Primo Piano

Commercio, Istat: a novembre vendite al dettaglio -0,2%

A novembre 2019 si stima, per le vendite al dettaglio, un calo congiunturale dello 0,2% in valore e dello 0,3% in volume. La diminuzione riguarda i beni non alimentari (-0,3% in valore e -0,4% in volume) mentre le vendite dei beni alimentari calano in volume (-0,2%) ma restano invariate in valore. Lo comunica l'Istat. Su base tendenziale a novembre si registra una crescita complessiva dello 0,9% in valore e dello 0,7% in volume. Aumentano le vendite dei beni alimentari (+2,2% in valore e +1,4% in volume) mentre le vendite dei beni non alimentari sono stazionarie in valore e in lieve aumento in volume (+0,1%).

Nel dettaglio nel trimestre settembre-novembre 2019, rispetto al trimestre precedente, le vendite al dettaglio diminuiscono dello 0,1% sia in valore sia in volume. Sono in calo le vendite dei beni non alimentari (-0,1% in valore e -0,2% in volume) e le vendite in volume dei beni alimentari (-0,1%) mentre per quelle in valore non si registrano variazioni.Per quanto riguarda i beni non alimentari, si registrano variazioni tendenziali eterogenee tra i gruppi di prodotti. Gli aumenti maggiori riguardano prodotti di profumeria, cura della persona (+3,8%) e mobili, articoli tessili, arredamento (+2,2%). Le flessioni più marcate si evidenziano, invece, per i prodotti farmaceutici (-2,7%) e Foto-ottica e pellicole, supporti magnetici, strumenti musicali (-1,2%).Rispetto a novembre 2018, il valore delle vendite al dettaglio aumenta del 3,3% per la grande distribuzione e diminuisce dell’1,4% per le imprese operanti su piccole superfici. In aumento il commercio elettronico (+4,1%)

"A novembre - commenta l'Istat - prosegue la dinamica tendenziale positiva per il commercio al dettaglio, con il sesto mese consecutivo di crescita. L'andamento positivo, peraltro, è limitato al commercio elettronico e alla grande distribuzione, settori per i quali si amplia la divergenza rispetto alla distribuzione tradizionale; quest'ultima, infatti, contrariamente agli altri canali distributivi, continua a mostrare flessioni. L'incremento delle vendite on-line, più modesto rispetto a quanto registrato lo scorso anno, risente probabilmente della stabilizzazione delle vendite legate al cosidetto Black Friday, ormai divenuto un appuntamento fisso per il mese di novembre".

Leggi Tutto »

Servizi pubblici, Cnel: costi elevati e aumenta il divario nord-sud

 I servizi delle pubbliche amministrazioni centrali e locali a cittadini e imprese hanno un elevato peso economico rispetto alla qualità delle prestazioni erogate. Il divario Nord-Sud, tranne poche eccezioni, è sempre più accentuato. Il costo maggiore che pesa su cittadini e imprese riguarda i servizi amministrativi (205 euro pro capite, con un aumento del +0,6%), i servizi legati all'istruzione impegnano mediamente 681 euro per ciascun residente sui bilanci degli enti comunali, i servizi del sociale costano 77 euro pro capite (-1%). Sono alcuni dei dati che emergono dalla Relazione 2019 al Parlamento e al Governo sui livelli e la qualità dei servizi offerti dalle Pubbliche amministrazioni centrali e locali a imprese e cittadini, realizzata dal Cnel. Il dato più critico è rappresentato è rappresentato dagli asili nido, che, tranne pochi casi virtuosi, sono ancora sottodimensionati rispetto alle reali esigenze delle famiglie e vedono diminuire gli investimenti, rappresentando anche uno dei maggiori ostacoli alla conciliazione dei tempi di vita e lavoro delle donne

