Primo Piano

Cgia, per imprese italiane 57 miliardi di tasse a novembre

Gli imprenditori ed i lavoratori autonomi italiani saranno chiamati a corrispondere al fisco, nel mese di novembre, poco piu' di 57 miliardi di euro. A dirlo e' l'Ufficio studi della CGIA. "A causa dei mancati pagamenti, una buona parte delle 950 mila aziende che lavora per la Pubblica amministrazione deve pero' ancora incassare 57 miliardi di euro - ha spiegato il coordinatore dell'Ufficio studi della CGIA Paolo Zabeo - Con poca liquidita' a disposizione e il perdurare delle difficolta' di accesso al credito, per questi imprenditori non sara' facile recuperare i soldi per pagare le tasse". Secondo i risultati emersi dalle ultime indagini campionarie riportate dalla Banca d'Italia nella "Relazione annuale 2017", lo stock di debiti commerciali in capo all'Amministrazione pubblica italiana sarebbe sceso da 64 a 57 miliardi di euro. E in attesa che il ministero dell'Economia riesca a dimensionarli con esattezza, si ipotizza, al netto della quota riconducibile ai ritardi fisiologici (ovvero entro i 30/60 giorni come previsto dalla legge), che le imprese fornitrici vanterebbero 27 miliardi di crediti dalla PA. L'imposta piu' onerosa che le imprese e i lavoratori autonomi verseranno questo mese sara' l'Iva che comportera' un incasso per l'erario di 15 miliardi di euro. Seguira' l'acconto Ires in capo alle societa' di capitali (Spa, Srl, Societa' cooperative, etc.): queste ultime anticiperanno al fisco 14 miliardi di euro. I collaboratori e i lavoratori dipendenti, attraverso i rispettivi datori di lavoro, "daranno" al fisco le ritenute per un importo pari a 11,5 miliardi di euro. L'acconto Irpef, invece, costera' alle aziende 7,4 miliardi di euro, mentre l'Irap implichera' un prelievo di 6,5 miliardi. Infine, le ritenute Irpef dei lavoratori autonomi e l'addizionale regionale Irpef "pesera'" in entrambi i casi per poco piu' di 1 miliardo di euro. L'addizionale comunale Irpef e le ritenute bonifici detrazioni Irpef preleveranno dalle casse delle aziende rispettivamente 400 e 177 milioni di euro. 

Leggi Tutto »

Sondaggio, il consenso ai partiti della maggioranza in calo

Il calo dei consensi per i partiti del governo gialloverde non si ferma. Secondo la Supermedia dei sondaggi di questa settimana, la Lega e' ancora il primo partito con il 30,1% deiconsensi, ma continua a perdere terreno, ormai per la quarta settimana di fila. Il partito guidato dal ministro dell'Interno Matteo Salvini cede mezzo punto nell'ultima settimana e quasi un punto rispetto a 15 giorni fa. Non va meglio al Movimento 5 stelle, che nelle ultime settimane cala dello 0,7% e fa registrare il dato peggiore (27,6%) dal 4 marzo a oggi. I due partiti che sostengono il governo Conte continuano a godere complessivamente di un sostegno molto alto (57,7%) ma gradualmente si stanno allontanando da quel 60% toccato nei mesi scorsi. In lieve ripresa appare il Partito democratico, che torna dopo un mese e mezzo a toccare quota 17% guadagnando lo 0,4%. Liberi e uguali risale dello 0,2% al 2,7% mentre Potere al popolo perde lo 0,2% e scende al 2,1%. Ma i consensi persi dalla Lega sono interamente recuperati dagli altri partiti di centrodestra (Forza Italia, FdI e Nci) che complessivamente in due settimane crescono dello 0,9%. Nel dettaglio, FI si posizione all'8,9%(+0,5%), Fratelli d'Italia al 3,6% (+0,3%). Quella del centrodestra continua a rimanere di gran lunga l'area politica piu' forte in questo momento: vale oltre il 43%, e con questi numeri potrebbe aggiudicarsi facilmente la maggioranza assoluta dei seggi sia alla Camera che al Senato, in caso di nuove elezioni. 

