Primo Piano

Confesercenti: imprese femminili continuano ad aumentare

Continua la crescita dell'imprenditoria femminile. Nel 2017 il numero di attività guidate da donne è aumentato dello 0,7% rispetto al 2016 arrivando a quota 1.331.367, di cui più di una su tre nel commercio e nel turismo. Non mancano, però, le criticità. Il calcolo della speranza di vita delle imprese femminili (ovvero l'età media alla loro cessazione) fa emergere infatti in generale un gap tra queste e la media complessiva di 1,6 anni in meno di possibilità di sopravvivenza. Questo dato peggiora per le imprese della ricettività, arrivando a 2 anni, è nella media per il commercio al dettaglio (1,5 anni) ed è più basso (ma riferito a una media anch'essa più bassa, per la ristorazione (0,5 anni). È quanto emerge da un'indagine sull'imprenditoria femminile, con un focus su commercio e turismo, condotta da Confesercenti a partire dall'elaborazione dei dati Infocamere. Il gap di speranza di vita delle imprese femminili è confermato dai dati sulle chiusure: solo nel 2017, infatti, hanno cessato l'attività oltre 20mila imprese rosa. Il bilancio peggiora se si prendono in esame solo commercio e turismo: nei due comparti, infatti, il 2017 ha segnato la cessazione di oltre 9mila imprese, quasi il totale delle cessazioni complessive dell'imprenditoria femminile. Ad andare peggio è il commercio al dettaglio, in cui le chiusure sono state oltre 5mila. Dall'indagine emerge che nei settori di commercio e turismo si concentrano quasi 500mila imprese 'rosa', il 37,5% del totale di quelle operanti in Italia nel 2017. In particolare, nel solo commercio al dettaglio, operano oltre 280mila imprese femminili, che rappresentano più di un quinto del totale dell'economia in "rosa"; Nelle attività commerciali e turistiche le imprese femminili rappresentano un quarto del totale (24,9%, superiore al 21,9% della media). Nel caso del commercio al dettaglio e delle attività ricettive l'incidenza arriva ad un terzo del totale (rispettivamente 32,5% e 33,8%). 

Guardando alla ripartizione territoriale, nel settore del commercio al dettaglio è la Campania che conquista il primo posto come penetrazione imprenditoriale femminile: sono ben 36.674 le aziende rosa del comparto. Seguono la Valle d'Aosta (41,2%), la Basilicata (38,4%) e l'Umbria (37,5%). Leggermente al di sotto della media (32,5%), si collocano poi la Lombardia (31,0%), la Puglia (29,8%) e la Campania (29,6%). Nella ricettività è il Trentino Alto Adige a registrare il maggior numero di imprese femminili: 2.265. La presenza relativa femminile nelle imprese è invece più elevata in Puglia (41,3%) e soprattutto Abruzzo (45,4%), dove arriva a superare anche di molto il 40% delle attività. La quota di imprese femminili scende invece al di sotto del 30% (anche se di poco) nel caso del Lazio (29,8%) e della Liguria (29,7%). Per le attività dei servizi di ristorazione la leadership tra le regioni appartiene alla Lombardia, con ben 16.525 imprese femminili (quasi il 15% del totale nazionale). La pervasività dell'imprenditoria femminile è invece massima per Valle d'Aosta (quota sul totale pari a 33,8%) e ancor più Friuli Venezia Giulia (34,4%). L'incidenza è invece più bassa per la Campania (26,6%) e per la Puglia (25,6%). 

