Il sindaco di Teramo Gianguido D'Alberto ha azzerato la giunta in vista di un rimpasto. Il primo cittadino ha infatti avocato a se' tutte le deleghe, comunicando la decisione con una nota in cui ribadisce la necessita' di "aprire una nuova fase che dia al risanamento e al riscatto avviati, l'indispensabile consolidamento". L'azzeramento della giunta e la mano tesa alle forze civiche attualmente in minoranza arriva a soli 18 mesi dall'insediamento dell'amministrazione D'Alberto, suscitando forti critiche da parte dell'opposizione. "Gli intenti programmatici attorno ai quali si era ritrovata la coalizione premiata nelle elezioni del 2018, sono stati rispettati ed hanno trovato nell'attivita' della giunta una fruttuosa, concreta e decisa applicazione - scrive il sindaco nella nota - il mutato quadro politico rispetto alle elezioni del 2018, impone tra l'altro, senza indugi e ritardi, l'avvio di una fase che, muovendo proprio dalla maturita' e dalla consapevolezza della maggioranza e della giunta, apra la propria esperienza a coloro che possono apportare un arricchimento dei contributi politici e realizzativi, con spirito capace di contribuire alla creazione di un progetto nuovo, che risponda in maniera sempre piu' ampia e coraggiosa alle esigenze di una citta' desiderosa di vedere l'incremento dei risultati". Da qui la decisione di avocare a se' tutte le deleghe, "per il periodo che portera' alla ridefinizione di una nuova compagine amministrativa e politica per la citta'"
Leggi Tutto »Dati Mef, 30% delle imprese è in perdita
Aumentano le societa' di capitali (e le dichiarazioni fiscali) ma i soggetti che dichiarano un reddito d'impresa rilevante ai fini IRES - l'Imposta sui Redditi delle Societo' - resta fermo al 63% mentre chi dichiara un'imposta si ferma al 58,5%. E' la fotografia che emerge dagli ultimi dati diffusi dal Mef nelle "Statistiche sulle dichiarazioni Ires e Irap dell'anno di imposta 2017", relativi alle dichiarazioni presentate fra il 2018 e 2019. Del restante 37% dei soggetti dichiaranti, il 30% ha dichiarato una perdita (+1,4% rispetto al 2016) e il 7% ha chiuso l'esercizio in pareggio. Quanto all'Irap (Imposta sui redditi delle persone fisiche), qui i soggetti risultano in calo del 3,6% a 3.819.984. La contrazione ha interessato soprattutto le persone fisiche (-7,3% su 2016) a causa della crescente adesione al regime forfetario e le societa' di persone (-4,3%). Tornando alle societa' di capitali (l'89,1% delle quali sono a responsabilita' limitata), il reddito fiscale dichiarato da queste e' stato pari a 173,3 miliardi di euro con un incremento del 6,1% a fronte di un imponibile di 143,1 miliardi di euro (+17,7% rispetto al 2016), ma la percentuale delle societa' di capitale che dichiarano un'imposta si ferma al 58,5%, in linea con l'anno precedente; il rimanente 41,5% non ha dichiarato un'imposta o ha un credito con l'Erario. L'andamento dell'imposta netta oltre ad essere influenzato dall'andamento della base imponibile (che e' positivo), riflette pero' le variazioni di aliquota stabilite per l'anno d'imposta 2017. Passando alle varie agevolazioni fiscali concesse alle imprese, il Mef segnala che per quanto riguarda l'ACE (Aiuto alla crescita economica), le societa' di capitali che hanno diritto alla deduzione relativa sono oltre 320.400 (+0,8% rispetto al 2016) per un ammontare di deduzione spettante di 18,3 miliardi di euro. Quanto alla Patent Box sono 1.200 societa' che hanno utilizzato l'agevolazione per un ammontare di reddito detassato e plusvalenze esenti pari a 2,9 miliardi (2,1 volte il valore del 2016). Continua poi ad applicarsi alle imprese il "super-ammortamento", che prevede la possibilita' di dedurre una maggiore percentuale della quota di ammortamento e dei canoni di locazione finanziaria sugli investimenti in beni materiali strumentali nuovi. Nel 2017 tale agevolazione e' stata fruita da 258.126 soggetti per un ammontare di 4,7 miliardi. Nel 2017 e' entrata anche a pieno regime l'agevolazione dell'iper-ammortamento, volta a favorire i processi di trasformazione tecnologica e digitale secondo il modello . L'incentivo e' stato utilizzato da oltre 8.300 soggetti, per un ammontare di circa 418 milioni di euro.
