Primo Piano

D’Alfonso lascia la Regione Abruzzo e racconta i suoi 50 mesi da Presidente

"Oltre a realizzare il passaggio di consegne, oggi firmo e domani recapitero' l'atto che determina il riscontro alla nota del Senato, che mi ha scritto per farmi optare". Lo ha annunciato il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D'Alfonso, nella conferenza stampa convocata a Pescara per illustrare l'attivita' svolta nei 50 mesi di legislatura e la delibera con cui si sancisce il passaggio di consegne e la comunicazione con cui conclude l'esperienza di governo alla guida della Regione Abruzzo. Rispetto alla data delle prossime elezioni regionali: "Il presidente della Giunta facente funzioni - ha detto - il presidente del Consiglio regionale e il presidente della Corte d'Appello, sono le tre figure che determinano la scelta della data del voto. Presumo, facendo il conteggio e una composizione di lettura, che si comincia a potere votare a dicembre. Se non e' dicembre, sara' gennaio. Tutto questo sta adesso in un dialogo compositivo tra presidente della Giunta, presidente del Consiglio e presidente della Corte d'Appello". Rispetto al prossimo appuntamento elettorale: "Da oggi mi costituisco sostenitore, falegname del centrosinistra. Sono convinto - ha detto - che chi prende 200 mila voti vince le elezioni. Nel mio caso fu diverso perche' la competizione reale fu a tre, questa volta secondo me puo' essere a quattro. Io lavorero' per facilitare la piu' parte possibile di convergenza a supporto del centrosinistra del mondo delle professioni, del mondo dell'impegno privato e del volontariato, andando oltre la consistenza dei partiti e facendo in modo che i partiti vengano aiutati a tornare ad essere infrastrutture della società".

''Tengo a precisare che Legnini è una risorsa della Repubblica per incarichi rilevantissimi. Io conosco la stima che riscuote Legnini a livello nazionale, per incarichi rilevantissimi viene sempre preso in considerazione'', così l'ormai ex presidente della Giunta Regionale Abruzzo Luciano D'Alfonso ha risposto a chi gli chiedeva se la norma statutaria che posticipa i tempi delle incompatibilità dalle cariche per le candidature alle prossime regionali approvata nei giorni scorsi dal Consiglio, e che aumenta questi tempi da 7 giorni a 2 mesi, e che secondo le opposizioni è stata approvata per permettere all'attuale vicepresidente del Csm Giovanni Legnini di candidarsi col centrosinistra, sia la conferma che il centrosinistra abbia già il suo candidato. L'incarico istituzionale di Legnini scade infatti il prossimo 24 settembre. D'Alfonso, che da oggi non è più il presidente della Regione dopo aver optato per il Senato, ha così precisato il suo pensiero sulla figura che dovrà sostituirlo nella coalizione di centrosinistra.

''Penso ad un Eta Beta che abbia capacità di fare coalizione, autorevole, che non abbia nemici, un Eta Beta che abbia la capacità di una cultura di governo, che conosca il valore, la densità e la delicatezza della decisione pubblica, una persona con una storia riconoscibile, che abbia il linguaggio della politica, linguaggio dell'amministrazione e il linguaggio delle istituzioni'', ha spiegato oggi D'Alfonso. ''Come dice lo statuto del partito principale di una coalizione possibile di centro-sinistra'', il nome del candidato verrà scelto con le primarie ''oppure lo si sceglie attraverso il conferimento di saggi di una comunità politica che prescindendo dalle primarie per oggettività di merito affida questo ruolo al migliore che ci può essere in Abruzzo, ma non solo dal punto di vista territoriale regionale. Io penso che non sarà difficile trovare una persona con queste caratteristiche'', ha concluso D'Alfonso

 

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Prodotti italiani per l’estate, un business da 5 miliardi

