L’Osservatorio

Un prestito per l’Italia del dopo covid 19. La lezione di Marcello Soleri.

Un prestito per l’Italia del dopo covid 19. La lezione di Marcello Soleri.

“Italia sbarrata”, “Chiude tutto anche le fabbriche,””Coprifuoco”, “Catena di smontaggio”, così i titoli dei maggiori quotidiani, soltanto una quindicina di giorni fa, all’annuncio da parte del governo del lockdown per il nostro Paese per cercare di contenere e governare la pandemia del Covid 19. Si tratta di una condizione che sembra destinata a durare ancora per molto tempo. Secondo Francesco Daveri e Lorenzo Marchetti di la voce.info, in base a quanto è successo in Cina, la nostra lockdown dovrebbe durare, come minimo, altri due mesi e cioè almeno fino a maggio. E tutto ciò mentre gli esperti ci dicono che non ancora viene toccato il “picco”dei contagi da Covid 19. E’ evidente che, da subito, si è posto il problema di come gestire la riorganizzazione della società e dell’economia dopo la fine della pandemia. E’ questione che riguarda tutti i paesi e tutti i continenti colpiti da questa pandemia mondiale. Soprattutto la questione riguarda il reperimento delle risorse per riaccendere i motori dell’economia e dello sviluppo. Si tratta di una situazione assolutamente inedita la cui gestione necessita di una “rottura” con i modelli economici di intervento del passato per poter essere efficace. Per ciò che riguarda il nostro Paese con gli ultimi due decreti del governo siamo ad interventi dell’ordine di circa 30 miliardi di euro per comuni, imprese e famiglie. E’chiaro che serve ben altro per far fronte ad una condizione economica e sociale del nostro Paese che è assimilabile a quella che abbiamo vissuto alla fine della seconda guerra mondiale. Da qualche settimana si è aperto un dibattito sugli strumenti finanziari più adeguati per reperire le risorse necessarie per rilanciare il tessuto economico e sociale del nostro Paese. Quello più idoneo dovrebbero essere gli eurobond, garantiti dalla Ue, a lunga scadenza, con un tasso di vantaggio. Ma su ciò non c’è una intesa finora in Europa ed allora potrebbe essere necessario dare vita, in tempi brevi, ad un nostro strumento finanziario, ad esempio un “prestito per l’Italia”sulla base di quanto fu fatto nel 1945 dal Governo Parri che per fare fronte alle necessità della ricostruzione del Paese, lanciò l’emissione di buoni del tesoro quinquennali al 5 per cento che vennero sottoscritti, in massa dagli italiani, e fruttarono ben cento miliardi di lire. Regista di quella grande operazione fu MARCELLO SOLERI ministro del Tesoro nei governi Bonomi e Parri che era un massimo esponente del liberalismo italiano, collaboratore di Giovanni Giolitti, deputato e ministro dell’ultimo periodo dell’Italia liberale, intransigente oppositore del fascismo e quindi nuovamente Ministro dell’Italia libera. Memorabile il suo discorso a Milano il 15 luglio del 1945 per illustrare le finalità del prestito per l’Italia (Per il risanamento finanziario dell’Italia – Marcello Soleri – Milano 1945 – Ed. Consiglio Regionale del Piemonte). Dopo pochi giorni da quel discorso Marcello Soleri, purtroppo, morì.

L’eventuale emissione di titoli pubblici è rivolta essenzialmente a poter impiegare e valorizzare il grande giacimento costituito dall’ingente mole del risparmio degli italiani. Infatti, secondo i dati della Banca d’Italia nel 2018 la ricchezza posseduta dalle famiglie italiane era di ben 4287 miliardi di euro di cui 1371 miliardi di euro erano parcheggiati in c/c bancari senza interessi. E nel 2018, secondo l’ABI i depositi nelle banche della clientela residente erano aumentati di ben 32 miliardi di euro. In questo periodo la propensione al risparmio degli italiani è salita dell’8%. Quindi c’è una grande fetta di ricchezza del paese che non viene né spesa,nè investita. Ma c’è anche la anomalia rappresentata dagli 8,9 miliardi di euro di liquidità degli italiani emigrata all’estero nel 2018 in cerca di una adeguata remunerazione.