Le recenti fibrillazioni interne alla maggioranza (nate intorno alla manovra economica, come quelle sul condono fiscale e quello edilizioper Ischia, ma anche quelle sul decreto sicurezza, o piu' recentemente sulla giunta Raggi e sulla riforma della prescrizione hanno esaltato le differenze di linea politica all'interno del Governo, e spinto alcuni a chiedersi chi avesse "l'ultima parola": se, in altre parole, contasse di piu' la Lega di Salvini o il M5S di Di Maio. In questo momento, secondo un sondaggio Ipsos pubblicato sul Corriere della sera, la percezione degli elettori e' che sia nettamente il primo a prevalere (44% contro il 9% che indica il M5S). La cosa interessante e' che anche secondo gli elettori pentastellati e' Salvini a "contare" di piu' (23% contro 21%). Di Maio puo' pero' consolarsi con gli indici di gradimento rilevati dallo stesso sondaggio. Tra gli esponenti del Movimento, il vicepremier di Pomigliano e' infatti quello che gode di gran lunga dei consensi piu' alti: il suo indice di gradimento e' pari al 51% contro il 42% di Fico, il 33% di Di Battista e il 21% di Beppe Grillo. E questa superiorita' di Di Maio si riscontri non solo tra gli elettori M5s ma anche tra quelli dell'alleata Lega. Secondo un sondaggio SWG, poi, quasi 3 elettori su 4 del M5s e circa 2 della Lega su 3 sono convinti che i media - e in particolare i programmi della Rai - abbiano un atteggiamento ostile verso il governo e la maggioranza. Se non sorprende affatto l'opinione di segno radicalmente opposto da parte degli elettori del Pd (il 91% pensa che il nuovo governo non sia nel mirino dell'informazione), colpisce invece come gli elettori di Forza Italia e FdI siano concordi con quelli gialloverdi. Cosi' com'e' a suo modo indicativo il dato degli indecisi, che in netta maggioranza (58%) sostengono che il governo non abbia di che lamentarsi dal trattamento ricevuto dalla stampa. I sondaggi anche indagato anche sulla corsa congressuale del Pd. Secondo un sondaggio di Antonio Noto per la trasmissione "Cartabianca", il governatore del Lazio Nicola Zingaretti sarebbe in testa nelle intenzioni di voto per le primarie con il 26%, seguito da Minniti (24%), Renzi (22%) e Martina (16%). In coda con il 5% Matteo Richetti. Sempre secondo il sondaggio di Noto, l'idea di una lista unica anti-sovranisti alle Europee 2019 piace alla maggioranza degli elettori del Pd (56%) mentre il 35% pensa che sia meglio che il PdD si presenti da solo con la sua lista

Leggi Tutto »

Imprese artigiane, Abruzzo per la prima volta sotto quota 30mila

Continua a perdere colpi il sistema delle micro imprese abruzzesi, che per la prima volta dopo anni e anni finisce sotto quota 30mila. Nel terzo trimestre del 2018, secondo una indagine condotta da Aldo Ronci per la Cna Abruzzo su dati Movimprese, «le aziende artigiane hanno segnato una flessione di 99 unità, peggior risultato degli ultimi quattro anni. La decrescita percentuale delle imprese artigiane è stato pari allo 0,33% valore quadruplo rispetto a quello medio italiano che si è attestato allo 0,08% e che pone la regione all’ultimo posto nella graduatoria nazionale». «Con il risultato – gli fa eco il direttore regionale della confederazione artigiana, Graziano Di Costanzo – che in una regione in cui si era arrivati a contarne oltre 36mila, si è scesi ora per la prima volta da anni sotto quota 30mila, per l’esattezza 29.988. Insomma, è stata abbattuta anche questa soglia “psicologica”».

