Il furto dei dati bancari è la preoccupazione principale degli italiani, quando si parla di sicurezza online. Una persona su due (51%) teme che le sue informazioni di natura finanziaria possano cadere nelle mani sbagliate. A dirlo è un Sondaggio commissionato da Google a YouGov in occasione dell'Internet Safer Day, la giornata mondiale per la sicurezza in rete che ricorre il 5 febbraio. Il 14% degli italiani nutre apprensione per le proprie informazioni di carattere personale, in primis l'indirizzo di casa, e il 13% teme il furto di ricordi personali come le foto. Solo il 5% è preoccupato per le email inviate ai colleghi e per la cronologia dei siti visitati. Le minacce informatiche sono abbastanza conosciute. Il 54% degli intervistati dichiara infatti di aver ricevuto email di phishing, mentre il 15% afferma di aver avuto il pc infettato da virus o da altri malware che hanno portato al furto o alla manipolazione di dati. Ancora, il 13% ha subito accessi non autorizzati ai propri profili social o agli account di posta elettronica, e l'8% è stato vittima di scam. Di fronte ai rischi, la consapevolezza dell'importanza di proteggere i dati personali sta crescendo, ma ci sono ancora margini di miglioramento: se la metà del campione usa password diverse per ciascun servizio online, più di una persona su tre (38%) continua ad utilizzare la stessa password per alcuni o addirittura per tutti i servizi online.
Leggi Tutto »Quota 100, aumentano le domande presentate in Abruzzo
L'Inps comunica che le domande di pensione cd "quota 100" presentate fino alle ore 19,00 di ieri, lunedi' 4 febbraio, sono 19.806 per l'intero territorio nazionale. Per quanto riguarda l'Abruzzo si sono registrate un totale di 777 domande: 234 per la provincia di Chieti, 231 per quella dell'Aquila, 170 per Pescara, 142 per Teramo.
Leggi Tutto »Cgil, Cisl e Uil tracciano le priorità per il prossimo Governo regionale
Cgil, Cisl e Uil Abruzzo illustrano le priorità del territorio al futuro Governo regionale che verrà eletto con il voto del 10 febbraio prossimo. Ai candidati i tre sindacati illustrano le linee di indirizzo: dare attuazione da parte della Regione Abruzzo al confronto sistematico e costante con le arti sociali; rilanciare una nuova politica per le aree interne; dare piena operatività concreta a tutti gli strumenti di programmazione. Le priorità sono state illustrate stamani nel corso di una conferenza stampa cui hanno preso parte i segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil, Carmine Ranieri, Leo Malandra e Michele Lombardo, i quali hanno presentato il documento "Una politica unitaria e di qualità per promuovere lo sviluppo economico e sociale dell'Abruzzo", contente le proposte sindacali per il futuro occupazionale, economico e produttivo della regione. Il testo unitario, infatti, individua proposte e priorità per una ripresa regionali in tutti i settori e di tutti territori. Le tre sigle auspicano "un rilancio di un confronto sistematico e costante tra sindacato, parti imprenditoriali, politica e istituzioni, perché è alla base di un progetto concreto di sviluppo. Solo con l'individuazione di obiettivi precisi e comuni - dicono i segretari - sarà possibile costruire una ripartenza economica e sociale della regione. Il lavoro svolto in questi ultimi anni da Cgil, Cisl, Uil Abruzzo ha rappresentato un contributo alla costruzione della programmazione dei fondi europei 2014-2020, non esente da difetti, ma certamente migliore di quelle precedenti".
Le linee di indirizzo individuate, secondo i sindacati, "dovranno basarsi sui principi di unitarietà della programmazione, assicurando un'unica regia regionale per l'insieme dei relativi strumenti; operatività degli investimenti previsti dalla programmazione, con puntuale verifica con le Parti Sociali del procedere dei programmi, dell'uscita dei bandi, dell'apertura dei cantieri, dell'effettuazione di assunzioni, dell'individuazione di eventuali ostacoli e delle misure volte alla loro rimozione; rimodulazione della programmazione, con particolare riferimento al fondo Fsc, il cui impiego negli anni successivi al biennio del Masterplan non è stato oggetto di confronto".
