Primo Piano

Aumentano a giugno i prezzi della produzione industriale

A giugno 2018 i prezzi alla produzione dell'industria continuano la fase di espansione, in termini sia congiunturali (+0,3%) sia tendenziali (+2,9%). "Il tasso di crescita tendenziale è il più alto da maggio 2017". Lo comunica l'Istat spiegando che "la crescita è diffusa a livello settoriale e per principali mercati, risultando tuttavia meno intensa al netto dei prodotti energetici". Sul mercato interno, i prezzi alla produzione aumentano dello 0,3% su maggio e del 3,2% su base annua. Sul mercato estero, la crescita congiunturale, di intensità analoga a quella registrata sul mercato interno, è sintesi di andamenti simili per entrambe le aree. Su base annua l'aumento è del 2,3% (+2% area euro, +2,4% area non euro). Nel secondo trimestre, l'Istat stima un incremento dei prezzi alla produzione dello 0,5% sul trimestre precedente con una dinamica più sostenuta sul mercato estero (+0,7%) rispetto a quello interno (+0,3%). Per quanto riguarda l'indice dei prezzi alla produzione delle costruzioni per gli edifici residenziali, a giugno 2018 aumenta dello 0,1% su maggio e dello 0,9% su base annua.

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Il nuovo ospedale di Sulmona sarà inaugurato entro ottobre 

Entro fine ottobre si inaugurerà il nuovo ospedale di Sulmona. E' quanto è stato assicurato oggi durante un incontro con il sindaco Annamaria Casini, dall'assessore regionale Silvio Paolucci e dal direttore generale della Asl1 Rinaldo Tordera. "Abbiamo discusso dello stato dell'arte del nuovo presidio ospedaliero che, come hanno garantito, sarà riconsegnato a fine ottobre prossimo", afferma il sindaco. "Successivamente, la Asl completerà l'iter procedurale per consentire, nei tempi più stretti possibili, l'apertura al pubblico. Il Comune sosterrà tutte le azioni necessarie per coordinare al meglio e favorire tutti gli atti di propria competenza, come è stato fatto finora, ed agevolare la fruibilità al più presto del nuovo ospedale per l'utenza. L'occasione" conclude il sindaco "è stata utile per discutere anche dell'ulteriore finanziamento ministeriale di 10 milioni di euro destinati a Sulmona". Al riguardo, l'assessore regionale Silvio Paolucci ha dichiarato che "la ricostituzione del nucleo di valutazione degli investimenti da parte del Ministero dalla Salute, attesa per fine agosto, consentirà nel mese di settembre la sottoscrizione dell'accordo di programma e l'avvio delle procedure di spesa per completare gli interventi come l'abbattimento dell'ala vecchia del nosocomio, lo spostamento della centrale elettrica, la realizzazione dell'area di elisoccorso e la riqualificazione funzionale dell'attuale ala nuova dell'ospedale"

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Pescara, inchiesta sull’ inquinamento del fiume

Inchiesta della Procura di Pescara sull'inquinamento del fiume Pescara e degli affluenti del suo tratto finale. Coinvolte nell'inchiesta anche due società. In corso il sequestro dello scolmatore al porto canale.

Quattordici in totale gli indagati, nell'ambito di una maxi inchiesta della Procura di Pescara sulla qualità delle acque del fiume e degli affluenti nel tratto finale, per reati che vanno dall'inquinamento ambientale alla gestione illecita e deposito incontrollato di rifiuti, dall'inadempimento e frode in pubbliche forniture alle lesioni come conseguenza di altro delitto, dai plurimi sversamenti fino alla responsabilità amministrativa di persone giuridiche a seguito di reato. L'indagine, coordinata dal procuratore capo Massimiliano Serpi e dal sostituto Andrea Papalia, è giunta a conclusione, e questa mattina, in esecuzione del provvedimento emesso dal Gip Gianluca Sarandrea, sono iniziate le attività, ancora in corso di svolgimento, per procedere al sequestro di 26 impianti scolmatori di piena dell'impianto fognario di Pescara e dell' impianto di depurazione e scarico del mattatoio della città adriatica. Le operazioni, condotte da Guardia Costiera, Nucleo Investigativo dei Carabinieri forestali e Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza, si aggiungono ai sequestri di 4 depuratori e 8 fosse imhoff già compiuti nel passato. In queste ore sono ancora in corso le notifiche degli avvisi di garanzia agli indagati. L'inchiesta - come è stato spiegato nel corso di una conferenza stampa convocata dal procuratore capo Serpi - riunisce diverse indagini avviate negli anni scorsi sulla qualità delle acque nella città di Pescara.

