L’Osservatorio

Ottobre positivo per il mercato dell’auto in Europa

Ottobre positivo per il mercato dell'auto in Europa, un buon risultato "dovuto pero' in parte ancora alla vicenda dell'entrata in vigore del nuovo sistema di omologazione Wltp". E' l'analisi del Centro Studi Promotor, secondo cui "il dato di ottobre 2019 come quello di settembre (+14,4%) risolleva le sorti di un'anno che nella prima meta' sembrava decisamente debole. Il consuntivo del primo semestre si e' infatti chiuso con un calo del 3,1%. Nei primi dieci mesi il calo si e' invece ridotto allo 0,7% e sembrano esservi le condizioni per chiudere il 2019 "in sostanziale pareggio o in modesta crescita rispetto al 2018, cioe' - spiega Promotor - per portare le immatricolazioni intorno a quota 15.600.000, un livello che e' al di sotto del 2,4% rispetto al massimo del 2007. 

Anche nei dati di ottobre la parte del leone nella Ue la fanno i cinque maggiori mercati che si accaparrano il 71,4% delle vendite e che chiudono tutti in positivo tranne il Regno Unito. L'incremento maggiore lo fa registrare la Germania che mette a segno in ottobre una crescita del 12,7% e che, secondo Reinhard Zirpel, presidente dell'associazione dei costruttori di auto tedeschi (VDIK), nell'intero 2019 potrebbe arrivare a quota 3,4 milioni di immatricolazioni, un livello inferiore solo al record del 2009. Ottimo risultato e' anche quello del mercato francese che cresce dell'8,7% e nel consuntivo dei primi dieci mesi dell'anno e' in sostanziale pareggio (-0,3%). Terzo per crescita, tra i grandi mercati, e' quello del nostro Paese con un incremento del 6,7% in ottobre e con un piccolo calo nel consuntivo dei primi dieci mesi (-0,8%). Bene anche la Spagna che cresce in ottobre del 6,3%. Nel consuntivo dei primi dieci mesi questo mercato accusa pero' un calo del 6,3% sullo stesso periodo del 2018 e cio' essenzialmente per la debolezza della domanda dei privati compensata soltanto in parte da una certa effervescenza degli acquisti delle aziende. In difficolta' invece il mercato del Regno Unito che accusa un calo del 6,7% in ottobre e del 2,9% nei primi dieci mesi dell'anno a causa dell'incertezza legata alla Brexit e di una crescita economica stentata.

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Coldiretti,7 milioni di italiani in aree a rischio frane e alluvioni

 Sono 7 milioni gli italiani che vivono in aree a rischio frane, alluvioni ed esondazioni di fiumi in una situazione di incertezza determinata dall'andamento meteorologico che condiziona la vita e il lavoro. E' quanto afferma la Coldiretti in relazione all'ultima ondata di maltempo che ha colpito l'Italia da nord a sud con gravi danni all'agricoltura e la richiesta dell'avvio delle procedure per lo stato di calamita' nelle zone piu' colpite. La nuova perturbazione con nubifragi e vento forte - sottolinea la Coldiretti - ha reso piu' pesante il bilancio nelle campagne dove si registrano animali isolati, foraggi per alimentazione del bestiame perduti, piante sradicate, serre divelte, semine in difficolta', ortaggi distrutti e frutteti affogati, attrezzature e macchinari agricoli rovinati e capannoni scoperchiati ma anche frane e smottamenti sulle strade rurali con difficolta' alla circolazione, mentre l'arrivo della neve in montagna ha reso difficili i collegamenti

L'eccezionalita' degli eventi atmosferici e' ormai diventata la norma anche in Italia tanto che siamo di fronte ad una evidente tendenza alla tropicalizzazione che - evidenzia Coldiretti - si manifesta con una piu' elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali e territoriali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo. Le precipitazioni sempre piu' intense e frequenti con vere e proprie bombe d'acqua si abbattono - precisa la Coldiretti - su un territorio reso fragile dal dissesto idrogeologico con piu' di nove comuni su dieci a rischio per frane o alluvioni (91,3%) secondo Ispra. A questa situazione non e' certamente estraneo il fatto che il territorio e' stato reso piu' fragile dalla cementificazione e dall'abbandono che negli ultimi 25 anni ha fatto sparire oltre della terra coltivata (-28%) con la superficie agricola utilizzabile in Italia che si e' ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari. Per questo - continua la Coldiretti - l'Italia deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilita' di terra fertile con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell'attivita' nelle campagne. Il settore agricolo - conclude la Coldiretti - e' quello piu' impegnato a contrastare i cambiamenti climatici ma anche quello piu' colpito con danni per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e alle infrastrutture nelle campagne.