Nel documento sono indicate tutte le priorità dell'Abruzzo, dai progetti per lo sviluppo territoriale, come la Zes, alle politiche di programmazione, dalle attività produttive e lavoro alla chiusura "positiva" della programmazione 2014-2020 dei fondi europei dalla fiscalità regionale alla sanità e al sociale. Priorità, quelle indicate da Cgil, Cisl e Uil, "non esaustive dei problemi da affrontare e degli obiettivi da perseguire"
Leggi Tutto »Il 55 per cento degli studenti sceglie il liceo
Volte al termine le iscrizioni per l'anno scolastico 2019/2020. Le iscrizioni si sono aperte lo scorso 7 gennaio. La domanda era on line per la Primaria, la Secondaria di primo e secondo grado, cartacea per l'Infanzia. Secondo i primissimi dati disponibili, il 55,4% degli studenti che a settembre frequentera' una classe prima della Scuola secondaria di secondo grado ha optato per un indirizzo liceale. Anche per l'anno scolastico 2019/2020, dunque, i licei si confermano in testa alle preferenze. Lo scorso anno erano stati scelti dal 55,3% dei neo iscritti. In crescita anche gli istituti tecnici, che passano dal 30,7% delle preferenze dello scorso anno al 31% del 2019/2020. Lieve calo per i Professionali, scelti dal 13,6% dei ragazzi rispetto al 14% del 2018/2019. È quanto si legge in una nota del ministero dell'Istruzione.
LICEI ANCORA IN CRESCITA - Prosegue il trend di crescita dei licei, scelti dal 55,4% degli studenti. È dal 2014/2015 infatti che i licei vengono scelti da oltre uno ragazzo su due. Anche quest'anno continua a crescere la percentuale di iscritti al Classico: sono il 6,8%, rispetto al 6,7% dell'anno scorso. Lo Scientifico (tra indirizzo tradizionale, opzione Scienze applicate e sezione Sportivo) si conferma in testa alle preferenze: lo ha scelto il 25,5% degli studenti, con una leggera flessione dello 0,1% rispetto allo scorso anno. Guardando nel dettaglio, si registra una lieve flessione dell'indirizzo tradizionale (passato dal 15,6% dello scorso anno al 15,4% delle scelte del prossimo anno scolastico), cresce la percentuale di chi sceglie l'opzione Scienze applicate: e' l'8,4% quest'anno, era l'8,2% un anno fa. L'opzione Sportivo passa dall'1,8% del 2018/2019 all'1,7% del 2019/2020. Restano stabili al 9,3% le preferenze per il liceo Linguistico e allo 0,5% quelle per il liceo Europeo/internazionale. Si registra invece un leggero calo per l'Artistico (dal 4,1% dell'anno scorso al 4%). Prosegue la crescita del liceo delle Scienze umane, lo ha scelto l'8,3% dei ragazzi rispetto all'8,2% dell'anno scorso, e dei licei Musicali e coreutici, passati dallo 0,9% degli ultimi tre anni all'1% del 2019/2020.
CRESCONO GLI ISTITUTI TECNICI - Uno studente su tre (31%, erano il 30,7% un anno fa) ha scelto un istituto tecnico. Il settore Economico e' stabile all'11,4%; il settore Tecnologico, con i suoi indirizzi, continua ad attrarre maggiormente, con il 19,6% delle scelte (registrava il 19,3% nel 2018/2019). Gli istituti professionali, scelti dal 13,6% degli studenti, registrano un lieve calo rispetto al 14% del 2018/2019.