Nelle province, sempre stando ai dati elaborati pubblicati da Movimprese, le variazioni sono state piuttosto disomogenee: Pescara (-33) riporta il decremento più consistente, seguita da Teramo (-28), Chieti (-21) e L’Aquila (-17). Volendo invece esaminare il fenomeno su un arco di tempo più lungo – ovvero i primi nove mesi – la flessione è stata di 432 unità: dato che, se da una parte migliora seppur di poco il dato rispetto agli ultimi quattro anni, conferma invece un andamento assai peggiore della media nazionale: 1,40%, valore doppio rispetto allo 0,72% italiano.

Tra i settori, il calo più consistente di aziende artigiane - seguendo ormai una tradizione consolidata - si registra nelle costruzioni (-51), meno nella ristorazione (-14), nelle attività manifatturiere (-13), nei servizi alle imprese (-10) e nel trasporto (-8). Mentre rimangono stabili servizi alle persone (+1) e riparazioni di auto e prodotti per la casa (+1).

Consolidata, pure, resta la notevole differenza tra l’andamento negativo dell’artigianato e quello positivo del totale delle imprese: tra gennaio e settembre, infatti, ha registrato un incremento di 754 unità, miglior risultato degli ultimi quattro anni, con un aumento dello 0,51% più alto della media nazionale (0,46%). Sul piano territoriale, peraltro, si rovesciano quasi specularmente i dati relativi al mondo della micro impresa: Pescara, infatti,  guida la graduatoria relativamente agli incrementi delle imprese considerate nel loro insieme (+127), seguita da Chieti (+98), L’Aquila (+67) e Teramo (+59).

«E’ certamente apprezzabile lo sviluppo del sistema delle imprese in generale, ma resta evidente questa difficoltà che ormai perdura da anni nel campo dell’artigianato. Un problema segnalato più volte e con drammaticità alle istituzioni regionali, che in materia hanno competenza esclusiva, senza tuttavia trovare risposte soddisfacenti. Un motivo che ci porta a richiedere, ancora una volta, alla Giunta regionale, arrivata ormai a termine della legislatura, di investire risorse consistenti in bilancio per finanziare la legge regionale vigente e attuare politiche di rilancio del settore».

 

Leggi Tutto »

Elezioni provinciali, vincono Zaffiri, Pupillo e Di Bonaventura

A Chieti il sindaco di Lanciano, Mario Pupillo, del centrosinistra, vince su Umberto Di Primio: 17.595 a 13.685. A Teramo vince di nuovo il centrodestra con Diego Di Bonaventura. Antonio Zaffiri, neo presidente della Provincia di Pescara ha vinto con 39.986 voti, staccando Luciano Di Lorito di cinquemila voti: il sindaco di Spoltore si ferma a 34.962, Catani a 13144.

Pescara

"Sono profondamente soddisfatto del risultato e della convergenza sulla mia persona": queste le prime parole di Antonio Zaffiri, sindaco di Collecorvino e neoeletto alla presidenza della Provincia di Pescara. Zaffiri è sostenuto da una coalizione di centrodestra composta da Lega, Forza Italia, Fratelli d'Italia e Azione Politica. "Ringrazio i partiti che hanno voluto appoggiarmi in una competizione complessa che ha evidenziato serietà in corsa e, soprattutto, che l'unione e la condivisione nella direzione del bene comune, portano all'unanimità e al successo - ha proseguito Zaffiri - Ringrazio Vincenzo Catani per aver partecipato con lealtà alla sfida e mi sento di rassicurarlo: faremo bene per l'area Vestina".

Soddisfazione è stata espressa anche da Gianluca Zelli, coordinatore regionale di Azione Politica: "Per la prima volta, un movimento civico è stato in maniera significativa all'interno di un'alleanza già strutturata, apportando un contributo rilevante. Questo risultato ci dà forza e ci sprona a continuare sulla strada intrapresa, quella del dialogo costruttivo. Ne siamo orgogliosi e siamo pronti a fare sempre meglio per la provincia pescarese" ha concluso Zelli.