Lo studio verrà presentato mercoledì 15 gennaio 2020 (ore 10), a Roma, al Cnel, apriranno i lavori Tiziano Treu, presidente del Cnel e Fabiana Dadone, ministra per la Pubblica Amministrazione, insieme ai vicepresidenti Gianna Fracassi ed Elio Catania. Il quadro complessivo che emerge è sempre quello di un'amministrazione "in movimento" soprattutto grazie al graduale diffondersi dei processi di digitalizzazione all'interno dell'amministrazione pubblica che risulta però ancora troppo appesantita, come continuano a segnalare gli indicatori della Banca Mondiale da una eccessiva complessità di regole e di percorsi procedurali che si traducono non solo in meri aspetti di inefficienza della gestione amministrativa ma, soprattutto, in oneri significativi sulla vita delle imprese e dei cittadini. Sul fronte sanitario, si legge, l'Italia si colloca tra i Paesi più virtuosi anche se i risultati ottenuti in termini di salute e di efficienza sanitaria sono inficiati nel loro valore dal peso delle disparità che si registrano nell'offerta di servizi, nei tempi di attesa e nelle differenze territoriali. Per la propria salute i cittadini spendono mediamente 655 euro all'anno. L'Italia è il Paese europeo con le più grandi differenze tra regioni

 - Il nostro Paese non eccelle neanche in termini di innovazione tecnologica. Il livello di digitalizzazione è medio-basso che pone l'Italia tra gli stati non-consolidated eGov, cioè coloro che non sfruttano appieno le opportunità fornite dalle tecnologie digitali. Situazione opposta per le amministrazioni centrali dello Stato ch hanno raggiunto punte di eccellenza e consentono la gestione online della quasi totalità dei procedimenti amministrativi di propria pertinenza: come nel caso dell'Agenzia delle Entrate, l'Inps e l'Agenzia delle Dogane che rappresentano esempi concreti di un'efficace interazione con cittadini e imprese attraverso i propri siti web. 

Leggi Tutto »

Nel 2018 sono stati 62 mila circa i ‘cervelli in fuga’

Se nel 2018 sono stati 62 mila circa i cosiddetti “cervelli in fuga” che hanno lasciato l’Italia per trasferirsi all’estero 1 , per contro, 598 mila giovani in età compresa tra i 18 e i 24 anni hanno abbandonato precocemente l’attività scolastica, rischiando di finire ai margini della nostra società. A dirlo è l’Ufficio studi della CGIA che con il suo coordinatore, Paolo Zabeo, afferma: “Premesso che perdere oltre 60 mila giovani diplomati e laureati ogni anno costituisce un grave impoverimento culturale per il nostro Paese, è ancor più allarmante che quasi 600 mila ragazzi decidano di lasciare gli studi anticipatamente. Un numero, quest’ultimo, 10 volte superiore al primo. Un problema, quello degli descolarizzati, che stiamo colpevolmente sottovalutando, visto che nei prossimi anni, anche a seguito della denatalità in atto, le imprese rischiano di non poter contare su nuove maestranze sufficientemente preparate professionalmente. Un problema che già oggi comincia a farsi sentire in molte aree produttive, soprattutto del Nord”. Sebbene negli ultimi anni ci sia stata una contrazione del fenomeno un elevato numero di giovani continua a lasciare prematuramente la scuola, anche dell’obbligo, concorrendo ad aumentare la disoccupazione giovanile, il rischio povertà ed esclusione sociale. Una persona che non ha un livello minimo di istruzione, infatti, è in genere destinata per tutta la vita ad un lavoro dequalificato, spesso precario e con un livello retributivo molto basso, rispetto a quello cui potrebbe aspirare, almeno potenzialmente, se possedesse un titolo di studio medio-alto. “Peraltro – segnala il segretario della CGIA Renato Mason - un Paese che aspira ad essere moderno, oltre a poter contare sull'utilizzo di tecnologie avanzate, è altrettanto importante che possa avvalersi di una manodopera qualificata. Altrimenti, c’è il pericolo di un impoverimento generale del sistema Paese e, in misura ugualmente preoccupante, di una marginalizzazione di molti soggetti che difficilmente potranno essere reintegrati attivamente nella nostra società. Tutti gli esperti, infatti, sono concordi nel ritenere che la povertà educativa e la povertà economica sono strettamente correlate”. Le cause che determinano l'abbandono scolastico sono principalmente culturali, sociali ed economiche: i ragazzi che provengono da ambienti socialmente svantaggiati e da famiglie con uno scarso livello di istruzione hanno maggiori probabilità di abbandonare la scuola prima di aver completato il percorso di studi. C'è anche un fattore di genere: ad abbandonare precocemente la scuola sono più i maschi che le femmine. 

