Politica

Discarica di Bussi, Costa: Chi ha inquinato deve pagare e bonificare

"La burocrazia, oltre alle necessarie verifiche amministrative, per tanti, troppi anni, hanno bloccato le bonifiche. Da quando sono io al timone del ministero abbiamo definito la questione della proprieta' dei siti e stanziato i primi 50 milioni, pronti a partire appena emessa la sentenza. E ora non ci sono piu' dubbi. Chi ha inquinato deve pagare e bonificare". Lo scrive su Facebook il ministro dell' Ambiente, Sergio Costa, in merito alla sentenza del Consiglio di Stato che attribuisce a Edison la responsabilita' dell' inquinamento dell'area dove nel 2007, a Bussi sul Tirino, e' stata scoperta la discarica dei veleni. "Finalmente oggi abbiamo inconfutabilmente il responsabile di tutto cio': la Edison - scrive Costa su Fb - Non e' una novita', lo dicevamo da anni, ma un conto sono le parole e un altro sono i fatti. La Edison si attivi immediatamente per le bonifiche. Adesso vigileremo e ci renderemo parte attiva affinche' Edison nel piu' breve tempo possibile inizi le attivita' di bonifica e potremo re-investire i 50 milioni per altre operazioni di messa sicurezza del nostro Paese".

La replica di Edison

Edison "prende atto del contenuto della sentenza del Consiglio di Stato alla quale, come ha sempre fatto, si conformera', dando attuazione all'Ordinanza della Provincia di Pescara la cui validita' e' stata da essa confermata, pur ritenendone la assoluta arbitrarieta' e ingiustizia. La Societa' - recita una nota - crede, infatti, che la sentenza violi alcuni principi fondamentali del nostro ordinamento e di quello europeo, in materia non solo ambientale, ma anche civile e societaria, e contraddica la stessa giurisprudenza del Consiglio di Stato, minando gravemente la prevedibilita' della giurisdizione e la certezza del diritto". Edison "agira', conseguentemente, con ogni mezzo e in tutte le sedi contro tale pronuncia, a tutela delle proprie ragioni e per il ripristino della giustizia. In merito al Sito di Interesse Nazionale di Bussi e alle attivita' di bonifica relative ad esso, Edison fino a oggi e' stato l'unico soggetto a farsi carico di azioni di ripristino ambientale dell'area, cooperando, anche sul piano sociale, con le istituzioni pubbliche e tutti gli altri soggetti coinvolti, e mettendo a disposizione le proprie competenze e risorse economiche. La societa' ribadisce che portera' a termine quanto iniziato e che si assume questa responsabilita' e i relativi oneri, sopperendo all'inadempienza e al mancato intervento dell'attuale proprieta'". Edison, prosegue la nota, "ritiene di non avere alcuna responsabilita' o obbligo rispetto alle aree 2A e 2B e limitrofe del SIN di Bussi, oggetto della sentenza del Consiglio di Stato. Tali aree, infatti, distinte dalla Tremonti sono parte di Ausimont fin dal 1981 che ha realizzato e gestito le discariche che si trovano all'interno di esse. Detta societa' e' stata ceduta a Solvay che l'ha incorporata, succedendo nelle responsabilita' e negli obblighi di essa. Dal giugno 2018, infine, tali aree sono passate nella proprieta' e quindi nella custodia e responsabilita' al Comune di Bussi. Edison ricorda che gia' in passato e per altri contesti industriali ha dimostrato di essere in grado di operare in modo proficuo per la soluzione condivisa di problematiche ambientali anche piu' complesse di quella di Bussi"

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Costa: Edison proceda immediatamente con le bonifiche

"La sentenza del Consiglio di Stato e' inappellabile e mette finalmente la parola fine sulla ricerca della responsabilita' di uno dei disastri ambientali piu' gravi d'Italia. La discarica dei veleni di Bussi e' un buco nero nel cuore dell'Abruzzo e di tutto il Paese. Adesso Edison proceda immediatamente con le bonifiche. Non si puo' sottrarre alle sue responsabilita'". Cosi' il ministro dell'Ambiente Sergio Costa in merito alla sentenza di ieri del Consiglio di Stato che attribuisce a Edison la responsabilita' dell'inquinamento. "Il Ministero dell'Ambiente - ha aggiunto Costa - sara' sempre pronto al confronto se necessario e vigileremo che i tempi degli interventi siano rispettati. Ma adesso Edison parta subito: gli abruzzesi non possono piu' aspettare"