Quattordici in totale gli indagati, comprese due società. La lista dei nomi comprende Pierluigi Caputi e Luciano Di Biase, entrambi in qualità di Commissario Unico Straordinario degli Enti d'Ambito della Regione Abruzzo, il primo in carica fino al 13 aprile 2016 e il secondo a partire dalla stessa data; Ezio Di Cristoforo e Vincenzo Di Baldassarre, entrambi in qualità di amministratori e legali responsabili dell'ente gestore Aca Spa, il primo dal dicembre 2008 al novembre 2013 e il secondo dal novembre 2013 al settembre 2016; Bartolomeo Di Giovanni e Lorenzo Livello, il primo in qualità di direttore generale e responsabile dei settori Progettazione e Depurazione dell'Aca Spa e il secondo in qualità di direttore tecnico dell'ente; Giovanni Di Vincenzo, quale legale rappresentante dell'Ati Di Vincenzo-Biofert Srl; Mario Adorante, in qualità di Responsabile tecnico della società Di Vincenzo Dino & C. Spa; Alessandro Antonacci, in qualità di Dirigente tecnico dell'Ato numero 4 Pescarese e di Responsabile Unico del Procedimento; Giuliano D'Alessio, in qualità di presidente del consiglio di amministrazione e legale responsabile della società "Macellatori Teatini Società Cooperativa", che ha gestito il mattatoio pubblico di Pescarafino al marzo 2016; Mario D'Alessio e Francesca Gagliardi, il primo in qualità di direttore del mattatoio pubblico di Pescara, gestito dalla società "L'arte della macellazione D'Alessio & C. Srl" a partire dal marzo 2016, e Francesca Gagliardi, amministratore unico della stessa società. Indagate anche la società Aca e la società "L'arte della macellazione D'Alessio & C. Srl". Le accuse, a vario titolo, sono di inquinamento ambientale, gestione illecita e deposito incontrollato di rifiuti, inadempimento e frode in pubbliche forniture, lesioni e plurimi sversamenti, alle quali si aggiungono le varie responsabilità amministrative delle persone giuridiche.

Le parole del procuratore Massimiliano Serpi

"L'intervento della magistratura non discende da una situazione emergenziale verificatasi ora - ha proseguito Serpi - ma dalla conclusione di indagini durate più di due anni e dall'analisi degli elementi riscontrati nel corso delle stesse, che hanno imposto un intervento in un'ottica doverosa di prevenzione, adottando prescrizioni finalizzate al costante monitoraggio dei fattori accertati di rischio ambientale, non essendo possibile, per evidenti ragioni, disporre per atto giudiziario la fisica cessazione dei flussi delle acque reflue".

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Addio a Sergio Marchionne, il manager che cambiò Fiat

Addio a Sergio Marchionne. Il manager è morto a Zurigo, nella clinica dove era ricoverato da fine giugno. Accanto a lui la compagna Manuela Battezzato e i figli Alessio e Tyler. "E' accaduto, purtroppo, quello che temevamo. Sergio, l'uomo e l'amico, se n'è andato", ha detto John Elkann, presidente di Exor, la holding della famiglia, annunciando la morte dell'ex amministratore delegato di Fca, Sergio Marchionne. "Penso che il miglior modo per onorare la sua memoria sia far tesoro dell'esempio che ci ha lasciato, coltivare quei valori di umanità, responsabilità e apertura mentale di cui è sempre stato il più convinto promotore".

 

Fca è piatta in Borsa dopo l'annuncio della morte dell'ex a.d Sergio Marchionne a Zurigo all'ospedale universitario. Il titolo del gruppo che oggi svela anche i conti, segna un -0,12% a 16,53 euro. Anche Exor è poco mossa (-0,04% a 55,56 euro). Ferrari perde l'1,66% a 112,45 euro. Cnh segna un +0,33% a 9 euro.