In buon a sostanza si tratta di ipotizzare il finanziamento di un piano di infrastrutture ad elevato moltiplicatore per modernizzare il Paese, definito con la collaborazione delle imprese e delle parti sociali, coinvolgendo la liquidità delle famiglie italiane, Ovviamente il collante di questa operazione non può che essere la fiducia che deve venire non solo da chi governa, ma anche dalla stessa opposizione, Davvero qui vale dire “simul stabunt vel simul cadent”... Il tempo che abbiamo a disposizione è già scaduto ed i segni di malessere sociale sono già evidenti in queste ore. Se l’egoismo europeo ci chiude ogni sostegno, dobbiamo sapere che abbiamo le risorse economiche, morali e sociali per uscire da questa pesantissima fase.

Ed è bene che soprattutto chi ci governa non dimentichi ciò che disse Marcello Soleri a conclusione del suo discorso di Milano nel 1945 “la libertà politica è una vera lustra se non accompagnata dalla libertà dal bisogno, dalla libertà dalla fame, dalle libertà sociali.”

 

di Nicola Primavera

 

 

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Sono 2.678.264 le persone indigenti a rischio fame in Italia, in Abruzzo 44.988

Sono 2.678.264 le persone indigenti a rischio fame in Italia. Il calcolo e' di Coldiretti che ha condotto un'elaborazione sui dati contenuti nella Relazione annuale Fead di giugno 2019. Le maggiori difficolta' alimentari si registrano nel mezzogiorno con oltre 530.000 persone che hanno bisogno di aiuto per mangiare in Campania, oltre 364.000 in Sicilia e quasi 283.000 in Calabria. Ma situazioni diffuse di bisogno, rileva la confederazione, si registrano anche nel Lazio, con oltre 263.000 persone, e in Lombardia, con 235.000. Tra le persone piu' in sofferenza, sottolinea la Coldiretti, ci sono quasi 113.000 senza fissa dimora, oltre 225.000 anziani sopra i 65 anni, e 455.000 bambini di eta' inferiore ai 15 anni, che ricevono aiuti alimentari distribuiti con i fondi Fead attraverso l'Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea), grazie ad associazioni come Banco alimentare Roma, Banco delle opere di Carita', Caritas Italiana, Comunita' di S. Egidio, Croce rossa italiana, Fondazione banco alimentare e Associazione sempre insieme per la pace. 

REGIONE                              QUOTA NUMERO INDIGENTI

CAMPANIA                          20%                530.222

SICILIA                                 14%                364.156

CALABRIA                           11%                282.974

LAZIO                                   10%                260.472

LOMBARDIA                       9%                  235.231

PUGLIA                                 7%                  175.684

PIEMONTE                           5%                  135.943

EMILIA ROMAGNA            5%                  130.202

TOSCANA                            4%                  103.398

VENETO                               4%                  97.109

MARCHE                              3%                  67.907

LIGURIA                               2%                  66.580

SARDEGNA                         2%                  54.900

FVG                                       2%                  49.810

ABRUZZO                           2%                  44.988

BASILICATA                       1%                  30.767

TRENTINO A.A.                  1%                  22.258

UMBRIA                               1%                  20.614

MOLISE                                0%                  5.049

TOTALE                                100%              2.678.264

 

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Coronavirus, crescono le richieste di aiuto al Banco Alimentare