LICEI AL TOP NEL LAZIO - Anche quest'anno il Lazio si conferma la regione con la maggiore percentuale di iscritti ai licei, con il 68,6%. Seguono Abruzzo (61,2%), Campania (59,1%), Sardegna e Umbria (rispettivamente 58,5%), Sicilia (58,2%). Il Veneto si conferma la regione con meno ragazzi che scelgono gli indirizzi liceali (45,7%) e la prima nella scelta dei Tecnici (40%). Nei Tecnici seguono Emilia Romagna (37,2%) e Friuli Venezia Giulia (36,5%). La regione con la piu' alta percentuale di iscritti negli istituti professionali e' la Basilicata (16,8%), seguita da Campania (16%) ed Emilia Romagna (15,8%).
FAMIGLIE SODDISFATTE DEL SERVIZIO - Il 69,11% delle famiglie ha effettuato l'iscrizione on line in autonomia, a casa (in lieve calo rispetto al 71,8% dello scorso anno). Con punte dell'87,46% in Friuli Venezia Giulia. Seguono il Veneto con l'85,3% e la Lombardia con l'84,8%. Restano piu' indietro la Sicilia con il 41,11% delle famiglie che ha iscritto i propri figli senza chiedere aiuto alle scuole, la Puglia (39,14%) e la Campania (38,9%). Il servizio e' comunque sempre piu' apprezzato: secondo i primi dati rilevati dal ministero, il 91,56% degli utenti ritiene efficiente il funzionamento del servizio, l'88,93% ritiene semplice l'utilizzo delle iscrizioni on line in tutte le sue fasi, il 92,8% le considera vantaggiose in termini di risparmio di tempo. Tutti dati in aumento rispetto agli anni precedenti. Ben accolta la novita' della web app che tramite il Qr Code consentiva di accedere alle schede anagrafiche delle scuole: lanciata lo scorso dicembre, ha registrato quasi 107.000 accessi. La percentuale piu' elevata di accessi e' stata nelle Marche (80%), in Piemonte e Abruzzo sono stati rilevati il 65% di accessi. Seguono Lazio (61%) e Lombardia (59%).
Leggi Tutto »Meloni: un orgoglio enorme poter esprimere qui il nostro primo presidente di Regione
"Fratelli d'Italia dara' il suo contributo fondamentale a queste elezioni regionali. Penso che sarebbe per FDI un orgoglio enorme poter esprimere qui il nostro primo presidente di Regione". Lo ha dichiarato la leader di Fdi Giorgia Meloni, oggi in Abruzzo per una serie di appuntamenti nel chietino con il candidato del centrodestra alla Regione Marco Marsilio. "A questa campagna elettorale FDI - ha aggiunto - ha dato il suo contributo fondamentale di idee, di liste e di programma come dimostra non solo la mia presenza, ma il lavoro dei nostri candidati sul territorio. Il territorio ha individuato il candidato nel nome di Marco Marsilio e siamo fieri che abbia fatto questa scelta che e' una scelta d'amore per questo territorio che e' la scelta diametralmente opposta a quella fatta da Luciano D'Alfonso e dunque dalla sinistra e che tanti abruzzesi sono costretti a fare: lasciare l'Abruzzo. Continuo a dire - ha ribadito anche oggi - che mi piace pensare che Marco Marsilio possa esser il primo di migliaia di abruzzesi che tornano a casa perche' qui siamo riusciti a costruire le occasioni che finora sono mancate".
"L'Italia e' in recessione. Cominciano a farsi sentire soprattutto i provvedimenti dei governi della sinistra. Ma anche questo governo, nella sua manovra economica, non ha saputo imprimere una svolta". Lo ha detto Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, a Chieti per un incontro a sostegno di Marco Marsilio, candidato presidente del centrodestra alle prossime regionali in Abruzzo. "La gran parte dell'Italia che il 4 marzo voto' il centrodestra, voleva - ha ricordato - una ricetta economica simile a quella che sta portando avanti Trump in America con ottimi risultati: taglio delle tasse netto e investimenti pubblici. E' accaduto l'esatto contrario: per le aziende aumentano le tasse, aumenta la burocrazia, diminuiscono le infrastrutture e gli investimenti. Noi raccogliamo il grido del mondo produttivo che e' l'ossatura dell'Italia, del suo futuro e della ricchezza".