Creme solari, attrezzi sportivi e insetticidi in Francia, costumi da bagno a Hong Kong, giostre in Cina, gelati in Germania, alianti negli Stati Uniti: i prodotti italiani per l'estate esportati nel mondo sono un business da quasi 5 miliardi l'anno. Nel 2017, secondo un'elaborazione della Camera di commercio di Milano, Monza, Brianza e Lodi sui dati Istat, l'export italiano di prodotti estivi è cresciuto del 4,6% e nei primi tre mesi del 2018 ha già raggiunto il valore di 1,3 miliardi. I prodotti estivi del made in Italy più esportati sono quelli dedicati al beauty. Il 37% dell'export dei beni per i mesi più caldi dell'anno è rappresentato da prodotti di bellezza e creme protettive per i raggi del sole, per un business da quasi 2 miliardi di euro. Seguono le attrezzature sportive con 839 milioni (17% del totale) le tute sportive e costumi da bagno con 761 milioni (15,4%) e gli insetticidi e disinfettanti per piante con 670 milioni (13,6%). Ad essere apprezzate di più sono state però le biciclette: l'export di Rossignoli, Bianchi e altri veicoli a due ruote italiani è infatti aumentato lo scorso anno del 17,4%, passando da 172 a 202 milioni. Se i prodotti italiani vengono esportati in tutto il mondo, ci sono differenze di gusti e richieste tra i vari Paesi. Mentre la Cina è prima per attrazioni per fiere e giostre (14,1%), Hong Kong preferisce tute sportive e costumi da bagno (15,4%), la Germania i gelati (19,7%) ma anche i prodotti di bellezza (11,6%), gli Stati Uniti i veicoli aerei non a motore (41,8%). Il primo estimatore dei prodotti estivi del Belpaese è però la Francia, che rappresenta la principale meta dell'export per molti prodotti: articoli per le feste (15,9% del totale), attrezzature per lo sport e il gioco all'aria aperta (15,4%) e per la pesca (16,5%), cartoline postali stampate o illustrate (17,2%), insetticidi e disinfettanti per piante (19,4%), tende, vele e articoli da campeggio (19,9%), biciclette (38,3%), prodotti di bellezza e creme solari. Il business di attrezzature per la pesca o gelati non cresce allo stesso passo in tutti i Paesi e settori. Tra le destinazioni che crescono di più ci sono infatti Hong Kong per gli articoli per le feste (+42,2%), Giappone per le attrezzature sportive (+37,2%), Messico per giostre e attrazioni da fiera (+265%). 

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In provincia di Chieti il 26% delle Pmi è guidato da donne

Su oltre 6 milioni di aziende italiane, quelle in cui le donne ricoprono posizioni decisionali sono oltre 1 milione; di queste, il 93,5% sono piccole imprese con 5 o meno dipendenti. Lo rivela un'indagine eseguita da Cribis, societa' del gruppo Crif, secondo cui la provincia italiana con la maggiore incidenza di aziende guidate da donne sul totale e' La Spezia (33% sul totale aziende), seguita da Benevento (29%), Avellino, Enna, Frosinone, Grosseto (27%), Viterbo, Chieti, Campobasso, Siracusa (26%). Le province che invece registrano meno aziende guidate da donne sono Lodi, Lecco, L'Aquila, Bergamo, Como (19%), Reggio Emilia, Milano, Monza, Trento (18%) e Bolzano (17%). A livello regionale e' il Molise a mostrare l'incidenza maggiore con il 26% delle aziende guidato da donne, seguito da Basilicata e Abruzzo (25%). In coda Veneto (20%), Lombardia (19%) e Trentino-Alto Adige (17%). E' bene ricordare, tuttavia, che considerando i valori assoluti e non l'incidenza, la Lombardia e' la prima regione per numero di aziende con donne in posizioni decisionali o titolari di ditte e societa'. "Le donne in posizioni decisionali e manageriali sono ancora molto poche in Italia, circa 1 su 5 - commenta Marco Preti, amministratore delegato di Cribis - La ragione della maggiore incidenza di imprenditoria femminile al Sud e' da ricercarsi principalmente nel contesto imprenditoriale dove sono presenti in percentuale maggiore realta' piccole, dei settori dei servizi alla persona e del commercio al dettaglio. Entrambi settori dove l'incidenza femminile e' piu' alta.". Per quanto concerne i settori, invece, le donne ricoprono posizioni decisionali soprattutto nei servizi sociali (52%), servizi alla persona (48%) e nel commercio al dettaglio nel settore dell'abbigliamento (46%). I settori che, al contrario, registrano meno donne al comando sono le installazioni, le autofficine e gli autonoleggi e l'edilizia.