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Quaresimale conferma i finanziamenti per la Coppa Interamnia

“La Regione non arretra di un passo sul sostegno alla Coppa Interamnia. L’annullamento dell’edizione di quest’anno, non farà venir meno il finanziamento previsto per legge”. Il capogruppo Lega e consigliere regionale, Pietro Quaresimale, rassicura gli sportivi e gli organizzatori della “Interamnia” e rilancia: “I 50mila euro stanziati dalla Regione saranno assicurati anche per l’edizione 2021. Non sarà vanificato l’impegno della maggioranza di governo che ha voluto inserire questo evento sportivo tra quelli di maggiore rilievo in Abruzzo. Gli organizzatori e le autorità sanitarie non potevano fare altro che rinviare l’edizione 2020 che si sarebbe tenuta i primi di luglio. Anche se l’emergenza si attenuasse, non ci sarebbero i tempi tecnici per allestire la macchina organizzativa che, ricordo, è impegnata ogni anno a portare nel teramano squadre di pallamano da tutto il mondo”. “Sono convinto – dichiara infine Quaresimale – che il prossimo anno assisteremo a una settimana di sport più emozionante e ricca di sempre. Mantenere i valori, l’impegno e impiegare questo tempo per immaginare una edizione ancora più esplosiva, è l’invito e l’augurio che faccio agli organizzatori e alle istituzioni teramane”.

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L’Abruzzo avrà 120 milioni in più per la sanità

L'Abruzzo avra' circa 120 milioni di euro in piu' per il comparto della sanita', in prima linea nella emergenza coronavirus: quasi 90 riguardano il riparto regionale per i 4 miliardi in piu' previsti nel piano sanitario nazionale per il 2020, che e' complessivamente di 117 miliardi di euro; circa 31 per la ripartizione dei fondi nazionali gia' stanziati per l'emergenza Covid-19 con una serie di decreti, ultimo dei quali il cosiddetto "Cura Italia". Meta' di questa posta e' riservata alle spese specifiche sul personale sanitario, della partita fanno parte anche le integrazioni delle convenzioni con le cliniche private impegnate nel covid. I circa 31 milioni di euro sono stati gia' trasferiti nelle casse della Regione Abruzzo: si tratta quindi di fondi immediatamente spendibili, in parte anticipati dalla Giunta per fare fronte alle emergenze, che pero' la Regione non puo' utilizzare se prima non invia al Governo un programma operativo che non e' stato ancora redatto. Secondo quanto si e' appreso, i dirigenti avrebbero gia' preparato i documenti tecnici, come la variazione di bilancio. Da giorni il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Silvio Paolucci, anche con lettere ufficiali al presidente della Regione, Marco Marsilio, di Fdi, e all'assessore regionale alla Salute Nicoletta Veri', della Lega, chiede di conoscere gli interventi previsti e il cronoprogramma degli stessi. "Mai come in questo momento - spiega Paolucci - occorre intervenire con celerita', quindi bisogna immediatamente avere un piano operativo per sbloccare i fondi ed utilizzarli sul territorio. Rinnovo alla Giunta regionale l'appello a fare le nomine nelle Asl di Teramo e Pescara e negli altri settori nevralgici del settore".

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Coronavirus, le proposte di Italia Viva Abruzzo per l’economia