"Il lavoro non si costruisce dando assistenza e mantenendo disoccupati i disoccupati. Bisogna mettere chi puo' assumere in condizioni di farlo. Ed e' quello per cui lavora Fratelli d'Italia". Lo ha detto Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, a Chietiper un incontro a sostegno di Marco Marsilio, candidato presidente del centrodestra alle prossime regionali in Abruzzo. Meloni sta incontrando gli artigiani e i rappresentanti delle piccole e medie imprese in un'inziativa promessa da Confartigianato Chieti L'Aquila
"Se i cittadini abruzzesi il prossimo 10 febbraio e se gli italiani il prossimo 26 maggio alle europee vorranno darci i risultati che pensiamo di meritare e crediamo di avere, sicuramente ci saranno i margini per liberarci dal M5S dal Governo della nazione e dare anche a questo Paese il governo che faccia i suoi interessi". Ha risposto cosi' la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, a Chieti per una serie di appuntamenti a sostegno del candidato governatore Marco Marsilio, a chi gli ha chiesto di un possibile accordo con la Lega in vista delle europee. "La Lega va bene, ma non e' sufficiente - ha proseguito Meloni -. Il lavoro che sta facendo Fratelli d'Italia e mi pare con ottimi risultati, e' di lavorare alla costruzione di un secondo grande contenitore, io dico sovranista, che sappia mettere al centro la difesa dell'interesse nazionale italiano. L'Abruzzo e' il banco di prova per rimanere convinti di una cosa che in cuor nostro sappiamo bene: che la visione del mondo che noi abbiamo chiamato centrodestra e che oggi rappresentiamo continua ad essere maggioritaria nei sentimenti dei cittadini italiani. E questo vuol dire che bisogna saperla difendere e riorganizzare".
Leggi Tutto »Elezioni regionali, Legnini: cresce la partecipazione e l’adesione dei cittadini al nostro progetto e ai nostri obiettivi
Leggi Tutto »Bagno di folla oggi a Francavilla al mare. Oltre duemila persone arrivati da tre province a piedi e in bici, a Piazza Sirena ad ascoltare Giovanni Legnini.
"Un messaggio di forte fiducia è quello che sento e voglio rivolgere, perchè la partecipazione, l’adesione dei cittadini al nostro progetto, ai nostri obiettivi sta crescendo, l’obiettivo, la vittoria è a portata di mano - ha dichiarato Legnini -Da Presidente il mio primo impegno insieme allo sblocco della ricostruzione post-sisma, sarà quello di mettere mano a una radicale riforma dell’istituzione regionale e delle società partecipate".
"Basta con gli slogan, basta con i populismi, con le promesse vane, con le chiacchiere, noi animeremo un governo forte, capace di assumere impegni e mantenerli.
Vi è da contrastare un solo avversario: l’astensionismo, quindi vi invito a informare le persone che si vota il 10 febbraio e che sulla scheda non troveranno Salvini, ma voteranno per Legnini, Marcozzi o Marsilio. Noi vogliamo un grande futuro per l’Abruzzo. Vogliamo volare alto, far contare questa regione a Roma, Bruxelles, dappertutto e allo stesso tempo esercitare la concretezza".