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Approvata la legge sulla Grande Pescara

All'unanimità dell'Aula ha dato il via libera alla norma denominata "Abruzzo 2019 - Una legge per L'Aquila Capoluogo: attraverso la costruzione di un modello di sviluppo sul concetto di Benessere Equo e Sostenibile (BES)". Sempre con votazione unanime è stata approvata la legge che istituisce il Comune di Nuova Pescara dando così piena attuazione al referendum popolare del 2014 con cui i cittadini di Pescara, Montesilvano e Spoltore si dichiararono favorevoli all'unione dei tre comuni abruzzesi. L'Assemblea ha poi approvato a maggioranza i seguenti progetti di legge: "Modifica alla legge regionale che istituisce e disciplina il Consiglio della Autonomie Locali"; "Partecipazione del Consiglio regionale alla costituzione dell'associazione denominata "Abruzzo+Europa"; "Disposizioni in favore del Consorzio di Bonifica Interno 'Bacino Aterno e Sagittario' e del Consorzio Bonifica Nord 'Bacino del Tronto - Tordino e Vomano'; "Modifiche alla L.R. 9 luglio 2016, n. 20 (Disposizioni in materia di Comunità e aree montane e ulteriori disposizioni)"; "Norme per il riconoscimento dei debiti fuori bilancio derivanti da sentenze esecutive". L'Aula ha infine approvato il provvedimento amministrativo sul "Piano di Gestione del Sito Natura 2000 Marina di Vasto" e quello che ammette la proroga dell'incarico del "Commissario liquidatore del Consorzio Centro Fieristico del Mobile" fino al mese di giugno 2019

 'Con l'approvazione all'unanimità delle leggi sulla Nuova Pescara, da me fortemente voluta, e su L'Aquila capoluogo - firmata dal consigliere Pierpaolo Pietrucci - l'amministrazione di centrosinistra corona un percorso parallelo che è stato intrapreso sin dall'inizio della consiliatura'' Lo ha detto Luciano D'Alfonso. ''L'iter legislativo ha corrisposto ad un preciso indirizzo strategico ed è stato caratterizzato dall'ascolto dei territori di riferimento e da un confronto serrato e approfondito. Abbiamo sancito la peculiarità di queste due città: L'Aquila in quanto capoluogo di regione, Nuova Pescara come frutto della prima fusione tra Comuni. Abbiamo provveduto a fornire a L'Aquila un supplemento di strumenti per essere pienamente città capoluogo di regione, e abbiamo creato le basi affinché la Nuova Pescara abbia strutture per migliorare il proprio benessere non attraverso l'ingrandimento dei confini ma con la qualità delle relazioni''

"E' un grande giorno. Finalmente approvata la legge sulla fusione dei tre comuni Pescara, Montesilvano e Spoltore che da seguito al referendum in cui i cittadini delle tre città hanno espresso la volontà di appartenere ad un unico grande centro urbano. Un risultato di cui rivendico con orgoglio gran parte del merito. La politica ha dato seguito ad una richiesta popolare e quindi è una grande vittoria per la democrazia" Questo il commento del consigliere Riccardo Mercante che oggi è intervenuto in aula durante la discussione per l'approvazione della legge. "In questi 4 anni - continua - dal giorno di presentazione del primo testo di legge a firma del sottoscritto (4 Ottobre 2014 ). Oggi viene scritta una pagina di storia non solo per l'Abruzzo ma per l'Intera Nazione".

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Coldiretti/Ixe’, la spesa per le vacanze è 744 euro per persona