Leggi Tutto »

Viadotti autostrada A14, lunedì la decisione sulla riapertura

Potrebbe presto riaprire ai mezzi pesanti il tratto abruzzese dell'autostrada A14 compreso tra i caselli di Pescara Nord e Pineto, interdetto su disposizione del gip del Tribunale di Avellino, blocco che ha mandato in tilt la viabilita' locale e che, martedi', primo giorno lavorativo dopo le vacanze di Natale, ha generato una paralisi del traffico senza precedenti in tutta l'area metropolitana pescarese. Mentre le polemiche non si placano, al termine di un incontro tra i tecnici di Autostrade per l'Italia e quelli del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il ministro Paola De Micheli fa sapere che si "dara' parere favorevole al ripristino della circolazione se i dati positivi inerenti la messa in sicurezza del viadotto Cerrano saranno confermati nella relazione finale che il concessionario dovra' fornire al Mit il 13 gennaio". Uno spiraglio che arriva proprio nel giorno in cui il governatore dell'Abruzzo, Marco Marsilio, incalzato dai sindaci e dai territori, aveva detto che "se non si trova una soluzione saremo pronti anche a bloccare l'ingresso dei tir in Abruzzo, consapevoli del disastro economico e sociale che tutto questo comportera'". La viabilita' ordinaria e la strada statale 16 sono infatti in tilt tra Pescara, Montesilvano, Citta' Sant'Angelo - nel territorio angolano c'e' il casello con l'uscita obbligatoria per i mezzi pesanti - Silvi e Pineto. E si registrano anche i primi effetti sull'ambiente provocati dal traffico e dalle migliaia di Tir che viaggiano tra case, uffici e negozi: ieri qualita' dell'aria "scadente" in base ai dati della centralina dell'Agenzia regionale per la tutela ambientale (Arta) che si trova a Montesilvano, la piu' vicina al casello di Citta' Sant'Angelo. Autostrade per l'Italia, gia' ieri, dopo il rigetto dell'istanza di dissequestro del viadotto da parte dell'autorita' giudiziaria, aveva sottolineato che "secondo tutte le analisi tecniche svolte finora da Aspi e da qualificate societa' esterne" l'interdizione ai mezzi pesanti "puo' essere superata". Resta l'appuntamento di lunedi' 13 gennaio: la societa' dovra' fornire al Mit una relazione finale. Se i dati positivi riguardanti la messa in sicurezza del viadotto saranno confermati, fa sapere il Ministero, verra' dato "parere favorevole al ripristino della circolazione, ad andatura contenuta, per i Tir". In una lettera inviata a Marsilio, la ministra De Micheli chiarisce inoltre che "anche per le barriere laterali dovrebbero esserci i presupposti per un parere favorevole alla riduzione delle aree sequestrate" e che "con l'Universita' La Sapienza e' in corso di progettazione un piano di gestione delle emergenza che, in caso di superamento delle soglie di allerta dovuto a fenomeni franosi, consentira' di mettere in sicurezza l'autostrada senza comprometterne la funzionalita'".

Leggi Tutto »

Liris: Abbattere il ‘Ferro di cavallo’

"Tutelare innanzitutto le persone oneste tenendo conto dell'esigenza degli inquilini in possesso dei requisiti necessari per abitare gli alloggi di edilizia residenziale pubblica, di godere di una sistemazione abitativa dignitosa. Una volta ricollocate in maniera adeguata queste persone, potremo pensare ad una qualsiasi politica, compreso l'abbattimento del complesso Ferro di cavallo di Rancitelli". È la dichiarazione dell'assessore con delega all'Edilizia residenziale pubblica, Guido Quintino Liris, al termine della riunione di questa mattina, a Pescara, in Regione, con il sindaco di Pescara, Carlo Masci, il presidente del Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, il presidente dell'ATER di Pescara, Mario Lattanzio, oltre a tecnici e funzionari di ATER e Prefettura, sulla situazione di degrado esistente nel complesso edilizio popolare denominato Ferro di Cavallo. Un vertice che è stato presieduto dal presidente della Giunta regionale, Marco Marsilio. "Ho voluto fortemente l'incontro di oggi - ha spiegato Liris - per ascoltare tutti i portatori di interesse in ambito di Edilizia Residenziale Pubblica e prendere decisioni, non certo sulla scia di un'onda emotiva, ma tenendo conto e contemperando due realtà: quella regionale che deve tutelare il valore patrimoniale degli alloggi e l'amministrazione comunale che deve studiare ed attuare politiche di programmazione urbanistica. La volontà comune - ha aggiunto - è quella di ridurre le sacche di disagio sociale e, a tal proposito, l'abbattimento del cosiddetto Ferro di Cavallo potrebbe rappresentare uno choc positivo per la città di Pescara". E' stato concordato un nuovo incontro, da fissare nel giro di un paio di settimane, per fare il punto della situazione sulle risorse disponibili per l'attuazione degli interventi ritenuti più urgenti. "In ogni caso - ha concluso Liris - anche l'abbattimento del Ferro di cavallo dovrà rientrare in un contesto generale di ridisegno urbanistico di quella zona di Pescara che merita di essere riqualificata a beneficio in primis di chi risiede nel rione Rancitelli e poi di tutti i pescaresi".