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Abruzzo al terzo posto per Comuni bike-friendly

E' l'Emilia Romagna la regione italiana con piu' Comuni bike-friendly, 25 in tutto. La seguono il Veneto (21), l'Abruzzo (15) e la Lombardia (12). Lo rivela l'edizione 2020 della guida ComuniCiclabili della Fiab, la Federazione italiana ambiente e bicicletta. La Guida vuole valutare il grado di ciclabilita' dei territori, secondo i criteri di infrastrutture urbane bike friendly, cicloturismo, comunicazione e governance. Sono quasi 130 le citta' valutate da Fiab, che assegna da 1 a 5 "bike smile" a seconda del livello di ciclabilita'. Il massimo riconoscimento e' andato a Bolzano, Cesena, Ferrara, Pesaro, Ravenna, Arborea (Oristano), Cavallino Treporti (Venezia), Favignana (Trapani), Grado (Gorizia), Schio (Vicenza). Nell'edizione 2020 compaiono 10 nuove citta': Desio (Monza Brianza) (2 bike smile), Merano (Bolzano) (4), Breda di Piave (Treviso) (3), Mira (Venezia) (2), Valdagno (Vicenza) (2), Santarcangelo di Romagna (Rimini) (3), Arezzo (3), Firenze (3), San Salvo (Chieti) (2), Vasto (Chieti) (2). Nel loro insieme, tutti i ComuniCiclabili ospitano oltre 6 milioni di persone, piu' del 10% della popolazione italiana. I capoluoghi di regione sono quattro: oltre alla new entry Firenze (3 bike smile), anche Torino (2), Bologna (4) e Trento (4)

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Continua a crescere il mercato dei mutui, frenano gli impieghi bancari

Continua la frenata degli impieghi bancari. A ottobre, segnala il Bollettino mensile dell'Abi, il ritmo di crescita si e' attestato allo 0,6% tendenziale, contro lo 0,8% di settembre e l'1,7% dello stesso mese del 2018. E a preoccupare e' soprattutto il -1% segnato dalla variazione annua dei finanziamenti alle imprese, contro il -0,7% di settembre e il -5,9% di novembre 2013 quando fu toccato il picco negativo. Continua a crescere il mercato dei mutui che anche a ottobre ha segnato un incremento del 2,3% su base annua. Il totale dei prestiti alle famiglie e' salito del 2,4%, allo stesso ritmo del mese precedente.

Nel complesso gli impieghi concessi delle banche italiane ammontano a 1.685 miliardi di euro, appena 12 miliardi in piu' rispetto ai 1.673 miliardi segnati a fine 2007, prima dell'inizio della crisi. A ottobre risultano invece pari a 1.417,2 miliardi i prestiti al settore privato, in aumento tendenziale dello 0,1%. I prestiti a famiglie e imprese non finanziarie si attestano a 1.274 miliardi, anche in questo caso la crescita e' dello 0,1%, in frenata rispetto al +0,6% di settembre. L'analisi della distribuzione del credito bancario per branca di attivita' economica mette in luce come a settembre le attivita' manifatturiere, quella dell'estrazione dei minerali e i servizi coprano una quota sul totale di circa il 56,5%, la quota delle sole attivita' manifatturiere e' del 26%. I finanziamenti al commercio e attivita' di alloggio e ristorazione detengono un'incidenza di circa il 21,9%, il comparto delle costruzioni dell'11,8%, l'agricoltura del 5,6%, le attivita' residuali del 4,2%. La dinamica del credito, osserva l'Abi, continua a essere influenzata dall'andamento degli investimenti e del ciclo economico che rimane modesto. In particolare, posto uguale a 100 il valore reale degli investimenti fissi lordi al quarto trimestre 2007, nel secondo trimestre del 2019 l'indice si e' posizionato a 83,4, con una perdita complessiva pari a 16,6 punti.

Vola la raccolta da clientela delle banche in Italia a ottobre. Il dato, segnala il Bollettino mensile dell'Abi, ha segnato un incremento del 5,3% su base annua. I depositi (in conto corrente, certificati di deposito, pronti contro termine) sono aumentati di oltre 89 miliardi di euro (1.563 miliardi nel complesso) rispetto a un anno prima con una variazione tendenziale positiva pari al +6,1% su base annuale, e, per la prima volta da oltre 7 anni, si registra un aumento della raccolta a medio e lungo termine, cioe' tramite obbligazioni, per circa 1,5 miliardi di euro in valore assoluto negli ultimi 12 mesi, pari allo 0,6%. Il tasso medio della raccolta bancaria da clientela (che com prende il rendimento dei depositi, delle obbligazioni e dei pronti contro termine in euro applicati al comparto delle famiglie e societa' non finanziarie) si e' collocato a ottobre allo 0,59% contro lo 0,60% di settembre. Il tasso sui depositi in euro applicato alle famiglie e societa' non finanziarie e' risultato pari allo 0,37% come il mese precedente, quello delle obbligazioni in essere al 2,24% (2,32% a settembre) e quello sui pct all'1,45% (1,47% a settembre).