 Il Banco Alimentare e' sommerso da mail e telefonate per le situazioni piu' disperate. Bussano alla porta anche i Comuni per aiutare i loro concittadini. Il Banco stima che le richieste in questi giorni sono aumentate mediamente del 20%, con punte anche del 40% in alcune Regioni come la Campania. Per fare fronte a questa emergenza, anche dopo l'assalto al supermercato di Palermo, sarebbe in arrivo una ordinanza della Protezione Civile per dare piu' risorse ai Comuni per finanziare le iniziative di solidarieta' alimentare. Il 'Cura Italia' gia' prevede 50 milioni di euro per l'assistenza alimentare alle persone piu' indigenti. "Ci arrivano nuove domande di aiuto, per esempio anche dai sindaci, soprattutto dai Comuni del Sud. Ci aspettiamo una esplosione del bisogno", sottolinea il presidente della Fondazione Banco Alimentare Giovanni Bruno. Il Banco gia' normalmente assiste attraverso 21 banchi regionali e circa 7500 strutture oltre un milione e mezzo di poveri ogni giorno. Le richieste di cibo stanno aumentando in tutta Italia da chi e' gia' assistito ma aumentano anche le nuove richieste. Se nel Lazio la situazione ancora 'tiene', con un aumento di domanda del 2-5%, in Sicilia gia' oggi c'e' un 10% di richieste in piu' e in Abruzzo un +20%. Ma si tratta solo di stime provvisorie. Il Banco si appellera' alle aziende alimentari per donazioni straordinarie di prodotti alimentari. La Coldiretti dal canto suo stima che sono 2,7 milioni le persone in Italia, che con l'emergenza coronavirus e perdita di opportunita' di lavoro anche occasionale, sono costrette a chiedere aiuto alle mense o con la distribuzione di pacchi alimentari per mangiare. 

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Istat, +0,6% export extra Ue a febbraio

A febbraio 2020 si stima, per l'intescambio commerciale con i paesi extra Ue27, un lieve aumento congiunturale per le esportazioni (+0,6%) e una marcata contrazione per le importazioni (-6,6%). Lo ha fatto sapere l'Istat nella sua ultima nota relativa al commercio estero extra Ue a febbraio 2020. Con l'uscita del Regno Unito dall'Unione europea, l'Istat in linea con la politica di diffusione Eurostat, ha avviato la pubblicazione dei dati di commercio estero per la nuova area extra Ue27. Il lieve incremento su base mensile dell'export e' dovuto principalmente ai beni strumentali (+4,5%). L'energia (-16,0%), in misura piu' ampia, e i beni intermedi (-2,5%) sono invece in diminuzione. Dal lato dell'import, si rilevano ampie flessioni congiunturali per energia (-15,8%), beni strumentali (-4,8%) e beni di consumo non durevoli (-4,5%); in aumento soltanto i beni di consumo durevoli (+3,4%). Nel trimestre dicembre 2019-febbraio 2020, la dinamica congiunturale delle esportazioni e' lievemente positiva (+0,3%) e sintesi di aumenti contenuti per tutti i raggruppamenti principali di industrie, a eccezione dell'energia che e' in netto calo (-6,7%). Nello stesso periodo, per le importazioni, si rileva una diminuzione congiunturale (-0,9%), dovuta in particolare a beni intermedi (-2,1%) e beni di consumo non durevoli (-1,9%). A febbraio 2020, l'export e' in forte aumento su base annua (+6,4%). L'incremento interessa tutti i raggruppamenti principali di industrie ed e' rilevante per beni di consumo non durevoli (+9,1%), beni intermedi (+6,3%), energia (+6,2%) e beni strumentali (+5,4%). L'import registra una flessione tendenziale (-3,6%), dovuta a energia (-11,3%), beni intermedi (-3,4%) e beni di consumo non durevoli (-1,5%). 

Secondo le rilevazioni Istat il saldo commerciale a febbraio 2020 e' stimato pari a +5.096 milioni, in forte aumento (era +3.420 milioni a febbraio 2019). Aumenta l'avanzo nell'interscambio di prodotti non energetici (da +6.484 milioni per febbraio 2019 a +7.733 milioni per febbraio 2020). A febbraio 2020 l'export verso Turchia (+36,6%), Stati Uniti (+22,4%), Giappone (+14,7%), Russia (+13,8%) e paesi Opec (+13,3%) e' in deciso aumento su base annua. In netto calo le vendite verso la Cina (-21,6%). Gli acquisti da paesi Mercosur (-24,9%), paesi Opec (-22,8%) e Stati Uniti (-10,9%) registrano decrementi tendenziali molto piu' ampi della media delle importazioni dai paesi extra Ue27. In aumento gli acquisti da India (+17,3%), paesi Asean (+6,9%) e Svizzera (+4,8%). A febbraio 2020, per l'area extra Ue, al netto del Regno Unito, si stima che le esportazioni aumentino dello 0,8% su base mensile e del 7,8% su base annua. Le importazioni registrano ampie flessioni sia sul mese (-7,2%) sia sull'anno (-3,7%). Il saldo commerciale e' pari a + 3.909 milioni (+2.156 milioni a febbraio 2019).