Leggi Tutto »Conferenza dei Capigruppo e progetto su medicina dello sport
La settimana politica all’Emiciclo si aprirà martedì 21 gennaio, alle ore 12, con la Conferenza dei Capigruppo convocata dal Presidente del Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri per stabilire l’ordine del giorno della prossima seduta consiliare. Alle 14.30 si riunirà in seduta straordinaria la Commissione Salute per esaminare il progetto di legge su “Medicina dello sport e tutela sanitaria delle attività sportive e motorie”. Mercoledì 22 gennaio, alle 10.30, è in programma la seduta della Commissione d’inchiesta su Sin di Bussi nel corso della quale sono previste le audizioni del Dirigente dell’Avvocatura regionale Stefania Valeri e del Dirigente Settore bonifiche del Ministero dell’Ambiente Luciana Distaso. Giovedì 23 gennaio, alle ore 10, è convocata la Commissione Agricoltura con, all’ordine del giorno, i seguenti provvedimenti: “Abruzzo Regione del Benessere”, “Norme in materia di turismo itinerante”, “Disposizioni in materia di tutela delle piante di olivo adulte ai fini della loro classificazione, recupero e cessione. Disciplina concernente l’abbattimento e l’espianto di alberi di olivo”, “Protezione degli insetti impollinatori e riduzione del rischio legato all’impiego dei fitosanitari”. Alle ore 12 è prevista la riunione della Commissione Territorio che esaminerà il provvedimento “Disposizioni in materia di valutazione di incidenza e modifiche alla L.R. 3 marzo1999, n.11 (Attuazione del decreto legislativo 31 marzo1998, n.112. Individuazione delle funzioni amministrative che richiedono l’unitario esercizio a livello regionale e conferimento di funzioni e compiti amministrativi agli enti locali ed alle autonomie funzionali)”. Sempre giovedì, alle ore 15, è convocata il Comitato per la Legislazione chiamato a esprimere il parere sui seguenti progetti di legge: “Disposizioni in materia di accesso agli interventi economici e di servizi alla persona”; “istituzione del fattore famiglia abruzzese”; norme per la prevenzione e il contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo patologico”; “interventi per la prevenzione e il trattamento delle dipendenze patologiche”. Saranno poi esaminati anche i progetti di legge: “istituzione del Garante regionale degli anziani”; “disposizioni in favore delle persone affette da fibromi algia”; “disposizioni in materia di politiche giovanili”. Infine, la Commissione di Vigilanza è convocata in seduta straordinaria, alle ore 15.30, con il seguente ordine del giorno: Tua - esposto mancato accesso agli atti, audizioni: Gianfranco Giuliante, Presidente Tua, Federico Gallucci; Tua - diffida ad applicare così come proposte, le modifiche all’organizzazione del lavoro come da ODS 371-378-391/2019; Tua - rischio soppressione corse L’Aquila – Roma e Roma – L’Aquila, audizioni: Umberto D’Annuntiis, Sottosegretario alla Presidenza della Giunta regionale con delega ai Trasporti, Gianfranco Giuliante, i rappresentanti delle organizzazioni sindacali FILT CGIL – FIT CISL – UILT UIL – FAISA CISAL e Donatella Sarra, Presidente Comitato pendolari AQ-RM/RM-AQ. Il terzo punto all’ordine del giorno riguarda le eipetute violazioni del regolamento dell’Attività Libero Professionale Intramuraria nella ASL02. Audizioni: Nicoletta Verì, Assessore Salute; Thomas Schael, Direttore Generale ASL2; Luigi Leonzio, Primario di Cardiologia Ospedale Renzetti di Lanciano; Rossana Di Nella, Responsabile Area medica Ospedale Renzetti di Lanciano.