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D’Alfonso: devono governare quelli che hanno vinto

"Penso che debbano governare quelli che hanno vinto, i Cinque Stelle e i Leghisti hanno numeri e vittoria, io mi sento collocato all'opposizione dal giudizio dei cittadini". Lo ha detto il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D'Alfonso, eletto senatore con il Pd, nel corso di una conferenza stampa questa mattina a Pescara. "I vincitori sono i Cinque Stelle e Salvini, le proposte emerse sono anche capaci di successo. La campagna elettorale e' stata molto efficace. Io per esempio dichiaro che votero' a favore del reddito di cittadinanza, che costa 75 miliardi di euro l'anno. Mentre non posso votare il governo dei Cinque Stelle e dei Leghisti, votero' a favore di tutte le misure che aumenteranno i diritti dei cittadini, a cominciare dalla prima riguardante appunto il reddito di cittadinanza. La votero' tutte le volte che servira'". Il governatore ha tenuto, comunque, a sottolineare "oggi sono solo presidente della Giunta", per presentarsi come senatore "c'e' bisogno di attendere la convalida"

"C'e' un problema in Abruzzo, nel centro Sud e in Italia: in Abruzzo si chiama 70mila persone che non ci hanno rivotato dopo il 2013. Su questo fronte noi dobbiamo costruire una proposta e un'offerta politica che li recuperi non solo dicendo le cose fatte, ma anche immaginando". Lo ha detto il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D'Alfonso, eletto senatore con il Pd, nel corso di una conferenza stampa, a Pescara, sottolineando che il futuro del Pd in Abruzzo "e' legato all'iniziativa politica, alla ripresa di attivita', di pensiero, che sia capace anche di radicalita' nel recuperare coloro i quali sono stati percepiti come esclusi". Il governatore poi ha sottolineato la necessita' di "recuperare assolutamente" i voti persi, "interpretando sia il valore dell'iniziativa amministrativa e istituzionale sia il valore di un nuovo pensiero politico capace di immaginare il recupero degli esclusi. Anche le grandi realizzazioni, i finanziamenti, le decisioni istituzionali poiche' non li ha riguardati direttamente - ha osservato - li hanno fatti sentire esclusi". Quanto al centrosinistra alle prossime elezioni regionali, "adesso siamo alle prese con la vita della Regione che continuo ad amministrare fino alla convalida" ha sottolineato D'Alfonso dicendosi convinto che "il centrosinistra si presentera' piu' largo possibile, con idee che tengano conto anche di una certa radicalita' di recuperare, perche' dentro quella radicalita' c'e' la possibilita' di recuperare 70mila persone che hanno detto si' a leghisti e 5 stelle e no al centrosinistra".

"Non appena si porranno le condizioni per pensare alla prossima campagna elettorale di sicuro investiremo tempo, idee e uomini - ha proseguito - Pero' ci sono anche dei tempi per fare questo. Questa e' una comunita' politica comunque grande e importante. Partiamo da un 21 per cento che si rimette in moto, sapendo che c'e' in Abruzzo una situazione tripolare rispetto alla quale il valore degli uomini, delle idee e la capacita' di una campagna elettorale si nutriranno anche delle cose che si faranno da oggi ad allora sul piano nazionale e regionale".

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D’Eramo eletto deputato alla Camera, definito il quadro dei Parlamentari abruzzesi

L'assessore comunale dell'Aquila, Luigi D'Eramo, candidato della Lega terzo in lista nel collegio plurinominale L'Aquila-Teramo (Abruzzo 2) per la Camera, e' stato eletto deputato grazie alle elezioni in Lombardia di Silvana Andreina Comaroli (uninominale Cremona) e Simona Bordonali (uninominale Brescia). D'Eramo era preceduto in lista da Giuseppe Bellachioma e Simona Bordonali. Bellachioma e' passato per legge nel collegio Chieti-Pescara (Abruzzo 1) per la percentuale col resto piu' bassa, dove era risultata vincitrice la Comaroli (eletta pero' a Cremona); la seconda in lista, Simona Bordonali, ex assessore regionale della Lombardia, e' stata invece eletta nel collegio uninominale a Brescia, liberando il posto per D'Eramo. 