Chieti

Il presidente uscente, Mario Pupillo (Pd), sindaco di Lanciano ed eletto la prima volta nel 2014, ha sconfitto lo sfidante, Umberto Di Primio, sindaco di Chieti (Forza Italia): Pupillo nel calcolo del voto ponderato ha avuto 44.076 voti (55,5%) contro i 35.357 (45,5%) di Di Primio. Alle urne si sono recati in 793 su 1250 aventi diritto, pari al 63,44%. Di Primio si è affermato solo nella fascia dei Comuni fino a 5.000 abitanti, in tutte le altre ha vinto Pupillo, con uno scarto di oltre 5.000 voti, in particolare, nei Comuni con più di 30.000 abitanti. "Sono contento - ha detto Pupillo al termine dello scrutinio -E' stata una bella battaglia, leale e sincera. Ringrazio tutti i sindaci che mi hanno votato: sarò il presidente di tutti i sindaci". "E' un buon risultato dal quale ripartire - ha commentato Di Primio - per ricostruire un vero progetto di governo del territorio che ci veda finalmente protagonisti".

Teramo

Con il 53,87% (282 voti, voto ponderale 48011) il sindaco di Notaresco (Teramo), Di Bonaventura, candidato della compagine di centrodestra, è il nuovo presidente della Provincia di Teramo. Giuseppe D'Alonzo, candidato del centrosinistra, si è fermato al 46,13 % (232 voti, voto ponderale 41177). Di Bonaventura è stato proclamato ufficialmente Presidente al termine dello spoglio. Ha votato l'85% degli aventi diritto: 517 fra sindaci e consiglieri, voti validi 514, una scheda bianca nella fascia Verde (Comune di Teramo), una scheda bianca nella fascia Rossa, una scheda nulla nella fascia Blu. "Il primo pensiero va a Valter Catarra e alla sua famiglia perché sono entrato in Provincia e in politica per lui - ha dichiarato il neopresidente - Lui sarebbe felice per me, di solito gli uomini sono gelosi e invidiosi, lui, invece era un politico sempre felice dei successi degli altri. Il secondo pensiero è alla provincia, intesa come territorio, so che da questo momento dovrò cambiare il mio modo di pensare e di essere: non più Diego Di Bonaventura di Notaresco, ma da Notaresco e attento a tutto il territorio".

Leggi Tutto »

Torna a salire la disoccupazione al 10,1%

Torna a salire la disoccupazione. A settembre secondo i dati diffusi dall'Istatil tasso dei senza lavoro risale al 10,1%, 0,3 punti in più su base mensile. L'Istat rileva che dopo l'aumento del mese scorso, la stima degli occupati a settembre 2018 torna a calare leggermente (-0,1% su base mensile, pari a -34 mila unità). Il tasso di occupazione scende al 58,8% (-0,1 punti percentuali). Il calo congiunturale riguarda donne e uomini e si distribuisce tra le persone di età compresa tra i 25 e i 49 anni. Nell'ultimo mese si stima una netta diminuzione dei dipendenti permanenti (-77 mila) mentre aumentano sia quelli a termine (+27 mila) sia gli indipendenti (+16 mila). Dopo due mesi di diminuzione, a settembre torna a crescere la stima delle persone in cerca di occupazione (+3,2%, pari a +81 mila unità). L'aumento della disoccupazione si distribuisce su entrambe le componenti di genere e tutte le classi di età. Il tasso di disoccupazione sale al 10,1% (+0,3 punti percentuali su base mensile), quello giovanile aumenta lievemente e si attesta al 31,6% (+0,2 punti).