Nato a Chieti 66 anni fa, figlio di un maresciallo dei Carbinieri. Studi in Canada (tre lauree in Filosofia, Economia, Giurisprudenza e master in Business Administration), domicilio in Svizzera, due figli, Marchionne, l'uomo dal maglioncino nero, ha vissuto gli ultimi anni tra Torino e Detroit, guidando la 'rivoluzione' che ha portato in Borsa Cnh Industrial e Ferrari.

Un manager al centro anche delle relazioni politiche mondiali, da Obama a Trump, che in Italia ha respinto l'invito di Silvio Berlusconi a candidarsi con il centrodestra e ha avuto una lunga luna di miele con l'ex premier Matteo Renzi dal quale ha poi preso le distanze.

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Confartigianato, Abruzzo agli ultimi posti nel credito erogato alle imprese artigiane

Situazione ancora negativa, in Abruzzo, per il credito all'artigianato: al 31 dicembre 2017 le erogazioni scendono, rispetto all'anno precedente, del 10,7%, pari a 98 milioni di euro in meno su un totale di 817 milioni erogati, dato che colloca la regione al 19/o posto della classifica nazionale. Lo rileva Confartigianato Imprese Chieti L'Aquila, che ha elaborato uno studio della Confederazione nazionale, evidenziando che "la provincia di Chieti è agli ultimi posti in Italia". I prestiti alle imprese artigiane nel Chietino sono scesi del 14,9% rispetto allo stesso mese dell'anno prima, dato che colloca il territorio provinciale al 99/o posto della classifica nazionale. Leggermente migliore, ma sempre negativa, la situazione della provincia dell'Aquila: -7% e 41esima posizione. Dall'analisi dei dati emerge che il trend congiunturale, in provincia di Chieti, è in peggioramento. Il dato di dicembre, infatti, è solo l'ultimo di una serie di cifre con segno meno: nel 2015 -6,2% a dicembre; nel 2016 -13,4% a marzo, -13,9% a giugno, -13,6% a settembre, -11,1% a dicembre; nel 2017 -5,9% a marzo, -5,7% a giugno, -12,7% a settembre e -14,9% a dicembre. In miglioramento, seppur con segno meno, il trend in provincia dell'Aquila: nel 2015 -0,8% a dicembre; nel 2016 -1,2% a marzo, -1,3% a giugno, -2,3% a settembre, -5,0% a dicembre; nel 2017 -5,0% a marzo, -7,4% a giugno, -8,9% a settembre e -7% a dicembre. Situazione analoga in Abruzzo: nel 2015 -4,5 a dicembre; nel 2016 -8,6% a marzo, -8% a giugno, -7,3% a settembre, -8,4% a dicembre; nel 2017 -5,9% a marzo, -7% a giugno, -11,2% a settembre e -10,7 a dicembre. A livello territoriale, quindi, Chieti è agli ultimi posti della classifica nazionale e ultima in Abruzzo. Prima ci sono Pescara (91/a posizione, -12,5%), Teramo (52/a posizione, -7,5%) e L'Aquila (41/a posizione). "Come auspicato più volte dalla nostra associazione - afferma il direttore di Confartigianato Chieti L'Aquila, Daniele Giangiulli - la Regione, attraverso la Fira, deve accelerare sulla pubblicazione dei bandi. Siamo ormai giunti alla fine della legislatura e non c'è più tempo: attendiamo almeno un segnale di attenzione per le piccole imprese. I Consorzi fidi del sistema Confartigianato - conclude - restano soggetti facilitatori nonché strumento prezioso per agevolare l'accesso al credito di micro e piccole imprese, ma negli ultimi anni sono stati abbandonati dalla politica e dalle istituzioni".

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Ispra, 91% Comuni a rischio per dissesto idrogeologico