La spesa media destinata dagli italiani alle vacanze estive scende a 744 euro per persona con un calo del 7% rispetto allo scorso anno. Emerge da un'analisi Coldiretti/Ixe' dalla quale si evidenzia che piu' di un terzo dei 38,5 milioni di italiani in viaggio (36%) restera' comunque al di sotto dei 500 euro di spesa, il 33% tra i 500 e i 1.000 euro, il 16 % tra i 1.000 e i 2.000 euro mentre percentuali piu' ridotte supereranno questo limite. A favorire il contenimento dei costi - sottolinea la Coldiretti - e' anche il fatto che la vacanze estive 2018 sono le piu' online di sempre con il 32% dei vacanzieri che hanno prenotato da soli sui siti web delle strutture recettive, mentre il 17% si e' affidato a siti specializzati lasciandosi guidare anche dai giudizi degli altri ospiti. Una spesa destinata a coprire i costi di una vacanza che quest'estate dura in media 11,3 giornate, avviene per il 55% in agosto e si svolge in Italia, scelta come meta dal 88% degli italiani. Oltre 1/3 del budget della vacanza e' destinato alla tavola per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per cibo di strada o specialita' enogastronomiche. Un importo che supera quello per l'alloggio con il 34% dei vacanzieri che consuma pasti principalmente al ristorante durante la vacanza, il 9% in agriturismi, l'8% in pizzeria, ma piu' di uno su quattro (il 26%) mangia a casa anche se non manca chi sceglie paninoteche, fast food, cibi di strada e pranzi al sacco. Il 60% degli italiani in viaggio - riferisce la Coldiretti - ha scelto di alloggiare in case di proprieta', di parenti e amici o in affitto ma nella classifica delle preferenze ci sono nell'ordine anche alberghi, bed and breakfast, villaggi turistici e gli agriturismi che fanno segnare un aumento rispetto allo scorso anno anche grazie alla qualificazione e diversificazione dell'offerta ma anche all'ottimo rapporto tra prezzi/qualita' con la scelta che avviene sempre piu' di frequente attraverso siti come www.campagnamica.it. Indipendentemente dalle scelte e' diventato immancabile infine il souvenir alimentare delle vacanze, acquistato dal 42% dei turisti.

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D’Alfonso annuncia il giorno delle dimissioni

''Metterò in evidenza che opterò per il Senato e quindi comunicherò conclusa la mia esperienza di presidente della Giunta Regionale. Domani comunicherò ufficialmente al presidente del Consiglio Regionale e al presidente del Senato che sarò definitivamente senatore dopo questi 5 mesi''. E' quanto dichiarato da Luciano D'Alfonso all'emittente aquilana Sirio Tv poco prima dell'inizio del consiglio regionale abruzzese. Quanto ai tempi burocratici della scelta D'Alfonso ha chiarito che la raccomandata spedita dalla Commissione Gaspari che gli dava tre giorni per decidere sulla incompatibilità ''non mi è ancora arrivata ma ho avuto comunicazione che arriverà domani o dopodomani: la mia lettera di disimpegno è già pronta e spero di renderla nota domani'', ha spiegato D'Alfonso. Dalla data dell'opzione partirà dunque tutta la procedura che dovrà portare l'Abruzzo a nuove elezioni.

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Un’impresa femminile su dieci è straniera

Un'impresa femminile su dieci è "straniera". Sono aumentate in un anno del +3,7% le attivita' di business guidate da donne immigrate che portano a quota 143mila il numero di queste imprese registrate a giugno 2018. La gran parte di queste iniziative ha meno di dieci anni di vita, dal 2010 in poi sono nate oltre 98mila aziende quasi il 70% del totale. Si tratta di una realta' imprenditoriale giovane anche per la maggiore presenza di under 35 che sono al comando del 19,4% delle imprese femminili straniere (contro l'11,9% delle imprese totali guidate da donne). A essere piu' intraprendenti sono soprattutto le cinesi, le rumene e le marocchine che insieme pesano il 41% sul tessuto imprenditoriale femminile straniero. E' quanto emerge dalla fotografia scattata a giugno 2018 dall'Osservatorio per l'imprenditorialita' femminile di Unioncamere e InfoCamere, secondo cui la componente straniera guidata da donne rappresenta il 10,7% delle quasi 1 milione 335mila imprese rosa in Italia. Sanita' e assistenza sociale (62,6%), servizi alla persona (57,3%), istruzione (50,9%) sono le attivita' dove le capitane d'impresa immigrate incidono maggiormente nel tessuto imprenditoriale straniero. Ma in termini assoluti il commercio resta di gran lunga il settore con la presenza piu' consistente di imprese femminili straniere (33,6%), seguito da servizi di alloggio e ristorazione (12,4%) e manifatturiero (11%). Lombardia, Lazio e Toscana sono le regioni con il numero piu' elevato di iniziative femminili straniere in Italia, oltre 57.000 imprese ovvero il 40% di quelle complessivamente fondate da imprenditrici immigrate. Guardando, invece, all'incidenza delle iniziative straniere femminili sul totale delle imprese straniere la classifica regionale vede in testa il Molise 35,8%, seguita dalla Basilicata 35,2% e dall'Abruzzo 31,5% con una distribuzione geografica che ricalca quella femminile complessiva.