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L’Italia fa meglio degli Stati Uniti per il benessere dei cittadini

L'Italia fa meglio degli Stati Uniti per il benessere dei cittadini: e' 29ma al mondo in una classifica che conferma l'Europa in vetta con Norvegia, Svizzera e Islanda sui gradini piu' alti del podio. A fare i conti e' Boston Consulting Group sulla base dell'indicatore Sustanaible Economic Development Assessment (Seda), lanciato nel 2012 e che misura il benessere dei cittadini in 143 paesi. Rispetto al 2018 l'Italia quest'anno migliora salendo di una posizione (dal 30mo al 29mo posto), ma continua a restare indietro rispetto al 2008, quando occupava la 25ma posizione. Il coefficiente Seda dell'Italia (ovvero la sua capacita' di trasformare ricchezza in benessere) e' pari a 0,91, meglio dello 0,90 degli Stati Uniti. Il Seda analizza per ogni paese 40 indicatori, per i quali assegna un punteggio ogni anno, in tre diverse aree, ovvero l'economia, gli investimenti e la sostenibilita'. Il punteggio viene poi rapportato con il reddito nazionale lordo pro capite: questo e' il coefficiente Seda di conversione della ricchezza in benessere. Rispetto agli altri paesi europei Italia registra perfomance migliori sul fronte della stabilita' economica e ha compiuto passi in avanti sul fronte della sostenibilita', che include l'ambiente. "L'Italia non si muove molto" in classifica "ma va leggermente meglio rispetto al 2018: l'occupazione e' la zavorra del paese dal punto di vista del ranking" spiega Francesco Guidara di Boston Consulting, osservando come nel Belpaese c'e' una "correlazione fra istruzione bassa e occupazione bassa". La Germania e la Francia fanno meglio in classifica, ma l'Italia seppur di poco supera gli Stati Uniti, penalizzati dalla voce salute e sanita', che tiene conto anche del tasso di obesita' del paese. "Il tocco magico degli Stati Uniti dal 2015 in poi e' venuto meno" osserva Guidara. Dalla classifica emerge anche la corsa dell'Asia, con il Vietnam unico paese in grado di migliorare nelle quattro dimensioni piu' importanti per lo sviluppo (istruzione, occupazione, salute e infrastrutture). Per quanto riguarda la Cina, il paese e' capace di politiche che portano benessere ma e' appesantita in classifica da altri indicatori.

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CDP e UBI Banca per un finanziamento da 500 milioni alle PMI del Mezzogiorno

Protocollo d’Intesa tra Cassa Depositi e Prestiti (CDP) e UBI Banca (UBI) per l’avvio di una collaborazione volta a promuovere iniziative congiunte finalizzate al sostegno delle imprese italiane.

Come prima declinazione operativa del Protocollo, CDP ha concesso a UBI un finanziamento da 500 milioni di euro, tramite sottoscrizione di un prestito obbligazionario senior unsecured, che sarà integralmente impiegato in nuovi finanziamenti alle PMI operanti nelle otto Regioni del Mezzogiorno. Tali finanziamenti potranno avere un importo massimo di 15 milioni di euro e scadenza non inferiore a 36 mesi, così da supportare la realizzazione di investimenti di medio-lungo termine.

L’iniziativa si inquadra nelle linee strategiche del Piano industriale 2019-2021 di CDP che prevede, in piena sinergia e complementarietà con il sistema bancario, specifiche azioni di supporto delle imprese del Mezzogiorno, promuovendo un allungamento delle scadenze dei finanziamenti.

Oltre alla concessione di liquidità, da parte di CDP a UBI, per supportare i finanziamenti a favore delle imprese, la collaborazione riguarda anche altri ambiti operativi. Tra questi: l’attivazione di strumenti di garanzia, anche con il coinvolgimento dei Confidi o mediante l’utilizzo di “sezioni speciali” del Fondo di Garanzia per le PMI, costituite da CDP, che possano migliorare le possibilità e le condizioni di accesso al credito bancario.

