossime elezioni non avendo ottenuto la fiducia delle Camere. Assai difficilmente Mattarella potrebbe affidare un pre incarico al buio;certamente richiederebbe qualche prova certa che questi voti mancanti siano veramente disponibili.Anche il Centro Destra,come già dichiarato oggi da Di Maio si tirerebbe fuori da un governo del Presidente
 
La strategia di Mattarella
constatato il fatto che non ostante il tempo trascorso  nessun esecutivo politico è realizzabile, il Presidente della Repubblica cercherà di scongiurare una tornata elettorale a giugno e probabilmente anche a ottobre ,ponendo il termine delle prossime inevitabili elezioni nella prossima primavera. Come ottenere il risultato con Lega e cinque Stelle all'opposizione?Non resta che un governo di minoranza che si giovi almeno della astensione degli oppositori. Un nuovo Governo presieduto da una personalità neutrale ,o come ha suggerito oggi Lucia Annunziata, il governo che già esiste, quello presieduto da Gentiloni.

di Lucio Achille Gaspari

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Renzi da Fazio

Renzi da Fazio

Intervistato da Fazio durante la trasmissione “il tempo che fa” Renzi ha ribadito la posizione di chiusura del PD ad un governo con i 5 Stelle e ha rilanciato la proposta di una legislatura costituente. Questa proposta non è stata presa in considerazione ed è stata valutata come una stravagante battuta. In una legislatura che è destinata ad una breve durata, dove sarà difficile trovare una maggioranza per cambiare la legge elettorale , la possibilità di procedere ad una riforma della Costituzione è uguale a zero. Quanto alla affermazione così tanto criticata da Martina, da Cuperlo e da altri, Renzi non ha fatto altro che ribadire quanto aveva già deciso la Direzione e non penso che nella riunione del 3 maggio muterà opinione. Qualcuno dice che alla fine si voterà e si andrà alla conta interna. Io invece credo che questo non accadrà e la decisione finale sarà quella di chiudere la porta in faccia ai Grillini o di porre condizioni tali che non potranno essere accettate. Alcuni commentatori ritengono che la prossima scissione nel PD sia Renzi a prepararla con una operazione alla Macron per costituirsi un partito personale. Può anche darsi che l’ex sindaco di Firenze abbia questo in mente;l’esito però sarà diverso da quello ottenuto da Macron. Per ottenere il medesimo risultato ci vorrebbe il Renzi rottamatore ,quello capace di ottenere il 41% alle europee del 2014. Oggi la sua immagine è in parte consumata e si potrebbe dire passata di moda.

L’esito delle elezioni in Friuli Venezia Giulia

In Friuli Venezia Giulia la Lega ha stravinto, Forza Italia è lievemente cresciuta, il PD ha mantenuto le posizioni e i 5 Stelle sono crollati. Attenzione però a trarre conclusioni affrettate. I Grillini vanno tradizionalmente meglio nelle politiche che nelle elezioni locali, e questo insuccesso è dovuto anche alla diminuzione della percentuale dei votanti rispetto alle elezioni del quattro marzo. La Lega Nord non aveva mai avuto in questa regione il 35% ma in voti assoluti quelli ottenuti da Bossi erano stati 196.000 e quelli di questa tornata elettorale solo 146.000 Non bisogna dunque prendere per oro colato le percentuali ottenute dai partiti in Molise e in Friuli ma un trend è evidente: il PD ha arrestato l’emorragia, la Lega cresce rispetto a Forza Italia e i 5 Stelle avranno difficoltà a mantenere i loro consensi. E’ per questa ragione che Di Maio chiede elezioni a giugno;ha capito che una prolungata situazione di stallo potrebbe nuocere alla forza elettorale del Movimento

Le mosse di Salvini e Berlusconi

Salvini ha reiterato l’invito a Di Maio per un governo che comprenda i 5 Stelle e tutto il Centro Destra. Era il programma di accordo portato avanti dalla Casellati e prevedeva un appoggio esterno di Berlusconi. Questa soluzione non era gradita dall’ex cavaliere e si è dissolta sotto il bombardamento mediatico cui il Movimento 5 Stelle è stato sottoposto da Berlusconi. Quanto era indigesto pochi giorni fa all’ex cavaliere non penso sia diventato commestibile ora. Quindi quando Salvini parla di accordo con il Centro Destra intende un coinvolgimento pieno di Forza Italia. E’ un modo per farsi dire di no dal leader dei penta stellati. Un no alle elezioni subito il segretario della Lega lo ha espresso perché mentre i 5 Stelle perdono consensi in questa situazione di stallo ,la lega li guadagna. Berlusconi e la Meloni insistono invece che l’incarico sia dato a Salvini il quale vada in parlamento a cercarsi i voti mancanti. E’ vero che molti deputati e senatori non sono contenti di una vita molto breve di questa legislatura,è vero che Presidente di Forza Italia ha notevoli capacità di “convincere” una pattuglia di responsabili, ma solo se la conta dei consensi risultasse sicura questo fatto potrebbe convincere Mattarella a dare l’incarico e Salvini a tentare. Ma una condizione del genere la ritengo molto improbabile