Leggi Tutto »Dal 2007 crollato il monte ore di 2,3 miliardi
Rispetto al 2007 c'e' stato un recupero del numero di occupati persi, ma il nostro monte ore lavorate e' crollato di 2,3 miliardi (-5%). Ad aver patito questa caduta verticale non sono stati i lavoratori dipendenti, bensi' gli autonomi. Lo rileva la Cgia. Se i primi, infatti, tra il 2007 e la fine del 2018 hanno avuto una contrazione delle ore lavorate pari a 121 milioni (-0,4%), i secondi, invece, hanno perso quasi 2,2 miliardi di ore (-14,4%). Nei primi 9 mesi del 2019 (ultimo dato disponibile) la situazione e' in via di miglioramento. Nel confronto con lo stesso periodo del 2018, infatti, autonomi e dipendenti hanno incrementato di 175 milioni lo stock di ore lavorate (+0,5%).Con un'occupazione in aumento e un monte ore lavorate ancora molto inferiore al livello pre-crisi, la produttivita' del lavoro, tuttavia, non ha registrato alcuna significativa crescita, sottolinea la Cgia. Oltre ad aver costretto alla chiusura molte piccole attivita', la bassa crescita del Pil registratasi negli ultimi 12 anni ha condizionato negativamente anche la qualita' dei nuovi ingressi nel mercato del lavoro. Se i lavoratori dipendenti a tempo parziale sono aumentati di oltre 1 milione di unita' (+40,2% sul 2008), lo stock di quelli full time, invece, e' sceso di 341 mila unita' (-2,3% sul 2008). Il calo delle ore lavorate e' stato maggiore al Mezzogiorno: -10,7% (pari a -1,4 miliardi di ore lavorate) tra il 2007 e il 2016 (ultimo anno in cui i dati regionali sono a disposizione); -5,8% nel Nordest (-563 milioni), il -5,7% nel Nordovest (-755 milioni), -5,1% nel Centro (-491 milioni). Tra le regioni i cali piu' importanti si sono visti in Molise e in Sicilia (entrambi -12,4%), in Campania (-12,3%) e in Basilicata (-11,1%). Per contro, la Lombardia (-4,8%), il Lazio (-2,9%) e il Trentino Alto Adige (-1,1%) sono state le meno interessate da questo fenomeno. Tra il 2008 e il 2018 l'escalation del numero di dipendenti a tempo parziale ha specie interessato il Sud (+355.000 unita', +55,4%). Piu' contenuto il dato che ha riguardato il Centro (+226.000, +41,1%), il Nordovest (+275.000, +35,7%) e il Nordest (+187.000, +30,1%). Campania (+68,6%), Calabria (+66,7%) e Puglia (+62,3%), invece, hanno registrato la piu' alta percentuale di crescita. Marche (+26%), Umbria (+22,8%) e Veneto (+12%), viene infine indicato, sono state meno coinvolte dall'aumento della "precarizzazione" del mercato del lavoro.(
Leggi Tutto »Il lavoro richiesto e offerto: per l’Apl CNA di Pescara bilancio positivo
Bilancio positivo per l’Agenzia per il lavoro della CNA di Pescara. I numeri dicono che la struttura di via Cetteo Ciglia ha chiuso la propria attività di incrocio tra domanda e offerta di lavoro, nel 2019, con cifre interessanti. In dettaglio, si tratta di 93 attivazioni di tirocini extracurriculari; di 26 assunzioni tramite il programma “Garanzia giovani”, 17 delle quali a tempo indeterminato, 7 in apprendistato professionalizzante e 2 a tempo determinato; di 74 nuove assunzioni a tempo indeterminato tramite il programma “Garanzia lavoro”; di 14 trasformazioni da tempo determinato a tempo indeterminato tramite il programma “Garanzia lavoro”; di 45 nuove attivazioni di tirocini attraverso il progetto “Puoi”; di 31 nuove attivazioni di tirocini attraverso il progetto “Garanzia giovani”.