Il quadro definitivo

 La pattuglia parlamentare abruzzese, 14 deputati e sette senatori, e' composta da undici esponenti del M5S, tre del Pd, Lega e Forza Italia e uno di Noi con l'Italia-Udc. Ecco gli eletti in Abruzzo. Collegio Plurinominale Abruzzo 1 Camera: Gianluca Vacca e Daniela Torto (M5S), Gianfranco Rotondi (Forza Italia), Giuseppe Ercole Bellachioma (Lega) (rpt., Giuseppe Ercole Bellachioma), Camillo D'Alessandro (Pd). Collegio Plurinominale Abruzzo 2 Camera: Luigi D'Eramo (Lega), Valentina Corneli e Fabio Berardini (M5S), Stefania Pezzopane (Pd). Collegio Plurinominale Abruzzo 1 Senato: Gianluca Castaldi e Gabriella Di Girolamo (M5S), Nazario Pagano (Fi), Alberto Bagnai (Lega) e Luciano D'Alfonso (Pd), governatore della Regione Abruzzo. Nei collegi uninominali alla Camera sono risultati eletti Andrea Colletti, Daniele Del Grosso, Carmela Grippa e Antonio Zennaro (M5S), Antonio Martino (Fi). Nei collegi uninominali al Senato sono risultati eletti Primo Di Nicola (M5S) e Gaetano Quagliariello (Noi con l'Italia-Udc).

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Elezioni, Movimento 5 Stelle e Centrodestra si dividono i collegi abruzzesi uninominali

Nelle sfide nei 7 collegi uninominali in Abruzzo, Camera e Senato, il Movimento Cinque Stelle conquista cinque collegi e il Centrodestra restanti 2. Il M5S ha sfondato in Abruzzo dove si pone tra il 39 e 40 per cento, superando il centrodestra che si attesta intorno al 36. In questa coalizione, in controtendenza nazionale, Forza Italia e' sopra alla Lega Nord. Crolla il Pd, male Liberi e Uguali. Nel collegio maggioritario senatoriale di Pescara, e' ufficiale la vittoria al senato del giornalista abruzzese ed ex direttore del quotidiano "Il Centro", Primo Di Nicola, sul sindaco di Pratola Peligna Antonella Di Nino, di Forza Italia: in questo collegio fuori dai giochi la senatrice pescarese e sottosegretario uscente alla giustizia Federica Chiavaroli di Civica popolare. Nel collegio uninominale senatoriale L'Aquila-Teramo vince l'esponente di Noi con l'Italia-Udc Gaetano Quagliariello, senatore uscente abruzzese ed ex ministro nel governo tecnico di Monti. Quagliariello ha battuto la grillina aquilana Emanuela Papola, terzo l'ex sindaco dell'Aquila Massimo Cialente, per il Partito Democratico. Negli altri collegi uninominali relativi alla Camera dei deputati si affermano i grillini Carmela Grippa (a Vasto in provincia di Chieti sul sindaco di Fossacesia, Enrico Di Giuseppantonio di Noi con l'Italia-Udc), Antonio Zennaro (a Teramo su Rasicci della Lega), Andrea Colletti, parlamentare uscente, (a Pescara su Guerino Testa, Fratelli d'Italia e Daniele Del Grosso (a Chieti sulla forzista Emilia De Matteo). Nel collegio uninominale alla camera dell'Aquila, vince nettamente il forzista Antonio Martino, imprenditore abruzzese, sul pentastellato Giorgio Fedele.

I nomi del proporzionale

La lista degli eletti nei collegi plurinominale non nasconde qualche sorpresa in Abruzzo. Difatti, se l’exploit del Movimento 5 Stelle porta in Parlamento alla Camera Gianluca Vacca, Daniela Torto, Valentina Corneli e Fabio Berardini, per il centrodestra si registra l’esclusione di Paola Pelino a favore di Giuseppe Ercole Bellachioma. In base ai calcoli nazionali difatti per la coalizione entrano Gianfranco Rotondi e Silvana Andreina Comaroli (Lega). 

Alla Camera per il Pd entrano Stefania Pezzopane e Camillo D’Alessandro.

Al Senato invece per il M5S entrano Gianluca Castaldi e Gabriella Di Girolamo. Per la Lega entra Alberto Bagnai, e per Forza Italia ce la fa Nazario Pagano. Nel centrosinistra invece eletto Luciano D’Alfonso.