Leggi Tutto »

Pagano: non abbiamo fatto nomi, lavoriamo sul dialogo

"Non sono stati fatti nomi al contrario di quanto affermati su alcuni articoli e agenzie di stampa". Cosi' Nazario Pagano, all'indomani del Coordinamento regionale di Forza Italia riunitosi per fare il punto sulla questione candidatura alle prossime elezioni regionali. "Il nome del consigliere regionale Mauro Febbo e quello dell'onorevole Fabrizio Di Stafano, come nessun altro, e' stato fatto nel corso dell'incontro svoltosi ieri nel quale e' stato espresso il disagio rispetto alle candidature proposte da Fratelli d'Italia", prosegue Pagano. "Nomi tutti rispettabili, ma che crediamo non possano rappresentare a pieno le esigenze del territorio", aveva gia' affermato ieri il coordinatore azzurro assicurando che "non c'e' e non ci sara' nessuno strappo nella coalizione, ma si lavorera' al dialogo per cui se la scelta restera' su Fratelli d'Italia, chiederemo semplicemente di ampliare la rosa delle possibilita' al fine di trovare il candidato che sappia rispondere al meglio alle esigenze degli abruzzesi".

Leggi Tutto »

Consiglio regionale, seduta straordinaria della Commissione Bilancio

Martedì 30 ottobre 2018, alle ore 10, è in programma la seduta straordinaria della Commissione Bilancio presieduta da Maurizio Di Nicola. Il primo punto all'ordine del giorno è l'audizione dell'Amministratore Unico del Consorzio di Ricerca Unico d’Abruzzo, Rocco Micucci. A seguire l'esame del “Rendiconto generale per l'esercizio 2013”, successivamente saranno esaminati i bilanci di previsione 2016-2018 e 2017-2018 delle Aziende per il Diritto agli Studi Universitari di Teramo e L'Aquila oltre al bilancio di previsione 2018-2020 delle Adsu di L’Aquila, Chieti e Teramo. Sono stati convocati per essere auditi il Direttore del Dipartimento Risorse e Organizzazione della Regione Abruzzo, Fabrizio Bernardini, o un suo delegato, e i Direttori delle Adsu di L’Aquila e di Teramo. Dopo aver esaminato il disegno di legge regionale relativo al bilancio di previsione 2018-2020 dell'Agenzia regionale per la tutela dell'ambiente, la Commissione Bilancio affronterà alcuni punti dell'ordine del giorno relativi al riconoscimento dei debiti fuori bilancio derivanti da una serie di sentenze; infine, sarà analizzato il disegno di legge che riguarda le modifiche alla Legge Regionale n.10 del 27 gennaio 2017 che regola le disposizioni finanziarie per la redazione del bilancio di previsione finanziario 2017 - 2019 della Regione Abruzzo

Leggi Tutto »

Elezioni regionali, Rotondi: si azzeri tutto e si parta dalle personalita’ in campo

"Il metodo e' sbagliato. Un partito, anche piccolo, non puo' dire datemi la Regione che poi cerco il nome. Deve dire ho un nome valido e quindi chiedo la Regione. La pretesa di Fratelli d'Italia di avere la guida della Regione Abruzzo e' quindi sbagliata". Cosi' l'on. Gianfranco Rotondi, presidente nazionale della Dc, sulla scelta del candidato presidente per il centrodestra alle regionali del 10 febbraio 2019. Il leader della Dc, questa mattina, ha tenuto, insieme a Lorenzo Cesa, segretario nazionale dell'Udc, una conferenza stampa a Pescara per illustrare quale sara' il ruolo dei democratici cristiani in Abruzzo in occasione delle elezioni regionali. "Credo che Fratelli d'Italia - ha proseguito Rotondi - possa chiedere anche il Piemonte, regione assai piu' popolosa, dove pero' ha una personalita' come Crosetto che si impone e riscuote l'apprezzamento di tutti i partiti dell'alleanza". Rotondi, dunque, propone che "si azzeri tutto e si parta dalle personalita' in campo. E, quindi, ciascun partito dira' una serie di nomi". Il nome della Dc? "Abbiamo un presidente di Provincia come Di Giuseppantonio, si parte da li'. Ci sono - ha aggiunto Rotondi- anche espressioni di altre forze politiche". E fa l'esempio dell'ex parlamentare Fabrizio Di Stefano, presente all'incontro. "Sarebbe un eccellente candidato. I nomi - ha poi rimarcato Rotondi - sono un dettaglio, il problema e' il metodo". Il centrodestra alla fine correra' tutto unito alle regionali? "E questo chi lo sa".