Un risultato considerevole, insomma, per il team della CNA pescarese diretta da Carmine Salce, in cui operano Massimo Renzetti, Margherita Pastore ed Emiliano Cicconi. Gruppo di lavoro che nel 2020 si cimenterà anche con gli scenari inediti collegati alla cosiddetta “fase 2” del reddito di cittadinanza, ed in particolare alle problematiche poste dalla concessione ai beneficiari dell’assegno di ricollocazione previsto dalla misura: grazie a questo strumento, quanti percepiscono il reddito di cittadinanza saranno assistiti nella ricerca di un lavoro anche attraverso le Agenzie per il lavoro.
«In una regione dove gli effetti della crisi restano importanti sul tessuto economico e produttivo – commenta il presidente della confederazione artigiana pescarese, Cristian Odoardi – la possibilità di utilizzare incentivi di qualunque natura per assumere offre lo spazio per incrociare positivamente domanda e offerta di lavoro. E trova da parte delle imprese, soprattutto quelle di piccole dimensioni, una risposta positiva. Il problema, semmai, è quello di far conoscere ai destinatari, penso in particolare ai giovani, l’esistenza delle diverse offerte e opportunità in campo. Nel 2020 moltiplicheremo gli strumenti informativi per arrivare ai destinatari, anche attraverso una rete più stabile di collegamenti con il mondo dell’istruzione, dell’università, delle istituzioni locali».
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Un giovane su quattro in Europa rischia la poverta’
Un giovane su quattro in Europa rischia la poverta'. E questo e' un sintomo delle crescenti diseguaglianze in termini di reddito e ricchezza, schizzate ai massimi storici e divenute una piaga a livello mondiale. A lanciare l'allarme e' il direttore del Fmi, Kristalina Georgieva, a pochi giorni dall'avvio dei lavori del forum di Davos, al quale oltre ai capi di governo parteciperanno anche 119 miliardari, ovvero un club che vale 500 miliardi di dollari. Il trend in atto, spiega Georgieva al Peterson Institute, "e' preoccupante" perche' ricorda gli inizi del 20mo secolo, quelli gli anni che hanno preceduto la Grande Depressione. Allora "le forze della tecnologia e dell'innovazione" aveva prima portato alla Gilded Age e ai Roaring Twenties, poi al disastro finanziario. Tracciando il parallelo fra gli anni 1920 e il decennio del 2020, apertosi all'insegna dell'incertezza, il direttore generale del Fmi invita a non commettere gli stessi errori due volte. E quindi ad agire: serve un'azione per ridurre le diseguaglianze che "ostacolano la crescita", erodono la "fiducia nella societa' e nelle istituzioni" e rischiano di "alimentare il populismo e le tensioni politiche" spiega Georgieva, osservando come a complicare le cose rispetto agli anni 1920 c'e' il cambiamento climatico, "motore di shock e incertezza" ma anche "occasione di trasformazione economica". Per affrontare le diseguaglianze la politica di bilancio e' uno strumento importante, ma e' necessario guardare anche al settore finanziario. Un comparto che puo' aiutare a ridurle ma che, dopo un certo punto, rischia di produrre l'effetto opposto. Le maggiori disparita' di reddito sono "associate a maggiori rischi finanziari" e "tendono a essere accompagnate da una sostenuta crescita del credito", come dimostrato dalla crisi del 2008.
Leggi Tutto »L’Abruzzo intero si unisce nel ricordo della tragedia dell’hotel Rigopiano
Alle ore 16.49 in punto, orario in cui il 18 gennaio 2017 una enorme valanga travolse e distrusse l'hotel Rigopiano di Farindola provocando la morte di 29 persone, il suono delle trombe, seguito da un momento musicale, ha ricordato tra la commozione generale la tragedia durante la cerimonia per il terzo anniversario in corso al palazzetto dello sport di Penne, in quella che all'epoca fu la sede operativa dei soccorsi. Allo stesso orario e' stato scoperto un pannello gigante raffigurante i volti delle vittime.