Affluenza

E' stata del 75,29% l'affluenza alle urne in Abruzzo per le politiche 2018 per la Camera quando mancano i dati di 5 comuni (300 su 305). Per il Senato del 75,09%. Dati leggermente sopra il parziale nazionale rispettivamente del 72,96% e del 73,7%. Il definitivo sull' affluenza per la provincia dell'Aquila per la Camera e' di 74,75%; per la provincia di Pescara del 75,54%. Per la provincia di Teramo affluenza del 75,71 quando manca il dato di un comune, e a Chieti di 75,16% (100 comuni su 104). Nel capoluogo di regione l'affluenza alla chiusura dei seggi, per la Camera, e' stata del 76,47% mentre a Pescara del 74,89%.

Analisi nazionale. Renzi si dimette

"Come sapete e come è doveroso, mi pare che abbiamo riconosciuto con chiarezza che si tratta di una sconfitta netta, una sconfitta che ci impone di aprire una pagina nuova all'interno del Pd". Lo dice il segretario del Pd Matteo Renzi al Nazareno che annuncia le dimissioni da segretario del Partito Democratico. "E' ovvio che io debba lasciare la guida del partito democratico", ha detto. "Avevamo detto no a un governo con gli estremisti, non abbiamo cambiato idea. Non c'è nessuna fuga. Terminata la fase dell'insediamento del Parlamento  - ha detto ancora - e della formazione del governo, io farò un lavoro che mi affascina: il senatore semplice, il senatore di Firenze, Scandicci, Insigna e Impruneta".  Serve "un congresso che a un certo punto permetta alla leadership di fare ciò per cui è stato eletto. Non un reggente scelto da un 'caminetto', ma un segretario scelto dalle primarie", ha aggiunto. "Diciamo tre no: no agli inciuci, no ai caminetti: l'elemento costitutivo del Pd sono le primarie, no agli estremisti'. 

Le prime analisi dei flussi indicano che sono stati principalmente i pentastellati a 'prosciugare' i consensi dei dem. Mentre il Carroccio ha pescato soprattutto da Forza Italia. E' cambiato il sistema elettorale, dal Porcellum maggioritario del 2013 all'attuale Rosatellum, misto, con conseguenti intoppi nelle operazioni di voto e negli scrutini (che a ventuno ore dalla chiusura delle urne non sono ancora completati). Ma pochi numeri bastano per capire la scossa data dalle urne: il Pd di Bersani aveva raccolto 5 anni fa 8,6 milioni di voti alla Camera (25,43%), secondo per un soffio dietro M5S (25,56%). I Dem ieri hanno perso quindi ben 2,6 milioni di voti scendendo al 18%. Inversa la traiettoria dei Cinquestelle, che hanno raccolto i consensi di 10,6 milioni di italiani (32,6%), due milioni in piu' rispetto al 2013. Molto piu' alto il balzo dell'altra grande vincitrice del 4 marzo, la Lega, che ha quadruplicato i voti: da 1,3 milioni (4%) a 5,6 milioni (17,4%). Il Carroccio e' cosi' diventato il terzo partito italiano, superando per la prima volta il tradizionale alleato Fi, rimasto fermo al 14% (4,5 milioni di voti contro i 7,3 milioni incassati dal Pdl nel 2013): una perdita di quasi tre milioni di consensi. A livello di coalizioni, esce cosi' vincente quella di centrodestra (37%), con gli alleati Fdi e Noi con l'Italia insieme a Lega e Fi. Il centro sinistra si ferma al 22,8%, con i 'cespugli' +Europa, Insieme, Civica Popolare e Svp aggregati al Pd. L'analisi territoriale del voto, offre dunque un'Italia spaccata in due: M5S domina quasi incontrastato al Sud, il centrodestra al Nord. Piu' variegato il Centro. Alla Camera, solo i seggi di Gioia Tauro e Vibo Valentia, in Calabria e di Agropoli, in Campania, vanno al centrodestra impedendo l'en plein pentastellato in tutti i collegi uninominali del Meridione. Mentre al Senato solo Reggio Calabria (centrodestra) sfugge ai grillini. In Sicilia (28 a 0 nell'uninominale), Sardegna (9 a 0), Calabria, Basilicata, Puglia, Campania e Molise il partito di Di Maio supera nettamente il 40%. Sfiora il 40% in Abruzzo ed e' al 35% nelle Marche. Salendo a Nord e' il centrodestra a dominare con l'accoppiata Lega-Fi. Fa eccezione l'Alto Adige, tradizionalmente in mano a Svp che ha sostenuto la candidata vincente del Pd Maria Elena Boschi, mentre in Trentino tutti i collegi uninominali sono andati al centrodestra. Sorprendono tuttavia i risultati del partito di Matteo Salvini al Sud ed al Centro: e' al 10% in Sardegna, al 6% in Puglia e Basilicata, all'8,6% in Molise, al 13,8% in Abruzzo, al 17% nelle Marche, al 20% in Umbria, al 17% in Toscana. Per il Pd e' notte fonda. Riesce ad essere ancora primo partito solo in Toscana (29,6%), mentre perde di poco in Emilia Romagna (26,3% contro i 27,5 del M5S). C'e' poi 'l'anomalia' delle metropoli con la coalizione di centrosinistra che la spunta in alcuni collegi a Roma, Milano e Torino. Nell'uninominale di Roma 1 il premier Paolo Gentiloni riporta una netta vittoria con il 42% dei voti distanziando di ben 12 punti percentuali il candidato di centrodestra. 