Sono piu' di 9 su 10 (91%) i comuni italiani a rischio per il dissesto idrogeologico. Percentuale che sale drammaticamente al 100% in nove Regioni, mentre sono oltre 3 milioni (e circa 7 milioni di persone) le famiglie residenti in zone a rischio. Questi dati principali che emergono dalla seconda edizione del rapporto "Dissesto idrogeologico in Italia" in cui l'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) aggiorna la mappa nazionale del rischio, presentato questa mattina in conferenza stampa alla Camera dei Deputati. Si aggiorna dunque lo scenario del dissesto idrogeologico in Italia: nel 2017 e' a rischio il 91% dei comuni italiani (88% nel 2015) ed oltre 3 milioni di nuclei familiari risiedono in queste aree ad alta vulnerabilita'. Aumenta la superficie potenzialmente soggetta a frane (+2,9% rispetto al 2015) e quella potenzialmente allagabile nello scenario medio (+4%); tali incrementi sono legati a un miglioramento del quadro conoscitivo effettuato dalle Autorita' di Bacino Distrettuali con studi di maggior dettaglio e mappatura di nuovi fenomeni franosi o di eventi alluvionali recenti. Complessivamente, il 16,6% del territorio nazionale e' mappato nelle classi a maggiore pericolosita' per frane e alluvioni (50 mila km2). Quasi il 4% degli edifici italiani (oltre 550 mila) si trova in aree a pericolosita' da frana elevata e molto elevata e piu' del 9% (oltre 1 milione) in zone alluvionabili nello scenario medio. Complessivamente, si legge nel rapporto Ispra, sono oltre 7 milioni le persone che risiedono nei territori vulnerabili: oltre 1 milione vive in aree a pericolosita' da frana elevata e molto elevata (Pai - Piani di Assetto Idrogeologico) e piu' di 6 in zone a pericolosita' idraulica nello scenario medio (ovvero alluvionabili per eventi che si verificano in media ogni 100-200 anni). I valori piu' elevati di popolazione a rischio si trovano in Emilia-Romagna, Toscana, Campania, Lombardia, Veneto e Liguria. Le industrie e i servizi posizionati in aree a pericolosita' da frana elevata e molto elevata sono quasi 83 mila, con oltre 217 mila addetti esposti a rischio. Il numero maggiore di edifici a rischio si trova in Campania, Toscana, Emilia-Romagna e Lazio. Al pericolo inondazione, sempre nello scenario medio, si trovano invece esposte ben 600 mila unita' locali di impresa (12,4% del totale) con oltre 2 milioni di addetti ai lavori, in particolare nelle regioni Emilia-Romagna, Toscana, Veneto, Lombardia e Liguria dove il rischio e' maggiore. Minacciato anche il patrimonio culturale italiano. I dati dell'Ispra individuano nelle aree franabili quasi 38 mila beni culturali, dei quali oltre 11 mila ubicati in zone a pericolosita' da frana elevata e molto elevata, mentre sfiorano i 40 mila i monumenti a rischio inondazione nello scenario a scarsa probabilita' di accadimento o relativo a eventi estremi; di questi piu' di 31 mila si trovano in zone potenzialmente allagabili anche nello scenario a media probabilita'. Per la salvaguardia dei Beni culturali, e' importante stimare il rischio anche per lo scenario meno probabile, tenuto conto che, in caso di evento, i danni prodotti al patrimonio culturale sarebbero inestimabili e irreversibili. I comuni a rischio idrogeologico sono il 91% di quelli italianai, ma : in nove Regioni (Valle D'Aosta, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Molise, Basilicata e Calabria) abbiamo il 100% dei Comuni e' a rischio. L'Abruzzo, il Lazio, il Piemonte, la Campania, la Sicilia e la Provincia di Trento hanno percentuali di Comuni a rischio tra il 90% e il 100%. 

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Commissione Territorio e Ambiente in apertura del Consiglio Regionale

La settimana politica all’Emiciclo si apre martedì 24 luglio alle ore 10 con la convocazione, in seduta straordinaria, della Commissione Territorio e Ambiente. All’incontro interverranno il Presidente della Giunta regionale e il Presidente dell’Autorità Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale, Rodolfo Giampieri, chiamati in audizione sul decreto legge “Fondo per la progettazione di fattibilità delle infrastrutture e degli insediamenti prioritari per lo sviluppo del Paese”. I commissari esamineranno, inoltre, il provvedimento amministrativo in materia di “Definizione dei Servizi Minimi e degli ambiti di traffico del Trasporto Pubblico Locale”. Mercoledì 25 luglio, alle ore 10, si riunirà la Commissione Bilancio e Affari generali per l’esame dei seguenti progetti di legge: “Disposizioni per l’istituzione del Comune di Nuova Pescara”; “Abruzzo 2019 - Una legge per l'Aquila Capoluogo: attraverso una ricostruzione, la costruzione di un modello di sviluppo sul concetto di Benessere Equo e Sostenibile (BES)”; “Riconoscimento della legittimità dei debiti fuori bilancio derivanti dalla sentenza del Tribunale di L’Aquila n. 209/2016 del 3 marzo 2016 - Dipartimento Sviluppo Economico, Politiche del Lavoro, Istruzione, Ricerca e Università (DPG); “Partecipazione del Consiglio regionale alla costituzione dell’associazione denominata ‘L’Abruzzo in Europa’";  modifiche alla legge regionale in materia di “Disposizioni in materia di Comunità e aree montane”