"La parola d'ordine oggi e' liquidita': per le attivita' economiche del Paese e anche di tutta la nostra Regione, la priorita' economica e' questa. In queste ore il Governo sta predisponendo un nuovo decreto di aiuti per le famiglie e le aziende. Sono ore decisive e, come Italia Viva, stiamo chiedendo che si prenda in considerazione la nostra proposta che puo' dare subito risposta al bisogno primario di ogni attivita', soprattutto quelle piu' piccole: la possibilita' di attivare prestiti bancari immediati interamente garantiti dallo Stato". Lo afferma il Coordinamento Regionale di Italia Viva Abruzzo, impegnato in queste ore insieme con Camillo D'Alessandro, deputato e Coordinatore Regionale, per stimolare il Governo ad adottare la misura migliore al fine di dare fiato alle imprese e al sistema economico. "L'emergenza sanitaria ha, sicuramente, la priorita' ma altrettanta attenzione va riservata all'emergenza economica. La nostra proposta - spiegano da Italia Viva - prevede che liberi professionisti, lavoratori autonomi, imprenditori individuali e societa' fino a 50 milioni di fatturato possano fare domanda ad una banca chiedendo ognuno di avere il 25% del proprio fatturato del 2019. La banca eroga il prestito velocemente, senza burocrazia e senza controlli di rating grazie alla garanzia statale al 100%. L'importo viene restituito a partire dal gennaio 2022, in 100 rate, con interessi a carico dello Stato. Per le attivita' nate negli ultimi 12-18 mesi, si puo' considerare come parametro aggiuntivo quello del costo del lavoro. In questo modo l'impresa e il professionista riprendono a lavorare in sicurezza, pagando i fornitori per gli acquisti e gli investimenti, i dipendenti e i collaboratori. Si tratta di una proposta concreta e realizzabile - concludono i referenti di Italia Viva Abruzzo - che stiamo avanzando in queste ore al Governo e che chiediamo a chi la condivide di sostenere. Sono le ore in cui si definiscono i contenuti del decreto e non possiamo lasciare nulla di intentato per dare un aiuto vero al nostro sistema economico, soprattutto alle piccole e medie imprese che rappresentano il cuore pulsante della nostra economia territoriale e non solo".

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Terremoto del 6 aprile 2009, il messaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella

"Il ricordo della notte del 6 aprile di undici anni or sono è impresso con caratteri indelebili nelle menti e nei cuori dei cittadini de L' Aquila e di tutti gli italiani. Un terribile terremoto portò morte e devastazioni, gettò numerose famiglie nella sofferenza e talvolta nella disperazione, rese inaccessibili abitazioni, edifici, strade, costringendo a un percorso fortemente impegnativo, prima di sopravvivenza, poi di ricostruzione". E' quanto ha scritto Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato al Sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi. Mattarella ha sottolineato, in un passaggio del suo messaggio che, anche nella difficile situazione determinata dalla pandemia,"la ricostruzione de L'Aquila resta una priorità e un impegno inderogabile per la Repubblica. I cittadini hanno diritto al compimento delle opere in cantiere, al ritorno completo e libero della vita di comunità, alla piena rinascita della loro città".

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Coronavirus, pronti a partire i lavori per il nuovo ospedale Covid di Pescara all’ex Ivap

Tutto pronto per avviare il progetto e costruire il nuovo ospedale Covid di Pescara all'ex Ivap, con entro un mese la predisposizione dei primi 20 posti. Un progetto che si avvarra' di un finanziamento complessivo di 10 milioni di euro: 7 attinti per la prima emergenza dal fondo costituito presso la Protezione civile nazionale e 3 messi a disposizione da Banca d'Italia. A riferirlo e' stato il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio nel corso di una conferenza stampa convocata presso la sede di Pescara. Dieci milioni che, ha aggiunto, dovrebbero essere sufficienti per completare i lavori, ma se non dovessero esserlo "le nostre risorse sono pronte e utilizzabili". Una nuova struttura che dovrebbe avere complessivamente 124 posti letto (40 di terapia intensiva) e che sara' destinata ai pazienti Covid, ma che, ha aggiunto Marsilio, "sara' un'eredita' che lasceremo alla Regione Abruzzo come patrimonio permanente"

Il cantiere sara' operativo h24, sette giorni su sette. 

 "Quando dovessimo finalmente capire che la distribuzione delle mascherine inizia a diventare regolare ed accessibile, allora avra' un senso e potremmo passare a questa fase a cui arriveremo, perche' credo che la riapertura che sara' graduale presentera' una serie di obblighi e atteggiamenti prudenziali. Dovremmo abituarci a lungo a questa mascherata". Cosi' il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, nel corso di una conferenza stampa convocata nella sede di Pescara, sull'uso obbligatorio delle mascherine che, dunque, diventera' obbligatorio anche in Abruzzo, e' questo nei piani, ma solo quando i cittadini potranno essere certi di avere a disposizione i dispositivi.