Alla cerimonia, oltre ai parenti delle vittime e ad alcuni dei superstiti, stanno partecipando, tra gli altri, il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, il governatore dell'Abruzzo, Marco Marsilio, il prefetto di Pescara, Gerardina Basilicata, l'ex vicepresidente del Csm e consigliere regionale Giovanni Legnini, esponenti politici regionali e locali, rappresentanti delle forze dell'ordine, tra cui il questore di Pescara e i comandanti provinciali di Carabinieri e Guardia di Finanza.
"Oggi rappresento lo Stato che deve essere qui in silenzio a dire ai familiari che e' al loro fianco e che lo sara' per tutto questo percorso. Che chiedera' scusa ogni volta che ci sara' da chiedere scusa per non aver avuto la capacita' di difendere le vite e proteggere i loro familiari". Cosi' il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede nel suo intervento al Palazzetto dello Sport di Penne, dove ha partecipato alla commemorazione delle vittime di Rigopiano. "E' un dovere istituzionale e morale di dare una risposta di giustizia sapendo che quella giustizia e quella verita' non riportera' in vita i vostri fratelli, padri, madri e figli che sono morti tre anni fa", ha aggiunto. "Lo Stato ci sara'- ha detto ancora Bonafede-. Oggi raccolgo il ricordo, la memoria, il vostro dolore e i vostri sguardi ricordando a me stesso e a tutti quelli che lavorano nelle istituzioni che tutti i giorni dell'anno siamo chiamati a lavorare senza sosta a testa bassa, per scrivere leggi che possono impedire tragedie come quella di Rigopiano". Per Bonafede la risposta che lo Stato deve dare ai familiari e' "che i responsabili di quello che e' successo possano pagare. E' questa la mia promessa ed e' tutto quello che posso fare. Nessuna delle vostre lacrime e delle vostre parole rimarra' qui oggi".
L'Abruzzo intero si è stretto nel ricordo della tragedia del 18 gennaio 2017 quando l'hotel Rigopiano fu travolto da una valanga che provoco' la morte di 29 persone. In seguito alla rimozione delle macerie, per chi non conosce la zona, da cio' che oggi visibile e' difficile capire dove fosse collocato l'hotel. Resta il totem, l'insegna del resort, neppure sfiorato dalla valanga. Rimangono le fondamenta, alcuni locali e qualche parte di quello che un tempo fu uno degli alberghi piu' lussuosi d'Abruzzo. Impressiona, alzando lo sguardo, il canalone creato dalla valanga, dove sono ancora presenti e ben visibili detriti e resti di alberi divelti. Sul totem ci sono le foto di tutte le vittime, posizionate dopo la tragedia, quasi a rappresentare un simbolo indelebile della memoria
Nella foto l'immagine di tre anni fa dei resti dell'hotel
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Oscar Green, l’Abruzzo vince con le scarpe e i foulard allo zafferano e al montepulciano
C’è anche un giovane aquilano tra i vincitori nazionali dell’Oscar Green 2019, il concorso nazionale di Coldiretti Giovani Impresa che premia l’innovazione in agricoltura. I nomi dei 6 vincitori (uno per categoria) sono stati svelati questa mattina a Roma, a Palazzo Rospigliosi, in una affollatissima cerimonia con il presidente nazionale di Coldiretti Ettore Prandini, la delegata nazionale di Coldiretti Giovani Impresa Veronica Barbati, oltre ai dirigenti abruzzesi con il direttore regionale Giulio Federici.