Le decisioni del Presidente della Repubblica

Mattarella guarda solo all’interesse del paese,un voto a giugno con questa legge elettorale è da escludere;lo è anche un voto a ottobre che costringerebbe a ricorrere all’esercizio provvisorio. Un voto associato a quello per le elezioni europee nella prossima primavera consentirebbe ad un governo di partecipare nella pienezza delle funzioni alle riunioni che la UE terrà in giugno su temi molto importanti. Ci sarebbe tempo per modificare la legge elettorale e preparare la manovra economica. Pd e Forza Italia non sarebbero alieni dal sostenere, per senso di responsabilità, un simile governo, ma Lega e 5 Stelle si opporrebbero. Come se ne potrebbe uscire? Con un governo di minoranza come è stato fatto in Grecia ,in Spagna e più volte anche in Italia nella Prima Repubblica. Per queste attività un governo già c’è; è quello di Gentiloni che come uomo politico gode di un alto gradimento tra la popolazione. Inoltre l’istat certifica che nonostante questo governo sia in carica solo per gli affare correnti, l’economia continua a migliorare e la disoccupazione a ridursi. Sono variazioni di modesto valore ma importanti perché indicano un consolidamento della inversione di tendenza dopo la gravità della crisi economica sopportata. Un altro anno con questo governo non sarebbe un salto nel buio.

di Achille Lucio Gaspari

 

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L’eccessivo ottimismo di Fico

L'eccessivo ottimismo di Fico 

Il Presidente della Camera ha concluso la sua esplorazione definendo positivo l’incontro con le delegazioni dei 5 Stelle e del PD .Dal suo comunicato traspare un deciso ottimismo sullo sviluppo delle trattative tra i due partiti. Questo ottimismo però non è giustificato. Di Maio non ha concesso l’onore delle armi alle trascorse azioni dei governi Renzi e Gentiloni che era una delle principali richieste provenienti del PD. Fico ha voluto differenziarsi dalla Casellati mostrandosi abile dove la Presidente del Senato si è mostrata incapace, e ha voluto esercitare una forzatura per sostenere il dialoganti del PD, per spingere Renzi a mutare parere e Mattarella a concedere più tempo.

Renzi arbitro della situazione

La Direzione del 3 maggio determinerà l’esito di questo tentativo di accordo. Renzi gode tutt’ora della maggioranza in Direzione e controlla nei gruppi parlamentari un numero tale di deputati e senatori da rendere impossibile qualsiasi maggioranza senza il suo accordo. Cosa ha in mente?. Tre sono le possibili decisioni. Nessun accordo con i 5 stelle;per un accordo politico richiedere ai 5 stelle condizioni tali da non poter essere accettate , se accettate, scatenare la rivolta degli elettori. La terza possibilità è un sostegno esterno ad un governo penta stellato per metterli alla prova tenendo sulla loro testa una spada di Damocle .La prima ipotesi è probabile,la seconda possibile ,la terza improbabile.

Quanti forni ha ancora Di Maio?

Su richiesta del PD Di Maio ha dichiarato chiuso il forno leghista,ma è proprio così?Salvini continua a dire che non vuole cercarsi i voti in Parlamento andando in giro con il lanternino;Di Maio offre a Salvini lo strumento del conflitto di interesse per tutelarlo dagli attacchi dei mezzi di informazione controllati da Berlusconi in caso di separazione non consensuale tra i due alleati con,in aggiunta, il controllo della RAI per difendersi meglio

Le strategie di Salvini

Al Matteo leghista interessano sopra tutto i voti dell’elettorato berlusconiano e quindi non teme elezioni anche ravvicinate. Per rompere con Silvio ha bisogno di una grande frana di parlamentari ed amministratori forzisti in modo da trattare con Di Maio non dal basso del 17% ma quasi alla pari. Potranno le elezioni in Friuli anche se molto favorevoli alla Lega scatenare questo cataclisma?. Staremo a vedere ma io penso di no.