Leggi Tutto »

Coldiretti Abruzzo coi dazi Usa teme per il Montepulciano

 'La minaccia di Trump di imporre tasse aggiuntivi fa tremare anche l'Abruzzo del vino che è il prodotto agroalimentare Made in Italy piu' esportato in Usa con un aumento, a livello nazionale, del 5% in valore nel 2019'. Lo dice Coldiretti Abruzzo in una nota sulla base dei dati Istat relativi ai primi nove mesi del 2019 in riferimento alla consultazione pubblica avviata dal Dipartimento del Commercio statunitense (USTR) nell'ambito dello scontro sugli aiuti al settore aereonautico che coinvolge l'americana Boing e l'europea Airbus. Tra i nuovi prodotti che potrebbero essere colpiti dai dazi - sottolinea la Coldiretti - c'è infatti anche il vino italiano che a differenza di quello francese era scampato alla prima black list scattata ad ottobre 2019. Gli Stati Uniti - continua la Coldiretti - sono il principale consumatore mondiale di vino e l'Italia è il loro primo fornitore con gli americani che apprezzano tra l'altro il Prosecco, il pinot grigio e il Chianti ma anche in Montepulciano d'Abruzzo, il rosso di punta della vitivinicoltura regionale che si piazza ai primi posti della classifica di vendita della grande distribuzione organizzata a livello nazionale. Occorre dunque - conclude la Coldiretti - riprendere il dialogo per evitare uno scontro dagli scenari inediti e preoccupanti che rischia di determinare un pericoloso effetto valanga sull'economia e sulle relazioni tra Paesi alleati'. Coldiretti ricorda che in Abruzzo la produzione annuale media è di circa 4.500.000 quintali di uva e oltre 3milioni di ettolitri di vino di cui almeno un milione a denominazione di origine per un totale di circa 18mila aziende vitivinicole attive (e sempre a più alta specializzazione) su una superficie agricola complessiva di circa 30mila ettari. I vitigni più conosciuti e diffusi sono Montepulciano e Trebbiano, anche se negli ultimi anni stanno riscuotendo sempre maggiore interesse il Pecorino, la Passerina, il Moscato, la Cococciola e il Montonico. "La vitivinicoltura regionale - dice Coldiretti Abruzzo - è oggi una realtà importante tanto che l'Abruzzo può considerarsi tra le regioni in cui il vino - con particolare riferimento al Montepulciano - ha saputo imporsi fino a diventarne l'immagine di riferimento, con una filiera che costituisce il principale comparto agricolo regionale (21% dell'intera PLV, la più elevata incidenza tra le regioni italiane) e una produzione media di vino rappresentata dal 70% di vini rossi e da un restante 30% di bianchi".

Leggi Tutto »

Traffico sull’autostrada A14 e spesa dei fondi europei, le priorità di Marsilio

La Regione Abruzzo lancia di fatto un ultimatum alle istituzioni attraverso il presidente Marco Marsilio: "Se non si trova una soluzione saremo pronti anche a bloccare l'ingresso dei tir in Abruzzo, consapevoli del disastro economico e sociale che tutto questo comportera'". Marsilio spiega che code sull'autostrada e il caos sulla statale Adriatica comportano rischi per la sicurezza e la salute in Abruzzo troppo alti. "Attendiamo le riunioni di oggi al Ministero con fiducia"