Così, tra le storie di innovazione arrivate sul podio è stata premiata anche la bella idea di Gianluca Nappo, 30 anni, dell’Aquila, che ha ricevuto il riconoscimento nella categoria Fare Rete per un’idea realizzata con la collaborazione di alcuni produttori aquilani di zafferano. Con un obiettivo: riscattare, nel suo piccolo, la regione del terremoto riscoprendo “la terra” e le sue eccellenze. Si tratta di accessori quali scarpe, borse, foulard ma anche cravatte e papillon che Nappo tinge con lo zafferano e con il Montepulciano d’Abruzzo provenienti dalle campagne aquilane di San Pio delle Camere.
Il giovane, che ha inaugurato la sua attività 4 anni fa puntando sulla vendita on-line, è il simbolo del giovane imprenditore con lo sguardo rivolto ai bisogni sempre più crescenti di novità in linea con la sostenibilità ambientale che caratterizza la società che cambia. “La terra toglie, e gli abruzzesi lo sanno bene – ha detto Nappo ricordando il terremoto e dedicando la vittoria a tutti coloro che l’hanno vissuto - ma la terrà dà anche se ci rimbocchiamo le maniche e non perdiamo speranza nel futuro”. Da qui l’interessante incontro con l’agricoltura, per offrire un prodotto che richiama il senso profondo dell’appartenenza al territorio unendo tradizione e innovazione. Così mentre per tingere il tessuto il giovane utilizza la “polvere dorata” dello zafferano e il rinomato Montepulciano d’Abruzzo, per fissare i colori si affida ad un pretrattamento ottenuto da scarti della fermentazione vinicola.
“Un esempio di innovazione di prodotto con risvolti importanti sulla promozione e la conoscenza delle eccellenze territoriali – dice Giuseppe Scorrano, Delegato di Coldiretti Giovani Impresa Abruzzo – un progetto che arriva da un giovane e che mostra chiaramente le innumerevoli possibilità collegate ad un settore, quello agricolo, che oggi non è limitato alla semplice coltivazione del fondo e può dare risultati importanti e duraturi anche in sinergia con altre realtà produttive”. Nel corso della presentazione dei finalisti dell’Oscar sono stati allestiti spazi per consentire di toccare con mano l’estro, i prodotti e le straordinarie storie di innovazione di cui sono protagonisti giovani creativi dei campi e che sono destinati a cambiare la vita quotidiana della gente.
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Finanziate altre 142 imprese con i bandi per microcredito
Nuove risorse subito disponibili per le imprese abruzzesi che hanno partecipato all’Avviso pubblico “Sostegno alle imprese” del Fondo Microcredito FSE – Nuove Misure 2018, e che pur risultando ammissibili, non erano state finanziate per esaurimento dei fondi. Lo ha reso noto l’assessore alle Politiche del Lavoro della Regione Abruzzo Piero Fioretti.
“Microcredito Fse ha finora finanziato 707 imprese – chiarisce l’assessore Piero Fioretti – per un totale complessivo di risorse impegnate di oltre 14 milioni di euro; queste cifre danno la dimensione del successo che l’avviso regionale ha riscosso presso i piccoli imprenditori regionali. Ed è per questo aspetto che abbiamo deciso di finanziare ulteriormente la misura di 2,5 milioni a vantaggio di quelle imprese che pur avendo i requisiti richiesti dall’avviso sono rimaste escluse. Con le risorse aggiuntive – prosegue Fioretti – andremo a finanziare altre 142 imprese, 74 nella sezione nuove imprese (Misura Micro.newco) e 68 nella sezione imprese già costituite (Misura Crescita più)”. Nel complesso, le nuove Misure 2018 hanno ammesso a finanziamento, in prima battuta, 707 imprese, per un totale complessivo di oltre 14 milioni di euro (di cui 10 milioni già erogati), destinati a 285 nuove imprese beneficiarie della Misura “Micro.newco” e a 289 imprese già costituite”.