Le risorse di Mattarella

Se il panorama definitivo fosse: nessun governo Centro-Destra –5 Stelle o 5 Stelle –Lega o 5 Stelle –PD cosa potrebbe decidere il Presidente della Repubblica? Si riteneva che a questo punto potesse nascere il così detto Governo del Presidente con compiti e durata limitati. Il PD, Forza Italia ,LEU e Fratelli d’Italia ci starebbero ma senza Lega e 5 Stelle la cosa non si può fare. Ma un governo anche se dimissionario c’è . Mattarella potrebbe rimandarlo alle Camere dove sopravvivrebbe per un tempo limitato come governo di minoranza con il compito di fare la Legge Finanziaria e la nuova legge elettorale.

(di Achille Lucio Gaspari)

 

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Previsioni indovinate, previsioni sbagliate

Previsioni indovinate, previsioni sbagliate.

 

Tutti fanno previsioni, pochi indovinano e quasi nessuno ammette di aver sbagliato. Io vorrei cominciare proprio dalla mia previsione sbagliata.

Il Centro Destra vince in Molise

Il test elettorale è minuscolo e dargli un significato di tendenza almeno per il sud è azzardato. Sono però gli stessi Berlusconi, Salvini e Di Maio ad attribuirgli una certa importanza. Per il Capo del Movimento sarebbe stata la prima regione conquistata, un segnale per le altre regioni del sud e per il governo. Per il Centro Destra una propria affermazione avrebbe significato che la progressione dei 5 Stelle non è ineluttabile. Io avevo previsto la vittoria del candidato grillino sulla base del risultato conseguito il 4 marzo dal momento che in Molise vince chi prende più voti in una elezione a turno unico e il Movimento 5 Stelle aveva conseguito il 44%. Invece il candidato grillino ha ottenuto il 32% perdendo i 5 Stelle il 12% in un mese e mezzo, datò interessante ma che non giustifica previsioni di arretramento. Salvini ha confermato il suo 8% e Berlusconi nonostante si sia recato più volte in Molise, abbia suonato il bufu, e abbia dichiarato che avrebbe comprato una casa a Bagnoli (forse proprio per questo) è arretrato rispetto al 4 marzo; è evidente che la sua capacità di acchiappa voto è ormai terminata. La vittoria del Centro Destra si deve ai successi delle liste di Iorio ex presidente della regione e di Patricelli che è un centrista. ex UDC ed eurodeputato.

Incarico esplorativo a Fico

Che Mattarella avrebbe incaricato Fico era la facile previsione; si tratta di un incarico esplorativo limitato ai PD e a LEU. Tutto è nelle mani e nella mente di Renzi. E’ evidente che il PD si siederà a discutere con il Presidente della Camera ma per ottenere cosa? Penso che la prima richiesta sarà: se volete parlare con noi dovete dichiarare che l’altro forno è definitivamente chiuso. E poi? Una ipotesi è che la tireranno in lungo, faranno saltare l’accordo e dimostreranno quello che volevano dimostrare, ciò è che i quasi vincitori sono entrambi incapaci ed irresponsabili. Se questo sarà lo scenario non ci resta che aspettare il governo del presidente. Si scatenerà almeno tra Lega e 5 Stelle la gara a chi si dissocia maggiormente, magari attraverso una astensione o una uscita dall’aula per marcare maggiormente il distacco. Un ritorno di fiamma tra i sovranisti con scissione del Centro Destra dopo l’esito delle votazioni in Friuli lo ritengo possibile ma molto improbabile.

di Achille Lucio Gaspari

 

 

 

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Il flop della Casellati.

 

Il flop della Casellati.

Sembrava che l’accordo tra Centro Destra e Movimento 5 Stelle fosse stato raggiunto sulla base di un rapporto duale tra Di Maio e Salvini. Fratelli d’Italia e Forza Italia avrebbero fornito un appoggio esterno avendone in cambio qualche ministro di area ma Berlusconi ha fatto saltare tutto non accettando di essere tenuto fuori dalle trattative. Questa soluzione sembrava la più praticabile dal momento che Di Maio non poteva far digerire al suo elettorato un rapporto diretto con Berlusconi, dipinto come un pregiudicato dalla vita immorale. L’ex Cavaliere sembrava aver accettato di dover fare un passo di lato tanto che Matteo aveva rassicurato Luigino; poi all’improvviso il dietro front. Come mai? Forse Berlusconi non si fidava delle promesse ricevute a riguardo della tutela delle sue aziende, o forse voleva far saltare l’accordo perché punta ad un governo del presidente. Un governo tra Centro Destra e Grillini potrebbe durare anche molto a lungo mentre un governo del presidente non andrà oltre le elezioni europee del prossimo anno. Ma non teme le elezioni Berlusconi? Evidentemente ritiene che recuperando l’agibilità politica e potendosi candidare potrebbe arrestare il trend negativo e addirittura recuperare. Ritengo che i suoi consiglieri ed in particolar modo Gianni Letta lo abbiano messo sull’avviso che un accordo in cui avrebbe avuto un ruolo marginale avrebbe accelerato l’OPA ostile della Lega su Forza Italia. A questo punto Salvini ha cercato di ottenere il pre incarico con il favorevole appoggio di Berlusconi che promette di trovare in Parlamento i voti mancanti per ottenere la fiducia. In realtà il Centro Destra è più diviso che mai e forse è questo per ora il miglior successo conquistato da Di Maio, ma una rottura non è imminente e Salvini non ha alcun interesse a fare la prima mossa