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Stabili i prezzi delle case in Italia nel 2019

Vanno verso una stabilizzazione i prezzi delle case in Italia nel 2019. In particolare come mette in luce l'Istat, il valore delle case acquistate dalle famiglie, per fini abitativi o per investimento, ha registrato nel quarto trimestre del 2019 un calo dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e un aumento dello 0,3% nei confronti dello stesso periodo del 2018. È per il secondo trimestre consecutivo, quindi, che si registra un aumento su base annua dei prezzi delle abitazioni, dovuto per lo più a quelli delle abitazioni nuove (+1%) ma anche, seppur in misura più contenuta, ai prezzi delle abitazioni esistenti (+0,1%). Ma il quadro si conferma comunque fragile visto che, come osserva l'Istat, questi andamenti si manifestano in un contesto di rallentamento della crescita dei volumi di compravendita.Resta il fatto che i prezzi delle abitazioni hanno comunque chiuso il 2019 con una diminuzione di appena un decimo di punto rispetto al 2018 e con un trascinamento sul 2020 di poco positivo, segno di una sostanziale stabilizzazione dei prezzi del mercato. Il dato nazionale è naturalmente la sintesi di andamenti territoriali molto eterogenei con il Nord- Ovest e il Nord-Est in crescita e il Centro e il Sud e Isole in diminuzione. In questo quadro i prezzi delle abitazioni a Milano registrano una crescita sostenuta per il quarto anno consecutivo confermando il ruolo di traino della città nel mercato immobiliare, mentre a Roma registrano una flessione rilevante per il terzo anno di fila. Nel dettaglio nel quarto trimestre la crescita dei prezzi delle abitazioni su base annua è trainata dal Nord-Ovest (+2,1%); nel Nord-Est è prossima allo zero (+0,1%), mentre i prezzi delle abitazioni calano di poco nel Sud e Isole (-0,3%) e in modo marcato nel Centro (-2%). A Milano accelera la crescita dei prezzi delle abitazioni che aumentano, su base annua, del 12,5%. I prezzi crescono ma in misura più contenuta anche a Torino (+2,6%), mentre a Roma calano del 2,0%.L'Istat allarga anche lo spettro delle rilevazioni e il quadro non è confortante: rispetto alla media del 2010, primo anno per il quale è disponibile la serie storica, nel 2019 i prezzi delle abitazioni sono diminuiti del 16,6% (-23,0% per le abitazioni esistenti e +1,4% per le abitazioni nuove). Il tasso di variazione acquisito per il 2020 è positivo e pari a +0,1% (-0,1% per le abitazioni esistenti e +0,9% per le abitazioni nuove). 

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Smartphone, il mercato registra -38% rispetto allo stesso periodo 2019

Il mercato degli smartphone fa i conti col coronavirus. Secondo Strategy Analytics a febbraio ha registrato un -38% rispetto allo stesso periodo 2019, "il piu' grande calo di sempre nella storia degli smartphone". Le spedizioni di Huawei - gia' provate dal bando Usa - crollano a 5,5 milioni di unita' e l'azienda cinese cede il terzo posto a Xiaomi. Al primo e secondo restano Samsung e Apple, in calo. In Cina molte aziende e negozi sono rimasti chiusi per l'epidemia

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Mef, prosegue il calo del contenzioso tributario