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Elezioni regionali, Di Maio: si deve votare il prima possibile

Luigi Di Maio ha parlato a Pescara della incompatibilità del presidente della Regione Abruzzo Luciano D'Alfonso eletto a marzo al Senato che deve optare tra le due cariche in questi giorni: "Se non capiamo quando si va a votare, le regionarie sono premature - ha detto prima di salire sul palco della manifestazione M5S pescarese - Però è chiaro che spero che la Giunta per le autorizzazioni del Senato si muova in modo tale che capiamo quando si va a votare in Abruzzo. Non si facciano giochini del tipo aspettiamo e mettiamo la pratica in fondo per arrivare alla primavera. Per me si deve votare il prima possibile perché un presidente di Regione che fa anche il senatore è difficile che riesca a fare bene tutte e due le cose".

 

Immigrazione

''In questo paese non c'è razzismo, gli italiani non sono razzisti. Il problema è un altro: abbiamo un'opposizione che può parlare solo di razzismo perché se si inizia a parlare di lavoro deve dirvi che ve l'ha distrutto col Jobs Act, se inizia a parlare di imprese deve dire che te la distrugge con Equitalia e allora possono parlare solo di razzismo e ci fanno figure pessime perché tutti abbiamo scoperto che quell'uovo razzista è stato lanciato invece dal figlio di uno del PD e come per magia, e mi dispiace per quella nostra atleta che si è fatta strumentalizzare, dall'oggi al domani può di nuovo andare agli Europei''. Così Luigi Di Maio durante il suo intervento dal palco di piazza salotto a Pescara, dove si sono dati appuntamento gli attivisti del M5S. Di Maio ha proseguito negando che ci sia una emergenza razzismo: ''non c'è nessun problema, tanto che quei tre che erano degli aggressori razzisti la stampa può titolare che erano dei bravi ragazzi: basta solo che sei figlio di uno del PD e vieni sempre o scarcerato o prosciolto da qualsiasi accusa in questo Paese a causa di questo sistema mediatico che è vergognoso''. ''Il numero di atti di intolleranza in Italia è lo stesso dell'anno scorso. Solo che adesso fa notizia e fa notizia perché non hanno nessun altro argomento per attaccarci'', ha concluso sul tema.

Lavoro

"Questo decreto dà diritti ai lavoratori senza ledere quelli degli imprenditori, toglie i giovani dal precariato e che comincia a ridargli un po' di dignità"ha detto il ministro del lavoro Di Maio che ha poi proseguito dicendo che "è assurdo che chi si oppone a questo Decreto Dignità siano proprio i sindacati e la sinistra: quella sinistra e quei sindacati che dovevano difendere i diritti di chi lavorava e invece si oppongono al mio decreto portando avanti il disegno di chi vuole sfruttare i nostri ragazzi. Io non ci sto al ricatto o ce li fate sfruttare o ce ne andiamo all'estero. I nostri giovani devono lavorare in Italia con dignità e da ministro del lavoro porterò avanti questo obbiettivo". Parlando dei provvedimenti presi nel Decreto Dignità il ministro del Lavoro Luigi Di Maio ha affermato che ''in Italia si è fatto il Jobs Act per far venire le grandi big Company internazionali a sfruttare la nostra gente, ed è per questo che si stanno ribellando contro il decreto dignità: non per fare gli interessi dei piccoli e medi imprenditori, ma per fare gli interessi dei soliti, i grandi, quelli che vengono dall'estero, che gli hanno dato qualche tangente in passato per avere lo sblocco di un autorizzazione edilizia e poi sfruttare i nostri ragazzi. Non ho nessun problema a dire queste cose qua'', ha concluso il ministro del lavoro.