"Prima di scegliere la struttura di Pescara, secondo le linee guida dettate dal Ministero della Sanita' e dagli infettivologi, i nostri tecnici avevano valutato anche altre ipotesi, tra cui gli immobili di Manoppello. Dopo attente valutazioni, la struttura ex Ivap e' sembrata quella piu' idonea. E' un progetto che ha ulteriore pregio: dopo l'emergenza la struttura sara' lasciata in eredita' al sistema sanitario regionale". Il presidente abruzzese Marsilio ha concluso: "Questa pandemia ci portera' a rivedere l'intera organizzazione sanitaria regionale sul territorio". L'assessore Nicoletta Veri' ha affermato: "Non dobbiamo allentare il livello di attenzione - ha detto l'assessore Veri' - in quanto una cura certa ed un vaccino non li abbiamo ancora trovati"

"La media dei contagi dell'ultima settimana ci incoraggia a pensare che possiamo iniziare a pensare l'uscita dalla fase piu' dura e piu' critica. Ma noi come il resto del mondo sappiamo che fino a quando non ci sara' il vaccino saremo soggetti a ricadute, focolai, recrudescenze per cui potremmo ritrovarci di fronte alla necessita' di nuove chiusure parziali", per questo e' necessario ripensare la "riorganizzazione ospedaliera. Questa ondata e questo evento condizionano i ragionamenti sul futuro e qualche riflessione e modifica rispetto alla normale progettualita' deve essere fatta". Cosi' il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio nel corso della conferenza stampa convocata a Pescara per ufficializzare la realizzazione di un ospedale Covid nella citta', che sara' ospitato nella sede ex Ivap e realizzato con un investimento complessivo di 10 milioni di euro. "La palazzina per un po' di mesi sara' dedicata a separare la parte infettiva dedicata al Coronavirus dal resto dell'ospedale cosi' che questo sia restituito alla sua normalita'- ha aggiunto- Poi, una volta che sara' organizzato, avremo la sicurezza di poter avere un polmone nel quale, in caso di necessita', si potra' affrontare il tema in sicurezza senza trovarci, come accaduto, in grave difficoltà". 

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Coronavirus, hotel per i familiari che hanno un parente positivo al covid-19

Strutture alberghiere per i familiari che hanno un parente positivo in casa e un protocollo per assicurare le cure ai detenuti che dovessero contrarre il Covid 19. Nella riorganizzazione della rete ospedaliera messa in campo dalla Regione Abruzzo ci sono anche queste priorita'. Lo ha spiegato l'assessore regionale alla Sanita', Nicoletta Veri', nel corso della conferenza stampa convocata dal presidente della Regione Marco Marsilio per ufficializzare la realizzazione di un ospedale Covid a Pescara nell'ex sede Ivap. "Il nostro obiettivo- ha sottolineato Veri'- e' eliminare al massimo i contagi, per cui dobbiamo dividere le famiglie. Dove questa possibilità non c'e', dobbiamo dare noi delle risposte. Con la Asl di Teramo- ha quindi annunciato- mi sono confrontata ieri e si stanno ora cercando strutture alberghiere per ospitarli". L'assessore, ricordando che in tutto il territorio sono gia' attivi da settimane dei centri dove sono ospitati i pazienti Covid poco sintomatici, ha quindi fatto riferimento ai detenuti. "Posso confermare- ha aggiunto- che proprio ieri c'e' stato un incontro per le carceri su come gestire questi pazienti per un'eventuale gestione all'interno dei penitenziari. Finalizzato un protocollo e una definizione dei ruoli". Cure che, ha concluso, saranno dunque garantite all'interno delle carceri, ma, a seconda della complessita' e qualora ve ne sia necessita', anche al di fuori di queste. 

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Terremoto del 6 aprile 2009, il ricordo del presidente Lorenzo Sospiri