La partnership intende inoltre sviluppare strumenti di finanza alternativa quali i cosiddetti “basket bond”, operazioni di cartolarizzazione di mini-bond appositamente emessi da imprese PMI e Mid-Cap, in relazione ai quali CDP e UBI agirebbero in qualità di investitori principali, attraendo così ulteriori capitali privati; nonché operazioni dirette in co-finanziamento a sostegno di progetti di crescita e innovazione di medie imprese italiane.

 

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Sondaggio Ixe’ , Lega si conferma primo partito

La Lega si conferma il primo partito e cresce al 32,6% dal 32% dei consensi della scorsa settimana mentre continua la discesa del Movimento Cinque Stelle che arriva al 16,3 dal 17,9. Sale il Partito Democratico che passa al 21 da 20,1. Nella maggioranza cresce anche Iv che arriva al 4,3 dal 3,9. A rivelarlo e' un sondaggio Ixe' condotto per la trasmissione Carta Bianca in onda su Rai 3. All'opposizione sale Fdi al 9,6 dal 9,5 mentre flette Fi dal 7,8 al 7,3. In crescita Piu' Europa al 2,7 dal 2,2 dal 2 mentre scende La Sinistra all'1,8 dall'1,9. Nota Metodologica: Soggetto realizzatore: istituto Ixe' srl. Soggetto acquirente: Rai - Cartabianca Metodologia: indagine quantitativa campionaria metodo di Raccolta dati: telefono fisso (cati), mobile (cami) e via web (cawi) universo: popolazione italiana maggiorenne campione intervistato: rappresentativo (quote campionarie e ponderazione) in base a: genere, eta', zona di residenza, ampiezza comune, votato 2018/2019 dimensione campionaria: 1.000 casi (margine d'errore massimo 3,10%) periodo di rilevazione: dall'11 al 12 novembre

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‘Gli effetti del bonus per gli asili nido sono potenzialmente rilevanti’

"Gli effetti del bonus per gli asili nido sono potenzialmente rilevanti". Lo ha detto il vicedirettore generale della Banca d'Italia Luigi Federico Signorini in audizione sulla manovra, sottolineando pero' che "la scelta di legarlo all'Isee potrebbe scoraggiare l'offerta di lavoro di un secondo percettore di reddito, specie in prossimita' delle soglie che determinano l'ammontare dell'importo: tanto piu' in quanto le rette che le famiglie pagano per gli asili nido sono gia' modulate in funzione dell'Isee. L'esperienza potra' dare indicazioni utili per definire l'assetto a regime delle misure di sostegno alla famiglia". Nel documento di via Nazionale si sottolinea anche che attualmente "l'offerta di posti nelle strutture per la prima infanzia e' inadeguata" e si ricorda che secondo i dati Istat il rapporto posti e utenza potenziale nel 2016-17 era "in media pari al 24%", "assai al di sotto del target del 33% fissato dal Consiglio europeo per favorire la conciliazione della vita familiare con quella lavorativa".

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Sportelli bancari in calo del 20 per cento in 10 anni

Tra il 2008 e il 2018 il sistema bancario italiano ha registrato un calo degli sportelli del 20%. Lo stesso trend si è registrato in Europa, con le filiali che in dieci anni si sono ridotte del 27%, per un totale di 65mila unità in meno. Sono alcuni dei dati che saranno presentati dal nuovo numero dell'Osservatorio monetario. Il rapporto quadrimestrale, a cura del Laboratorio di analisi monetaria, sarà presentato domani, martedì 12 novembre, nell'ambito dell'incontro dedicato al tema 'Lavorare in banca. Un mondo in evoluzione', in programma alle ore 14.30 all'Università Cattolica a Milano. Dopo i saluti di Rony Hamaui, segretario generale dell'Associazione per lo Sviluppo degli Studi Banca e Borsa (Assbb), si alterneranno le relazioni di alcuni autori dell'Osservatorio monetario: Lorenzo Cappellari, Michele Faioli, Claudio Lucifora, tutti docenti all'Università Cattolica. Seguirà, poi, una tavola rotonda, cui parteciperanno Salvatore Poloni, Associazione Bancaria Italiana (Abi), e Lando Sileoni, Federazione Autonoma Bancari Italiani (Fabi). Introdurrà e coordinerà i lavori Angelo Baglioni, direttore Osservatorio monetario. Inoltre l'Osservatorio monetario raccoglie un approfondimento sulla discriminazione di genere. Secondo il rapporto, quasi la metà del personale impiegato (45%) nel settore è femminile. Tuttavia, sembra ancora persistere il fenomeno del 'soffitto di cristallo': le donne hanno minori opportunità di carriera degli uomini e raramente accedono ai ruoli esecutivi di vertice. Ciò si riflette nel pay gender gap: le donne guadagnano mediamente meno degli uomini, anche a parità di livello di istruzione e di età.