Ricordiamo che la Misura A. “Micro.newco” dell’Avviso Sostegno alle imprese, finanzia la nascita di imprese costituende con microcrediti da 5 a 25mila euro, da restituire in cinque anni con l’1% di tasso di interesse, mentre la Misura B. “Crescita Più” riguarda il finanziamento, di importo compreso tra 5 e 30mila euro, per il consolidamento e la crescita di imprese già costituite. La Misura B., inoltre, si distingue nell’Intervento 1, per il finanziamento anche del capitale circolante, e nell’Intervento 2, dedicato in prevalenza agli investimenti produttivi. Solo all’esito positivo dei controlli effettuati da Abruzzo Sviluppo, i beneficiari riceveranno l’Atto di concessione e gli allegati funzionali all’erogazione del finanziamento, nel rispetto di quanto previsto dall’Avviso pubblico.
“Un gran lavoro tecnico e organizzativo attuato da Abruzzo Sviluppo SpA – sottolinea il Presidente della in house regionale Manuel De Monte – che mette in luce una squadra strutturata che ha lavorato alacremente per ottemperare con celerità e professionalità alle esigenze delle imprese, nel rispetto e salvaguardia dei procedimenti previsti”.
Leggi Tutto »Maxi multa per Eni: ha ingannato i consumatori sul Green Diesel
L’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha disposto oggi una multa di 5 milioni di euro nei confronti di Eni, il colosso energetico italiano a prevalente capitale pubblico, per “pratica commerciale ingannevole” in merito alla pubblicità “ENIdiesel+”, che ha inondato giornali, televisione, radio, cinema, web e stazioni di servizio dal 2016 al 2019. La decisione riguarda il messaggio, oggi dichiarato ingannevole, di un diesel bio, green e rinnovabile, che «riduce le emissioni di gas serra fino al 40%». L’Autorità ha imposto a Eni di non utilizzare più la pubblicità e disposto una sanzione amministrativa, per pratica commerciale scorretta di 5 milioni di euro “pari al massimo edittale”, tenuto conto della gravità e della durata della violazione.
La sentenza è arrivata a seguito di un reclamo presentato da Legambiente, dal Movimento Difesa del Cittadino e da Transport & Environment (T&E) per pratica commerciale scorretta in violazione del Codice del Consumo. La vicenda è stata denunciata la prima volta in articolo pubblicato a gennaio dalla rivista “La Nuova Ecologia”, la storica testata di Legambiente.
La sentenza oggi rappresenta un segnale forte nei confronti delle compagnie di combustibili fossili e dei loro tentativi di rappresentare al pubblico i biocarburanti come rispettosi dell'ambiente e addirittura come parte della soluzione alla crisi climatica.
«Quella di oggi è decisione storica, perché per la prima volta in Italia si parla ufficialmente di greenwashing e perché finalmente viene smascherato questo grande inganno ai danni dei cittadini da parte di uno dei maggiori Nemici del Clima qual è Eni – dichiara Stefano Ciafani, presidente di Legambiente -. L'Autorità garante della concorrenza e del mercato ci ha dato ragione, ma non basta. Ora è tempo che anche ilGoverno scommetta davvero su un Green New Deal italiano, iniziando proprio dalla definizione immediata di una strategia di uscita graduale ma netta e inesorabile dai 19 miliardi di euro di sussidi diretti e indiretti alle fonti fossili che sono causa dell'emergenza climatica, definendo anche lo stop agli incentivi all’uso dell’olio di palma nel diesel».
«La decisione dell'Autorità rappresenta un primo importante esempio di sanzione in materia di "greenwashing" ovvero quei messaggi pubblicitari ingannevoli quanto alle qualità "green" di un prodotto - dichiara Francesco Luongo, presidente nazionale Movimento Difesa del Cittadino -. Il rispetto dell’ambiente è un valore fondamentale nell'evoluzione dell'economia globale ribadito dal "Green Deal" approvato proprio ieri dalla Commissione UE e non deve essere piegato, o peggio contraffatto, dalle aziende attraverso un marketing spregiudicato che si traduca in vere e proprie pratiche commerciali scorrette ai danni dei consumatori»
«Non esiste il diesel green, prodotto con olio di palma o altre colture alimentari perché causa la deforestazione, – ha dichiarato Veronica Aneris, responsabile Transport & Environment (T&E) in Italia –. Le compagnie petrolifere devono smettere di cercare di indurre in errore cittadini e politici con il falso claim del diesel che rispetta l'ambiente e la salute. Dovrebbero invece investire in soluzioni realmente sostenibili, come l’elettricità rinnovabile e i biocarburanti avanzati e il governo deve fare la sua parte nello spingere le multinazionali dei fossili a dare il giusto contributo nella transizione a emissioni zero».