Cgia: in 10 anni sparite 165mila botteghe artigiane
L'emorragia delle imprese artigiane continua. Se nell'ultimo anno, da Nord a Sud,hanno chiuso 16.300 attività (-1,2%), negli ultimi 10 anni, invece, la contrazione è stata pesantissima: -165.500 attività (-11,3% del totale). Una caduta che non ha registrato soluzioni di continuità tra il 2009 e il 2018. A lanciare l'allarme è la Cgia. Al 31 dicembre scorso, secondo i dati raccolti dall'associazione degli artigiani, il numero totale delle imprese artigiane attive in Italia si è attestato poco sopra 1.300 mila unità. Di queste, il 37,7% nell'edilizia, il 33,2% nei servizi, il 22,9% opera nel settore produttivo e il 6,2% nei trasporti. L'analisi è stata realizzata dalla Cgia."La caduta dei consumi delle famiglie e la loro lenta ripresa, l'aumento della pressione fiscale e l'esplosione del costo degli affitti hanno spinto fuori mercato molte attività – dichiara il coordinatore dell'Ufficio studi Paolo Zabeo – senza contare che l'avvento delle nuove tecnologie e delle produzioni in serie hanno relegato in posizioni di marginalità molte professioni caratterizzate da un'elevata capacità manuale. Ma oltre al danno economico causato da queste chiusure, c'è anche un aspetto sociale molto preoccupante da segnalare. Quando chiude definitivamente la saracinesca una bottega artigiana, si perdono conoscenze e cultura del lavoro difficilmente recuperabili e la qualità della vita di quel quartiere peggiora notevolmente. Altresì, c'è meno sicurezza, più degrado e il rischio di un concreto impoverimento del tessuto sociale". A livello territoriale è il Mezzogiorno la macro area dove la caduta è stata maggiore. Tra il 2009 e il 2018 in Sardegna la diminuzione del numero di imprese artigiane attive è stata del 18% (-7.664). Seguono l'Abruzzo con una contrazione del 17,2% (-6.220), l'Umbria, che comunque è riconducibile alla ripartizione geografica del Centro, con - 15,3 per cento (-3.733), la Basilicata con il 15,1 per cento (-1.808) e la Sicilia, sempre con il -15,1 per cento, che ha perso 12.747 attività. Nell'ultimo anno, invece, la regione meno virtuosa d'Italia è stata la Basilicata con una diminuzione dello stock dell'1,9%. "Il 57% della contrazione delle imprese artigiane registrata in questi ultimi 10 anni – fa notare il segretario della Cgia Renato Mason – riguarda attività legate al comparto casa. Edili, lattonieri, posatori, dipintori, elettricisti, idraulici, etc. stanno vivendo anni difficili e molti sono stati costretti a gettare la spugna. La crisi del settore e la caduta verticale dei consumi delle famiglie sono stati letali. Certo, molte altre professioni artigiane, soprattutto legate al mondo del design, del web, della comunicazione, si stanno imponendo. Purtroppo, le profonde trasformazioni in atto stanno cancellando molti mestieri che hanno caratterizzato la storia dell'artigianato e la vita di molti quartieri e città". Il settore artigiano più colpito dalla crisi è stato l'autotrasporto che negli ultimi 10 anni ha perso 22.847 imprese (-22,2%). Seguono le attività manifatturiere con una riduzione pari a 58.027 unità (- 16,3%) e l'edilizia che ha visto crollare il numero delle imprese di 94.330 unità (-16,2%). Sono in forte aumento, invece, imprese di pulizia, giardinaggio e servizi alle imprese (+43,2%), attività cinematografiche e produzione software (+24,6%) e magazzinaggio e corrieri (+12,3%). Tra le aziende del settore produttivo quelle più in difficoltà sono state quelle che producono macchinari (-36,1%), computer7elettronica (-33,8%) e i produttori di mezzi di trasporto (-31,8%). Vecchi mestieri in via di estinzione. La Cgia, infine, ha elencato 25 vecchi mestieri artigiani che negli ultimi decenni sono pressoché scomparsi dalle nostre città e nei paesi di campagna, o professioni che sono in via di estinzione a causa delle profonde trasformazioni tecnologiche che li hanno investiti.