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Elezioni: i primi exit poll

I primi exit poll diffusi da Opinio per la Rai.  Nel centrodestra Forza Italia 12,5-15,5%; Lega: 12,5-15,5%; FdI 3,5-5,5%; Noi per l'Italia 1-3%. Totale 33-36%. Nel centrosinistra Pd: 20-23%; +Europa 2-4%; Insieme 0-2%; Civica Popolare 0-2%. Centrosinistra: 25,5-28,5% Movimentro cinque stelle: 29,5-32,5%. LeU: 3-5%. Secondo l'intention poll realizzato da Tecnè per Mediaset, al proporzionale per la Camera l'M5S è il primo partito al 29-33%. Il Pd è al 17,5-21,5%, FI al 12-16%, Lega al 12-16%, Leu al 3-5%, Fratelli d'Italia al 4-6%, Noi con l'Italia al 0,5-2,5%, +Europa al 2-4% e altri al 7-9%.
 Il capogruppo Pd alla Camera Ettore Rosato a Porta a Porta."Gli exit polls si sono dimostrati nella storia molto elastici ma se questo è il risultato finale la cosa chiara per il Pd è un dato negativo, noi passeremmo all' opposizione". Paolo Romani, capogruppo di Fi al Senato a Porta a Porta. "C'è una sana competizione interna con Lega e Fi che competono per il primo posto. Io ho cautela sugli exit poll, la coalizione di centrodestra arriva comunque prima rispetti agli altri competitor". 

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Cgia: retribuzioni dei dipendenti privati quasi allineate a quelli statali

Dopo il blocco degli stipendi pubblici durato ininterrottamente dal 2010 fino alla fine del 2017, le retribuzioni medie annue lorde dei dipendenti privati si sono quasi allineate a quelle dei colleghi del pubblico impiego. Le prime, fa sapere l'Ufficio studi della CGIA, nel 2016 sono state comunque più leggere, rispetto alle seconde, di 606 euro. Nulla a che vedere, in ogni caso, con quanto accadeva nel 2010 (anno in cui ebbe inizio il blocco); allora lo scarto annuo, a vantaggio degli statali, era di 4.244 euro. Nel 2016, ultimo anno in cui è possibile eseguire la comparazione, la retribuzione media annua lorda di un dipendente occupato nel settore privato ammontava a 33.192 euro (+9,1 per cento rispetto al 2010), quella relativa ad un dipendente del pubblico impiego, invece, 33.798 (-2,5 per cento rispetto al 2010). Secondo l'ultima rilevazione dell'Ocse riferita al 2015, ad esempio, il reddito complessivo medio di un top manager pubblico italiano era di 356.349 euro all'anno: il 39,9 per cento in più di quello percepito dal pari livello tedesco, il 42,8 per cento in più di un britannico, il 45,9 per cento in più del francese e il 98,4 per cento in più di uno spagnolo. Rispetto al dato medio dei Paesi Ocse, i manager italiani presentano un reddito superiore di oltre il 70 per cento.