Colpi bassi tra Berlusconi e Di Maio

Lo scontro tra i due duellanti ha raggiunto una intensità molto elevata. Berlusconi ha perso il suo autocontrollo arrivando ad offrire ai Grillini il ruolo di lava cessi presso Mediaset e ne ha gravemente criticato l’elettorato. Di Maio prendendo spunto dalla sentenza di Palermo, che è una sentenza di primo grado, ha definito Berlusconi come contiguo alla mafia. Non ci sono interessi reciproci da tutelare, ne toni diplomatici da mettere in campo per recuperare un minimo di rapporti al punto in cui siamo arrivati.

Le prossime mosse di Mattarella

Dopo le riflessioni del fine settimana come si muoverà Mattarella? E’ molto probabile che il prossimo esploratore sarà Fico. Se il Presidente della Camera avesse successo potrebbe addirittura sfilare a Di Maio il ruolo di Presidente del Consiglio. Tutto dipende da cosa ha in mente Renzi. Dal momento che detiene il controllo sulla maggioranza dei gruppi parlamentari un governo senza il suo assenso è impossibile. Potrebbe chiedere notevoli cambiamento al programma penta stellato, avere ministri di area, pretendere un premier gradito ai 5 Stelle ma non proveniente dalla loro area. Avrebbe inoltre la possibilità di far cadere il governo e andare alle elezioni quando se ne presentasse una favorevole opportunità; questo schema ha però un lato negativo. Tenere all’opposizione una coalizione di Centro Destra che ha ottenuto il 37% dei suffragi ed è ben radicata nella parte più produttiva del paese potrebbe essere pericoloso. Certamente il PD andrà a sedersi al tavolo con Fico, ma potrebbe anche giocare il ruolo che fu di Grillo con Bersani.

La estrema ratio

Se anche il secondo esploratore fallirà difficile che Mattarella conferisca un pre incarico a Salvini o a Di Maio. Domenica in Molise il candidato 5 Stelle vincerà a mani basse ma quale sarà il rapporto di forze tra Berlusconi e Salvini? Il 4 marzo era finita 14 a 8, vedremo, e vedremo con più interesse cosa accadrà in Friuli. Se il crollo di Forza Italia fosse eclatante tra le truppe Berlusconiane potrebbe scatenarsi il si salvi chi può e con un consistente passaggio di deputati e senatori al gruppo della Lega, un governo con i 5 Stelle potrebbe tornare di attualità. Altrimenti la cosa più probabile è il tentativo di costruire un governo del presidente con un primo ministro proveniente forse dai presidenti Emeriti della Corte Costituzionale , con il compito di modificare la legge elettorale, definire il documento Di Economia e Finanza, dare una partecipazione di rilievo alle riunioni che l’Unione Europea ha in calendario per giugno, ed infine gestire le operazioni di voto della prossima primavera. C’è però un grande interrogativo sui voti di chi potrebbe reggersi questo governo?

di Achille Lucio Gaspari

 

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Il buono e il cattivo del secondo turno di consultazioni

 Il buono e il cattivo del secondo turno di consultazioni 

Il secondo turno di consultazioni del Capo dello Stato si è concluso venerdì con pochi risultati apprezzabili. Lo stesso Presidente nella sua dichiarazione conclusiva ha certificato l’assenza di un accordo tra le forze politiche che possa portare alla costituzione di un governo nella pienezza delle sue prerogative.

La situazione internazionale.