Leggi Tutto »Allarme olio: nel 2019 addio a 6 bottiglie di olio italiano su 10
Nel 2019 addio a 6 bottiglie di extravergine Made in Italy su 10 sugli scaffali dei supermercati per effetto del crollo del 57% della produzione che scende ad appena 185 milioni di chili, su valori minimi degli ultimi 25 anni. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti in cui evince la drammatica situazione degli ulivi italiani colpiti dai cambiamenti climatici, del propagarsi inarrestabile della Xylella e della concorrenza sleale provocata dalle importazioni low cost spacciate per italiane. In particolare sono state le Regioni del Mezzogiorno ad accusare le perdite maggiori, a partire dalla Puglia ma senza escludere l’Abruzzo, in cui il comparto olivicolo conta in regione circa 6 milioni di piante su circa 46mila ettari che rappresentano circa il 50% della superficie agricola arborea utilizzata, un totale di circa 60mila aziende di cui 15mila che coltivano prevalentemente olivo, oltre 350 frantoi e una produzione media di circa 14mila tonnellate di olio che quest’anno ha tuttavia subito una forte diminuzione soprattutto in alcune zone (anche 40-50% di produzione in meno).
“Per la prima volta nella storia – sottolinea Coldiretti Abruzzo – la produzione nazionale potrebbe essere sorpassata da quella della Grecia e del Marocco. Senza interventi strutturali l’Italia rischia di perdere per sempre la possibilità di consumare extravergine nazionale con effetti disastrosi sull’economia, il lavoro, la salute e sul paesaggio. Con il crollo della produzione nazionale a crescere – continua la Coldiretti - sono le importazioni dall’estero con aumenti record degli arrivi dalla Tunisia. Aumenta inoltre il rischio di frodi e sofisticazioni che colpiscono anche i produttori abruzzesi. Una situazione da non sottovalutare”.
Per non cadere nelle trappole del mercato il consiglio della Coldiretti per scegliere Made in Italy è quello di diffidare dei prezzi troppo bassi, guardare con più attenzione le etichette e acquistare extravergini a denominazione di origine Dop, quelli in cui è esplicitamente indicato che sono stati ottenuti al 100 per 100 da olive italiane o di acquistare direttamente dai produttori olivicoli, nei frantoi o nei mercati di Campagna Amica dove è possibile assaggiare l’olio EVO prima di comprarlo e riconoscerne le caratteristiche positive. Oggi nella stragrande maggioranza delle confezioni – denuncia la Coldiretti – serve la lente d’ingrandimento per leggere le minuscole scritte, poste spesso sul retro, “miscele di oli di oliva comunitari”, “miscele di oli di oliva non comunitari” o “miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari” obbligatorie per legge nelle etichette dell’olio di oliva dal primo luglio 2009.
“Per affrontare l’emergenza serve un intervento mirato per consentire ai produttori duramente colpiti dalle gelate di ripartire con un adeguato coordinamento istituzionale tra il livello regionale e quello nazionale” afferma il presidente nazionale di Coldiretti Ettore Prandini nel denunciare “i ritardi accumulati con il rinvio della presentazione alla conferenza Stato Regioni del decreto per far partire il piano di interventi per fermare la Xylella fastidiosa in Puglia”. In questo scenario sul piano strutturale - sostiene Prandini - per rimanere competitivi e non essere condannati all’irrilevanza in un settore fondamentale per il Made in Italy deve partire al più presto il Piano Salva Olio presentato dalla Coldiretti per rilanciare il settore con una strategia nazionale e investimenti adeguati, anche per realizzare nuovi impianti, così come è stato fatto da altri Paesi concorrenti.