Nel privato, le "buste paga" più pesanti le ricevono i dipendenti dell'industria (35.200 euro lordi all'anno); a seguire coloro che lavorano nei servizi (32.849 euro lordi all'anno) e nelle costruzioni (27.836 euro lordi all'anno). Nel pubblico, invece, sono i dipendenti negli enti previdenziali a percepire le retribuzioni più alte (45.540 euro lordi all'anno). A seguire i dipendenti degli enti locali (35.235 euro lordi annui con un picco di 39.070 euro per i lavoratori della sanità) e gli statali (32.515 euro lordi all'anno). 

In termini occupazionali (unità di lavoro standard) il numero dei dipendenti pubblici continua a scendere. Se nel 2010 ne contavamo 3.510.000, dopo 6 anni sono scesi a 3.377.000 (-3,8 per cento). Anche nel privato c'è stata una leggerissima contrazione. Se nel 2010 erano 9.939.000, nel 2016 si sono attestati a quota 9.831.000 (-1,1 per cento). Molto preoccupante il crollo registratosi nelle costruzioni. Sempre tra il 2010 e il 2016, in questo settore si sono persi 244.000 addetti a tempo pieno, pari ad una variazione del -23,3 per cento. 

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Elezioni 2018, l’affluenza ai seggi

Code e ritardi anche nel pescarese per le operazioni di voto in quasi tutti i seggi: in alcune si tratta anche di decine di persone in attesa fuori dal seggio. Secondo le testimonianze la causa dei rallentamenti e' dovuta alla registrazione del tagliando antifrode.

Questi i dati dell'affluenza alle ore 12.

ABRUZZO                    19,38

CHIETI                        19,49

L'AQUILA                     18,58

PESCARA                     19,86

TERAMO                       19,52

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Urne aperte dalle 7 alle 23 in Abruzzo per le elezioni di rinnovo del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati: sono un milione 45 mila e 163 gli abruzzesi aventi diritto al voto, in prevalenza donne (538.999) rispetto agli uomini (506.164). Gli elettori, per poter esercitare il diritto di voto, dovranno esibire, oltre ad un documento di riconoscimento valido, la tessera elettorale. Chi avesse smarrito la propria tessera, potra' chiederne il duplicato agli uffici comunali che saranno aperti per tutta la durata delle operazioni di voto. Ogni scheda elettorale e' dotata di un tagliando antifrode rimovibile, dotato di un codice progressivo alfanumerico, che sara' annotato al momento dell'identificazione dell'elettore. Espresso il voto l'elettore consegna la scheda al presidente del seggio il quale, dopo aver verificato la corrispondenza del numero del codice con quello annotato al momento della consegna della scheda, stacchera' il tagliando e inserira' la scheda nell'urna. 


Come si vota

Per l’elezione della Camera dei deputati la scheda è rosa. Per l’elezione del Senato della Repubblica la scheda è gialla.

Ogni scheda è dotata di un apposito tagliando rimovibile, “tagliando antifrode”, dotato di un codice progressivo alfanumerico, che sarà annotato al momento dell’identificazione dell’elettore. Espresso il voto l’elettore consegna la scheda al presidente del seggio. E’ il presidente che stacca il “tagliando antifrode” e, solo dopo aver verificato la corrispondenza del numero del codice con quello annotato al momento della consegna della scheda, la inserisce nell’urna.

Ciascuna scheda – in un rettangolo – ha il nome e il cognome del candidato nel collegio uninominale. Nel rettangolo o nei rettangoli sottostanti, sono riportati il simbolo della lista o delle liste, collegate al candidato uninominale, con a fianco i nomi e i cognomi dei candidati (da un minimo di 2 a un massimo di 4) nel collegio plurinominale, secondo il rispettivo ordine di presentazione.