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Martino: centrodestra unito alle elezioni regionali

"Andremo uniti alle prossime elezioni regionali anche se a qualcuno dà fastidio. Per preservare l'unità del centrodestra, sarà mia premura asfaltare chi vuole portare avanti le ambizioni personali". Così il deputato abruzzese eletto in provincia dell'Aquila, Antonio Martino, nell'inaugurare la sede di Forza Italia all'Aquila, insediata in pieno centro storico. Il riferimento di Martino è alle frizioni nel centrodestra e nella ipotesi, non esclusa dal deuterati e segnarlo regionale della Lega, Giuseppe Bellachioma, di un'alleanza tra Lega e Movimento cinque stelle per modulare anche alle elezioni regionali abruzzesi, l'esperienza del governo giallo verde. "Il protagonista di questa sede è il protagonismo di questa città, sarò a Roma poter manifestare l'ambizione di territorio e rappresentare le problematiche e là soluzioni - ha continuato il segretario organizzativo azzurro. All'evento sono intervenute molti simpatizzanti, tra cui amministratori comunali, dirigenti e consiglieri regionali, e il coordinatore regionale e senatore, Nazario Pagano. Tra il pubblico anche il coordinatore provinciale dell'Aquila della Lega, Emanuele Imprudente, e il responsabile aquilano dell'Udc, Raffaele Daniele. "Al di là delle chiacchiere Fi è in continua ascesa - ha spiegato Pagano -. Le sedi di partito sono molto importanti soprattutto in un momento di difficoltà economica ed organizzativa dei movimenti partitici - ha spiegato Pagano, in un mese abbiamo aperto tre sedi e continueremo. Devono essere sportelli aperti ai cittadini che possono raccontare le loro esperienze e manifestare le loro necessità, come facciamo noi che andiamo tra la gente per capire i bisogni della collettività. Se si crede si riesce a fare tutto ciò e a vincere". Anche il vice sindaco dell'Aquila e vice coordinatore regionale di Fi, Guido Liris, ha spiegato che c'è qualcuno che gioca a dividere il centrodestra che però si presenterà unito e vincere le prossime regionali". 

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Studio Cgia di Mestre, il 98 per cento delle imprese italiane ha meno di 20 addetti

Il 98 per cento circa del totale delle imprese presenti in Italia ha meno di 20 addetti. Una platea costituita da oltre 5 milioni di piccolissimi e micro imprenditori e da tanti artigiani, negozianti e liberi professionisti. Nonostante la dimensione aziendale di queste realtà sia molto contenuta, il contributo fiscale ed economico reso al Paese è rilevantissimo. A dirlo è l’Ufficio studi della CGIA. In materia di imposte e tasse, ad esempio, nel 2017 i lavoratori autonomi e le piccolissime imprese (per intenderci solo quelle sottoposte agli studi di settore), hanno versato al fisco 43,9 miliardi di euro (pari al 53 per cento del totale delle principali imposte versate dal sistema economico). Tutte le altre, prevalentemente medie e grandi imprese, hanno invece corrisposto “solo” 39,6 miliardi (il 47 per cento del totale)
Anche nel campo economico ed occupazionale i risultati sono sorprendenti. Al netto dei dipendenti del pubblico impiego, le aziende con meno di 20 addetti danno lavoro alla maggioranza degli italiani, vale a dire al 56,4 per cento degli occupati. Inoltre, queste micro realtà producono il 40 per cento del valore aggiunto nazionale annuo, score non riscontrabile in nessun altro grande Paese dell’Unione europea
“Abbiamo un’economia che si regge su imprese bonsai – afferma il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA Paolo Zabeo – ma con performance fiscali ed economiche da giganti. Purtroppo, a differenza di un tempo, la competitività del Paese risente soprattutto dell’assenza delle grandi imprese. Da alcuni decenni queste ultime sono scomparse, non certo per l’eccessiva numerosità delle piccole realtà produttive, ma a causa dell’incapacità dei grandi player, prevalentemente di natura pubblica, di reggere la sfida lanciata dalla globalizzazione”. Sino agli inizi degli anni ’80, infatti, l’Italia era tra i leader mondiali nella chimica, nella plastica, nella gomma, nella siderurgia, nell’alluminio, nell’informatica e nella farmaceutica. Grazie al ruolo e al peso di molte grandi imprese pubbliche e private (Montedison, Eni, Montefibre, Pirelli, Italsider, Alumix, Olivetti, Angelini, etc.), l’economia del Paese ruotava attorno a questi comparti. A distanza di quasi 40 anni, invece, abbiamo perso terreno e leadership in quasi tutti questi settori. E ciò è avvenuto non a causa di un destino cinico e baro, ma a seguito di una selezione naturale compiuta dal mercato. Alla luce di queste specificità, la CGIA chiede con forza che si torni a guardare con maggiore attenzione al mondo delle imprese, in particolar modo alle piccole e alle micro, visto che, ad esempio, l’ammontare del debito commerciale della nostra Pubblica amministrazione (Pa) nei confronti dei fornitori sfiora i 60 miliardi di euro e circa la metà di questo importo è riconducibile ai mancati pagamenti. 