Leggi Tutto »Salvini: Grazie Ortona, la Lega vincerà. Conquisteremo l’Abruzzo
Ortona. In Piazza della Repubblica, alle 2130, arriva assordante lo scroscio di applausi. Sul palco del camion attrezzato per i comizi, sale tra luci abbaglianti e la selva di telecamere - i giornalisti sono trattenuti fuori - Matteo Salvini, vice premier e ministro degli interni. La folla si esalta al grido ritmato: “Matteo. Matteo. Matteo”., la musica, “Voglio una vita spericolata”, di Vasco, è a palla. Salvini sorridente - nel retro del Tir si è cambiato Il suo giubbino imbottito verde per indossare al volo una felpa azzurra - ringrazia la piazza che definisce “meravigliosa” e inizia il comizio con alle spalle i candidati consiglieri e candidato presidente alla Regione, Marco Marsilio, di Fratelli d’Italia. L’intervento di Salvini è tutto giocato sui temi cari alla Lega: immigrazione, porti chiusi, l’aver spazzato la legge Fornero, di puntare sulle grandi opere che sottolinea polemico “vanno fatte”; e ora, soprattutto grazie alle scelte del Governo sono pronti migliaia di posti di lavoro. “Non abbiamo la bacchetta magica”, spiega, “ma stiamo lavorando, e vedrete i cambiamenti”, ribadisce rilanciando la polemica contro il nemico politico di sempre “Matteo Renzi, quello che non sbagliava mai”. “Se la sinistra continua ad attaccarmi”, dice ironico Salvini, “perché mangio pane e Nutella, e indosso le felpe della polizia, allora non governeremo per 5 anni ma per i prossimi 50 anni”. Dalla piazza applausi e cori di approvazione. Dalla prima fila una donna si accascia a terra, Salvini con un filo di preoccupazione ferma il comizio e chiede “signora, sta bene? Ha bisogno di un bicchiere d’acqua?”, la donna, una signora anziana minuta viene presa in braccio dai vigilantes della società Aquila viene sollevata sopra le transenne, da così in alto, si affretta a lanciare baci a Salvini che contraccambia divertito e compiaciuto. Sui temi regionali il capo della Lega promette nuove infrastrutture, la riapertura di tutti gli ospedali con una stilettata al Pd “quei geni della sinistra hanno chiuso i piccoli ospedali. Ma noi li riapriremo”. Gli applausi soddisfano Salvini, il fervore che sale dalla folla lo appagano al punto che cambia tono e annuncia un suo cruccio,
quello dello stato delle strade abruzzesi: “ho fatto ritardo nel venire da voi , ho impiegato la bellezza di tre orette venendo da Roma a Ortona per la condizione delle delle strade e autostrade. Non è ammissibile”, grida promettendo nuove infrastrutture.la piazza risponde con un “bravo Matteo, bravo Capitano”. Tanto che Salvini annuncia il suo solenne impegno ad occuparsi di tutto in Abruzzo: di strade, di pesca, di giovani, di donne; di piccole imprese e scandisce: “meno tasse. Meno burocrazia. Meno norme inutili”. Poi un elogio dei giovani che in prima fila lo applaudono galvanizzati dall’eloquio brillante nel suo schema populista, sovranità fino ad essere autarchico: “fate la spesa è un atto politico. Comprate solo italiano”. Poi rivolto ai ragazzi che premono sulle transenne osserva: “dicono che i giovani non vogliono lavorare. Non è vero, adesso i giovani avranno migliaia di occasioni di lavoro. Assumeremo anche 40 mila nuove maestre di sostegno. Amplieremo gli organici di tutte le forze dell’ordine e dei vigili del fuoco”. Salvini scuote la piazza che appare convertita alle sue parole al punto di applaudire ogni idea, ogni frase, ogni promessa “che noi della Lega manterremo. Su questo potete stare certi”. Altro capitolo che piace al popolo di Salvini sono le critiche condite di sarcasmo - che occupano la metà del suo intervento - osservazioni tutte rivolte alla sinistra, a quei “scienziati che leggono tanti libri ma non lo capiscono”. Piatto forte le accuse all’ex governatore dell’Abruzzo Luciano D’Alfonso, “oggi è mercoledì e a quest’ora in tv c’è chi l’ha visto, che stiamo cercando d’Alfonso che ora non si trova in Abruzzo ma in qualche trattoria romana”. Nel mirino anche il conduttore Tv Fabio Fazio: “fa la morale agli altri e poi prende milioni dalla Rai. Vadano via”, una donna grida da un angolo della piazza “via anche la Litizzetto”.