Il gasolio Eni-Diesel+ viene oggi prodotto presso le raffinerie Eni di Venezia e di Gela grazie all’utilizzo di una componente del 15% di HVO (Hydrotreated Vegetable Oil) e nell’impianto italiano si produce questo componente da olio di palma grezzo e dai suoi derivati, come dimostrano i dati ufficiali del GSE (Gestore Servizi Energetici) disponibili sino al 2018 (550 mila tonnellate finite nei serbatoi auto e camion).
La sentenza sul greenwashing di Eni afferma che «è particolarmente ingannevole utilizzare la denominazione “Green Diesel” e le qualifiche “verde” e “rinnovabile” per riferirsi alla componente HVO del prodotto», principalmente a causa delle emissioni associate all’uso di olio di palma. Sostiene, inoltre, che non esiste alcuna giustificazione o calcolo che giustifichi la riduzione del 5% delle emissioni di gas serra.
Le associazioni sollecitano ora il Governo a interrompere gli incentivi all’uso dell’olio di palma nel diesel, come già oltre 57.000 italiani hanno richiesto firmando una petizione su www.change.org/unpienodipalle.
L’Italia è, infatti, il secondo produttore di biodiesel da olio di palma nell’Unione europea. Più della metà (54%) di tutto l’olio di palma e derivati importati in Italia nel 2018 è stata utilizzata per produrre biodiesel, principalmente nella raffineria di Eni a Porto Marghera, Venezia e di Gela in Sicilia. L’olio di palma proviene principalmente dall’Indonesia e, in misura minore, dalla Malesia, due paesi che dove sono stati registrati imponenti tassi di deforestazione negli ultimi due decenni.
L’Europa ha già etichettato l'olio di palma nel gasolio come insostenibile. Gli europei mangiano sempre meno olio di palma mentre, ne bruciano senza saperlo sempre più utilizzando auto e camion. L’anno scorso il 65% dell’olio di palma importato nell’UE è stato utilizzato per l’energia; il 53% è stato utilizzato per produrre biodiesel per auto e camion - un massimo storico - e il 12% per generare elettricità e riscaldamento - un altro record.
L’utilizzo dell’olio di palma per il biodiesel è cresciuto del 3% nel 2018, mentre il suo uso in altri settori come quello per la produzione di cibo e mangimi per animali è diminuito in modo significativo (-11%). Una tendenza che dimostra che la deforestazione causata dall’olio di palma è spinta principalmente dalle politiche europee e nazionali sui biocarburanti.
Lo scorso marzo, la stessa Unione Europea ha stabilito che l’olio di palma non può essere considerato un combustibile verde e non va incentivato proprio perché causa la deforestazione. Il suo uso verrà gradualmente ridotto a partire dal 2023 con l’obiettivo della completa assenza nel 2030, seppur con alcune esenzioni. L’Italia, come ogni altro paese dell’Unione Europea, è chiamato a fare la sua parte modificando da subito i propri obiettivi sulle emissioni climalteranti, promuovendo energie rinnovabili anche nei trasporti eliminando gli incentivi per l’uso dell’olio di palma e dei suoi derivati nel biodiesel.
La produzione di Olio di palma è tra le principali cause nella distruzione delle foreste pluviali e della fauna selvatica. Secondo uno studio per la Commissione europea, il biodiesel prodotto con olio di palma è tre volte peggiore per il clima rispetto a un prodotto diesel normale se si tiene conto delle emissioni indirette causate dalla modifica nell’uso della terra.
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