L’elettore potrà votare apponendo un segno sulla lista prescelta e il voto si estenderà anche al candidato uninominale collegato; oppure potrà apporre un segno su un candidato uninominale e il voto si estenderà alla lista o alle liste collegate in misura proporzionale ai voti ottenuti nel collegio da ogni singola lista.

Il voto è valido anche se si appone il segno sia sul candidato uninominale che sulla lista o su una delle liste collegate; non è possibile il voto disgiunto, cioè votare un candidato uninominale e una lista collegata a un altro candidato uninominale.

E’ vietato scrivere sulla scheda il nominativo dei candidati e qualsiasi altra indicazione.

 

Il video tutorial per il voto

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Pil, Istat conferma stima preliminare: +0,3% nel quarto trimestre 2017

Nel quarto trimestre del 2017 il prodotto interno lordo, espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2010, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e dell'1,6% nei confronti del quarto trimestre del 2016. Lo riferisce l'Istat. La stima preliminare diffusa il 14 febbraio scorso aveva rilevato la stessa variazione in termini sia congiunturali, sia tendenziali. Il quarto trimestre del 2017 ha avuto tre giornate lavorative in meno del trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno rispetto al quarto trimestre del 2016

Nel 2017 il Pil corretto per gli effetti di calendario è aumentato dell'1,5%. Si fa notare che il 2017 ha avuto due giornate lavorative in meno rispetto al 2016. La variazione acquisita per il 2018 è pari a +0,5%. Rispetto al trimestre precendente, i principali aggregati della domanda interna risultano in crescita, con un incremento dello 0,1% dei consumi finali nazionali e dell'1,7% degli investimenti fissi lordi. Le importazioni e le esportazioni sono cresciute, rispettivamente, dell'1,0% e del 2,0%. La domanda nazionale al netto delle scorte ha contribuito alla crescita del Pil per 0,4 punti percentuali (+0,3 gli investimenti fissi lordi e un apporto nullo sia dei consumi delle famiglie e delle istituzioni sociali private, sia della spesa della pubblica amministrazione. La variazione delle scorte ha fornito un contributo negativo (-0,4 punti percentuali), mentre la domanda estera netta ha dato un apporto positivo (+0,3 punti percentuali).

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Project financing per l’ospedale di Chieti, avanza l’iter

Passo avanti anche se non decisivo per il project financing del nuovo ospedale di Chieti da realizzare al posto di quello attuale secondo i tecnici non sicuro dal punto di vista strutturale e sismico. La Giunta regionale ha approvato la delibera con cui si esprime una valutazione positiva, per quanto concerne gli aspetti tecnico-funzionali, del project financing presentato dal raggruppamento temporaneo di imprese costituita dalle imprese Maltauro e Nocivelli. Per la dichiarazione di pubblica utilita' che darebbe il via libera alla gara comunitaria nella quale i proponenti hanno il diritto do prelazione, manca l'intesa sotto il profilo economico finanziario. Nel documento licenziato dalla Giunta, recepisce la relazione trasmessa dal responsabile unico del procedimento, Emidio primavera, dirigente regionale, in cui sono stati comunicati alla Regione gli esiti dell'istruttoria portata avanti dal gruppo di lavoro insediato lo scorso giugno e che ha avuto poi una serie di riunioni con le imprese. Stando ad una nota della Regione, la delibera di giunta e' "un passaggio necessario dopo le novita' introdotte dal nuovo codice degli appalti, che ha implicato la rimodulazione del progetto da parte del raggruppamento di imprese proponenti. Il gruppo di lavoro ha invece sollevato una serie di criticita' sotto il profilo economico-finanziario, su cui il privato si e' detto disponibile a proseguire il confronto, in modo da arrivare in tempi ragionevoli alla conclusione definitiva della procedura".