In Siria il dispiegamento di forze militari contrapposte determina tensioni preoccupanti; una potente squadra navale russa staziona nei pressi delle coste siriane e ad essa si è aggiunto un gruppo navale cinese che comprende anche una portaerei. Le forze navali della Nato saranno costrette a rispondere con una concentrazione di forze pari o anche superiore. Trump ora sembra diventato molto più prudente nel minacciare punizioni armate contro Assad , ma quando si scherza con il fuoco qualcuno si può bruciare. Oggi nella sede romana del CADS, ad ascoltare una conferenza del Capo di Stato Maggiore della difesa gen. Graziano erano convenute le più alte cariche militari che non nascondevano la loro preoccupazione per l’assenza di un Governo con pieni poteri nel caso la situazione politico militare si fosse aggravata. Ma una maggiore preoccupazione agitava molti organi di stampa, la collocazione politica dell’Italia in caso di un governo 5 Stelle-Lega dal momento che entrambi i partiti avevano mostrato simpatie per la Russia di Putin, e una collocazione strategica dell’Italia accanto al nuovo Zar delle Russie, al Sultano della Turchia islamica e agli Aiatollà dell’Iran avrebbe posizionato l’Italia in una situazione critica quanto quella determinatasi per l’adesione dell’Italia fascista al Tripartito. Fortunatamente tutti i leaders, usciti dallo studio del Presidente hanno sottolineato la loro intenzione di mantenere la Nazione nel campo occidentale, leale alla Unione Europea, alla Nato e agli Stati Uniti. Questa è la sola buona notizia che ci ha portato il secondo turno di consultazioni, e ritengo che gran parte del merito vada ascritto al convincimento morale esercitato da Mattarella sulle delegazioni dei partiti ricevuti.

Il PD alle prese con i suoi problemi interni

Non c’è per ora una posizione unitaria delle varie correnti sulle scelte da fare il 21 aprile; mantenere il reggente ed anticipare il congresso o eleggere un segretario e mantenere la data statutaria del congresso. Neanche è certo se l’Assemblea si terrà il 21 aprile ,data potrebbe essere posticipata. La posizione del partito per ora non muta e si mantiene all’opposizione, disponibile a dialogare con chi riceverà l’incarico. Un recente sondaggio premia questa posizione; non solo la emorragia di voti si sarebbe fermata, ma ci sarebbe una risalita verso il 20%.

Salta l’accordo tra 5 Stelle e Lega.

Nel pomeriggio di mercoledì sembrava decollare un accordo tra 5 Stelle e Lega sulla base di un passo di lato di Berlusconi che avrebbe dovuto fornire al nascente governo un appoggio esterno o almeno una astensione. I consiglieri di Berlusconi e in particolar modo Gianni Letta lo spingevano a rifiutare questa soluzione; evidentemente non c’erano le garanzie richieste o i Forzisti non si fidavano delle promesse ricevute. Al mattino di giovedì Salvini si reca a Palazzo Grazioli e trova già scritto il comunicato che avrebbe dovuto leggere. Anche la forma è sostanza. Recarsi a casa di Berlusconi per il summit è di per se una manifestazione non di cortesia ma di debolezza; accettare un comunicato in gran parte già stilato conferma questa sudditanza psicologica. Durante l’esposizione fatta da Salvini alla Loggia della Vetrata Berlusconi si è preso tutta la scena con un attacco finale ai 5 Stelle. Questa situazione per ora giova a Salvini che è dato al 24% mentre Berlusconi scende al 10%

Di Maio in difficoltà

Di Maio era certo di poter stipulare un accordo con Salvini risolvendo in modo a lui favorevole l’ostracismo per Berlusconi. La battuta dell’ex cavaliere ha sorpreso tanto lui quanto Salvini e questa situazione comincia a pesare sui consensi. La crescita non solo si è arrestata ma nell’ultima settimana si è verificato un arretramento del 2% nei sondaggi.

Mattarella da notaio ad attore

Il Presidente della Repubblica non organizzerà un terzo giro di consultazioni; o entro mercoledì gli verrà presentato un accordo di governo o prenderà l’iniziativa. E’ improbabile che il PD cambi posizione, che Salvini decida di separarsi bruscamente da Berlusconi e che l’ex Presidente del Consiglio agevoli la trattativa di governo mettendosi volontariamente fuori gioco. Gli elettori 5 Stelle non digerirebbero un accordo politico con Forza Italia; Di Maio con le sue preclusioni dimostra di tenerne conto e Di Battista pronuncia l’anatema assoluto contro il male assoluto. Prepariamoci a vedere nella prossima settimana una qualche decisione di Mattarella. Per ora sul tavolo c’è un incarico esplorativo affidato alla seconda o alla terza carica dello Stato, o in alternativa un pre incarico ad un esponente del Centro Destra che potrebbe essere Giorgetti. Difficile quindi che si vada ad una soluzione prima delle elezioni regionali a meno che la situazione in Siria non precipiti.

di Achille Lucio Gaspari

 

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