 "Abbiamo presentato la lista Democrazia Cristiana con Rivoluzione Cristiana e Udc unite. Abbiamo deciso di presentarci insieme in una lista eventualmente collegata al centrodestra che deve ancora decidere il suo candidato. Qualche giornale locale ha fatto il mio nome ma non c'è nulla di concreto. Io sono stato eletto pochi mesi fa nel collegio di Pescara, sono deputato d'Abruzzo e faccio la mia parte anche come vicepresidente di Forza Italia". Così Gianfranco Rotondi a Spraynews.it. "Un conto è un centrodestra guidato da Berlusconi, che è ormai uno dei leader del Partito Popolare Europeo, una figura inclusiva, moderata. Altra cosa è un eventuale polo di destra guidato da Salvini: in questa seconda ipotesi non penso che i democristiani saranno inclusi. In eventuali elezioni politiche anticipate pensiamo ad altro, io non mi ritroverei in una coalizione di destra" conclude

"Abbiamo fatto moltissimi redditi di cittadinanza nel corso della Prima Repubblica, ma accanto a questi noi facevano investimenti seri nel paese per far crescere l'Italia e per dare una mano agli italiani a uscire fuori dalla situazione di difficolta' che vivevano". Lo ha detto Lorenzo Cesa, segretario nazionale dell'Udc, a margine di un conferenza stampa a Pescara sulle prossime elezioni regionali. "Oggi - ha proseguito Cesa - abbiamo una disoccupazione giovanile altissima. Il problema quindi non e' rimettere al centro l'Italia che e' sempre nel nostro cuore, ma rimettere al centro della politica il lavoro. Cosa che non si fa con i provvedimenti che sta prendendo questo governo". Secondo Cesa, servono "provvedimenti che riguardano lo sviluppo del paese: taglio al cuneo fiscale, investimenti e opere pubbliche. Cosa che non si sta facendo perche' - ha evidenziato - i 5 Stelle hanno bloccato completamente tutte le opere cantierate e anche i cantieri su cui si sta lavorando: mi riferisco alla Tav e alla Tap. Questo significa bloccare l'Italia, cioe' non far lavorare decine di migliaia di persone e bloccare l'innovazione che serve al paese"

"Si sta lavorando per individuare un candidato che abbia autorevolezza e capacita' politica e amministrativa per guidare una regione importante come l'Abruzzo". Lo ha detto Lorenzo Cesa, segretario nazionale dell'Udc, sulla scelta del candidato presidente per il centrodestra alle regionali del 10 febbraio 2019. Cesa, questa mattina, ha tenuto, insieme a Gianfranco Rotondi, presidente nazionale della Dc, una conferenza stampa a Pescara per illustrare quale sara' il ruolo dei democratici cristiani in Abruzzo in occasione delle elezioni regionali. Roma ha deciso che il candidato presidente spetta a Fratelli d'Italia: "Penso che - ha risposto Cesa - bisogna partire dai programmi come stiamo cercando di fare noi democratici cristiani. Abbiamo infatti promosso un tavolo per individuare quattro o cinque punti del programma che poi bisogna realizzare. E attorno a questo costruire una candidatura". Il centrodestra correra' tutto unito? "Penso proprio di si'. Centrodestra e liste civiche. Abbiamo grandi chance per tornare alla guida della Regione Abruzzo, che negli ultimi anni non e' stata gestita bene". Sul ruolo dei democratici cristiani non ha dubbi: "Siamo e dobbiamo essere quella forza che riequilibra la coalizione di centrodestra verso il centro. Questo e' il nostro dovere ed e' quello che intendiamo fare non solo in Abruzzo, ma in tutta Italia". "Vogliamo tornare - ha concluso Cesa - ad essere protagonisti dela rinascita dell'Abruzzo. Ci sono stati esempi straordinari di democratici cristiani che hanno fatto grande l'Abruzzo. Dobbiamo tornare a fare questo e a rimettere insieme una squadra di democratici cristiani al servizio degli abruzzesi".