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Solo un giovane europeo su quattro utilizza il contante ogni giorno

Solo un giovane europeo su quattro utilizza il contante ogni giorno. E' quanto emerge dalla ricerca 'A Cashless Society? European millennials attitudes towards electronic payments', realizzata da Think Young, in partnership con Fondazione De Gasperi, che analizza l'utilizzo degli strumenti di pagamento digitale da parte dei millennials, attraverso le risposte di oltre 2.000 intervistati, dai 18 ai 29 anni, in cinque Paesi europei: Germania, Francia, Italia, Polonia e Spagna. Secondo lo studio, circa il 75% degli intervistati utilizza infatti uno strumento di pagamento elettronico, spaziando tra le molteplici tecnologie digitali presenti sul mercato. "Il motivo di questa radicale adozione è da ricercarsi nella consapevolezza verso i nuovi strumenti finanziari da parte delle nuove generazioni, a volte più consolidata che negli adulti", ha affermato Francesco Luongo, presidente della coalizione Consumer for digital payment (C4DiP). "I giovani europei -ha continuato- hanno una sensibilità e una fiducia maggiore nei confronti delle nuove tecnologie che non vedono con sospetto, ma al contrario credono nella loro sicurezza ed efficacia. Per questo, come sottolinea l'indagine, sono i ragazzi tra i 18 e i 23 anni quelli che utilizzano con maggior frequenza i pagamenti digitali". 

Secondo l'indagine, la conoscenza degli strumenti di pagamento elettronico è molto elevata tra i giovani italiani, con una percentuale del 97%. Il loro utilizzo appare largamente diffuso: il 29% li utilizza più volte al giorno, mentre il 46% almeno una volta sola, per un 75% complessivo di utilizzo quotidiano. Un dato di poco inferiore all'utilizzo del contante: 44% più volte al giorno e 40% almeno una volta, per un 84% complessivo di utilizzo quotidiano. La minore frequenza dell'utilizzo di sistemi di pagamento elettronico è probabilmente causata sia dall'abitudine comune degli intervistati di pagare piccole somme di denaro (come ad esempio per il caffè) con il contante, sia da una scarsa propensione da parte dei commercianti ad accettare pagamenti elettronici per spese di importo esiguo. 

La maggior parte degli intervistati utilizza, infatti, il contante in luoghi in cui non sono accettate altre forme di pagamento, come bancarelle, bar e per transazioni tra amici. Le categorie di spesa per cui vengono prevalentemente utilizzati i sistemi di pagamento elettronico sono le spese quotidiane in negozi fisici (con una maggior diffusione al Nord e Centro Italia, soprattutto da coloro che utilizzano prevalentemente le carte di debito) e per acquisti online (con una maggior diffusione al Sud, soprattutto da dagli utilizzatori prevalenti di digital wallet, ossia portafogli digitali). Tra le motivazioni principali della propensione dei giovani all'utilizzo delle nuove tecnologie, vi è la convenienza: "Secondo l'indagine, i giovani italiani utilizzano questi strumenti perché di semplice utilizzo, efficaci e sicuri. Tuttavia, a causa soprattutto di un basso interesse dei nostri giovani in materia economica, i millennial italiani sono i più frequenti utilizzatori del contante, oltre il 34% di loro lo utilizzano per più di una transazione al giorno", sottolinea Luongo. 

Dalla ricerca affiora che almeno il 45% degli intervistati è convinto che la tecnologia contactless contribuirà in maniera significativa alla diffusione dell'utilizzo dei sistemi di pagamento elettronico: i fattori cruciali per un maggiore utilizzo di questi strumenti riguardano soprattutto la facilità (70%) e la velocità di utilizzo (62%) e, in seconda battuta, la maggiore sicurezza rispetto al contante (43%). "Sebbene i giovani capiscano le potenzialità di questi strumenti non vogliono assolutamente dar per scontato il fattore sicurezza. Per tale motivo, per portare a una maggior adozione degli e-payment, le aziende dovranno adottarsi di nuove tecnologie di sicurezza, tra cui spicca il riconoscimento biometrica, attraverso impronta digitale o facciale", conclude Luongo. Se in futuro le nuove tecnologie continueranno a mantenere alta la fiducia dei cittadini, è previsto che quasi 2,1 miliardi di consumatori in tutto il mondo utilizzeranno portafogli digitali per i propri pagamenti, il che rappresenta una crescita di quasi il 30% rispetto agli 1,6 miliardi di consumatori che l'anno scorso hanno utilizzato i portafogli digitali. 

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