Prosegue il calo del contenzioso tributario: diminuiscono dell'11% le nuove controversie e del 10% le pendenze. Lo comunica il Mef nel rapporto trimestrale sul contenzioso tributario ottobre-dicembre 2019 . Al 31 dicembre 2019 le controversie tributarie pendenti, pari a 335.262, sono diminuite del 10,5% rispetto al 31 dicembre 2018. Le controversie instaurate in entrambi i gradi di giudizio nel quarto trimestre 2019, pari a 44.877, hanno registrato una riduzione del 10,8% rispetto all'analogo periodo del 2018. Le controversie definite sono state 71.887, con un calo tendenziale del 3,1% rispetto al medesimo periodo del 2018. In particolare, le nuove controversie presentate in primo grado presso le Commissioni tributarie provinciali sono state pari a 32.580, in diminuzione dell'8,7%; i ricorsi definiti, pari a 55.094, hanno registrato un calo dell'1,3%. Nelle Commissioni tributarie regionali, gli appelli pervenuti nel medesimo periodo, pari a 12.297, sono risultate in calo del 16,0%. Le definizioni, pari a 16.793 provvedimenti, sono state inferiori dell'8,5%. Nelle Commissioni tributarie provinciali la quota di giudizi completamente favorevoli all'Ente impositore si e' attestata al 47%, per un valore complessivo di 2.026,84 milioni di euro, mentre quella dei giudizi completamente favorevoli al contribuente e' stata di circa il 27%, per un valore di 938,82 milioni di euro. La percentuale delle controversie concluse con giudizi intermedi e' stata di circa l'11%, per un valore complessivo di 776,60 milioni di euro. Nelle Commissione tributarie regionali la quota di giudizi completamente favorevoli all'Ente impositore e' stata del 46%, per un valore complessivo di 1.025,12 milioni di euro, quella dei giudizi completamente positivi nei confronti del contribuente e' stata di circa il 31%, per un valore complessivo di 823,06 milioni di euro. Le controversie concluse con giudizi intermedi rappresentano circa l'8%, per un valore complessivo di 396,87 milioni di euro. Nel quarto trimestre, il 95% degli atti processuali riferiti alle controversie pervenute nei due gradi di giudizio e' stato depositato utilizzando il canale telematico. In dettaglio, sono stati inviati telematicamente l'84% degli atti introduttivi, il 95% delle controdeduzioni e il 96% degli altri atti processuali. 

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Coronavirus, dalla Sanità privata 1.300 posti letto di terapia intensiva

Gli ospedali di diritto privato hanno messo a disposizione del Paese 1.300 posti letto di terapia intensiva, che corrispondono al 16% della rete complessiva di questo genere di cure del Sistema sanitario nazionale, e circa 40mila posti per acuti (il 22% del totale dei posti letto italiani) per "decongestionare l'afflusso e la gestione" dei pazienti "che non riescono a trovare assistenza nelle strutture di diritto pubblico". A dirlo e' Barbara Cittadini, presidente di Aiop, l'Associazione italiana ospedalita' privata. "E' con grande serieta' e senso di responsabilita', in quanto parte del Servizio sanitario nazionale - continua Cittadini - che tutte le nostre strutture sanitarie stanno fornendo un pieno e deciso contributo nell'ambito dei Piani di Emergenza predisposti dalle singole Regioni, a seconda dello stato emergenziale e delle specifiche esigenze territoriali, per la gestione dei pazienti Covid e per garantire la continuita' delle cure ed assistenza a tutti quei pazienti non-Covid". Per arrivare a cio', prosegue, "molte delle nostre strutture sanitarie hanno completamente stravolto la propria organizzazione per operare in sinergia con gli ospedali pubblici, accogliendo i pazienti contagiati o non contagiati". Secondo alcuni dati di Aiop, del totale dei posti letto di terapia intensiva, quelli degli ospedali di diritto privato sono il 36,3% nel Lazio, il 32,7% in Molise, il 28,6% in Puglia, il 28,5% in Lombardia, il 17,1% in Liguria, il 15% in Emilia-Romagna, il 14,9% in Campania, il 12,3% in Sicilia, il 91,% in Abruzzo, il 7,9% in Piemonte e Friuli Venezia Giulia, il 7,4% in Calabria, il 7,5% in Veneto, lo 0,7% in Toscana. Per quanto riguarda, invece, i posti letto per acuti, quelli dell'ospedalita' privata sono il 42,4% del totale dei posti letto per acuti nel Lazio, il 33,9% di quelli del Molise, il 32,4% della Campania, il 28% della Lombardia, il 26,8% della Sicilia, il 23,2% della Puglia, il 22,5% della Calabria, il 17,2% dell'Emilia-Romagna, il 15% del Veneto, il 14,9 della Sardegna e dell'Abruzzo, il 14,8 della Provincia autonoma di Trento, il 13,8% della Liguria, l'11,5% del Piemonte, il 10,6% della Toscana, il 9,9% delle Marche, il 9,3% del Friuli-Venezia Giulia, il 9,1% dell'Umbria, il 3% della Valle d'Aosta, l'1,3% della Provincia autonoma di Bolzano