Il comizio arriva alle conclusioni con tre appelli: quello di far vincere la Lega, di votare il Centrodestra in Abruzzo e far “vincere anche là battaglie di Matteo Salvini”. Uragano di applausi di consenso e poi la sorpresa finale; “chi vuole fare un selfie con me?”. La piazza è in visibilio e Salvini annuncia soddisfattissimo :”dovete passare a destra, mi raccomando a destra del palco e salire senza spingere”. La polizia fa quadrato per dare un po’ ordine alla fila. L’impianto sonoro rimette a palla una plsylist di pop italiano da Ligabue a Vasco Rossi, fino a Bocelli. Un tributo canoro che forse sarebbe piaciuto pure al Centrosinistra. Fuori dalle transenne, la folla defluisce, tra i lampeggianti di polizia, della scorta, e dei vigili urbani. Un po’ più in là è già buio pesto e tanto freddo.
Lavoro, dati positivi per le coop in Abruzzo
L'incerta situazione economica frena anche le cooperative che in controtendenza rispetto alla media degli ultimi anni nel 2018 perdono quasi tremila posti di lavoro con un calo dello 0,2% pur continuando a occupare oltre un milione e 278mila persone a livello nazionale di cui il 95% assunte in modo stabile. E' quanto emerge da un'analisi di Uecoop, l'Unione europea delle cooperative, su dati Camera di commercio di Milano Lodi e Monza in relazione agli ultimi dati Istat che nell'ultimo trimestre del 2018 registrano una contrazione del Pil dello 0,2% con l'Italia che entra così ufficialmente in recessione tecnica. Lo stallo dell'economia nella seconda metà dell'anno -sottolinea Uecoop- si è fatto sentire anche sul numero delle imprese cooperative diminuite dell'1,1% fino a 80.187 realtà contro le oltre 81mila del periodo precedente. Una situazione che -spiega Uecoop- ha pesato sulla tradizionale capacità delle coop di creare posti di lavoro in quasi ogni settore produttivo, dalla logistica alla gestione dei rifiuti, dall'agricoltura all'abbigliamento, dall'informatica all'edilizia, dai trasporti alla vigilanza.
In questo contesto, le regioni che nell'ultimo anno hanno resistito meglio alla pressione sull'occupazione -evidenzia Uecoop- sono il Veneto che ha aumentato gli addetti del +3,8%, il Friuli Venezia Giulia con +3,3%, la Puglia con +2,7%, la Sicilia con +1,9%, Campania e Abruzzo con +1,4%, Sardegna e Molise con +1,2%. Le aree che invece hanno perso di più sono il Lazio con -5% degli addetti nelle cooperative, il Piemonte con -2,4%, le Marche con -2,3%, Trentino e Umbria con -1,4%. Sostanzialmente stabili le altre regioni d'Italia: Lombardia ed Emilia sono invariate, mentre la Calabria segna -0,2%, la Toscana -0,4%, la Liguria -0,6% e la Valle d'Aosta +0,4%. I lavoratori delle cooperative -spiega Uecoop- sono concentrati soprattutto fra i 30 e i 49 anni (58,5%), il 13,1% ha un'età compresa tra 15 e 29 anni e più di un quarto ha oltre 50 anni. Un addetto su 2 è donna -evidenzia Uecoop- mentre circa il 66% ha un diploma di scuola secondaria e più del 15% è laureato. Gli operai sono il 64,8% del totale, gli impiegati rappresentano il 30,8% impiegato, mentre il resto sono quadri, apprendisti e dirigenti, secondo l'Istat. L'edilizia è fra i settori più colpiti dal punto di vista occupazionale con oltre 400mila posti persi negli ultimi dieci anni dalla grande crisi del 2008 a oggi mentre il settore della sanità e dell'assistenza sociale è invece quello che -conclude Uecoop- con oltre 355mila addetti per 7 milioni di pazienti, resiste meglio alla crisi generando il 21,6% del valore aggiunto del mondo cooperativo secondo l'Istat.
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