“In questo momento della storia dell’uomo, in cui sembrano venire meno le certezze e le speranze, è importante non disperdere la memoria degli eventi. Quando la natura, in maniera così brutale e inaspettata, rimodella le anime e le pietre di un intero territorio, non resta che conservare, nelle generazioni, il ricordo e la celebrazione di quello che è stato. Ecco che la memoria del sisma aquilano del 2009, quest’anno assume significati diversi e più profondi. Il dolore si sovrappone ad altro dolore e magari, in questa spirale di sentimenti umani, così intimi, la comunità degli abruzzesi coglierà in maniera più chiara e significativa il senso delle cose perdute, insieme alla bellezza della ricostruzione e al coraggio di rialzarsi. Esattamente 11 anni fa, in questa stessa notte, tra la domenica delle Palme e il lunedì, sul nostro Capoluogo di Regione il 6 aprile 2009, si abbatté una tremenda sciagura. Oggi come allora, il ricordo delle 309 vittime del sisma aquilano, insieme a tutte le vittime dei disastri naturali che hanno colpito la nostra Regione, è forte nel mio cuore e nel mio spirito. Non dimenticheremo mai quei giorni di sofferenza che oggi purtroppo coincidono con un virus che sta mietendo ancora tante, troppe vittime. L'Assemblea regionale abruzzese sarà sempre presente e vicina, oggi come all’ora, al dramma subito dall'Aquila. La cancellazione della fiaccolata commemorativa, paragonabile al rinnovo annuale di un abbraccio tra gli aquilani e l’Abruzzo, sarà l’ennesima rinuncia che questo periodo impone, non sarà però l’alibi per “non esserci” con il cuore e con qualche piccolo gesto simbolico. Il Consiglio regionale aderisce all’iniziativa promossa dai Comitati dei Familiari delle Vittime e dal Sindaco dell’Aquila, quella di accendere una luce alle finestre e ai balconi, alla mezzanotte tra il 5 e il 6 aprile. Il colonnato dell’Emiciclo sarà illuminato dalle fiaccole, dando particolare rilievo alla bandiera tricolore. Quest’anno il ricordo del sisma aquilano abbraccerà l’intera Italia”. Lo dichiara in una nota il presidente del Consiglio regionale d'Abruzzo, Lorenzo Sospiri.

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Coronavirus, il piano della Regione Abruzzo doveva esser pronto nel 2016

"I coronavirus sono un esempio di virus che hanno effettuato il salto di specie". E' quanto si legge nel Piano di Prevenzione 2014-2018 della Regione Abruzzo, in cui l'ente scriveva che "le infezioni da Sars CoV, Mers CoV, nuovi ceppi influenzali a trasmissione umana, l'influenza aviaria H7N9 e le infezioni da Ebola virus alimentano il burden delle malattie infettive e sono causa di elevato livello di attenzione al livello globale". In base al Piano la Regione doveva approvare entro il 2016 una "delibera regionale per l'adozione di un Piano permanente per la gestione delle emergenze infettivologiche ed in particolare per l'adeguata diagnosi e presa in carico dei pazienti con infezioni diffusive per via aerea". Per la Regione, in sintesi, bisognava "introdurre un piano di risposta generale regionale alle grandi emergenze infettive per poterle contenere, circoscrivere la loro trasmissione e mantenere in sicurezza gli operatori sanitari coinvolti nelle procedure di assistenza e di cura".

Il Piano di Prevenzione fu approvato nel 2015, modificato nel 2016 e poi prorogato anche per il 2019 nel 2018. Nel confermare che quella delibera non c'e' mai stata, fonti della Regione sottolineano che lo scopo doveva essere una "gestione omogenea all'interno delle Asl" e che oggi "nella prassi e nell'organizzazione" viene fatto tutto cio' che e' necessario e che il Piano permanente avrebbe potuto prevedere.


Nel documento la Regione scriveva che "un livello di guardia costantemente elevato permette, a costi comunque strutturali e contenuti, una migliore potenzialita' di risposta ad eventuali evenienze emergenti di rischio" consentendo, grazie alle capacita' di monitoraggio e risposta "di evitare tassi elevati di trasmissione in caso di esposizioni a rischio, ridurre la mortalita' e la stessa morbilita' associata alle emergenze infettive. Lo sviluppo di piani aggiornati di preparazione e risposta intersettoriali in grado di identificare rapidamente e contenere tempestivamente le emergenze infettive e la disponibilita' di piani e presidi, sia generici che specifici per patologia infettiva - si legge ancora - e' pertanto un obiettivo da perseguire per una risposta di sanita' pubblica efficace". "Le epidemie di infezioni di nuovi agenti infettivi e delle infezioni riemergenti, oltre a provocare l'aumento della mortalita', provocano l'impoverimento delle risorse degli Stati a causa dell'alto tasso di ospedalizzazioni e della necessita' di cure ed assistenza spesso costose ed intensive", prosegue il Piano di prevenzione.

"In assenza di un vaccino prontamente disponibile e di farmaci efficaci - scrivevano gli esperti - le uniche misure di sanita' pubblica per il controllo dell'epidemia sono rappresentate da strategie di identificazione e contenimento, incluso l'isolamento o quarantena dei casi accertati per la prevenzione della trasmissione interumana".