"Riaprire il viadotto Cerrano sulla A14 ai tir" ha chiesto con forza il presidente della regione Abruzzo, Marco Marsilio, il quale si auspica che dalle riunioni al Ministero esca "il minimo indispensabile perche' l'obiettivo e' ridurre o limitare la chiusura delle carreggiate sotto sequestro, come Aspi ha proposto per rendere la viabilita' piu' fluida e impedire il caos dei trasporti"

"Vogliamo dare la giusta evidenza ai progressi che la Regione ha fatto in pochi mesi nell'accelerazione della spesa dei fondi europei e che la stessa Ue ci ha riconosciuto". E' quanto ha dichiarato il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, all'apertura dell'incontro 'L'Abruzzo che spende i fondi europei' che svolto nel teatro comunale di Citta' Sant'Angelo e che inaugura un viaggio nei cantieri e che in questo caso interessa il dissesto idrogeologico e i lavori appunto che si stanno facendo nel comune guidato dal sindaco Matteo Perazzetti. "Con le precedenti amministrazioni questi progressi non c'erano, ma noi vogliamo soprattutto portare sul territorio con queste visite ai cantieri cio' che l'Europa fa per l'Abruzzo e avvicinare il piu' possibile i cittadini alle istituzioni", ha concluso Marsilio

Secondo quanto reso noto dalla Regione sono quasi 62 mln di euro i fondi di obiettivo spesa Por Fesr 2014-2020 e per il 2019 a fronte del target prefissato di 22,9 mln la spesa totale e' stata di 25,2 mln. Nei documenti presentati a Citta' S.Angelo e' riferito il quadro dell'Asse V, ossia quello relativo alla riduzione del dissesto idrogeologico: la dotazione finanziaria per il periodo e' pari a 23,4 mln di euro e i comuni beneficiari di fondi sono 26. Per l'Asse IX, quello relativo al dissesto idrogeologico e rischio sismico la dotazione e' di 20 mln con interventi in 14 comuni beneficiari. Come ha spiegato Marsilio si tratta di "interventi che necessitano di 2 anni minimo di progettazione e visti i ritardi accumulati c'e' soddisfazione per questi risultati. E' necessaria l'interlocuzione con l'Ue, che non e' una nemica da cui difendersi, ma strumento di collaborazione aperta e umile direi, con funzionari che ci suggeriscono loro stessi come portare a casa dei risultati; ecco io credo che bisogna recuperare un rapporto positivo con le istituzioni europee. E' vero che a volte ci impongono regole che spesso sono ostacoli, ma dobbiamo lavorare proprio per dimostrare che l'Europa puo' essere il contrario, cioe' elemento di sviluppo". Insieme al sindaco Perrazzetti era presente anche Luigi Negri, rappourteur dell'Unione Europea con l'Abruzzo. Per l'alto funzionario questi risultati vi fanno onore, ed e' bene che ci sia la necessaria trasparenza nei confronti dell'opinione pubblica. Le cose si stanno facendo - ha detto il funzionario Ue - mettere mano al dissesto e' fondamentale, ci sono da realizzare opere indispensabili"

 

Leggi Tutto »

Crescita a ritmi moderati nell’area Euro

Nell'area euro prosegue la diversa fase ciclica tra i settori della manifattura e dei servizi: al calo della produzione industriale è corrisposta una maggiore vivacità dei servizi. Tuttavia, negli ultimi mesi, la fiducia delle imprese industriali sembra indicare una fase di sostanziale stazionarietà. In questo quadro, la crescita economica dell'area Euro è prevista mantenersi su ritmi moderati, con un incremento costante del Pil pari allo 0,3% per ciascun trimestre nell'orizzonte di previsione. E' quanto emerge dall'Eurozone economic outlook realizzato dall'Istituto di studi e previsione economica tedesco Ifo, dall'Istituto nazionale di statistica italiano Istat e dall'Istituto svizzero Kof. I consumi privati continuerebbero a sostenere la crescita, sostenuti dalle condizioni favorevoli del mercato del lavoro mentre la produzione industriale e gli investimenti dovrebbero mantenere un andamento negativo nel quarto trimestre del 2019 per poi riprendere con intensità contenute. L'inflazione annuale rimane bassa nel 2019, con una moderata accelerazione nella prima metà del 2020. I principali rischi per lo scenario previsivo sono legati alle tensioni tra Stati Uniti e Iran, mentre le tensioni sulla Brexit e sui contrasti commerciali tra Stati Uniti e Cina sono leggermente diminuiti.