''Non ho nessun problema a dire che io non sono d'accordo sulla liberalizzazione dei voucher'',  ha detto il ministro del Lavoro Luigi Di Maio durante il suo intervento a Pescaranel corso della manifestazione del M5S. ''Quanta gente è passata per i voucher negli ultimi 5-6 anni? - si è chiesto Di Maio - I voucher, se si dovevano fare, li abbiamo fatti con criterio, si dovevano fare per poche ore a settimana e per alcune categorie, solo per alcuni settori. Noi l'abbiamo fatto per le strutture alberghiere, per l'agricoltura, massimo un tot di dipendenti, massimo di ore, perché ci possono essere dei picchi di produzione, hai bisogno di più dipendenti per 2-3 giorni, ma se ne hai bisogno per 2-3 settimane ci sono altri tipi di contratti che garantiscono le persone; non ci sono solo i voucher, soprattutto se il voucher te lo danno la mattina e te lo metti in tasca e poi ti pagano in nero e tu glielo ridai quando vai via dal lavoro. Queste cose le conosciamo e metteremo al lavoro l'ispettorato del lavoro''

Vaccini

"Sui vaccini stiamo portando avanti quello che abbiamo sempre detto in campagna elettorale", ha detto Di Maio. "Abbiamo sempre detto che i bambini si devono vaccinare, che le famiglie che non vaccinano devono essere sensibilizzate a farlo ma allo stesso tempo non si può pensare di utilizzare la scuola come obbligo, perché questo meccanismo rischia non solo di continuare a non far vaccinare ma anche di escluderli da scuola".

Tav

 ''La Tav? E' nel contratto di governo. Ma sono anche contento che il ministro dell'economia francese che ho incontrato questa settimana abbia detto che capisce i miei dubbi sulla Tav Torino-Lione'', ha detto Di Maio

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D’Alfonso: In Abruzzo si voterà a novembre o dicembre

"Avevo già deciso a marzo. Quando si voterà in Abruzzo? A novembre o a dicembre". E' quanto ha dichiarato in una intervista al quotidiano 'La Repubblica' il presidente della Giunta abruzzese Luciano D'Alfonso, eletto senatore lo scorso marzo. La questione della incompatibilità tra presidente di regione e senatore per D'Alfonso ha tenuto banco per mesi fino alla delibera della Giunta delle elezioni e delle immunità del Senato che la scorsa settimana ha invitato D'Alfonso a optare entro tre giorni tra le due cariche. "Opto per il Senato dove, ora, si lavora a ritmo sostenuto Il 7 settembre farò un grande evento a Pescara per spiegare agli abruzzesi tutto quello che ho fatto durante la mia presidenza". Alla domanda perchè abbia aspettato 5 mesi per optare, consentendo alla regione di votare subito, D'Alfonso ha risposto che al Senato "da marzo a giugno, non c'è stata nessuna seduta e, anzi, c'era il rischio concreto di tornare alle urne. E poi ho sempre detto che avrei aspettato la convalida della giunta delle elezioni. Infatti adesso la giunta si è riunita". "Adesso riceverò la notifica sulla richiesta di opzione e a quel punto avrà tre giorni per decidere. Ma io avevo già deciso a marzo". Dicono che lei abbia atteso per far slittare il voto regionale al 2019, nel tentativo di sottrarlo alla sicura vittoria delle destre: "Ne dicono tante. Ma è una bugia. In Abruzzo si voterà a novembre o dicembre". Sul perchè abbia atteso così a lungo la risposta è stata: "c'erano tutta una serie di questioni amministrative da completare"

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Contratti a tempo determinato, la mappa regione per regione della Cgia di Mestre

L’incidenza percentuale più elevata dei contratti a termine sul totale dei lavoratori dipendenti occupati nel Paese si registra al Sud; i settori più interessati dalla presenza di questa tipologia contrattuale sono l’agricoltura, il turismo e il commercio; la fascia anagrafica maggiormente investita è quella giovanile (15-34 anni), anche se la nostra quota di lavoratori temporanei è inferiore al dato medio dell’Area euro. A dirlo è l’Ufficio studi della CGIA che ha costruito l’identikit degli oltre 3 milioni  di lavoratori presenti in Italia che prestano servizio con un contratto a termine. “La crescita di questi contratti flessibili registrata negli ultimi 10 anni  – segnala il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo – è correlata all’andamento dell’economia. Quando il Pil si abbassa il numero scende, quando l’economia torna a salire i precari aumentano. A nostro parere va segnalato che il notevole ricorso a questi contratti non è legato all’elevato numero degli stessi, ma a seguito di una crescita che è stata e che continua a risultare troppo modesta. Con variazioni del Pil molto contenute, infatti, non possiamo che ottenere una cattiva occupazione che abbassa la produttività complessiva del lavoro e conseguentemente anche i salari pro capite”.