Alla politica la CGIA chiede di abbassare quanto prima la tassazione sulle famiglie e sulle piccole e micro imprese in modo da rilanciare i consumi interni e l’occupazione. Gli artigiani mestrini, infine, chiedono di rilanciare anche gli investimenti, soprattutto quelli pubblici, che sono una componente del Pil poco rilevante in termini assoluti, ma fondamentale per la creazione di ricchezza. Non migliorando la qualità e la quantità delle nostre infrastrutture materiali, immateriali e dei servizi pubblici il nostro paese è destinato al declino. Senza investimenti, infatti, non si creano posti di lavoro stabili e duraturi in grado di migliorare la produttività del sistema e, conseguentemente, di far crescere il livello medio delle retribuzioni. Il crollo avvenuto in questi ultimi anni, concludono dalla CGIA, è stato causato sicuramente dagli effetti negativi della crisi, ma anche dai vincoli sull’indebitamento netto che ci sono stati imposti da Bruxelles. Tali vincoli potrebbero essere superati, se, come prevedono i trattati europei, riuscissimo a ricorrere alla cosiddetta golden rule. Ovvero, alla possibilità che gli investimenti pubblici in conto capitale siano scorporati dal computo del deficit ai fini del rispetto del patto di stabilità fra gli stati membri.

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Export, incremento a due cifre per tutti i distretti nel primo trimestre

Nel primo trimestre 2018 le esportazioni dei distretti abruzzesi hanno avuto un andamento fortemente positivo (+12,5%), evidenziando performance migliori sia del manifatturiero regionale (+6,6%), che dei distretti italiani (+2,4%). Questo quanto emerge dal Monitor dei distretti industriali dell'Abruzzo curato dalla Direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo. Esportazioni in crescita, rispetto al primo trimestre 2017, per tutti i distretti abruzzesi. Particolarmente brillante l'aumento dell'export nel comparto dell'Abbigliamento (+24,7% per il distretto nord-abruzzese e +17,9% per il distretto sud-abruzzese). Trimestre fortemente positivo anche per le esportazioni di Pasta di Fara (+13,9%) e per i Vini di Montepulciano (+8,1%). In crescita anche l'export del Mobilio (+3,2%). "A contribuire favorevolmente all'andamento positivo delle esportazioni dei distretti abruzzesi - sottolinea Tito Nocentini, Direttore regionale di Intesa Sanpaolo - sono stati sia i mercati emergenti (+11,6%) che i mercati maturi (+12,8%). Sono infatti in forte crescita le esportazioni verso Paesi Bassi, Svizzera, Stati Uniti, Germania, Giappone, Canada e Russia, che hanno compensato il calo verso Belgio, Cina e Hong Kong, Francia e Regno Unito". Nel primo trimestre 2018 le esportazioni del polo ICT dell'Aquila sono aumentate del 4,8%. Un andamento trainato dalle esportazioni verso gli Stati Uniti, principale mercato di sbocco che nel primo trimestre 2018 ha assorbito il 92% delle esportazioni totali del Polo. 

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