Leggi Tutto »

Qualità delle cure, il Veneto al primo posto ma il Sud migliora

Il Veneto e' al primo posto nella classifica delle regioni che assicurano le migliori cure ai cittadini e toglie il posto al Piemonte, che scivola al quinto. Mentre Campania e Calabria, pur se a fondo della classifica, migliorano nettamente i punteggi. Questi, a quanto si apprende, i dati della nuova griglia Lea (Livelli essenziali di assistenza) - su 33 indicatori, dai ricoveri agli screening - che fa riferimento all'anno 2018 e che verra' pubblicata dal Ministero della Salute. Il Veneto e' in cima con 222 punti su 225.

Nella classifica, il Veneto e' seguito da Emilia Romagna (221), Toscana (220), Piemonte (218), Lombardia (211) e Liguria (211). Si trovano quindi Umbria (2010), Abruzzo (209), Marche (206) e Basilicata (191). Migliora i punteggi chi chiude la classifica: il Lazio passa da 180 punti del 2017 a 190 punti del 2018, la Puglia (da 179 a 186), il Molise (da 167 a 180) e la Sicilia (da 160 a 171). Chiudono la classifica la Campania, che balza da 153 punti del 2017 a 170 del 2018 e la Calabria, che passa da 136 ai 162. Spetta al Comitato permanente per la verifica dell'erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (Comitato LEA), il compito di verificare l'erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza in condizioni di appropriatezza e di efficienza nell'utilizzo delle risorse. La classifica, che esamina solo le regioni a statuto ordinario e la Sicilia, prende in considerazione 33 indicatori, che vanno dall'adesione agli screening oncologici ai parti cesarei, dal tasso di vaccinazione ai ricoveri inappropriati. In base al nuovo Patto per la Salute, siglato a dicembre, la griglia dei Lea sara' sostituita da un Nuovo Sistema di Garanzia, basato su 88 indicatori.

Leggi Tutto »

Spesa per interessi in calo di 900 milioni

La spesa per interessi passivi, quelli pagati sul debito, scende nel terzo trimestre del 2019 a 15 miliardi e 199 milioni, da 16 miliardi e 86 milioni dello stesso periodo del 2018, con un risparmio quindi di quasi 900 milioni, precisamente 887 milioni di euro. E' quanto rileva l'Istat diffondendo i dati sui conti trimestrali delle amministrazioni pubbliche.

In termini percentuali la riduzione annua della spesa per interessi passivi e' stata del 5,5%. Sempre nel terzo trimestre, quello estivo, il saldo primario delle amministrazioni pubbliche (ovvero l'indebitamento al netto degli interessi passivi) e' risultato positivo, con un'incidenza sul Pil dell'1,6% (era 1,9% nel terzo trimestre del 2018). Nel complesso, tra luglio e settembre, le uscite sono aumentate dell'1,5% rispetto al corrispondente periodo del 2018. A riguardo l'Istituto di statistica segnala la "forte crescita delle prestazioni sociali in denaro (+3,8%). Invece le uscite in conto capitale sono diminuite del 2,1%. Sul fronte opposto, le entrate sono salite dell'1,3% su base annua.

Nel mese di dicembre 2019 l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettivita' (Nic), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,2% su base mensile e dello 0,5% su base annua (da +0,2% del mese precedente). Lo stima l'Istat precisando che, in media, nel 2019, i prezzi al consumo registrano una crescita dello 0,6%, dimezzando quella del 2018 (+1,2%). Al netto degli energetici e degli alimentari freschi (l'inflazione di fondo), la crescita dei prezzi al consumo e' stata dello 0,5% (da +0,7% dell'anno precedente). L'istituto evidenza come la leggera ripresa dell'inflazione osservata a dicembre e' imputabile principalmente all'accelerazione dei prezzi dei carburanti (una componente molto volatile del paniere), che hanno registrato un'inversione di tendenza rispetto agli ultimi mesi. La crescita in media d'anno dei prezzi al consumo del paniere nel suo complesso (dimezzata rispetto al 2018), cosi' come quella della componente di fondo, confermano la debolezza dell'inflazione che ha caratterizzato l'intero 2019. 

Leggi Tutto »