Leggi Tutto »

Cgia: oppressione fisco aumenta, per le Pmi 100 scadenze

Nel 2019 il numero delle scadenze/adempimenti fiscali è destinato ad aumentare fino a sfiorare quota 100, in particolar modo per le realtà produttive di piccola dimensione che intrattengono scambi commerciali con l'estero (import e/o export). E' quanto sostiene la Cgia di Mestre. Nel 2019 la pressione fiscale italiana è destinata ad attestarsi al 41,8 per cento (stesso livello del 2018) e il numero delle scadenze fiscali, invece, subirà una forte impennata, soprattutto per le piccole imprese che lavorano con partner stranieri. Non per tutti, comunque, sarà così. Anche se in misura quasi impercettibile, i lavoratori autonomi potranno contare su un piccolo alleggerimento, si legge in una nota

Un'impresa artigiana senza dipendenti, ad esempio, lungo i 12 mesi del 2019 dovrà versare all'erario o inviare la propria documentazione fiscale all'Amministrazione finanziaria 29 volte (una in meno rispetto al 2018), ma una impresa commerciale con 5 dipendenti lo dovrà fare 88 volte e una piccola impresa industriale con 50 dipendenti addirittura 99. E in entrami questi ultimi 2 casi le scadenze aumenteranno di 10 unità a causa degli effetti delle disposizioni previste dalla Legge di Bilancio 2018 che, a partire dall'anno venturo, ha stabilito che entro la fine del mese successivo bisognerà inviare all'Agenzia delle Entrate i dati relativi alle cessioni/acquisto di beni e prestazioni di servizi rivolte a soggetti non residenti nel territorio italiano. La riduzione per l'azienda artigiana, invece, è riconducibile al fatto che dall'anno prossimo, con l'introduzione della fatturazione elettronica, verrà abolito lo spesometro. A regime, pertanto, questi lavoratori autonomi risparmieranno due adempimenti. Nel 2019, comunque, ne conteremo solo uno in meno, perché a febbraio dovranno comunque inviare la comunicazione relativa al secondo semestre 2018.

Ritornando ai risultati della elaborazione effettuata dall'Ufficio studi della Cgia, tra liquidazioni/versamenti di acconti e saldi di imposta, invii e trasmissioni telematiche all' Inps e all'Agenzia delle Entrate, il peso della burocrazia fiscale ha raggiunto livelli inaccettabili, costringendo le imprese a sostenere non solo perdite di tempo inammissibili, ma a sobbarcarsi anche dei costi aggiuntivi spesso proibitivi. E a differenza delle altre, le piccolissime imprese sono le più penalizzate. Non potendo contare su uffici amministrativi interni da dedicare anche a queste problematiche, le piccole aziende sono costrette ad esternalizzare queste incombenze, pagando però un conto salato nel momento in cui sono chiamate ad onorare i servizi ricevuti.

Leggi Tutto »

Istat, 3,1 milioni di lavoratori dipendenti in attesa del rinnovo dei contratti

Secondo i dati rilevati dall'Istat, che oggi ha pubblicato il suo report trimestrale sui contratti collettivi e le retribuzioni contrattuali, alla fine di settembre 2018 i contratti collettivi nazionali in vigore per la parte economica sono 53, riguardano 9,8 milioni di dipendenti (75,8% del totale) e corrispondono al 77,4% del monte retributivo osservato. Nel periodo luglio-settembre e' stato rinnovato solo l'accordo dell'edilizia mentre altri due sono venuti a scadenza: telecomunicazioni e commercio. Complessivamente i contratti in attesa di rinnovo a fine settembre sono 22, relativi a circa 3,1 milioni di dipendenti (24,2%), invariati rispetto al mese precedente

Sia l'attesa media di rinnovo calcolata per i lavoratori con il contratto scaduto (17,0 mesi) sia quella calcolata sul totale dei dipendenti (4,1 mesi), secondo il rapporto Istat, sono in marcata diminuzione rispetto ai valori registrati un anno prima (rispettivamente 68,5 e 28,3 mesi)

Leggi Tutto »