Il project financing sull'ospedale di Chieti ha una storia lunga e travagliata e piena di polemiche, cominciata circa 4 anni fa. Dopo tre anni nel corso dei quali la asl teatina non ha dato risposte ai proponenti, la Regione ha avocato a se' la procedura circa un anno fa per volere del presidente della Giunta, Luciano D'Alfonso. Si sono pronunciati contro il project le opposizioni in

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Firmati gli interventi straordinari per la viabilità provinciale

Sono state sottoscritte le convenzioni tra la Regione e le Province riguardanti gli interventi di manutenzione straordinaria sulla viabilita' provinciale. L'investimento complessivo e' di 56 milioni di euro, a valere sui fondi del Masterplan, che andranno a finanziare 46 progetti, individuati in una serie di incontri che si sono svolti nei mesi scorsi. Alla Provincia di Chieti sono stati assegnati 16 milioni di euro, destinati a 6 interventi: 2 nell'area Chietino-Ortonese (3 milioni di euro), 2 nel Sangro (4 milioni di euro), 2 nel Vastese (9 milioni di euro). Alla Provincia di Teramo andranno 15 milioni per 14 interventi: Teramo-Campli-Bellante-Sant'Omero (un milione 200mila euro), Martinsicuro-Colonnella-Controguerra-Ancarano-Tortoreto- Sant'Omero-Nereto-Torano Nuovo- Sant'Egidio alla Vibrata (un milione 200mila euro), Giulianova- Mosciano Sant'Angelo-Bellante (un milione 100mila euro), Teramo-Cortino-Campli (un milione di euro), Campli-Valle Castellana (un milione di euro), Teramo-Campli-Torricella Sicura-Rocca Santa Maria (un milione di euro), Fano Adriano-Montorio-Crognaleto (un milione di euro), Castelli-Isola del Gran Sasso-Colledara-Tossicia-Montorio al Vomano (un milione di euro), Basciano-Penna Sant'Andrea-Bisenti-Cermignano-Castiglione Messer Raimondo (un milione di euro).

E ancora: Bisenti-Castiglione Messer Raimondo-Montefino (un milione di euro), Castel Castagna-Colledara- Penna Sant'Andrea-Cermignano-Teramo (un milione di euro), Teramo-Notaresco-Castellalto-Canzano-Roseto degli Abruzzi-Morro d'Oro-Cellino Attanasio-Atri (un milione 200mila euro), Cellino Attanasio-Cermignano-Pineto-Atri-Silvi-Roseto degli Abruzzi (un milione 100mila euro), Pineto-Montefino-Atri-Silvi-Castilenti (un milione 200mila euro). In Provincia di Pescara gli interventi finanziati sono 8, per un totale di 14 milioni di euro: 4 sono sull'area Vestina (7 milioni di euro), 2 su quella delle Colline Casauriensi (3 milioni 515mila euro), 2 sull'area Montana pescarese (3 milioni 485mila euro). La Provincia dell'Aquila, infine, avra' a disposizione 11 milioni per 18 interventi: SP 1 Amiternina - SP 5 Silvaplana - SP 31 Forulense e SP 33 di Coppito (400mila euro), SP 7 di Castel del Monte-SP 8 Peltuinate-SP 94 del Tirino (600mila euro), SP 3 e 30/dir di Cascina- SP 29/dir e 29 dell'Alto Aterno e SR 260 Picente (450mila euro), SP 104 della Rocchetta-SP 105 di Montecabbia-SR 471 di Leonessa-SP 2 del Lago di Campotosto-SR 577 del Lago di Campotosto (550mila euro), SP Alto Sangro (un milione di euro), SP 12 Frentana-SP 13 Morronese (un milione di euro), SP 52 Nolfese-SP 53 dell'Albanese (un milione di euro), SP 10 Peligna-SP18 Fanesina-SR 5 dir Tiburtina Valeria (un milione di euro), SP 9 Marsicana- SP 11 Sirentina (500mila euro), SP 99 di Pettorano-SP 50 di Roccacasale-SP 116 di Cantone-SP 117 di Mastroiacovo (500mila euro), SP 22 Circonfucense (un milione 250mila euro), SP 21 Magoranese (450mila euro), SP 20 DIR Borgo Incile (300mila euro), SP 63-SP 101-SP87-SR 579 (600mila euro), SP 23-SP 89 (300mila euro), SR 5-SP 124-SP 27-SP 111-SP 26 (350mila euro), SP 24-SP 125 (400mila euro), SP 5bis-SP 520-SP 38 (350mila euro).

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