 

immagine di repertorio

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Produzione nelle costruzioni a gennaio +7,9%, su base annua +4,8%

A gennaio l’indice destagionalizzato della produzione nelle costruzioni cresce in modo considerevole rispetto a dicembre 2019, registrando un aumento del 7,9%. E' quanto riferisce Istat in una nota, spiegando che la media del trimestre novembre-gennaio conferma un andamento positivo, seppure molto meno ampio, con un incremento dello 0,5% sul trimestre precedente. Su base annua l’indice grezzo aumenta del 4,8% rispetto a gennaio 2019, mentre l’indice corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 21 contro i 22 di gennaio 2019) segna una crescita più marcata, pari all’8,4%

"La variazione congiunturale marcatamente positiva osservata a gennaio per l’indice destagionalizzato della produzione nelle costruzioni determina un debole recupero dell’indice su base trimestrale", rileva Istat. "L’ampio incremento congiunturale di gennaio è in parte da imputarsi anche alla particolare disposizione dei giorni lavorativi di calendario in questo mese. Lo stesso fenomeno si rileva, evidentemente, anche per l’indice corretto per gli effetti di calendario che mostra una crescita tendenziale ancora più marcata di quella, comunque significativa, stimata per l’indice grezzo", sottolinea l'istituto di statistica.

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Otto milioni di studenti studiano on line

 Sono 8 milioni gli studenti italiani che da settimane studiano da casa grazie alle classi virtuali attivate dalle scuole e all'interazione su registri elettronici, chat e mail con i professori. Studenti.it ha chiesto a 3.000 studenti attraverso un'indagine sul sito come si studia in questi giorni: il 18% di scuola media e l'82% di scuola superiore di secondo grado. Di questi, il 24,3% sono maturandi. L'indagine testimonia che la situazione non e' la stessa nei diversi gradi di istruzione superiore ne' lo e' in tutte le regioni d' Italia. Tuttavia, da Nord a Sud, ci si attiva per trovare nuovi modi di condivisione. C'e' voglia di fare, di stare insieme. Secondo i dati dell'indagine, la classe virtuale e' decollata nel 48,5% delle scuole medie e nel 70,4% delle scuole superiori. Si tratta tuttavia di una media nazionale dietro la quale si nascondono valori diversi da regione a regione: la piu' virtuosa e' l'Emilia Romagna con una media dell'83,9% di classi virtuali attivate (70% alle medie e 84% alle superiori) seguita, a poca distanza, dall'83% delle Marche (45% alle medie e 82% alle scuole superiori), l'82% del Friuli Venezia Giulia (40% alle medie e 81,5% alle scuole superiori), l'81% dell'Umbria (71% medie, 75% scuole superiori) ed il 77,8% della Lombardia (55% medie e 85% superiori). In coda troviamo il 51% della Calabria (50% medie e 53% scuole superiori), il 50% della Campania (38% medie e 49% superiori), il 46,6% dell'Abruzzo (36% alle medie e 53,5% alle scuole superiori) e, ultimo, il 46% della Sardegna (13% scuole medie e 53,5% superiori). Chi non ha accesso alle lezioni online si organizza diversamente: il 20,5% (media nazionale) trova compiti e materiale didattico nel registro elettronico, mentre l'11,5% li riceve dai professori via chat o via mail. Il 41,5% degli intervistati da Studenti.it si dichiara pienamente soddisfatto di come la sua scuola sta gestendo l'emergenza e organizzando la didattica. Il 46,1% e' mediamente soddisfatto e solo un 12,4% non e' affatto contento. La maggiore preoccupazione dei ragazzi in questo momento e' rappresentata dal rischio di rimanere indietro con il programma e di iniziare il prossimo anno con importanti lacune (30,5%). Il 28% dei rispondenti sono maturandi che temono di non arrivare preparati alla maturita', mentre il 23,9% dei ragazzi teme di ritrovarsi con voti peggiori rispetto a qualche settimana fa, per la mancanza di supporti adeguati. Il 9,4% si dichiara preoccupato di non poter verificare il livello di apprendimento con compiti in classe e verifiche.

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