Dalla CGIA ricordano che da quest’anno gli occupati presenti in Italia sono tornati stabilmente sopra i 23 milioni. Gli stessi che avevamo 10 anni fa, ma nel frattempo, a causa di una crescita asfittica, il monte ore lavorato è diminuito del 6 per cento (in termini assoluti pari a -2,7 miliardi di ore). Ciò vuol dire che la platea occupazionale è tornata ad essere la stessa, ma si lavora meno perché è aumentato il numero dei precari. “Per aumentare il numero dei lavoratori a tempo indeterminato – afferma il segretario della CGIA Renato Mason - bisogna tornare a crescere a livelli superiori al 2 per cento. E visto l’andamento generale dell’economia fortemente condizionato anche da un clima di sfiducia che continua ad attanagliare molti imprenditori, è necessario che il Governo abbassi le tasse sulle famiglie e sul lavoro e rilanci gli investimenti pubblici che sono scesi a livelli inaccettabili. Solo così possiamo creare le condizioni per rilanciare stabilmente il nostro Paese, anche dal punto di vista occupazionale”.

I dati provvisori relativi alla media del primo semestre di quest’anno indicano una crescita del peso degli occupati a tempo determinato che ha raggiunto il 16,6 per cento sul totale degli occupati dipendenti. In termini assoluti la media di questo primo semestre è stata pari a 2.964.000 unità. Al contrario, gli occupati a tempo indeterminato sono in flessione. L’aumento degli occupati a termine ha contribuito ad allargare la base occupazionale totale dei dipendenti che nei primi 6 mesi del 2018 è cresciuta, secondo i primi dati provvisori, del 2 per cento rispetto allo stesso periodo del 2017. Situazione critica, invece, per gli occupati indipendenti (autonomi) che nei primi 6 mesi del 2018 sono scesi dell’1,8 per cento. Nel complesso, nei primi 6 mesi del 2018 l’occupazione totale italiana (dipendente più indipendente) è comunque cresciuta dell’1,1 per cento.

Nel 2017, invece, la media degli occupati con un contratto a termine è stata pari a 2 milioni e 772 mila unità. Se in Italia l’incidenza percentuale di questi ultimi sul totale dei dipendenti occupati nel Paese è stata del 15,4 per cento, al Sud questa quota ha raggiunto il 19,3 per cento, contro il 14,8 per cento del Centro e il 13,7 per cento del Nord. A livello regionale la soglia più significativa la rileviamo in Calabria (21,8 per cento), in Sicilia (21,3 per cento) e in Puglia (20,7 per cento). Il Piemonte (12,8 per cento) e la Lombardia (11,3 per cento) sono i territori meno interessati da questa problematica. In termini assoluti, invece, la regione con il maggior numero di lavoratori con un contratto a termine è la Lombardia (394.200). I settori dove si registrano le quote più elevate di precari sul totale occupati sono quelli dove è maggiore la stagionalità. In agricoltura, ad esempio, la percentuale è pari al 60,5 per cento e nel commercio e negli alberghi/ristoranti è al 22,5 per cento. Significativa anche l’incidenza nel settore delle costruzioni (16,6 per cento) e nei servizi alla persona/imprese (12,3 per cento). Chiude il comparto dell’industria/artigianato dove la quota è all’11,8 per cento. In termini assoluti, invece, il macro-settore più coinvolto è quello dei servizi (1.130.800 unità) 

La fascia di età dove la presenza di questi lavoratori flessibili è maggiore è quella giovanile (15-34 anni). La quota sul totale degli occupati presenti in questa coorte è pari al 34,1 per cento. In quella tra i 35-64 anni è il 9,6 per cento e tra gli over 65 è il 7,8 per cento. In termini assoluti, ovviamente, è la fascia anagrafica tra i 35 e i 64 a registrarne il maggior numero: 1.272.200 unità

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