"Il punto chiave in questi sforzi - si legge - e' rappresentato dall'esistenza di strumenti per la diagnosi precoce e per la immediata presa in carico dei pazienti, dall'esistenza di sistemi di sorveglianza che forniscano accesso immediato alle informazioni sul numero di nuovi casi clinici, dalla ricerca della fonte di esposizione, dalla possibilita' di produrre farmaci e/o vaccini attivi. Per i casi accertati devono essere messi in atto provvedimenti sanitari che vanno dall'isolamento alle cure assistenziali di base". Oltre all'approvazione del "Piano permanente per la gestione delle emergenze infettivologiche" entro il 2016, il Piano di Prevenzione prevedeva di ispezionare "tutte le UO di Pronto Soccorso della Regione, ed in tutte identificate aree di sicurezza e percorsi separati per il triage dei pazienti a rischio respiratorio. Si trattera' di chiara identificazione e finalizzazione di locali adeguati per l'isolamento temporaneo, prima del trasferimento del paziente nella struttura piu' vicina per il triage completo, come di seguito esplicitato". "Tale adeguamento di base - si legge nel documento - verra' previsto ed introdotto in tutte le strutture sanitarie dotate di pronto soccorso e non incluse nel novero di della rete di triage in sicurezza/diagnosi/presa in carico precoce (Spoke), per evitare il piu' possibile i rischi di trasmissione nelle fasi preliminare al trasporto dei pazienti nei centri di riferimento (Hub). Nelle strutture ospedaliere ove e' presente una UO di Malattie Infettive per la presa in carico dei pazienti a rischio di diffusione aerea (Hub), verranno invece strutturate con adeguamento permanente camere di isolamento con pressione negativa adiacenti ai locali di pronto soccorso, con la dotazione adeguata dei presidi diagnostici radiologici e microbiologici sopra menzionati"
La Regione Abruzzo, prima con la determina Dg14/60 del dicembre 2006 e poi con la delibera di Giunta 831 dell'agosto 2007, aveva costituito il Comitato Pandemico Regionale con 20 dirigenti ed esperti. Il Comitato aveva come scopo il "coordinamento per una eventuale pandemia antinfluenzale" e l'"elaborazione del Piano pandemico regionale". Nel pieno dell'emergenza coronavirus, pero', nei vari documenti della Regione e nelle dichiarazioni degli addetti ai lavori tale organismo non e' mai stato menzionato. Fonti della Regione precisano che oggi si occupa di quelle funzioni, tra l'altro, il comitato costituito nell'ambito del Piano Nazionale di Contrasto dell'Antimicrobico-Resistenza. Con un'altra delibera di Giunta, la 389 del luglio 2009, a seguito del caso dell'influenza aviaria, venne approvato il Piano "Strategie e misure di preparazione e risposta a una pandemia influenzale nella Regione Abruzzo" - uno dei provvedimenti cui si fa riferimento oggi - e sempre nel 2009 la Giunta integro' con altri esperti il Comitato Pandemico istituito nel 2006. Nel Piano del 2009 si puo' leggere che "l'influenza pandemica si sviluppa sporadicamente ed imprevedibilmente. Tuttora - prosegue il documento - esistono le circostanze affinche' un nuovo virus con potenzialita' pandemica emerga e si diffonda". Nel Piano si ribadisce, inoltre, l'importanza del ruolo del Comitato pandemico regionale, prescrivendo altresi' che ogni azienda sanitaria regionale si doti di un Gruppo pandemico aziendale con relativo coordinatore, elabori il Piano pandemico aziendale e, infine, definisca i Piani di emergenza per i presidi ospedalieri. Nel Piano pandemico aziendale, tra le varie misure previste, quelle di "adottare i protocolli di utilizzo di dispositivi di protezione individuale (Dpi) per le categorie professionali a rischio", oltre a "stimare il fabbisogno di Dpi, provvedere al loro adeguato approvvigionamento e coordinare la distribuzione". Tra gli attuali provvedimenti legati all'emergenza Covid-19, viene adottato, tra l'altro, il Piano delle Maxi-emergenze, approvato nel 2018 e relativo a criticita' come grandi eventi, alluvioni e attacchi terroristici, anche con virus. Per questi ultimi, in materia di Dpi e procedure, e' fortemente raccomandato al personale impegnato di utilizzarli con "osservanza maniacale".

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